venerdì 31 ottobre 2008

Piove? Colpa della giunta Merchiori!

"Quanto accaduto nei giorni scorsi non ha precedenti. Non si era mai vista una pioggia del genere, la città è allo sfascio. La giunta Merchiori deve fare le valigie e lasciare il posto a chi ha competenza".
Questo, in sintesi, l'attacco durissimo rivolto dall'opposizione al sindaco e alla sua squadra di governo nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Pietra dello scandalo, la pioggia dei giorni scorsi, che pesanti disagi ha creato ai cittadini. "Una cosa indecente - tuona Roberto Magaraggia, intervenendo all'inizio del consiglio - Ho saputo di gente che è uscita senza ombrello e s'è presa una valanga d'acqua, tornando a casa fradicia! E l'amministrazione cosa fa per tutelare i cittadini? Niente. Intanto molti hanno passato ore d'inferno, sperando invano in un aiuto mai arrivato da parte del Comune: come la signora Giulia, che è stata letteralmente schianzata dall'acqua di una pozzanghera sollevata da un'auto in corsa, o l'amico Egidio che è uscito con l'ombrello e l'ha dimenticato in treno mentre tornava da Venezia. Quell'ombrello lì chi glielo ripaga? Voi?"
A nulla è servito il commento del sindaco, Fausto Merchiori, che si è detto allibito: "Piove! E io che ci posso fare, perdiana!" Parole che sono solo servite a riscaldare gli animi, provocando uno stuolo di critiche da parte dell'opposizione: "L'ha detto a voce alta, ora i cittadini lo sappiano: il sindaco non sa cosa fare, eh! - dichiara indignato Andrea Bimbatti, capogruppo del Pdl fino a prova contraria - Io dico che se non sanno cosa fare, meglio che lascino il posto a chi sa fare". Rincara la dose Paolo Avezzù, capogruppo fino a prova contraria di Forza Italia: "E l'assessore Graziano Azzalin non dovrebbe avere la delega alla Meteorologia? Oppure è della Romeo? Su questo punto esigiamo sia fatta chiarezza". Non è mancata dunque la replica di Azzalin a nome di tutti: "Porco di un can! Non c'è nessun assessore alla Meteorologia, ma stiamo dando di matto?" Sprezzante l'intervento successivo di Rinaldo Salvan (Udc), che ha posto la parola fine al dibattito, sottolineando ancora una volta l'inadeguatezza di chi governa la città: "Signor sindaco, prima non c'era l'assessore alla Cultura, adesso non c'è quello alla Meteorologia! Vi chiediamo risposte su un problema specifico e ci dite che non sapete cosa farci. Complimenti! E infatti si vede, perchè la città sta andando in malora. Ma si rende conto la vostra giunta che la pioggia significa solo disagi, pesantissimi disagi per i cittadini che pagano le tasse? Avete presente che magone viene alle persone quando c'è questo tempo bigio? Lo sapete quanto difficile è andare al lavoro sotto un acquazzone? Pensate di lasciare correre, che tutto si sistemi da sè? Lo vedete anche voi, se proprio dei cittadini non ve ne fregasse nulla, che la pioggia blocca i lavori utili alla città, mi stupisce che non lo capiate da soli. O decidete di fare qualcosa o, se va avanti così, i lavori per rifare corso del Popolo finiranno nel 2014! Come sempre dobbiamo dirvi tutto noi, vergogna! Andatevene a casa!" Al termine del dibattito è intervenuto il presidente del consiglio comunale Vito Piccininno: "Colleghi consiglieri, qual'è la domanda?"

Nella foto, l'originale protesta di un cittadino

Sciopero studentesco con ospiti d'eccezione

Anche in Polesine centinaia e centinaia di studenti ingenui, con il cervello lavato dalla malvagità comunista, scendono in piazza per protestare contro il Decreto Gelmini, spesso aizzati da insegnanti bolscevichi senza scrupoli. Fatto sta che nel territorio sono state organizzati cortei a Rovigo e Adria, senza contare i due bus per Roma messi a disposizione dalla Cgil grazie all’oro di Mosca.
L’iniziativa ha goduto del sostegno anche di Maicol Colasberna che, grazie alla sua ormai famosissima macchina del tempo, è riuscito a coinvolgere Pietro Calamandrei per le conclusioni della manifestazione nel capoluogo. L’insigne giurista scomparso nel 1956, tra i padri della Costituzione e figura di spicco del Partito d’Azione e del Psdi, è venuto volentieri nel mondo del futuro per parlare ai giovani, agli insegnanti, al personale Ata. "Facciamo l'ipotesi così astrattamente – ha detto Calamandrei prendendo la parola in piazza Garibaldi - che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli, ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza: in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora il partito dominante segue un'altra strada: comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. E allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare in queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli, invece che alle scuole pubbliche, alle scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in questo modo: rovinare le scuole di Stato, lasciare che vadano in malora, impoverire i loro bilanci, ignorare i loro bisogni, attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private, non controllarne la serietà, lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare, e dare alle scuole private denaro pubblico".
Concluso l’intervento, Calamandrei ha salutato i ragazzi, invitandoli a tenere duro, prima di risalire sulla macchina del tempo. “Da ex dirigente del Psdi sono costernato – dice Mario Borgatti a nome del Pdl – proprio non riesco a capire come Calamandrei possa essersi venduto alla propaganda marxista-leninista. Proporremo un ordine del giorno in tutti gli enti locali perché le macchine del tempo non possano essere utilizzate per trasportare dal passato noiosi padri costituenti che, solo perché dotati di una oggettiva superiorità morale, possano fomentare certe disdicevoli manifestazioni”.

giovedì 30 ottobre 2008

Anche Pinocchio lotta con gli studenti

Reduce dal duro pestaggio subito proprio nella città che ospita una mostra a lui dedicata, Pinocchio è stato nuovamente vittima di inaudite violenze durante le manifestazioni studentesche di piazza Navona a Roma, a cui si era unito in segno di solidarietà verso il mondo della scuola in rivolta contro il decreto Gelmini.
"Tutti sanno quanto il mì babbo abbia faticato per farmi studiare - dichiarava poche ore prima dell'aggressione il buon burattino di legno - Sono qui per fare capire che tagliare i fondi alla scuola significa uccidere le speranze di riscatto di tanti bambini e ragazzini poveri come me, che solo attraverso lo studio, come insegnava babbo Geppetto, potevano sperare di accedere ad una migliore condizione di vita. Dunque, viva la scuola pubblica! Abbasso la scuola classista!" Poco dopo hanno iniziato a scoppiare i primi tafferugli, cui è seguito il durissimo intervento delle forze dell'ordine. Azione giustificata dalla necessità di reprimere gli scontri sorti all'interno del fronte studentesco, certo. Ma l'accanimento contro il povero Pinocchio sembra essere stato del tutto gratuito, come dimostra questa drammatica sequenza (foto Ansa) in cui il povero burattino viene sbattuto al suolo, preso a pedate e calpestato. Stando alle testimonianze, suffragate dall'ultima foto della serie che riportiamo, avrebbe alzato un braccio cercando di fermare i celerini, implorando pietà. Ma questi, per tutta risposta, avrebbero infierito ulteriormente. "Gridavano slogan tipo: Toscano comunista, ti spacchiamo la faccia!, oppure Pinocchio! Pinocchio! Ti mettiamo in ginocchio! e ancora Fanculo Pinocchiè! Viva Pinochet!- racconta un ragazzo rasta - Hanno continuato a pestarlo anche quando ormai era inerme. Sono veramente disgustato. Credevo di essere in un paese civile, invece sembrava di essere tornati ai tempi del G8 di Genova". Pinocchio è stato ricoverato immediatamente presso una falegnameria e giudicato guaribile in una ventina di giorni, salvo complicazioni.
Immediata la mancanza di reazioni del mondo politico rodigino. Solo Rifondazione Comunista è intervenuta duramente per chiedere ragione di una bozza di intervento scritto dall'assessore alla Pace, Giovanna Pineda, in cui criticava il "pestaggio cileno" e chiedeva oltretutto perchè "in piena continuità tra un governo e l'altro si taglino continuamente fondi alla scuola pubblica, mentre si aumentano quelli per gli armamenti". Anche i Verdi hanno ribadito a chiare lettere la loro linea, evitando di commentare, mentre Pdl e Pd hanno preferito mantenere un doveroso silenzio, "per non strumentalizzare la mostra in corso in questi giorni a Palazzo Roverella", si legge in un comunicato congiunto.

Al via la caccia al piccione!

