lunedì 30 novembre 2009
Romanzo Pulp - Capitolo 8.993
Jack n. 1 si sentiva male, molto male. Cominciò a sciorinare una serie di parole senza senso: "Sciorinare mi piace. Mi ricorda orinare. Mi ricorda una generosità rozza, volgare, mi ricorda il borghese che fa la carità. Sciorinare mi piace. Puzza di piscio. E' una di quelle parole che mi piacciono". Jack n. 2 aveva la replica pronta da quindici anni. Aspettava solo che qualcuno dicesse qualcosa di vagamente attinente, per controbattere con le parole che aveva in testa. Da quindici anni attendeva quell'occasione. Jack n 2 disse: "Ci sono alcune parole che a me fanno un effetto particolare, mi fanno ridere. Non so se sia il suono o cosa, ma mi viene da ripeterle a mente, come un mantra". Jack n. 1 lo fissò sbalordito e disse: "Secondo me Jack n. 3 sta male, molto male, molto più male di me". Jack n. 2 ribattè: "Non mi interrompere proprio ora che riesco a dire quello che mi tengo dentro da quindici anni".
Jack n. 3 intervenne: "Confermochestomalemapregoentrambidinon...". Poi collassò per mancanza di fiato. "Cos'ha secondo te?", chiese Jack n. 2. Il numero uno rispose prontamente: "Effetto dell'assunzione di dosi elevate di saccarosio". Jack n. 2 fece una pausa perchè non gli piaceva che ci fosse spazio tra un virgolettato e l'altro. "Ebbene, ci sono alcune parole che mi fanno effetto e ora le elencherò: gheriglio, menarca, astruso, sciorinare, gemellaggio, scroto, paratassi, ermeneutica, pubertà, fosforescenza, bramire, ganza, intonso, evincere, balneazione, discrasia, idiosincrasia, apotropaico, carotaggio, cavitazione, evirare..." Jack n. 1 afferrò Jack n. 2 per la gola e lo strangolò fino a fargli perdere i sensi. "L'haiucciso?", chiese Jack n. 3, rinvenendo. "No", rispose Jack n. 1. "Misentomalemoltomale", disse Jack n. 3, che tremava come una gelatina adagiata su un martello pneumatico.
Jack n. 1 rispose: "Si sente che stai male. Si sente davvero. Hai assunto dosi elevate di saccarosio?". Jack n. 3: "Noncredevodiridurmicosì". Jack n. 1: "Ti sei mai chiesto perchè ci chiamiamo tutti con lo stesso nome?" Jack n. 3:"Nonsaprei. Stomaledavveromale". Jack n. 2 rinvenne e rispose: "Perchè ci troviamo in uno spazio di Hilbert", poi svenne di nuovo. Jack n. 3 chiese: "Cos'èunospaziodiGilbert?". Jack n. 2 consultò Wikipedia e rispose: "E' uno spazio vettoriale. Euristicamente si tratta di un insieme con una struttura lineare su cui è definito un prodotto scalare e tale che sia garantita la completezza. Noi non siamo persone vere, ma elementi di uno spazio di Hilbert". Ma Jack n. 2 in uno sprazzo di lucidità aggiunse: "Tutto ciò non ha molta importanza, dato che tra pochi minuti le armate di Hitler III sfonderanno le nostre linee. Prima di suicidarmi con il curaro, lasciatemi dire l'ultima parola del mio elenco: ionoforesi".
Morirono tutti, con il passare del tempo.
domenica 29 novembre 2009
La parola ai lettori
Caro Monello Vianello,
il suo blog rappresenta da tempo una pagina alta nella storia della letteratura italiana degli ultimi due secoli. Quanto scrive ha il merito di mostrare come la cultura, la cultura priva di coloriture politiche, sia sempre al servizio della verità, della dignità dell`uomo, della libertà, tanto più quando la verità, la dignità dell`uomo e la sua stessa libertà sono minacciate dalle ideologie totalitarie e dal potere fine a se stesso. L'arte può assumere tante diverse connotazioni, e la scrittura può farsi veicolo di emozioni e tematiche molto differenti fra loro: può essere fonte di divertimento, di intrattenimento, di condivisione di storie personali e tante altre cose. Naturalmente la scrittura si presta anche a essere strumento di denuncia sociale e di ricerca della giustizia. Quando si uniscono il fattore emozionale, la capacità di avvincere chi legge attraverso il ritmo e lo stile del racconto e la volontà di portare alla luce realtà terribili, allora si ha quello che definirei il "connubio perfetto". Quando si riesce ad amalgamare questi elementi si ottiene, prima ancora di tutti i successivi e meritati riconoscimenti, la laurea più importante per uno scrittore: l'approvazione del pubblico.
Se oggi mi permetto di scriverle è perché ammiro le sue qualità artistiche e la sua tempra morale. Lo dico ribadisco anche per sottolineare un distacco dalla dialettica dell'insulto e della contrapposizione che spesso, nel nostro Paese, porta le persone a leggere un blog con la maschera deformante del pregiudizio ideologico. Non c'è nulla di più sbagliato, e per mia personale formazione e anche per carattere soffro molto per le esagerazioni di cui si nutre il nostro panorama politico e le trasmissioni che se ne occupano. Perciò il suo blog rappresenta un modello, la possibilità di una scrittura, pur umoristica, che contribuisca alla crescita democratica del Paese. Perché la verità non ha colore, e un blog di satira priva di pregiudizi e di forzature è come una boccata d'aria che fa piacere quando si esce da una cortina di fumo maleodorante.
Concludo dicendole quanto dissi ad un suo collega scrittore, di cui ho molto apprezzato l'apparizione in televisione qualche tempo fa: l'Italia sarà capace di diventare un Paese moderno e civile, innanzitutto se cesserà una guerra civile strisciante, se verranno meno le divisioni politiche artificiose, per lasciare posto al dialogo, all'ascolto, alla concordia e alla collaborazione fra tutte le persone di buona volontà, che si trovano in egual misura in tutte le forze politiche. La saluto con grande stima,
Min. Bondi Sandro
*
Caro Sandro,
sentirti elogiare il mio blog ha risvegliato in me un'antica sensazione: la voglia di morire. Ricevere un complimento da te è tra le massime umiliazioni che mai avrei pensato di patire in vita mia. Tuttavia ho deciso di farmi forza e superare anche questo drammatico evento, perchè non ho ancora finito di esplorare lo scibile umano. Per dimenticare la tua lettera, mi dedicherò ad esaminare una teoria recentemente sottopostami dal dottor Arcadio Hulot, un allergologo serbo che ha dedicato la propria vita a studiare gli anziani fermi davanti ai lavori in corso e ha raggiunto un'inquietante conclusione: essi sono spie al soldo di una potenza nemica. Essendo costantemente pedinati, mentre girovagano raccogliendo informazioni su di noi, si fermano spesso davanti ai cantieri, fingendo di dare un'occhiata, dandosi invece un'occhiata intorno per scoprire agenti del controspionaggio. Ma per chi lavorano? Hulot sostiene siano agenti della Dubrkvoknia, l'unico stato segreto al mondo. Le Società delle Nazioni nel 1940 ne nascose l'esistenza all'umanità perchè altrimenti non funzionava il celebre giochetto: pensa a un numero da 1 a 10, aggiungi otto, dividi per due, togli il numero pensato, associa il risultato a una lettera dell'alfabeto e la lettera a uno Stato. Prendi la lettera successiva e pensa a un animale e a un colore di quell'animale. Chi poneva il quiz, a un certo punto esclamava "Ma non ci sono elefanti grigi in Danimarca!", dando a intendere di avere indovinato tutte e tre le cose pensate. Ma in molti casi qualcuno replicava: "Infatti io pensavo agli ermellini beige della Dubrkvoknia".
Insomma, gli anziani che guardano gli operai al lavoro sono in realtà agenti segreti dubrkvkniaci. Sarà vero? Ho tutta la vita per scoprirlo, cioè poco più di sei mesi, a sentire il mio medico.
Saluti,
MV
sabato 28 novembre 2009
L'analisi di Antonio Costato sulla nascita di Azzalingrado
Dopo mesi di silenzio, stimolato dalla fondazione di Azzalingrado, il cantante dei Napalm Death ed ex presidente di Confindustria in Polesine, Antonio Costato, torna a esprimere il proprio punto di vista di dirigente marxista-leninista per la Linea Rossa. In questo periodo di assenza, come testimonia la foto, Costato ha posato con la sua band per alcuni calendari a scopobenefico.
“La fondazione di Azzalingrado può rappresentare un evento importante per il movimento rivoluzionario internazionale, sempre che essa si sviluppi secondo una linea coerentemente marxista-leninista. Partiamo dalla lezione della caduta del Muro, avvenuta vent’anni fa, a partire dalla quale la borghesia, i governanti e i mass media dei Paesi imperialisti hanno celebrato in pompa magna quello che essi amano evocare come il "crollo del comunismo" (ma semmai si dovrebbe dire del socialismo, dato che il comunismo non è mai stato ancora storicamente realizzato), insieme a quella che essi spacciano come la "vittoria" e la "superiorità" della democrazia borghese e del capitalismo.
Se ciò fosse vero non si capirebbe perché a distanza di venti anni costoro sentano ancora il bisogno di riaffermare solennemente tale "fallimento" e tale "vittoria", quando oramai dovremmo trovarci davanti a un fatto acquisito e a un capitolo chiuso. La nascita di Azzalingrado ora ci dimostra una volta di più che nell’89 non è fallito il socialismo ma il revisionismo. Non è fallita cioè l'idea immortale della necessità storica ineluttabile del socialismo, che continua e continuerà sempre a vivere tra gli sfruttati e gli oppressi dal capitalismo e dall'imperialismo, ma è fallito solo il simulacro di socialismo che era rimasto dell'Urss e degli altri Paesi ex socialisti dell'Est dopo il colpo di Stato dei revisionisti kruscioviani del XX congresso del Pcus nel 1956, che con la "destalinizzazione" aveva rovesciato la dittatura del proletariato e restaurato quella della borghesia, avviando già da allora, come aveva lucidamente previsto Mao, la rovinosa parabola che si sarebbe conclusa nell'89 con la resa al capitalismo e all'imperialismo, dichiarata dal rinnegato Gorbaciov.
Non soltanto Mao aveva denunciato fino dal 1956 la restaurazione del potere della borghesia in Urss attraverso la cricca revisionista kruscioviana e previsto la sua involuzione capitalista e socialimperialista, ma era anche pienamente cosciente che ciò sarebbe potuto accadere anche alla Cina, se il partito avesse abdicato anche per un momento alla lotta di classe e smesso di lottare per la rivoluzione e il socialismo: "La grande rivoluzione culturale in corso - metteva in guardia Mao nel 1966 - non è che la prima di questo genere; sarà necessario intraprenderne delle altre. Nella rivoluzione la questione di sapere di chi sarà la vittoria non sarà risolta che al termine di un lungo periodo storico. Se non agiamo come si deve, la restaurazione del capitalismo può prodursi in ogni momento. I membri del Partito e il popolo intero non devono credere che tutto andrà bene dopo una, o due o anche tre o quattro grandi rivoluzioni culturali. Restiamo in guardia e non allentiamo mai la nostra vigilanza".
Quanta lucidità e lungimiranza in questi insegnamenti di Mao, che ci spiegano in maniera chiara e rigorosa, come solo chi padroneggia e applica a fondo il metodo marxista-leninista, cosa sarà bene che i governanti di Azzalingrado facciano per edificare una prospera realtà socialista. Secondo il punto di vista leninista, la vittoria finale della rivoluzione nel settore orientale della nostra città, non solo richiede gli sforzi del proletariato e delle larghe masse popolari, ma dipende anche dalla vittoria della rivoluzione mondiale e dall'abolizione del sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo su tutta la Terra, in modo che tutta l'umanità raggiunga l'emancipazione. Perciò parlare alla leggera della vittoria finale della rivoluzione ad Azzalingrado è erroneo, va contro il leninismo e non corrisponde neanche ai fatti.
Ciò non deve però scoraggiare i sinceri anticapitalisti, né tantomeno fargli prestare orecchio alle menzogne dei reazionari e dei rinnegati sul presunto "fallimento del socialismo". Da tempo il vento si è rovesciato ed è seguita una lunga gelata controrivoluzionaria che ora comincia a scongelarsi. E tuttavia non senza violenti sussulti e scossoni che hanno finito per mutare profondamente gli equilibri geopolitici e che prefigurano nuovi sconvolgimenti rivoluzionari, di
cui quello iniziato a Rovigo con Azzalingrado potrebbe essere il primo di una lunga catena. È questo lo spirito marxista-leninista con cui i sinceri anticapitalisti e fautori del socialismo devono guardare e giudicare gli avvenimenti dell'89, senza farsi confondere dai falsi e ingannatori proclami trionfalistici dei reazionari anticomunisti e dei rinnegati, per continuare a lottare con rinnovata forza e fiducia”.
“La fondazione di Azzalingrado può rappresentare un evento importante per il movimento rivoluzionario internazionale, sempre che essa si sviluppi secondo una linea coerentemente marxista-leninista. Partiamo dalla lezione della caduta del Muro, avvenuta vent’anni fa, a partire dalla quale la borghesia, i governanti e i mass media dei Paesi imperialisti hanno celebrato in pompa magna quello che essi amano evocare come il "crollo del comunismo" (ma semmai si dovrebbe dire del socialismo, dato che il comunismo non è mai stato ancora storicamente realizzato), insieme a quella che essi spacciano come la "vittoria" e la "superiorità" della democrazia borghese e del capitalismo.
Se ciò fosse vero non si capirebbe perché a distanza di venti anni costoro sentano ancora il bisogno di riaffermare solennemente tale "fallimento" e tale "vittoria", quando oramai dovremmo trovarci davanti a un fatto acquisito e a un capitolo chiuso. La nascita di Azzalingrado ora ci dimostra una volta di più che nell’89 non è fallito il socialismo ma il revisionismo. Non è fallita cioè l'idea immortale della necessità storica ineluttabile del socialismo, che continua e continuerà sempre a vivere tra gli sfruttati e gli oppressi dal capitalismo e dall'imperialismo, ma è fallito solo il simulacro di socialismo che era rimasto dell'Urss e degli altri Paesi ex socialisti dell'Est dopo il colpo di Stato dei revisionisti kruscioviani del XX congresso del Pcus nel 1956, che con la "destalinizzazione" aveva rovesciato la dittatura del proletariato e restaurato quella della borghesia, avviando già da allora, come aveva lucidamente previsto Mao, la rovinosa parabola che si sarebbe conclusa nell'89 con la resa al capitalismo e all'imperialismo, dichiarata dal rinnegato Gorbaciov.
