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L'ispettore sapeva che non sarebbe bastato suonare il campanello come si fa quando si va a trovare la zia. Qualunque loggia massonica adottava codici di riconoscimento ben precisi. Le ipotesi plausibili erano due, secondo quanto Cibotto aveva potuto ricostruire: due suonate brevi, una lunga, tre molto brevi, una breve, sette lunghe e infine una marcetta; oppure cinque suonate lunghe, un'unica suonata della durata di 3,2 secondi, tre colpetti di campanello, sei suonate brevi e di nuovo una lunga suonata da trattenere finchè non si fosse aperta la porta. Nel dubbio, l'ispettore Cibotto adottò la terza via: suonò il campanello e scappò.
Un vecchio dai capelli lunghi, armato con una baionetta e un fucile a canne mozze, si affacciò alla porta. Vide che non c'era nessuno e capì di essere stato preso in giro. Uscì agitando il pugno e gridando contro presunti giovinastri senz'arte né parte che si divertivano a disturbare a quell'ora, camminando dritto verso la porta d'uscita: "Ve lo faccio vedere io! Ai miei tempi a colpi di cinghia ve la insegnavano l'educazione!" Cibotto lo abbattè con il calcio della P38, lasciandolo a terra privo di conoscenza. Lo disarmò e per essere più tranquillo, lo trascinò in uno sgabuzzino, gli mise un sacchetto di plastica in testa e lo soffocò. "Nei film questi cattivi riescono sempre a liberarsi per dare l'allarme", commentò, rivolto ai lettori disgustati da cotanta durezza. Dal portone socchiuso giunse l'inconfondibile voce di Orlando Lupani: "Hubert! Lascia stare quei teppisti e vieni a chiudere la porta d'ingresso!". L'ispettore scivolò furtivo verso l'arco, su cui erano intarsiate frasi in alfabeto ogamico, zeppe di errori di sintassi.
Orlando Lupani dava le spalle all'ingresso e sfogliava una pila di carte. Cibotto sbattè violentemente il portone, creando una corrente d'aria che scombinò tutti i fogli sulla scrivania, spargendoli per la stanza. Il venerabile gran massone si voltò bestemmiando il dio Tugrurrz: "Hubert! Mani di merda!" Rimase impietrito, quando si accorse che davanti a lui non c'era il suo fedele braccio destro. "Hubert è cibo per i vermi, frazione umida da conferire al separatore - rispose Cibotto alla domanda che aleggiava sulla testa di Lupani - Vi raccomando di separare gli abiti, da destinare agli appositi contenitori della Humana e di donare gli organi a chi ne ha più bisogno".
"Sono tre puntate che blaterate - intervenne a quel punto un lettore - Di questo passo risolverai il giallo tra un millennio!" L'ispettore Cibotto lo fulminò con un colpò di rivoltella allo stomaco. "Sono qui per avere delle risposte, signor Lupani - disse, soffiando sulla canna fumante della pistola - E tu me le darai, con le buone o con le cattive". A questo punto entra in scena una squadra di ventisei ninja armati di nunchaku e spade laser, che Cibotto sgomina in una scena troppo lunga per raccontarvi tutto, ma finisce con i suddetti impilati l'uno sull'altro, privi di vita. Quanto basta per convincere il capo della massoneria a parlare: "Parla - disse Lupani - Cosa vuoi sapere da me?"
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