L'arresto del trafficante di armi Anastasio Berisha, noto nell'ambiente eversivo come "Compagno Minnie", fa scalpore anche all'altro capo del globo, nella pacifica e serena Repubblica Popolare Democratica della Corea del Nord.
Proprio dal paradiso del socialismo giunge forte la voce del caro leader Kim Jong Il, che ieri ha organizzato un immenso arirang in onore del compagno Minnie, a cui ha partecipato in prima persona, indossando simboliche orecchie da topo (nella foto, un momento saliente della manifestazione). Secondo gli esperti di geopolitica, Kim Jong Il in questo modo avrebbe voluto mandare indirettamente un messaggio ai rapitori di Cicciuzzo Sconciaforni, per offrire una possibile mediazione. Il leader della Corea del Nord, si dice, sarebbe favorevole alla liberazione del pornodivo polesano, di cui è un grande ammiratore, ma non può permettersi di spendere parole in favore del rappresentante di una coalizione di centrodestra (Cicciuzzo, infatti, era candidato per il Pdl a fianco di Federica Zarri per le prossime elezioni provinciali). Con questo messaggio, che esalta come sempre le doti diplomatiche del Caro Leader, si sarebbe messo a disposizione senza clamori, per aprire un canale di comunicazione con i brigatisti che tengono in ostaggio Cicciuzzo.
Intanto, dopo l'intervento del presidente azero Ilham Aliyev, anche quello iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha lanciato un messaggio in favore di Cicciuzzo Sconciaforni: "Ci siano incontrati l'anno scorso qui a Teheran - rivela - In realtà tutto è cominciato con il suo arresto, dopo che era stato beccato a fornicare con altri due uomini in un hotel del centro. Inizialmente si era deciso di impiccarli tutti e tre come i froci che sono. Ma nessuna gru era in grado di reggere la mole di Cicciuzzo. Si è provato a lapidarlo, ma nessun uomo sarebbe stato in grado di scavare una buca abbastanza grande per infilarci quel ciccione. Insomma, alla fine ci siamo arresi: abbiamo impiccato quei due recchioni dei suoi compagni di letto e io personalmente l'ho graziato. E' venuto a ringraziarmi di persona del mio gesto magnanimo e da lì è nata una splendida amicizia, anche se non avrebbe più potuto mettere piede a Teheran. Chiedo dunque ai brigatisti che lo hanno rapito di mostrare nei suoi confronti la stessa clemenza che ho mostrato io e di concentrare i vostri sforzi nella lotta all'imperialismo americano che opprime anche la vostra bella terra".
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