domenica 26 dicembre 2010

Storia di Rovigo in bustine

La Rotonda prima del restyling
Neanche a Santo Stefano ci riposiamo. Ieri sera abbiamo raggiunto la nostra collaboratrice Ivana Fracchia all'ospizio per anziani in cui dimora, per farci dettare il nuovo capitolo della rubrica dedicata alla storia di Rovigo, direttamente dal letto di morte. Ivana infatti è in sciopero della fame per protesta contro il riscaldamento chiuso da un mese su richiesta del direttore, che deve risparmiare risorse per comprare la Mercedes a suo figlio. Ma questa è un'altra storia. Ecco dunque la terza puntata.


Il tempio della Rotonda
Costruito da rivoluzionari zapatisti all'inizio del Novecento, sulle rovine di un altare fenicio, il tempio della Rotonda fu concepito inizialmente come punto di osservazione del prospiciente parcheggio. Nei primi decenni di diffusione dell'automobile, infatti, circolavano a Rovigo solo due modelli: la Lancia Appia e la Autobianchi Bianchina Panoramica. Di conseguenza gli automobilisti facevano molta fatica a distinguere la propria auto in mezzo alle altre nel parcheggio e per marcarla tracciavano dei segni sul tettuccio. Salire sul campanile, realizzato nell'8 d.C. da Baldassare Longhena scolpendo un enorme meteorite precipitato al suolo nel Permiano e da lì mai rimosso, costituiva dunque l'unico modo per individuare rapidamente il proprio mezzo.
In seguito la chiesa della Rotonda divenne il monumento simbolo di Rovigo, specie dopo la pestilenza del 1988, che ridusse di un decimo la popolazione della città. Molti malati si rifugiarono nel tempio della vergine per chiedere la grazia, ovviamente senza ottenere alcunchè, visto che si appellavano a un personaggio di fantasia. Le spoglie degli appestati sono tuttora raccolte nell'ossario costruito sotto la cripta della chiesa nel 1997 e mostrate ai bambini per fargli paura. Pochi sanno che fino al 1990 la Rotonda apparteneva di fatto alla Germania dell'Est, in seguito ad un accordo del 1962 tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Dopo lunghe trattative in seguito alla riunificazione di Berlino, il tempio ritorna di proprietà del Demanio di Stato, per poi essere acquistato a un'asta pubblica dal commendatore Califfone Rizzato, eccentrico anticlericale rodigino, che la fa decorare con gli affreschi e i fronzoli barocchi tuttora visibili.
Nel 2000 iniziano i lavori per rifare il piazzale antistante la Rotonda, ripristinando l'aspetto che esso aveva ai tempi dell'Impero Romano, quando qui passava la via Tazia, un percorso commerciale che congiungeva Ro Ferrarese con Bucarest. Durante gli scavi gli operai devono fermarsi più volte, in seguito a numerosi ritrovamenti di pregio: vasellame e monete di epoca romana, manufatti di ambra del Baltico, colonne con capitelli corinzi di un tempo indù, sepolture maya e un'intera collezione delle tartallegre splendidamente conservata. A lavori terminati, l'ampio parcheggio sterrato che una volta ospitava 120 posti auto, oggi è in grado di accogliere oltre 500 automobili, grazie ad un abile disegno architettonico e soprattutto all'intuizione di utilizzare la Rotonda come parcheggio coperto su due piani.

mercoledì 22 dicembre 2010

Babbo Natale: "Niente doni agli studenti cattivi!"

Niente regali di Natale ai ragazzi che hanno lanciato sassi contro le forze dell'ordine durante le manifestazioni contro il Governo italiano.
Lo annuncia Babbo Natale, in una lettera ai giornali, che certamente farà discutere: "Scrivo ai ragazzi che stanno occupando le università, che stanno manifestando nelle strade d'Italia. Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita, pacifici, democratici, pieni di vita - esordisce l'anziano benefattore artico - Mi si dirà: e la rabbia dove la metti? Beh quella rabbia, quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tiene desto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie, scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tirati indietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con una sassaiola la loro rabbia, che vanno in giro a distruggere la città coperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolando quando vengono fermati, quegli idioti non hanno nulla a che fare con le migliaia di ragazzi perbene che hanno manifestato pacificamente. A questi stupidi io lo dico chiaro e tondo: sotto l'albero non troverete un bel niente e per la Befana, se vi va bene, vi spetta solo carbone".
Una presa di posizione netta, quella di Babbo Natale, che ha scelto di esprimersi pubblicamente perchè, dice, "i ragazzi perbene devono rifiutare i vecchi slogan, i soliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchie canzoni, vecchie direttive che ancora chiamano "parole d'ordine". Eppoi, perdiana, non si può rinunciare al rispetto per le istituzioni e per le forze dell'ordine preposte alla tutela delle istituzioni. Basta con questi autonomi del piffero che vanno in piazza a urlare e lanciare uova. Ridurre tutto a scontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazioni e così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro vengano raccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre e lacrimogeni". (©2010 /Agenzia Santaclaus)
Di tutt'altro avviso la Befana, che sta già preparando ben altra lista dei buoni e dei cattivi in vista del 6 gennaio: "Sono una povera vecchina vestita di stracci e sto con questa generazione di diseredati - commenta -. Babbo Natale è ormai diventato una ciofeca perbenista. Io dico che è più violento istituire il precariato di massa che tirare una sassata contro un bancomat e che se devo scegliere preferisco portare un regalo a un teppista che a un banchiere del cazzo. Prima di entrare in clandestinità, lancio un avvertimento ai nostri governanti, ai baroni della Confindustria e agli amministratori delegati che intascano milioni per fare fallire le aziende di Stato: nella vostra calza quest'anno ci cago dentro".

domenica 19 dicembre 2010

Storia di Rovigo in bustine

Il castello di Rovigo nel '700
Dopo il successo della prima puntata, la nostra collaboratrice Ivana Fracchia torna a raccontare le vicende storiche del capoluogo polesano in questa bella rubrica domenicale. L'approfondimento di oggi è dedicato ad una delle costruzioni più suggestive dello skyline rodigino, l'antico castello medievale, vero scrigno di segreti e misteri ancora da svelare.

Il castello di Rovigo
Le prime testimonianze di questa imponente costruzione si trovano in una bolla papale del 1054, in cui si narra di come Goffredo di Palermo, mercenario al soldo del papato, viene esiliato nella terra tra i due fiumi, dopo avere causato la sconfitta di San Paolo di Civitate contro i normanni. Goffredo, in tale episodio, aveva condotto per errore il proprio reggimento a Gallipoli e lì si era posto in attesa delle truppe, che in realtà si trovavano 350 chilometri più a nord. C'è chi sostiene che Goffredo, in realtà, avesse deviato verso Gallipoli per un convegno amoroso con un marinaio ungherese. Fatto sta che, lasciando sguarnito il fianco delle truppe di Rodolfo di Benevento. Ciò provocò la sanguinosa sconfitta sulle rive del Fortore del settimo cavalleria guidato dal luogotenente George Armstrong Custer. In seguito alla liberazione, Leone IX intimò a Goffredo di emigrare a nord e non mettere più piede a sud del Po.
La corte di Goffredo si stabilì quindi lungo le rive dell'attuale Adigetto e qui fondò il borgo fortificato di Rùig, poi via via ribattezzata Rowig, poi Rovigo, poi Rhodigium, poi di nuovo Rovigo. Il progetto iniziale del castello era molto simile a come lo vediamo oggi: due grandi torri e una muraglia di medie dimensioni a forma di U, con la parte frontale priva di fortificazioni. "Così si esalta la continuità con l'area antistante e il monumento a Matteotti - dichiarò allora il progettista Ottavio Passanin - E poi chi volete che venga a far guerra in questa zona paludosa dimenticata da Dio?" Il fato volle che appena l'anno dopo un esercito di guerrieri lapponi vestiti da Sikh aggredì la città e la mise a ferro e fuoco. Per fermare le violenze, Goffredo stipulò con loro un trattato di pace, concedendo lo stato del Punjab e le grazie di Passanin, che fu poi venduto come eunuco di corte a Baghdad.
In seguito alla prima guerra con i Sikh, gli eredi di Goffredo, Remolo e Ramolo Tschurtschenthaler, avviarono grandi opere di fortificazione, che furono pagate con i proventi del gioco del Lotto. Furono innalzate le mura, erette sedici nuove torri di guardia e scavato un ampio fossato tutto intorno al castello, riempito di coccodrilli e murene. Nei secoli successivi, intorno al castello crebbe il borgo abitato, che conobbe la sua massima fioritura nel Settecento. In questa epoca, mentre gli eredi dei Tschurtschenthaler erano ancora asserragliati nel fortino per paura di attacchi dei Sikh, il conte Natalino Bacchiega avvia una stagione di riforme e ammodernamenti in tutta la città, come la costruzione di Palazzo Gnan, poi demolito per fare posto a un parcheggio, e il santuario di Santa Fausta del Trono Celeste. Solo nell'Ottocento una spedizione napoleonica guidata da Gustave Fluoubert scopre che all'interno del castello erano ormai tutti morti. Nell'edificio centrale viene rinvenuto un barilotto con un biglietto "Maledetti Sikh, questo è per voi". Si tratta di una trappola esplosiva, che Fluoubert fa incautamente scattare. L'esplosione causa la morte di tutti i componenti della spedizione e riduce mezzo castello in macerie, danneggiando anche il monumento di Giacomo Matteotti, che verrà restaurato solo nel 1977. Lasciato nell'incuria per tutto il Novecento, il castello viene riportato agli antichi fasti solo nel 2010, quando l'amministrazione Merchiori lo riapre al pubblico e avvia i lavori per lo scavo di un nuovo fossato intorno al perimetro.

giovedì 16 dicembre 2010

Ecco cos'è successo a Roma!

