sabato 7 marzo 2009
Il Caro Leader lancia la mobilitazione per Beppe Osti
Oltre un milione di cittadini hanno partecipato all’adunata che si è tenuta questa mattina in piazza Kim Il Sung a Pyongyang per raccogliere l’appello di Kim Jong Il a organizzare un trasferimento di massa in Polesine per sostenere Beppe Osti alle provinciali del prossimo giugno.
“In tanti lo hanno abbandonato come dimostra la sua destituzione da presidente del Coni – osserva il Caro Leader – ma il popolo coreano non dimentica i propri amici. Osti è sempre stato leale nel costruire rapporti fraterni con noi, come dimostra l’esperienza di Dprkworld. La lotta per portare a termine le decisioni e le direttive è un’impresa per trasformare la natura e la società come richiesto dall’Idea del Juché. Lavoreremo a Rovigo e provincia perché i quadri del Movimento popolare veneto vengano rafforzati con persone leali che abbiano grande stima del leader e del Partito, pronti a difenderli e proteggerli politicamente ed ideologicamente a costo della vita, senza il minimo tentennamento, in ogni circostanza; persone capaci di andare attraverso il fuoco o l’acqua per portare a compimento gli insegnamento del leader e la politica del Partito. Se così fosse stato da prima, il caro Beppe oggi sarebbe ancora alla testa del Coni. E allora lavoreremo adesso perché diventi presidente della Provincia, sostenuto da persone capaci di far diventare il suo partito ricco di esperienza, maturo, e allo stesso tempo combattente, pieno di spirito e ardore, libero da ogni forma senile o di stagnazione. Trasformare il Mpv in un partito vigoroso, militante e rivoluzionario, in un partito invincibile di tipo Juché. Il 2009 dovrà diventare l’anno di un nuovo slancio rivoluzionario. Altro che Happy Hope!”.
La dichiarazione è stata immediatamente ribattuta dalle agenzie e ha raccolto la reazione commossa di Osti: “In effetti io resto fermo nelle mie posizioni e il quadro politico gira vorticosamente. A questo punto dopo essere stato nella Dc, nel Ccd, nel Patto Segni, in Forza Italia, nella Lega Nord, nell’Udeur e non mi ricordo bene dove ancora sono ben disponibile a rilanciarmi come candidato comunista e rivoluzionario. Se le tengano alti le minestrine riscaldate. Tsk! E per dirla con San Girolamo amicitia quae desinere potest vera numquam fuit”.
Pd e Pdl, impegnati nel contenere le conseguenze del rapimento brigatista di Cicciuzzo Sconciaforni, non hanno ancora commentato a differenza di Antonello Contiero che si è detto contento come una Pasqua. “Vabbè, a me Beppe Osti sta sulle palle perché l’ho sempre reputato legato alla lobby Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti – inizia il segretario della Lega Nord – ma è anche vero che non posso non cedere al fascino di Kim Jong Il con cui condivido la passione per i Tribunali popolari e le regioni settentrionali delle penisole”.
A rompere il silenzio nel centrodestra è il B.V. Paolino: “Non tollereremo l’immigrazione di massa di questi musi gialli atei! – ha osservato con sobrietà – la Lega abbandona i valori del federalismo per abbracciare quelli del dispiegamento della lotta di classe per l’edificazione del socialismo. Le persone perbene di questa provincia non lo permetteranno”.
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2 commenti:
Cresce il pericolo comunista
La minaccia cinese incombe inesorabilmente su di noi. Non è solo una questione economica ma è il preludio di una lenta colonizzazione dell'Europa da parte del "dragone rosso". La Cina con la sua crescita economica sta finanziando le proprie forze, con l'intenzione di poter diffondere in tutto il mondo la propria e pericolosa ideologia. E' per questo che bisogna far capire che vi è una reale minaccia per le nostre tradizioni, per i nostri confini e per la nostra gente. Una buona e dinamica economia, come quella cinese che cresce annualmente del 9% è un'arma in più per la causa comunista per diffondere il proprio sistema, anzi per imporre i propri ideali e distruggere quelli che le vanno contro. Per far fronte a questa minaccia non ci resta altro che adoperare le loro identiche armi, se non un qualcosa in più: investire sulla ricerca tecnologica italiana, imporre dei dazi sulle merci cinesi e cercare di acquistare, questo è riferito ai consumatori, solo i prodotti italiani che sono sinonimo di qualità e garanzia.
L'appello che si deve rivolgere a tutti è questo: non comprate prodotti cinesi, facendovi ingannare dal basso costo che può destare l'impressione di aver fatto un buon affare, perché in realtà l'affare non esiste, in quanto i prodotti C.E.(che non significa "comunità europea" ma "China exporting") non sono sottoposti ad alcun controllo e provengono dalla mano d'opera di povera gente super sfruttata e salariata con un misero stipendio. Diffidate dal tentativo d'imitazione "made in China" dei nostri prodotti che provoca solo dolore per la nostra economia, che poi si riversa su di noi cittadini italiani. Ovviamente questo discorso non è diretto solo ai nostri inermi consumatori, ma deve essere preso in considerazione dalla nostra classe dirigente che deve attuare immediatamente delle misure capaci di contrastare questo pericolo. Ma purtroppo il governo italiano è stato affidato anche e soprattutto a personaggi che appartengono al ramo estremo della sinistra, ovvero a comunisti sfegatati, ai quali importa poco la causa nazionale perché guidati da uno spirito internazionalista tipico dell'indole comunista. E se fosse per loro sarebbe una vittoria se la Cina, che è il più grande stato al mondo ad avere una dittatura comunista, riuscisse ad imporre i propri ideali marxisti al mondo intero, Italia compresa. Dobbiamo allora noi cercare di sovvertire questa realtà che mette in serio pericolo l'italica indole millenaria, costituita da grandi tradizioni usi e costumi. Dobbiamo inserire nei nostri programmi delle idee ben chiare e dei punti saldi che possano davvero rinforzare l'economia italiana. Innanzitutto bisogna imporre dei dazi alle merci cinesi, finanziare la ricerca tecnologica e creare le condizioni perché si possa attuare uno stato economico basato principalmente su una nuova autarchia. Attuare questo stato economico non vuol dire fare un discorso pateticamente anacronistico, anzi se si riuscisse a creare una nuova autarchia significherebbe dare più importanza ai prodotti italiani e soprattutto alla mano d'opera nazionale, insomma ai lavoratori italiani. Perché dobbiamo importare pomodori, quando i nostri consorzi possono assolvere la richiesta nazionale fornendocene grandi quantità di questo prodotto? Perché dobbiamo importare giocattoli, poco sicuri, vestiti e altri prodotti provenienti da varie parti del mondo e soprattutto dalla Cina quando noi abbiamo le capacità di produrli? Dobbiamo far arrivare all'epilogo il tempo della grande ed inutile diplomazia che si pensava potesse far arrivare l'Italia a grandi livelli internazionali, quando invece non ha fatto altro che rammollire il grande e glorioso carattere italico.
Fabio Baroni
Segreterio provinciale Forza Nuova
La linea rivoluzionaria basata sul Songun è una grande linea rivoluzionaria della nostra era ed una bandiera sempre vittoriosa della nostra Rivouzione
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