Non soltanto Mao aveva denunciato fino dal 1956 la restaurazione del potere della borghesia in Urss attraverso la cricca revisionista kruscioviana e previsto la sua involuzione capitalista e socialimperialista, ma era anche pienamente cosciente che ciò sarebbe potuto accadere anche alla Cina, se il partito avesse abdicato anche per un momento alla lotta di classe e smesso di lottare per la rivoluzione e il socialismo: "La grande rivoluzione culturale in corso - metteva in guardia Mao nel 1966 - non è che la prima di questo genere; sarà necessario intraprenderne delle altre. Nella rivoluzione la questione di sapere di chi sarà la vittoria non sarà risolta che al termine di un lungo periodo storico. Se non agiamo come si deve, la restaurazione del capitalismo può prodursi in ogni momento. I membri del Partito e il popolo intero non devono credere che tutto andrà bene dopo una, o due o anche tre o quattro grandi rivoluzioni culturali. Restiamo in guardia e non allentiamo mai la nostra vigilanza".
Quanta lucidità e lungimiranza in questi insegnamenti di Mao, che ci spiegano in maniera chiara e rigorosa, come solo chi padroneggia e applica a fondo il metodo marxista-leninista, cosa sarà bene che i governanti di Azzalingrado facciano per edificare una prospera realtà socialista. Secondo il punto di vista leninista, la vittoria finale della rivoluzione nel settore orientale della nostra città, non solo richiede gli sforzi del proletariato e delle larghe masse popolari, ma dipende anche dalla vittoria della rivoluzione mondiale e dall'abolizione del sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo su tutta la Terra, in modo che tutta l'umanità raggiunga l'emancipazione. Perciò parlare alla leggera della vittoria finale della rivoluzione ad Azzalingrado è erroneo, va contro il leninismo e non corrisponde neanche ai fatti.
Ciò non deve però scoraggiare i sinceri anticapitalisti, né tantomeno fargli prestare orecchio alle menzogne dei reazionari e dei rinnegati sul presunto "fallimento del socialismo". Da tempo il vento si è rovesciato ed è seguita una lunga gelata controrivoluzionaria che ora comincia a scongelarsi. E tuttavia non senza violenti sussulti e scossoni che hanno finito per mutare profondamente gli equilibri geopolitici e che prefigurano nuovi sconvolgimenti rivoluzionari, di
cui quello iniziato a Rovigo con Azzalingrado potrebbe essere il primo di una lunga catena. È questo lo spirito marxista-leninista con cui i sinceri anticapitalisti e fautori del socialismo devono guardare e giudicare gli avvenimenti dell'89, senza farsi confondere dai falsi e ingannatori proclami trionfalistici dei reazionari anticomunisti e dei rinnegati, per continuare a lottare con rinnovata forza e fiducia”.
venerdì 27 novembre 2009
Socialismo e petrolio
Il petrolio dei Giardini Sconciaforni sarà venduto ai cinesi per rimpinguare le casse comunali, consentendo così all'amministrazione di riprendersi Palazzo Nodari, da tempo in mano a immobiliaristi orientali.
I più edotti ricorderanno che, nel tentativo di distruggere il malvagio alieno Hrrfulla'nghhtopeprp, il compianto Cicciuzzo Sconciaforni cadde da una giostrina per bambini al parchetto del castello rodigino e dalla voragine lasciata dal pingue eroe cittadino si sprigionarono fiotti di petrolio, presto convogliati in condotte e tubature per essere sapientemente amministrati a beneficio della città. Di quella preziosa risorsa, affidata alla gestione della neonata Asm Petroli, non si era più parlato, nemmeno in occasione dell'intitolazione del parco a Cicciuzzo Sconciaforni nell'ottobre scorso. (Non ve l'avevamo detto?) Ora il caso riesplode sulle prime pagine dei giornali, con la testimonianza di un cittadino, consegnata ai consiglieri comunali dell'opposizione: durante i lavori per il rifacimento di corso del Popolo, sarebbe stata interrata un'enorme condotta che trasporterà il petrolio del parchetto fuori città, fino a raggiungere l'interporto, da cui partirà verso alcuni paesi arabi a bordo di grosse chiatte. Li verrà raffinato e rivenduto principalmente alla Repubblica Popolare Cinese, grazie a un accordo stipulato in gran segreto tra la giunta Merchiori e il presidente Hu Jintao a inizio autunno. Nell'accordo è messo nero su bianco l'obbligo di fare tornare Palazzo Nodari nelle mani del Comune, dopo che per ragioni di bilancio la sede comunale era stata venduta ad alcuni imprenditori cinesi. Con gli introiti del petrolio, la giunta conta così di tenere in piedi il bilancio senza dovere ricorrere alle multe o ai denari dell'edilizia privata.
Ma per molti la decisione della giunta rischia di creare un'ulteriore frattura in una città già preoccupata dalla decisione del vicesindaco Azzalin di dividere in due il capoluogo con un muro, per creare sul lato orientale Azzalingrado. "Non solo ila città ovest sarà completamente trascurata dagli investimenti, ma ora rubano anche il nostro petrolio, visto che fino a prova contraria i giardinetti sono sul nostro lato del muro", tuona il sindaco, Paolo Avezzù, che pur abitando sul lato est si dice pronto a trasferirsi dall'altra parte. "Non c'è nulla di irregolare - rassicura il sindaco, Fausto Merchiori - Le considerazioni di Avezzù sono frutto di disinformazione. Non ha evidentemente letto la delibera con cui si procede all'annessione del castello al versante orientale, come è giusto che sia".
I più edotti ricorderanno che, nel tentativo di distruggere il malvagio alieno Hrrfulla'nghhtopeprp, il compianto Cicciuzzo Sconciaforni cadde da una giostrina per bambini al parchetto del castello rodigino e dalla voragine lasciata dal pingue eroe cittadino si sprigionarono fiotti di petrolio, presto convogliati in condotte e tubature per essere sapientemente amministrati a beneficio della città. Di quella preziosa risorsa, affidata alla gestione della neonata Asm Petroli, non si era più parlato, nemmeno in occasione dell'intitolazione del parco a Cicciuzzo Sconciaforni nell'ottobre scorso. (Non ve l'avevamo detto?) Ora il caso riesplode sulle prime pagine dei giornali, con la testimonianza di un cittadino, consegnata ai consiglieri comunali dell'opposizione: durante i lavori per il rifacimento di corso del Popolo, sarebbe stata interrata un'enorme condotta che trasporterà il petrolio del parchetto fuori città, fino a raggiungere l'interporto, da cui partirà verso alcuni paesi arabi a bordo di grosse chiatte. Li verrà raffinato e rivenduto principalmente alla Repubblica Popolare Cinese, grazie a un accordo stipulato in gran segreto tra la giunta Merchiori e il presidente Hu Jintao a inizio autunno. Nell'accordo è messo nero su bianco l'obbligo di fare tornare Palazzo Nodari nelle mani del Comune, dopo che per ragioni di bilancio la sede comunale era stata venduta ad alcuni imprenditori cinesi. Con gli introiti del petrolio, la giunta conta così di tenere in piedi il bilancio senza dovere ricorrere alle multe o ai denari dell'edilizia privata.
Ma per molti la decisione della giunta rischia di creare un'ulteriore frattura in una città già preoccupata dalla decisione del vicesindaco Azzalin di dividere in due il capoluogo con un muro, per creare sul lato orientale Azzalingrado. "Non solo ila città ovest sarà completamente trascurata dagli investimenti, ma ora rubano anche il nostro petrolio, visto che fino a prova contraria i giardinetti sono sul nostro lato del muro", tuona il sindaco, Paolo Avezzù, che pur abitando sul lato est si dice pronto a trasferirsi dall'altra parte. "Non c'è nulla di irregolare - rassicura il sindaco, Fausto Merchiori - Le considerazioni di Avezzù sono frutto di disinformazione. Non ha evidentemente letto la delibera con cui si procede all'annessione del castello al versante orientale, come è giusto che sia".
giovedì 26 novembre 2009
Rovigo divisa!
E' un vero scoop quello che vi proponiamo oggi: una mappa che mostra chiaramente come sarà Rovigo il giorno in cui sarà completato il muro tra la parte occidentale e quella orientale, che verrà ribattezzata Azzalingrado.
La mappa conferma quanto si vociferava ormai da tempo: i numerosi cantieri sorti in città negli ultimi mesi nascondono in realtà l'intento di erigere un grande muro che divida in due la città, sul modello della capitale tedesca fino al 1989. Una scelta che ha fatto infuriare l'opposizione: il B.V. Paolino, residente sul versante orientale, avrebbe già contattato numerose agenzie immobiliari per trasferirsi sul lato occidentale. "Mai accetterò di vivere in un incubo socialista!", ha tuonato, in una conferenza stampa assieme ai rappresentanti del Pdl. Irato anche Andrea Bimbatti: "La frazione di Boara di qua cadrà nel territorio amministrativo di Azzalingrado, ma non è questo il peggio - accusa - Con questa divisione si tengono il meglio per loro e lasciano gli scarti al versante occidentale, che sarà amministrato da non si sa chi". A guardare la mappa, è evidente il contrasto tra i due lati del muro: a est sorgono infatti l'ospedale, la stazione dei treni, la piazza e i monumenti di pregio, l'interporto e la tangenziale, per esempio. Inoltre, sembra per accontentare alcuni esponenti della maggioranza, il tragitto del muro è stato progettato per includere all'interno di Azzalingrado anche la frazione di Grignano e lo sbocco sulla Transpolesana. A ovest restano giusto giusto il Duomo, la Tassina, San Pio X, parte della Commenda e le frazioni di Roverdicrè, Granzette e Concadirame. Briciole, per l'opposizione, che minaccia: "Se innalzeranno il muro, sappiano che prenderemo il potere sul quadrante orientale. Non possiamo permettere che lascino metà della città nel degrado per investire solo sul loro staterello socialista. Gli abitanti di Rovigo Ovest sono con noi in questa battaglia di civiltà".
mercoledì 25 novembre 2009
La morte di Pinocchio
Si è concluso in tragedia il duello tra Pinocchio e Sabbiolino, sfidatisi a singolar tenzone dopo che il burattino toscano ha cercato di uccidere Graziano Azzalin, che ha sostituito Erich Honceker nel cuore del noto pupazzo tedesco orientale.
I due si erano dati appuntamento in piazzale Giuseppe Di Vittorio, non distante dal check point Zeggio, dove ha sede l’omonimo duty free, frequentatissimo dai turisti che vengono in visita ad Azzalingrado. “Infatti ne ho approfittato per comprare una confezione di caramelle Coimbra per la mia amata Nadia - spiega Pinocchio - gliele porterò quando tornerò da lei vittorioso assieme all’astronave di Sabbiolino e alla testa di Graziano, che le porgerò su piatto d’argento. In quel momento chiederò la mano alla mia bella Salomé”. Commovente il momento del passaggio della frontiera, con l’assessore Romeo che ha salutato calorosamente il suo cavaliere. “Chissà che quel Sabbiolino ti riduca in un sacco di segatura, cazzo d’un burattino di merda! Mi stai sulla fava più di quell’orribile Azzalin!”. Il ligneo artista pistoiese ha risposto sorridente: “Grazie, amore! Chi disprezza compra! Festeggeremo assieme la vittoria mia e della libertà”.
L’incontro tra Pinocchio e Sabbiolino è fissato sul tetto del multipiano. Il burattino toscano arriva puntuale, accolto da Saverio Girotto incaricato dai contendenti del commento dell’incontro.
Sabbiolino è in leggero ritardo, come scopre il nostro valido collaboratore Bernabeo Calimani che lo ha raggiunto al cellulare: “Sono per strada e tra cinque minuti sono lì. Ho chiesto io di incontrarsi in quella sede: era il solo modo per poter parcheggiare la navetta senza incorrere nelle rigidità dei controllori della sosta”.
E aggiunge piantando la solita cialda assassina: “La situazione in cui Graziano si trova ora non è un fatto straordinario. Lo Stato di diritto tedesco ha già perseguitato e condannato Karl Marx, August Bebel, Karl Liebknecht e tanti altri socialisti e comunisti. Il terzo Reich, servendosi dei giudici ereditati dallo Stato di diritto di Weimar portò avanti quest’opera in molti processi, uno dei quali io stesso ho vissuto in qualità di imputato. Dopo la sconfitta del fascismo tedesco e dello Stato hitleriano, i nostri nemici non hanno avuto bisogno di cercarsi nuovi procuratori della repubblica e nuovi giudici per riprendere a perseguitare penalmente in massa i comunisti, togliendo loro il lavoro e il pane nei tribunali del lavoro, allontanandoli dagli impieghi pubblici tramite i tribunali amministrativi o perseguitandoli in altri modi. Ora capita quello che ai nostri compagni della Germania occidentale era già capitato negli anni ’50 e a noi a vent’anni fa. Da circa 190 anni è sempre lo stesso arbitrio che si ripete”.
Intanto la navetta di Sabbiolino si materializza, ma il nostro continua a parlare imperterrito al cellulare mentre guida. “Si mettono sotto accusa i comunisti, che da quando sono apparsi sulla scena politica sono sempre stati perseguitati…”. Ed è proprio a questo punto che Sabbiolino inizia la manovra di atterraggio, ma per una tragica fatalità spinge il tasto dell’overboost col risultato che si sprigiona dallo scarico una fiammata che incenerisce Pinocchio. “Ops – sbotta imbarazzato Sabbiolino – ha ragione la mia compagna, signora Puppendoktor Pille, a dire che sono un chiacchierone e che alle volte mi distraggo. Chiedo scusa ai familiari di Pinocchio e alla signora Nadia Romeo. Posso aggiungere comunque che tutti i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno sempre colpito…”.
Irrompe in scena Azzalin: “Dai, chiudi quella fogna Sabbiolino, cazzo, ca te’ ne gà desfà i cojoni… Con questo intendo dire che condividiamo l’amarezza di Sabbiolino. Siamo davvero molto toccati dalla triste fine di Pinocchio con il quale vi sono stati in passato screzi, ma che rappresentava una grande ricchezza per tutti i sinceri democratici”. Si astiene dai commenti Nadia Romeo, che elabora sobriamente il lutto con un cappello a cono e una lingua di Menelik. Le ceneri di Pinocchio sono state raccolte con un aspirapolvere da dipendenti di Asm. “Ho io la soluzione per riportarlo in vita – spiega Renzo Marangon, comparso in immagine olografica da un vicino maxi manifesto con la sua effige – grazie agli investimenti collegati al piano strategico Urban Labor, potremo potenziare i laboratori di ricerca al Cur. Sono certo che con opportuni processi di sinterizzazione potremo riavere tra noi il nostro burattino, incenerito dalla malvagità comunista. E ora, anche se non c’entra un cazzo, vi racconterò una barzelletta dal mio repertorio stantio: che differenza c'e' fra una bara ed un preservativo? Entrambi contengono un corpo rigido, ma il primo va e il secondo viene...”.