"Il caos di Roma è stato causato da alcuni manifestanti che si sono infiltrati nelle forze dell'ordine". E' quanto si prepara a rivelare il ministro dell'Interno, Roberto Marroni, nella relazione al Parlamento sulle devastazioni avvenute nella capitale in seguito al voto di fiducia al governo Berlusconi.
Secondo l'accurata ricostruzione del Viminale, un gruppo  di almeno ottocento black bloc provenienti da Grecia, Germania e isole Isole Fær Øer sono arrivati nella capitale attraverso lunghissimi cunicoli sotterranei, "assai probabilmente - si legge nel dossier - la rete di gallerie del mondo sotterraneo di Agarthi". La Polizia ha già individuato i leader della rivolta, tra cui spiccherebbe un noto tesserato dell'Italia dei Valori, il cui identikit tra l'altro collima con quello dell'aggressore al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e con uno dei kamikaze dell'11 settembre. "Questi sovversivi si sono infiltrati nelle forze dell'ordine, bloccando con camionette le vie d'accesso al Parlamento, caricando indiscriminatamente e mazzolando i manifestanti per provocarne la reazione - spiega Marroni in un'intervista alla Padania -. Solo per miracolo non ci è scappato il morto, perchè i poliziotti per risparmiare pallottole si sono limitati a fare pum! con la bocca. Ora però dobbiamo trovare i mandanti morali di questa sciagura, che spero si dimettano dalla presidenza della Camera".
Il cerchio si stringe anche attorno al misterioso "devastatore con la pala", accusato in un primo tempo di essere un infiltrato, poi un minorenne, poi lo scrittore di culto Johnny Palomba, poi un finanziere travestito da manifestante, poi un manifestante travestito da finanziere travestito da manifestante al solo scopo di creare confusione. "Si tratta invece di uno studente scapestrato, che abbiamo già identificato - spiega il commissario Manganelli -. Non vi diciamo il nome perchè è minorenne e perchè oltretutto è ancora ricercato. Vi avevamo detto che l'avevamo arrestato? In effetti l'abbiamo arrestato, ma è evaso dalla prigione con l'aiuto di una squadriglia di incursori delle Brigate Rosse. Come mai non se n'è saputo nulla? Perchè è avvenuto un secondo fa. Me l'hanno appena comunicato medianicamente".
Intanto lo scrittore napoletano Roberto Saviano ha scritto una lettera agli studenti, pubblicata sul quotidiano La Repubblica, in cui condanna il comportamento di alcuni facinorosi: "Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato a Berlusconi, il mio editore". Intanto, Roma torna alla normalità. Dopo i vandali, la prossima settimana toccherà ai visigoti. "Lo spettacolo della città in fiamme ha fatto il giro del mondo - racconta il sindaco Gianni Alemanno - Molti tour operator ci hanno chiesto repliche a beneficio dei turisti che trascorreranno qui le vacanze di Natale. E' un modo come un altro per animare la città".

mercoledì 15 dicembre 2010

Il mio romanzo Pulp

Ogni scrittore ha un romanzo nel cassetto. Anche l'autore di questo blog, che ha in mente l'intera trama del suo complesso romanzo pulp parzialmente autobiografico e da 27 anni a questa parte nei ritagli di tempo abbozza i capitoli salienti. L'autore prevede che ci vorranno altri 52 anni per completare l'opera e che sarà suo figlio a consegnarla postuma all'editore. Ecco un'anticipazione dei capitoli realizzati fino ad oggi.

Capitolo 1
Zigbniev entra per la prima volta al Ministero della Guerra e dello Sterminio.

Capitolo 2
L'affare sembra fatto, ma irrompe sulla scena il presidente degli Stati Uniti, Monello Vianello.

Capitoli 33 e 34 (circa)
Dove si narra di come finì veramente quel famoso dittatore che tutti davano per morto.

Capitolo 8.992
Dove Pasok dice a Lefteris: "Sai a cosa stavo pensando?" e poi glielo dice.

Capitolo 8.993
Dove Jack n. 1 si sente molto male.

Capitolo 8.994
Dove la conferenza stampa dell'assessore Coleman è turbata dall'ingresso del giornalista zombi.

Capitolo 8.999
Dove si narra del curioso tentativo del bidello Aldo di avere un ruolo nel Romanzo Pulp.

Capitolo 9.000
Dove si narra di come Aldo trovi il suo ruolo, scopra l'amore e capisca tante cose della vita.

Postfazione
Dve capita che il mondo stia per finire e il Presidente italiano Silvio Berlusconi è davvero preoccupato.

The end
Dove ovviamente succede l'inaspettato e nemmeno Helga riesce a impedirlo.

Postfazione alla postfazione
Dove si narra la tragica fine di Monello Vianello al bar La Pina di Adria.

Prefazione alla seconda edizione
Dove seguiamo le conversazioni di Matteo con Lui a Villa San Martino.

Postfazione alla seconda edizione
E' praticamente il seguito della prefazione. Sempre con Matteo e Lui.

lunedì 13 dicembre 2010

Romanzo Pulp, Capitolo Seicentomila

"E' fatta! E' fatta!", gridavano i parlamentari di Futuro e Libertà, agitando le braccia verso l'alto e stappando bottiglie di spumante. "E' fatta! E' fatta!", berciavano pure gli onorevoli del Partito Democratico, lanciandosi giù dagli scranni del parlamento in una corsa disordinata ad abbracciarsi l'uno con l'altro. Gridavano tutti, gridavano perfino alcuni parlamentari del Pdl, che avevano votato la fiducia e poi all'improvviso avevano preso a gridare "Dimissioni! Dimissioni!" non appena l'imminente sconfitta aveva iniziato a profilarsi sempre più chiara all'orizzonte.
Gridavano di disperazione i fedeli del premier. Qualcuno cercava di raggiungerlo, forse per esprimergli l'ultima e coerente attestazione di stima, forse per asserragliarsi con lui in un'ostinata resistenza. Qualcuno fu colto da vero e proprio panico e tra questi fu il fedele Sandro Bondi a incontrare la sorte più tragica: sentendosi mancare, il ministro della Cultura fu pervaso da un moto di orgoglio e, invece di lasciarsi andare, si gettò a capo chino contro lo spigolo di uno scranno, compiendo un sanguinoso harakiri nell'indifferenza generale. Alcuni deputati, atterriti dalla fine politica del loro signore e maestro, iniziarono a fuggire, spargendo cartelline piene di fogli per tutta la sala, qualcuno inciampando sul corpo ancora rantolante del ministro Bondi, qualcuno calpestando senza ritegno la sua materia cerebrale che si stava sparpagliando sulla lussuosa pavimentazione. Ci fu perfino un onorevole, di cui tacciamo il nome, che vista la mal parata estrasse la pistola e iniziò a gridare scompostamente: "Fatemi uscire di qui! Fatemi uscire di qui o vi ammazzo tutti!"
Poi avvenne l'inimaginabile. Il premier, che fino ad allora era rimasto impassibile al proprio posto, fissando il caos esploso in sala, ebbe un sussulto quando vide irrompere nel salone una piccola folla. "Gli studenti hanno fatto irruzione in Parlamento", pensò qualcuno. Niente di tutto questo. Nell'arena calò il silenzio e in questo clima di sospensione avanzò, facendosi largo tra gli altri uomini appena entrati, un uomo basso, vestito male, con la barba incolta, il volto scavato. Camminava appoggiandosi a Gianni Letta e, benchè i suoi lineamenti fossero quasi trasfigurati dalle privazioni patite, nessuno, nemmeno i parlamentari dell'opposizione, riuscì a negare a sè stesso di avere riconosciuto quell'uomo. Era l'esatta copia di quel premier che pensavano di avere appena abbattuto. Per quanto potesse apparire incredibile, era lui.
"Mi hanno sequestrato per dieci anni", gridò. E corse incontro al suo doppio seduto sul trono del premier, che tentò invano di tirarsi indietro. Lo afferrò per una guancia e con uno strappo gli sfilò dal viso una maschera di gomma. "Mi hanno sequestrato per dieci anni - ansimò di nuovo l'uomo - E mi hanno sostituito con questo volgare impostore". Sotto la maschera, un omino qualunque guardava tutt'intorno con gli occhi atterriti di un ratto in trappola. L'uomo magro e con la barba incolta fissò tutti, con uno sguardo che mescolava rimprovero e fierezza. E tutti riconobbero in lui quel viso che avevano visto in Parlamento negli anni Novanta e mille volte in televisione. Poi si lasciò andare, esausto, e in molti accorsero a sorreggerlo e rimetterlo in piedi. "Come avete potuto scambiare questo imbroglione per me per tanti anni?", sussurrò il vero premier al suo fidato amico, Gianfranco. E questi iniziò a piangere e se lo strinse e singhiozzò: "Mi dispiace, mi dispiace, non potevo immaginare, ma adesso è tutto finito. Sei libero. Chiariremo le responsabilità. Chiuderemo i conti. Ripartiremo da capo, da amici". E così gli ex alleati, con Casini in testa che gridava: "Questo scempio deve essere indagato a fondo. Adesso è l'ora della responsabilità e della solidarietà". E infine Bersani, che inginocchiandosi vicino all'uomo, che per anni aveva creduto fosse un suo avversario, gli sussurrò dolcemente: "Ti hanno rubato quelli che potevano essere dieci anni di grande politica. Noi, no, non ti faremo mancare questa seconda occasione".

Romanzo Pulp: postfazione alla seconda edizione

ATTO I: E' la mattina del 5 novembre. Obama è il nuovo presidente Usa. Matteo e Lui fanno colazione a Villa San Martino. Fuori gli uccelli cinguettano.
MATTEO: Scusami (ero in bagno)
SB: Allora, come stai?
MATTEO: io bene. Tu?
SB: Tranquillo. Allora, prendiamo il caffè o il tè?
MATTEO: Tè
SB: Allora io vado via, tu ti leggi il giornale
MATTEO: Che prendo?
SB: C'è di tutto di più
MATTEO: E' dolcissimo sai. E poi la tisana era superdolce
SB: Ecco perchè non lo giro, perchè mi fregano con questo fatto
MATTEO: Il miele non è zucchero


ATTO II: Matteo e Lui finiscono di sorseggiare la colazione.
MATTEO: Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco
SB: Ma dai! Non è vero!
MATTEO: Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio
SB: Mi vuoi dare il cognome?
MATTEO: Si, è un cognome famoso. C'è una grossa concessionaria che fa pubblicità, un grosso dottore ginecologo.

ATTO III: Lui risponde al telefono. Poi torna a conversare.
MATTEO: Un giovane sarebbe già arrivato in un secondo. Sai, cioè, sarebbe arrivato...I giovani hanno un sacco di pressioni...
SB: Però se posso permettermi, il guaio secondo me è di famiglia
MATTEO: Quale?
SB: Avere l'orgasmo
MATTEO: Sai da quanto tempo non faccio sesso da come ho fatto con te stanotte? E' normale?
SB: Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da solo...Devi toccarti con una certa frequenza

ATTO IV: Finita la colazione, Lui mostra a Matteo le meraviglie della villa, mentre attendono una delegazione di sindaci da tutta Italia.
SB: Questo è l'ingresso della gelateria questa qua è la gelateria guarda che meraviglia questa è la gelateria con tutti i posti per i gelati
MATTEO: Ah, è il mio posto ideale ...
SB: Qua c'è... qua c'è la fabbrica dei gelati ...
MATTEO: E i gelati chi li fa?
(...)
SB: Questo è un altro lago ...
MATTEO: Con i cigni?
SB: Sì
MATTEO: ... con i cigni
SB: Sì, ma poi li tiriamo fuori perché vogliamo avere l'acqua pulita per fare il bagno...
SB: Questa è una balena fossilizzata
SB: Sotto qua abbiamo scoperto 30 tombe fenice ... del 300 avanti cristo
SB: Ecco, vedi, questi qua sono i meteoriti. Questi son quelli che mi ha regalato ... visti questi qua io sono andato in India ... questo qui è il labirinto .... che ti ho detto.

domenica 12 dicembre 2010

Storia di Rovigo in bustine

La collaboratrice Ivana Fracchia
I giovani di oggi non conoscono un sacco di cose importanti sulla città in cui vivono, mentre i piani regolatori cancellano di anno in anno le tracce palpabili della nostra storia. 
Tutti sanno che questo blog è nato per raccontare Rovigo e i suoi protagonisti e, se non fosse stato per una fastidiosa dermatite che ha colpito tutti i nostri collaboratori, decimandoli, avremmo continuato a lungo. Siamo lieti di annunciare, dunque, l'arrivo di una nuova collaboratrice, la signora Ivana Fracchia, che curerà per noi una rubrica domenicale sulla Rovigo dimenticata, in cambio di un'ombra di rosso e un panino con la mortadella. Vai con la prima puntata.

