Si è concluso in tragedia il duello tra Pinocchio e Sabbiolino, sfidatisi a singolar tenzone dopo che il burattino toscano ha cercato di uccidere Graziano Azzalin, che ha sostituito Erich Honceker nel cuore del noto pupazzo tedesco orientale.
I due si erano dati appuntamento in piazzale Giuseppe Di Vittorio, non distante dal check point Zeggio, dove ha sede l’omonimo duty free, frequentatissimo dai turisti che vengono in visita ad Azzalingrado. “Infatti ne ho approfittato per comprare una confezione di caramelle Coimbra per la mia amata Nadia - spiega Pinocchio - gliele porterò quando tornerò da lei vittorioso assieme all’astronave di Sabbiolino e alla testa di Graziano, che le porgerò su piatto d’argento. In quel momento chiederò la mano alla mia bella Salomé”. Commovente il momento del passaggio della frontiera, con l’assessore Romeo che ha salutato calorosamente il suo cavaliere. “Chissà che quel Sabbiolino ti riduca in un sacco di segatura, cazzo d’un burattino di merda! Mi stai sulla fava più di quell’orribile Azzalin!”. Il ligneo artista pistoiese ha risposto sorridente: “Grazie, amore! Chi disprezza compra! Festeggeremo assieme la vittoria mia e della libertà”.
L’incontro tra Pinocchio e Sabbiolino è fissato sul tetto del multipiano. Il burattino toscano arriva puntuale, accolto da Saverio Girotto incaricato dai contendenti del commento dell’incontro.
Sabbiolino è in leggero ritardo, come scopre il nostro valido collaboratore Bernabeo Calimani che lo ha raggiunto al cellulare: “Sono per strada e tra cinque minuti sono lì. Ho chiesto io di incontrarsi in quella sede: era il solo modo per poter parcheggiare la navetta senza incorrere nelle rigidità dei controllori della sosta”.
E aggiunge piantando la solita cialda assassina: “La situazione in cui Graziano si trova ora non è un fatto straordinario. Lo Stato di diritto tedesco ha già perseguitato e condannato Karl Marx, August Bebel, Karl Liebknecht e tanti altri socialisti e comunisti. Il terzo Reich, servendosi dei giudici ereditati dallo Stato di diritto di Weimar portò avanti quest’opera in molti processi, uno dei quali io stesso ho vissuto in qualità di imputato. Dopo la sconfitta del fascismo tedesco e dello Stato hitleriano, i nostri nemici non hanno avuto bisogno di cercarsi nuovi procuratori della repubblica e nuovi giudici per riprendere a perseguitare penalmente in massa i comunisti, togliendo loro il lavoro e il pane nei tribunali del lavoro, allontanandoli dagli impieghi pubblici tramite i tribunali amministrativi o perseguitandoli in altri modi. Ora capita quello che ai nostri compagni della Germania occidentale era già capitato negli anni ’50 e a noi a vent’anni fa. Da circa 190 anni è sempre lo stesso arbitrio che si ripete”.
Intanto la navetta di Sabbiolino si materializza, ma il nostro continua a parlare imperterrito al cellulare mentre guida. “Si mettono sotto accusa i comunisti, che da quando sono apparsi sulla scena politica sono sempre stati perseguitati…”. Ed è proprio a questo punto che Sabbiolino inizia la manovra di atterraggio, ma per una tragica fatalità spinge il tasto dell’overboost col risultato che si sprigiona dallo scarico una fiammata che incenerisce Pinocchio. “Ops – sbotta imbarazzato Sabbiolino – ha ragione la mia compagna, signora Puppendoktor Pille, a dire che sono un chiacchierone e che alle volte mi distraggo. Chiedo scusa ai familiari di Pinocchio e alla signora Nadia Romeo. Posso aggiungere comunque che tutti i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno sempre colpito…”.
Irrompe in scena Azzalin: “Dai, chiudi quella fogna Sabbiolino, cazzo, ca te’ ne gà desfà i cojoni… Con questo intendo dire che condividiamo l’amarezza di Sabbiolino. Siamo davvero molto toccati dalla triste fine di Pinocchio con il quale vi sono stati in passato screzi, ma che rappresentava una grande ricchezza per tutti i sinceri democratici”. Si astiene dai commenti Nadia Romeo, che elabora sobriamente il lutto con un cappello a cono e una lingua di Menelik. Le ceneri di Pinocchio sono state raccolte con un aspirapolvere da dipendenti di Asm. “Ho io la soluzione per riportarlo in vita – spiega Renzo Marangon, comparso in immagine olografica da un vicino maxi manifesto con la sua effige – grazie agli investimenti collegati al piano strategico Urban Labor, potremo potenziare i laboratori di ricerca al Cur. Sono certo che con opportuni processi di sinterizzazione potremo riavere tra noi il nostro burattino, incenerito dalla malvagità comunista. E ora, anche se non c’entra un cazzo, vi racconterò una barzelletta dal mio repertorio stantio: che differenza c'e' fra una bara ed un preservativo? Entrambi contengono un corpo rigido, ma il primo va e il secondo viene...”.
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