Si avvicina l'ora della fine per migliaia di pennuti residenti abusivamente in centro storico. Il Comune di Rovigo è infatti pronto a ricorrere al pugno di ferro contro i piccioni, i volatili inutili, fastidiosi, nonchè scagazzoni, che infestano i bei palazzi della città sommergendoli di guano, tra le immancabili ire dei cittadini.
Il nuovo regolamento sugli animali domestici prevede l'avvio di un lungo e sanguinoso pogrom per questi animali sinantropi, degni compagnucci di zecche, ratti e amebe. Innanzitutto, sarà completamente proibito su tutto il territorio comunale di dare becchime o altro nutrimento ai colombi allo stato brado, se non speciali mangimi anti-scopata che saranno somministrati alle bestiacce per contenerne progressivamente il numero e alle mogli stanche per tenere a freno i mariti vogliosi quando la scusa del mal di testa non regge più. I vigili sono pronti a reprimere qualunque tentativo di foraggiamento con becchime, se necessario prendendo a racchettate anche i bambini, noti per la perniciosa abitudine di gettare le briciole ai pennuti, perdipiù ridendo. Anche le donne che scrollano d'abitudine la tovaglia in testa ai passanti dovranno stare attente: cecchini armati di cerbottana sono pronti a punirle severamente. Gli abitanti del centro storico saranno particolarmente coinvolti nello sterminio delle dannate belve. Innanzitutto gli amanti del guano sul davanzale, quelli che da anni lo collezionano, magari per realizzare sculture d'arte contemporanea, dovranno smetterla e adeguarsi. Il regolamento parla chiaro: saranno obbligati a fare di tutto per impedire alle bestiacce di insediarsi e nidificare, per poi magari riprodursi a tutto spiano. Per l'impari tenzone sono ammessi reticoli con corrente ad alta tensione, contraeree, lanciafiamme, gatti mutanti dotati di ali, gas yprite. E' stato avvisato anche il parroco del Duomo, struttura che colpevolmente ospita la maggior parte dei piccioni del centro, che con il passare degli anni hanno conferito un aspetto gotico alla cattedrale, con le loro guglie di merda secca e i gargoyle fatti di escrementi ammonticchiati. Don Carlo ha promesso di mettersi in regola: procederà alla disinfestazione domenica mattina, dopo la messa, utilizzando delle vecchie bombe shrappnel donategli in eredità da un ragazzo del '99 deceduto l'anno scorso.
Infine un aneddoto curioso. All'annuncio dell'avvio della "caccia al piccione", il consigliere comunale Aniello Piscopo ha avuto un momentaneo mancamento. Ripresosi, ha tratto un sospiro di sollievo quando gli è stato spiegato meglio di cosa si trattava: "Ah, al piccione! - ha detto - Detergendosi il sudore dalla fronte. Al piccione, va bene. Che spavento!" Passata la paura, l'assessore Gigi Osti ha stemperato il clima con una battuta: "Questa mi ricorda la storiella del tipo che gira con una gabbia con dentro un pazzo di trenta centimetri..."

mercoledì 29 ottobre 2008

Un bluff l'ingresso di Pavarin nella Lega

Recentemente transitato dal gruppo Prc-Sendero Luminoso ai Comunisti Padani, Cristiano Pavarin è tornato ieri alla ribalta per una conferenza stampa congiunta con l'assessore comunale Giovanna Pineda, anch'ella entrata nel partito di Bossi: "Ebbene, la nostra adesione alla Lega era una pura provocazione per smuovere le acque nel partito - dichiarano a sorpresa - Ma abbiamo constatato che i vertici di Prc se ne sono sciacquati i marroni e dunque ora annunciamo il nostro ritorno nelle fila del partito per il solo gusto di rompere le palle al prossimo congresso".
Pavarin dice di volere finalmente organizzare un blocco popolare per la costruzione del partito comunista, inteso come strumento per la liquidazione della borghesia imperialista e dei vetusti scaldapoltrone ammuffiti che la rappresentano in Polesine. "Solo la direzione di un nuovo e vero partito comunista può guidare la lotta della classe operaia alla conquista del potere e alla costruzione della nuova società socialista - spiega Pavarin, allenandosi con il punching ball - rimuovere quei quattro inutili babbei che in un decennio hanno annullato il Prc a una scoreggia e ora si lavano la coscienza con un congresso fuori tempo massimo, è solo il primo passo verso quel cambiamento ormai indifferibile. Diciamolo, non se ne può più dei parassiti che vivono del lavoro altrui e che, se lavorano, lo fanno solo per aumentare le proprie ricchezze. Volete sapere a chi mi riferisco? Semplice: industriali, banchieri, affaristi e mafiosi, grandi funzionari, prelati di alto rango, esponenti politici che si limitano a discutere di sedie, lavandosi i coglioni con le esigenze delle masse popolari".
In vista delle provinciali il consigliere comunale rifondarolo pone con chiarezza le priorità: "Aldilà della confusione, del teatrino, delle chiacchiere che ne costituiscono l'apparenza, la sostanza della lotta politica è se i comunisti riusciranno a prendere la direzione delle masse popolari e a condurle alla rivoluzione socialista, unendosi alla loro resistenza difensiva e offensiva, appoggiandola, promuovendola, organizzandola e facendo prevalere in essa la direzione della classe operaia attraverso il partito comunista, fino a trasformarla in lotta per il socialismo". L'appello, dunque, è di abbandonare ogni timidezza anche sul piano istituzionale per non lasciare alla sola Lega Nord l'espressione del malcontento che serpeggia tra i cittadini e che la maggior parte degli amministratori in ambo le coalizioni non riesce a rappresentare in modo compiuto. "Solo i nostri limiti, i nostri errori, la nostra ancora scarsa fiducia in noi stessi e nelle masse e la nostra limitata esperienza, impediscono di sfruttare al meglio le possibilità che la realtà di tutti i giorni ci presenta e progredire nella lotta per fare di Rovigo un'avanguardia in Italia per l'edificazione di un nuovo paese socialista e per la rinascita del movimento comunista. Ogni volta che abbiamo conseguito un successo nella nostra azione politica è stato perché abbiamo superato in qualche modo questa sfiducia, abbiamo usato in modo rivoluzionario l'esperienza del movimento comunista, abbiamo fatto appello alle masse popolari in sintonia con la loro mobilitazione concreta".
Immediata la reazione di Anna Lucia Riberto, segretario provinciale a vita del Prc, che prima di scoppiare a piangere ha commentato: "Pavarin è un impresentabile estremista, degno amico di quella Giovanna Pineda cui presto tenderemo un trappolone per sostituirla in Giunta con qualche testa di legno che ci dica sempre signorsì". Compatta la replica di centrodestra e centrosinistra. Il Pd in una nota ufficiale spiega: "E' un tipaccio quel Pavarin! E' evidentemente un ispiratore di RoWoodstock e un autore di canzoni black metal, genere notoriamente non apprezzato dai commercianti del centro storico". Altrettanto netta la posizione del Pdl: "Pavarin va assolutamente contrastato. Potevamo tollerarlo finché si limitava a contestare la gestione dell'Iras, ma ora che pone la priorità di organizzare la lotta per un nuovo e superiore ordinamento sociale che realizzi l'emancipazione dei proletari dai capitalisti va assolutamente contrastato. Il rischio è che ci mandino davvero a casa tutti, a prescindere dalla collocazione".

nella foto,
Cristiano Pavarin mentre interviene in un comitato politico provinciale del Prc

Tutto è legato

"I tagli alla scuola voluti dal ministro Gelmini impediranno l'installazione di zanzariere negli edifici polesani. Questo, in concomitanza con la diffusione del virus del Nilo Occidentale, potrebbe comportare un'estinzione di massa di studenti, dopo l'orribile strage alla fiera di Trecenta. Anche per questo l'amministrazione comunale sta avviando l'ampliamento dei cimiteri di Grignano Polesine e Sant'Apollinare".
Torna alla ribalta Suellen Zorzetto: dopo l'annuncio di una possibile Apocalisse a seguito dell'esplosione dell'ordigno di piazzale Di Vittorio, questa volta la scienziata polesana ci chiede uno spazio urgente per lanciare l'allarme sui fenomeni di questi giorni. Un allarme confuso e incomprensibile, ma che ci fa capire come tutto ciò che accade sia legato da un fil rouge. "I giornali continuano a considerare le notizie come fenomeni isolati, sbagliando - commenta la Zorzetto - Prendiamo il caso dei consorzi di bonifica su cui il Corriere del Veneto sta pompando da giorni: i soldi che verranno restituiti a persone come il signor Zanforlin, potevano essere utilizzati per bonificare ampie zone del Polesine, impedendo la proliferazione di zanzare, veicolo della malattia che sta colpendo cavalli e uomini. In un momento di crisi economica, fischiettare e guardarsi intorno mentre tutto ciò accade può avere effetti catastrofici". Già, perchè secondo autorevoli proiezioni di Leonida Gusmaroli, che ha collaborato con la Zorzetto nell'elaborare la teoria del "Tutto è legato", la morte di decine e decine e ancora decine di studentelli, specie dopo l'ecatombe di baby tossici di qualche mese fa, provocherà un'insurrezione dei commercianti del centro, che tanto per cambiare attaccheranno il Comune.
Saranno soprattutto i baristi i più penalizzati: gravissime infatti le ripercussioni sull'economia "da bruso", cioè sul servizio di ristoro offerto ai ragazzi provvisoriamente non frequentanti le lezioni per ragioni di svago o svogliatezza. "E poi si stupiscono se uno che ha un'enoteca per arrivare a fine mese si dedica al traffico internazionale di stupefacenti", commenta amaro Giorgio, barista del centro, mentre vende per un pacco di soldi la propria attività al signor Quin Shi Huang (nella foto). Un segno dei tempi anche questo. "Nei prossimi dieci anni - dice la scienziata - tutti i locali del centro saranno in mano ai cinesi, tanto che la quarta ristampa di Severo American Bar di Mattia Signorini sarà riveduta e corretta, cambiando il nome del noto barista baffuto in Shen Nung. I cinesi saranno talmente apprezzati nel nostro territorio, che numerose prostitute giapponesi si spacceranno per figlie del Celeste Impero. Non si allarmino tuttavia i padani doc: i molti baristi rimasti disoccupati a causa della concorrenza, passeranno il tempo, da bravi proletari, a trombare con le consorti a tutto spiano, invertendo nuovamente il trend demografico nell'arco di tre lustri. Come andrà a finire lo sa solo Leonida".

