Il B.V. battezza due donne

Il sabato il B.V. Paolino uscì fuori per recarsi alla Gran Guardia, dove riteneva che si facesse la preghiera, e sedutosi rivolgeva la parola alle donne colà riunite. C'era ad ascoltare anche una donna di nome Giovanna Pineda, commerciante di articoli per regali aziendali della città di Grignano Polesine, una comunista non credente in Dio, ma il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole del B.V. Paolino. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia che comprendeva anche Tiziana Virgili, ci invitò: "Se avete giudicato ch`io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa". E ci costrinse ad accettare.
Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi Wanda Gusmaroli, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno a sè facendo l`indovina. Essa seguiva il B.V. Paolino, Giovanna, Tiziana e gli altri gridando: "Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza". Questo fece per molti giorni finché il B.V.Paolino, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: "In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei". E lo spirito partì immediatamente dal corpo di Wanda che, così, rimase senza lavoro.
Vedendo che era partita anche speranza del suo guadagno, prese il B.V. Paolino e lo trascinò nella piazza principale davanti ai nuovi capi del Pdl. Presentandolo agli amici di Andrea Bimbatti disse: "Questo uomo getta il disordine nella nostra città; è un giudeo e predica usanze che a noi rodigini non è lecito accogliere né praticare". La folla allora insorse contro di lui, mentre gli amici di Bimbatti, fatti strappare i vestiti, ordinarono di bastonarlo e dopo averlo caricato di colpi, lo portarono al custode della Gran Guardia e ordinarono al presidente di prendere provvedimenti. Egli, ricevuto quest`ordine, lo gettò nella stanza più interna della Gran Guardia stessa e strinse i suoi piedi nei ceppi. Verso mezzanotte il B.V. Paolino, in preghiera, cantava inni a Dio, mentre Giovanna e gli altri stavano ad ascoltarlo. D`improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della Gran Guardia; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene. Il custode si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi. Ma il B.V. Paolino gli gridò forte: "Non farti del male, siamo tutti qui". Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi del B.V. Paolino; poi li condusse fuori e disse: "Signore, cosa devo fare per esser salvato?". Risposero: "Credi in Renzo Marangon e sarai salvato tu e la tua famiglia". E annunziò il programma politico di Marangon a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli lo prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi; poi lo fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto al B.V. Paolino. Fattosi giorno, gli inviarono i vigili urbani a dire: "Libera quell’uomo!". Il custode annunziò al B.V. Paolino questo messaggio: "Gli amici di Bimbatti hanno ordinato di lasciarvi andare! Potete dunque uscire e andarvene in pace". Ma il B.V. Paolino disse: "Mi hanno percosso in pubblico e senza processo, sebbene sia cittadino rodigino e leader dell’opposizione, e mi hanno gettato fuori dal gruppo consiliare; e ora mi riabilitano di nascosto? No davvero! Vengano di persona a condurmi fuori!". E i vigili urbani riferirono agli amici di Bimbatti queste parole. All`udire che era leader dell’opposizione, si spaventarono; vennero e si scusarono con lui; poi lo fecero uscire e lo pregarono di abbandonare il Pdl. Usciti dal Pdl, si recò a casa di Giovanna dove, incontrati i compagni, decise di aggregarsi a loro.