Questa splendida cronaca segna il ritorno sulle scene del valido corrispondente Marcello Gagliardi Foccas De’ Pepoli. Un resoconto che brilla per veridicità, pertinenza, continenza, ma anche per misteriosità: che ci fa in giro mio fratello Vianello Monello con una Lamborghini? Non era morto? Che siano l'ennesimo clone? Boh! Ci penserò domani. La tummia di Pernod di ieri sera picchia ancora in testa e non ho voglia di sovraccaricarmi ulteriormente i neuroni. Insomma, ne riparleremo.
S’è sentito solo un rombo. Come un lungo tuono. E poi un lampo, di luce riflessa, che sfiorava due ragazzi che camminavano. Alle 2 della scorsa notte squilla il telefono nella centrale del 112: «C’è uno che corre come un pazzo», dice la voce. Il carabiniere chiede: «Ha visto che macchina era?». «Una sportiva, mi sembra una Lamborghini ». Due pattuglie arrivano in zona viale Gramsci, a ridosso del centro di Rovigo, quartiere Commenda. Passa una mezz’ora. Le macchine dei militari continuano a girare. Poi uno dei carabinieri avverte il collega: «Eccola, a fianco ce n’è un’altra». Sono ferme al semaforo di Ponta: una Lamborghini Gallardo, motore da 520 cavalli; una Aston Martin Vantage Roadster, con 380 cavalli sotto il cofano. Scatta il verde. Le macchine schizzano via nel traffico. Le carrozzerie scure si volatilizzano. I carabinieri inseguono.
Un quarto d’ora dopo le due fuoriserie sono di nuovo allineate, parcheggiate davanti al Regina Margherita, uno degli alberghi più lussuosi tra la stazione e il centro della città. Scendono dalle auto i due guidatori, due uomini distinti, gli opinionisti Vianello Monello e Jacopo Carlotti. Scendono poi le loro accompagnatrici. Bionde, abiti luccicanti, tacchi alti, gambe e volti da modella. I carabinieri del Nucleo Radiomobile che li hanno inseguiti, persi e alla fine riagganciati, denunciano i due fini intellettuali perché gareggiavano. Ritirano le loro patenti. Sequestrano le auto.
In realtà, più che una corsa, è stata una sfida ripetuta di accelerazione. Fermi a ogni semaforo rosso. Sprint feroce al verde. Dal ponte del Bassanello, poi lungo la Circonvallazione Ovest, fino a piazza della Repubblica. A che velocità? Si può solo immaginare, considerando che quella Lamborghini, per salire da zero a cento chilometri l’ora, impiega 4 secondi. L’Aston Martin ci mette poco di più, 5 secondi. Gli ultimi due scatti (andata e ritorno) sulle due corsie della Tangenziale Est, poi il vialone di fronte alla stazione ferroviaria.
Fuori giri e fuori dalle regole. Senza limiti: di spesa e di velocità. Fine settimana da rampanti a Rovigo con suite al Regina Margherita, cene e drink. Le due macchine erano in affitto (presto dovrebbero essere restituite all’agenzia che le ha date in noleggio). Guidare Lamborghini e Aston Martin costa tra i 1.500 e i 2.500 euro al giorno. Forse per questo Vianello Monello e Jacopo Carlotti non avranno problemi a saldare la multa che rischiano: da 5 a 20 mila euro.
Ai carabinieri, i due hanno risposto con la noncuranza di chi risolve col portafogli ogni contrattempo. Nessuna contrarietà a soffiare nella macchina per scoprire l’alcol nel sangue. Uno soltanto aveva esagerato col vino: tasso alcolico a 0,78, contro il limite di 0,5. La corsa in auto è stata la fine della serata, il ritorno in hotel. Una volta firmati i verbali, le due coppie sono risalite serene nelle loro stanze.
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