mercoledì 5 novembre 2008

Saccardin: "Il mio maestro Pitirim Sorokin"

Cosa farà Federico Saccardin dopo la scadenza del proprio mandato? Glielo abbiamo chiesto di persona, scoprendo come sempre incredibili verità. "Come sapete, ho terminato da non molto di diffondere la mia autobiografia dal titolo Non ho ancora deciso il titolo - ci racconta, facendoci accomodare - Ma già da diversi mesi, tra una riunione dell'Ente Parco e un consiglio provinciale, mi sto dedicando a mettere insieme un libro che voglio dedicare al mio maestro assoluto, il filosofo russo Pitirim A. Sorokin (nella foto), che ebbi la fortuna di conoscere quand'ero ragazzino, poco prima che morisse. Un grande pensatore: posso dire che quanto lui fu influenzato da Vladimir S. Solov'év o da Pavel A. Florenskij, tanto io fui ispirato dal teorico della coincidentia oppositorum. La forza di Sorokin è di avere intuito un principio filosofico che descriveva alla perfezione il mondo bipolare creato dalla Guerra Fredda e offriva una bussola per trovare una via d'uscita". Il Saccardin-pensiero sarebbe dunque pesantemente influenzato dalla "coincidentia oppositorum", forse anche più che dalle sue radici familiari che intrecciavano il nazionalismo arabo e la fede mazdeista. "E' ciò che ho detto - ribatte il presidente della Provincia uscente - Secondo Sorokin, le diversità liberamente si incontrano, creando un'unità dinamica sempre pronta a generare altre differenze, che tendono a comporsi in un'unità ancor più ricca e dinamica. Non si tratta di un processo dialettico in cui l'io viene depotenziato a mero momento della ragione del tutto e della ragione del mondo che si autorealizzano, ma di un processo ontologico che, attraverso una nuova gneoseologia, si realizza nella storia mediante l'uomo. Uomo che è una unitas multiplex, data dalla sua struttura ontologica. Insomma, la realtà è una e molteplice e in essa si realizza l'unità degli opposti".
Senza questi principi cardine, sarebbe riuscito a guidare una giunta provinciale composta da alleati al pari come Brusco e la Virgili, Chinaglia e Nonnato? "Certo che no, proprio l'accettazione della complessità, della coincidenza degli opposti, dell'unitotalità mi ha consentito di produrre una sintesi che fosse al tempo stesso espressione di differenze inconciliabili". E questo libro? "Devo ancora decidere come lo intitolerò - ride Saccardin - Ma sarà un mix tra l'analisi del pensiero di Sorokin e la sua biografia, l'aneddoto del nostro incontro, il mio vissuto e la mia filosofia. Sarà una sorta di volumone di 900 pagine, godibile come un romanzo. Un regalo ideale da fare alla fidanzata per il prossimo Natale".

1 commento:

La Ghenga ha detto...

Post Scriptum

Durante la cordiale intervista, ho chiesto a Saccardin cosa ne pensasse della centrale a olio di colza all'Interporto e dell'alterco in materia di ricorso al Tar che ha coinvolto lui, l'assessore Chinaglia, il rifondarolo Matteo Masin, il dimissionario Gianni Nonnato e una squadra di baseball finlandese.
Dapprima Saccardin ha reagito lanciando dalla finestra chiusa un vaso Ming (circa XVII secolo). Dopodichè ha recuperato un contegno istituzionale e rilasciato una chiara dichiarazione: "Guarda, Monello Vianello, sulla centrale a olio di colza lo sai benissimo che mi sono sempre espresso a chiare parole. Lo ribadisco: è un ottimo progetto che però potrebbe essere un cattivo progetto se fosse collocato nel posto sbagliato, anzichè nel posto giusto. Se così non fosse sarebbe un progetto così così sulla cui collocazione andrebbe coinvolta la pluralità delle forze interessate".
Parole incise a fuoco nella Storia, che si spera mettano fine all'infinita telenovela delle critiche al bravo geometra di via Celio.