Rovigo, città della barzelletta

Dopo il successo di pubblico ottenuto dallo show comico al festival pro Costato e l'exploit da record del libro "Il gigione ridanciano" di Gigi Osti, la Fondazione Gino Bramieri di Milano ha insignito il capoluogo polesano del titolo di "Città della barzelletta", premiando così l'impegno profuso da insigni personaggi pubblici, come Renzo Marangon, Aldo Guarnieri, Gigi Osti, Mario Borgatti & Jerry Lewis, Luigi Migliorini e ancora molti altri, nel diffondere il piacere di una risata sotto i baffi, come antidoto alle amarezze della vita quotidiana.
Un onore per i polesani essere legati al nome del memorabile comico meneghino (nella foto, nella riuscita imitazione di Rosa Russo Iervolino). "Sono profondamente commosso e onorato di questo prestigioso riconoscimento - ha dichiarato il sindaco, Fausto Merchiori, nel ricevere una targa d'ottone dal presidente della Fondazione, Moravio Scarinci - Per celebrare al meglio il re della risata daremo vita al primo festival internazionale della barzelletta, con esibizioni di esordienti e una jam session dei migliori talenti che si sfideranno dal vivo, scambiandosi freddure e battute improvvisate al momento. Questa iniziativa darà certamente lustro alla nostra città". Plauso bipartisan, con l'immancabile polemica malcelata da parte dell'opposizione: "Un salto di qualità, per la giunta Merchiori - ha dichiarato Paolo Avezzù, che ammette di non sapere più a nome di chi sta parlando - Sotto la loro amministrazione, infatti, Rovigo si doveva accontentare di essere una città da barzelletta. Ah! Ah! Ah!" Frotte di richieste di partecipazione starebbero già piovendo sull'Urp del Comune, da parte di tizi qualunque, ma anche di rappresentanti della società civile polesana. Attesissimi anche molti noti comici internazionali. Non mancheranno i politici, che dall'agone umoristico sperano di trarre successo elettorale, sostituendo così i noiosi dibattiti con la verve di uno scambio di freddure. Perfino il leghista Antonello Contiero si è detto disponibile al confronto con gli avversari di destra e di sinistra: "Racconterò la bella barzelletta del ciclista padano che va a Roma, arriva in piazza a Montecitorio e lascia la bicicletta proprio davanti al parlamento. Allorchè un vigile lo avvicina e gli fa: Ehi, mica può lasciarla lì così! E l'altro: E perchè mai? E il vigile: Beh, perdiana, qui passano un sacco di ministri! E il ciclista: Non si preoccupi, la chiudo col lucchetto!"

martedì 28 ottobre 2008

Nuovo appello di Cicciuzzo redivivo

E' un grido disperato, quello dell'uomo un tempo noto come Cicciuzzo Sconciaforni, trasformato in un essere incredibile dall'invertitore metabolico dello scienziato Gaio Barfowskji. Solo pochi giorni fa si era presentato al sindaco come Gustavo Lambertini Sconciaforni, bisnonno di Cicciuzzo, ma con il passare delle ore la regressione lungo l'albero genealogico è progredita vertiginosamente.
"Più passa il tempo più i rami familiari si intrecciano in modo incomprensibile. Ora non sono più semplicemente mio padre o mia nonna, ma sto vivendo contemporaneamente l'esistenza di un mio antico avo, giardiniere della corte estiva estense del Belriguardo; quella di Juliette, una altrettanto lontana ava, mendicante di Besançon; quella di 'Lupo' Cerpelloni, un barcarolo romano che finì annegato nel Tevere e così via. Ho pure scoperto di avere come antenato un cugino di terzo grado per parte materna di Castruccio Castracani, negli anni in cui quest'ultimo dominava Coreglia Antelminelli (XIV secolo) e di essere imparentato con la guardia carceraria che sorvegliava l'anarchico toscano Gaetano Bresci. Da un certo punto di vista questo fa di me un privilegiato: volete sapere come è morto realmente Bresci? Eh, io lo so, ma non ve lo dirò. Prima dovete trovare un modo per farmi uscire da questo delirio. Vivere contemporaneamente le vite di decine di persone e ogni giorno ritrovarsi in un corpo nuovo mi sta facendo uscire di testa. La colpa di tutto ciò è dell'amministrazione comunale, che ha dato mano libera a quel demente di Barfowskji!"
Non ci sta ad essere accusato ingiustamente, il sindaco Fausto Merchiori, che si ricorda bene come andarono le cose: "Eh, no, bona lè, Cicciuz! Molla la tomella! - dichiara apertis verbis - L'uso dell'invertitore metabolico fu reso necessario dal fatto che tu, bel tomo, eri risorto in forma di zombi, assassinando decine di persone e minacciando la nostra società civile. Avremmo potuto piantarti una vanga nel cranio come in un film di Romero, ma cercammo una soluzione accomodante, riportandoti in vita. Se poi uno strumento avveniristico come l'arma del dottor Barfowskji ha rivelato qualche imprevedibile effetto collaterale, non è certo colpa nostra. E poi, per l'anagrafe sei morto sfatto... cazzo vuoi? Ringrazia il cielo che hai avuto una seconda possibilità".

Nella foto, Cicciuzzo come appariva ieri pomeriggio

Nathan Never in Nord Corea

L'amicizia sempre più stretta tra il Caro Leader Kim Jong-Il e i polesani sta dando inaspettati frutti. Proprio dalla terra tra i due fiumi è partita in queste settimane l'operazione che ha portato alle prime edizioni nordcoreane della Sergio Bonelli Editore, avvallate con grande piacere dal Caro Leader in persona, lieto di ospitare, dopo i più prestigiosi studi di animazione mondiali, anche il meglio del fumetto all'italiana. "Ho incontrato Kim in persona - spiega Michele Medda, autore di Nathan Never - e gli ho raccontato di quanto la monumentalità di una capitale come Pyongyang abbia influito sul design futuristico della megalopoli senza nome in cui si svolgono le avventure dell'agente speciale Alfa. Il Caro Leader ha chiesto di potere leggere tutta la serie dal primo numero ad oggi, compresi gli speciali, gli almanacchi e i giganti. Mi ha anche detto che negli ultimi tempi siamo divenuti un po' pedanti con le saghe, ma che tutta l'epopea legata al tema dei tecnodroidi e degli uomini ombra meriterebbe di essere esposta in grandi pannelli all'interno di un colossale museo nazionale". Da qui la disponibilità ad avviare non solo la traduzione, ma anche una completa revisione degli albi Bonelli nella Repubblica Democratica nordcoreana. "La loro cultura è profondamente diversa dalla nostra - spiega Medda - per questo ci è stato chiesto un leggero restyling". In esclusiva, la Sergio Bonelli Editore (C) ci ha offerto un'immagine di come sarà il Nathan Never nordcoreano: l'abbigliamento resterà pressochè identico, mentre le fattezze sono state adattate ai canoni degli eroi nazionali locali. Qualcosa del genere avverrà per Dylan Dog, troppo simile a Rupert Everett nell'edizione originale, mentre per Martin Mystere si pensava ad una leggere somiglianza con il Grande Leader Kim Il Sung.
"C'è stato un vero e proprio braccio di ferro, ma un compromesso era inevitabile - racconta Sergio Bonelli - Per ora Tex rimarrà fuori dall'accordo. I tempi non sono ancora maturi". Il grande editore svela anche gustosi restroscena dell'operazione. Sarebbe stato Aldo Guarnieri, noto fumettofilo rodigino, a proporre alla casa editrice di cercare fortuna ad Oriente. Forte dei numerosi contatti tra il Polesine e Kim Jong-Il, grazie alla straordinaria amicizia con Beppe Osti, Guarnieri ha avuto gioco facile nel condurre la trattativa in porto. "Non ho chiesto nulla in cambio. La felicità di vedere i miei eroi preferiti diffusi in tutto il mondo mi ripaga - commenta imbarazzato e con gli occhi commossi - Certo, Sergio ha promesso di farmi avere una tavola originale del primo Nathan Never gigante, autografata da Roberto De Angelis e questa è un'ulteriore ricompensa. Infine non ha escluso di valutare alcuni progetti e sceneggiature che gli ho esposto a cena. Ha detto che mi farà sapere".

lunedì 27 ottobre 2008

Augusta e Celio uniti per sempre

Ancora una volta un dramma della gelosia segna la tranquillità di una famiglia dabbene. Protagonista questa volta è la stimata signora Augusta Taurinense, consorte da tempo dell’apprezzato opinionista Celio Rodigino, ormai da tempo sulla bocca di tutti i polesani più per le vicende da impenitente farfallone che per i sagaci elzeviri sul Corriere del Veneto che lo hanno reso celebre.
I guai sono iniziati mercoledì scorso quando Taurinense, spazientita per i ritardi nella partenza nella spedizione per recuperare Guglielmo Brusco in Nepal che avrebbe dovuto provvedere secondo alcuni al rientro di Celio Rodigino, si è intrufolata nottetempo nella villetta dei fratelli Colasberna. Lì, approfittando del momentaneo stato confusionale dei due inventori, noti tossicodipendenti al servizio della casta politica locale, la signora avrebbe preso possesso del teletrasporto spazio-temporale brevettato qualche mese fa dalla geniale accoppiata. Così smanettando la donna si è proiettata a Odessa, la città ucraina dove Celio Rodigino si è risposato con la rispettata farmacista del luogo Irina Timoshenko. Penetrata abilmente nell’abitazione dei conviventi, la Taurinense avrebbe prelevato l’opinionista mentre dormiva sereno, coadiuvato in ciò dalla vodka che nella Repubblica ex sovietica non pare mai mancare. Nel trasportare il consorte, però, la signora Taurinense, entrata nella macchina, avrebbe toccato inavvertitamente il pulsante “Dottor K”, inserito dai Colasberna per organizzare simpatici scherzi nelle goliardiche feste universitarie.
Un vero patatrac, per dirla con Einstein. I due coniugi, mutati nella struttura molecolare, sono poi stati spediti dall'incredibile macchinario in epoca non precisata. Immediata la richiesta di aiuto inoltrata dalle autorità agli inventori del prototipo. Furioso Johnny Colasberna: "Non doveva essere usato, porca madosca! Quella scema ora si arrangi, così impara a rubare la roba altrui!" Più disponibile il fratello: "Utilizzando la mia macchina fotografica a bosoni – spiega Maicol Colasberna – sono riuscito a intercettare un’immagine, presumibilmente del 1977, dove si vedono i signori Rodigino nella loro nuova forma. Ammetto che mi girano le palle perché la signora Augusta ha violato il mio domicilio, ma non posso da scienziato abbandonarla a un ingrato destino. C'è bisogno di un team di uomini validi per occuparsi di questa nuova missione. Per questo chiederò al presidente Napolitano di graziare anche Gaio Barfowskji perché possa occuparsi di questa vicenda, mentre sarò in Nepal a raccattare il buon Brusco". Immediata la risposta del presidente della Repubblica: “Per il mio amico Celio, questo e altro. Barfowskji è sin da ora un uomo libero”.

