giovedì 3 dicembre 2009

Azzalingrad, contro la crisi dell'economia capitalista

Ormai anche noi, come la Voce, pubblichiamo a ciclo continuo le lettere dei rappresentanti del mondo politico. Perchè? Perchè l'unico modo per fare sì che qualcuno legga un giornale è pubblicare una cosa scritta da lui. Anche se è probabile che poi aquisterà il giornale solo per leggere il suo articolo con aria compiaciuta. Comunque, la nascita di Azzalingrado è oggetto di numerosi interventi di opinion leader locali. Dopo Antonio Costato, non poteva mancare Cristiano Pavarin, che ci regala un'approfondita riflessione su eccetera eccetera. Fateci il piacere di leggerla voi.

Noi comunisti sappiamo che un altro mondo è possibile: si chiama socialismo! La sua costruzione incomincia dal mettere alla direzione della nostra società individui e organismi che misurano il loro successo e spingono ognuno di noi a misurare il proprio successo dal numero di uomini e donne, di bambini e vecchi che si liberano dal bisogno, affrontano con serenità la vita, trovano un posto e un ruolo dignitoso nella società, esprimono il meglio che le loro caratteristiche individuali permettono e guardano con fiducia e speranza al loro avvenire.
Per questo sono un risoluto sostenitore del progetto Azzalingrado, un’esperienza reale nella nostra città che va in questa direzione. Solo su questa base è possibile far fronte alla crisi e creare anche le premesse della convivenza civile, dell’ordine pubblico, della sicurezza delle masse popolari. Tutto il resto è un imbroglio utile solo a perpetuare le condizioni indegne a cui una parte crescente della popolazione della nostra regione e del nostro Polesine è costretta, quelle condizioni che sono il brodo di coltura dei fascisti e razzisti di ogni tipo e su cui fa leva chi li foraggia e li sostiene per mantenere il proprio potere e i propri privilegi.
Nessuna convivenza, nessun ordine e nessuna sicurezza sono possibili finché nelle nostre città, nelle nostre regioni e nel nostro Paese comanda gente che vive nel lusso sul sudore e sul sangue dei lavoratori, gente per cui i lavoratori sono manodopera da usare quando gli serve e buttare via quando non serve più, per cui le aziende servono solo per produrre soldi altrimenti le chiudono, gente che considera normale mandare soldati a uccidere in guerre da cui contano di ricavare ricchezze e potere! In una parola finché nel nostro Paese comandano i padroni, il Vaticano, le organizzazioni criminali e gli imperialisti yankee e politicanti che ne servono e tutelano gli interessi.
Novantadue anni fa gli operai e le masse popolari russe, guidate dal Partito Comunista, mostrarono ai lavoratori del mondo intero che rovesciare il potere feudale, cacciare gli imperialisti e costruire uno stato governato e diretto dai lavoratori e dalle masse popolari era possibile. Facendo fronte alle aggressioni degli imperialisti, ai sabotaggi, alzarono più in alto la bandiera che la classe operaia aveva già issato con la Comune di Parigi e crearono per la prima volta nella storia dell’umanità un paese socialista: collettivizzazione dei mezzi di produzione, abolizione della proprietà privata, collettivizzazione delle terre, alfabetizzazione di massa, autodeterminazione dei popoli oppressi e delle minoranze, emancipazione delle donne. In pochi decenni l'Unione Sovietica ha mostrato che, libera dai vincoli dello sfruttamento e del profitto, l'umanità ha di fronte a sé un futuro di sviluppo, emancipazione, solidarietà e prosperità. Sulla spinta della Rivoluzione d'Ottobre si è sviluppata la prima ondata della rivoluzione proletaria internazionale che ha cambiato la faccia del mondo: ha orientato la lotta vittoriosa contro i nazisti e i fascisti che, sostenuti più o meno apertamente dagli imperialisti, avevano il mandato di cancellare dalla storia l'Unione Sovietica, ha aperto la strada alla costruzione di altri paesi socialisti che sono arrivati a comprendere un terzo dell’umanità, ha contribuito in modo determinante alle conquiste di civiltà e benessere ottenute con le lotte delle masse popolari dei paesi imperialisti e ha alimentato le lotte di liberazione nazionale nei paesi coloniali.
Oggi la crisi del capitalismo è entrata nella fase acuta e irreversibile e anche le fanfare delle celebrazioni della caduta del muro di Berlino e della morte del comunismo sono confuse fra le grida dei borghesi, dei vescovi e degli imperialisti: alcuni gridano alla fine del mondo (e hanno ragione... è la fine del loro mondo!), altri si affannano per convincere che la crisi è finita, mentre cercano di salvare il salvabile delle loro ricchezze e del loro potere. La loro società cade a pezzi, le loro aziende chiudono, il degrado e l'abbrutimento morale e materiale dilagano, come la corruzione; i loro appelli alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari e alla guerra fra poveri cadono nel vuoto, o comunque non raccolgono e non intruppano la maggioranza dei lavoratori e delle masse popolari. Non hanno nessuna soluzione credibile, plausibile, realistica e costruttiva per le masse popolari per uscire dalla crisi. Noi ora, invece, proponiamo un modello concreto nella costruzione di una città socialista nel settore orientale di Rovigo. E, sono sicuro, il popolo non si farà irretire dalle porchette del Pdl!

1 commento:

cristiano pavarin ha detto...

grazie al mitico Monello Vianello che con il suo particolarissimo umorismo riesce sempre a "far dire" ai politici locali ciò che vorrebbero/dovrebbero dire....