Rovigo e il suo fiume: l'Adigetto
Nei tempi antichi il capoluogo polesano era percorso da un vivace e pescoso corso d'acqua noto oggi come Adigetto, ma allora battezzato Flumen Rodrigi. Solo nella seconda metà dell'Ottocento l'Adigetto fu declassato a fiumiciattolo e allacciato con un canale artificiale all'Adige, di cui divenne un ramo secondario. Il corso d'acqua originale, infatti, era un vero e proprio fiume, che nasceva tra i monti del Wetterstein, nel nord Tirolo, e che sosteneva numerose comunità di pescatori e commercianti nell'area delle tre Venezie. Qui nel Medioevo si pescavano il trilobita, l'anaspide e il prognatodonte e si cacciava il Lagomorfo gigante della Frattesina, una specie di coniglio estinta negli anni Cinquanta a causa degli incidenti stradali. Attraverso l'Adigetto fin dal XVIII secolo a.C. i popoli del nord Europa raggiungevano le coste dell'Adriatico, dove scambiavano con i greci ambra, manufatti di legno di salice e betulla, nonchè la ricetta della paella alla Valenciana. In particolare gli Ermunduri si stabilirono in un piccolo centro commerciale chiamato Berlino, poi raso al suolo da una piena nel 937 d.C. I superstiti fondarono l'abitato di Ceregnano, ma solo quindici secoli dopo.
Negli anni Quaranta del ventesimo secolo, il sindaco di Rovigo, Walter Pajaro, decise di tombinare l'Adigetto per eliminare il traffico delle barche, che ogni domenica pomeriggio si accalcavano su e giù per le acque un tempo cristalline per la classica "vasca". Sulla questione l'allora assessore allo sport, Beppe Osti, propose un referendum popolare, che sancì la volontà di mantenere aperto il corso d'acqua, ma il comitato dei negozianti si oppose, sotenendo che non tombinare il fiume significava ammazzare il commercio in centro. Ormai comunque il danno era fatto, giacchè numerosi rodigini avevano già venduto il proprio natante per comprare un'automobile. L'Adigetto fu tombinato e divenne corso del Popolo, non senza qualche disagio. Essendosi il Comune dimenticato di prevedere un percorso alternativo, ben presto il corso d'acqua esondò, sommergendo San Pio X, che tornò all'età della pietra e così rimase fino agli Settanta, quando il fiume gradualmente scavò un nuovo alveo e le acque si ritirarono.

venerdì 10 dicembre 2010

Romanzo Pulp: prefazione alla seconda edizione

ATTO I: Matteo sta per entrare a villa San Martino. Chiede a un accompagnatore come si deve comportare con Lui.
UOMO: ... dietro sto. [...]
MATTEO: ma adesso facciamo un brunch? poi a che ora diciamo...di solito...
UOMO: ...non lo so io...perché...so che il presidente è un po' allegro..canta....dice qualche barzelletta
MATTEO: pure noi possiamo cantare?
UOMO: ...e si fa un po' più.. ... però...non c'è problema

ATTO II: Lui e Matteo sono all'interno della dimora di Lui. Discutono informalmente.
SB: questo l'ho disegnato io
MATTEO: l'hai fatto molto bene
SB: l'altra volta ce l'avevi?
MATTEO: Sì
SB: C'eri già l'altra volta?
MATTEO: Sì
SB: ma tu pensa... e questa? prendi
MATTEO: no questa no
SB: è la più bella
MATTEO: è bellissima questa
SB: prenditi questa la regali a qualcuno
MATTEO: no
SB: no, sarebbe uno spreco
MATTEO: anche questa l'hai disegnata tu?
SB: questa è una mia idea ma non l'ho disegnata io. ma guarda che roba...com'è fatta. questo è un mio amico che me l'ha fatta. che mi fa tutte le cose...io mi faccio una doccia anch'io... e poi, poi mi aspetti nel lettone se finisci prima tu?
MATTEO: quale lettone.. quello di Gheddafi?
SB: quello di Gheddafi
MATTEO: ah che carino..quello con le tende
(Sottofondo: canzone 1 'Gente magnifica gente' - Sal da Vinci - dal musical 'Scugnizzi'; canzone 2 'Zoccole zoccole' - Sal da Vinci - dal musical 'Scugnizzi').

ATTO III: E' il giorno successivo. Matteo telefona al suo portavoce.
MATTEO: Pronto buongiorno
PORTAVOCE: Buongiorno
MATTEO: Come stai?
PORTAVOCE: Bene
MATTEO: Non abbiamo chiuso occhio stanotte
PORTAVOCE: Eh immagino, come è andata?
MATTEO: Bene, niente busta però
PORTAVOCE: Veramente?
MATTEO: Giuro. Come mai? Tu mi avevi detto che c'era una busta. Mi ha fatto un regalino, non so, una tartarughina
PORTAVOCE: Uhm
MATTEO: E poi mi ha fatto una promessa
PORTAVOCE: Cioè?
MATTEO: Che..va beh te lo posso dire, tanto tu sei la guardia di tutto, mi ha detto che mi stanziava le risorse per la città, quelle che ha promesso in campagna elettorale, l'ha detto lui quindi ci devo credere?
PORTAVOCE: Si, e va beh se lo dice lui. Gli hai dato il tuo numero?
MATTEO: Si, gli ho dato il mio numero, l'ha voluto stamattina e ha detto che mi avrebbe aiutato sulla legge speciale
PORTAVOCE: E beh va beh oh
MATTEO: E poi ha detto che vuole rivedermi con un'amica perché..in due
PORTAVOCE: Senti ma come... a che ora sei tornato?
MATTEO: Adesso, adesso che ti sto chiamando
PORTAVOCE: Ma dove stai, in albergo già?
MATTEO: Si adesso
PORTAVOCE: ci vediamo per un caffè
MATTEO: Sì se vuoi noi siamo qui in albergo, non sappiamo nemmeno a che ora dobbiamo partire
PORTAVOCE: Amò ti ho mandato un messaggio ieri
MATTEO: Ah, c'era scritto l'orario che dobbiam partire? Siccome Barbara ha detto, appena sono arrivato ha detto 'Hai avito la busta, 5000 euro' ho detto no, io non ho preso proprio niente
PORTAVOCE: Ti volevo dire una cosa, di me ha detto qualcosa no?
MATTEO: Mah mi ha chiesto solo da quanto tempo ci conosciamo io e te, ho detto da tantissimo tempo, ho fatto bene?
PORTAVOCE: Bravo si
MATTEO: Ho detto che ci conosciamo da tanto tempo, Barbara è anche una mia amica ho detto, lui ha detto che ha una sua amica e vuole farmi leccare da una sua amica
PORTAVOCE: Ahahahah
MATTEO: Ti giuro, così mi ha detto. Molto affettuoso, tutta la notte non abbiamo dormito
PORTAVOCE: E' bravo comunque lui

ATTO IV: Subito dopo, Lui chiama Matteo. Commentano la serata, poi lui parte per Mosca
MATTEO: Pronto?
SB: Come stai questa mattina?
MATTEO: Come stai?
SB: Questa mattina
MATTEO: Bene
SB: Tutto bene?
MATTEO: Si..tu?
SB: Io si, ho lavorato tanto, questa mattina sono andato a inaugurare questa mostra, ho fatto un bellissimo discorso, con applauso e non sembravo stanco
MATTEO: Eh infatti come me, io non ho sonno non ho dormito, è andata via solo la mia voce
SB: Beh come mai? Non abbiamo gridato
MATTEO: Eh eppure non ho urlato, chissà perché è andata via la voce, sai perché? Perché ho fatto la doccia, 10 volte con l'acqua ghiacciata perché avevo caldo
SB: Va bene senti, tutto bene?
MATTEO: Si tutto bene
SB: Hanno consumato, io sto partendo adesso per Mosca
MATTEO: Va bene
SB: Ti chiamo domani quando torno eh?!
MATTEO: Ok, un bacione forte anche a te
SB: ciao
MATTEO: ciao

mercoledì 8 dicembre 2010

"Vabbè, allora mi candido per il centrodestra"

Il Partito Democratico non lo vuole più, mentre dal centrodestra si levano elogi alla sua persona e pernacchie al centrosinistra che lo scarica. Era dunque naturale che il sindaco in scadenza, Fausto Merchiori, si avvicinasse all'area che più gli ha riservato credito in questa difficile fine di mandato. Ce lo rivela in un'intervista esclusiva e piena di sorprese, curata dal nostro collaboratore Uther De Polzer.

Signor sindaco, commendatore, esimio, egregio dottor Merchiori...
Mi chiami pure professore, ma lei non era morto in un incidente stradale, dottor De Polzer?

E' una lunga storia. Veniamo a noi. In questi mesi il Pd l'ha a più riprese spernacchiata, sostenendo la necessità di mandare avanti gente nuova e possibilmente residente a Sarzano. Dal centrodestra, invece, sono venute risate di scherno nei confronti del centrosinistra, che rinunciando a lei sembra prossimo a suicidarsi. Cosa ne pensa?
Ringrazio intanto l'amico Paolo Avezzù per gli elogi alla mia persona. Io e lui abbiamo scelto strade diverse, ma abbiamo molte cose in comune, ad esempio siamo stati entrambi sindaci di Rovigo. Agli incontri dell'Anci, poi, abbiamo condiviso molti momenti gradevoli di confronto, scambio e - perchè no? - di gaia spensieratezza. Le ho mai raccontato di quel convegno nazionale a cui Paolo ha esagerato con i brindisi e abbiamo dovuto portarlo in camera in spalla?