Deja Vu

Alle 10.51 di sabato mattina, 47mila e 867 rodigini hanno avuto in contemporanea lo stesso deja vu. "Un record mondiale!", esulta il sindaco, Fausto Merchiori, sospendendo per l'occasione la pennichella pomeridiana del sabato. Immediato l'intervento dell'Ulss 18, che ha messo in quarantena al Censer tutte le persone coinvolte, inviando una squadra di neurologi, psicologi e epidemiologi: "Non vorremmo che fosse contagiosa", ha dichiarato il direttore generale, Orazio Marcolongo, fratello di Adriano, attualmente in viaggio verso il Nepal in cerca dell'amato Guglielmo Brusco.
Il deja vu di massa si è verificato quando un tremor zannuto ha fatto strage tra la clientela del Wine Bar Roverella. Attirato dalla musica house pompata a 600 watt all'esterno del locale, il divoratore strisciante ha decimato un assembramento di truzzi durante l'happy hour. Dopodichè, soddisfatto dello spuntino, ha ordinato uno spritz. Immediata la presa di posizione di Merchiori, che ha invitato a non strumentalizzare l'accaduto, mentre i residenti dei palazzi vicini hanno chiesto di dedicare al verme assassino una via. Critico il direttore dell'Ascom: "Questi tremors mettono a rischio il commercio in centro". Drammatico il dibattito tra gli ambientalisti: se da un lato questa specie altera la catena alimentare, dall'altro sembra crudele abbattere gli esemplari. Interrogato sulla faccenda, Guido Romanin dei Verdi ha affermato: "Stiamo valutando. Non vogliamo essere sempre il partito del no". Gli animalisti della Lav hanno invece ricordato che anche i tremors soffrono e soprattutto che studi empirici provano un elevato grado di intelligenza: questi animali tendono infatti a far agonizzare il più possibile le loro prede, prima di ucciderle.
Sconcertante la conclusione dei medici "Questo non è un semplice deja vu - ha dichiarato il dottor Giancarlo Giancarli, mostrando il proprio diploma di laurea - I fatti che questa gente asserisce di avere visto si sono in effetti già svolti, esattamente identici, nel maggio scorso! Com'è possibile? Forse colui che regola la macchina dell'Universo è a corto di idee?" L'opposizione comunale guidata da Andrea Bimbatti affiderà ad Aldo Guarnieri la compilazione di un pamphlet satirico da presentare in consiglio comunale su "questa Rovigo in cui tutto si ripete identico". La Provincia invece affiderà alla scienziata Suellen Zorzetto il compito di capirci qualcosa: "Ho accettato, nonostante i passati screzi con l'assessore Chinaglia - commenta la donna - E' importante che una donna riceva questo incarico e altrettanto importante che una donna riceva un assegno come quello che ho ricevuto io. Quanto al lavoro che dovrò fare, ci sono dati sufficienti per credere che il tilt di stamattina sia dovuto a uno sfasamento spaziotemporale. Resta da capire se sia un effetto del disastro di Polesine Camerini o dei troppi viaggi nel tempo. C'è infatti chi sostiene che le macchine del tempo inquinino il tessuto spaziotemporale, alterando i piani di realtà. Di fatto, il tempo è andato in tilt: lo dimostra il fatto che la Provincia mi abbia affidato l'incarico venti minuti dopo il responso del professor Giancarlo Giancarli".

domenica 26 ottobre 2008

Le visioni di Leonida Gusmaroli #9

Per sapere qualcosa sul futuro non c'è che da scegliere: fabbricarsi una macchina del tempo con l'aiuto dei fratelli Colasberna oppure contattare Leonida Gusmaroli. Peccato che i geniali inventori polesani siano troppo impegnati con la missione di recupero di Guglielmo Brusco in Nepal. Dunque anche questa settimana affidatevi alle parole del vostro veggente preferito.

Polesine verde
Come previsto da Antonello Contiero e dai suoi fans, alle prossime provinciali la Lega Nord vincerà al primo turno con il 79% delle preferenze, disdegnando l'alleanza con i Sacconiani e irridendo tutte le altre forze politiche. In un'ultima, drammatica mossa, l'area Pdl di Renzo Marangon e il Pd di Carlo Alberto Azzi fonderanno un nuovo partito di destra-sinistra, allo scopo di ottenere almeno un consigliere. Il resto del centrosinistra e centrodestra, spaesato, correrà a chiedere protezione a Gianni Magnan. Smessi i panni di Ayatollah al Hemar, il leader del Carroccio si proclamerà Unico Dio delle principali religioni monoteiste, specificando: "Solo la Lega può rappresentare tutti i credenti. Le altre non sono nemmeno religioni, puah! Fora dae bae!" Al grande statista del partito di Bossi sarà intitolato il rinnovato complesso diocesano "Antonello Contiero", che smetterà immediatamente di dare accoglienza agli immigrati per favorire, invece, club di briscola, associazioni di ex combattenti in pensione e circoli per la conservazione della cultura polesana.

Sabotato il rigassificatore di Porto Levante!
Un inusuale attentato terroristico cancellerà dalle acque polesane il terminal gasiero di Porto Levante, accolto con grande entusiasmo nel settembre 2008. Secondo la ricostruzione ufficiale, un gruppo eversivo, dirottando una nave per lo stoccaggio del metano, avrebbe immesso nel rigassificatore ingenti quantità di gas elio, gonfiandolo come un palloncino. Spinto dall'incredibile pressione dell'elio, il manufatto di cemento ha preso letteralmente il volo, scomparendo lentamente tra le nuvole, mentre il personale si gettava in acqua gridando in modo ridicolo con la voce alterata di ventisette semitoni a causa dell'inalazione del gas. Non si è fatta attendere la rivendicazione da parte del Nucleo polesano per la rinascita dell'Internazionale Situazionista.

L'Unesco torna sui propri passi
Sollecitata da molti cittadini indignati, l'Unesco acconsentirà a Rovigo di togliere i cartelli "Città di merda" dall'ingresso del centro. "Anche se rimane una città di merda - commenterà stizzito il funzionario Joachim Herrero - Comunque fate come vi pare, però pretendo che mettiate dei cartelli per avvisare i turisti che la vostra città è una fetecchia!" Il Comune avvierà dunque una commissione consiliare per sviscerare l'argomento: "L'importante è che non si pensi che la nostra è una brutta città o, peggio ancora, che in passato si sarebbe potuto fare a meno di abbruttirla consentendo ad architetti amici di progettare obbrobri in pieno centro, trasformando le strade in un'accozzaglia disomogenea di stili". Geniale l'intervento di Federica Zarri, che proporrà un abile escamotage, tutto giocato sui doppi sensi come i suoi film. Con il benestare dell'Unesco, all'ingresso della città saranno affissi i nuovi cartelli "Rovigo, città del cazzo".

sabato 25 ottobre 2008

Il gigione ridanciano

Dopo Giuseppe Pietroni e Mattia Signorini, anche Gigi Osti si appresta ad arrivare nelle librerie dando lustro al Polesine come terra di scrittori, amministratori dinamici, musicisti metal ed eroi.
Il volume si chiamerà “Il gigione ridanciano – Manuale per un umorismo greve”, pubblicato dai tipi della Pecorini Editore, e raccoglierà il meglio delle raffinate storielline esilaranti con cui l’assessore all’Urbanistica ama intrattenere i colleghi di Giunta nelle riunioni formali e gli amici dell’opposizione nelle cene a casa di cugine di ex sindaci.
Insomma, 467 pagine di divertimento intelligente in cui alle barzellette si affiancano consigli su come raccontarle per conquistare l’uditorio. “Sebbene i giornalisti mi stiano sui coglioni, anche a me piace scrivere – racconta Osti – di solito per rompere il ghiaccio uso sempre questa gag vecchia ma efficace. Lo sapete quali sono i tre uomini piu sfigati: Romeo che andava a piedi anche se aveva una Giulietta, Ulisse che ci mise 10 anni per conquistare una troia e Geppetto perche fece un bimbo con una sega”. In ogni modo, per ciascun contesto c’è la barzelletta giusta come ben sottolinea l’autore. “Per esempio – dice – un must in una serata galante, dopo una romantica cena a lume di candela è sicuramente questa. Ci sono due amiche e una domanda all’altra: "Com'è andata dal ginecologo?" La risposta: "Mi ha detto che ho un clitoride come un melone." "Grande?" - "No, dolce!” Ah, ah, ah, bella questa! No?”.
Osti, inoltre, precisa che il buon barzellettiere deve percepire gli umori del pubblico se vuole ricevere i meritati applausi. “Per dire... una sera con Paolo Avezzù, per una barza sbagliata ho quasi rischiato di far naufragare il Pat – sottolinea – dimenticando di avere di fronte un cattolico convinto gli ho raccontato questa. Che differenza c'è tra una donna incinta e una torta in faccia? Nessuna: tutti e due sono scherzi del cazzo! Lui si è irrigidito e ho salvato replicando con una barzelletta in cui il sesso è finalizzato alla procreazione volontaria. Gli ho raccontato così di quel tale che ha sorpreso Babbo Natale che scopava con sua moglie: quel pirla di suo figlio aveva chiesto un fratellino”. Poi ci sono gli evergreen per i colleghi di Giunta: “Questa la racconto sempre a Giovanna Pineda, così mi diverto a farla arrabbiare un po’, viste le sue posizioni femministe. Quale è la stagione preferita dalle donne? L'inverno. Perché è lungo e rigido”.
Intanto è di pochi giorni fa la notizia che durante gli scavi in località Campestrin, nei pressi di Grignano, tra i reperti risalenti all'età del Bronzo (XIII-XII secolo a.C.) è stata trovata una raccolta di barzellette di Renzo Marangon. L'incredibile scoperta sarà presentata in un convegno al Museo dei Grandi Fiumi.

