Celio Rodigino si trova in Ucraina nella città portuale di Odessa, dove ha sposato una vedova del posto adottandone i due bimbi. E' questa l' incredibile verità che emerge dalla lettera con tanto di foto consegnata nella mani di Ugo Savoia proprio da Augusta Taurinense, moglie da almeno trentacinque anni dello stimato opinionista farfallone. "Quel bigamo sciagurato questa volta non la passerà liscia - spiega senza scomporsi la signora Taurinense - presto gli massaggerò la cervicale con questo sofisticato matterello in fibra di carbonio prestatomi da mio fratello Pompeo, studioso del Cnr". "Stia zitta, vecchia strega! - è stato il compassato commento del direttore del Corriere del Veneto - assieme organizzeremo una spedizione per ritrovare Celio. Dopo vedrà lei se riuscirà a riportarlo nella comatosa Rovigo o se riuscirò a convincerlo a venire in Nepal con me. In ogni modo con Celio potremo vendere finalmente nuovamente migliaia di copie in più con i suoi sagaci corsivi, dato che in redazione non troviamo più nessuno disposto a spacciarsi per lui e il valido Marcello Gagliardi Foccas De Pepoli, baronetto di Hurlington, è in Australia per l'Erasmus".
Ecco il testo integrale del manoscritto di Celio Rodigino, pubblicato dal dorso regionale del Corriere della Sera che ha subito avuto un'impennata delle vendite. "Questa volta è davvero l'ultima volta che mi sentirete. Scrivo queste poche sentite righe solo per un dovere morale verso la cara Augusta e annuncio ufficialmente che mi sono risposato in Ucraina con la signora Irina Timoshenko, farmacista gentile che perdipiù mi ha ringiovanito con una bella iniezione di botox. Suo marito Vladimir è morto tre anni fa affogato nel minestrone con cui stava cenando da una mano uscita misteriosamente uscita dal piatto. Ho preso come miei i bimbi Viktor e Oleksya, visto che tu Augusta non hai saputo darmi eredi. Mi sono sistemato qui a Odessa dopo avere deciso di interrompere le mie peregrinazioni per i sette mari. In questa città portuale mi trovo bene, la vista del Mar Nero mi rilassa e la competenza degli amministratori locali non rende necessario prestare la mia ben nota arguzia a fogli locali. Una precisazione doverosa rispetto alla lettera inviata a mio zio Fino Fini. Olvrado Welponer non è solo un noto tossicomane, ma scrive anche discutibili poesie a sfondo sessuale con lo pseudonimo di Clodovaldo Fogagnolo, identità acquistata in comunità terapeutica dall'amico Leslie Paltanin, con cui usava fare "stecca" nell'acquisto dell'eroina. Spendo infine una parola per il mio amico Negro Badula: si è suicidato, addolorato per il volgare sarcasmo con cui il blogger Monello Vianello, gemello del mio collega elzevirista ormai defunto, manca di rispetto a chi si impegna per il bene della comunità (non terapeutica, din don dan!) polesana. Vergogna! Vianello Gemello, infine, l'ho sentito nei giorni scorsi e tornerà dalle vostre parti molto prima di quel che possiate immaginare. Vi giro, infine, una foto a colori realizzata su rullino Agfa 100 Asa e stampata su carta Kodak Gold. Ringrazio lo zio Leonid per averla scattata mostrando quelle doti di preveggenza che tutti gli riconosciamo. E chi ha orecchie per intendere, intenda. Ah, ah. Brindo a voi con una vodka. E, parafrasando Sem Benelli, chi non brinda con me, peste lo colga!".
1 commento:
Sì, in effetti, caro Celio, Vianello Gemello è tornato ieri. Non puoi tenertelo?
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