martedì 31 marzo 2009

Lettera di Cicciuzzo Sconciaforni al B.V. Paolino

Sperando di avere finito di scartabellare tra le letterine di Cicciuzzo Sconciaforni, diffondiamo un ulteriore messaggio, rivolto in questa occasione al B.V. Paolino (a lato, in un famoso ritratto), autorità spirituale del centrodestra rodigino, elettasi in opposizione alle posizioni internazionaliste espresse troppe volte dalla Chiesa ufficiale. Non l'abbiamo nemmeno letta, dunque pippatevela così com'è e fateci sapere. Per parte nostra, stiamo coinvolgendo il presidente dell'Azerbaijan, Ilham Aliyev, affinchè porti il caso di Cicciuzzo Sconciaforni davanti all'assemblea generale delle Nazioni Unite.


Al B.V. Paolino

Carissimo Paolino,
ho sempre avuto grande stima di te, per tutto, ma soprattutto per la cristallina onestà. E’ quindi naturale che in un momento drammatico mi rivolga a te per un aiuto prezioso che consiste semplicemente nel dire la verità. Dirla, per ora, ben chiara agli amici consiglieri comunali e a qualche portavoce qualificato dell’opinione pubblica. Si vedrà poi se ufficializzarla.
Si tratta della nota vicenda del Pat che ci angustiò per tanti anni e che tu, con il mio modesto concorso, riuscisti a disinnescare. L’analogia, anzi l’eguaglianza con il mio doloroso caso, sono evidenti. Semmai in quelle circostanze la minaccia a interessi di terzi estranei era meno evidente. Ma il fatto c’era e a esso si è provveduto secondo le norme dello stato di necessità, gestite con somma delicatezza.
Di fronte alla situazione di oggi non si può perciò dire che sia del tutto nuova. Ha precedenti numerosi in Polesine e fuori del Polesine e ha, del resto, evidenti ragioni che sono insite nell’ordinamento giuridico e nella coscienza sociale della provincia.
Ecco, la tua obiettiva e informata testimonianza, data ampiamente e con la massima urgenza, dovrebbe togliere alla soluzione prospettata quel certo carattere di anomalia che taluno tende ad attribuire a essa.
Lascio alla tua prudenza di stabilire quali altri protagonisti evocare. Vorrei comunque che Gigi Osti fosse su piazza. Ma importante è che tu sia lì, non a fare circolo, ma a parlare serenamente secondo verità. Ti ricordi tra l’altro quando l’allarme ci giunse in sede al partito?
Grazie per quanto dirai e farai secondo verità. La famiglia, la casa di produzione cinematografia e io in tanta parte, dipendiamo da te, dalla tua onestà e pacatezza.
Affettuosamente

Cicciuzzo Sconciaforni

Lettera di Cicciuzzo Sconciaforni a Piccininno

Come promesso, seguitiamo a pubblicare lettere di Cicciuzzo rivolte alle massime istituzioni. Lettere che, va detto, nell'assordante silenzio delle istituzioni stesse, suonano come un tragico epitaffio. Ci appelliamo a tutti affinchè questa vicenda non debba giungere a un drammatico epilogo. In giornata sarà resa nota, una volta decifrata la calligrafia, l'ulteriore missiva rivolta al B.V. Paolino. Non perdiamo la speranza! (Nella foto, Piccininno lancia un appello al consiglio comunale, assieme al sindaco e al piccolo Eugenio Faggiano, di cui abbiamo oscurato il volto giacchè non si tratta di un minorenne extracomunitario. Cosa c'entra il piccolo Eugenio Faggiano? Questo sarà spiegato più avanti...)


Al professore Vito Piccininno

Onorevole presidente del consiglio comunale,
in questo momento estremamente difficile, ritengo mio diritto e dovere, come cittadino che confida nelle istituzioni municipali, di rivolgermi a Lei che ne è, assieme al sindaco Fausto Merchiori, il supremo custode. Lo faccio nello spirito di tanti anni di colleganza nell’impegno per il nostro Polesine, per scongiurarLa di adoprarsi, nei modi più opportuni, affinché sia avviata con le adeguate garanzie, un’equa trattativa umanitaria, che consenta di procedere alla realizzazione della conversione della centrale di Polesine Camerini a ganja anziché a carbone pulito e a me di tornare in seno alla famiglia e alla casa di produzione cinematografica che ha grave e urgente bisogno di me. Lo spirito umanitario che anima il consiglio comunale ebbe già a manifestarsi in sede di discussione di tanti provvedimenti ai quali come cittadino coscienzioso ebbi a dare il mio contributo.
D’altra parte non sfuggono ai consiglieri né i problemi di sicurezza, che possono però adeguatamente essere risolti, né la complessità del problema politico per il quale non sarebbero sufficienti scelte semplici e riduttive.
Aldilà di questa problematica io affido a Lei, signor presidente, con affetto e fiducia la mia persona, nella speranza che tanti anni di stima, amicizia e collaborazione mi valgano un aiuto decisivo, che ricostituisca il plenum del consiglio comunale e che mi dia l’unica gioia che cerco, il ricongiungimento con la mia amata famiglia e con l’apprezzata casa di produzione cinematografica.
Con i più sinceri e vivi ringraziamenti, voglia gradire i miei più deferenti saluti.

Suo Cicciuzzo Sconciaforni

lunedì 30 marzo 2009

Lettera di Cicciuzzo Sconciaforni a Bimbatti

Abbiamo ormai dodici scatoloni pieni di lettere per Cicciuzzo. Non inviatecele più. Anche lei, Sua Santità! Se sapessimo dove recapitarle avremmo già attivato i nostri contatti nella yakuza per organizzare una task force illegale e liberare il nostro amico prigioniero! Nel frattempo ci arrivano sue lettere a profusione. Altre due le divulgheremo domani. Intanto, dopo quella al presidente della Repubblica, eccovi la missiva alla non meno autorevole figura politica di Andrea Bimbatti, capogruppo - sembra - del Pdl in consiglio comunale (nella foto, mentre manifesta assieme ad altri consiglieri per la liberazione del collega di partito).

Carissimo Andrea,
un grande abbraccio e due parole per dirti che mi attendo, con l’eloquenza e il vigore che ti sono propri una tua efficace battaglia a difesa della vita, a difesa dei diritti contro una gretta ragion di Stato.
Tu sai che gli argomenti del rigore, in certe situazioni politiche, non servono a nulla. Si tratta di ben altro che dovremmo sforzarci di capire. Se prendi di petto i legalisti, vincerai ancora una volta. Non illudetevi di invocazioni umanitarie. Vorrei poi dirti che, se dovesse passarsi, come ci si augura, a una fase ulteriore, la tua autorità ed esperienza come capogruppo del Pdl, dovrebbero essere, oltre che per le cose generali che interessano, preziose per alcuni temi specifici che tu certo intuisci.
Grazie e tanti affettuosi saluti.

Cicciuzzo Sconciaforni

Lettera di Cicciuzzo Sconciaforni a Giorgio Napolitano

Cicciuzzo Sconciaforni continua a inondare il mondo di lettere, segno tangibile che si sente abbandonato da tutti in questo difficile momento. Nel frattempo arrivano nella nostra cassetta postale anche le lettere di solidarietà di mezzo mondo, mentre si moltiplicano le iniziative in suo favore: ieri Marco Paolini ha dichiarato a La Repubblica che, in caso di morte di Cicciuzzo, farà uno spettacolo teatrale per commemorarlo. Sotto riportiamo la lettera di Cicciuzzo al presidente della Repubblica (nella foto, mentre cerca di decifrare la scrittura del mittente).


All’onorevole dottore Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica Italiana

Faccio vivo appello, con profonda deferenza, al suo alto senso di umanità e di giustizia, affinché, d’accordo con il governo, voglia rendere possibile una equa e umanitaria trattativa per la conversione a ganja della centrale termoelettrica di Polesine Camerini come alternativa al carbone pulito, la quale mi consenta di essere restituito alla famiglia e alla casa di produzione cinematografica, che hanno grave e urgente bisogno di me. Le tante forme di solidarietà già sperimentate, la indirizzino per la strada giusta.
La ringrazio profondamente e la saluto con viva cordialità.

Cicciuzzo Sconciaforni

domenica 29 marzo 2009

Cicciuzzo libero subito!

La campagna per la liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni è ormai mondiale. Anche noi vogliamo fare la nostra parte. Leonida Gusmaroli ha acconsentito ad abbandonare questo spazio per una domenica, lasciando campo libero alle testimonianze di chi si sta spendendo per la salvezza del celebre pornodivo polesano rapito dalle Brigate Rosse. Avete visto le manifestazioni in Turchia, gli sforzi diplomatici del presidente azero Ilham Aliyev, gli appelli di premi Nobel per la Pace e pop star. Qui vi aggiorniamo sulle inizative più recenti in tutto il mondo. Continuate a seguirci e grazie per tutto ciò che state facendo.

La cantante pop Madonna ha organizzato un concerto speciale a Cleveland in onore di Cicciuzzo. "Ci conoscevamo appena, ma ho sempre avuto grande stima di lui. Prego continuamente per la sua liberazione".


Dal concerto è stato tratto un cd con tre brani, interpretati da icone del pop mondiale quali Jamiroquai, Annie Lennox, Phil Collins, Bruce Springsteen, Lucia Riberto e molti altri. Qui vediamo Paris Hilton presentarlo ufficialmente in televisione. Davanti alla Tv, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "Sono molto preoccupato per la sua sorte, per quello che posso fare mi spenderò perchè questa storia finisca nel migliore dei modi".