I due si erano dati appuntamento in piazzale Giuseppe Di Vittorio, non distante dal check point Zeggio, dove ha sede l’omonimo duty free, frequentatissimo dai turisti che vengono in visita ad Azzalingrado. “Infatti ne ho approfittato per comprare una confezione di caramelle Coimbra per la mia amata Nadia - spiega Pinocchio - gliele porterò quando tornerò da lei vittorioso assieme all’astronave di Sabbiolino e alla testa di Graziano, che le porgerò su piatto d’argento. In quel momento chiederò la mano alla mia bella Salomé”. Commovente il momento del passaggio della frontiera, con l’assessore Romeo che ha salutato calorosamente il suo cavaliere. “Chissà che quel Sabbiolino ti riduca in un sacco di segatura, cazzo d’un burattino di merda! Mi stai sulla fava più di quell’orribile Azzalin!”. Il ligneo artista pistoiese ha risposto sorridente: “Grazie, amore! Chi disprezza compra! Festeggeremo assieme la vittoria mia e della libertà”.
L’incontro tra Pinocchio e Sabbiolino è fissato sul tetto del multipiano. Il burattino toscano arriva puntuale, accolto da Saverio Girotto incaricato dai contendenti del commento dell’incontro.
Sabbiolino è in leggero ritardo, come scopre il nostro valido collaboratore Bernabeo Calimani che lo ha raggiunto al cellulare: “Sono per strada e tra cinque minuti sono lì. Ho chiesto io di incontrarsi in quella sede: era il solo modo per poter parcheggiare la navetta senza incorrere nelle rigidità dei controllori della sosta”.
E aggiunge piantando la solita cialda assassina: “La situazione in cui Graziano si trova ora non è un fatto straordinario. Lo Stato di diritto tedesco ha già perseguitato e condannato Karl Marx, August Bebel, Karl Liebknecht e tanti altri socialisti e comunisti. Il terzo Reich, servendosi dei giudici ereditati dallo Stato di diritto di Weimar portò avanti quest’opera in molti processi, uno dei quali io stesso ho vissuto in qualità di imputato. Dopo la sconfitta del fascismo tedesco e dello Stato hitleriano, i nostri nemici non hanno avuto bisogno di cercarsi nuovi procuratori della repubblica e nuovi giudici per riprendere a perseguitare penalmente in massa i comunisti, togliendo loro il lavoro e il pane nei tribunali del lavoro, allontanandoli dagli impieghi pubblici tramite i tribunali amministrativi o perseguitandoli in altri modi. Ora capita quello che ai nostri compagni della Germania occidentale era già capitato negli anni ’50 e a noi a vent’anni fa. Da circa 190 anni è sempre lo stesso arbitrio che si ripete”.
Intanto la navetta di Sabbiolino si materializza, ma il nostro continua a parlare imperterrito al cellulare mentre guida. “Si mettono sotto accusa i comunisti, che da quando sono apparsi sulla scena politica sono sempre stati perseguitati…”. Ed è proprio a questo punto che Sabbiolino inizia la manovra di atterraggio, ma per una tragica fatalità spinge il tasto dell’overboost col risultato che si sprigiona dallo scarico una fiammata che incenerisce Pinocchio. “Ops – sbotta imbarazzato Sabbiolino – ha ragione la mia compagna, signora Puppendoktor Pille, a dire che sono un chiacchierone e che alle volte mi distraggo. Chiedo scusa ai familiari di Pinocchio e alla signora Nadia Romeo. Posso aggiungere comunque che tutti i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno sempre colpito…”.
Irrompe in scena Azzalin: “Dai, chiudi quella fogna Sabbiolino, cazzo, ca te’ ne gà desfà i cojoni… Con questo intendo dire che condividiamo l’amarezza di Sabbiolino. Siamo davvero molto toccati dalla triste fine di Pinocchio con il quale vi sono stati in passato screzi, ma che rappresentava una grande ricchezza per tutti i sinceri democratici”. Si astiene dai commenti Nadia Romeo, che elabora sobriamente il lutto con un cappello a cono e una lingua di Menelik. Le ceneri di Pinocchio sono state raccolte con un aspirapolvere da dipendenti di Asm. “Ho io la soluzione per riportarlo in vita – spiega Renzo Marangon, comparso in immagine olografica da un vicino maxi manifesto con la sua effige – grazie agli investimenti collegati al piano strategico Urban Labor, potremo potenziare i laboratori di ricerca al Cur. Sono certo che con opportuni processi di sinterizzazione potremo riavere tra noi il nostro burattino, incenerito dalla malvagità comunista. E ora, anche se non c’entra un cazzo, vi racconterò una barzelletta dal mio repertorio stantio: che differenza c'e' fra una bara ed un preservativo? Entrambi contengono un corpo rigido, ma il primo va e il secondo viene...”.
martedì 24 novembre 2009
Il mondo di Cicciuzzo Sconciaforni
Pochi finora avevano potuto visitare la sontuosa villa di Cicciuzzo Sconciaforni a Castelletto di Branduzzo. Ora gli eredi hanno aperto i cancelli della tenuta ad un team di giornalisti, che hanno pagato somme da capogiro per potere pubblicare immagini e reportage dal mondo privato del celebre pornodivo defunto, ormai oggetto di un culto religioso.
Immersa in una vegetazione lussureggiante e circondata da un parco, punteggiato da edicole votive e bizzarre statue a tema erotico, la villa Sconciaforni è un vero museo in cui Cicciuzzo ha raccolto per anni cimeli provenienti dai suoi film e bizzarrie di tutto il mondo. Bellissima la galleria con i costumi di scena dei film "Sbattman", "L'uomo sboragno", "Torero!" e molti altri. Ma anche una collezione di stampe erotiche da fare invidia al British Museum, riproduzioni di bassorilievi del lupanare di Pompei, delle piramidi Inca e dei templi indù. E ancora la più grande biblioteca nazionale dedicata esclusivamente all'eros, con centinaia di versioni del Kamasutra e una sterminata selezione della lettura erotica mondiale, un incredibile campionario di attrezzi erotici, ben duecento modelli di vibratori, un triclinio ergonomico collaudato per provare ventotto posizioni del coito, per concludere con un toro meccanico a forma di fallo, regalatogli da un magnate russo nel 1996. Non poteva mancare il cinema privato, in cui Cicciuzzo deliziava i suoi ospiti con la possibilità di scegliere tra migliaia di pellicole porno, dagli albori del genere agli eccessi contemporanei, ma anche un numero incalcolabile di DVD amatoriali inviati dai fans di tutto il globo. Ben cinque le piscine, di cui tre con idromassaggio e una con acqua riscaldata, in cui l'attore trascorreva momenti di relax e allegri festini. Sale da pranzo sterminate, una cucina attrezzata per seicento coperti, dodici camini a legna con girarrosto per la porchetta e ben trentotto camere da letto, ciascuna personalizzata secondo uno stile particolare: letti a baldacchino e arredamento settecentesco nella camera ispirata allo stile delle corti francesi, pellicce di animali selvaggi e illuminazione a fuoco di torcia in quella che evoca le caverne dei nostri antenati, vera erba e piante al posto della moquette in quella dedicata all'amore naturista, che Cicciuzzo usava nei mesi invernali, quando non poteva rotolarsi nell'erba del suo immenso parco con amiche e amici scostumati. In un piccolo sacrario, Cicciuzzo conservava persino il wc su cui aveva scoperto per la prima volta a undici anni i meccanismi rudimentali della sessualità.
Non basterebbero cento blog per raccontare tutto ciò che contiene la villa, da oggi aperta ai visitatori al modico prezzo di centoventi euro a persona, con sconti per comitive di oltre settanta persone. Doloride Sconciaforni, padre dell'attore, promette che anche i fan dalle tasche meno gonfie saranno soddisfatti: è in preparazione, in gran segreto, il film biografico "This is hot", che svelerà tutti i retroscena di uno dei più popolari divi dello schermo a luci rosse degli ultimi venti anni.
Immersa in una vegetazione lussureggiante e circondata da un parco, punteggiato da edicole votive e bizzarre statue a tema erotico, la villa Sconciaforni è un vero museo in cui Cicciuzzo ha raccolto per anni cimeli provenienti dai suoi film e bizzarrie di tutto il mondo. Bellissima la galleria con i costumi di scena dei film "Sbattman", "L'uomo sboragno", "Torero!" e molti altri. Ma anche una collezione di stampe erotiche da fare invidia al British Museum, riproduzioni di bassorilievi del lupanare di Pompei, delle piramidi Inca e dei templi indù. E ancora la più grande biblioteca nazionale dedicata esclusivamente all'eros, con centinaia di versioni del Kamasutra e una sterminata selezione della lettura erotica mondiale, un incredibile campionario di attrezzi erotici, ben duecento modelli di vibratori, un triclinio ergonomico collaudato per provare ventotto posizioni del coito, per concludere con un toro meccanico a forma di fallo, regalatogli da un magnate russo nel 1996. Non poteva mancare il cinema privato, in cui Cicciuzzo deliziava i suoi ospiti con la possibilità di scegliere tra migliaia di pellicole porno, dagli albori del genere agli eccessi contemporanei, ma anche un numero incalcolabile di DVD amatoriali inviati dai fans di tutto il globo. Ben cinque le piscine, di cui tre con idromassaggio e una con acqua riscaldata, in cui l'attore trascorreva momenti di relax e allegri festini. Sale da pranzo sterminate, una cucina attrezzata per seicento coperti, dodici camini a legna con girarrosto per la porchetta e ben trentotto camere da letto, ciascuna personalizzata secondo uno stile particolare: letti a baldacchino e arredamento settecentesco nella camera ispirata allo stile delle corti francesi, pellicce di animali selvaggi e illuminazione a fuoco di torcia in quella che evoca le caverne dei nostri antenati, vera erba e piante al posto della moquette in quella dedicata all'amore naturista, che Cicciuzzo usava nei mesi invernali, quando non poteva rotolarsi nell'erba del suo immenso parco con amiche e amici scostumati. In un piccolo sacrario, Cicciuzzo conservava persino il wc su cui aveva scoperto per la prima volta a undici anni i meccanismi rudimentali della sessualità.
Non basterebbero cento blog per raccontare tutto ciò che contiene la villa, da oggi aperta ai visitatori al modico prezzo di centoventi euro a persona, con sconti per comitive di oltre settanta persone. Doloride Sconciaforni, padre dell'attore, promette che anche i fan dalle tasche meno gonfie saranno soddisfatti: è in preparazione, in gran segreto, il film biografico "This is hot", che svelerà tutti i retroscena di uno dei più popolari divi dello schermo a luci rosse degli ultimi venti anni.
lunedì 23 novembre 2009
Arriva Sabbiolino
“La vita del compagno Graziano Azzalin è in pericolo e io la difenderò, sfidando a duello il controrivoluzionario Pinocchio per liquidarlo”.
E’ determinato Sabbiolino, eroe della tv dei ragazzi della Ddr, a difendere l’indipendenza di Rovigo Est e il suo leader, vittima di attentati da parte del celebre burattino toscano che ha deciso di eliminarlo per conquistare il cuore di Nadia Romeo. “Arriverò presto in Polesine a bordo di un modulo spaziale messomi a disposizione nientepopodimeno che dal cosmonauta Sigmund Jahn – spiega Sabbiolino - nessuno nei quartieri occidentali della città, ha il diritto di portare sul banco degli accusati o addirittura tentare di uccidere il compagno Azzalin, me o qualsiasi altro cittadino del settore est”.
Il personaggio televisivo tedesco orientale è un autentico fiume in piena: “Nel momento in cui la marmaglia neonazista impazza impunita per le strade e gli stranieri sono perseguitati e assassinati, ecco che i sedicenti democratici mostrano tutta la loro forza perseguitando i comunisti, armando la mano di un burattino a tutti noto per le sue frequentazioni massoniche. Di noi fautori del socialismo si dice che siamo dinosauri incapaci di rinnovarci. Quanto sta
avvenendo fa vedere dove stanno in realtà i dinosauri e chi è incapace di rinnovarsi”. Sabbiolino, infine, rivendica con orgoglio la propria partecipazione come figura di primo piano nella storia della Ddr e del movimento operaio internazionale. “Io ho speso la mia esistenza per la Ddr e ora la spendo per Azzalingrado. Io sono perciò parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia. E tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la Ddr non è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo è possibile e che è migliore del capitalismo. Si è trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e nuove vie. Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perché noi, voglio dire i responsabili in tutti i paesi socialisti europei, abbiamo commesso errori che potevano essere evitati. Sicuramente è fallito in Germania tra l’altro anche perché i cittadini
della Ddr, come altri tedeschi prima di loro, hanno compiuto una scelta sbagliata e perché i nostri avversari erano ancora troppo potenti. Le esperienze storiche della Ddr, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti, saranno utili a milioni di uomini nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno al mondo futuro. Chi si è impegnato con il proprio lavoro e con la propria vita per la Ddr non è vissuto invano e altrettanto sarà per chi vivrà ad Azzalingrado. Un numero sempre maggiore di rodigini si renderanno conto che le condizioni di vita di Azzalingrado li deformerà assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini di Azzalingrado cresceranno più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza di Rovigo Ovest. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario di Azzalingrado, nonostante le arretratezze tecniche, sono pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, di Azzalingrado non potrà recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia di Azzalingrado e la caccia alle merci scarse non ci sarà bisogno che sacrifichino tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia di Rovigo Ovest. Gli operai e i contadini si renderanno conto che Rovigo Ovest è lo città degli imprenditori, cioè dei capitalisti, e che non a caso Azzalingrado si chiama città degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godono ad Azzalingrado”.
E’ determinato Sabbiolino, eroe della tv dei ragazzi della Ddr, a difendere l’indipendenza di Rovigo Est e il suo leader, vittima di attentati da parte del celebre burattino toscano che ha deciso di eliminarlo per conquistare il cuore di Nadia Romeo. “Arriverò presto in Polesine a bordo di un modulo spaziale messomi a disposizione nientepopodimeno che dal cosmonauta Sigmund Jahn – spiega Sabbiolino - nessuno nei quartieri occidentali della città, ha il diritto di portare sul banco degli accusati o addirittura tentare di uccidere il compagno Azzalin, me o qualsiasi altro cittadino del settore est”.