Nella foto:
Osti presenta il libro con l'assessore alla Cultura e alcuni amici

Sacchetto vs. Virgili: scontro all'ultimo sangue

"Sono un insegnante, benchè di una materia tanto declassata, ed è mio dovere interrogarmi, riflettere, comprendere tra una flessione e una torsione". Non cessano gli attacchi del consigliere provinciale Vanni Sacchetto all'operato dell'assessore provinciale Titty Virgili, record provinciale di conferenze stampa annue, che vanamente si difende dall'accusa di non avere fatto niente per quattro anni: "Prima mi scrocca sedici bottiglie di Happy Hope per la sua festa di compleanno, poi mi attacca! Ingrato! Vergogna e biasimo anche per i giornalisti che hanno riportato le sue orride e farneticanti dichiarazioni! Come si fa a dire che non ho fatto nulla? L'Happy Hope mica è venuto fuori da sè dalla fontana della Madonna del Pilastrello! E il Joyful Joint, la Zero Ero o l'ecstasy lassativa me li sono inventati io? Ma va a pescare pesegatti, Vanni! Il giorno in cui avrai premiato tutti i campioni dello sport che ho premiato io, potrai anche darmi delle lezioni. Per ora puoi anche baciarmi le chiappe!".
E proprio ieri Sacchetto ha presentato al presidente Federico Saccardin un tomo delle dimensioni de "Il Signore degli anelli" contenente un'ampia documentazione sulle losche malefatte dell'assessore al sociale, sport e politiche giovanili (cioè la Virgili, per chi non l'avesse capito). "Voglio solo capire, signor presidente, com'è possibile che il 22 aprile l'assessore Virgili sia apparsa sui giornali in 57 articoli, corredati da 39 testimonianze fotografiche, tra un'inaugurazione della sagra della sarda in saor, un girotondo coi bambini dell'asilo per la Pace, un'introduzione alla mostra di pittura di un noto artista focomelico, e ancora l'apertura di un nuovo centro sociale per la terza età, la demolizione di un vecchio centro sociale per la terza età (bella la foto con la palla da demolizioni), una riunione per proposta di gemellaggio tra Castelnovo Bariano e Satoraljaujhely, un intervento al convegno su "Stipsi: cause psicologiche, letture metaforiche" e avanti fino a sera con la conferenza "Anziani di oggi nel 2015: probabilmente saranno morti". Tra l'altro non si riesce a capire come abbia potuto essere nella stessa ora al taglio del nastro della nuova spinatrice della birra al centro anziani di Magnolina e tra i relatori del workshop "Parallelepipedi: risorsa o problema?" che si teneva a Badia Polesine. Si chiedono delucidazioni in merito...". Seconda domanda: "Ho documentato che la Virgili in quattro anni ha consegnato circa 7.800 targhe a sportivi, parasportivi, dilettanti, agonisti, agonizzanti. Dove cazzo le prende tutte quelle targhe? Ricicla sempre le stesse per le foto o ne fa fare di nuove? E quanto costa all'erario l'acquisto di un numero di targhe il cui ottone sarebbe bastato per fabbricare 900mila pomelli da porta da donare alle numerose palestre prive di pomelli sulle porte?"
Nel frattempo giunge una nota della Protezione Civile provinciale, che invita a predisporre un piano di sostegno alla popolazione nel caso la giunta Saccardin attuasse la proposta di Sacchetto "di organizzare un consiglio provinciale aperto al pubblico in una mega hall - si legge nella nota - Proposta che, per quanto interessante, non sembra tenere in considerazione gli effetti perniciosi che una simile seduta potrebbe avere sui partecipanti. Vanno prese misure per fronteggiare il progressivo torpore indotto dal dibattito, la conseguente ipotermia e il pericolo di addormentamento in posizioni non ergonomiche o comunque rischiose. I casi di persone cadute al suolo e decedute a seguito di trauma cranico sono più numerosi di quanto si pensi. Si suggerisce dunque di predisporre divani letto, coperte calde e una cucina da campo, oltre a una camera di decompressione all'uscita".

venerdì 24 ottobre 2008

Il calvario, secondo tempo

(continua dalla prima parte)

Allora il B.V. Paolino disse loro: "Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Mi ciberò con Gigi Osti e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in termini di preferenze". E Nicola Settini gli disse: "Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai". Gli disse il B.V. Paolino: "In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E Settini gli rispose: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli. Allora il B.V. Paolino andò con loro in un podere e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E presi con sé Settini e Luca Paron, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Settini: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori di Bimbatti. Alzatevi, andiamo; ecco, coloro che mi mettono in minoranza si avvicinano".
Mentre parlava ancora, ecco arrivare Bellinazzi e con lui tutto il comitato comunale con spade e bastoni, mandato dai sommi dirigenti e dagli anziani del partito. Il segretario aveva dato loro questo segnale dicendo: "Quello che bacerò, è lui; sciogliete il gruppo consiliare di Fi e confluite nel Pdl!". E subito si avvicinò al B.V. Paolino e disse: "Salve, capogruppo!". E lo baciò. E il B.V. Paolino gli disse: "Amico, per questo sei qui!". Allora si fecero avanti e alzarono le mani contro il B.V. Paolino e lo misero definitivamente in minoranza. Ed ecco, uno di quelli che erano con il B.V. Paolino, messa mano alla spada, la estrasse e colpì Bimbatti staccandogli un orecchio. Allora il B.V. Paolino gli disse: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Signore mio, il cui invito alla pacificazione mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?". In quello stesso momento il B.V. Paolino disse al comitato comunale: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per mettermi alle dipendenze di Bimbatti. Ogni giorno stavo seduto in consiglio comunale ad insegnare, e non mi avete messo in minoranza. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono. Or quelli che avevano messo in minoranza il B.V. Paolino, lo condussero dal sommo dirigente Luca Bellotti, presso il quale a Lendinara già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Stefano Bellinazzi intanto lo aveva seguito da lontano fino al Teatro Ballarin; ed entrato anche lui, si pose a sedere in platea, per vedere la conclusione. I sommi dirigenti e tutto il sinedrio provinciale cercava qualche testimonianza contro il B.V. Paolino, per condannarlo a essere un semplice iscritto; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: Posso distruggere gli avversari nel Pdl e ricostruire il partito in tre giorni".
Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma il B.V. Paolino taceva. Allora il sommo dirigente gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il capogruppo, il leader dell'opposizione a Palazzo Nodari". "Tu l'hai detto, gli rispose il B.V. Paolino, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il B.V. Paolino seduto alla destra di Renzo Marangon, venire sulle nubi del cielo". Allora il sommo dirigente si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato l'unità del partito! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". E quelli risposero: "È reo, tanto da essere messo in minoranza!". Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, altri lo sottoponevano allo schiaffo del soldato dicendo: "Indovina, capo dell'opposizione! Chi è che ti ha percosso?".

Cicciuzzo Sconciaforni: l'ennesimo epilogo

"Oggi mi chiamo Gustavo Lambertini Sconciaforni e sono il bisnonno di Cicciuzzo Sconciaforni. Ma ieri ero Norberto Sconciaforni, nonno di Cicciuzzo Sconciaforni, e contemporaneamente Isolde Petraeus, nonna di Cicciuzzo Sconciaforni. Domani chi sarò? Fatemi uscire da questo incubo!" Di fronte a questa presentazione, la troupe di Telestense, che stava intervistando un passante come tanti per chiedergli cosa ne pensasse del disagio causato dai lavori in Corso del Popolo, ha pensato immediatamente di allertare il reparto Psichiatria dell'Ulss 18. Ma il fiuto per un inedito scoop ha avuto la meglio. E la verità è venuta presto a galla. Una verità incredibile, sconcertante, inattesa, sconvolgente, che non mancherà di creare nuovi problemi giudiziari allo scienziato polesano Gaio barfowskji.
"E' a causa sua se sono ridotto così - ha dichiarato Gustavo Lambertini Sconciaforni, accolto nell'ufficio del sindaco, Fausto Merchiori, dove si stava recando a chiedere aiuto - E' successo tutto a causa del suo maledetto invertitore metabolico del cazzo, con cui mi avete annichilito dopo che ero diventato uno zombi. "Moderi il linguaggio, prego - ha chiesto cortesemente il sindaco, mentre faceva servire della Ben Cola - E mi spieghi cosa è accaduto, possibilmente adeguandosi alle vie protocollari e senza ricorrere ad arzigogoli". L'uomo, alzandosi di scatto dalla sedia, ha dunque gridato: "Ebbene, non l'avete capito? Io sono Cicciuzzo Sconciaforni!" Allibiti gli astanti, tra cui molti assessori e un certo numero di curiosi che non si sa cosa ci facessero lì. Ma la spiegazione ha tolto ogni dubbio. Gustavo ha infatti raccontato quanto accaduto dopo che, utilizzando l'invertitore metabolico, il dottor Barfowskji aveva trasformato Cicciuzzo da zombi in essere umano, facendolo per sbaglio regredire fino a tornare bimbo, feto e poi materia cellulare inanimata. "Pensavate che io fossi semplicemente evaporato? Invece dopo un flash pazzesco mi sono ritrovato nel corpo di un vecchio decrepito: era mio padre, Fettore Sconciaforni. Mi chiesi: dov'è mia madre? E, non so bene come spiegarlo, ero contemporaneamente anche lei, Giuseppina Lo Curzio in Sconciaforni. Cominciai progressivamente a ringiovanire, fino ad arrivare a cinquanta, poi quaranta, poi trent'anni. Tornai bimbo e tutto riprese da capo. Una nuova scintilla e, pam!, ero mio nonno Norberto e insieme nonna Isolde. Un incubo, voi non potete capire! Ora sono mio bisnonno e mia bisnonna allo stesso tempo e nei prossimi giorni diventerò quei pervertiti dei miei trisavoli Arnaldo e Valençia. Di questo passo, nell'arco di un anno, mi ritroverò probabilmente nei panni di qualche pezzente del ramo francese della famiglia o, chissà, dalle parti di Gotland, dove risiedeva un mio antico avo marinaio, o ancora in Pannonia nei panni di uno di quei barbari che poi, per vie traverse, diedero origine ad un altro ramo della mia famiglia. Sento che sto impazzendo, perchè mano a mano che ripercorro il mio albero genealogico, le vite di tutti i miei parenti si assommano nello stesso corpo e nello stesso tempo, il che è come dare un pigiama party in uno sgabuzzino. Il professor Barfowskji deve fare qualcosa!" Consolando il porveruomo con un After Eight, il sindaco ha dunque promesso alla cittadinanza che sarà fatto tutto il possibile per aiutarlo a interrompere questo incredibile fenomeno. "Certo, sarebbe più semplice se lei si suicidasse - ha tossicchiato, lanciando occhiate non raccolte dal suo interlocutore - Ma noi faremo il possibile anche se in questo periodo abbiamo tutti gli scienziati incasinati tra missioni in Nepal e deliri spaziotemporali vari. Se permettete, ora chiamerò mia moglie per dirle che faccio tardi anche stasera".