Dalla cima del K2, l'esploratore altoatesino Oscar Kannunsehn ha voluto lanciare un messaggio di solidarietà a tutto il mondo. Qui lo vediamo mentre lascia una foto di Cicciuzzo sulla vetta, accompagnato dal suo fido sherpa nepalese.

sabato 28 marzo 2009

Nuova task force per Cicciuzzo

L'inerzia delle istituzioni sta spingendo i cittadini a prendere iniziative spontanee per la liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni. "La tragica vicenda di Nazzareno Bariotti ci ha commosso a tale punto da spingerci ad agire in prima persona" dichiara la signora Demetra, che con il nipote Roberto (li vedete nella foto) ha messo in piedi una nuova task force per liberare a suon di mitraglietta il povero pornodivo prigioniero delle Brigate Rosse.
"Io sto con la mia nonna - aggiunge Roberto, dopo avere indossato la mimetica ed essersi dipinto il torso nudo con disegni tribali - Quel Cicciuzzo era un bravo toso e io ero pronto a votarlo come assessore alle Politiche Giovanili. Ho compiuto diciotto anni a febbraio e per me sarebbe stata la prima volta che votavo! Difendo così il diritto di voto di tutti!" L'improvvisata missione militare ha ricevuto il placet dei genitori di Roberto: "Che si cavi dai coglioni e si porti via anche la vecchia sclerotica, che tanto lui stava in giro tutto il giorno in motorino e a scuola andava di merda e lei mi stava sempre in mezzo alle balle", commenta sinteticamente la mamma Luisa, nel salutarli commossa.
La missione della signora Demetra e del giovane Roberto ha ricevuto il patrocinio della Provincia di Rovigo ed è stata salutata con un festante taglio del nastro alla presenza della candidata alla presidenza della Provincia, Tiziana Virgili, accompagnata dal presidente della conferenza dei sindaci, Oscar Tosini. "La nostra presenza - ha dichiarato la Virgili - sia di augurio per la buona riuscita della missione: vogliamo una competizione corretta e leale e non manipolata da interventi esterni che nulla hanno a che spartire con la politica!" I due eroi si sono quindi allontanati, armati come un cacciatorpediniere, a bordo di un pickup bianco e azzurro messo a disposizione da uno zio del Robertino, che preferisce non essere citato per non essere associato a simili cazzate. "Sgomineremo quei fanatici minchioni e vi porteremo Cicciuzzo sano e salvo sul retro del nostro furgoncino", ha gridato Roberto, alzano in aria il mitra in gesto di saluto ai parenti.

venerdì 27 marzo 2009

"Con la social card ci andiamo a troie!"

Sembrava l'ennesima leggenda metropolitana, invece abbiamo verificato che è tutto vero. A Rovigo sempre più anziani usano la social card per andare a troie.
"Lo ammetto, alla mia età sarà poco decoroso ma capita - testimonia Carmelo B., ex ferroviere in pensione - Non ho una donna e allora mi rivolgo alle signorine che mi regalano mezz'ora di beatitudine. Non ci vedo nulla di male". Sì, ma perchè con la social card? "Con 40 euro al mese cosa pensavano, che ci saremmo comprati il Lamborghini a rate? - scherza Giulio W., 78 anni portati così così - Farci la spesa è davvero umiliante, se si pensa a cosa costa realmente un giro al supermercato. E allora tanto valeva spenderseli a troie, si può dire troie?" Il signor Carmelo ci spiega che l'idea di aprire alla social card è venuta alla signora Birgitta, prosperosa prostituta di San Bortolo (nella foto), che con alcune amiche ha aperto una cooperativa. Nell'arco di poche settimane, già una ventina di mignotte rodigine avevano aderito all'interessante iniziativa: "Con 40 euro al supermercato compri appena quello che ti serve per campare e torni a casa avvilito - dice Giulio - Con la stessa somma la Birgitta mi fa due servizi completi e ne esco tutto allegro. Comprendi la differenza?" Il valore aggiunto, ci par di capire, è ben superiore a quello delle spese ordinarie. Lo garantisce per tutti Ascanio, ottuagenario impiegato in pensione, vedovo arzillo: "All'età che c'ho domani potrei esserci come non esserci! - ride - E allora mi son tolto lo sfizio di andare col trans. Con 40 euro te lo puoi permettere e te ne avanza. Ma mi ha fatto un po' impressione, ti dirò. Mi sa che resto tradizionalista".
Per scrupolo abbiamo verificato dalla Birgitta e possiamo garantire sia sulla veridicità della notizia, sia sulla qualità delle prestazioni. "Abbiamo pensato di fare un'opera di bene - ci racconta - Del resto 'sto lavoro qua io lo faccio da sempre per passione e mi ritengo una privilegiata. Gli anziani restano dei galantuomini, non come i quarantenni che si fanno di coca e vanno con le nigeriane perchè con loro pensano di fare i loro porci comodi. Io i miei clienti me li coccolo e ho pensato che permettere a un vecchietto che vive solo di usare la social card fosse un'opportunità Mi sono convenzionata, non vi sto a spiegare come, e ho avviato il servizio. Ora stiamo cercando di estenderlo alle straniere, ma lì si fanno spesso i conti con i papponi, quelle ignobili merdacce che sfruttano le ragazze, ma qui aprirei un altro capitolo..." Apra pure, tanto c'è spazio. "Dico solo che per me non c'è nulla di male a darla via per guadagnare, per certi versi è più dignitoso che lavorare sotto padrone. Ma in giro ci sono dei bastardi che costringono ragazzine a suon di botte a prostituirsi e io a quelli lì gli taglierei i coglioni e li impalerei vivi". Aggiungiamo, con un merluzzo surgelato, per poi esporli nella pubblica piazza. E chiudiamo con un invito a tutti gli anziani soli ad approfittare di questa reale opportunità.

giovedì 26 marzo 2009

"Il terrorismo è stato sconfitto dalla Storia"

Frugando nel mucchio delle lettere giunte da tutto il mondo per chiedere la liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni, ho trovato appelli firmati dal presidente boliviano Evo Morales, dal premio Nobel per la Pace, Desmond Tutu, dall'attore di grido Riccardo Scamarcio e da molti altri che non basterebbe un blog per citarli. Alla fine ho scelto di pubblicare questa pregnante denuncia di Antonio Costato, che pur non essendo più sindaco di Rovigo mantiene in forma gli ideali e il coordinamento della sua giunta rivoluzionaria e marca la distanza con l'ignobile pratica del terrorismo. (A lato, una parata militare in Turchia per esprimere solidarietà all'amato Cicciuzzo Sconciaforni)

La nostra posizione sulla natura, la funzione e gli scopi provocatori e controrivoluzionari delle cosiddette "Brigate Rosse'' è stata espressa in maniera chiara e ferma dal compagno Antonio Costato che afferma senza mezzi termini che "non è rosso, ma nero il rapimento di Cicciuzzo Sconciaforni''.
La nostra denuncia, quindi, è sempre stata puntuale e altrettanto ferma - seppur vigliaccamente ignorata dai mass media borghesi - fin dal Documento dell'Ufficio politico del 28 febbraio scorso di quest'anno sul delitto contro Cicciuzzo, in cui fra l'altro si afferma che "Il terrorismo arriva puntuale ogni volta che le masse vogliono più giustizia sociale, più benessere, più libertà, più democrazia. Segno evidente che c'è una precisa regia, una centrale occulta, che non vuole che tutto ciò si realizzi. Chiaramente il terrorismo viene dai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, è manovrato dai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti ed è funzionale ai Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Anche se la manovalanza si professa a `sinistra'. Quindi se non si combattono i Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, e l'attuale governo degli enti locali che è di loro diretta emanazione, non si riuscirà mai a venire a capo del terrorismo''
Per quanto ci riguarda, in base alla nostra analisi del terrorismo in Polesine, il documento di rivendicazione del rapimento Sconciaforni redatto dalle "Br'' - recapitato alle redazioni rodigine di Gazzettino, Resto del Carlino, Corriere del Veneto, Voce, Blog di Monello Vianello -, non meriterebbe nemmeno una riga di commento. Esso non ci è stato inviato. Un fatto questo che smentisce la presunta matrice di "sinistra'' e "rivoluzionaria'' delle sedicenti "Br'' e conferma che fra il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il terrorismo non vi è mai stata e mai vi sarà alcuna contiguità e affinità di natura ideologica, politica e pratica.
Se ce ne occupiamo è perché riteniamo nostro dovere aiutare i sinceri rivoluzionari a capire con chi hanno a che fare e ad evitare di cadere nella rete provocatoria del terrorismo. Si tratta di battere certe idee errate che circolano in ambienti giovanili a proposito dei brigatisti, del tipo "sono compagni che sbagliano'', "sono in buona fede'', "pagano di persona'', "vanno comunque apprezzati per il loro coraggio''.
I terroristi, e ci riferiamo in primo luogo ai teorici e ai manovratori del terrorismo, non sono affatto "compagni che sbagliano'' come la storia dimostra. Noi ammiriamo e impariamo piuttosto dal coraggio dei nostri partigiani che erano ben lontani dall'immagine dei supereroi, dei rambo, individui militaristi e staccati dalle masse a cui sembrano rifarsi i "brigatisti'' ed esprimevano invece un coraggio collettivo, un coraggio che traevano dal combattere per una causa giusta, appoggiati e sostenuti dalle masse. La trasformazione della società, l'abbattimento del capitalismo e la conquista del socialismo possono avvenire solo attraverso la lotta di classe e la rivoluzione proletaria che è opera delle masse proletarie e popolari, non di piccoli gruppi. Solo in questo contesto è giustificato, necessario e utile l'esercizio della violenza rivoluzionaria, ma sempre da parte delle masse che lottano contro la violenza reazionaria della classe dominante borghese, del suo governo e delle sue istituzioni.
La violenza è una necessità storica imposta al proletariato dalle condizioni specifiche della sua esistenza e non una scelta facoltativa. Il proletariato usa la violenza spinto dal desiderio di sopprimere ogni violenza, che però continua ad esistere finché permarrà la divisione in classi: questo è il motivo che fa della violenza del proletariato una cosa giusta e della violenza della borghesia una cosa ingiusta. L'idea che l'azione individuale e il terrorismo abbiano effetti taumaturgici per la rivoluzione è già stata battuta dalla storia. Il terrorismo in realtà non ha mai torto un capello al capitalismo e all'imperialismo.

