mercoledì 25 marzo 2009

Marcegaglia: "Solo il bolscevismo libererà la donna dall'oppressione"

Siamo riusciti a entrare in possesso dell'autentico discorso che Emma Marcegaglia avrebbe dovuto tenere al battesimo di Fabrizio Rossi alla presidenza di Unindustria, prima che 88-k, sommo sacerdote dei rettiliani interrompesse il collegamento. A meno di una settimana di distanza dalla festa borghese della donna, la Marcegaglia intendeva rilanciare in quell'assise proprio il tema dell'emancipazione della donna, inserito nel contesto più ampio delle strategie mirate al trionfo del socialismo in un paese sempre più abbruttito da un capitalismo di cui la crisi economica ha ormai svelato la reale turpitudine. Ne pubblichiamo ampi stralci.

Caro Fabrizio,
il giogo, l'inganno, la rapina del lavoro del popolo da parte dei capitalisti è inevitabile finché esisterà la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine.
La sostanza del bolscevismo è che esso smaschera la menzogna e l'ipocrisia della democrazia borghese, abolisce la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine e concentra tutto il potere dello Stato nelle mani delle masse lavoratrici e sfruttate. Queste masse prendono nelle loro mani la politica, cioè l'edificazione di una nuova società. È un compito difficile: le masse sono state abbrutite, soffocate dal capitalismo, ma non esiste e non può esistere altra via per uscire dalla schiavitù salariata, dalla schiavitù capitalistica.
Non è possibile però far partecipare le masse alla politica se non vi si attirano le donne. In regime capitalistico, infatti, la metà del genere umano, formata dalle donne, subisce una duplice oppressione. L'operaia e la contadina sono oppresse dal capitale e, per di più, - persino nelle repubbliche borghesi più democratiche, permane, in primo luogo, l'ineguaglianza giuridica, cioè la legge non concede alle donne l'eguaglianza con gli uomini; in secondo luogo, - e questa è la questione capitale - esse subiscono la "schiavitù domestica": sono "schiave della casa", soffocate dal lavoro più meschino, più umiliante, più duro, più degradante, il lavoro della cucina e della casa, che le relega nell'ambito ristretto della casa e della famiglia.
La rivoluzione bolscevica distrugge le radici dell'oppressione e dell'ineguaglianza delle donne assai più profondamente di quanto, fino ad oggi, abbiano osato nessun partito e nessuna rivoluzione. Essa in primis abolisce del tutto l'ineguaglianza particolarmente ignobile, abietta e ipocrita che improntava il diritto matrimoniale e familiare, la ineguaglianza nei riguardi dei figli. Tutto ciò è appena il primo passo verso l'emancipazione della donna. Eppure questo primo passo non ha ancora osato farlo nessuna delle repubbliche borghesi, sia pure la più democratica. Non ha osato, arrestandosi pavida di fronte alla "sacra proprietà privata".
Il secondo passo, quello più importante, è l'abolizione della proprietà privata della terra, delle fabbriche e delle officine. Quest'abolizione, ed essa sola, apre la strada all'emancipazione completa ed effettiva della donna, alla sua liberazione dalla "schiavitù della casa", perché segna il passaggio dalla meschina, chiusa economia domestica alla grande economia socializzata. Questo passaggio è difficile: bisogna trasformare gli "ordinamenti" più radicati, tradizionali, inveterati (in verità si tratta di infamia, di barbarie e non di "ordinamenti"). Ma il passaggio è cominciato; ci siamo messi al lavoro e già marciamo su una via nuova.
Echeggeranno appelli coraggiosi a non lasciarsi intimorire dalla reazione accanita e talvolta feroce della borghesia. Quanto più un paese borghese è "libero" o "democratico", tanto più la banda dei capitalisti si accanisce e infierisce contro la rivoluzione operaia; basta prendere come esempio la repubblica democratica degli Stati Uniti. Ma la massa degli operai si è ormai risvegliata. Si sono risvegliate definitivamente con la guerra imperialistica le masse addormentate, sonnolente, inerti dell'America, dell'Europa e dell'Asia. In tutte le parti del mondo il ghiaccio è rotto. La liberazione dei popoli dal giogo dell'imperialismo, la liberazione degli operai e delle operaie dal giogo del capitale compie progressi irresistibili. Quest'opera è stata intrapresa da decine e centinaia di milioni di operai e di operaie, di contadini e di contadine. Quest'opera, la liberazione del lavoro dal giogo del capitale, trionferà in tutto il mondo!

2 commenti:

Vanni Destro ha detto...

Caro Monello, dopo aver incendiato la sede del Comitato per lo Sviluppo e bruciacchiato le punte deella chioma fluente di Maurizio Ferro deturpandola orrendamente, ho deciso di saltare il fosso!
La compagna Marcegaglia porta avanti la battaglia chiamando noi, primi alfieri del nuovo bolscevismo rosso-verde a raccolta e noi non siamo insensibili al richiamo.
Abbiamo già formato una brigata clandestina intitolata a Bill Gates già composta da più di duemila combattenti (l'iscritto 1816 si chiama Silvio) che avrà la funzione che ha avuto l'IRA per il Sinn Fein e l'ETA per Harri Batasuna.
Libereremo il Polesine dal giogo capitalista per iniziare quel percorso vittorioso che affermi il primato rosso.verde sul nostro pianeta e su Chulak.
Noi saremo i nuovi carbonari ..... aaaagh....... Scusa, per un'attimo mi è mancato il fiato.
Dicevo, noi saremo i pilastri per riformare......ahhhhhg..... Mi è mancato il fiato di nuovo!
Vabbè, Monello, poche pugnette e pronto alla pugna!
Unisciti a noi e andiamo insieme verso il Sole 24 Ore dell'avvenire! Nel nome dei compagni Marcegaglia, Costato e Rossi la Rivoluzione Boscevico-ambientalista vincerà!
Hasta quasi siempre!
Vanni Destro

Anonimo ha detto...

Ciao, nel sondaggio su chi voterò alle prossime elezioni è possibile inserire Vittorio Sgarbi? Si dice che sarà lui il nome di punta del Pdl in Polesine......