giovedì 19 febbraio 2009
L'infallibile ispettore Cibotto
L'ispettore si accese un sigaro e soffiò volentieri il fumo in faccia al suo interlocutore. "Voglio sapere tutto sui Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. La lista completa, le diramazioni, le loro complicità. Tutto". Orlando Lupani scoppiò a ridere: "Non basterebbe un secolo per raccontare la storia dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti e i loro legami con la nostra loggia - disse sardonico - Ma proverò a essere sintetico: Guglielmo, conte di Pettorazza, cugino di Tebaldo III di Champagne, vissuto all'inizio del XIII secolo, fu il primo ad utilizzare il termine di Vetusto Scaldapoltrone Ammuffito, coniato da un'espressione francese che non provo nemmeno a citarti". L'ispettore Cibotto colpì Lupani in pieno volto con un sacchetto di arance, facendolo cadere dalla sedia. "Smettila di raccontarmi la storia d'Italia pescando informazioni insulse su Wikipedia! - lo avverì - Ti ho chiesto la lista degli affiliati e un dettaglio dei loro folli piani, sempre che ne abbiano. Se il mio occhio clinico non mi inganna, è nella cartella che hai appena chiuso sul tuo pc: il percorso esatto è c:/documenti/vsa/liste affiliati/indirizzario2009.xls!" Il computer di Lupani, azionato da comandi vocali, frutto di un'avanzata tecnologia aliena e delle menti del Cur, eseguì l'ordine impartito da Cibotto e mandò in stampa l'indirizzario dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti: 188 pagine di nomi, numeri di telefono e schede personali. Lupani sbiancò, non tentò nemmeno di fermare la stampante laser Hewlett Packard, mentre sfornava raffiche di carta. Cibotto infilò tutta la documentazione in una cartella di cuoio, tenendo sempre il grande capo massone sotto tiro della pistola.
"Quanto alla seconda domanda che mi ponevi - tossicchiò imbarazzato Orlando Lupani - Non esiste nessuna moglie del tenente Colombo. Lo avresti già scoperto da te, se ti fossi preso la briga di visionare gli episodi in lingua originale". Cibotto accennò un leggero stupore e affondò la canna della pistola nel collo di Lupani, come per invitarlo a proseguire con la sua spiegazione. "Ebbene - disse Lupani -, nella versione originale, il tenente Colombo era un omosessuale, che nella vita privata conviveva con un imberbe liceale di diciassette anni, che educava con delicatezza al piacere erotico. Nell'Italia dorotea questa versione fu immediatamente censurata, in favore di un più tradizionale matrimonio eterosessuale con una moglie priva di alcuno spessore umano. La correzione fu fatta in sede di doppiaggio, ma si dovettero eliminare tutte le scene in cui Colombo incontrava il proprio amante. Risultato: in tutto il telefilm in versione italiana si accenna alla moglie, ma questa di fatto non appare mai. Un vero colpo di genio".
L'ispettore Cibotto soppesò con stupore la notizia. Ma bastò quell'attimo di riflessione per distrarsi, consentendo a Orlando Lupani, di eludere la minaccia della sua arma e premere un pulsantone rosso sopra il tavolo. Rise da vero villain, mentre suonavano dieci sirene d'allarme e la parete alle sue spalle roteava, facendolo scomparire con la sedia e tutto. Cibotto non ebbe nemmeno il tempo di sparare due colpi contro l'avversario, che l'aveva già perso. "Poco male", pensò, mentre staccava con bruta forza l'hard disk dal computer di Lupani e lo infilava in borsa assieme agli stampati. In pochi secondi, lungo il corridoio cominciarono a sentirsi passi concitati. Presto un intero squadrone di seguaci della massoneria, o forse di alieni armati fino ai denti, lo avrebbe fatto prigioniero. Inutile bloccare la pesante porta di mogano. Inutile cercare finestre dietro ai tendaggi, dato che erano sottoterra. Inutile sperare in un teletrasporto o un ascensore d'emergenza. Tutto era studiato per impedirgli di fuggire. Ombre che nulla avevano di umano si avvicinarono nel corridoio, accompagnate da un latrare di cani. L'ispettore Cibotto era con le spalle al muro e avrebbe dovuto fare appello al meglio dei suoi neuroni per escogitare un piano per venirne fuori...
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