La Giunta rivoluzionaria della città di Rovigo
Antonio Costato, Antonello Contiero, Cristiano Pavarin, Matteo Salvini, Associazione Ro Art

mercoledì 25 marzo 2009

Marcegaglia: "Solo il bolscevismo libererà la donna dall'oppressione"

Siamo riusciti a entrare in possesso dell'autentico discorso che Emma Marcegaglia avrebbe dovuto tenere al battesimo di Fabrizio Rossi alla presidenza di Unindustria, prima che 88-k, sommo sacerdote dei rettiliani interrompesse il collegamento. A meno di una settimana di distanza dalla festa borghese della donna, la Marcegaglia intendeva rilanciare in quell'assise proprio il tema dell'emancipazione della donna, inserito nel contesto più ampio delle strategie mirate al trionfo del socialismo in un paese sempre più abbruttito da un capitalismo di cui la crisi economica ha ormai svelato la reale turpitudine. Ne pubblichiamo ampi stralci.

Caro Fabrizio,
il giogo, l'inganno, la rapina del lavoro del popolo da parte dei capitalisti è inevitabile finché esisterà la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine.
La sostanza del bolscevismo è che esso smaschera la menzogna e l'ipocrisia della democrazia borghese, abolisce la proprietà privata della terra, delle fabbriche, delle officine e concentra tutto il potere dello Stato nelle mani delle masse lavoratrici e sfruttate. Queste masse prendono nelle loro mani la politica, cioè l'edificazione di una nuova società. È un compito difficile: le masse sono state abbrutite, soffocate dal capitalismo, ma non esiste e non può esistere altra via per uscire dalla schiavitù salariata, dalla schiavitù capitalistica.
Non è possibile però far partecipare le masse alla politica se non vi si attirano le donne. In regime capitalistico, infatti, la metà del genere umano, formata dalle donne, subisce una duplice oppressione. L'operaia e la contadina sono oppresse dal capitale e, per di più, - persino nelle repubbliche borghesi più democratiche, permane, in primo luogo, l'ineguaglianza giuridica, cioè la legge non concede alle donne l'eguaglianza con gli uomini; in secondo luogo, - e questa è la questione capitale - esse subiscono la "schiavitù domestica": sono "schiave della casa", soffocate dal lavoro più meschino, più umiliante, più duro, più degradante, il lavoro della cucina e della casa, che le relega nell'ambito ristretto della casa e della famiglia.
La rivoluzione bolscevica distrugge le radici dell'oppressione e dell'ineguaglianza delle donne assai più profondamente di quanto, fino ad oggi, abbiano osato nessun partito e nessuna rivoluzione. Essa in primis abolisce del tutto l'ineguaglianza particolarmente ignobile, abietta e ipocrita che improntava il diritto matrimoniale e familiare, la ineguaglianza nei riguardi dei figli. Tutto ciò è appena il primo passo verso l'emancipazione della donna. Eppure questo primo passo non ha ancora osato farlo nessuna delle repubbliche borghesi, sia pure la più democratica. Non ha osato, arrestandosi pavida di fronte alla "sacra proprietà privata".
Il secondo passo, quello più importante, è l'abolizione della proprietà privata della terra, delle fabbriche e delle officine. Quest'abolizione, ed essa sola, apre la strada all'emancipazione completa ed effettiva della donna, alla sua liberazione dalla "schiavitù della casa", perché segna il passaggio dalla meschina, chiusa economia domestica alla grande economia socializzata. Questo passaggio è difficile: bisogna trasformare gli "ordinamenti" più radicati, tradizionali, inveterati (in verità si tratta di infamia, di barbarie e non di "ordinamenti"). Ma il passaggio è cominciato; ci siamo messi al lavoro e già marciamo su una via nuova.
Echeggeranno appelli coraggiosi a non lasciarsi intimorire dalla reazione accanita e talvolta feroce della borghesia. Quanto più un paese borghese è "libero" o "democratico", tanto più la banda dei capitalisti si accanisce e infierisce contro la rivoluzione operaia; basta prendere come esempio la repubblica democratica degli Stati Uniti. Ma la massa degli operai si è ormai risvegliata. Si sono risvegliate definitivamente con la guerra imperialistica le masse addormentate, sonnolente, inerti dell'America, dell'Europa e dell'Asia. In tutte le parti del mondo il ghiaccio è rotto. La liberazione dei popoli dal giogo dell'imperialismo, la liberazione degli operai e delle operaie dal giogo del capitale compie progressi irresistibili. Quest'opera è stata intrapresa da decine e centinaia di milioni di operai e di operaie, di contadini e di contadine. Quest'opera, la liberazione del lavoro dal giogo del capitale, trionferà in tutto il mondo!

martedì 24 marzo 2009

Vile dimostrazione di intolleranza a Rovigo

Uno spiacevole episodio ha visto protagonista lo stimato Vianello Monello, che dopo essere tornato in vita in seguito a innumerevoli vicessitudini, pensava di poetere ricominciare da zero una vita fatta di sagaci corsivi e mordaci battute.
Ieri l'elzevirista del Corriere del Veneto si era trovato a pranzo con Jacopo Carlotti (nella foto), altrettanto noto editorialista della Voce di Rovigo, celebre per le sue invettive contro l'establishment trotzkista che governa il Polesine. Con loro, nell'elegante sala dell'hotel Regina Margherita, c'erano anche alcuni vips e uomini politici della Rovigo alta: i due corsivisti si sono con loro intrattenuti in battute e frecciate, accompagnando un lauto pranzo con un paio di bottiglie di bonarda, il tutto messo in conto ai rispettivi quotidiani. All'uscita, proprio mentre si accingevano a fumare un buon sigaro ed appropinquarsi alle proprie automobili, Vianello Monello e Jacopo Carlotti sono stati però colti di sorpresa da una piccola folla e fatti oggetto di un umiliante lancio di banane. "Parevano invasati! - racconta Vianello Monello - Ci urlavano epiteti ingiuriosi, criticando il nostro stile letterario senza alcuna volontà di dialogo. Delle autentiche furie scatenate". Testimoni ci raccontano di un vero e proprio tentativo di linciaggio ai danni dei due stimati scrittori: "Sono stati aggrediti verbalmente da numerosi individui, uno dopo l’altro senza soluzione di continuità - racconta Amilcare, testimone oculare di professione - Hanno dimostrato atteggiamenti di stampo fascista (reichiano), in perfetto stile Black-block, in perfetto stile “Minculpop”, in perfetto stile da repressione poliziesca con copertura istituzionale".
Altri testimoni raccontano di un biondino tossico che "agitava una sigaretta spenta e poi sputava fumo tossico a tre centimetri dal naso di Jacopo Carlotti", di un "gigolò della new age, fighetto gratta-checca" che gridava "Ma lo sai chi sono io?", mentre molestava ripetutamente Vianello Monello. "Ce la siamo vista davvero brutta - racconta Carlotti, in preda a un sussulto isterico - Questo clima da squadrismo rosso è frutto della deriva politica di Rovigo, stretta nella morsa tra gli estremisti comunisti à la Brusco, che quotidianamente tuonano contro chi garantisce il funzionamento dell'ospedale, e gli estremisti moderati bronze cuerte à la Virgili, che celano un animo violento sotto un aspetto mite e remissivo! Esasperano le tensioni sociali per governare nel caos: le buche in città, volute e realizzate dall'assessore comunista Graziano Azzalin, sono l'esempio più lampante di questa strategia". Colpiti da diverse decine di banane mature, i due hanno impiegato svariati minuti prima di riuscire a sottrarsi alla furia della folla e rifugiarsi nella macchina di Carlotti, per poi dirigersi in Questura.
"E' l'ennesima prova che a Rovigo c'è chi fomenta un clima d'odio verso la mia persona - ruggisce Vianello Monello - Non casualmente accade ora che avevo riallacciato i rapporti con il Corriere del Veneto: il mio corsivo di sabato scorso sull'assemblea di Unindustria, uscito sulle pagine regionali, era il premio promessomi da Savoia per il mio rientro in squadra, a patto che chiudessi le trame lasciate aperte dall'impostore che in questi mesi mi ha sostituito. Se l'atteggiamento dei rodigini verso di me continuerà ad essere così, mi trasferirò altrove e la città perderà uno dei suoi più illustri intellettuali! Ci sputo sopra a questo paesotto merdoso, ah!"

lunedì 23 marzo 2009

Le Br minacciano: "Uccideremo Cicciuzzo!"

Pronta replica delle Brigate Rosse alla lettera giunta negli scorsi giorni. La situazione si fa davvero drammatica, rimanete collegati e pregate per la sorte del vostro amato Cicciuzzo Sconciaforni. (Nella foto, l'apertura della lettera con tutte le precauzioni del caso da parte del nostro redattore Cirino Baffino.)

Alle nostre richieste del comunicato n.2 il Pdl e gli “amici” di Cicciuzzo Sconciaforni hanno risposto con un comunicato di poche frasi.
Di questo comunicato si può dire tutto tranne che è "chiaro" e "definitivo". Da parte nostra riaffermiamo che Cicciuzzo Sconciaforni è un prigioniero politico e che il suo rilascio è possibile solo se si concede la conversione a ganja di Polesine Camerini. Il Pdl come tassello fondamentale del sistema dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti (Vsa) e il suo Governo hanno la possibilità di ottenere la sospensione della sentenza del Tribunale del Popolo, e di ottenere il rilascio di Cicciuzzo Sconciaforni: diano la ganja ai lavoratori di Polesine Camerini che la barbarie dello Stato imperialista ha condannato a morte, la "morte lenta" del carbone pulito. Nessun equivoco è più possibile, ed ogni tentativo del Pdl e del Governo dei Vsa di eludere il problema con ambigui comunicati e sporche dilatorie manovre, sarà interpretato come il segno della loro viltà e della loro scelta (questa volta chiara e definitiva) di non voler dare alla questione di Polesine Camerini l'unica soluzione possibile. A questo punto le nostre posizioni sono completamente definite, e solo una risposta immediata e positiva del Pdl e del Governo dei Vsa, data senza equivoci, e concretamente attuata potrà consentire il rilascio di Cicciuzzo Sconciaforni.
SE COSI' NON SARA' TRARREMMO IMMEDIATAMENTE LE DEBITE CONSEGUENZE ED ESEGUIREMO LA SENTENZA CAPITALE A CUI CICCIUZZO SCONCIAFORNI E' STATO CONDANNATO.
Se il Pdl e il Governo dei Vsa designano un loro rappresentante e lo autorizzano a trattare la questione dei prigionieri politici, lo facciano esplicitamente e pubblicamente. Noi non abbiamo niente da nascondere, né problemi politici da discutere in segreto o "privatamente".
Alcune personalità del mondo borghese, e alcune autorità religiose, ci hanno inviato con molto clamore appelli cosiddetti umanitari per il rilascio di Cicciuzzo Sconciaforni. Ne prendiamo atto, ma non possiamo fare a meno di nutrire qualche sospetto; che cioè dietro il presunto spirito umanitario ci sia invece un concreto sostegno politico e propagandistico ai Vsa, e sia in realtà un "far quadrato" intorno alla cosca vetusta come sta avvenendo per tutte le componenti nazionali e internazionali della borghesia imperialista e delle sue organizzazioni, da quelle americane a quelle europee. Ora queste insigni personalità hanno la possibilità di appellarsi al Pd e al Governo dei Vsa per la conversione a ganja di Polesine Camerini in nome della stesa "umanità", "dignità cristiana" o altri "supremi ideali" ai quali dicono di riferirsi dimostrando cosi la loro proclamata imparzialità ed estraneità ad ogni calcolo politico. Sta ad essi dimostrare che il loro appello si pone veramente al di sopra delle parti e non è invece una subdola e turpe mistificazione, e che i nostri sospetti nei loro confronti sono soltanto dei pregiudizi.

