lunedì 22 dicembre 2008

"Io so chi ha ucciso Vianello Monello"

Attenzione!!! Questo post è del tutto inattendibile come la totalità del materiale contenuto nel blog che altro non è se non uno sfogo creativo, voluto da alcuni psichiatri democratici per i propri pazienti nel trentesimo della legge Basaglia. Non induca sospetti il fatto che Monello Vianello sia partito ieri per una località ignota e il testo sia stato pubblicato da una scimmia ammaestrata della redazione di questo blog, corrotta con un casco di banane da un sedicente venditore di enciclopedie informatiche appartenente al movimento raeliano e, in passato, chierichetto per diversi sacerdoti cattolici integristi. L’uomo, noto per la passione sfegatata per il Rosso Antico, si sarebbe qualificato successivamente come la reincarnazione di Charles Aznavour.

“Ho deciso: vuoto il sacco. L’omicidio dell'originale Vianello Monello fu commissionato da Monello Vianello per riparare sé stesso dallo scandalo per l’assunzione clientelare del figlio Tornello Vianello (nella foto) in una pubblica amministrazione, grazie ai buoni offici del ministro Renato Brunetta”.
E’ destinato a essere ricordato come l’uomo delle sorprendenti rivelazioni Gaetano Gerulaitis, l’agente segreto già conosciuto come Carmelo Johansson assurto agli onori della cronaca per avere svelato il terzo ritorno in vita di Vianello Monello e la verità sul caso Attila Coretti. “Dopo essermi buttato nel crack non mi resta più molto da vivere – sottolinea l’agente Gerulaitis – quindi posso parlare a ruota libera, incurante delle ritorsioni dei potenti. Tornello Vianello è sempre stato un ragazzo irrequieto, poco disposto a studiare e lavorare, con una condotta di vita che ha provocato più di una preoccupazione a Monello Vianello. Dopo il divorzio dalla moglie Titti Vitti, fuggita con un mangiatore di fuoco armeno di origine ma residente a Peschiera Borromeo, Monello Vianello si è trovato da solo a seguire il giovane che si rendeva sempre più spesso protagonista di intemperanze e comportamenti fuori dai protocolli. Come quella volta che uscì un sabato sera con la Leblanc Mirabeau di famiglia vestito in giacca e cravatta come suo solito, salvo poi intrufolarsi vestito da avanzo di balera in una discoteca romagnola a toccare il culo alle anziane e a sfasciare i portaliquori. O l’abitudine di familiarizzare con i vetusti scaldapoltrone ammuffiti, svelando loro come la sua famiglia intendeva fronteggiarli per disarcionarli. O ancora il periodo in cui fece il volontario alla mensa Ozanam solo per il gusto di addizionare col guttalax gli alimenti destinati ai poveri".
Fu allora, secondo Johansson, che Monello Vianello, esasperato, decise di contattare il vecchio amico Renato Brunetta conosciuto all’università di Venezia. I due avevano stretto amicizia attraverso Gajo Barfowksij condividendo passioni quali le confraternite goliardiche, il burraco, i nani da giardino, la fustigazione dei pubblici amministratori. Brunetta, di fronte alla triste vicenda del fraterno amico, decise uno strappo alla regola e fece così assumere Tornello Vianello come
usciere al Comune di Rocca Cannuccia, guidato dal suo ex vicino di casa Teomondo Scrofalo”. Ma quello che sembrava un delitto perfetto, invece, non lo era. “Vianello Monello si è subito insospettito vedendo che quel perfetto idiota di suo nipote aveva trovato lavoro, per di più in un ente locale - prosegue il racconto -. Con una serie di intercettazioni ambientali e divinando il bilancio del Consvipo, come gli aruspici le interiora dei piccioni, trovò la quadra e successivamente le prove. Inviperito per l’onta di un’assunzione clientelare nella propria famiglia, decise di spiattellare tutto. A fregarlo fu l’abitudine di parlare a voce alta nel sonno. Lo sentirono così tutti i vicini, compreso Monello Vianello che decise di assoldare killer senza scrupoli per eliminare il gemello. La scena del delitto fu organizzata abilmente e, per costruirsi un alibi, Monello Vianello finse di essere morto lui prima di far emergere la morte di Vianello Monello”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' proprio un bell'uomo tuo figlio!