giovedì 23 ottobre 2008

Il calvario, primo tempo

E il B.V. Paolino disse ai suoi discepoli: "Voi sapete che fra pochi giorni ci sarà il consiglio comunale e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere destituito anche da capogruppo di Forza Italia". Allora i sommi dirigenti e gli anziani del partito si riunirono nel palazzo del sommo comunale, che si chiamava Ilario Bellinazzi, e tennero consiglio per neutralizzare il B.V. Paolino e declassarlo a semplice consigliere al seguito di Andrea Bimbatti. Ma dicevano: "Non durante la seduta consiliare, perché non avvengano tumulti fra il popolo".
Mentre il B.V. Paolino si trovava in Commenda, in casa di Gigi Osti il lebbroso (così chiamato per la violenza con cui certuni nel Pdl si rifiutavano di avvicinarlo), gli si avvicinò la cugina Maria Alessandra con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo finché esaminava il faldone del nuovo Pat mentre stava a mensa. I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri imprenditori edili!". Ma il B.V. Paolino, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri imprenditori edili infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei". Allora uno dei Dodici, chiamato Stefano Bellinazzi, andò dai sommi dirigenti e disse: "Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?". E quelli fissarono la data del comitato comunale che da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono al B.V. Paolino e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare prima del comitato comunale?". Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la cena da te con i miei discepoli". I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prenotarono un tavolo. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà". Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, B.V. Paolino?". Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". Bellinazzi, iscrittosi al gruppo Pdl, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto". Ora, mentre essi mangiavano, il B.V. Paolino prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue voluto da Alleanza Nazionale, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio". E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

(continua)

I dolori del giovane Barfowskji

"A causa del comportamento da villanzone e imbroglione, il finto dottor Gaio Barfowskji è condannato a svolgere un anno di lavori socialmente utili nella sede dell'Amministrazione Provinciale!" Una sentenza durissima, quella inflitta dal giudice Bartolomeo Buffetti (nella foto) al collaboratore di Palazzo Celio che si spacciava per laureato in ingegneria all'Università di Cristiania senza avere mai dato un solo esame. Inutili i tentativi del pool di avvocati di Barfowskji, che avevano chiesto la pena di morte per il loro assistito: dovrà espiare attraverso il duro lavoro negli uffici di via Celio e forse addirittura di viale della Pace. "Sono sereno, torno a lavorare dove ho iniziato la mia carriera e presto dimostrerò la mia innocenza, se ne avrò voglia, altrimenti no".
Come lavoratore coatto, Gaio Barfowskji svolgerà il compito di tutor dell'area Ambiente e farà alcuni lavori misteriosi nei segretissimi laboratori sotterranei di viale della Pace, dove si dice siano stati creati gli iguanodonti sguinzagliati contro l'invasione di tremors e i tirannosauri usati dalla Provincia per tutelare la sicurezza sulle strade. Inoltre, dopo la recente defezione di Norman Sciaccaluga dalla lista di Gino Spinello per fare da sosia al leader Walter Veltroni, minacciato per misteriosi motivi dalla massoneria di Orlando Lupani (ve ne avevamo parlato? No? Boh?), il dottor Gaio subentrerà alla batteria nei Laser di Sergio Samiolo, per evitare che l'attività della famosa orchestra si blocchi in vista dell'estate. Nessuna accusa per Gianmatteo Shakespeare, convivente di Barfowskji e noto consulente psicologico di vips polesani. Sul suo biglietto da visita, scritto a pennarello dietro a un biglietto da visita di un tipo di Confindustria, è infatti riportato: "Gianmatteo Shakespeare, falso psichiatra ma a disposizzione belle signore eccomi qua". Dunque non ci sono elementi sufficienti ad accusarlo di avere millantato titoli inesistenti. Smentiti anche i pettegolezzi di una liaison omosessuale con Barfowskji, con il quale era stato trovato a giocare nudo sul tappeto del bagno, entrambi strafatti di peyote. Shakespeare, infatti, è piuttosto noto alle forze dell'ordine per essere stato sorpreso ben 29 volte a compiere atti osceni a sfondo eterosessuale in luogo publico: "Per la precisione - spiega il suo avvocato - 22 volte a copulare sul ciglio della strada con prostitute, 6 volte con una nota ninfomane di Rovigo (di cui 1 a farsi praticare una fellatio dietro al municipio, 1 fellatio in macchina, 3 volte fare sesso in luoghi pubblici e 1 volta a farsi infilare un topo da laboratorio nell'ano, sempre nel sottoportico del municipio) e infine una volta a fare "panino" con Barfowskji e una loro non più giovanissima amica durante una festa del Grest. Tutte prove che dimostrano la statura morale del mio assistito, che mai si dedicherebbe a pratiche di pederastia".

mercoledì 22 ottobre 2008

Congresso! Congresso!

Prima di partire per il Nepal per riportare in Polesine Guglielmo Brusco, Lucia Riberto convoca con alcuni mesi di ritardo il congresso provinciale del Prc. "E' una scelta di responsabilità o, se preferite, di puro servilismo - spiega la segretaria provinciale del partito - le altre federazioni del Veneto hanno voluto rischiare rispetto allo scegliere il vincitore e compiere per tempo questo noioso esercizio di democrazia. Ora che sappiamo che Paolo Ferrero ha avuto la maggioranza, eviteremo di compiere scelte errate per esempio a sostegno di quel tipaccio di Nichi Vendola, almeno da luglio un omino orrendo in quanto minoritario. Ora potremo allineare le nostre scelte, solo apparentemente sia chiaro, al livello nazionale per continuare con serenità ad annientare una presenza comunista seria in Polesine, nostro target da almeno un decennio".
Proprio per sostenere questa posizione, la Riberto, supportata da Gianni Romagnoli, responsabile dell'Organizzazione, presenterà il documento intitolato "Stemo con chi ca' vinze!" che contiene al proprio interno posizioni inconciliabili con quelle di vergognosi estremisti come Giovanna Pineda e Cristiano Pavarin, passati alla Lega Nord in mancanza di meglio. Pavarin, sostenitore della mozione di quei comunistacci impenitenti de "L'Ernesto", osa proporre un documento alternativo che gli costerà l'espulsione dal partito. "Cazzo me ne frega - chiosa - in ogni modo vorrei ricordare a quelle peppefiappe che da un decennio sbrindellano il partito per accaparrarsi un ruolo istituzionale impercettibile alle masse popolari, che l'obiettivo dei comunisti è costituire il movimento reale che cambia questo mondo schifoso e ingiusto. Comunque vorrei far notare che le nuove forze produttive esigono che i lavoratori siano più progrediti e più intelligenti dei servi ignoranti e arretrati, che siano capaci di capire la macchina e di maneggiarla nel modo dovuto. Nonostante questo i capitalisti preferiscono aver a che fare con lavoratori precari, formalmente liberi dai vincoli servili ma abbastanza progrediti per maneggiare le macchine nel modo dovuto, a loro beneficio. Ma avendo sviluppato le forze produttive in proporzioni gigantesche, il capitalismo è caduto in un groviglio di contraddizioni insolubili. Producendo quantità sempre maggiori di merci e diminuendone i prezzi, e non è colpa dei cinesi, il capitalismo accentua la concorrenza, rovina la massa dei piccoli e medi proprietari privati, li converte in proletari e diminuisce la loro capacità d'acquisto, in conseguenza di che lo smercio dei prodotti diventa impossibile. In ogni modo, andate affanculo tutti che io un lavoro ce l'ho e non ho bisogno di fare l'assessore provinciale per arrivare a fine mese".
Posizioni supportate da Pineda: "Aldilà del fatto che io metterei anche a disposizione la nostra sede ormai ragnatelosa ai giovani amici di RoWoodstock - dice - sottolineerei che l'essenza della società socialista consiste nel fatto che la grande massa dei lavoratori cessa di essere diretta da altri e comincia a vivere in prima persona la vita politica ed economica, determinandone liberamente e consapevolmente il corso. Così, dal più alto vertice dello Stato al più piccolo dei Comuni, il proletariato deve sostituire gli organi ereditati dalla dominazione borghese con i propri organi di classe, i consigli degli operai e dei soldati, quindi solo degli elementi arretrati possono avere paura di aprirsi alle forze più progredite del nostro territorio. Il proletariato deve occupare tutte le cariche, esercitare il proprio controllo su tutte le funzioni, commisurando ogni atto dello Stato agli interessi della classe operaia e ai compiti del socialismo. Solo una costante e intensa interazione tra il proletariato e i suoi organi permetterà di giungere a uno Stato di tipo socialista". Prima di partire per il Nepal, nel dubbio, Riberto ha espulso dal partito quei noiosi contestatori di Pavarin e Pineda. "Abbiamo costituito così un credibile partito di quadri - sottolinea - quattro in tutto, tolto Brusco che è andato a supportare quel pericoloso bolscevico di Prachanda. Ribadisco che siamo determinati a fare acriticamente da ruota di scorta al Pd, a prescindere dal fatto che assuma posizioni avanzate o meno".