domenica 22 marzo 2009

Le visioni di Leonida Gusmaroli #22

Disinteressato alla eventuale riforma del sistema previdenziale perché appassionato del proprio lavoro e soprattutto ricco di famiglia, Leonida Gusmaroli getta ancora una volta il suo sguardo attento sul futuro del Polesine.

Nasce "Polesine Equilibrato"
Respinta dal Pdl, Federica Zarri presenterà per le provinciali la lista civica “Polesine equilibrato” che raccoglierà diverse figure di spicco della società civile del territorio. A sorpresa candidato alla presidenza della Provincia sarà l’intellettuale Roberto Costa che brucerà sul filo di lana il maestro Giuseppe Pietroni da Ficarolo. “Costa è persona stimata – rimarcherà un documento ufficiale del movimento – i polesani di lui hanno imparato ad apprezzare la ragionevolezza, la simpatia, lo spiccato senso dell’umorismo, la buona educazione oltre all’indiscussa capacità di confronto e mediazione. E poi non possiamo non sottolineare che al suo passaggio nelle stanze lascia un gradevole odore muschiato”.

Nuovo duo per la Riberto
Lucia Riberto si dimetterà dalla guida del Prc polesano e, spinta dal successo della passata collaborazione con Bruce Springsteen, si dedicherà a tempo pieno alla musica una volta terminato il mandato a Palazzo Celio. Entusiasta della decisione sarà Robert Plant che scioglierà il sodalizio artistico con Allison Krauss per lanciare un nuovo progetto. “Sarà sempre un duo – spiegherà l’ex cantante dei Led Zeppelin – ma la proposta sarà più virata verso tonalità melodiche grazie alla particolare vocalità di Lucia”. Il duo si presenterà sui palchi come Ribert Plant.

Centrale lisergica
La centrale di Polesine Camerini verrà convertita a Lsd. Questo chiaramente non significherà che la sostanza sintetizzata da Albert Hoffman verrà bruciata nelle caldaie dell’impianto termoelettrico. “E’ una scelta orientata alla coesione sociale – preciserà una nota ufficiale dell’Enel – nel senso che chiunque potrà immaginare attraverso l’esperienza lisergica la realizzazione del progetto di conversione che più gli aggrada. Così, approfittando del generalizzato obnubilamento del sensorio, potremo proseguire nella realtà col carbone pulito senza rotture di cazzo”.

sabato 21 marzo 2009

Gli alieni tra noi!

"Mi rimetto alle decisioni del sommo sacerdote 88-k. Altro non dirò".
Il presidente della Camera di Commercio Loredano Zampini non commenta quanto accaduto in questi giorni, dopo le dichiarazioni infuocate di Fabrizio Rossi contro la sua persona. "Rossi ha dichiarato guerra ai rettiliani? Bah, fa il suo mestiere e segue le linee guida della sua fazione - si limita a replicare Zampini - I reticuliani sognano da sempre di avere un loro uomo nelle stanze dei bottoni polesane, dunque proprio non vedo cosa ci sia di nuovo". I reticuliani? "Sì, i Grigi, gli alieni di Zeta Reticuli, chiamali come vuoi. Anni fa si allearono perfino con i pleiadiani per cercare di conquistare il potere in Polesine. Gli va male tutte le volte, gli andrà male anche questa volta". Secondo i rumors, il presidente degli industriali polesani avrebbe fatto male i propri calcoli, senza rendersi conto del reale potere della fazione rettiliana e delle alleanze finora allacciate con altre fazioni. Rossi, del resto, non poteva sapere che negli ultimi mesi si era aperta una frattura tra gli alieni del pianeta Chulak, ultimi arrivati in Polesine, ma già infiltrati in alcuni apparati di potere locali. Ciò spiega, ad esempio, perchè il chulakiano Valentino Bosco avrebbe deciso di allearsi con il rettiliano Loredano Zampini. Ciò avrebbe indebolito l'alleanza tra il leader di Unindustria e il presidente dell'interporto, Ojdshewjrjes, che ha preso il posto dell'ex onorevole Giuseppe Fini. Trame troppo complicate per le nostre menti semplici.
Ma che tutto ciò sia vero, ce lo conferma il nostro consulente scientifico, il dott. Gaio Barfowskji: "I rettiliani - ci dice - sono la presenza più antica nella provincia di Rovigo. Se ne trovano citazioni perfino nel Decameron, ma io sono sicuro che fossero qui da molto prima. C'è chi dice che il famoso coccodrillo Loredano segnalato in Polesine qualche anno fa non sia un'invenzione giornalistica del Gazzettino per vendere qualche copia, ma un avvistamento di una di queste creature, poi distorto dalla fantasia popolare". Di certo gli alieni in Polesine si sono sempre fatti notare: "Basti rammentare il crop circle di Melara del 2003 (nella foto), i numerosi avvistamenti di oggetti volanti non identificati e l'Homo Saurus avvistato più volte e oggetto di una ricerca negli anni Ottanta - continua Barfowskji - Anche i segni del patto stretto tra istituzioni, militari e alieni sono evidenti. Uno su tutti, gli interessi intorno all'area dell'ex base di Zelo. E se vi dicessi che le pressioni per riattivarla, venute non casualmente da destra e da sinistra, nascondono un progetto più ampio nell'ambito della lotta tra le lobby legate ai rettiliani e quelle del pianeta Chulak?"

venerdì 20 marzo 2009

In memoria di Nazzareno Bariotti

Ci scrive Lotar Bariotti, padre del più celebre Nazzareno, noto alle masse per avere cercato invano di mettere in piedi una task force per liberare Cicciuzzo Sconciaforni dalle Brigate Rosse che lo tengono prigioniero da settimane (qui a fianco, vedete Nazzareno Bariotti in una delle ultime immagini prima di morire nell'esplosione della sua cintura da kamikaze). E' un altro appello disperato, quello che ci arriva in queste poche righe. Noi acconsentiamo come sempre a pubblicarlo, essendo ormai divenuti un punto di riferimento nella campagna ormai mondiale per la liberazione del povero Cicciuzzo...

Gentile sig. vianello monello,
sto mettendo ordine tra le cose di mio figlio nazzareno, quanti dvd dai titoli più curiosi! Lui era un grande appasionato dei film di cicciuzzo sconcaiforni, lo sa? chi avrebbe mai pensato che arrivava a morire pur di liberarlo? ora mi scusi per queste poche frettolose righe, ma mentre mettevo a posto i dvd di mio figlio mi è venuta una gran rabbia e ho pensato: adesso ci scrivo a vianello monello perchè ci devo dire due cose! (preciso, se non si fosse ancora capito, che io non sono Vianello Monello, ma suo fratello gemello, tutt'altra persona... ndr.) Volevo semplicemente che mi desse un po' di spazio, ho spedito una lettera anche alla Voce e mi hanno detto che la pubblicano, per ricordare mio figlio: era un bravo ragazzo, magari a scuola non andava tanto bene e ho forse sbagliato a spingerlo a iscriversi a giuriprudenza, ma ci tenevo che venisse su sano. ora che non c'è più sa cosa mi fa male? non tanto che dobbiamo pulire la sua stanza dove si è spiacciacato tutto sui muri, ma che lui è morto così, nel tentatibvo di fare del bene, e noi cosa abbiamo ricevuto iun cambio? una lettera dal sindaco, in cui ci fà le condoglianze!! è così che questo paese premia i suoi eroi!!!!!! mia moglie piange tutte le notti se pensa a come si è ridotto nostro figlio... questa è la gratitudine delle istituzioni verso una persona perbene che ha provato a salvare una vita umana. io lancio un messaggio allora a tutti i giovani: non cercate di aiutare mai nessuno, tanto nessuno vi dirà grazie.
un cordiale saluto,

Bariotti dott. Lotar

*

Premesso ancora una volta che io non sono il più famoso editorialista del Corriere del Veneto, ma suo fratello Monello Vianello, ringrazio il signor Lotar per la struggente testimonianza di amore paterno e rilancio con un messaggio: che l'atto di eroismo di Nazzareno non sia stato vano! Cicciuzzo libero! Subito!

MV

Appello

Riceviamo e pubblichiamo una lettera collettiva rivolta ai rapitori di Cicciuzzo Sconciaforni. Un appello chiaro e deciso, firmato da numerosi nomi di spicco dell'establishment polesano, che intendono chiarire da subito che non intendono stare al gioco delle Brigate Rosse. Nella convinzione che tutto fa brodo pur di mantenere alta l'allerta sul drammatico caso di Cicciuzzo, di cui insistiamo nel chiedere la liberazione, vi proponiamo il documento nella sua forma integrale. (Nella foto, il dott. Gaio Barfowskji mentre presenta l'appello collettivo ad una giornalista di Telestense.)

