lunedì 6 aprile 2009

Costato ribatte punto per punto

Non s'è fatta attendere la reazione dell'ex presidente polesano degli industriali, Antonio Costato, fautore della Linea Rossa e autore della prima Rivoluzione Culturale a Rovigo, poi sconfitta dalle forze reazionarie della massoneria e dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Costato ribatte al rivale Fabrizio Rossi, che da sempre persegue la Linea Nera per l'attuazione del Socialismo in Polesine, e al suo supporter Pierantonio Macola. Sarà la storia a decidere chi dei due aveva ragione. Noi intanto pubblichiamo.

Il compagno Rossi e gli altri compagni come Macola vogliono ostinatamente continuare il dibattito pubblico. Ebbene dunque, continuiamolo. Nel presente articolo di risposta ai loro continui attacchi contro di noi, noi faremo un’analisi e una critica più dettagliate delle posizioni sbagliate assunte da Rossi e dagli altri compagni nel corso di un certo numero di anni. Quando Rossi e gli altri compagni avranno letto la nostra risposta, vedremo che atteggiamento prenderanno: se diranno ancora che ci “manca spesso la chiarezza esplicita”, che siamo “molto astratti e formali” e ci “manca il senso delle cose reali”, che non siamo “esattamente informati” sulla situazione in Polesine e sul lavoro intrapreso dalla nuova leadership di Unindustria, che stiamo commettendo una “spudorata falsificazione” delle posizioni di Unindustria Rovigo e che siamo “dogmatici e settari che nascondono il loro opportunismo dietro un frasario ultrarivoluzionario”. Aspetteremo e vedremo.
In breve, non va bene che certe persone si comportino come il prefetto che ordinò di bruciare le case del popolo mentre al popolo proibiva persino di accendere una lampada. Da tempo immemorabile, la gente non ha mai approvato una tale ingiustizia. Per di più, le divergenze tra noi comunisti possono essere appianate solo esponendo i fatti e discutendoli razionalmente e mai adottando l’atteggiamento dei padroni verso i loro servi. I proletari e i comunisti di tutti i paesi
devono unirsi, ma essi possono essere uniti solo sulla base della Dichiarazione di fondazione di Unindustria stesa da me col compagno Belloni, sulla base dell’esposizione e della discussione razionale dei fatti, sulla base di consultazioni su un piano di parità e reciprocità e sulla base del marxismo-leninismo. Se si tratta di padroni che agitano la bacchetta sopra le teste dei servi, scandendo: “Unita! Unità!”, allora ciò che si vuol realmente dire è: “Scissione! Scissione!”. I proletari di tutto il Polesine non accetteranno tale scissionismo. Ciò che vogliamo è l’unità e non permetteremo mai che un pugno di persone continuino le loro attività scissioniste.
E poi ci tocchiamo i coglioni di fronte alla prospettiva che la “vecchia guardia dei pionieri e dei fondatori” possa andare “a raggiungere i Maestri nelle rosse praterie”. Una posizione che, oltretutto, denota una deformazione idealistica e una propensione a perdersi dietro a vacuità metafisiche.
Come risultato della sfida che i revisionisti moderni hanno lanciato ai marxisti-leninisti, si sta ora sviluppando nel movimento comunista un ampio dibattito su questioni di teoria, linea fondamentale e politica. Questo dibattito ha un nesso vitale con il successo o il fallimento dell’intera causa del proletariato e del popolo lavoratore e con il destino dell’umanità.
La storia dello sviluppo del marxismo-leninismo è una storia di lotta contro le correnti ideologiche borghesi sia di destra sia “di sinistra”. Il dovere dei marxisti-leninisti è di fare come Marx, Engels, Lenin e Stalin: non eludere la sfida lanciata da qualsiasi corrente ideologica borghese, ma infrangere in ogni momento gli attacchi nei campi della teoria, della linea fondamentale e della politica e indicare al proletariato, alle nazioni e ai popoli oppressi la via giusta, nelle loro lotte, per la vittoria.
Specie in momenti difficile come l’attuale, segnato dal rapimento di Cicciuzzo Sconciaforni da parte delle sedicenti Br – Pcc.

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