"Abbiamo varcato una soglia da cui non c'è ritorno. E ora per l'insolenza di pochi pagheremo tutti". Con la voce rotta dai singhiozzi e tenendosi la testa tra le mani, il vicesindaco Graziano Azzalin ha confessato alla stampa locale la verità sulle grandi opere a Rovigo: è tutto fermo!
Il nuovo corso del Popolo, il restyling del castello medievale, i giardini dell'ex ospedale Maddalena, l'area dell'ospedale vecchio, Palazzo Angeli, il recupero di piazzale Di Vittorio e via dicendo. E non per inerzia degli operai, nè per lentezze burocratiche, nè tanto meno per l'ostruzionismo dell'opposizione. "Abbiamo attirato un'antica maledizione sulla città, profanando una tomba che doveva rimanere segreta per almeno cinquemila anni. Ora siamo condannati a rimanere imprigionati in un limbo in cui il tempo si è bloccato". Fermato prima che si gettasse fuori dalla finestra e riportato alla ragione a suon di ceffoni, Azzalin ha spiegato tutta la storia con ordine: durante gli scavi nell'area del castello, un operaio di nome Wanda ha rinvenuto l'ingresso di una piccola costruzione sotterranea in muratura. Penetrati all'interno per curiosare, gli operai, accompagnati da alcune guide di Turismo e Cultura, hanno trovato un catafalco funebre ricoperto di polvere e ragnatele vecchie di secoli.
"Un'incredibile scoperta, che avremmo divulgato se non avessimo appreso altre informazioni che ci hanno sbigottiti". In un rotolo di pergamena stretto tra le braccia della salma rinsecchita sepolta nella tomba, un operaio laureato in filologia romanza ha potuto decifrare un inquietante messaggio: un'incredibile maledizione avrebbe colpito chiunque avesse osato profanare quel segreto così ben celato. Ma di chi era in realtà quella tomba? Chiamato sul posto, il conduttore di Voyager, Roberto Giacobbo, ha presto dipanato la matassa: "Trattasi del corpo di Vadino Vivaldi, navigatore genovese, partito con il fratello Ugolino per raggiungere le Indie da occidente nel 1291 - racconta, con l'ausilio di diapositive Powerpoint - Entrambi sparirono nel nulla assieme ai loro equipaggi durante quella pionieristica avventura lungo le coste dell'Africa. Ah, che bei tempi! Qualcuno dice che affondarono al largo del Marocco, altri che sbarcarono in Etiopia, nel regno di Prete Gianni, dove furono fatti prigionieri. Ma ci sono altre leggende, leggende oscure che narrano di un ritorno in Italia di Vadino, custode di un segreto ben celato sulla sorte del fratello". Insomma, per farla breve, Vadino avrebbe ottenuto rifugio presso qualche nobiluomo locale negli ultimi anni della sua vita, portando letteralmente nella tomba il segreto su quella misteriosa spedizione e sulla scomparsa del fratello. Nella catacomba, oltre a varie pergamene ammuffite, è stato trovato un corpo ben conservato di chupacabras e zanne di mammut lanoso della Siberia.
"Ma chissenefrega del mammut! - dice Azzalin - Quel che conta è che aprendo quella tomba abbiamo scatenato la maledizione di Vadino! Quel maledetto barcarolo genovese da quattro soldi aveva promesso che chiunque avesse osato visitare la sua tomba sarebbe incappato nella maledizione delle imprese incompiute: è il motivo per cui ogni volta che fisso una scadenza per inaugurare un'opera pubblica mi tocca rimandare. Mi sono ridotto a tagliare il nastro di una pista ciclabile che non è ancora finita! E per giunta sono sei mesi che rimando la mia festa di compleanno, porca madosca!" In breve gli operai si sono stufati: "Lavoriamo di muletto e piccone tutto il giorno, e la mattina successiva i lavori sono di nuovo al palo. Di questo passo il primo stralcio di corso del Popolo lo finiremo nel 2056!" L'opposizione ha accolto la notizia con compassato distacco: "Ah! Ah! Che idioti!", ha gridato giubilando il leader Andrea Bimbatti, affettando una porchetta gigante in piazza, per festeggiare assieme ai cittadini".
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