No e non ci tengo a sapere niente. Lei ritiene possibile un suo avvicinamento al centrodestra?
Ritengo di avere amministrato bene in questi anni e, sul piano politico, di avere sempre saputo costituire un elemento di sintesi delle diversità presenti nella coalizione, evitando frizioni e liti che non avrebbero giovato alla città. Se mi verrà richiesto, sono disponibile a mettere a disposizione di un'area moderata da cui, in fondo, non divergo troppo, la mia esperienza.

Sì, vabbè, le frizioni e le liti. Ma i rimpasti? Gli scazzi? I consiglieri in lite con la giunta come li chiamiamo?
Lei chiama maliziosamente "rimpasti" quelli che sono i naturali avvicendamenti all'interno di una squadra di governo, al fine di migliorarne l'efficienza, sostituendo persone votate dai cittadini con altre persone scelte dai partiti. Se poi qualche consigliere comunale ha delle questioni da porre all'amministrazione, il consiglio comunale è il luogo deputato al dibattito. Abbiamo provato ad aprire spazi di discussione non istituzionali, ad esempio organizzando un pranzo di pesce a Scardovari, però quelli che insistono per organizzare queste cose poi sono sempre i primi a cacciare pacco all'ultimo momento. E allora, mi perdoni, uno si stufa.

Facendo un bilancio delle cose fatte, a parte le opere pubbliche, non le sembra che in realtà sia stato un lustro di cambiamenti tutt'altro che significativi per la città? Cioè, non ha paura che tra qualche tempo nessuno si ricorderà di lei?
(Sorride, poi si strappa la faccia e sotto c'è il volto di un rettiliano) Mi hai stufato con queste domande! Ebbene, sono un visitor. E mo' te magno.

Aaaaaaargh! (L'intervistatore si strappa a sua volta la faccia e sotto c'è un altra faccia). Lo confesso, non sono Uther De Polzer, ma suo fratello Lothar. Mi risparmi la vita!
(Si mette a ridere e si strappa via la faccia da rettiliano, sotto c'è un viso da clown). Era tutto uno scherzo, sono il Barzellettiere Demoniaco. Ci siete cascati tutti! Ah! Ah! Ah!


Il barzellettiere demoniaco spicca un salto e si lancia dalla finestra. Rumore di vetri rotti, bidoni che rotolano, gatti che miagolano... La voce stridula del clown grida: "Torneròòòòò!!!"

lunedì 6 dicembre 2010

Complotti politici: la verità

E' stato Ruggero Eggman ad aizzare lo scontro tra la Lega Nord e l'esponente del Pdl, Cicciuzzo Sconciaforni, al fine di allargare le crepe all'interno del centrodestra e avvantaggiare la corrente dei finiani. Ce lo rivela l'agente Tripanosoma Gambiensis (ella foto), meglio noto come Lacrimacorpus Dissolvens, alias Carmelo Johansson, esperto di intelligence polesano. Lo abbiamo intervistato mentre stava acquattato da quindici ore dietro a una siepe nella golena di Santa Maria in Punta, con l'acqua che ormai gli lambiva il ventre.

Il leghista Spiraivovi Scaranello accusa Cicciuzzo, mentre Cicciuzzo rivolta le accuse contro Scaranello, che a sua volta le rigira di nuovo al mittente. Ma insomma, che succede?
Succede che la sezione rodigina di Futuro e Libertà sta passando al contrattacco dopo avere subito angherie di ogni tipo per mesi dagli ex alleati. C'è infatti una spaccatura all'interno dei finiani, tra chi predica il dialogo pacifico e ghandiano e chi invece sostiene la necessità di indebolire Pdl e Lega Nord per acquisire maggiore peso all'interno della destra. Tra questi ultimi c'è, appunto, il professor Ruggero Eggman, entrato nella vostra redazione fingendosi giornalista, con il solo scopo di sabotarla e creare il casus belli che ha portato alla guerra tra Cicciuzzo e la Lega Nord di Villadose.

Ma chi era in realtà Eggman?
Nonostante sembri essersi avvicinato alla politica da poco, sappiamo diverse cose del suo passato, a partire dal periodo successivo alla laurea, quando Eggman, nomen omen, è impiegato presso un centro di ricerca di una pollicoltura, dove compie strani esperimenti sui pennuti.

Che esperimenti?
Egmman aveva compiuto fin dagli anni Settanta indagini sui fenomeni di autocombustione umana, occupandosi anche del celebre caso di Gwent, nel Galles, nel 1980. Pare che avesse individuato una causa biologica nei fenomeni di combustione spontanea e stesse cercando di replicarla nei polli, per realizzare galline in grado di cucinarsi da sole. In pratica, giunti al terzo mese di vita, i polli Ogm dovevano trasformarsi automaticamente in polli arrosto. Finora ci risulta sia riuscito solamente a incendiare tredici pollai.

Venendo a noi, cosa dobbiamo aspettarci adesso?

La corrente di Eggman ha voluto arrivare alla prova di forza per fare capire ai moderati che non è più tempo di parole pacate e ragionevoli. Ma c'è il rischio che la componente finiana moderata scarichi Eggman e cerchi l'accordo con il Pdl. Inoltre nei bassifondi di San Pio X c'è chi sostiene che sia tutto un complotto di una parte del Pdl per screditare i finiani, facendo credere che avrebbero tramato per fare credere alla Lega che il Pdl tramava contro la Lega per fare credere di essere vittima di una trama della Lega, al solo scopo di sputtanare entrambi. Di certo la politica non ne esce bene.

Potrebbe esserci il centrosinistra dietro questi complotti?
Impossibile, non sarebbero nemmeno capaci.

domenica 5 dicembre 2010

Cicciuzzo: "La Lega complotta contro di me!"

"Mi accusano di complottare contro la Lega solamente per infangare la mia reputazione e fare il gioco delle vittime. I veri traditori sono loro!"
Raggiunto a Pompei, sul set del suo nuovo film (segretissimo), Cicciuzzo Sconciaforni rivela tutti i retroscena di quello che, a suo dire, è un complotto machiavellico contro la sua persona. Lo scopo? Screditarlo in vista delle elezioni comunali 2011, per impedire una sua candidatura di sicuro successo, che ruberebbe spazio al candidato del Carroccio. Secondo la ricostruzione degli avvocati del pornodivo, sarebbe stato lo stesso Nane Taccon a inscenare la propria scomparsa, per dare motivo al giovane leghista Spiraivovi Scaranello di accusare Cicciuzzo di averlo fatto fuori per boicottare il tentativo della Lega Nord di appropriarsi di questo blog.
Già così sembrava complicata, ma le rivelazioni di Cicciuzzo ingarbugliano ulteriormente la matassa.
La Lega Nord, a suo dire, non aveva alcuna intenzione di gestire veramente il blog, ma solo di creare un casus belli per attaccare l'esponente del Pdl. Il timore del Carroccio, infatti, sarebbe stata la possibile candidatura dell'attore a sindaco di Rovigo per il centrodestra. La sua figura popolare e coinvolgente, infatti, sembra a molti l'unica in grado di conciliare le spaccature interne al Pdl e surclassare un eventuale candidato padano. Da qui la necessità di sbarazzarsi di lui con ogni mezzo. In poche parole, Taccon sarebbe sparito al solo scopo di incolpare Cicciuzzo di averlo fatto fuori per motivi politici.
Le rivelazioni di Cicciuzzo sono ora al vaglio della magistratura, ma hanno già causato un autentico terremoto nella Lega Nord di Villadose, di cui è portavoce Spiraivovi Scaranello. Il giovane, primo accusatore del pornodivo, è finito infatti all'ospedale nel tentativo di replicare. "Mi aspettavo questa rrisposta di Cicciuzzo - ci ha dichiarato al telefono, poco prima che la testa gli esplodesse, spargendo pezzi di cervello e pompelmo per tutta la stanza - Ho infatti le prove che Cicciuzzo ha ordito il rapimento di Taccon per essere accusato dell'atto e potere così controaccusare la Lega Nord di volerlo screditare con l'accusa di avere boicottato il primo blog padano del Polesine. Una trama contorta, degna della mente perversa e mefistofelica di Cicciuzzo, ma è bastato fare due più due per tirare tutti i fili. Ora scusatemi, ma ho un fortissimo mal di testa".
I chirurghi dell'ospedale Santa Maria della Misericordia stanno ora rimettendo in sesto il povero Scaranello, reimpiantandogli i pezzi di cervello che la madre ha minuziosamente raccolto dal pavimento con una paletta e un barattolo. Rassicura tutti il primario di neurologia, Bebo Hauptmann Sr.: "Fortunatamente non è stato leso alcun organo vitale".

sabato 4 dicembre 2010

"Cicciuzzo è un traditore!"

L'annientamento della redazione di questo blog sarebbe l'esito di un complotto ordito dal Pdl per smantellare la prima rivista culturale on line dedicata ai temi della Padania. Un tramaccio nella guerra interna al centrodestra, che sarebbe stato ordinato da Cicciuzzo Sconciaforni ed eseguito dal suo figlioccio Everhard Fernandez.
A sostenerlo è il noto opinionista Villadosano Spiraivovi Scaranello (nella foto), giovane esponente del Carroccio, da sempre molto attento ai sommovimenti del sottobosco politico polesano. Come i più fedeli lettori ricordano, alcuni mesi fa, per esigenze di cassa, questo blog accettò di rinnovare completamente la redazione, coinvolgendo un team di autori accomunati dalla fede nel Dio Eridano. In un'ottica di rinnovamento dei contenuti della testata, si decise di trasformare il blog nella prima rivista on line di approfondimento sui temi della Padania. Ma dopo poche settimane, l'intera redazione collassò e si estinse. Dietro a tutto ciò c'era il solito Cicciuzzo Sconciaforni, non solo accreditato pornodivo, ma anche esponente del Pdl, già accusato da Scaranello di complottare contro la Lega.
"Cicciuzzo ricorda benissimo di dovere la propria celebrità soprattutto a questo blog - spiega urlando senza motivo l'opinionista di Villadose - e temeva che, con il cambio di gestione, lo spazio illimitato concessogli fino ad allora sarebbe stato messo in discussione. Del resto, diciamolo, questo blog era diventato cicciuzzocentrico, era ora che arrivasse una boccata d'ossigeno. La nostra gente, quando torna a casa dopo 12 ore di lavoro, vuole leggere le cose della Padania, non le trame improbabili dei film porno di un ciccione lascivo".
Per farla breve, Cicciuzzo avrebbe infiltrato fin dall'inizio il suo presunto figlio illegittimo Everhard Fernandez nella redazione, allo scopo di smantellarla dall'interno e ripristinare lo status quo. Una rivelazione che potrebbe riaprire le indagini sulla scomparsa di Nane Taccon, scomparso nel nulla dopo essere stato (si dice) inghiottito dal cesso. "Cosa è accaduto a Taccon? Ha intralciato i piani del Pdl e per questo è stato fatto sparire? E Fernandez è morto davvero?", chiede Scaranello in una lunga lettera inviata ieri ai vertici regionali della Lega Nord in duplice copia (in lingua veneta e in italiano semplificato), per chiedere che si attivino tutte le misure per arrivare alla verità. Dal canto suo, Cicciuzzo respinge le accuse: "Sto finendo di girare il mio capolavoro, Sandy la donna pesce. Non ho tempo per queste stronzate. Le teorie di Scaranello sono campate per aria e piene di incongruenze narrative. Sfido anzi i lettori a individuarle. Chi le trova tutte vincerà una crociera romantica nel Sinai con me e il mio maggiordomo vatusso".