Amici di vecchia data di Cicciuzzo Sconciaforni o a lui vicini in tempi più recenti per comunanza di formazione culturale, di spiritualità cristiana o di visione politica, insieme ad altri che comunque riconoscono l’alto valore civile della sua testimonianza ininterrotta, mentre sono in atto autorevoli iniziative e altissimi appelli, per salvarne la vita, in cui confidiamo, desideriamo affermare:

1) Il Cicciuzzo Sconciaforni che conosciamo, con la sua visione spirituale, politica e giuridica che ne ha ispirato il contributo alla stesura della stessa Costituzione Repubblicana, non è presente nelle lettere dirette a Borgatti, pubblicate come sue: esse costituiscono un tentativo di distruggere la fisionomia di Cicciuzzo, tentativo colpevole quanto la minaccia di ucciderlo:

2) la irrimediabile colpa di un eventuale, assurdo omicidio ricade solo sugli esecutori materiali e gli organizzatori di esso; le Brigate Rosse non possono illudersi di scaricare su altri di una condanna a morte che la Provincia non riconosce applicabile in alcun caso.

Primi firmatari:
Renzo Marangon, Carlo Alberto Azzi, Federico Saccardin, B.V. Paolino, Tiziana Virgili, Isi Coppola, Gabriele Frigato, Luca Bellotti, Adino Rossi, Piermarino Veronese, Beppe Osti, Anna Lucia Riberto, Gianni Giribuola, Nerino Peretto, Matteo Zangirolami, Andrea Bimbatti, Aniello Piscopo, Aldo Guarnieri, Giuseppe Scaramozzino, Nello Chendi, Wander Furlan, Fabio Baroni, Tonino Casari Bariani, Luigi Frezzato, Nicolino Mangolini, Albertino Stocco, Roberto Magaraggia, Iginio Bendin, Diego Crivellari, Gianni Franchi, Giuseppe Fini, Loredano Zampini, Giovanni Nalin, Orazio Trambaiolli, Giampiero Gregnanin, Roberto Costa, Giuseppe Pietroni, Gino Spinello, Marioliti, Pino Sbando, Erre Stankovic, Vianello Monello, Gigi Osti, Gianni Magnan, Gaio Barfovskij, Gianmatteo Shakespeare, Vanni Destro, Maurizio Ferro, Nair, Diego Foresti.

giovedì 19 marzo 2009

Guai per il dottor Mehmet Alì Trevisan

Prima le stelle, poi le stalle. Dopo un effimero successo, ieri il dottor Mehmet Alì Trevisan (nella foto) è stato arrestato per abuso della professione medica da un nucleo dei Nas che ha fatto irruzione al San Luca con armi automatiche, elicotteri Mangusta e autoblindo B1 centauro attrezzati per il contrasto alla guerriglia. Il medico dell'ospedale di Trecenta è ora detenuto in fondo a un pozzo nei sotterranei del carcere di Rovigo, accusato di avere esercitato la pratica senza essere in possesso di alcun titolo di studio.
"Tutto falso - grida lui ai nostri microfoni, togliendosi di dosso tre ratti e uccidendoli a morsi per cibarsene più tardi - Guardatemi in volto: mi sono operato io stesso e sono venuto un bel figheiro. Io non sono un chirurgo plastico, sono un artista! Adesso mi verrete a dire che bisogna certificare anche l'arte? Che bisogna ridurre tutto a pezzi di carta, blasoni, percorsi formali, perfino l'arte che ha fatto dell'uomo la creatura più sorprendente del creato, che ci ha regalato testimonianze immortali?" Era divenuto il chirurgo plastico più famoso di tutto il Polesine, il dottor Mehmet Alì Trevisan, noto ai più per la liposuzione operata su Cicciuzzo Sconciaforni (rivelatasi poi parte di un complotto troppo lungo da spiegare) e per avere salvato il giovine Quirino L. dalle gravi mutilazioni che si era inferto dopo una notte brava. Non ci sta proprio, ora, a finire in gattaiola per accuse che ritiene pretestuose. Il dottor Trevisan ha una sua versione dei fatti e non si fa certo scrupolo a fornircela: "Tutti sanno che ho aiutato io Cicciuzzo Sconciaforni, assieme a Norman Sciaccaluga, a inscenare la propria morte per sfuggire ai propri nemici nel partito - racconta - Sono convinto che il mio arresto da parte delle forze dell'ordine sia parte di un disegno più ampio, che comprende il recente rapimento di Cicciuzzo da parte delle Brigate Rosse. Lancio dunque un messaggio al mio amico Norman Sciaccaluga: squagliatela finchè sei in tempo, prima che facciano fuori anche te!"
Durissimo il giudizio del comandante dei Nas, Vergingetorige Schwarzenghunther: "Questo mitomane ha turlupinato decine di giovani donne, convincendole a rifarsi tutte in nome di un falso ideale di bellezza conformista e stereotipata! Noi dobbiamo insegnare alle nostre figlie e alle nostre mogli che loro sono belle per come ci parlano, si muovono, per i loro capelli e i loro occhi, per il loro profumo, per come ci hanno conquistato la prima volta e anche per le loro piccole imperfezioni che ce le rendono adorabili. Invece personaggi come lo pseudo dottore trecentano riducono la bellezza alle dimensioni del seno e alla pelle liscia: vanno abbattuti a fucilate o rinchiusi in galera a pane secco e acqua piovana, altrochè!" Ma gli addebiti a carico di Trevisan sarebbero molto più pesanti, tanto che il Resto del Carlino già oggi titolava: "Hannibal Lecter in Polesine!" Il medico abusivo di Trecenta, infatti, avrebbe avuto l'abitudine di usare i tessuti adiposi rimossi da volti e glutei delle signore per organizzare parti chic, spesso invitando le sue stesse pazienti, in cui offriva infinite quantità di bruschette che millantava essere condite con lardo di colonnata o burrata. Trevisan non smentisce: "Era un peccato che tutta quella bontà andasse buttata! E poi tutti sanno che buona parte del grasso proveniente dalle liposuzioni viene destinato per convenzione alla mensa dei poveri! Cosa c'è da fare gli schizzinosi? Perfino di Cicciuzzo mi sono mangiato il pregiato lardo con un piatto di fave e del buon Chianti!"

mercoledì 18 marzo 2009

Cicciuzzo condannato a morte!

Frugando tra le lettere accatastate in un angolo della mia stanza, dopo quella di Cicciuzzo a Contiero che ho reso nota stamattina, ho trovato anche questo ennesimo proclama delle Brigate Rosse, di cui non so ricostruire la data. Vabbè, pubblico anche questo per i soliti motivi, ma cercate tutti di scrivere un po' meno e agire un po' di più: Cicciuzzo rischia la vita!

E’ passata più di una settimana dalla cattura di Cicciuzzo Sconciaforni: una settimana nella quale Cicciuzzo Sconciaforni è stato processato così come sono sotto processo tutti i Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti (Vsa) con i loro complici.
Cicciuzzo Sconciaforni è stato condannato così come è stata condannata la classe politica che ha governato per anni il Polesine con le infamie, con il servilismo alle centrali imperialiste come conferma la vicenda di Polesine Camerini, con la ferocia antiproletaria. La condanna di Cicciuzzo Sconciaforni verrà eseguita così come il Movimento Rivoluzionario si incaricherà di eseguire quella storica e definitiva contro l’immonda lobby dei Vsa e la borghesia che rappresenta.
Il problema cui in primis il Pdl deve rispondere è politico e non di umanità; umanità che il Pdl come tutti i lacchè dei Vsa non possiede e che non può costituire la facciata dietro la quale nascondersi e che, reclamata dai suoi boss, suona come un insulto.
Il rilascio del prigioniero Cicciuzzo Sconciaforni può essere preso in considerazione solo in relazione al ritorno della Giunta Costato a Palazzo Nodari o alla conversione a ganja di Polesine Camerini: non possiamo credere alla grottesca farsa antiproletaria del carbone pulito.
Il Pdl dia una risposta chiara e definitiva se intende percorrere questa strada: deve essere chiaro che non ce ne sono altre possibili.
La statura morale dei Vsa è nota a tutti, rilevarla può solo renderceli più odiosi e rafforzare il proposito dei rivoluzionari di distruggere il loro putrido potere.

Brigate Rosse
per la costruzione del Partito Comunista Combattente

Lettera di Cicciuzzo a Contiero

Il silenzio della politica sul rapimento di Cicciuzzo Sconciaforni da parte delle Brigate Rosse è assordante. Ancor più fragorosi, dunque, suonano i continui appelli che il prigioniero politico polesano continua a lanciare a colleghi di partito e amici. L'ultima che ci è pervenuta, forse qualche giorno fa ma ce ne siamo dimenticati fino ad oggi, è indirizzata ad Antonello Contiero (nella foto), istrionico e carismatico leader della Lega Nord in Polesine. Auspichiamo che questo nuovo appello venga accolto da un mondo politico finora troppo impassibile.

Caro Contiero,
poiché ho colto, pur tra le notizie frammentarie che mi pervengono, una forte sensibilità umanitaria del tuo Partito in questa dolorosa vicenda sono qui a scongiurarti di continuare, e anzi accentuare la tua importante iniziativa.
E’ da mettere in chiaro che non si tratta di inviti rivolti agli altri di compiere atti di umanità, inviti del tutto inutili, ma di dar luogo con la dovuta urgenza a una seria ed equilibrata trattativa per la conversione a ganja di Polesine Camerini. Ho l’impressione che questo non si sia capito o si l’aria di non capirlo. La realtà è però questa, urgente, con un respiro minimo.
Ogni ora che passa potrebbe renderla vana e allora io ti scongiuro di fare in ogni sede opportuna tutto il possibile sull’unica direzione giusta che non è quella della declamazione, con buona pace del caro amico Giuseppe Pietroni da Ficarolo. Anche il Pdl sembra non capire. Ti sarei grato se glielo spiegassi anche tu con l’urgenza che si richiede. Credi, non c’è un minuto da perdere.
E io spero che o al Regina Margherita, dove so ti dai convegno con la nostra comune amica Federica Zarri, o al Partito questo mio scritto ti trovi.
Mi pare tutto un po’ assurdo, ma quel che conta non è spiegare, ma, se si può fare qualcosa, di farlo.
Grazie infinite e affettuosi saluti.

