lunedì 12 maggio 2008

Storie vere - cap. 2

Un mio amico angolano sostiene che la chiusura dei giardini del Maddalena ha creato una profonda crisi sociale per cui i bambini della Commenda, nel doposcuola, sono divenuti dediti agli stupefacenti. Il motivo? Il Comune, con la scusa di doverci piantare gli alberi, ha scavato buche dove i giovanissimi tossicomani nascondono le dosi, lontano dagli occhi delle mamme che da giorni invece presidiano l'ufficio del vicesindaco Graziano Azzalin proprio per lamentarsi della chiusura del parco. Per questo motivo Azzalin, poveretto, non segue più da 14 giorni la riabilitazione per il ginocchio fratturato sulle piste da sci quest'inverno.
L'assessore provinciale Brusco, su questo punto, avrebbe già pronta un'interrogazione per denunciare il disservizio: è inammissibile che i fisioterapisti dell'Usl 18 non riescano a farsi largo in mezzo a un assembramento di almeno 14mila genitrici. Il Dg dell'Ulss Marcolongo, per parte propria, respinge l'accusa di malagestione e pare intenzionato a riacquisire l'ex ospedale Maddalena per consentire un ampliamento del vicino Sert di via Gramsci, ormai inadeguato ad accogliere il numero di ragazzini che sono finiti nel tunnel della droga a causa dei lavori del Parco. L'opposizione, intanto, attacca chiedendo la rimozione di Marcello Mazzo, capogruppo del Pd e coordinatore del Sert rodigino. L'assessore Romeo tenta la mediazione e propone di assumere 700 guardie forestali da dotare di lanciafiamme da usare contro i baby tossici, ma anche contro i rumorosi accampamenti di badanti nel periodo estivo.

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