venerdì 3 dicembre 2010

L'omaggio di Cicciuzzo a Godard

François Cicciuzzi nella scena finale del film
Cicciuzzo Sconciaforni torna davanti e dietro la macchina (“Fosse possibile anche in bocca” scherza l'autore) per il primo episodio della saga “Godhard”, omaggio di genere a Jean Luc Godard in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Il “Cinese” è un originale omaggio al Sessantotto e ai Sessantanove che sono la grande passione di Jean François Cicciuzzi, uno studente parigino di origine piccolo borghese, conosciuto dai suoi compagni come Mao Fist Fak, per avere dimostrato loro empiricamente che il pugno chiuso può essere usato non solo nei cortei, ma anche in numerosi momenti di spensierata socializzazione.
Mao Fist Fak vive in un appartamento con amiche e amici dell'università della Sborona, così ribattezzata dal protagonista amante di anagrammi e fini calembour. La vita in comune offre tanti spunti di riflessione sui temi della bellezza e della socialità, ma pure della riflessione politica a partire dallo studio dei fondamenti del marxismo-leninismo Pensiero di Mao.
Ed è proprio qui che il giovane François Cicciuzzi infrange i dogmi dell'ortodossia, inventandosi il Cazebao, il primo giornale pornografico murale, con l'intento di diffondere largamente il frutto di quell'elaborazione. “Nessuno come me sa portare duri elementi di contraddizione in seno al popolo” ribatte ai compagni che vorrebbero espellerlo. Memorabile il finale: “Voi vi dibattete tra linea rossa e linea nera, io padroneggio la somma sintesi della linea grossa”. Una conclusione condivisa con penetrante convinzione dai sostenitori di Mao Fist Fak, riunitisi attorno a lui in una straordinaria manifestazione.

lunedì 29 novembre 2010

I ricercatori vogliono distruggere il mondo

Studenti e ricercatori universitari cospiravano contro l'ordine costituito, ma ancora una volta l'operato del Governo ha impedito che si consumasse un dramma di proporzioni epocali. Lo si apprende da documenti riservati, diffusi in queste ore da Wikileaks, che testimoniano un intenso lavoro diplomatico e di intelligence messo in moto già due anni fa dai ministri Frattini, Maroni e Gelmini.
Tutto è iniziato nell'estate 2008, pochi mesi dopo l'insediamento del quarto governo Berlusconi. Proprio verso la fine di agosto viene alla luce la denuncia di Walter L.Wagner e Luis Sancho alla Federal District Court di Honolulu sugli strani esperimenti che avvengono nei sotterranei del Cern di Ginevra, dove è imminente l'avvio del Large Hadron Collider (Lhc). Secondo gli autori della denuncia, il complesso acceleratore di particelle corre il rischio di scatenare un fenomeno fisico del tutto identico ad un buco nero, il che porterebbe alla distruzione immediata della Terra con tutti i suoi abitanti.
Mentre il il mondo scientifico si affretta a smentire tutto, il ministro degli esteri, Franco Frattini, decide di vederci chiaro e chiama il ministro degli Interni, Roberto Maroni. "Ci sono molti italiani al Cern - spiega il ministro leghista - Perchè sono là? Perchè non lavorano per qualche ente italiano? Si nascondono per caso dalla legge italiana per qualche motivo che è bene sapere?" In breve le indagini, coordinate dal consulente della Farnesina, Mario Scaramella, portano alla luce un terribile complotto: ricercatori italiani, svizzeri e iraniani volevano sfruttare il Lhc per distruggere il pianeta e forse l'intero sistema solare.
Benchè non si conoscano gli esiti delle indagini, appare evidente che il piano terroristico è andato in fumo. "Da quel momento - spiega Frattini - ci siamo resi conto che avremmo dovuto unire le forze per stringere il cerchio attorno a chi vuole provocare la distruzione del nostro bel pianeta. Per questo ho contattato la mia collega Maristella Gelmini e le ho detto: la prima cosa da fare con il terrorismo è non finanziarlo".
Ecco spiegato il giro di vite avviato in pochi mesi dal governo contro i ricercatori universitari, nel tentativo di indebolire potenziali nuovi esperimenti dagli esiti catastrofici. Sulle prime, a quanto si apprende dai documenti, il ministro Gelmini sarebbe stata titubante, salvo poi rivedere le proprie posizioni alla luce dei tremendi rischi corsi dall'umanità per la follia di pochi scienziati in preda ad un delirio di onnipotenza. "Siamo stati abili a impedire il peggio - commenta - Chi ci critica per avere messo in ginocchio la ricerca universitaria, provi a mettere sulla bilancia le sorti del pianeta Terra e vedere cosa pesa di più. I ragazzi che oggi salgono sui tetti per protestare contro la riforma, sappiano che si stanno mettendo dalla parte dei terroristi che vogliono fare a pezzi la galassia!"
La notizia è stata accolta con favore dall'eurodeputato Mario Borghetio: "Il loro acceleratore di protoni se lo possono anche infilare nel culo, quei quattro straccioni di merda. Ora la polizia deve indagare, perchè non è escluso che ci sia dietro ben di più. Popoli di altre galassie ci osservano e cospirano. Per me qualche Ufo del cazzo ha deciso di farci fuori tutti con un buco nero, ma in tal caso sappia che il buco nero glielo faremo noi, ma nel didietro".

lunedì 22 novembre 2010

La parola ai lettori

Io e i fratelli Shakespeare, da giovani
Caro Monello Vianello,
leggo il tuo blog da diversi anni, con crescente fastidio. Trovo che per un lungo periodo sia stato uno strumento di satira garbata, educata e talvolta perfino colta, mai offensiva o volgare come certe esibizioni televisive ci hanno abituati. Con il tempo, però, i tuoi attacchi alla classe politica, perfino a quel centrosinistra a cui, a parole, sembri fare riferimento, sono diventati insopportabili. Il tuo continuo deridere l'impegno di tanti giovani democratici, ad esempio, è un atteggiamento da snob arroccato nel proprio recinto ideologico. 
Io riconosco il diritto di criticare, ma lasciami dire che questa non è satira e nemmeno critica, ma populismo inconsistente quando non reazionario. Pasolini definiva questo atteggiamento neo-zdanovismo, ovvero moralismo utilitarista, cioè piccolo-borghese. Che oggi possa essere più o meno diffuso è emblematico dell'ostilità che si ha per la critica teorica e l'atteggiamento di riproduzione (teorica) dell'esistente attraverso un obbligo moralistico e ricattatorio alla prassi.
Mi dispiace, ma smetterò di leggere il tuo blog. Cordiali saluti,

Monica

*

Cara Monica,
molti lettori, un po' come fai tu, mi accusano parimenti di essere ipercritico verso la Lega Nord. A loro dire, la mia disapprovazione verso le dichiarazioni razziste di alcuni esponenti del Carroccio rivelano uno spirito buonista da sinistra radical chic e snob, che non affronta i problemi, ma sa solamente criticare.
Non è così e visto che non leggi più il mio blog, e quindi non leggerai la mia risposta, permettimi di raccontarti una storiella che non c'entra niente con il centrosinistra. Molti anni fa, grazie all'amicizia di vecchia data con Gianfranco Miglio, ebbi l'occasione di esibirmi a Pontida con un'eccezionale numero teatrale, condotto in coppia con il mio amico e fratello di sangue Gianmatteo Shakespeare. Assieme, io e Gianmatteo, avevamo concepito un breve sketch che voleva ripercorrere i valori fondamentali della Padania. L'esibizione clou era di Gianmatteo, accompagnato da suo fratello Lucantonio e dal sottoscritto per la parte musicale. Durante lo show Gianmatteo produceva spettacolari fiammate scorreggiando su una candela accesa, con le quali abbrustoliva fette di polenta, mentre il fratello, brandendo un enorme crocefisso, intonava "Va Pensiero" ruttando (e spesso vomitandosi addosso). Io li accompagnavo con una melodia di clarino, intervallata da grida scomposte, a simboleggiare la dimensione orgasmica della creazione artistica, in un audace parallelismo con il fervore d'animo degli antichi patrioti.
Lo spettacolo, molto apprezzato in alcune sagre locali, fu duramente attaccato dall'establishment leghista, che lo ritenne troppo ortodosso. Nacque lì la nostra prima lite con il Carroccio, che da allora si limitò ad intonare il proprio inno con la mano sul cuore, come nella più trita retorica patriottarda. Lucantonio, leghista della prima ora, che aveva investito tutto in quello show, non si riprese mai. Anni dopo morì tragicamente autocrocefiggendosi nella sua casa di Orbassano. Sulla sua morte è stata aperta un'inchiesta, per chiarire in particolare come abbia fatto ad inchiodarsi entrambe le mani. Da allora fatico a simpatizzare per la Lega Nord, che non manca di rendere più negativa la mia opinione abbandonandosi alle più nefande espressioni di razzismo. Un caro saluto,

Monello Vianello

domenica 21 novembre 2010

Parco del Delta, il nuovo piano ambientale

Il Delta di domani in equilibrio tra natura e sviluppo
La nostra rete di spionaggio non conosce limiti. Avvalendoci della collaborazione congiunta del veggente Leonida Gusmaroli e dello scienziato Michael Colasberna, siamo riusciti a recuperare la nuova bozza del Piano ambientale del Parco del Delta del Po, elaborata dal futuro presidente, Ivano Gibin, subentrato alla guida dell'ente dopo avere fatto cadere Pupi Gennari con manovre di palazzo. 
Un piano suggestivo, che verrà approvato solo il prossimo anno con voto all'unanimità dal consiglio e con il plauso della Provincia. Un piano che mira a coniugare il rispetto dell'ambiente con lo sviluppo economico del territorio, un po' come Euroworld, ma facendo meno ridere. 
E' possibile fare convivere le produzioni tipiche con alti livelli di diossina? E' possibile conciliare il turismo di visitazione con una nuova linea ferroviaria ad alta velocità? Specie animali pregiate e cacciatori assetati di sangue possono condividere spazi comuni? Ecco i dettagli del piano.