Cicciuzzo Sconciaforni

martedì 17 marzo 2009

Il vescovo: "Liberate Cicciuzzo senza condizioni"

Pronta la replica di monsignor Lucio Soravito De Franceschi (nella foto) alla lettera del prigioniero Cicciuzzo Sconciaforni, da troppo tempo in mano alle Brigate Rosse. L'appello del vescovo non cada inascoltato. Qualunque sforzo ci fosse richiesto per giungere a una soluzione di questa penosa vicenda, da parte nostra sarà compiuto!

Io scrivo a voi, uomini delle Br – Pcc, restituite alla libertà, alla sua famiglia, alla vita civile Cicciuzzo Sconciaforni. Per quanto riguarda la casa di produzione cinematografica non mi pronuncio perché, pur essendo io uomo di ampie vedute, non riesco ad apprezzare il genere di filmografia cui Cicciuzzo si dedica. Ma vista la gravità della situazione soprassiedo temporaneamente.
Tornando a voi, uomini delle Br – Pcc, io non vi conosco e non ho modo di avere alcun contatto con voi. Per questo vi scrivo pubblicamente, ringraziando Monello Vianello per la disponibilità offerta dal suo blog, perché rinunciate alla minaccia di morte nei confronti di Cicciuzzo Sconciaforni, uomo che vale tanto oro quanto pesa, che nessuno può incolpare di qualsiasi reato, o accusare di scarso senso sociale e di mancato servizio (pur in forme molto personali, lo ammetto) alla giustizia e alla pacifica convivenza civile.
Io non ho alcun mandato nei suoi confronti, né fortunatamente sono legato da alcun interesse privato verso di lui. Ma lo amo come membro della grande famiglia umana, come amico di studi, e a titolo del tutto particolare, come fratello di fede e come figlio della Chiesa di Cristo.
Ed è in questo nome supremo di Cristo che io mi rivolgo a voi che certamente non lo ignorate, a voi ignoti e implacabili avversari di questo uomo degno e innocente. E vi prego in ginocchio: liberate Cicciuzzo Sconciaforni semplicemente, senza condizioni, non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione, ma in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità e, per causa, che io voglio sperare avere forza nella vostra coscienza, d’un vero progresso sociale che non deve essere macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore.
Già troppe vittime dobbiamo piangere e deprecare per la morte di persone impegnate nel compimento del proprio dovere. Tutti noi dobbiamo temere Iddio, vindice dei morti senza causa e senza colpa.
Uomini delle Br – Pcc, lasciate a me, interprete di tanti vostri concittadini, la speranza che ancora nei vostri animi alberghi un vittorioso sentimento di umanità.
Io aspetto pregando e pur sempre amandovi

Monsignor Lucio Soravito De Franceschi

lunedì 16 marzo 2009

Rossi festeggia la vittoria della Linea Nera

"Loredano Zampini è un rettiliano, nemico giurato del progredito pianeta Chulak, nonchè degli interessi commerciali che gli imprenditori polesani hanno con questi intelligenti alieni. La giunta comunale da un lato tende la mano agli abitanti di Chulak, dall'altro sostiene la vecchia lobby dei rettiliani, che da migliaia di anni governano la Terra. Per questo Zampini va deposto. Il prossimo presidente della Camera di Commercio sarà uno dei nostri: morte ai rettiliani!"
Con questo allarmante intervento di Fabrizio Rossi si è aperta l'assemblea di Unindustria di venerdì sera. Deciso, istrionico, rude, Rossi ha ribadito che la priorità è l'affermazione della Linea Nera, in barba alla posizione più radicale dell'ex presidente Antonio Costato: "Ricordo che sono stato io il primo a investire in paesi di forte tradizione socialista e rivendico il primato dell'avere introdotto per la prima volta in Polesine i principi fondanti del marxismo-leninismo". Rossi ha anche premesso che la sua prima assemblea sarebbe stata all'insegna dell'ottimismo: "Basta parlare della crisi - ha dichiarato - Guardiamo oltre la crisi e ricordiamoci sempre che il mondo progredisce e l'avvenire è radioso! Il 2009 è un anno di sfide e grandi cambiamenti: abbiamo l'opportunità di cambiare la faccia del Polesine, eliminando per sempre i Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Compagno Costato, ci hai provato con la canna del fucile e ti è andata male: la tua breve esperienza rivoluzionaria si è già conclusa. Ora lascia provare noi e vedrai: entro la fine dell'anno i nemici della Rivoluzione saranno spazzati via!"
Secondo i bene informati, il nuovo leader di Unindustria starebbe tessendo un intrigo talmente complesso che non ci ha capito niente nessuno: alleatosi al presidente dell'Interporto, l'alieno Ojdshewjrjes, sarebbe pronto a mettere fuori gioco il rettiliano Zampini, fedele alla Linea Vecchia per il Socialismo di Mario Borgatti. Un'alleanza evidentemente di comodo, data la collusione tra l'alieno Ojdshewjrjes e l'establishment tanto criticato dagli industriali. Cosa che non sfugge al rivale Antonio Costato, che a margine dell'assemblea commenta stizzito: "Non mi hanno fatto suonare con i Napalm Death per non infastidire il presidente del Censer, che avrebbe altrimenti preteso un concerto degli In Flames - tuona - Ma soprattutto, scopro che il leader della Linea Nera si allea con quel tramaccione di Ojdshewjrjes: passi pure che quell'extraterrestre tramacci con il peggio del vetustame politico rovigotto, ma ricordo che si intrallazza pure con la massoneria di Orlando Lupani, che qualche tempo fa cercò di farmi fuori! Rossi ha in mente qualcosa che non ci vuole dire?"
A rovinare la festa, l'intervento di 88-k, sommo sacerdote intergalattico dei rettiliani, che ha interrotto la diretta televisiva della Marcegaglia da Palermo, proprio mentre stava lanciando uno straziante appello per la liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni: "Scusate se faccio smettere di parlare questa lagna - ha dichiarato con voce tonitruante - Volevo chiarire che il rettiliano Zampini è un mio protetto. Chiunque pensi di farsene beffe, sappia che patirà mille terribili agonie. Il pianeta Chulak è un caccola alla deriva nello spazio, che possiamo sbriciolare con la sola pressione di un dito. Lode!"

(Nella foto, il vero aspetto di Loredano Zampini, secondo Rossi)

domenica 15 marzo 2009

Le visioni di Leonida Gusmaroli #21

Di recente il sempre valido Leonida ha dovuto affrontare una feroce emicrania. Non essendo nemmeno il comune nimesulide sufficiente a placare la sofferenza, la sorella Wanda ha dovuto sedarlo con tiopentone, propofol, midazolam, ketamina e fentanile. Poco prima di perdere coscienza, Leonida ha rilasciato alcune dichiarazioni sconnesse, che la sorella ha affettuosamente raccolto. Eccole qua.

Fermi gli interventi di restauro nella sede di Forza Italia
Alcune grosse crepe sul soffitto renderanno inderogabile un intervento di risanamento della sede di Forza Italia lungo corso del Popolo. Operai qualificati arriveranno con mazze e picconi per abbattere pareti e squinternare la sede, ormai davvero vetusta. I lavori subiranno però un brusco stop quando i manovali reperiranno in una delle stanze il coordinatore Mario Borgatti. Presente perfino sulle mappe catastali, Borgatti sarà considerato elemento architettonico portante dell'edificio, nonchè oggetto di tutela della Sovrintendenza ai beni archeologici e architettonici.

Vanni Destro entra nel Comitato per lo sviluppo
"Il progetto Si&nergia è l'unica proposta concreta in mezzo a una mare di chiacchiere disfattiste". Con queste parole l'ambientalista Vanni Destro annuncerà il proprio ingresso nel comitato, che sostiene la riconversione a carbone pulito della centrale Enel di Polesine Camerini. "Porterò il mio contributo critico dall'interno, coerente con quello che sono sempre stato, sollevando quelle obiezioni che consentiranno di migliorare il progetto". Sarebbe andato tutto liscio se non fosse giunta la notizia che, proprio nelle ore in cui Destro giurava fedeltà al Comitato, al cimitero centrale di Santiago del Cile la tomba di Salvador Allende si sarebbe scoperchiata e l'ex presidente in persona ne sarebbe sbucato fuori gridando "Chi pensa di cambiare le cose dall'interno è già complice!" La notizia giugnerà a Destro sul telefonino, grazie al tam tam degli ambientalisti polesani: con un rocambolesco voltagabbana, rigetterà il giuramento, rovescerà a terra un braciere, incendiando i tappeti e le tende di velluto rosso nella sede del Comitato e fuggirà, invano inseguito dagli altri membri.