Vianello Gemello torna tra i ggiovani

A sorpresa Vianello Gemello molla la consulenza al Cur passa dalla parte dei ragazzi di RoWoodstock, organizzando un megaparty trasgressivo al CenSer. E con spirito di provocazione, il clone nero del compianto opinionista Vianello Monello ha inviato a Federico Frigato un breve video di sei minuti e mezzo per documentare il momento clou della festa, in cui si è lanciato in una riuscita imitazione di Sylvester, icona della discomusic e del movimento gay negli anni '70.
"Grazie alla cospicua eredità ricevuta per la morte del mio amato fratello ho potuto fare le cose alla grande - spiega Vianello Gemello - Che ci volete fare, sono un impenitente spirito libero e non potevo perdonarmi il fatto di offrire le mie conoscenze in materia di ingegneria genetica per mettere al mondo un pesone come Ganiamede che non aveva i difetti dei veri gggiovani, ma perdeva tutti i pregi di freschezza e dinamismo che sono carte preziose da giocare per cambiare questa classe politica mediamente grigia. L'intervento di Geremia Rowoodstock, poi, mi ha aperto gli occhi sulla realtà dei fatti". E aggiunge: "Ringrazio l'amico Massimo Borgato per avere messo a disposizione il padiglione A della Fiera, mi spiace solo che non abbia suonato con i suoi In Flames, ma sono certo che non mancherà al prossimo happening".
Borgato spiega così la propria assenza: "Avrei anche suonato molto volentieri, ma non volevo creare ulteriori problemi al Pd che è già un partito abbastanza sgarruppato". Dopo avere spaccato una sedia sul pavimento, l'assessore alla Cultura con la "C" maiuscola, Federico Frigato, ha commentato: "Mi sorprende la defezione di Vianello Gemello - dice - pensavo che a lui, uomo di scienza, stesse sul cazzo il divertimento sbracato di questi giovinastri. Pace! Noi andiamo avanti con Ganiamede e con lui organizzeremo una bella festicciola con cui dimostreremo che è possibile stare insieme senza musiche demoniache e attenendosi ai consigli dei commercianti del centro storico, che sono degli autentici bon vivant e hanno a cuore la crescita della nostra città, a differenza di questi schitarratori stracciaballe che non sanno riconoscere gli sforzi di chi s'adopra senza posa per il bene comune". Fa eco Graziano Azzalin: "E che cazzo! Dopo mi arrivano quei rompimaroni di bottegai in Comune e succede una rissa. Intendo dire che pur avendo ben presenti le esigenze di questi simpatici ragazzi, non possiamo prescindere da un confronto virtuoso con il mondo del commercio e le sue rappresentanze, avendo ben presente che le luci delle vetrine sono segno tangibile della vitalità del cuore della nostra città".

(nella foto Vianello Gemello durante il party al CenSer in uno scatto dei servizi segreti)

martedì 21 ottobre 2008

Stocco dietro al successo dei Simpson

"Eh, sì. Ero proprio io la voce di Uan nei meravigliosi anni di Bum Bum Bam". In una lunga intervista al quotidiano La Voce di Rovigo, il consigliere comunale indipendente Albertino Stocco rivela al mondo tutti i dettagli della sua carriera nel mondo della Tv commerciale, come doppiatore di alcuni tra i più celebri personaggi dei cartoni animati e degli show tanto amati dai bambini degli anni Ottanta e Novanta. "Sono un uomo estremamente pacato e riservato - racconta - Ma gli autori della trasmissione dissero che la mia voce era proprio quella che avevano pensato per il simpatico pupazzo rosa. Allora, comunque, ero assai più giovane e adoperai un timbro più squillante dell'attuale. Ricordo che Paolo Bonolis, all'epoca esordiente, si divertiva moltissimo a improvvisare battute con me. Anche quando il personaggio di Uan fu cassato in favore di quello squallido Four, rimasi in contatto con Paolo con lunghe telefonate in cui ci dilettavamo a riprendere il nostro vecchio repertorio con grande nostalgia". Riservato, dietro le quinte, discreto e meditativo, Albertino Stocco rimase comunque legato fino ai giorni nostri al misterioso mondo del doppiaggio televisivo. Dopo anni di inattività, rivela, lo chiamarono da Mediaset e gli dissero: "Abbiamo una nuova serie televisiva con degli omini gialli che sta facendo successo negli Stati Uniti. Vorremmo proporla anche in Italia, ma ci serve una voce per Marge, una donna dai lunghi capelli blu sparati in aria. Se sei della partita, diamo il via all'operazione, sennò non se ne fa niente". Stocco, molto prudentemente, chiese prima di visionare la serie: "Ero molto scettico sulla proposta - spiega - La mia voce, con il passare degli anni, si era arrochita parecchio e mi sembra bizzarro attribuirla ad un personaggio femminile. Però poi guardai le prima quattordici puntate e ne fui talmente colpito che misi da parte ogni perplessità. Risposi che ero della partita". E fu così, grazie a questa inattesa disponibilità, che i Simpson sbarcarono per la prima volta in Italia. Ma Stocco si dimostra un personaggio inaspettatamente eclettico: "La politica resta sempre la mia passione - dice - Ma attualmente ho esteso il raggio dei miei interessi. Qualche settimana fa sono stato contattato dal noto musicista iracheno in esilio Ilham al Madfai, autore dell'inno iracheno. Mi ha chiesto di collaborare con lui a un paio di pezzi, attratto dal mio particolare timbro. Finora abbiamo inciso un solo brano, molto bello, che si rifà ai tipici canoni del maqam. Ma non posso dirvi di più. Appena uscirà il disco state certi che avrete mie notizie".

Gaio Barfowskji nella bufera

Il geniale inventore e consulente della Provincia di Rovigo, il dottor Gaio Barfowskji, non si è mai laureato all'Università di Cristiania, come sostenuto nel curriculum vitae presentato all'ente al momento di avviare la collaborazione.
Lo rivela la stessa università, insospettita dall'aumento di iscrizioni procuratole dalla notorietà dello scienziato, dopo il caso di Cicciuzzo Sconciaforni, ritornato in vita in guisa di zombi e debellato proprio grazie all'invertitore metabolico brevettato proprio da Barfowskji. Insomma, di geniale c'è solo l'abilità di avere portato avanti per anni una truffa ben congegnata: il curriculum fasullo riportava perfino il titolo della tesi sperimentale in Ingegneria ("Ricombinazione ionica per camere a ionizzazione piatte irraggiate con fasci di elettroni ad alto rateo di dose all'interno di un barattolo di marmellata scaduta di mia nonna Vilma") e una lunga serie di convegni tenutisi nelle città di Zobeide, Pentesilea, Filide e Bersabea, poi verificatesi inesistenti. Non solo, ma il truffatore aveva perfino fatto girare tra i colleghi una serie di foto che lo ritraevano il giorno della laurea: "Non l'avrei mai pensato - commenta Olivia Petrelli, amica di famiglia - anche se con il senno di poi doveva insospettirmi il fatto che in nessuna delle foto apparisse Gaio e che il luogo in cui erano state scattate fosse la facoltà di Agraria di Bologna". Tacciono sconcertati e imbarazzati a Palazzo Celio: "Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso - commenta Federico Saccardin, presidente della Provincia - Da parte mia, si sappia da subito che la mia posizione sarà sempre netta e chiara: di fronte a un eventuale verifica di addebiti su un eventuale collaboratore di un ente pubblico è normale che un ente pubblico decida eventualmente di aprire dei percorsi per comprendere e approfondire i fatti".
L'accusato è stato interrogato dai Nas nella sua abitazione, che condivide con l'amico Gianmatteo Shakespeare (nella foto), psichiatra di fiducia di molti onorati polesani, tra cui l'autore di questo blog. "Al momento dell'irruzione - si legge nel rapporto stilato dall'Arma - i due coinquilini, G.B. e G.S., erano completamente ignudi e giocavano a rotolarsi sul tappeto del bagno, tuttavia non mimavano nè compivano penetrazioni da tergo o altro atto di pederastia, ma affermavano di scaricare la tensione, millantando di avere appreso tale metodica durante la comune frequentazione di un istituto steineriano. Invitavamo dunque i due a rivestirsi e condurci in salotto per esibire la documentazione richiesta. G.B. rispondeva dunque offrendo n. 1 lattina di birra Prinz da 33 cl alla nostra persona, la quale ovviamente rifiutava di assumerla. A seguito di tre ore di tentativi di spiegare a G.S. il motivo della nostra presenza, si conveniva che entrambi i sospetti erano strafatti di peyote, che del resto continuavano a offrirci ridendo. Ambedue venivano presi in custodia e tradotti in caserma per accertamenti. G.S. in seguito pretendeva di parlare con il proprio avvocato, tale P.M. di Villadose. Tuttavia un semplice accertamento consentiva di verificare che P.M. non era avvocato e che si chiamava R.B., essendo lo pseudonimo P.M. preso in prestito da un noto personaggio televisivo praticante il mestiere di avvocato. Alle 18 R.B. raggiungeva infine G.B. e G.S. nella casa circondariale di Rovigo".