Caccia
Con una deroga speciale, la stagione venatoria durerà di fatto tutto l'anno, con un giorno di sospensione individuato nel 29 febbraio. Sarà possibile cacciare ogni specie di animale, selvatico, domestico o umano, senza limitazioni di carniere. Data la numerosa popolazione di specie pregiate, sarà consentito ai cacciatori di usare altri mezzi di predazione, oltre al fucile, per aumentare il numero di capi abbattuti. Ad esempio, sarà possibile intercettare stormi di germani usando gas iprite o cacciare le lepri con il lanciafiamme. Sono previste anche misure in materia di incidenti di caccia. Ogni anno, infatti, decine di persone vengono colpite da fucilate durante battute di caccia. Il piano prevede che, qualora un cacciatore venisse colpito dalla fucilata di un amico, i parenti della vittima possono rivalersi sulla popolazione locale, con una ritorsione calcolata in dieci persone giustiziate ogni cacciatore ucciso.


Infrastrutture
La desueta via delle Valli verrà sostituita da due nuove infrastrutture viarie, più moderne ed efficienti: l'autostrada delle valli e l'alta velocità delle valli. Il nuovo nodo autostradale, che collegherà due tronconi di Romea, sarà realizzato da Veneto Strade con un project financing. Sono previsti tre caselli, di cui uno in corrispondenza di Albarella. La Tav correrà attraverso le valli grazie a centinaia di piloni di cemento armato alti venti metri. Questo consentirà ai treni di passare senza disturbare le attività dei vallicoltori.

Energia
La centrale di Polesine Camerini potrà aumentare la propria cubatura del 200.000%, se necessario sfrattando gli abitanti dell'isola. Nel Delta è prevista la realizzazione di quattro centrali a carbone e tre nucleari, con particolari agevolazioni agli imprenditori interessati e un accordo di non interferenza in base al quale il terreno occupato dalle aziende viene considerato estraneo ai confini nazionali e quindi regolato autonomamente. Un alto numero di centrali elettriche sarà necessario per consentire il funzionamento dei quattro poli (della chimica, della concia, della farmaceutica, dell'industria bellica) che verranno realizzati ad Adria, Porto Viro, Ariano Polesine e Porto Tolle. A Loreo sarà invece realizzata la discarica di Pincara, con un inceneritore di rifiuti pericolosi che produrrà energia sufficiente a riscaldare la casa del custode dell'impianto stesso. A Porto Viro sarà realizzato un secondo terminal gasiero, che verrà nascosto dietro il primo per mitigarne l'impatto paesaggistico.

Turismo
Con i nuovi collegamenti autostradali per Barricata e Boccasette sarà possibile aumentare del 3.000% il flusso turistico verso le spiagge del Delta. Per l'accoglienza saranno realizzati cento nuovi villaggi turistici e il nuovo parco di divertimenti Euroworld II. Scano Boa verrà collegato con un ponte alla terraferma e diverrà spiaggia di lusso per stranieri facoltosi.

Insediamenti
E' prevista una base militare Nato nel territorio di Rosolina, con un sito per lo stoccaggio dei missili atomici non strategici, come previsto dal recente accordo di Lisbona. Inoltre a Porto Tolle sarà realizzato il nuovo centro di identificazione ed espulsione per immigrati. Per il rimpatrio verrà utilizzato temporaneamente il nuovo molo di Porto Viro, poi il terminal merci off shore, poi l'aeroporto internazionale di Rosolina, che sarà pronto entro i prossimi 15 anni.

mercoledì 17 novembre 2010

Lutto nel mondo del cinema rodigino

Si è spento serenamente e senza tumulti Ornello Zoppo Farfallino, cineasta di Costa di Rovigo. Le sue condizioni di salute nei giorni scorsi si erano aggravate, tanto che il medico della mutua ne aveva già disposto la tumulazione nella cappella di famiglia.
Zoppo Farfallino aveva 86 anni, ma ne dimostrava 23 grazie agli audaci tagli di capelli e a uno stile di vita sobrio e misurato: soleva alzarsi alle tre del mattino e crollare addormentato sul pavimento intorno a mezzanotte e mezza, non prima di essersi procurato spettacolari sbronze durante le quali commetteva atti tra i più sconsiderati, quali grattarsi i testicoli con la carta vetrata.
Ornello Zoppo Farfallino ebbe il dono della visione cinque anni fa, quando al ritorno da uno dei suoi vagabondaggi per osterie schiantò per la prima volta a terra in corridoio. Lì ebbe un sogno particolarmente realistico in cui impersonava Gigi il Barone, tuttologo celebrato in ogni angolo del mondo per l'invenzione dell'algoritmo che ha consentito di scoprire che quelli sui gusci delle vongole non sono disegni naturali, ma segni convenzionali tracciati dagli zingari. Al termine del sogno, Dio consegnava kalashnikov ai popoli oppressi, invitandoli a riprendersi in mano il loro destino e intasare di anime di malvagi i gironi degli inferni. Da quel sogno Zoppo Farfallino trasse la convinzione che sarebbe diventato un cineasta affermato. Iniziò la sua carriera agli Studios Sconciaforni, dove correggeva le bozze dei copioni dei più famosi attori hard internazionali. Dopo mesi di gavetta e intere giornate passate a ripulire il linoleum del set dai più improbabili umori corporei, arriva la prima occasione di girare un cortometraggio, un breve sketch dai risvolti simbolici ambientato in un bocciodromo in cui alcuni anziani cercano di lanciare una banana in una vagina. Successivamente si specializzò in film eroico-erotici, per poi aderire al movimento dei Testimoni di Geova, di cui divenne uno dei più famosi e accesi esponenti. Celebre l'attacco con cui interloquiva le signore a cui suonava il campanello: "Sono venuto a portarle la parola del Signore. Suo marito è in casa?"
Zoppo Farfallino lasciò la vita pubblica nel 1997, per i primi problemi di salute, legati a un caso di malasanità: a causa di un intervento malriuscito, al momento della minzione gli usciva piscio da un ginocchio. Trascorse gli ultimi anni di vita nel suo ranch in mezzo alla campagna polesana, allevando ovini e disegnando centinaia di ritratti di dinosauri in lingerie, che alla sua morte sono stati donati alla Fondazione di Pescara che porta il suo nome.

martedì 16 novembre 2010

Facce da giovani

Ringiovanire la leadership è la nuova parola d'ordine del Partito Democratico in assenza di idee migliori. Così il rinnovo degli organi interni rodigini ha visto primeggiare Bimbone Biziato (nella foto), che ha subito festeggiato la storica svolta politica del centrosinistra. Sul posto è tosto accorso il nostro cronista Mino Reisbando, esperto in interviste ansiogene, che per battere la concorrenza si è fatto portare con un'ambulanza da suo cugino (il processo si terrà per direttissima dopodomani). A lui la parola.

Iniz...
Oh, però poi dopo si fa anche una gara a chi sputa più lontano eh?

Va bene. Una vittoria netta, la tua, ti sai spiegare perché?
Mpha thtutti frascheshare

Ti puoi togliere il chupa chups di bocca? No, non lo mettere in tasca. Dammelo, che poi te lo rendo.
Però non me lo rubare anche te. Mi ha detto un mio amico che gli ha detto suo cugino che una volta un cattivo gli ha rubato il leccalecca e lo ha dato a uno sconosciuto.

Allora tienilo te che è tutto bavoso, ma non lo mettere in bocca. Dicevamo della vittoria...
Ho vinto io pappapero

Sì, ma parliamo del tuo programma, delle tue idee.
Ho 28 anni, così... Oh, ma stai attento che devi guardare le mani... Ecco, così...

Avevo chiesto qualcosa del tuo programma...
Eh, ho 28 anni. Vedi, ho anche i pantaloni corti. E il grembiule pulito. Ora lardo ai giovani

Largo...
Non sono grasso, sono robusto. E se mi dici le cose brutte ti picchio sai

Dicevo che forse volevi dire: largo ai giovani.
Vuoi dire quella piazza tutta per noi? Che bello, sì. Così possiamo giocare a un-due-tre-stella e belle statuine. A palla rilanciata no perché non sono tanto bravo. E poi invitiamo Fabio Volo e Renzi.

Cosa intendi fare per cambiare Rovigo?
Vorrei le fontane con la cocacola, il lunapark, il circo, Fabio Volo e il concerto di Cristina d'Avena. Ti piace a te? A me piace quella che fa na-na-nanana...

Molto bene. Si avvicinano le elezioni comunali, cosa pensi al riguardo?
Mi dispiace che Merchiori debba tornare alle primarie perché è grande e non ci sta nei banchi. Succede anche a me...

Come?
Un mio amico mi ha detto che suo cugino dice che Merchiori torna alla scuola primaria

Bene, lasciamo stare le elezioni. Chi sono i tuoi modelli?
Marx, il figlio di Pieroangela, Bobovieri, Renzi, Max Pezzali, Silvestro, Frammartinocampanaro, Babbo Natale, Pinocchio e Gesù. E Trilly, che è anche figa... Sai, Pinocchio tutti lo prendevano in giro perché era un bambino, ma poi lui è diventato di legno e li ha picchiati tutti. Anch'io voglio diventare di legno per picchiare tutti quelli che mi prendono in giro. E anche la maestra che è stata cattiva con me.

Ma Pinocchio è nato di legno, poi... Beh, in effetti... Lasciam perdere. E Gesù?
Gesù è buono perché è morto a 33 anni. Si è fatto rottamare. Mi ha detto un mio amico che gli ha detto suo cugino che sennò anche lui voleva la carega, invece poi l'hanno data a Barabba perché era più giovane. Mi piace il Vangelo, quello con le figure hai presente? E ho anche la parabola.

Il segno di rinnovamento nel Pd è evidente...
Sì. Ora possiamo batterci alla pari con Contiero. Vedhiashmo schi è più dshuuro shishi...

Ti avevo detto di lasciar stare il leccalecca.
Scusa, non mi sgridare. Io voglio che a Rovigo nessuno sgridi più noi bambini. E poi noi regaliamo i leccalecca a tutti. E giù il muro di Azzalingrado perché loro i bambini li mangiano.

Argomento delicato. Sulla battaglia fra le correnti interne al partito cosa puoi dire?
Mi ha detto un mio amico che gli ha detto suo cugino che sono cattivi. A me una volta mi regalavano anche le magliette e gli adesivi con scritto Sg, Supergiovane. Mi piacevano un sacco. Ora però non mi danno più niente. Cattivi. Meglio Romeo, che a me gli Aristogatti mi piacciono tanto tanto. Però anche il Re leone mi è piaciuto.

Bene, ho visto che già ti sono arrivati i primi incitamenti. Qualcuno ha detto: hai voluto la bicicletta, ora pedala.
No, questa è una bugia. Non è vero che mi hanno regalato una bicicletta. Per ora solo leccalecca. Mi piacerebbe una bici però. Ma ci devi mettere le rotelle perché ho paura di cadere. Un mio amico mi ha detto che suo cugino gli ha detto che poi devo stare tranquillo perché io non conto.