Il personaggio televisivo tedesco orientale è un autentico fiume in piena: “Nel momento in cui la marmaglia neonazista impazza impunita per le strade e gli stranieri sono perseguitati e assassinati, ecco che i sedicenti democratici mostrano tutta la loro forza perseguitando i comunisti, armando la mano di un burattino a tutti noto per le sue frequentazioni massoniche. Di noi fautori del socialismo si dice che siamo dinosauri incapaci di rinnovarci. Quanto sta
avvenendo fa vedere dove stanno in realtà i dinosauri e chi è incapace di rinnovarsi”. Sabbiolino, infine, rivendica con orgoglio la propria partecipazione come figura di primo piano nella storia della Ddr e del movimento operaio internazionale. “Io ho speso la mia esistenza per la Ddr e ora la spendo per Azzalingrado. Io sono perciò parte in causa e oltre a ciò indebolito per l’età e la malattia. E tuttavia, giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la Ddr non è stata costituita invano. Essa ha rappresentato un segno che il socialismo è possibile e che è migliore del capitalismo. Si è trattato di un esperimento che è fallito. Ma per un esperimento fallito l’umanità non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze e nuove vie. Bisognerà ora analizzare le ragioni per cui l’esperimento è fallito. Sicuramente ciò è accaduto anche perché noi, voglio dire i responsabili in tutti i paesi socialisti europei, abbiamo commesso errori che potevano essere evitati. Sicuramente è fallito in Germania tra l’altro anche perché i cittadini
della Ddr, come altri tedeschi prima di loro, hanno compiuto una scelta sbagliata e perché i nostri avversari erano ancora troppo potenti. Le esperienze storiche della Ddr, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti, saranno utili a milioni di uomini nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno al mondo futuro. Chi si è impegnato con il proprio lavoro e con la propria vita per la Ddr non è vissuto invano e altrettanto sarà per chi vivrà ad Azzalingrado. Un numero sempre maggiore di rodigini si renderanno conto che le condizioni di vita di Azzalingrado li deformerà assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini di Azzalingrado cresceranno più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza di Rovigo Ovest. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario di Azzalingrado, nonostante le arretratezze tecniche, sono pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, di Azzalingrado non potrà recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia di Azzalingrado e la caccia alle merci scarse non ci sarà bisogno che sacrifichino tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia di Rovigo Ovest. Gli operai e i contadini si renderanno conto che Rovigo Ovest è lo città degli imprenditori, cioè dei capitalisti, e che non a caso Azzalingrado si chiama città degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godono ad Azzalingrado”.
domenica 22 novembre 2009
La parola ai lettori
Gent. mo dott. Monello Vianello,
so che lei è esperto di problematiche legate al disagio giovanile e alla psicologia della pubertà, come evinco dai titoli di studio citati nella presentazione della sua illustre persona sul retro del volume "Come spiegare le leggi della formazione delle unità fenomeniche ad una classe di deficienti e senza mai usare la lettera effe. Storia di una sfida vinta".
Le chiedo dunque una rapida consulenza relativamente a mio figlio o mia figlia (non ho mai ben capito di che sesso è, a dire il vero), che si chiama Tancredi, ha quattordici anni e mi dà dei problemi da quando si è messo a disegnare. Le allego uno dei suoi scarabocchi. Non dico che non siano ben fatti, ma il soggetto mi inquieta. Perchè mio figlio ritrae il presidente della Repubblica in croce? Gliel'ho chiesto e lui mi ha detto che sono troppo stupido per capire. Io gli ho detto che sarò anche stupido, ma il suo disegno è offensivo verso il Presidente e la religione. Ma lui continua a fare questi ritratti di politici con uno spirito canzonatorio che non mi piace. Ho paura che si metta nei guai. Siccome so che Lei è uno dei suoi idoli, non potrebbe convincerlo a mettere la testa a posto? Sono disposto a pagare anche cento euro pur di aiutare mio figlio. Vive cordialità,
so che lei è esperto di problematiche legate al disagio giovanile e alla psicologia della pubertà, come evinco dai titoli di studio citati nella presentazione della sua illustre persona sul retro del volume "Come spiegare le leggi della formazione delle unità fenomeniche ad una classe di deficienti e senza mai usare la lettera effe. Storia di una sfida vinta".
Le chiedo dunque una rapida consulenza relativamente a mio figlio o mia figlia (non ho mai ben capito di che sesso è, a dire il vero), che si chiama Tancredi, ha quattordici anni e mi dà dei problemi da quando si è messo a disegnare. Le allego uno dei suoi scarabocchi. Non dico che non siano ben fatti, ma il soggetto mi inquieta. Perchè mio figlio ritrae il presidente della Repubblica in croce? Gliel'ho chiesto e lui mi ha detto che sono troppo stupido per capire. Io gli ho detto che sarò anche stupido, ma il suo disegno è offensivo verso il Presidente e la religione. Ma lui continua a fare questi ritratti di politici con uno spirito canzonatorio che non mi piace. Ho paura che si metta nei guai. Siccome so che Lei è uno dei suoi idoli, non potrebbe convincerlo a mettere la testa a posto? Sono disposto a pagare anche cento euro pur di aiutare mio figlio. Vive cordialità,
rag. Luano De Alibertis
Caro Luano,
sono felice che tuo figlio sia uno dei 20 visitatori che ancora perdono tempo con questo blog, costringendomi ad aggiornarlo per non deluderli. Fammi dire innanzitutto che, a mio modesto parere, il soggetto ritratto nel simpatico disegno di tuo figlio, non è il presidente della Repubblica, bensì quello del Consiglio dei Ministri. Potrei vanamente tentare di spiegarti il significato della vignetta di tuo figlio, ma c'è un limite alle sfide che posso accettare. Ardirei invece conoscere la madre del ragazzo, per capire se è merito suo che vostro figlio non è venuto su un totale idiota o se si tratti di un miracolo. Purtroppo non posso rassicurarvi: vostro figlio è arguto e ha senso dell'umorismo, quindi passerà sicuramente dei guai. D'altronde suo figlio sta appena iniziando a coltivare l'arte della satira. Ricordo che io già a sei anni disegnavo sul quaderno di matematica fumettini in cui la maestra veniva sopraffatta da degli enormi peni durante l'ora di religione. Con il tempo il mio umorismo si è ovviamente evoluto, ma resto saldamente ancorato alle mie radici. Ancora oggi la visione del mio mediometraggio "Menarca", realizzato quando avevo ventisette anni, mi sollazza senza ritegno. Ma mi fermo qui perchè sto divagando e dovrei terminare l'ennesimo capitolo del mio romanzo pulp, se nessuno mi interrompe con domande stupide. Un caro saluto a suo figlio,
*
Caro Luano,
sono felice che tuo figlio sia uno dei 20 visitatori che ancora perdono tempo con questo blog, costringendomi ad aggiornarlo per non deluderli. Fammi dire innanzitutto che, a mio modesto parere, il soggetto ritratto nel simpatico disegno di tuo figlio, non è il presidente della Repubblica, bensì quello del Consiglio dei Ministri. Potrei vanamente tentare di spiegarti il significato della vignetta di tuo figlio, ma c'è un limite alle sfide che posso accettare. Ardirei invece conoscere la madre del ragazzo, per capire se è merito suo che vostro figlio non è venuto su un totale idiota o se si tratti di un miracolo. Purtroppo non posso rassicurarvi: vostro figlio è arguto e ha senso dell'umorismo, quindi passerà sicuramente dei guai. D'altronde suo figlio sta appena iniziando a coltivare l'arte della satira. Ricordo che io già a sei anni disegnavo sul quaderno di matematica fumettini in cui la maestra veniva sopraffatta da degli enormi peni durante l'ora di religione. Con il tempo il mio umorismo si è ovviamente evoluto, ma resto saldamente ancorato alle mie radici. Ancora oggi la visione del mio mediometraggio "Menarca", realizzato quando avevo ventisette anni, mi sollazza senza ritegno. Ma mi fermo qui perchè sto divagando e dovrei terminare l'ennesimo capitolo del mio romanzo pulp, se nessuno mi interrompe con domande stupide. Un caro saluto a suo figlio,
MV
sabato 21 novembre 2009
Pinocchio, da innamorato ad aguzzino
ATTENZIONE! Per chi non l'avesse capito, quanto raccontato da questo blog è un cumulo di stupidaggini del tutto fasulle e inattendibili. Anche ciò che segue è falso, non fatecelo ripetere. Purtroppo succede che a volte le persone scambino il falso per il vero. E non vale dire che se tutto quello che scrivo nel blog è falso, anche queste righe sono false, quindi si entra in un paradosso da cui si esce solo picchiando la testa contro il muro. Leggete quanto segue e poi diteci se si può credere a simili stronzate.
"La costruzione di Azzalingrad non c'entra niente. Abbiamo i filmati delle telecamere di sorveglianza che provano chi sia il vero colpevole dell'aggressione al vicesindaco. Quindi ciucciatemelo, anzi ciucciatevelo da soli!"
Il primo cittadino, Fausto Merchiori, respinge con decisione le teorie dell'opposizione, secondo cui l'attentato a Graziano Azzalin in viale Trieste è frutto del clima di tensione generato dalla decisione di costruire un muro per dividere in due il capoluogo e costruire una città socialista nel quadrante est. I fotogrammi drammatici diffusi da Palazzo Nodari provano che le motivazioni dell'aggressore sono ben diverse: nelle immagini si vede distintamente Pinocchio, recentemente finito sui giornali per un caso di stalking ai danni dell'assessore Nadia Romeo, brandire una mazza di legno per bastonare Azzalin.
E un giornalista del Tg3 ha raccolto la rivendicazione del burattino violento, riuscendo a recarsi addirittura nella tana del mostro, pur promettendo di non rivelarne l'ubicazione. "Pensavo che la mia amata mi rifiutasse perchè sono un cessetto di legno, poi ho capito che il suo cattivo umore, che l'ha portata a respingermi, è frutto delle tensioni in giunta - ha dichiarato Pinocchio - Ho deciso di dare una lezione al maledetto Azzalin, che l'ha resa infelice con quell'inutile polemica sulle macchie sul corso del Popolo. E' l'atto di amore più estremo, con cui spero di fare breccia nel cuore di Nadia". Pronta la replica della Romeo, che ha risposto alla nostra telefonata sovrastando con il volume della voce il fragore della motosega appena accesa: "Ditegli che si faccia vedere a casa mia. Lo riduco talmente male che con quello che resterà di lui ci apro una fabbrica di stuzzicadenti".
Il vicesindaco si è detto rasserenato dalla rapida individuazione del colpevole: "Tuttavia non bisogna abbassare la guardia. Io andrò avanti con il mio progetto, non mi resta che invocare la protezione di Sabbiolino contro le minacce che incombono su di me".
"La costruzione di Azzalingrad non c'entra niente. Abbiamo i filmati delle telecamere di sorveglianza che provano chi sia il vero colpevole dell'aggressione al vicesindaco. Quindi ciucciatemelo, anzi ciucciatevelo da soli!"
Il primo cittadino, Fausto Merchiori, respinge con decisione le teorie dell'opposizione, secondo cui l'attentato a Graziano Azzalin in viale Trieste è frutto del clima di tensione generato dalla decisione di costruire un muro per dividere in due il capoluogo e costruire una città socialista nel quadrante est. I fotogrammi drammatici diffusi da Palazzo Nodari provano che le motivazioni dell'aggressore sono ben diverse: nelle immagini si vede distintamente Pinocchio, recentemente finito sui giornali per un caso di stalking ai danni dell'assessore Nadia Romeo, brandire una mazza di legno per bastonare Azzalin.
E un giornalista del Tg3 ha raccolto la rivendicazione del burattino violento, riuscendo a recarsi addirittura nella tana del mostro, pur promettendo di non rivelarne l'ubicazione. "Pensavo che la mia amata mi rifiutasse perchè sono un cessetto di legno, poi ho capito che il suo cattivo umore, che l'ha portata a respingermi, è frutto delle tensioni in giunta - ha dichiarato Pinocchio - Ho deciso di dare una lezione al maledetto Azzalin, che l'ha resa infelice con quell'inutile polemica sulle macchie sul corso del Popolo. E' l'atto di amore più estremo, con cui spero di fare breccia nel cuore di Nadia". Pronta la replica della Romeo, che ha risposto alla nostra telefonata sovrastando con il volume della voce il fragore della motosega appena accesa: "Ditegli che si faccia vedere a casa mia. Lo riduco talmente male che con quello che resterà di lui ci apro una fabbrica di stuzzicadenti".
Il vicesindaco si è detto rasserenato dalla rapida individuazione del colpevole: "Tuttavia non bisogna abbassare la guardia. Io andrò avanti con il mio progetto, non mi resta che invocare la protezione di Sabbiolino contro le minacce che incombono su di me".
venerdì 20 novembre 2009
Agguato in viale Trieste
ATTENZIONE! Come premettiamo ormai allo sfinimento (vostro) da giorni, il timore di offendere la sensibilità di chi amministra la cosa pubblica ci impone di precisare, ogni volta che citiamo un nome noto, che tutto ciò che segue è inventato dall'inizio alla fine. Perchè allora usiamo mescolare fantasia e realtà? Perchè la narrazione talvolta lo richiede. Pensate che lo faceva anche un cretino di nome Aristofane, qualche anno fa. Fu cacciato dalla Rai perchè dileggiava chi s'adoprava per il bene di tutti con le sue commedie irriverenti e offensive. Ma questa è un'altra storia. Leggete invece le balle che raccontiamo noi.
Il vicesindaco del capoluogo polesano Graziano Azzalin è stato oggetto ieri sera di un vile attentato mentre rientrava a casa, pedalando sulla ciclabile di viale Trieste. Fortunatamente l'aggressione non è andata a buon fine, ma l'episodio suscita molti interrogativi nel mondo politico rodigino.
