martedì 21 ottobre 2008

Gaio Barfowskji nella bufera

Il geniale inventore e consulente della Provincia di Rovigo, il dottor Gaio Barfowskji, non si è mai laureato all'Università di Cristiania, come sostenuto nel curriculum vitae presentato all'ente al momento di avviare la collaborazione.
Lo rivela la stessa università, insospettita dall'aumento di iscrizioni procuratole dalla notorietà dello scienziato, dopo il caso di Cicciuzzo Sconciaforni, ritornato in vita in guisa di zombi e debellato proprio grazie all'invertitore metabolico brevettato proprio da Barfowskji. Insomma, di geniale c'è solo l'abilità di avere portato avanti per anni una truffa ben congegnata: il curriculum fasullo riportava perfino il titolo della tesi sperimentale in Ingegneria ("Ricombinazione ionica per camere a ionizzazione piatte irraggiate con fasci di elettroni ad alto rateo di dose all'interno di un barattolo di marmellata scaduta di mia nonna Vilma") e una lunga serie di convegni tenutisi nelle città di Zobeide, Pentesilea, Filide e Bersabea, poi verificatesi inesistenti. Non solo, ma il truffatore aveva perfino fatto girare tra i colleghi una serie di foto che lo ritraevano il giorno della laurea: "Non l'avrei mai pensato - commenta Olivia Petrelli, amica di famiglia - anche se con il senno di poi doveva insospettirmi il fatto che in nessuna delle foto apparisse Gaio e che il luogo in cui erano state scattate fosse la facoltà di Agraria di Bologna". Tacciono sconcertati e imbarazzati a Palazzo Celio: "Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso - commenta Federico Saccardin, presidente della Provincia - Da parte mia, si sappia da subito che la mia posizione sarà sempre netta e chiara: di fronte a un eventuale verifica di addebiti su un eventuale collaboratore di un ente pubblico è normale che un ente pubblico decida eventualmente di aprire dei percorsi per comprendere e approfondire i fatti".
L'accusato è stato interrogato dai Nas nella sua abitazione, che condivide con l'amico Gianmatteo Shakespeare (nella foto), psichiatra di fiducia di molti onorati polesani, tra cui l'autore di questo blog. "Al momento dell'irruzione - si legge nel rapporto stilato dall'Arma - i due coinquilini, G.B. e G.S., erano completamente ignudi e giocavano a rotolarsi sul tappeto del bagno, tuttavia non mimavano nè compivano penetrazioni da tergo o altro atto di pederastia, ma affermavano di scaricare la tensione, millantando di avere appreso tale metodica durante la comune frequentazione di un istituto steineriano. Invitavamo dunque i due a rivestirsi e condurci in salotto per esibire la documentazione richiesta. G.B. rispondeva dunque offrendo n. 1 lattina di birra Prinz da 33 cl alla nostra persona, la quale ovviamente rifiutava di assumerla. A seguito di tre ore di tentativi di spiegare a G.S. il motivo della nostra presenza, si conveniva che entrambi i sospetti erano strafatti di peyote, che del resto continuavano a offrirci ridendo. Ambedue venivano presi in custodia e tradotti in caserma per accertamenti. G.S. in seguito pretendeva di parlare con il proprio avvocato, tale P.M. di Villadose. Tuttavia un semplice accertamento consentiva di verificare che P.M. non era avvocato e che si chiamava R.B., essendo lo pseudonimo P.M. preso in prestito da un noto personaggio televisivo praticante il mestiere di avvocato. Alle 18 R.B. raggiungeva infine G.B. e G.S. nella casa circondariale di Rovigo".

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