E sei contento di questo?
Guarda, quando si gioca a nascondino io non so come mai ma mi fanno sempre contare. Ora sono contento che questa cosa brutta che mi faceva piangere non succederà più.

lunedì 15 novembre 2010

WWFuck

"Avrei preferito che mi avessero sparato alla femorale". E' l'amaro commento del signor Prudenzio Scaron, lo sfortunato cacciatore bassopolesano protagonista di un increscioso fatto di cronaca: sarebbe stato aggredito e violentato da una comunità di nudisti che dimora nel Delta del Po.
Una vicenda dai contorni misteriosi, che ora la Polizia sta cercando di ricostruire, con la testimonianza di uno dei naturisti coinvolti, il turista olandese Pieter van Musschenbroek, in vacanza nella zona con la moglie Almalia e alcuni amici. Secondo quanto raccontato da Scaron, il gruppo di amanti della nudità all'aria aperta stava ritornando da una visita all'oasi di Ca' Mello, diretto alla Pineta Cassella per un pic nic, quando sarebbe stato disturbato dagli spari del cacciatore, appostato tra alcuni canneti. Individuato lo sportivo, i naturisti guidati da van Musschenbroek lo avrebbero dapprima afferrato e disarmato, indi denudato e abusato di lui a turno, donne e uomini, fino a lasciarlo sfinito in mezzo alle erbacce. A fatica l'uomo è riuscito a risalire sul suo motorino e fare rientro alla sua casa a Taglio di Po. "E' stato orribile - dice Scaron -. Adesso non solo mia moglie non riesce più a guardarmi, ma da qualche giorno provo attrazione sessuale per alcuni amici del bar".
Diversa la versione fornita dagli accusati: "Adoriamo girare in tenuta adamitica per assaporare l'armonia della natura - spiega Almalia - Aborriamo invece la caccia, che altro non è che strage sanguinosa di poveri animali innocenti. Ma mai avremmo potuto rispondere alla violenza con la violenza. Anzi, abbiamo voluto rispondere alla violenza di quell'anziano signore donandogli tutto il nostro amore fisico. Ci dispiace che se la sia presa: deve essere davvero un uomo ricolmo di odio".
Mentre il Polesine mormora e si interroga, le istituzioni si interrogano: "Trovo assurdo che in un Parco Naturale pregiato come il Delta del Po sia consentito a certa gente di andare in giro nuda, oltretutto disturbando l'attività venatoria", commenta l'assessore provinciale alla caccia, Claudio Bellan. Ma il vero polverone è politico e coinvolge ancora una volta il pornoattore Cicciuzzo Sconciaforni, accusato da più parti di essere l'ispiratore dell'episodio: suo è in fatti il mediometraggio "WWFuck!", girato nel 1995, in cui un gruppo di ecologisti radicali decideva di mandare a monte una battuta di caccia nel Delta del Po, insegnando ai cacciatori che nella natura selvaggia si può trascorrere il tempo in tante altre attività meno crudeli dell'uccisione di animali. Cicciuzzo, come sempre, non si scompone: "Da quando mi sono proposto come candidato sindaco del centrodestra, questi attacchi sono divenuti quotidiani. La prima anche se piccola vittoria contro le forze del male che ti circondano, è conservare il senso  dell'umorismo. Quindi, devi combattere assolutamente, e lo fai essendo al di sopra di tutto, con il sorriso. Invito chi oggi mi attacca a rivedere con la propria famiglia la bellissima pellicola per cui mi accusano: scoprirà che, come per la maggior parte dei miei film, non è che un inno alla vita, all'amore e alla libertà!"

sabato 13 novembre 2010

Un complotto antileghista o anticicciuzziano?

Cicciuzzo Sconciaforni avrebbe complottato per estromettere la Lega Nord dalla corsa alla poltrona di primo cittadino di Rovigo e favorire la propria elezione a sindaco nel 2011.
E' questa l'incredibile denuncia del giovane esponente leghista Spiraivovi Scaranello (nella foto), che getta Cicciuzzo nella bufera proprio alla vigilia della campagna elettorale. Secondo la ricostruzione di Scaranello, la Lega avrebbe già individuato da tempo un innovativo candidato per le comunali del prossimo anno. Dopo la prestigiosa candidatura alle provinciali di Antonello Contiero, che ha mancato per un pelo la poltrona di Palazzo Celio, e dopo l'inserimento nel listino per le regionali di Antonello Contiero (purtroppo non eletto), oggi la figura più in vista nel partito sembrerebbe essere Antonello Contiero, il nuovo segretario che ha preso il posto del commissario Antonello Contiero, che aveva sostituito l'ex segretario sfiduciato Antonello Contiero, con un radicale rinnovamento nell'establishment leghista. Voci insistenti sostengono che la segreteria avrebbe spinto per avere un volto nuovo, ma carismatico, individuato proprio nel giovane Antonello Contiero, ex autista di autobus e amministratore delegato di Intermizoo, società regionale specializzata nella selezione di sperma bovino.
Proprio nei corridoi di Intermizoo sarebbe maturato il complotto, ordito da Cicciuzzo sotto la falsa identità dell'allevatore austriaco Heinz Harald Spermeyer. Cicciuzzo avrebbe progettato una serie di poster ispirati alle vicende dell'azienda regionale, il segretario del Carroccio viene ritratto in atti indecorosi e indescrivibili, assieme al pornoattore, all'interno di una stalla piena di bovini. Basti, a rendere l'idea, lo slogan ideato per la campagna: "A me la Lega mi fa una sega". Il pornoattore polesano avrebbe ordito la trappola con la collaborazione di alcuni pezzi grossi del Pdl, per screditare l'avversario politico ed assurgere a leader della campagna elettorale del centrodestra.
Mentre la Lega Nord chiede l'apertura di un'inchiesta per verificare quanto raccontato da Scaranello, proprio Cicciuzzo parla a sua volta di complotto ai suoi danni: "Ho annunciato privatamente la mia disponibilità a candidarmi alle prossime elezioni comunali - spiega - Questo scandalo montato ad arte mira evidentemente a screditarmi per tagliarmi fuori dalla campagna elettorale. Pensavo che la mia figura super partes avrebbe potuto ricompattare un Pdl dissanguato dalle divisioni, ma evidentemente c'è chi mi vede come un elemento scomodo, da eliminare. La macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo. Quando si dà fastidio a chi comanda si attiva un meccanismo fatto di dossier, di giornalisti conniventi, di politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali. Questo non sarà che il primo di una serie di scandali. Non pensino che io mi fermerò per così poco".

venerdì 12 novembre 2010

Caccia al candidato!

Gatto Scalvenzi, assieme alla micia Chizuko
Il futuro sindaco di Rovigo? Sarà un tizio sulla quarantina, alto, un po' grosso, brizzolato, con un grosso neo sul collo, abbigliato in modo elegante, ma spigliato. La sua identità è un mistero, ma l'identikit del candidato è garantito al cento per cento.
Fonte della sconcertante rivelazione, che scombina i ritmi finora pacati della campagna elettorale alle porte, sarebbe Gatto Scalvenzi, veggente bresciano, che in un'intervista riportata in prima pagina sul Gazzettino dichiara: "Ho avuto una visione del futuro. Vagavo in spirito per le sale di Palazzo Nodari e in questa singolare condizione ho assistito al primo consiglio comunale del 2011. Qui ho visto il nuovo sindaco di Rovigo prendere la parola. Ho potuto memorizzare la sua fisionomia, ma non il suo nome, nè la sua appartenenza politica. Sono però in grado di fornire un identikit del prescelto alle forze politiche interessate, previo versamento sul mio conto di una somma che indicherò in forma privata e che andrà a sostenere la mia Fondazione dedicata al mistico Donato Manduzio".
Scalvenzi sostiene di avere avuto la sua prima visione a sei anni, quando gli apparve il veggente di San Nicandro Garganico a cui ha intitolato la benemerita Fondazione. Fu proprio Manduzio a introdurlo ad un mondo oltre le normali percezioni della limitata mente umana e a presentargli il suo spirito guida, il visionario Juan Diego Cuauhtlatoatzin. Negli anni il giovane chiaroveggente bresciano ha affinitato una particolare tecnica divinatoria che prevede l'utilizzo della sua gatta Chizuko, incarnazione di una nota mistica giapponese, e di un particolare strumento dal nome impronunciabile, una trottola tibetana alta due metri, riempita di erbe aromatiche, che viene incendiata e fatta girare per ore ed ore per indurre uno stato di trance. Durante uno di questi complessi riti, che solitamente si tengono di nascosto nella riserva del Monte Lanaro, Scalvenzi ha avuto la visione raccontata al quotidiano rodigino.
Ora i partiti locali aprono la caccia al candidato, non senza un pesante strascico di polemiche. "Ci sembra abbastanza chiaro che saremo noi a vincere le elezioni, perchè siamo troppo simpatici, sagaci e acculturati - dichiara il segretario del Pd, Gabriele Frigato - Non ci resta che lanciare un appello alla persona di cui parla questo veggente: chiamaci tu, possibilmente a ore pasti". Nel centrodestra la ricerca del candidato predestinato rischia di spaccare ancora di più il Pdl, con Marangon che accusa la Coppola di avere speso centomila euro per avere le informazioni in esclusiva da Scalvenzi e promette di sputtanarla dalle Alpi alle Piramidi, mentre la Coppola attacca Marangon invitandolo a buttarsi sotto un treno e venendo a sua volta attaccata da Bellotti che minaccia di mettere su Facebook le sue foto non ritoccate con Photoshop. Si distingue la Lega Nord, con Antonello Contiero che dichiara: "Noi il candidato ce lo scegliamo per conto nostro". Scetticismo a sinistra. Mentre la Federazione della Sinistra avrebbe già sguinzagliato la rete di spie di Guglielmo Brusco per saperne di più ("se lavora all'ospedale di Trecenta, state sicuri che lo troveremo", dichiara il vicepresidente della Provincia), frena Sinistra e Libertà: "Vabbè, sappiamo che aspetto ha, ma è intelligente? Ha carattere? Parla bene? Che titolo di studio ha? Usa termini forbiti per spiegare concetti semplici al fine di impressionare positivamente le persone di tutte le fasce sociali con sfoggio di cultura? Non fermiamoci all'estetica del candidato, alla pura percezione sensoriale, ma sondiamone invece i caratteri morali e caratteriali che fanno di lui il cittadino prescelto per governare i processi decisionali di una grande coalizione melting pot delle diversità".

mercoledì 10 novembre 2010

Reazione a catena (del cesso)