Azzalin stava percorrendo la ciclabile, schivando buche e automobili parcheggiate di traverso, quando un individuo sconosciuto, che il vicesindaco descrive come "un nanerottolo con una camiciola rossa a fiori e un cappello di carta in testa", è sbucato dal nulla, infilando un'asta di legno tra i raggi della ruota anteriore del velocipede. Lo sfortunato ciclista è quindi capitombolato in avanti, rotolando al suolo e riportando numerose contusioni. "In quel momento - racconta all'uscita del reparto Ortopedia - mi è venuto istintivo rivolgere un'invocazione sentita alla Beata Maria Vergine, esprimendo il mio disappunto per l'evento che mi stava accadendo". E per un momento Azzalin ha creduto di avere davvero ottenuto l'intercessione della Madonna, giacchè una figura femminile avvolta in un bagliore luminoso è comparsa come dal nulla, mettendo in fuga l'aggressore, che già brandiva il bastone per sopraffare la vittima. "Madre di Dio, grazie. E scusa le mie parole rudi, dettate da momentaneo sconforto", ha gridato Azzalin, cadendo in ginocchio. "Ma quale Madonna! - ha riso la donna - Io sono Wonder Woman e benchè leggermente sovrappeso per il passare degli anni i miei superpoteri non hanno perso lo smalto di un tempo. Con la mia forza riesco ad aprire da sola i barattoli della conserva, mentre per mettere su le mensole mi arrangio con il trapano a percussione".
L'aggressione ad Azzalin è stata immediatamente commentata con sdegno da colleghi e avversari politici. "Credo però che, alla luce di queste tensioni - dichiara Andrea Bimbatti del Pdl - l'assessore debba fare un passo indietro sul progetto, ormai alla luce del sole, di dividere in due la città con un muro e costruire Azzalingrad nell'area Est o quanto meno confrontarsi con l'opposizione per dirci quali investimenti si vogliono fare il quadrante occidentale".
Il vicesindaco del capoluogo polesano Graziano Azzalin è stato oggetto ieri sera di un vile attentato mentre rientrava a casa, pedalando sulla ciclabile di viale Trieste. Fortunatamente l'aggressione non è andata a buon fine, ma l'episodio suscita molti interrogativi nel mondo politico rodigino.
Azzalin stava percorrendo la ciclabile, schivando buche e automobili parcheggiate di traverso, quando un individuo sconosciuto, che il vicesindaco descrive come "un nanerottolo con una camiciola rossa a fiori e un cappello di carta in testa", è sbucato dal nulla, infilando un'asta di legno tra i raggi della ruota anteriore del velocipede. Lo sfortunato ciclista è quindi capitombolato in avanti, rotolando al suolo e riportando numerose contusioni. "In quel momento - racconta all'uscita del reparto Ortopedia - mi è venuto istintivo rivolgere un'invocazione sentita alla Beata Maria Vergine, esprimendo il mio disappunto per l'evento che mi stava accadendo". E per un momento Azzalin ha creduto di avere davvero ottenuto l'intercessione della Madonna, giacchè una figura femminile avvolta in un bagliore luminoso è comparsa come dal nulla, mettendo in fuga l'aggressore, che già brandiva il bastone per sopraffare la vittima. "Madre di Dio, grazie. E scusa le mie parole rudi, dettate da momentaneo sconforto", ha gridato Azzalin, cadendo in ginocchio. "Ma quale Madonna! - ha riso la donna - Io sono Wonder Woman e benchè leggermente sovrappeso per il passare degli anni i miei superpoteri non hanno perso lo smalto di un tempo. Con la mia forza riesco ad aprire da sola i barattoli della conserva, mentre per mettere su le mensole mi arrangio con il trapano a percussione".
L'aggressione ad Azzalin è stata immediatamente commentata con sdegno da colleghi e avversari politici. "Credo però che, alla luce di queste tensioni - dichiara Andrea Bimbatti del Pdl - l'assessore debba fare un passo indietro sul progetto, ormai alla luce del sole, di dividere in due la città con un muro e costruire Azzalingrad nell'area Est o quanto meno confrontarsi con l'opposizione per dirci quali investimenti si vogliono fare il quadrante occidentale".
giovedì 19 novembre 2009
Catechismo cicciuzziano
“Noi cicciuzziani dobbiamo diffondere il nostro messaggio pacificamente, innanzitutto qui sulla Terra dove il nostro idolo ritornerà, generato e non creato nella stessa propria sostanza”.
Proprio per questo sono partiti i corsi di catechismo cicciuzziano, organizzati dalla corrente scismatica che rifiuta la necessità di emigrare sul lontano Planet Cicciuzzo per ricongiungersi al divino Cicciuzzo Sconciaforni. A parlare è Piergiuda Palmulli (nella foto con alcuni giovanissimi adepti durante un camposcuola), attivissimo nella campagna di proselitismo soprattutto nelle scuole e nelle famiglie. “Veniamo accolti sempre molto bene – spiega il religioso – il messaggio di
Cicciuzzo è davvero di amore universale: chi ci ha insegnato a sentirsi davvero carne della carne di tutti i nostri fratelli e sorelle? Vi pare poco la capacità di coinvolgere addirittura gli aspirapolvere in questo grande progetto di comunanza? Vogliamo forse dimenticare il messaggio lanciato in “Qui ci si fa l’Italia o si muore”? Un invito sincero all’unità tra connazionali, ben prima dei richiami retorici che ci dovremo sorbire per i festeggiamenti dell’Unità nazionale”.
Nelle lezioni vengono predilette modalità interattive: “Guardiamo filmini educativi, facciamo merenda insieme con cotechino imporchettato, cantiamo canzoni e scopriamo i nostri corpi come veicolo della spiritualità. Ora pensiamo anche di chiedere l’apertura di un confronto con le istituzioni per avere accesso all’otto per mille, argomento che Cicciuzzo Sconciaforni aveva affrontato nel capolavoro omonimo, in cui era un frate operoso che, assieme a sette chierici volonterosi, si occupava con dedizione di un numeroso collegio femminile. Dare assistenza a così tante ragazze richiedeva supporti che non potevano limitarsi allo spirito caritatevole delle persone perbene. Era dai tempi di “Pene, sburro e mammellata” che non raggiungeva vette spirituali così elevate”.
Proprio per questo sono partiti i corsi di catechismo cicciuzziano, organizzati dalla corrente scismatica che rifiuta la necessità di emigrare sul lontano Planet Cicciuzzo per ricongiungersi al divino Cicciuzzo Sconciaforni. A parlare è Piergiuda Palmulli (nella foto con alcuni giovanissimi adepti durante un camposcuola), attivissimo nella campagna di proselitismo soprattutto nelle scuole e nelle famiglie. “Veniamo accolti sempre molto bene – spiega il religioso – il messaggio di
Cicciuzzo è davvero di amore universale: chi ci ha insegnato a sentirsi davvero carne della carne di tutti i nostri fratelli e sorelle? Vi pare poco la capacità di coinvolgere addirittura gli aspirapolvere in questo grande progetto di comunanza? Vogliamo forse dimenticare il messaggio lanciato in “Qui ci si fa l’Italia o si muore”? Un invito sincero all’unità tra connazionali, ben prima dei richiami retorici che ci dovremo sorbire per i festeggiamenti dell’Unità nazionale”.
Nelle lezioni vengono predilette modalità interattive: “Guardiamo filmini educativi, facciamo merenda insieme con cotechino imporchettato, cantiamo canzoni e scopriamo i nostri corpi come veicolo della spiritualità. Ora pensiamo anche di chiedere l’apertura di un confronto con le istituzioni per avere accesso all’otto per mille, argomento che Cicciuzzo Sconciaforni aveva affrontato nel capolavoro omonimo, in cui era un frate operoso che, assieme a sette chierici volonterosi, si occupava con dedizione di un numeroso collegio femminile. Dare assistenza a così tante ragazze richiedeva supporti che non potevano limitarsi allo spirito caritatevole delle persone perbene. Era dai tempi di “Pene, sburro e mammellata” che non raggiungeva vette spirituali così elevate”.
mercoledì 18 novembre 2009
Azzalingrad!
Visto il moltiplicarsi di querele ai danni di spiritosoni polesani, d'ora in poi il blog adotterà la seguente linea. 1) Si parlerà sempre meno di politica. Del resto ci sono un sacco di altri argomenti meno sensibili, come la popò, la pipì e il ciclo mestruale femminile. 2) Qualora ci venisse in mente di citare ancora persone reali, aggiungeremo sempre una premessa per spiegare che talvolta per narrare storie occorre mescolare realtà e fantasia e che, siccome siamo consci di essere un team di idioti accuratamente selezionati all'Istituto per pluriminorati mentali di Sofia, ascolteremo le legittime rimostranze di chi si riterrà offeso e cancelleremo ciò che desta scandalo. Ovviamente tutto ciò che leggerete di seguito è falso.
“Altro che rinnovamento di corso del Popolo, i cantieri disseminati per la città stanno costruendo sono stati ordinati da Graziano Azzalin per erigere un muro come quello di Berlino e costruire una città socialista nel settore orientale”.
L’accusa del Pdl è chiara ed è supportata dal render che mostra il futuro municipio di Rovigo Est, realizzato in piazza d’Armi. “Sullo sfondo – osserva il capogruppo Andrea Bimbatti - si vede la torre della televisione che troneggerà sulla rotatoria di viale Tre Martiri, più in là la chiesetta dell’ospedale, e in fondo una serie di nuovi edifici progettati da Angelo Milan. Il settore orientale di Rovigo sarà ribattezzata Azzalingrado e sappiamo con certezza che adotterà uno statuto modellato sulla Costituzione sovietica del 1936. Non posso permettere che questo avvenga nella mia bella Boara, terra cui il capitalismo ha dato prosperità e ricchezza!”.
Aniello Piscopo rincara la dose: “Organizzeremo una porchettata in mezzo ai cantieri per impedire che la nostra città venga divisa in nome di un’ideologia di morte che anche io ho praticato, fino a che non ho scoperto che in sede a Forza Italia fossero immagazzinate centinaia e centinaia di porchette, buone per ogni iniziativa politica. Per quello ho abbandonato Rifondazione, un posto dove sono annidati anche pericolosi vegetariani come Giovanna Pineda, complice di Azzalin in questo progetto”.
Rincara la dose Matteo Zangirolami: “Che fine credete abbiano fatto i vecchi porfidi di corso del Popolo? Ve lo dico io: sono stati inviati in Palestina per sostenere l’Intifada. Avete forse dimenticato l’amicizia di Azzalin con George Habbash? Scusate, ma ho una gran confusione in testa in questo momento. Qualcuno ha un Aulin?”.
Il vicesindaco preferisce non commentare per non dare peso alle polemiche. “Varda ti, se me toca perder tempo drio ‘ste troiade… Con questo intendevo dire che vi chiedo scusa, ma ho parcheggiato la mia Wartburg in doppia fila con le quattro frecce. Mi intratterrei volentieri, ma devo andare ad acquistare delle stagge, prima che chiuda il negozio di articoli per l’edilizia”.
martedì 17 novembre 2009
Pinocchio violento
ATTENZIONE! Cari lettori, non passa giorno senza che giunga voce di querele contro gli spiritosoni che popolano il web e si divertono a dileggiare chi s'adopra per il bene della collettività. Non è nostra intenzione arrecare nocumento alla reputazione di chi è stato eletto per amministrare la cosa pubblica, quindi sentiamo come sempre l'obbligo morale di avvisare che quanto contenuto nelle righe che seguono, e in generale in questo blog, è una fandonia o, per dirla altrimenti, una panzana, una frottola, una fanfaluca, una frescaccia. L'autore è risaputamente un imbecille che crede di essere spiritoso e si augura di non offendere nessuno. Nel caso, è ben lieto di rimuovere ciò che cagiona sdegno e ribrezzo. Adesso che lo sapete, buona lettura.
"Mi avete ritratta come la morosa di Pinocchio, ma io ne sono la vittima. Quel burattino è uno stalker, mi perseguita in continuazione, mi manda letterine d'amore. L'ho denunciato ai carabinieri e se si presenta a casa mia giuro che prendo la motosega e mi faccio il pellet per la stufa".
L'assessore comunale Nadia Romeo, da noi ingiustamente e cretinamente additata come fidanzata di Pinocchio, il noto toscano frequentatore della bella Rovigo, ci chiede una presa di distanze da quanto scritto giorni fa. Dopo esserci puniti da soli come prevede il rituale yakuza, abbiamo deciso di raccontare la storia per come si è svolta veramente, in barba alle dichiarazioni del settimanale "Chi", che sosteneva la teoria di una relazione sentimentale tra l'assessora al Commercio e il burattino di Collodi.
L'incontro tra i due sarebbe avvenuto, questo è vero, durante la Fiera di Ottobre, ma le cose hanno preso una piega ben diversa. Perdutamente innamoratosi della Romeo, il ligneo Pinocchio ha iniziato a inviarle lettere d'amore e messaggini sul cellulare, in cui le esprimeva i propri sentimenti. Sfiancata da tanta insistenza, la donna ha acconsentito di uscire con lui per andare una sera al Cinergia, ma sulla via del ritorno Pinocchio ha esternato il proprio amore, chiedendole ufficialmente di sposarlo e andare a vivere assieme. A questo punto l'assessora ha dovuto replicare che forse stava correndo troppo, che era meglio se rimanevano amici e che lei aveva già troppi casini in giunta da gestire, ma lo spasimante deluso ha reagito prima piangendo, poi infuriandosi e andandosene senza nemmeno salutare. Pur dispiaciuta per avere spezzato un cuore, benchè di legno, la Romeo pensava di avere chiuso la vicenda. E invece è iniziato l'incubo: telefonate silenziose nel cuore della notte, lettere minatorie, mazzi di fiori giganteschi, pedinamenti. A nulla sono valse le denunce ai carabinieri, nè l'intervento di babbo Domenico, che ha assoldato una guardia del corpo per proteggere la figlia.
"Questa cosa è meglio se la risolvo da me - ci dice l'assessora - Ho fatto il pieno alla motosega e appena vedrò quel figlio di buona donna giuro che lo farò pentire di non essere rimasto ciocco". Solidarietà alla Romeo è stata espressa dalla collega di giunta, Giovanna Pineda: "Sono molto preoccupata da questa vicenda, ennesimo caso di molestie e violenze verso il genere femminile. Se vuole, Nadia può venire a stare da me: ho addestrato il mio cane Pallo mostrandogli una foto di Pinocchio. Se prova ad avvicinarsi, come minimo si becca un morso negli zebedei".
"Mi avete ritratta come la morosa di Pinocchio, ma io ne sono la vittima. Quel burattino è uno stalker, mi perseguita in continuazione, mi manda letterine d'amore. L'ho denunciato ai carabinieri e se si presenta a casa mia giuro che prendo la motosega e mi faccio il pellet per la stufa".