Sorpresa in campagna elettorale!
Senza alcun preavviso, il Pd sostituirà la candidata Tiziana Virgili con il consigliere regionale Carlo Alberto Azzi. "Sarà lui il nostro candidato alla presidenza, il nostro cavallo di battaglia", annuncerà il segretario Gabriele Frigato, prima di avere un mancamento. Nelle stesse ore, per una singolare coincidenza, come rimarcheranno entrambi gli schieramenti, anche il Pdl presenterà il proprio candidato: Renzo Marangon, già candidato contro Saccardin qualche tempo fa. "Sono contento di tornare a lottare per la mia terra, nonchè di avere come avversario una brava persona come Carlo", dichiarerà dal palco. "Chiunque vinca, sarà un successo", dichiarerà Azzi al capezzale di Frigato. Lucia Riberto, straziata dalle lacrime, sceglierà comunque l'apparentamento di Rifondazione con il Pd: "Oddio, oddio, cosa sto facendo? Come mi sento sporca", dichiarerà sobriamente durante la conferenza stampa di presentazione.

sabato 14 marzo 2009

Avvistato un nuovo squalo nel Canalbianco


Tutti pensavamo che Bianchino, lo squalo bianco che infestava il Canalbianco nei pressi di Bosaro, fosse stato debellato grazie all'intervento della signora Loretta Cacucci, per essere poi servito per cena con verdurine al vapore. Nei giorni scorsi, tuttavia, il gruppo di canoisti dell'ostello di Bosaro ha segnalato la presenza di un nuovo pescecane di dimensioni inusitate nelle acque del fiume, che avrebbe oltretutto tentato di azzannare un paio di sportivi. Sebbene le autorità neghino alcun nesso tra le segnalazioni e la scomparsa di Raimondo Betton, anziano pescatore alcolizzato di Pontecchio, gli appassionati della canoa lanciano l'allarme: lo squalo c'è, eccome! La foto sopra, scattata dalla riva da un ospite dell'ostello Canalbianco, testimonia della pericolosità della bestia.
Raggiunto al telefono, l'assessore provinciale alla Pesca, Gino Sandro Spinello, si dice molto molto molto molto preoccupato: "Pensavamo che quello di Bianchino fosse un caso isolato, come quello di Loredano, il coccodrillo di Loreo - spiega - Dobbiamo invece convenire che è in atto l'ennesima proliferazione di specie non autoctone nei nostri fiumi: l'unico dato positivo è che gli squali mangiano le nutrie e forse anche i siluri, ma poi finiscono per mangiare anche un sacco di altre specie animali. E ciò non piacerà agli amici pescasportivi". Spinello ha chiesto alla Polizia Provinciale di pattugliare il Canalbianco giorno e notte per individuare il nuovo Bianchino, già ribattezzato Bianchino Due. "Ma gli uomini e i mezzi a nostra disposizione sono troppo pochi e non possiamo sottrarli alle normali attività di pattuglia contro la pesca di frodo e i bracconieri".
Gira voce, nei corridoi di viale della Pace, che negli scorsi giorni alcuni signori dall'accento dell'est Europa si sarebbero intrattenuti a lungo nell'ufficio del vicepresidente. Secondo ben informati, messo alle strette Spinello avrebbe acconsentito a coinvolgere alcuni loschi pescatori di frodo ungheresi, già noti per cacciare siluri con metodi proibiti come la corrente elettrica: questi mercenari dalla dubbia moralità affiancheranno gli uomini regolari con i propri mezzi. In cambio, sarebbe stata promessa loro la carcassa dello squalo, del peso di svariate tonnellate, che potrà essere rivenduta sul mercato ungherese come "storione del Delta del Po". Spinello, ovviamente nega tutto, e ci mancherebbe.

venerdì 13 marzo 2009

Cicciuzzo si appella al vescovo

Poche ore dopo avere pubblicato l'intervento di Federica Zarri, ci è giunta una missiva così intestata "Al blog del signor Monello Vianello da parte di Cicciuzzo Sconciaforni con preghiera di cortese trasmissione all’augusto destinatario e molte grazie". Alla lettera era allegata una terribile foto del prigioniero politico, che reca già visbili segni di deperimento, nonchè di percosse (vedi immagine a lato). Sempre più commossi e preoccupati, la pubblichiamo integralmente e immediatamente, dichiarandoci disponibili a ospitare un'eventuale risposta.

A Sua Eccellenza monsignor Lucio Soravito De Franceschi

In quest’ora tanto difficile mi permetto di rivolgermi con vivo rispetto e profonda speranza nella Eccellenza Vostra, affinché con altissima autorità morale e cristiano spirito umanitario voglia intercedere presso le competenti autorità locali per un’equa soluzione del problema di riconsegnare le chiavi di Palazzo Nodari ad Antonio Costato e la mia restituzione alla famiglia e alla casa di produzione cinematografica, per le cui necessità assai gravi sono indispensabili la mia presenza e assistenza. Solo l’Eccellenza Vostra può porre di fronte alle esigenze degli enti locali e di secondo grado, comprensibili nel loro ordine, le ragioni morali e il diritto alla vita.
Con profonda gratitudine, speranza e devoto ossequio
Cicciuzzo Sconciaforni

C'è posta per Cicciuzzo

Ci scrive Federica Zarri, leader del Pdl polesano in questa tornata elettorale piena di sorprese. Il suo è un pensiero rivolto all'amico e collega Cicciuzzo Sconciaforni, ancora nelle mani delle Brigate Rosse. Sperando che a Cicciuzzo sia consentito di leggere questo blog, pubblichiamo la breve ma commovente missiva, sempre nella speranza di facilitare così la liberazione dell'illustre pornodivo, nonchè uomo politico polesano. (Nella foto, Federica Zarri assieme al leader dell'Udc, Gabbano Maringelli)

Gentile dottor Vianello,
in questa situazione che non ci consente alcun contatto, mi avvalgo della cortesia del suo blog, sul quale del mio fraterno amico Cicciuzzo Sconciaforni avete tante volte scritto, per rivolgermi a lui, se mai sarà possibile che egli ne sia informato, e rassicurarlo che tutti i componenti della famiglia e i responsabili della casa di produzione cinematografica sono uniti e in salute.
Noi, purtroppo, non abbiamo alcun segno che conforti la nostra speranza del suo ritorno.
Vorremmo, tuttavia, sapesse che gli siamo vicini, che viviamo con lui, attimo per attimo, le ore di questi lunghissimi giorni, che preghiamo con lui, che avendo, nonostante tutto, fiducia negli uomini, crediamo sia ancora possibile, dopo tanto dolore, riabbracciarlo.
Con viva gratitudine.
Dottoressa Federica Zarri
Laureata in Business Philosophy e diplomata in Fitness Ragionery

giovedì 12 marzo 2009

Lettera di Cicciuzzo Sconciaforni a Borgatti

Avevamo annunciato una lettera di Cicciuzzo Sconciaforni a Mario Borgatti, scritta dalla prigione in cui le Brigate Rosse polesane lo hanno sequestrato da lunghissimi giorni. Ricevutane copia, non potevamo esimerci dalla pubblicazione, consci che ogni sforzo deve essere fatto per giungere a una soluzione di questa angosciosa vicenda. (Nella foto, Borgatti affranto dopo avere letto il testo che segue)

Caro Borgatti,
scrivo a te intendendo rivolgermi a Marangon, Mainardi, Bellotti, Isi Coppola, B.V. Paolino ai quali tutti vorrai leggere la lettera e con i quali vorrai assumere tutte le responsabilità che sono a un tempo individuali e collettive. Parlo innanzitutto del Pdl al quale si rivolgono accuse che riguardano tutti, ma che io sono chiamato a pagare con conseguenze che non è difficile immaginare. Certo sono in gioco altri partiti; ma un così tremendo problema di coscienza riguarda soprattutto il Pdl, il quale deve muoversi qualunque cosa dicano, o dicano nell’immediato gli altri. Parlo innanzi tutto del Partito democratico, il quale pur nell’opportunità di affermare l’esigenza di fermezza, non può dimenticare che il mio drammatico prelevamento è avvenuto mentre si andava alla consacrazione dell’accordo con Norman Sciaccaluga che m’ero tanto adoperato a costruire. E’ peraltro doveroso, nel delineare la disgraziata situazione, che io ricordi la mia estrema, reiterata e motivata riluttanza ad assumere la carica di Presidente e che ora mi strappa alla famiglia e alla cara Federica Zarri, mentre essa ha il più grande bisogno di me. Moralmente sei tu a essere al mio posto, dove materialmente sono io.
Questo è tutto il passato. Il presente è che io sono sottoposto a un difficile processo politico del quale sono prevedibili sviluppi e conseguenze. Tengo a precisare di dire queste cose in piena lucidità e senza avere subito alcuna coercizione nella persona, tanta lucidità almeno quanta può averne chi è da più di una settimana in una situazione eccezionale, che non può avere nessuno che lo consoli, che sa che cosa lo aspetti. E in verità mi sento anche un po’ abbandonato da voi. Se non avessi una famiglia e una casa di produzione cinematografica così bisognose di me. Ma così ci vuole davvero coraggio per pagare per tutto il Pdl, avendo sempre dato e sottolineo dato con generosità. Che Iddio vi illumini e lo faccia presto, com’è necessario.
I più affettuosi saluti.

Cicciuzzo Sconciaforni

mercoledì 11 marzo 2009

Eroi mancati

"E' ormai evidente che la polizia non fa un bel cazzo per liberare il mitico Cicciuzzo Sconciaforni da quella banda di pisseudoriboluzionari comunisti che lo hanno rapito! E' ora che i cittadini dabbene come me si rimboccano le mani per tirare fuori dai guai il loro idolo!"
Con questa sintassi sconnnessa ieri è apparso su You Tube il video testamento di Nazzareno Bariotti, ventitreenne residente in località Grompo, fan irriducibile dell'artista Sconciaforni, di cui gli amici dicono possedesse l'intera filmografia, compresi i director's cut e le edizioni speciali con le scene tagliate. Nel video (di cui vediamo uno scabroso fotogramma), Bariotti si proclama tenente colonnello in capo della Brigata d'Assalto Sconciaforni, formata da lui medesimo e da un suo cugino ingegnere di cui non fornisce le generalità, che si pone l'obiettivo di individuare il covo segreto in cui le Brigate Rosse avrebbero segregato l'ex pornodivo candidato con il Pdl. "E' uno scandalo che nessuno muove un dito per questo importante personaggio polesano che tanto ha sofferto negli ultimi mesi e che poteva rilanciare la politica locale! - grida nel video Bariotti - Ebbene, noi lo tiraremo fuori dai guai e sarà il nostro regalo alla cittadinanza!"
La missione della fantomatica task force, tuttavia, è terminata ancor prima di iniziare. Negli ultimi minuti del filmato, infatti, Bariotti inspiegabilmente attiva la cintura esplosiva che indossa sopra il ventre, disintegrandosi in mille brandelli davanti alla telecamera con un rumore simile a quello di un piatto di purè che si spiaccica a terra. "Non si capisce bene", è il commento laconico dell'ispettore Manetta, che segue le indagini sul rapimento di Cicciuzzo Sconciaforni. Nessuna traccia del cugino di Bariotti, di cui i parenti hanno riconosciuto le urla strazianti negli ultimi fotogrammi del videoclip, quando la telecamera cade a terra, riprendendo per svariati minuti solo le pareti tappezzate di materia organica proveniente dal Bariotti stesso.

martedì 10 marzo 2009

Emergenza ragni!