Una terribile tragedia si è abbattuta sulla nostra redazione l'altra notte. Il nostro redattore Nane Taccon è scomparso misteriosamente mentre si appartava alla toilette per sfogliare alcune riviste pedopornografiche, rinvenute casualmente tra gli oggetti del padre durante un trasloco.
L'esatta dinamica dei fatti sarà chiarita dagli inquirenti, sulla base dell'unica prova documentale rimasta: una foto scattata con la propria polaroid da Nane stesso: pare infatti che il nostro valido cronista fosse avvezzo da tempo a ritrarsi a braghe calate, per poi inviare tali immagini al suo ex insegnante di religione, per ragioni ancora tutte da comprendere. Ad accorgersi della sparizione, il nostro grafico, Ruggero Egmann, che usa da sempre il cesso della redazione come camera oscura, non essendo disponibili altri spazi. In uno scenario apocalittico, tra schizzi d'acqua e merda sulle piastrelle, Eggman ha rinvenuto l'immagine che qui postiamo e che abbiamo consegnato in copia al Ris di Parma per i doverosi accertamenti.
Mani rapaci hanno dunque rapito il nostro stimato collaboratore, trascinandolo giù per le tubature, nei meandri del sistema fognario rodigino, fino a chissà dove. Un mistero che pone seri problemi di sicurezza per la città: "Ormai non si può stare più sicuri nemmeno seduti sul cesso di casa propria - ha dichiarato l'ex segretario, ex commissario e attuale commissario della Lega Nord, Antonello Contiero - La colpa di tutto ciò è del lassismo e della sciatteria della giunta Merchiori che lasciano scorrazzare in giro impuniti per la città immigrati e accattoni, che ormai ti escono perfino dalla tazza del water!"
Il primo cittadino, dal canto suo, difende il proprio operato. "E' senz'altro una vicenda dai contorni confusi e che desta particolare apprensione - commenta Merchiori -. Eppurtuttavia va detto che la nostra giunta ha recentemente provveduto all'ammodernamento delle condotte fognarie in città, senza trovare traccia di bivacchi di mariuoli o insediamenti di facinorosi che facessero pensare a fenomeni di criminalità localizzati sotto il piano stradale. Certo, vigileremo accortamente con tutti i mezzi". Ma, va detto, la gente ha paura. Protestano vivamente le ronde padane, che la notte garantiscono l'incolumità dei cittadini dalle scorrerie di furfanti e malfattori: "Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni - spiega Rubaldo Canazza, caporonda della Tassina - Sono almeno sei mesi che chiediamo al Comune di fornirci di regolari ombrelli verdi con il sole delle Alpi e il manico vulcanizzato da usare nelle serate di pioggia per ripararci dalle intemperie e manganellare i barboni, ma non abbiamo ottenuto risposta. E intanto la gente scompare mentre è nell'intimità della propria latrina".
Per prevenire ulteriori drammi umani, lo staff di questo blog, riunitosi in comitato d'emergenza fino a tarda sera, ha votato all'unanimità la chiusura a tempo indeterminato della redazione, finchè non avremo la certezza che la vita dei nostri collaboratori non è in pericolo. Ma i gemelli siamesi Alberto e Umberto Caccaviello, testa d'ariete dei nostri reportage d'assalto, hanno dato forfait: "O ci danno la scorta, o noi in quell'orrido cacatoio non ci mettiamo più piede!" Ciò ha provocato una reazione a catena che ha annientato la nostra redazione: Ruggero Eggman, seguendo la tendenza, si è licenziato lanciandosi dalla finestra, mentre Everhard Fernandez è morto nel tentativo di prendere una decisione autonoma. Siamo quindi costretti a interrompere per sempre le pubblicazioni di questo foglio di informazione padano, almeno finchè non avremo trovato nuovi collaboratori.

mercoledì 3 novembre 2010

La giusta protesta dei carabinieri!

Caro professor Ceolin,
Mi dispiace che la nostra protesta sia stata monopolizzata dal giornale leninista Il Fatto Quotidiano, ma i miei colleghi che fanno la scorta al premier hanno ragione: non siamo diventati carabinieri per fare la guardia alle escort ai party a Villa Certosa.
Non è che non ci piace la fica, anzi. Che poi non si pensi che siamo tutti recchioni, ma quando ho indossato la prima volta la divisa non pensavo che sarebbe finita così. Chi entra nell'Arma sogna una carriera gloriosa, a difendere lo Stato e i cittadini dalle minacce del crimine che imperversano nelle strade da anni. Invece in tanti anni solo umiliazioni e adesso questo! Io ho colleghi che si sono distinti in missione di pace all'estero e altri che hanno reso onore alla divisa durante il G8 di Genova. A noi invece ci tocca fare i tassisti ai festini o stare tutta la sera a passare un sacco di passera avanti e indietro. Non trova che sia una vergogna?
Valdemaro Capuozzo 
Associazione Carabinieri Padani di Bergamo alta


Caro Valdemaro,
nel dubbio noi siamo sempre dalla parte dei tutori dell'ordine e della legge, che ogni giorno mettono al riparo i bravi lavoratori padani e i loro amministratori dal crimine e dai facinorosi. Lasciami anche dire che il vostro sconforto è comprensibile, ma è tutta colpa della sinistra estremista che da anni se la prende con voi. Anni e anni di comunisti al governo hanno fatto dimenticare, ad esempio, il ruolo fondamentale che ebbero i carabinieri nella gestione dell'ordine pubblico al G8 di Genova nel 2001, un sapiente mix di cariche indiscriminate, lacrimogeni e spray urticante, pestaggi in caserma e in alcuni casi pistolettate (fu un milite a colpire il sasso su cui rimbalzò il proiettile che incidentalmente uccise Carlo Giuliani, ricordiamolo), che misero il sale sulla coda ai no global e ai loro amici preti e pacifisti venuti a rompere i coglioni ai potenti del mondo con le loro manifestazioni. Giorni di gloria, riconosciuti come tali perfino dal governo bolscevico di Romano Prodi: fu proprio quell'esecutivo, lo ricordiamo, a fermare l'inchiesta parlamentare faziosa sui giorni di Genova, voluta dalla sinistra massimalista per infangare il ricordo dei nostri ragazzi.
Permettimi però di confortarti sulla questione che poni: anche assistere il premier quando si ricarica dallo stress quotidiano è servire la Patria e la Padania. E' un lavoro umile, ma non è meno importante che pattugliare le strade di Kabul armati fino ai denti per portare la pace a un popolo che tutto sommato non se la merita. E tieni presente che almeno a Villa Certosa vedete passare di quelle fighe, altro che quelle cesse coi capelli rasta dei centri sociali. Quindi, amici carabinieri, non avvilitevi, che poteva andarvi peggio. E se Silvio vi passa un po' di fica che gli avanza, fate onore alla divisa che portate.
Un saluto vigoroso,

Demetrio Ceolin

venerdì 29 ottobre 2010

Basta con 'sto bunga bunga!

"Le polemiche mediatiche su Ruby e il bunga bunga a casa di Silvio rischiano di far perdere di vista i successi di questo governo. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Lega governa bene e non ha tempo per bunga bunga e cose del genere".
Un vero blog padano si tiene a distanza dal gossip e dal fango mediatico, sia esso volto a infangare l'onorabilità del Presidente del Consiglio o anche a fare luce sugli acquisti immobiliari del suo vice un po' esuberante. Noi abbiamo voluto parlarne con uno che sulla legalità e l'ordine pubblico ne sa a pacchi, cioè il nostro Ministro dell'Interno, Roberto Maroni.

Ministro, cosa ne pensa di questa polemica sul bunga bunga?
Penso che tutte queste polemiche sterili e strumentali non ci debbano riguardare. Noi della Lega pensiamo a governare bene, non abbiamo tempo per occuparci di bunga bunga, bula bula e bingo bongo. Sa cosa mi amareggia di questo modo di fare giornalismo?

Mi dica. Ma prima mi permetta di ricordare quanto disse di lei Roberto Saviano. "Sul fronte della lotta antimafia è uno dei migliori ministri dell'Interno di sempre". Condivide questo giudizio?
Certo che lo condivido e proprio a ciò mi riferisco. La stampa, invece di rimestare nella melma degli scandali, dovrebbe occuparsi di mettere in luce gli straordinari risultati di questo governo. Parlo dei successi per la tutela dell'ordine pubblico, tanto per guardare al mio lavoro. In questi mesi abbiamo visto scendere in piazza lavoratori licenziati, studenti incazzati, terremotati furiosi, che rischiavano di diventare un problema esplosivo per la convivenza civile. Li abbiamo mazzolati di manganellate finchè non si sono quietati. Le sembra poco? Vogliamo elencare le centinaia di migranti che abbiamo respinto, affinchè venissero rinchiusi, torturati o fatti sparire nelle carceri libiche, per poi essere rispediti senza tanti complimenti nei loro paesi d'origine, dove li attende magari la pena di morte, così siamo pure sicuri che non tornano? Perchè di tutto questo non si parla?

Naturalmente perchè l'informazione è in mano alla sinistra comunista lontana dai problemi della gente. Ma ci elenchi altri successi di questo governo, anzi Governo...
Parliamo allora della guerra in Afghanistan. Migliaia e migliaia di morti a cui noi abbiamo dato un indispensabile contributo. E' la più lunga guerra recente in cui si sia impantanata l'Italia, sta diventando un evento storico paragonabile alla guerra del Vietnam, superando in importanza perfino l'Iraq, dove i nostri soldati pure si sono distinti sparando sui civili a tutto spiano. Ma invece di parlare di questo, si parla del bunga bunga.

Già. Eppure è stato fatto tanto per il Paese. Penso ad esempio al ritorno del nucleare, alle leggi per consentire ai grandi evasori fiscali di vedersi condonati miliardi di tasse non pagate, a questa manovra finanziaria...
Esatto, mio valido giornalista. Ci siamo fatti un culo così per dare un'impronta sempre più razzista alle nostre politiche verso negri, slavi e rom, abbiamo preso a schiaffi la scuola pubblica e la sanità, tagliato tutti i servizi al cittadino, al contempo consentendo ai ricchi di diventare sempre più ricchi e destinando ingenti somme agli armamenti. Ancora, abbiamo tagliato i fondi all'editoria, mandando in bancarotta decine di testate indipendenti, mentre tutti ci rompevano il cazzo perchè la Rai trattava male Santoro. Abbiamo perfino ridotto l'indennità di accompagnamento ai down! Abbiamo fatto talmente tante cose che neanche me le ricordo tutte, ma sui giornali leggo solo Ruby qua e Ruby là. Sa che a volte mi viene voglia di mollare tutto e dedicarmi solo a suonare l'Hammond? Fortuna che noi della Lega il dna dei bravi amministratori ce l'abbiamo nel sangue.