L'assessore comunale Nadia Romeo, da noi ingiustamente e cretinamente additata come fidanzata di Pinocchio, il noto toscano frequentatore della bella Rovigo, ci chiede una presa di distanze da quanto scritto giorni fa. Dopo esserci puniti da soli come prevede il rituale yakuza, abbiamo deciso di raccontare la storia per come si è svolta veramente, in barba alle dichiarazioni del settimanale "Chi", che sosteneva la teoria di una relazione sentimentale tra l'assessora al Commercio e il burattino di Collodi.
L'incontro tra i due sarebbe avvenuto, questo è vero, durante la Fiera di Ottobre, ma le cose hanno preso una piega ben diversa. Perdutamente innamoratosi della Romeo, il ligneo Pinocchio ha iniziato a inviarle lettere d'amore e messaggini sul cellulare, in cui le esprimeva i propri sentimenti. Sfiancata da tanta insistenza, la donna ha acconsentito di uscire con lui per andare una sera al Cinergia, ma sulla via del ritorno Pinocchio ha esternato il proprio amore, chiedendole ufficialmente di sposarlo e andare a vivere assieme. A questo punto l'assessora ha dovuto replicare che forse stava correndo troppo, che era meglio se rimanevano amici e che lei aveva già troppi casini in giunta da gestire, ma lo spasimante deluso ha reagito prima piangendo, poi infuriandosi e andandosene senza nemmeno salutare. Pur dispiaciuta per avere spezzato un cuore, benchè di legno, la Romeo pensava di avere chiuso la vicenda. E invece è iniziato l'incubo: telefonate silenziose nel cuore della notte, lettere minatorie, mazzi di fiori giganteschi, pedinamenti. A nulla sono valse le denunce ai carabinieri, nè l'intervento di babbo Domenico, che ha assoldato una guardia del corpo per proteggere la figlia.
"Questa cosa è meglio se la risolvo da me - ci dice l'assessora - Ho fatto il pieno alla motosega e appena vedrò quel figlio di buona donna giuro che lo farò pentire di non essere rimasto ciocco". Solidarietà alla Romeo è stata espressa dalla collega di giunta, Giovanna Pineda: "Sono molto preoccupata da questa vicenda, ennesimo caso di molestie e violenze verso il genere femminile. Se vuole, Nadia può venire a stare da me: ho addestrato il mio cane Pallo mostrandogli una foto di Pinocchio. Se prova ad avvicinarsi, come minimo si becca un morso negli zebedei".
lunedì 16 novembre 2009
Scisma nel cicciuzzianesimo
"Coloro che sono partiti per il fantomatico pianeta Cicciuzzo non credevano davvero. Solo chi è rimasto sulla Terra ha fede in Cicciuzzo". Non tutti i seguaci del cicciuzzianesimo, la religione che venera l'ex attore hard Cicciuzzo Sconciaforni, morto ed esploso nello spazio in forma di stella, hanno deciso di seguire il profeta Nathaniel Pierpont Morgan, che ha lasciato il pianeta su un razzo alla volta di un misterioso e lontano pianeta dove la materia proveniente dalla stella Cicciuzzo starebbe generando la vita.
"Noi non cerchiamo Cicciuzzo in altre forme di vita di altre galassie - spiega Jean Dominique Frasciazzo, portavoce della chiesa scismatica cicciuzziana (nella foto) -. E' qui, in questo pianeta in cui è nato e vissuto, che lo attenderemo e lo attenderanno i nostri figli. Le scritture parlano chiaro: Cicciuzzo Sconciaforni tornerà ancora una volta dalla morte. Sarà un giorno di grande e sfrenata festa, a cui un vero cicciuzziano non potrà non partecipare. Tutto si fermerà per ore, finchè il ritorno del nostro adorato non sarà stato celebrato degnamente, versando litri di vino e litri di sudore, dispensando pasti luculliani e offrendo il nostro stesso corpo al dio dell'Amore".
Il Vaticano ha accolto con sconcerto la notizia che non tutti i cicciuzziani si erano levati dai piedi, come si credeva inizialmente. "Dopo i tentativi di eliminare il crocefisso e l'assurda richiesta di esporre effigi di quel panzone in classe, ora mi tocca pure sentire queste orride bestemmie - commenta Papa Ratzinger, raggiunto al cellulare dal nostro corrispondente Lino Sbando -. Lancio un appello al mondo musulmano: realizziamo un'alleanza islamo-cattolica per reprimere questo stupido e perverso movimento religioso, in nome dei valori che ci accomunano!"
A fare infuriare Sua Santità sarebbero state le dichiarazioni di Adele Grattalupi, rappresentante dei cicciuzziani per il triveneto. La donna sostiene di avere avuto una visione molto netta, in cui le è stata rivelata una verità sconcertante: "Avevo ingerito con troppa fretta un boccone di pizza al taglio - spiega - Mentre spasimavo, ho perso i sensi. Prima che mio cognato mi salvasse con la manovra di Heimlich, ho visto Cicciuzzo: mi ha rivelato che lui tornerà e che ciò è già accaduto, non solo in tempi recenti. Poi ho visto Cicciuzzo con una lunga barba, attorniato da dodici discepoli, che spezzava del pane. Ho visto Cicciuzzo venire ucciso in modo orribile. E poi ero un uomo che incontrava di nuovo Cicciuzzo a Emmaus. Allora ho capito...".
"Noi non cerchiamo Cicciuzzo in altre forme di vita di altre galassie - spiega Jean Dominique Frasciazzo, portavoce della chiesa scismatica cicciuzziana (nella foto) -. E' qui, in questo pianeta in cui è nato e vissuto, che lo attenderemo e lo attenderanno i nostri figli. Le scritture parlano chiaro: Cicciuzzo Sconciaforni tornerà ancora una volta dalla morte. Sarà un giorno di grande e sfrenata festa, a cui un vero cicciuzziano non potrà non partecipare. Tutto si fermerà per ore, finchè il ritorno del nostro adorato non sarà stato celebrato degnamente, versando litri di vino e litri di sudore, dispensando pasti luculliani e offrendo il nostro stesso corpo al dio dell'Amore".
Il Vaticano ha accolto con sconcerto la notizia che non tutti i cicciuzziani si erano levati dai piedi, come si credeva inizialmente. "Dopo i tentativi di eliminare il crocefisso e l'assurda richiesta di esporre effigi di quel panzone in classe, ora mi tocca pure sentire queste orride bestemmie - commenta Papa Ratzinger, raggiunto al cellulare dal nostro corrispondente Lino Sbando -. Lancio un appello al mondo musulmano: realizziamo un'alleanza islamo-cattolica per reprimere questo stupido e perverso movimento religioso, in nome dei valori che ci accomunano!"
A fare infuriare Sua Santità sarebbero state le dichiarazioni di Adele Grattalupi, rappresentante dei cicciuzziani per il triveneto. La donna sostiene di avere avuto una visione molto netta, in cui le è stata rivelata una verità sconcertante: "Avevo ingerito con troppa fretta un boccone di pizza al taglio - spiega - Mentre spasimavo, ho perso i sensi. Prima che mio cognato mi salvasse con la manovra di Heimlich, ho visto Cicciuzzo: mi ha rivelato che lui tornerà e che ciò è già accaduto, non solo in tempi recenti. Poi ho visto Cicciuzzo con una lunga barba, attorniato da dodici discepoli, che spezzava del pane. Ho visto Cicciuzzo venire ucciso in modo orribile. E poi ero un uomo che incontrava di nuovo Cicciuzzo a Emmaus. Allora ho capito...".
domenica 15 novembre 2009
La parola ai lettori
Caro Monello Vianello,
l'anno scorso andai con mio padre a Cioccolando o come cazzo si chiama quella fiera del cioccolato che facevano in città e che adesso non vogliono più fare. Mio papà è un'operaio metalmeccanico e da quest'anno è messo male, ma neanche prima si viveva da nababbi. Mio papà ci teneva a comprarmi una barretta di cioccolato, così ci avviciniamo a una bancarella e lui allunga dieci euro e la tipa della bancarella gli ride dietro e gli dice: "A moro, con dieci euri ce compri si e no mezza barretta, manvedannaffanculo, morto de fame". In quel momento ho guardato papà, pensando che si sarebbe difeso, urlando addosso a quella villana. Invece lui è rimasto immobile e nei suoi occhi c'era vergogna.
Capii che mio padre si vergognava di essere un poveraccio. In quel mentre vidi passare il mio compagno di classe Pierpaolo, che è figlio di uno che ha una fabbrica che si passano da sei generazioni. E mi ha riso dietro e mi ha detto se volevo la sua cioccolata, che tanto ce ne aveva da strafogarsi fino al vomito.
Per me è stato un trauma e spero che quest'anno non ripetano questa fiera, perchè mi ha davvero schifato. Tu cosa ne pensi?
Lettera firmata
*
Caro amico,
vorrei risponderti più accuratamente, ma in questo momento sono alla ricerca di un buon smacchiatore. Ho infatti passato il sabato sera a casa di certi miei amici, ascoltando vecchi vinili di Gianfranco Manfredi e Ivan Dalla Mea, sgranocchiando Loacker e bevendo idromele. Tornato a casa, mi sono addormentato a faccia in giù sul divano. Credo di avere fatto sogni particolarmente piccanti, tant'è che stamattina avevo vistosamente chiazzato non solo i boxer, ma pure i pantaloni. Come forse saprai, lo sperma produce macchie tra le più ostinate ed è la sfida di ogni casalinga. Mi stupisce anzi che non venga messo negli spot dei detersivi. Oltre a ciò, ha l'altra caratteristica organolettica di assomigliare al sangue di Alien, capace di passare attraverso paratie di metallo e corazze di titanio. Così devo anche rimediare ai danni causati al telo copri divano e alla fodera del divano stesso, su cui le mie inopportune fuoriuscite hanno proseguito il loro viaggio, che voglio auspicare si sia concluso all'altezza del parquet, altrimenti la signora che abita sotto di me verrà a protestare.
Detto ciò, e tornando alla tua vicenda, ricordati che siamo in un paese democratico e ci sono apposite istituzioni per ottenere giustizia. In realtà tutte queste istituzioni stanno dalla parte di chi è potente e di chi ha soldi. Infatti la giustizia spedisce per tre anni in cella uno che ruba un pacchetto di cracker e lascia a piede libero uno che fa bancarotta fraudolenta. Non sperare nemmeno in un riscatto sociale: l'Italia si fonda sull'immobilità sociale. Se sei figlio di un pezzente, per bene che ti vada rimarrai pezzente uguale, altrimenti sarai ancora più pezzente. Un consiglio: all'amico tuo strafottente, fagli assaggiare due sberle. Non risolve i tuoi problemi, ma ti farà guadagnare il suo rispetto. Au revoir,
MV
sabato 14 novembre 2009
La ritina di Steller
Questo scritto è una rielaborazione dell'intervento che ho tenuto all'Università di Cristiania nel maggio scorso, dal titolo "Prospettive per una sinistra socialista. La parabola della ritina di Steller". La lezione è stata tenuta in judezmo, come prevede il regolamento. Nella traduzione del testo sono stato assistito dal dottor Celestino Pardo Tamburin, filologo ebreo di Malaga, perseguitato, in quanto marrano, da Torqemada e salvato da Don Isaac Abravanel, che grazie ai poteri della Cabala lo ha spedito avanti nel tempo di cinque secoli. Ci siamo infatti conosciuti nel 1998 e abbiamo scritto insieme diversi libri anticlericali, mai più ristampati.
"Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà". E se iniziassi così? E' un bell'attacco per una dissertazione a sfondo religioso. Ma poi non mi vengo altre idee, se non questa: nel 1944 alcuni crucchi cercarono di fare saltare in aria Hitler. Il Fuhrer, però, all'ultimo momento anticipò la riunione, durante la quale sarebbe dovuta esplodere la bomba. Quando l'ordigno deflagrò, Hitler si stava allontanando dal tavolo sotto cui era posto: morirono in quattro, rimasero tutti feriti, tranne lui. Gli autori dell'attentato furono giustiziati. Nel 1939 il falegname Georg Elser aveva tentato di fare più o meno lo stesso: ma Hitler uscì dieci minuti prima dalla sala in cui sarebbe dovuto saltare in aria. Due autentiche botte di culo. Questo aneddoto lo racconto sempre ai testimoni di Geova, quando provano a convincermi non solo che dio esiste, ma che sarebbe pure buono e amico dei deboli.
A proposito di Chiesa Cattolica, mi sarebbe piaciuto concludere la storia del mio blog con una dissertazione sulla pedofilia. Mancava questo scottante argomento al carniere dei miei temi preferiti. Sulla pedofilia non c'è niente da ridere. Nemmeno sui pedofili. Fa molto ridere invece la gente che si scalda per i pedofili, specie quella di sinistra, specie quella di sinistra radicale. Gente contraria alla pena di morte, ma se gli parli dei pedofili: li ammazzerebbero, li stuprerebbero, li castrerebbero "e non con la castrazione chimica, ma con quella fisica, così soffrono di più". Invece la gente di destra in questi casi non mi fa ridere. Non mi fanno ridere quelli che uccidono bambini con le bombe al fosforo e poi tuonano contro i pedofili. Comunque, propongo alla sinistra di mettere l'emergenza pedofilia al centro della propria campagna elettorale. Un po' come fanno i leghisti con gli immigrati. Con la differenza che se viene linciato un africano, qualcuno ancora si muoverà a pietà. Se ammazzano un pedofilo per strada, applausi a scena aperta. I giornali collaborerebbero con un'escalation di notizie sul tema. Poi basterebbe accusare il governo attuale di non fare nulla contro la pedofilia. Credo che sia questa la strada per uscire dalla crisi della sinistra. Magari è un'idea cretina, ma è sempre meglio che non avere idee.
Ora vi lascio. C'è un razzo in partenza per Plutone, dove andrò a vivere asceticamente in una tendopoli allestita dalla Protezione Civile, assieme a Delia, un lamellibranco autoctono che parla solo l'aramaico, ma in realtà sa dire solo "Eli, Eli, lamma sabactani". Torno tra dodici milioni di anni, quando probabilmente la specie umana sarà estinta. A proposito, avrei dovuto parlare della ritina di Steller, ma ormai si è fatto tardi. Vi lascio con una domanda in sospeso: se l'uomo non impara dai suoi errori, che senso ha sperare in un mondo migliore?
venerdì 13 novembre 2009
Good bye planet Earth
Migliaia di aderenti al culto cicciuzziano si sono dati appuntamento questa mattina in piazza D'Armi a Rovigo, dove era stata posizionata la rampa di lancio del razzo Leonard I, con cui hanno lasciato il pianeta per raggiungere l'enorme astronave costruita direttamente in orbita, che li trasporterà verso il Pianeta Cicciuzzo.
