Un intero reggimento Gurka per la liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni. E’ questo lo scioccante progetto annunciato da Guglielmo Brusco nell’ufficializzare la propria candidatura alla presidenza della Provincia. La notizia arriva a poche ore dalla conferma del fallimento della seconda missione di liberazione di Cicciuzzo, i cui componenti sono scomparsi in queste ultime ore.
“L’intervento sarà reso possibile dalla mia amicizia con il Compagno Prachanda – spiega il portacolori della lista unitaria tra Pdci, Prc, Sd – il presidente del Nepal, infatti, si è fatto portavoce presso il governo britannico della mia istanza che, così, ha subito messo a disposizione una squadra dell’agguerrito reggimento di fanteria reclutato, come tutti sappiamo, nella repubblica himalaiana di cui sono stato ministro della Sanità. Gli investigatori stanno brancolando nel buio e non riescono a individuare il covo brigatista. Sono certo che questi soldati nepalesi, notoriamente tra i più coraggiosi al mondo, riusciranno presto a restituire il buon Cicciuzzo ai suoi cari”.
I militari giungeranno via nave e attraccheranno all’Interporto, pur tra le contestazioni dell’ormai ex presidente Giuseppe Fini che ha inviato un telegramma dal pianeta Chulak dove oggi vive: “Non capisco perché dobbiamo importare tutti questi Gurka. Vogliamo forse vestire le nostre donne come nell’Afghanistan dei talebani?”.
Piccata la reazione ufficiale del Pdl, affidata a Luca Bellotti che, reduce da una partita a trionfo con Vittorio Sgarbi, dichiara: “Tutti sanno che sono affezionato a Brusco, tanto che ero pronto a fargli da testimone al matrimonio con Adriano Marcolongo – sottolinea il parlamentare – ma credo che qui il caro Mino stia utilizzando il dramma di Cicciuzzo Sconciaforni in chiave elettoralistica. Temo che i Gurka, infatti, verranno usati per portare voti al blocco comunista. Un’operazione, dunque, non dissimile da quella congegnata da Beppe Osti con Kim Jong Il che, come ricordiamo, porterà un milione di coreani a trasferirsi in Polesine per ottenere la cittadinanza italiana entro le elezione”.
Perplesso Antonello Contiero, segretario della Lega Nord e componente di spicco della Giunta rivoluzionaria maoista di Antonio Costato, che prendendo un Aulin afferma: “Corpo di mille balene, mi viene il mal di testa! Da un lato sono incazzato perché arrivano migliaia di immigrati nella mia terra. Dall’altro gioisco perché affluiscono migliaia di compagni forgiati nel fuoco di esperienze rivoluzionarie. Dentro di me sto vivendo lo scontro tra una linea rossa e una linea nera. Ha ragione il compagno Costato quando dice che per trasformare il mondo dobbiamo trasformare noi stessi”.
Tiziana Virgili, candidata del Pd a Palazzo Celio, ha annunciato per parte propria un’operazione di contenimento. “Sto facendo preparare per precauzione tre milioni di targhe d’ottone. Premierò personalmente ciascun amico coreano e nepalese con tanto di foto di rito. In questo modo terrò tutti impegnati nella premiazione all’Interporto fino a dopo il voto. Per il vettovagliamento ho già ottenuto l’appoggio degli amici di Slow Food che prepareranno prelibatezze locali innaffiate da abbondanti libagioni di Happy Hope. Ne abbiamo in abbondanza. E se non fosse sufficiente Gino Spinello ha detto che provvederà a recuperare del Fi.Ga che avrà pure un nome sconveniente ma è sempre analcolico”.
2 commenti:
Merita ammirazione l'impegno del compagno Brusco per salvare Cicciuzzo. Risulta ammirevole la richiesta di un battaglione di Gurka da parte di uno che aspira da sempre a fare il Gunga-din del PD.
Sarà felice anche il neosanzionato dal Comune di Rovigo Fabio Raule che ha promesso di dona un quinto del suo stipendio ai dirigenti comunali in segno di contrizione e di offrirsi come guida sul territorio ai Gurka.
Sue queste parole: "Per Cicciuzzo e Brusco questo ed altronon stiamo qui a sindacare..."
La Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord) diventerà nei prossimi anni il più importante centro per il commercio nel nord-est asiatico. Le Regioni Industriali Speciali di Kaesong (istituita nel 2002) e di Rajin-Sonbong (Rason, istituita negli anni ’80 e “riformata” nel 2002) sono state create espressamente per gli investitori esteri.
Ecco alcune caratteristiche di interesse per investirvi:
-Bassi costi di produzione, dovuti alla particolare filiera produttiva e distributiva del Paese, centralizzata, ed alla ricca presenza di materie prime.
-Alta specializzazione tecnica dei lavoratori, che si riflette nella qualità del prodotto e nelle continue innovazioni tecnologiche. La Corea del Nord ha un altissimo tasso di alfabetizzazione (99%, uno dei più alti al mondo) ed investe molto nella ricerca.
-Tassazione conveniente, soprattutto per aziende di alta tecnologia: “Lo Stato incoraggia particolarmente gli investimenti nei settori che introducono tecnologie moderne inclusi l’alta tecnologia, i settori di produzione di beni competitivi a livello internazionale, i settori per lo sviluppo delle risorse naturali e la costruzione di infrastrutture, ed i settori della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico” (Art. 7 della LEGGE DELLA REPUBBLICA POPOLARE DEMOCRATICA DI COREA SUGLI INVESTIMENTI STRANIERI).
-Trattative dirette con le aziende che sono di proprietà dello Stato. La partecipazione alle nostre delegazioni consente trattative ad alto livello, nonché la conoscenza diretta del Paese.
-Stabilità politica, ed un sistema complessivo senza corruzione.
-Piene relazioni diplomatiche: la RPD di Corea, spesso accusata di “isolamento”, ha invece rapporti diplomatici con oltre 160 paesi. L’Italia è stato il primo paese tra i “G7” a stabilire rapporti diplomatici normali con la RPDC, nel 2000.
-Nuovo mercato: la RPDC è un mercato pressoché vergine: inoltre c’è la possibilità di fornire merci a regime di esclusività in accordo con lo Stato.
-Lavoro legale e trasparente: procedure legali, diritti intellettuali, brevetti e garanzie per gli investitori sono pienamente tutelati grazie a delle norme specifiche. La RPDC ha infatti preso parte all’Accordo di Madrid (1980) e ha sottoscritto il Protocollo di Madrid del 1996.
Per queste ragioni, già molte aziende hanno deciso di investire in Corea: non è un caso che le nostre visite d’affari organizzate fino ad ora hanno riscosso tutte un grande successo, e si sono concluse per il 70% dei partecipanti con la chiusura di contratti di collaborazione o con la creazione di joint venture.
Posta un commento