Una nuova minaccia incombe su Rovigo: dopo l'emergenza piccioni, ora i cittadini lanciano l'allarme ragni. Sono tanti, potenzialmente letali, agiscono indisturbati. E la gente ha paura.
"Ma cosa fa il sindaco? - chiede la signora Enrica, che ha mandato una lettera ai giornali per raccontare il suo calvario - Ieri ho trovato ben due di queste bestiacce nel mio salotto. Ormai siamo letteralmente invasi da questi cosi a otto zampe, che mi riempiono di ragnatele e potrebbero essere velenosi. Per uno che ne schiaccio, ne risorgono dieci. Ormai ho un esaurimento nervoso. L'altra sera mio figlio per scherzo mi ha fatto vedere un video in cui c'è un ragno che mangia un piccione. A momenti svengo. E se un giorno facessi io la stessa fine?" Paure comprensibili, in questi tempi di grande insicurezza. Subito i giornali hanno dedicato ampio spazio alla nuova emergenza, che dopo pennuti scagazzoni e nutrie scavafossi fa tremare i cittadini. "Ai miei tempi qui era tutta campagna - ci dice Carlo, al bar Pedavena in piazza - Ma non c'erano mica i ragni che ci sono adesso. Secondo me questi qua o sono diventati più aggressivi con l'inquinamento o li hanno portati dall'estero, perchè non sono mica normali, eh no!" L'esperto della materia, il dott. Freiss dell'Università di Roma qualche cosa, sostiene che i ragni di città, come le zanzare, in effetti sono assai diversi dai loro cugini di campagna: "Sono anche loro stressati dal logorio della vita moderna, e dunque tendenzialmente più aggressivi. Come tutti noi. Certo, in genere si tratta di aracnidi di dimensioni contenute, ma poniamo per assurdo che uno di loro entrasse in possesso di una motosega e imparasse ad usarla: ecco, in questo caso potrebbe essere molto, ma molto pericoloso".
Immediata la reazione delle forze di opposizione in consiglio comunale: "Come sempre ci tocca dire vergogna! - tuona Paolo Avezzù - L'immobilismo di questa giunta ha prodotto questa situazione vergognosa. Ragnatele e insetti a otto zampe infestano la nostra città, terrorizzando i turisti, proprio quando avremmo bisogno del turismo per risollevarci dalla crisi. Chiediamo come sempre le dimissioni del sindaco, altrimenti speriamo che un ragno si mangi lui e Vito Piccininno!" Intanto sembra che alcuni cittadini di buona volontà abbiano deciso di dare vita alla ronda antiragno: muniti di giornali arrotolati e spray insetticida, pattuglieranno le strade della città per debellare i pericolosi animali. "Se necessario, entreremo nelle case e li snideremo dalle loro crepe, a costo di usare benzina e accendino!", ci spiega pacatamente, cordialmente il signor Rutelio, caporonda di 77 anni.

lunedì 9 marzo 2009

Documento shock: L'agenda segreta del vicesindaco

Com'è la giornata qualsiasi di un sindaco in una città come Rovigo? Non lo sappiamo, ma in compenso siamo riusciti a procurarci quella del vicesindaco, nonchè assessore ai Lavori Pubblici, Graziano Azzalin. E ci ha fatto molta tenerezza, se dobbiamo dirla tutta. Quindi la pubblichiamo senza ritegno in questo blog, sperando che i cittadini capiscano che fare il vicesindaco è proprio un lavoro di merda.

Ore 9.00: appuntamento con l'ingegnere per la nuova bretella. Cazzo, no, prima leggere la posta elettronica. Rinviato appuntamento: leggere lettera di protesta dei cittadini di Grignano perchè il dissuasore di velocità richiesto un anno fa ora dà fastidio.
Ore 9.10: breafing sul nuovo autovelox installato sulla tangenziale, risolverà finalmente i problemi segnalati dai cittadini, in un punto molto pericoloso in cui più di una persona è stata spiattellata da macchine in corsa: evviva! Ne abbiamo fatta una giusta!
Ore 9.30: caffè. Se mi riesce prima di smaltire tutte le segnalazioni per le buche in città. Occorre un piano buche.
Ore 9.45: occorre anche un piano per i porfidi. Dove cazzo li trovo i soldi? Boh, chiedere ad Angelo Milan.
Ore 10.10: in teoria ritornare su quella brettella da realizzare. In pratica sono già arrivate lettere di protesta per l'autovelox sulla tangenziale. L'Ascom mi ha telefonato per dirmi che siamo dei cretini, che dobbiamo mettere i parcheggi gratis in piazza Vittorio Emanuele e che gli autovelox uccidono il commercio in centro. Le associazioni per la tutela dei consumatori faranno un picchetto davanti al mio ufficio tutta la settimana.
Ore 10.30: incontrare gli Amici della Bici, che mi segnalano che le ciclabili a Rovigo fanno cagare. Quella inaugurata ieri è fuori norma e non si capisce a cosa serve, visto che inizia in mezzo a uno stagno e finisce dentro il giardino privato di una anziana signora, che ha già protestato. Gli risponderò che mi devo informare.
Ore 10.50: giornalisti mi chiedono perchè anche il Comune, oltre alla Provincia, non si sia ancora dotato di un piano valanghe. Glielo ha detto Marangon. Mapporcamad***a!
Ore 11.30: se i giornalisti sono andati via, mi dedico al rifacimento delle fognature a Sant'Apollinare. Taglia tutto. Squilla il telefono: l'ingegnere mi chiede quando parliamo della nuova bretella. I cittadini stanno protestando fuori dalla mia porta, chiedono più sicurezza sulle strade, ma senza autovelox. Metteremo un cordolo, che cazzo possiamo fare?
Ore 11.35: ordino di mettere un cordolo.
Ore 11.40: i cittadini protestano perchè il cordolo rovina le sospensioni.
Ore 11.45: faccio rimuovere il porcod** di cordolo di m***a.
Ore 12.00: mi segnalano che in Commenda i marciapiedi sono tutti rotti. Chiamo a casa e dico che non torno per pranzo. Mando qualcuno a rappezzare marciapiedi e porfidi con quello che abbiamo.
Ore 12.40: mi chiamano per dirmi che abbiamo fatto proprio un lavoro di merda, che i marciapiedi con le toppe fanno cagare più di prima. Prometto che distruggeremo l'intero quartiere e lo ricostruiremo da capo, marciapiedi di m***a compresi.
Ore 13.10: emicrania. Comincio a urlare, chiedo alla mia segretaria il numero del Cim. La mia segretaria è andata a mangiare.
Ore 13.30: mi chiamano dal Corriere per chiedermi se è vero che al sopralluogo al Battaglini il Prefetto era contrariato con me perchè non gli avevo fatto i complimenti per la sua cravatta nuova. Rispondo letteralmente: "Ma d**boia, non avete notizie migliori da dare nella vostra paginetta stracca del menga?".
Ore 13.32: Richiamo rettificando la precedente dichiarazione: "Intendevo dire che non c'è alcun dissidio tra me e il Prefetto e la sua cravatta era davvero bellissima, ma spettava al sindaco dirlo".
Ore 13.34: Richiamo rettificando che non intendevo scaricare la colpa sul sindaco.
Ore 14.00: mi dicono che il cantiere della nuova bretella è sprofondato in una voragine perchè il terreno su cui era costruito era instabile.

domenica 8 marzo 2009

Le visioni di Leonida Gusmaroli #20

Dopo avere rifiutato la candidatura ad Adria nelle lista civica di Luigi Migliorini con la richiesta di occuparsi del dipartimento programmazione, Leonida Gusmaroli si rimette di buzzo buono a vaticinare sul futuro del Polesine, guidato dalla convinzione che la verità è aldilà del bene e del male e dalla certezza che la chiaroveggenza lo ha salvato dal tracollo delle borse. Proprio in forza della cospicua liquidità, Leonida Gusmaroli da oggi affiancherà al tradizionale servizio di previsioni un efficiente servizio di prestiti a tassi appena sotto quelli definiti usurari.

Zarri e Coelho convolano a nozze
Federica Zarri si sposerà con lo scrittore brasiliano Paulo Coelho. “Federica Zarri – spiegherà l’ex pornostar – è rimasta affascinata del fatto che anche lui parla di sé in terza persona”. Un’attrazione contraccambiata da Paulo Coelho che ha sottolineato: “Anche Paulo Coelho è rimasto colpito da lei, soprattutto per l’abilità a compiere virtuosismi con le altrui virili virtù”.

L'assessore provinciale Kim Jong Il
Beppe Osti vincerà le elezioni provinciali e nominerà Kim Jong Il assessore alle Attività produttive. Per gratitudine Kim Jong Il, confermato leader della Corea democratica, nominerà Beppe Osti ministro dell’Industria. In questa veste Osti, accompagnato da Ermenegildo Ghezzo e Adino Rossi, visiterà la fabbrica di trattori Kum Song. Ai lavoratori di Kiyang, dove si trova la fabbrica Kum Song, Osti ricorderà che proprio lì fu prodotto il primo trattore del Paese nel difficile periodo immediatamente successivo alla guerra e che ora lo stesso stabilimento è nuovamente in prima fila per questa nuova fase di edificazione socialista. Gli operai resteranno sorpresi dalla padronanza del coreano mostrata dal politico polesano.

Braccia restituite all'agricoltura
Per combattere la crisi il Prc lancerà una forte campagna a sostegno dell’agricoltura, guidata dal segretario provinciale dei Giovani Comunisti Valentino Lodo. “Per prima cosa pianteremo il mais sulla superficie di piazza Vittorio Emanuele e trasformeremo le aiuole di corso del Popolo in orti e vigneti. E il futuro del Salone del grano è sintetizzato nel suo stesso nome”. Una ricetta che inizia a mietere consensi anche fuori Polesine. “Chiediamo che il criterio applicato per il Salone del grano venga utilizzato anche per la nostra strada” hanno dichiarato i giovani del comitato dei residenti di via della Canapa a Ferrara.