"Sono felice che possiate coronare il vostro sogno e anche un po' che vi togliate dai piedi, brutti ciccioni lascivi - ha commentato Merchiori, al termine di un intervento di 47 minuti - Vi auguro buon viaggio e tante cose". Da parte del presidente del Consvipo, Angelo Zanellato, un invito a non dimenticare il paese in cui Cicciuzzo è divenuto famoso e contestato: "Credo che questo viaggio possa essere un'ulteriore occasione per svolgere azioni di marketing territoriale sul Polesine, promuovendo le opportunità, le bellezze e anche le iniziative di sviluppo che contraddistinguono la nostra bella terra. Vi chiedo di diffondere la conoscenza del Polesine anche ai pianeti limitrofi. Abbiamo un Delta unico: ditemi in quale altro posto al mondo trovate un terminal gasiero alto cinquanta metri nel mezzo di un parco naturale?" Solenne il discorso di addio della presidente della Provincia, Tiziana Virgili, che ha ricordato: "Ogni volta che guardo lo spazio mi interrogo su quanto siamo piccoli e quante cose ancora non riusciamo a conoscere".
Nathaniel, profeta dei Cicciuzziani, ha ringraziato delle belle chiacchiere e tagliato il nastro sulla scaletta, accolto dagli applausi dei quattromila devoti che si erano radunati nel piazzale. "Eravamo molti più, prima che la nostra religione venisse repressa duramente, perfino in questo paese - denuncia ad un giornalista - Anche per questo ce ne andiamo: sul pianeta Cicciuzzo, in sostanza, potremo fare quel cazzo che ci pare, anche mescolare il dolce e il salato a cena o fare all'amore con i nostri consanguinei. Abbiamo davanti decenni, forse secoli di viaggio, in cui costruire una nuova società, finalmente libera".
Il razzo alla fine s'è staccato da terra ed è scomparso nell'atmosfera, con il fumo, il rombo dei motori e tutte quelle cose tipiche dei razzi che partono da una rampa di lancio.
giovedì 12 novembre 2009
Assessori in posa
Un calendario sexy con gli assessori provinciali in posa senza veli, ma non troppo. E' l'originale idea della giunta Virgili per raccogliere fondi per le casse dell'amministrazione provinciale, nel tentativo di rispettare anche quest'anno il patto di stabilità.
"Intendiamoci, si tratterà di una cosa sobria e autoironica, un po' come il calendario dei rugbisti che mi hanno regalato lo scorso Natale e che ho appeso nel mio ufficio - spiega la presidente Tiziana Virgili - Non ci saranno nudi osceni o donnacce in pose ammiccanti, anche perchè magari noi donne ancora ci difendiamo, ma i maschi in giunta sono sinceramente sexy come un gambo di sedano lesso". L'assessore alle Pari Opportunità, nonchè vicepresidente, Guglielmo Brusco, aggiunge: "Non si tratta di mettere in mostra bei corpi e comunque io non rinuncerò a indossare le bretelle rosse sul mio villoso petto nudo". L'idea piace anche alla Ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna (nella foto), che in una lettera all'amministrazione provinciale esprime vive complimentazioni, rammentando i propri trascorsi di modella per il calendario di Max.
Ora però si pone un problema tecnico per l'amministrazione provinciale: i mesi da illustrare sono ben dodici, ma gli assessori sono appena otto. Con la partecipazione della presidente, restano comunque tre mesi da riempire. Impossibile assegnare più mesi alla stessa persona, così la Virgili ha preso una decisione salomonica: "Aumenterò i referati fino ad avere i dodici assessori", ha dichiarato in conferenza stampa. Nemmeno il tempo di pronunciare l'ultima sillaba, che la sala si è immediatamente affollata di consiglieri provinciali, piombati da chissà dove."Passavo per caso e ho origliato involontariamente. Sono pronta a sacrificarmi per il mese di novembre", ha esordito Lucia Riberto, consigliera della Sinistra Unita, facendosi largo tra la folla. "Epperbacco, consiglieri! - l'ha interrotta Franco Grotto, del Pd - Se c'è un uomo aitante in grado di affascinare le signore con aria sbarazzina, possibilmente nei mesi estivi, quello c'est moi". Il consigliere Vecchiati ha invece polemizzato con la giunta, per non avere avvisato tutti i consiglieri dell'iniziativa: "E quando ho chiesto perchè non mi facessero partecipare - lamenta - mi hanno risposto: perchè sei brutto". A chiudere la discussione è di nuovo Brusco, con un duro aut aut: "Fate quel che volete, ma il mese di Ottobre è mio! Voglio farmi ritrarre in posa da rivoluzionario, avvolto da una bandiera rossa vedo-non vedo, su un fondale con il Sol dell'Avvenire".
"Intendiamoci, si tratterà di una cosa sobria e autoironica, un po' come il calendario dei rugbisti che mi hanno regalato lo scorso Natale e che ho appeso nel mio ufficio - spiega la presidente Tiziana Virgili - Non ci saranno nudi osceni o donnacce in pose ammiccanti, anche perchè magari noi donne ancora ci difendiamo, ma i maschi in giunta sono sinceramente sexy come un gambo di sedano lesso". L'assessore alle Pari Opportunità, nonchè vicepresidente, Guglielmo Brusco, aggiunge: "Non si tratta di mettere in mostra bei corpi e comunque io non rinuncerò a indossare le bretelle rosse sul mio villoso petto nudo". L'idea piace anche alla Ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna (nella foto), che in una lettera all'amministrazione provinciale esprime vive complimentazioni, rammentando i propri trascorsi di modella per il calendario di Max.
Ora però si pone un problema tecnico per l'amministrazione provinciale: i mesi da illustrare sono ben dodici, ma gli assessori sono appena otto. Con la partecipazione della presidente, restano comunque tre mesi da riempire. Impossibile assegnare più mesi alla stessa persona, così la Virgili ha preso una decisione salomonica: "Aumenterò i referati fino ad avere i dodici assessori", ha dichiarato in conferenza stampa. Nemmeno il tempo di pronunciare l'ultima sillaba, che la sala si è immediatamente affollata di consiglieri provinciali, piombati da chissà dove."Passavo per caso e ho origliato involontariamente. Sono pronta a sacrificarmi per il mese di novembre", ha esordito Lucia Riberto, consigliera della Sinistra Unita, facendosi largo tra la folla. "Epperbacco, consiglieri! - l'ha interrotta Franco Grotto, del Pd - Se c'è un uomo aitante in grado di affascinare le signore con aria sbarazzina, possibilmente nei mesi estivi, quello c'est moi". Il consigliere Vecchiati ha invece polemizzato con la giunta, per non avere avvisato tutti i consiglieri dell'iniziativa: "E quando ho chiesto perchè non mi facessero partecipare - lamenta - mi hanno risposto: perchè sei brutto". A chiudere la discussione è di nuovo Brusco, con un duro aut aut: "Fate quel che volete, ma il mese di Ottobre è mio! Voglio farmi ritrarre in posa da rivoluzionario, avvolto da una bandiera rossa vedo-non vedo, su un fondale con il Sol dell'Avvenire".
mercoledì 11 novembre 2009
Palazzo Celio: lite in giunta!
Si è rischiata una crisi del sistema Polesine, stamattina, quando la giunta provinciale riunita in via straordinaria ha decretato l'espulsione del vicepresidente Guglielmo Brusco.
Sembra incredibile, ma ormai siamo abituati a tutto. La giunta si era riunita per discutere due questioni cruciali: l'acquisto di colla epossidica per appiccicare in modo permanente i crocefissi ai muri delle scuole, onde impedire l'eventuale rimozione da parte di dirigenti scolastici europeisti. Su questo punto, tuttavia, non ci sono state frizioni: il vicepresidente si è infatti limitato a tacere, sorvolando anche quando i colleghi di giunta lanciavano frecciatine sulle controverse dichiarazioni del compagno di partito Cristiano Pavarin relativamente alla laicità dello Stato.
Lo scontro è avvenuto sul secondo punto: la discussione in merito all'originale teoria del professore di Trecenta, Bernardino Frosciacchi, il quale sostiene che milioni di anni fa Gesù Cristo (nella foto) è sceso sulla Terra per salvare i dinosauri, ma questi non hanno voluto che si sacrificasse per loro. L'incredibile scoperta scientifica dovrebbe essere all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale, così la giunta si era riunita per cercare una linea comune. Brusco allora ha proposto di incaricare lo scienziato bassopolesano Gelmino Barozzi di recarsi con la propria macchina del tempo nel Cretaceo e verificare di persona gli eventi narrati da Frosciacchi. Una proposta che ha fatto infuriare la Virgili: "Blasfemo! - ha gridato, alzandosi in piedi - Tu vuoi mettere il bollino della tua scienza perchè non credi! Noi non abbiamo bisogno di macchine del tempo per affermare i fatti della nostra Fede. Con la tua scienza e la tua ragione mistifichi, confondi e relativizzi. Sei espulso da questa aula!" Qui le versioni dei testimoni divergono. Mentre gli altri assessori della giunta acconsentivano all'espulsione con scuotimenti del capo e visi seri, qualcuno dice che Brusco sia uscito piangendo come un femminiello, altri che invece abbia puntato i pugni sul tavolo e ringhiato contro la sua presidente: "La vedremo..."
Di certo la crisi si è conclusa meno di due ore dopo. La giunta era ancora intenta a leggere passi del Vangelo per ritrovare l'armonia, quando Brusco ha fatto irruzione nella stanza con una pila di carte. "Il tuo fervore religioso non può competere con la mia abilità nello spulciare le carte, cara Titty - ha affermato Brusco, tirandosi le bretelle - Ebbene, ho riletto tutta la normativa sulle province dal decreto Rattazzi ad oggi e ti sfido a trovare un solo comma che difenda la tua indifendibile scelta di espellermi. Quindi, alla faccia tua, torno in giunta e ti risparmio, solo perchè sono buono, di chiedermi scusa strisciando per terra, come prevede il comma ter dell'articolo 123 di una legge del 1976 mai abrogata". La presidente, attonita e infuriata, si quindi chiusa in una silenziosa preghiera, mentre Brusco, per decretare la fine della crisi di giunta, si è acceso un sigaro e se l'è fumato ridacchiando con i piedi sul tavolo.
Sembra incredibile, ma ormai siamo abituati a tutto. La giunta si era riunita per discutere due questioni cruciali: l'acquisto di colla epossidica per appiccicare in modo permanente i crocefissi ai muri delle scuole, onde impedire l'eventuale rimozione da parte di dirigenti scolastici europeisti. Su questo punto, tuttavia, non ci sono state frizioni: il vicepresidente si è infatti limitato a tacere, sorvolando anche quando i colleghi di giunta lanciavano frecciatine sulle controverse dichiarazioni del compagno di partito Cristiano Pavarin relativamente alla laicità dello Stato.
Lo scontro è avvenuto sul secondo punto: la discussione in merito all'originale teoria del professore di Trecenta, Bernardino Frosciacchi, il quale sostiene che milioni di anni fa Gesù Cristo (nella foto) è sceso sulla Terra per salvare i dinosauri, ma questi non hanno voluto che si sacrificasse per loro. L'incredibile scoperta scientifica dovrebbe essere all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale, così la giunta si era riunita per cercare una linea comune. Brusco allora ha proposto di incaricare lo scienziato bassopolesano Gelmino Barozzi di recarsi con la propria macchina del tempo nel Cretaceo e verificare di persona gli eventi narrati da Frosciacchi. Una proposta che ha fatto infuriare la Virgili: "Blasfemo! - ha gridato, alzandosi in piedi - Tu vuoi mettere il bollino della tua scienza perchè non credi! Noi non abbiamo bisogno di macchine del tempo per affermare i fatti della nostra Fede. Con la tua scienza e la tua ragione mistifichi, confondi e relativizzi. Sei espulso da questa aula!" Qui le versioni dei testimoni divergono. Mentre gli altri assessori della giunta acconsentivano all'espulsione con scuotimenti del capo e visi seri, qualcuno dice che Brusco sia uscito piangendo come un femminiello, altri che invece abbia puntato i pugni sul tavolo e ringhiato contro la sua presidente: "La vedremo..."
Di certo la crisi si è conclusa meno di due ore dopo. La giunta era ancora intenta a leggere passi del Vangelo per ritrovare l'armonia, quando Brusco ha fatto irruzione nella stanza con una pila di carte. "Il tuo fervore religioso non può competere con la mia abilità nello spulciare le carte, cara Titty - ha affermato Brusco, tirandosi le bretelle - Ebbene, ho riletto tutta la normativa sulle province dal decreto Rattazzi ad oggi e ti sfido a trovare un solo comma che difenda la tua indifendibile scelta di espellermi. Quindi, alla faccia tua, torno in giunta e ti risparmio, solo perchè sono buono, di chiedermi scusa strisciando per terra, come prevede il comma ter dell'articolo 123 di una legge del 1976 mai abrogata". La presidente, attonita e infuriata, si quindi chiusa in una silenziosa preghiera, mentre Brusco, per decretare la fine della crisi di giunta, si è acceso un sigaro e se l'è fumato ridacchiando con i piedi sul tavolo.
Corsi di bon ton nella sede della Lega
Sulle orme di monsignor Della Casa per riportare le buone maniere in politica. Dopo lo scandalo generato dalla villania del consigliere provinciale Giuseppe Traniello Gradassi, la Lega Nord lancia un'iniziativa per ribadire il proprio primato morale. Dalla prossima settimana la sede di piazza Vittorio Emanuele II ospiterà ogni settimana un incontro dedicato al bon ton e alla buona creanza, per dare una lezione di stile agli avversari.
"Le parole incivili e virulente di Gradassi mi hanno colpito nell'intimo - spiega il segretario provinciale Antonello Contiero - La Lega Nord è l'unico partito titolato a dare lezioni di bon ton. Vogliamo quindi ribadire che noi, ben lungi dall'immagine stereotipata di zoticoni attaccabrighe che qualcuno ci vuole affibbiare, siamo sì un movimento popolare, ma raffinato, educato e impeccabile sotto tutti i punti di vista, parafrasando Mary Poppins, che tutti sanno essere stata tra i nostri tesserati". Il Pd accoglie con favore l'iniziativa e avrebbe già chiesto a Traniello Gradassi di iscriversi al corso, che del resto è aperto alla cittadinanza. Proposta sposata anche dal sindaco, Fausto Merchiori, che commenta: "Nessuno più di me conosce e ama intimamente il protocollo. Ciononostante parteciperò anche io alle lezioni, perchè un ripasso è sempre doveroso per non perdere mai le buone abitudini. Giudico positiva questa inversione di marcia rispetto a un clima troppo a lungo dominato da cafonaggine e malcostume".
