mercoledì 29 ottobre 2008

Un bluff l'ingresso di Pavarin nella Lega

Recentemente transitato dal gruppo Prc-Sendero Luminoso ai Comunisti Padani, Cristiano Pavarin è tornato ieri alla ribalta per una conferenza stampa congiunta con l'assessore comunale Giovanna Pineda, anch'ella entrata nel partito di Bossi: "Ebbene, la nostra adesione alla Lega era una pura provocazione per smuovere le acque nel partito - dichiarano a sorpresa - Ma abbiamo constatato che i vertici di Prc se ne sono sciacquati i marroni e dunque ora annunciamo il nostro ritorno nelle fila del partito per il solo gusto di rompere le palle al prossimo congresso".
Pavarin dice di volere finalmente organizzare un blocco popolare per la costruzione del partito comunista, inteso come strumento per la liquidazione della borghesia imperialista e dei vetusti scaldapoltrone ammuffiti che la rappresentano in Polesine. "Solo la direzione di un nuovo e vero partito comunista può guidare la lotta della classe operaia alla conquista del potere e alla costruzione della nuova società socialista - spiega Pavarin, allenandosi con il punching ball - rimuovere quei quattro inutili babbei che in un decennio hanno annullato il Prc a una scoreggia e ora si lavano la coscienza con un congresso fuori tempo massimo, è solo il primo passo verso quel cambiamento ormai indifferibile. Diciamolo, non se ne può più dei parassiti che vivono del lavoro altrui e che, se lavorano, lo fanno solo per aumentare le proprie ricchezze. Volete sapere a chi mi riferisco? Semplice: industriali, banchieri, affaristi e mafiosi, grandi funzionari, prelati di alto rango, esponenti politici che si limitano a discutere di sedie, lavandosi i coglioni con le esigenze delle masse popolari".
In vista delle provinciali il consigliere comunale rifondarolo pone con chiarezza le priorità: "Aldilà della confusione, del teatrino, delle chiacchiere che ne costituiscono l'apparenza, la sostanza della lotta politica è se i comunisti riusciranno a prendere la direzione delle masse popolari e a condurle alla rivoluzione socialista, unendosi alla loro resistenza difensiva e offensiva, appoggiandola, promuovendola, organizzandola e facendo prevalere in essa la direzione della classe operaia attraverso il partito comunista, fino a trasformarla in lotta per il socialismo". L'appello, dunque, è di abbandonare ogni timidezza anche sul piano istituzionale per non lasciare alla sola Lega Nord l'espressione del malcontento che serpeggia tra i cittadini e che la maggior parte degli amministratori in ambo le coalizioni non riesce a rappresentare in modo compiuto. "Solo i nostri limiti, i nostri errori, la nostra ancora scarsa fiducia in noi stessi e nelle masse e la nostra limitata esperienza, impediscono di sfruttare al meglio le possibilità che la realtà di tutti i giorni ci presenta e progredire nella lotta per fare di Rovigo un'avanguardia in Italia per l'edificazione di un nuovo paese socialista e per la rinascita del movimento comunista. Ogni volta che abbiamo conseguito un successo nella nostra azione politica è stato perché abbiamo superato in qualche modo questa sfiducia, abbiamo usato in modo rivoluzionario l'esperienza del movimento comunista, abbiamo fatto appello alle masse popolari in sintonia con la loro mobilitazione concreta".
Immediata la reazione di Anna Lucia Riberto, segretario provinciale a vita del Prc, che prima di scoppiare a piangere ha commentato: "Pavarin è un impresentabile estremista, degno amico di quella Giovanna Pineda cui presto tenderemo un trappolone per sostituirla in Giunta con qualche testa di legno che ci dica sempre signorsì". Compatta la replica di centrodestra e centrosinistra. Il Pd in una nota ufficiale spiega: "E' un tipaccio quel Pavarin! E' evidentemente un ispiratore di RoWoodstock e un autore di canzoni black metal, genere notoriamente non apprezzato dai commercianti del centro storico". Altrettanto netta la posizione del Pdl: "Pavarin va assolutamente contrastato. Potevamo tollerarlo finché si limitava a contestare la gestione dell'Iras, ma ora che pone la priorità di organizzare la lotta per un nuovo e superiore ordinamento sociale che realizzi l'emancipazione dei proletari dai capitalisti va assolutamente contrastato. Il rischio è che ci mandino davvero a casa tutti, a prescindere dalla collocazione".

nella foto,
Cristiano Pavarin mentre interviene in un comitato politico provinciale del Prc

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quel Pavarin si esprime sempre con modalità fuori dai protocolli.

Anonimo ha detto...

Quel rompicoclioni di Pavarin ci stà sconbinando tutti i piani trasversali per l'Iras, e non sappiamo più cosa inventare per mantenere quel cda....
sarà, ma i comunisti mi stanno proprio sui coglioni, in tempi non sospetti dissi a gianni(il grande capo) che bisognava inventare qualcosa per eliminare definitivamente la parola comunismo dalla nostra provincia....è stasta dura ma finalmente ,dopo qualche anno ci siamo quasi riusciti; e ringrazio la mia amica "piangiona" per il suo fondamentale contributo.
adesso se ci togliamo dai coglioni la pineda e quel fighettino sosia di cloonei che sisi spaccia x comunista è proprio fatta!!

Anonimo ha detto...

Tutto pronto in Venezuela per il lancio del primo satellite socialista, il “Simón Bolívar” che si differenzierà dagli altri più che per la sua tecnologia, simile ad altri satelliti con le stesse caratteristiche, per il suo utilizzo «portare i servizi di telecomunicazione alle popolazioni tradizionalmente escluse», ha spiegato ieri il ministro della Scienza e della Tecnologia del Venezuela, Nuris Orihuela.
E' il primo satellite che il Venezuela metterà in orbita nel quadro di un accordo firmato tre anni fa con la Cina, da dove si prevede di svolgerà il lancio il prossimo 1 novembre, anche se tale data potrebbe cambiare a seconda delle condizioni atmosferiche. Il costo del progetto finanziato in Cina è stimato in 241 milioni di dollari, con un ulteriore investimento di 165 milioni in Venezuela per la costruzione di due stazioni di monitoraggio negli stati di Bolívar e Guárico.
Orihuela che si trova nel paese asiatico per le revisioni finali e per presenziare la lancio, ha sottolineato lo «sforzo» per il progetto, che ritiene un «successo della rivoluzione bolivariana». Il ministro ha spiegato che la maggior parte delle reti di comunicazione in Venezuela sono concentrate nella parte centrale e settentrionale del paese, dove vive l'80% della popolazione, il che rende impossibile per il restante 20% accedere a servizi come la televisione, la radio e la Internet. Il lancio di questo satellite porterà i servizi di telecomunicazione, la telemedicina e l'istruzione a tutti i cittadini del paese. Inoltre, Orihuela ha detto che sarebbe anche possibile utilizzare in un futuro Simón Bolívar come uno «strumento di integrazione regionale» nel quadro dei progetti promossi dal Venezuela come ALBA o la Banca del Sud.
Il Simón Bolívar, chiamato in onore del leader venezuelano, sarà uno dei quasi 3.000 satelliti geostazionari in orbita intorno alla Terra, è alto 3,6 metri ed ha dei pannelli solari fissati ai lati di 15,5 metri di lunghezza ciascuno. Con una durata di 15 anni, sarà a lanciato nello spazio da un razzo che lo rilascerà 200 km di altitudine, quando raggiungerà la distanza per situarsi nella sua orbita