lunedì 20 ottobre 2008

Pineda: "Sto con la Lega, serve coerenza"

Partito Guglielmo Brusco per il Nepal, pronta a fare la valigie per Katmandu anche Lucia Riberto e fermo Valentino Lodo al Dlf a giocare a briscola, Giovanna Pineda abbandona il Prc. "Aderisco alla Lega Nord - dice sicura - un partito che, a parte le derive xenofobe, è rimasto il solo a rappresentare la classe operaia e a promuovere gli obiettivi della valorizzazione delle culture locali, l'opposizione a una globalizzazione ingiusta, la riscoperta delle tradizioni come patrimonio necessario ad aprirsi rispettosamente alle diversità".
La posizione della Pineda ha creato disorientamento all'interno del gruppo del Carroccio a Palazzo Nodari. "A questo punto dichiariamo il nostro appoggio a Fausto Merchiori - dichiara il capogruppo Simone Bedendo - quantomeno in maggioranza c'è Matteo Masin che è granzettiero come me". Immediata la replica di Masin: "Per ricambiare la stima tra confrazionali aderisco al gruppo leghista, anche per non perdere il rapporto con il mio assessore di riferimento". Posizione condivisa da Cristiano Pavarin che ha appena costituito il gruppo Prc - Sendero Luminoso: "Diventerò volentieri riferimento per la tendenza dei Comunisti padani. Del resto con il leader nazionale della componente, l'europarlamentare Matteo Salvini, ho condiviso in passato la passione per l'elaborazione dei ciclomotori e, in quel quadro, l'impiego di marmitte stravaganti, utili anche alla difesa personale. Comunico al mio neo segretario Antonello Contiero che provvederò all'organizzazione di ronde padane che, però, non inseguiranno immigrati clandestini e ladri di polli, ma si dedicheranno in maniera assolutamente determinata alla liquidazione dei nemici di classe".
E Contiero mostra di apprezzare. "L'importante è destabilizzare il sistema, sto facendo un sacco di palestra per riuscirvi. Per ringraziare Giovanna dell'adesione al movimento, annuncio che diventerò vegetariano con l'impegno a consumare, però, solo verdure acquistate ai mercati di Lusia e Rosolina. Se Pavarin vuole liquidare i nemici di classe sono contento. Gli chiedo pari impegno nel contrastare i revisionisti moderni. Ho iniziato a studiare le opere fondamentali del Juche e ad apprezzare il lavoro politico del Caro Leader Kim Jong Il. Del resto uno dei cardini della sua opera teorica e pratica è l'indipendenza con il sostegno al diritto di ciascun popolo di costruirsi un percorso autonomo di sviluppo e di liberazione. Da oggi la Lega polesana applicherà con coscienza la grande e sempre vittoriosa linea rivoluzionaria Songun. In questo modo, da soli conquisteremo la guida della amministrazione provinciale. Se il Pdl o qualcun altro ci volesse stare, bene. Sennò andremo dritti per la nostra strada".
Il primo a prendere posizione è Beppe Osti: "Poffarbacco, il pensiero di Kim Jong Il in Polesine l'ho fatto conoscere io. E poi sono stato iscritto anche alla Lega in passato, una quindicina d'anni fa per un paio di settimane. Vi ricordate la festa al palazzetto dello sport con il memorabile concerto dei Merli canterini? Sed modo senectus morbus est, carmen vitae immoderate hic est. Con questo dichiaro non solo il mio sconfinato amore per Diana Est, ma pure la lotta senza quartiere a tutti i vetusti scaldapoltrone ammuffiti, ovunque collocati".

Nella foto, la Pineda con un noto leader secessionista tibetano

La Zarri si dà al cinema impegnato

E' ufficiale: Federica Zarri si concede una pausa dal mondo dell'hard per dedicarsi al cinema impegnato. Lo ha rivelato la pornodiva, candidata alla presidenza della Provincia, al settimanale Appunti, in un'intervista esclusiva. La Zarri ha scritto il copione di un film, diretto da Pedro Almodovar, che racconta la tragedia umana di una pornostar over 45, alle prese con gravi problemi di incontinenza causati dall'abuso del sesso anale.
"Detta così sembra una vaccata - commenta la Zarri - Ma voi non vi rendete conto di quale effetto abbia la sottoposizione ad un continuo stress muscolare sul controllo degli sfinteri. Ci sono colleghe che a 40 anni cominciano a girare con il pannolone, senza contare la difficoltà a trattenere le puzzette appena si fa un movimento. Ho cominciato a riflettere su questo dramma quattro anni fa, quando girai Il sequestro, dove venivo sequestrata e violentata analmente a più riprese e da più uomini, offrendo un importante messaggio educativo sui valori della famiglia e dei diritti delle donne. Con questa svolta voglio denunciare la piaga nascosta dell'invalidità provocata da questo lavoro a uomini e donne che si ritrovano a 50 anni espulsi dal mercato e spesso con gravi menomazioni fisiche". Sul set anche Rocco Siffredi (nella foto, con la Zarri), nella parte di Giorgio, un maturo fruttivendolo che la notte sogna di essere un pornodivo di successo, ma che nei rapporti con la moglie è timido e impacciato. Il mistero della doppia identità sarà svelato solo nel finale. Nel cast nomi celebri come Woody Allen, che interpreta il gustoso cameo dello psicanalista di Giorgio. Spassosa la citazione della celeberrima scena di "Basic Instinct", in cui l'attrice, durante un colloquio di lavoro tragicomico, nell'accavallare le gambe in modo sexy non riesce a contenere i continui ronzii prodotti dal proprio ano. Commovente la battuta con cui Riccardo Scamarcio, nei panni del consulente dell'agenzia interinale, cerca di sciogliere l'imbarazzo: "Ha mangiato cavolo, oggi, o se lo è infilato direttamente nel culo?".

domenica 19 ottobre 2008

Le visioni di Leonida Gusmaroli #8

Non si sa bene dove sia emigrato il buon Leonida, ma continua a mandarci le sue imprevedibili previsioni per il futuro, che aiutano tanti come noi a districarci nell'incertezza dell'esistere.

Rovigo, città di merda
In un futuro non troppo lontano l'Unesco si pronuncerà finalmente sulle numerose richieste di conferire maggiore attenzione al patrimonio artistico rodigino. L'organismo della Nazioni Unite conferirà a Rovigo il titolo di "Città di merda", con appositi cartelli da apporre all'ingresso del centro cittadino. "Concorrono ad assegnare questo titolo vari fattori - si legge nel rapporto - L'impegno profuso nello smantellare le testimonianze della storia locale, come le vecchie abitazioni di via Fuà Fusinato tirate giù a suon di ruspe per fare spazio a orride palazzine di cemento; lo strapotere delle macchine, cui è consentito muoversi e sostare in maniera selvaggia in tutto il centro, in una città che altrimenti sarebbe a misura di pedone e bicicletta; la frammentazione dell'offerta turistica in una serie di monumenti-atomi sparsi qua e là per la città e circondati da diluvi di asfalto e cemento, con piazzali storici trasformati in parcheggi e skyline trafitte da palazzacci orrendi; la mestizia delle proposte culturali e aggregative in una città che pure ha un patrimonio artistico di pregio e una buona pinacoteca".

Yog-Sothoth contro Renzo Marangon
La ripresa delle trivellazioni nel mare Adriatico alla ricerca di gas naturale, libererà i Grandi Antichi, che un tempo dominavano la Terra, dalle loro prigioni sotterranee, trasformando il mondo in un inferno lovecraftiano. La riscossa alla tirannia degli Antichi, tuttavia, partirà proprio dal Polesine. Qui il nuovo presidente della Provincia, Yog-Sothoth, tornato sul pianeta grazie all'interessamento dell'amico Nyarlathotep, acquisterà consensi divorando l'intero consiglio provinciale, ma perderà rapidamente i favori del popolo quando tasserà i sacrifici umani. L'anziano ex consigliere Renzo Marangon, critico verso la strage di colleghi compiuta dal tiranno, lo sfiderà a chi racconterà la barzelletta più vecchia in assoluto. "Ah! Ah! - riderà l'altro - Dominavamo la Terra milioni di anni prima di voi esseri rosa e mollicci, non vedo come potrai battermi". Incredibilmente, vincerà Renzo Marangon, con la celebre barzelletta sulle pratiche di accoppiamento dei trilobiti.

Benvenuto comitato numero 1000
Il 26 ottobre del 2011 nascerà in Polesine il millesimo comitato di cittadini. Dopo il "Comitato cittadini contro i turisti tedeschi" e quello contro i pregiudizi sui bassopolesani (noto per le contestazioni contro il comico Natalino Balasso, accusato di nichilismo e qualunquismo), nascerà il "Comitato madri dei figli con la erre moscia", con l'intento di tutelare i ragazzi discriminati per la pronuncia stravagante. Il premio per il traguardo raggiunto, una cesta di frutta secca e insaccati, sarà consegnato alla referente, Urbana Schiesaro Camilleri, direttamente da Giorgio Cuofanazzo, presidente del primo comitato nato in Polesine, il celebre "Comitato contro l'abbattimento di Porta Arquà", nato negli anni Quaranta del XIX secolo e tutt'ora attivo. Cuofanazzo inviterà ad una maggiore razionalizzazione, attraverso l'accorpamento, dei numerosi comitati polesani, ma la signora Schiesaro Camilleri spiegherà: "I tempi non sono ancora maturi per raggiungere un'intesa con il Comitato tutela dei portatori di zeppola".