venerdì 27 novembre 2009

Socialismo e petrolio

Il petrolio dei Giardini Sconciaforni sarà venduto ai cinesi per rimpinguare le casse comunali, consentendo così all'amministrazione di riprendersi Palazzo Nodari, da tempo in mano a immobiliaristi orientali.
I più edotti ricorderanno che, nel tentativo di distruggere il malvagio alieno Hrrfulla'nghhtopeprp, il compianto Cicciuzzo Sconciaforni cadde da una giostrina per bambini al parchetto del castello rodigino e dalla voragine lasciata dal pingue eroe cittadino si sprigionarono fiotti di petrolio, presto convogliati in condotte e tubature per essere sapientemente amministrati a beneficio della città. Di quella preziosa risorsa, affidata alla gestione della neonata Asm Petroli, non si era più parlato, nemmeno in occasione dell'intitolazione del parco a Cicciuzzo Sconciaforni nell'ottobre scorso. (Non ve l'avevamo detto?) Ora il caso riesplode sulle prime pagine dei giornali, con la testimonianza di un cittadino, consegnata ai consiglieri comunali dell'opposizione: durante i lavori per il rifacimento di corso del Popolo, sarebbe stata interrata un'enorme condotta che trasporterà il petrolio del parchetto fuori città, fino a raggiungere l'interporto, da cui partirà verso alcuni paesi arabi a bordo di grosse chiatte. Li verrà raffinato e rivenduto principalmente alla Repubblica Popolare Cinese, grazie a un accordo stipulato in gran segreto tra la giunta Merchiori e il presidente Hu Jintao a inizio autunno. Nell'accordo è messo nero su bianco l'obbligo di fare tornare Palazzo Nodari nelle mani del Comune, dopo che per ragioni di bilancio la sede comunale era stata venduta ad alcuni imprenditori cinesi. Con gli introiti del petrolio, la giunta conta così di tenere in piedi il bilancio senza dovere ricorrere alle multe o ai denari dell'edilizia privata.
Ma per molti la decisione della giunta rischia di creare un'ulteriore frattura in una città già preoccupata dalla decisione del vicesindaco Azzalin di dividere in due il capoluogo con un muro, per creare sul lato orientale Azzalingrado. "Non solo ila città ovest sarà completamente trascurata dagli investimenti, ma ora rubano anche il nostro petrolio, visto che fino a prova contraria i giardinetti sono sul nostro lato del muro", tuona il sindaco, Paolo Avezzù, che pur abitando sul lato est si dice pronto a trasferirsi dall'altra parte. "Non c'è nulla di irregolare - rassicura il sindaco, Fausto Merchiori - Le considerazioni di Avezzù sono frutto di disinformazione. Non ha evidentemente letto la delibera con cui si procede all'annessione del castello al versante orientale, come è giusto che sia".

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