Sollecitato dai giornalisti, Contiero ha voluto illustrare la propria conoscenza del bon ton con alcuni esempi: "Prendiamo l'abbigliamento, che deve essere sempre sobrio, mai vistoso e stravagante. Altrettanto importante è la cura del favellare: assolutamente indecoroso usare un volume della voce troppo alto, men che meno espressioni triviali, che potrebbero arrecare disagio a chi ci sta vicino. - illustra - Nelle relazioni sociali, ricordarsi il baciamano, ma mai all'aperto, come ben sa l'onorevole Emanuela Munerato. E ancora: rispetto per gli anziani, amore per la puntualità, attenzione ad evitare gaffe. Per me non sono vuote parole, ma uno stile di vita. Del resto già da tempo nelle nostre cene sociali prestiamo attenzione a non confondere le posate o a scambiare un calice con un tumbler da acqua, nè tanto meno a fumare tra una portata e l'altra. Piccole regole che fanno del nostro partito un modello di civiltà".
"Le parole incivili e virulente di Gradassi mi hanno colpito nell'intimo - spiega il segretario provinciale Antonello Contiero - La Lega Nord è l'unico partito titolato a dare lezioni di bon ton. Vogliamo quindi ribadire che noi, ben lungi dall'immagine stereotipata di zoticoni attaccabrighe che qualcuno ci vuole affibbiare, siamo sì un movimento popolare, ma raffinato, educato e impeccabile sotto tutti i punti di vista, parafrasando Mary Poppins, che tutti sanno essere stata tra i nostri tesserati". Il Pd accoglie con favore l'iniziativa e avrebbe già chiesto a Traniello Gradassi di iscriversi al corso, che del resto è aperto alla cittadinanza. Proposta sposata anche dal sindaco, Fausto Merchiori, che commenta: "Nessuno più di me conosce e ama intimamente il protocollo. Ciononostante parteciperò anche io alle lezioni, perchè un ripasso è sempre doveroso per non perdere mai le buone abitudini. Giudico positiva questa inversione di marcia rispetto a un clima troppo a lungo dominato da cafonaggine e malcostume".
Sollecitato dai giornalisti, Contiero ha voluto illustrare la propria conoscenza del bon ton con alcuni esempi: "Prendiamo l'abbigliamento, che deve essere sempre sobrio, mai vistoso e stravagante. Altrettanto importante è la cura del favellare: assolutamente indecoroso usare un volume della voce troppo alto, men che meno espressioni triviali, che potrebbero arrecare disagio a chi ci sta vicino. - illustra - Nelle relazioni sociali, ricordarsi il baciamano, ma mai all'aperto, come ben sa l'onorevole Emanuela Munerato. E ancora: rispetto per gli anziani, amore per la puntualità, attenzione ad evitare gaffe. Per me non sono vuote parole, ma uno stile di vita. Del resto già da tempo nelle nostre cene sociali prestiamo attenzione a non confondere le posate o a scambiare un calice con un tumbler da acqua, nè tanto meno a fumare tra una portata e l'altra. Piccole regole che fanno del nostro partito un modello di civiltà".
martedì 10 novembre 2009
Scomode verità
Gesù cercò di salvare i dinosauri dall'estinzione, ma non ci riuscì. Sembra una di quelle notizie del menga che vengono pubblicate sulla colonna a destra nel sito del Gazzettino, ma non è così: a proporre questa ardita versione della storia remota del pianeta è uno scienziato di fama internazionale, seppure residente da anni a Berguarina Seconda, vicino a Trecenta, in provincia di Rovigo.
Il professor Bernardino Frosciacchi è infatti sia paleontologo, con laurea e dottorato all'università di Belgrado, che teologo, titolo conseguito forse a Ratisbona, anche se gli è precluso l'accesso a qualunque convegno di teologia e la Chiesa formalmente si rifiuta persino di ammettere che egli esista. Frosciacchi, sordo alle critiche del clero, persegue nella ricerca scientifica, conscio di essere il pioniere di una nuova disciplina: la paleonteologia. "Se accettiamo di credere che Gesù scese sulla Terra ai tempi dei dinosauri, come del resto dimostrano numerosi reperti fossili, dobbiamo rivedere molte convinzioni e cercare un nuovo approccio disciplinare, scevro da ingabbianti sovrastrutture ideologiche", ci spiega, aprendo il dizionario per controllare una parola sì e una no.
Ma in cosa consiste, alla fine, questa incredibile versione dei fatti? "Ho molte prove per ritenere che l'uomo conosciuto come Gesù Cristo sia comparso più volte nella storia del pianeta, per compiere un disegno divino - ci dice - Di sicuro possiamo affermare che Gesù è sceso tra i dinosauri per salvarli dall'estinzione che sarebbe arrivata di lì a breve. Ma allora le cose andarono diversamente. I dinosauri, a differenza degli umani, erano buoni e non accettarono che Cristo si sacrificasse per salvare tutti loro. Probabilmente gli dissero: se tu sei il figlio di Dio, è meglio che viva il figlio di Dio e muoiano milioni di dinosauri, perchè tra di noi nessuno vale un millesimo di quanto vali tu. Ucciderti per salvarci sarebbe un'inutile barbarie". Commosso, Gesù avrebbe accettato di non interferire con la prossima distruzione degli antichi rettili, rimanendo con loro fino all'ultimo momento.
"Il sacrificio dei dinosari ha consentito alla razza umana di esistere - conclude piangendo il professor Frosciacchi - Ma i dinosauri erano buoni, mentre noi siamo malvagi e Gesù lo abbiamo ucciso senza pietà. Se avessimo lasciato vivere il figlio di Dio e ci fossimo sacrificati tutti quanti, oggi quale onorevole specie abiterebbe questo pianeta ormai morente?" Domande tutt'altro che retoriche, tanto che anche la politica polesana si interroga: la questione dovrebbe essere presto messa all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale.
Il professor Bernardino Frosciacchi è infatti sia paleontologo, con laurea e dottorato all'università di Belgrado, che teologo, titolo conseguito forse a Ratisbona, anche se gli è precluso l'accesso a qualunque convegno di teologia e la Chiesa formalmente si rifiuta persino di ammettere che egli esista. Frosciacchi, sordo alle critiche del clero, persegue nella ricerca scientifica, conscio di essere il pioniere di una nuova disciplina: la paleonteologia. "Se accettiamo di credere che Gesù scese sulla Terra ai tempi dei dinosauri, come del resto dimostrano numerosi reperti fossili, dobbiamo rivedere molte convinzioni e cercare un nuovo approccio disciplinare, scevro da ingabbianti sovrastrutture ideologiche", ci spiega, aprendo il dizionario per controllare una parola sì e una no.
Ma in cosa consiste, alla fine, questa incredibile versione dei fatti? "Ho molte prove per ritenere che l'uomo conosciuto come Gesù Cristo sia comparso più volte nella storia del pianeta, per compiere un disegno divino - ci dice - Di sicuro possiamo affermare che Gesù è sceso tra i dinosauri per salvarli dall'estinzione che sarebbe arrivata di lì a breve. Ma allora le cose andarono diversamente. I dinosauri, a differenza degli umani, erano buoni e non accettarono che Cristo si sacrificasse per salvare tutti loro. Probabilmente gli dissero: se tu sei il figlio di Dio, è meglio che viva il figlio di Dio e muoiano milioni di dinosauri, perchè tra di noi nessuno vale un millesimo di quanto vali tu. Ucciderti per salvarci sarebbe un'inutile barbarie". Commosso, Gesù avrebbe accettato di non interferire con la prossima distruzione degli antichi rettili, rimanendo con loro fino all'ultimo momento.
"Il sacrificio dei dinosari ha consentito alla razza umana di esistere - conclude piangendo il professor Frosciacchi - Ma i dinosauri erano buoni, mentre noi siamo malvagi e Gesù lo abbiamo ucciso senza pietà. Se avessimo lasciato vivere il figlio di Dio e ci fossimo sacrificati tutti quanti, oggi quale onorevole specie abiterebbe questo pianeta ormai morente?" Domande tutt'altro che retoriche, tanto che anche la politica polesana si interroga: la questione dovrebbe essere presto messa all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale.
(foto gentilmente rubata al gruppo Facebook "Gesù e i dinosauri")
Un amore di burattino
ATTENZIONE! Se sei uno di quello che, dopo avere visto "1997 - Fuga da New York" credono la Grande Mela sia stata veramente trasformata in un mega carcere a cielo aperto sul finire degli anni Novanta, forse dovresti rinunciare a leggere questo post. Molte produzioni narrative basano infatti la loro efficacia su una sapiente miscela di fantasia e realtà, ma se il lettore non è in grado di distinguere l'una dall'altra, rischiano solo di generare ondate di panico collettivo. Noi ti abbiamo avvisato.
Rovigo torna a fare notizia sui rotocalchi scandalistici. Proprio la città delle rose è protagonista dello scoop sparato a grandi titoli su "Chi", che rivela tutti i retroscena di una love story in salsa polesana, ma dal retrogusto toscano.
Secondo il settimanale, l'assessore al Commercio, Nadia Romeo, si sarebbe fidanzata con Pinocchio, il burattino di legno ormai cittadino onorario del capoluogo, fin dalla mostra a lui dedicata a Palazzo Roverella. Benchè la diretta interessata smentisca seccamente queste voci, lanciandoci dietro un fermacarte di alabastro, "Chi" riscostruisce per filo e per segno una vicenda affascinante e romantica.
Dopo la morte dell'attore Cicciuzzo Sconciaforni, il povero Pinocchio si ritrova disoccupato e spiantato, al settimo anno fuori corso per Responsabile nella progettazione e coordinamento dei servizi sociali della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Per pagarsi la retta universitaria, il burattino di legno decide di vendere se stesso al migliore offerente e si ritrova così a girare l'Italia su una bancarella di pinocchi di legno e altri ammennicoli. Il fatale incontro con l'assessore avviene durante la Fiera d'Ottobre rodigina. La Romeo è di ronda per la fiera, per controllare che gli ambulanti si comportino decorosamente ed evitare così di litigare con il sindaco e l'assessore Azzalin, in paranoia per paura che i piadinari inzozzino i marciapiedi nuovi di zecca. Avvicinatasi alla bancarella per rinnovare il proprio set di mestoli da cucina, incontra lo sguardo dello sfortunato burattino. E, a sentire il cronista, sembra che sia amore a prima vista.
Ma anche su questo, l'interessata smentisce fermamente, cercando tra l'altro di cacciarci ad ombrellate: "Ma vaaaa... Una persona in carne ed ossa come me assieme a una marionetta legnosa che la mattina si fa la barba con la pialla... ma vaaa!" A sentire il giornale di Signorini, però, proprio la vitalità e il calore dell'assessora avrebbero provocato la scintilla nel ligneo Pinocchio, abituato a fidanzate che, citando le sue parole, erano dei veri e propri ciocchi di abete. E poi, se è vero che chi disprezza compra, di questa storia si sentirà ancora parlare presso le parrucchiere rodigine.
Rovigo torna a fare notizia sui rotocalchi scandalistici. Proprio la città delle rose è protagonista dello scoop sparato a grandi titoli su "Chi", che rivela tutti i retroscena di una love story in salsa polesana, ma dal retrogusto toscano.
Secondo il settimanale, l'assessore al Commercio, Nadia Romeo, si sarebbe fidanzata con Pinocchio, il burattino di legno ormai cittadino onorario del capoluogo, fin dalla mostra a lui dedicata a Palazzo Roverella. Benchè la diretta interessata smentisca seccamente queste voci, lanciandoci dietro un fermacarte di alabastro, "Chi" riscostruisce per filo e per segno una vicenda affascinante e romantica.
Dopo la morte dell'attore Cicciuzzo Sconciaforni, il povero Pinocchio si ritrova disoccupato e spiantato, al settimo anno fuori corso per Responsabile nella progettazione e coordinamento dei servizi sociali della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Per pagarsi la retta universitaria, il burattino di legno decide di vendere se stesso al migliore offerente e si ritrova così a girare l'Italia su una bancarella di pinocchi di legno e altri ammennicoli. Il fatale incontro con l'assessore avviene durante la Fiera d'Ottobre rodigina. La Romeo è di ronda per la fiera, per controllare che gli ambulanti si comportino decorosamente ed evitare così di litigare con il sindaco e l'assessore Azzalin, in paranoia per paura che i piadinari inzozzino i marciapiedi nuovi di zecca. Avvicinatasi alla bancarella per rinnovare il proprio set di mestoli da cucina, incontra lo sguardo dello sfortunato burattino. E, a sentire il cronista, sembra che sia amore a prima vista.
Ma anche su questo, l'interessata smentisce fermamente, cercando tra l'altro di cacciarci ad ombrellate: "Ma vaaaa... Una persona in carne ed ossa come me assieme a una marionetta legnosa che la mattina si fa la barba con la pialla... ma vaaa!" A sentire il giornale di Signorini, però, proprio la vitalità e il calore dell'assessora avrebbero provocato la scintilla nel ligneo Pinocchio, abituato a fidanzate che, citando le sue parole, erano dei veri e propri ciocchi di abete. E poi, se è vero che chi disprezza compra, di questa storia si sentirà ancora parlare presso le parrucchiere rodigine.
lunedì 9 novembre 2009
Un Cristo in ogni casa
"Qualcuno vuole togliere il crocefisso dalle aule della scuola pubblica? Noi lo porteremo in ogni famiglia!"
Con queste parole l'ingegnere Johnny Colasberna ha presentato il nuovo progetto "Un Cristo in ogni casa", con cui la Provincia di Rovigo intende dare una risposta al principale problema che affligge la nostra società: la disabitudine ad esporre simboli della religione cattolica non solo negli spazi pubblici, ma anche nelle stesse abitazioni private. Un'iniziativa che punta non sull'imposizione, ma sulla proposta costruttiva. Proposta che si declina in una serie di varianti del tradizionale crocefisso, a cui anche la gente perbene sembra essere in fondo disaffezionata. La Provincia ha affidato a Colasberna, consulente del Consvipo, il compito di realizzare una serie di oggetti di uso comune, raffiguranti l'immagine di Cristo, così da tradurre il bisogno di esprimere i valori del cristianesimo con l'esigenza di praticità che la vita moderna richiede. "Un modo per ricordarci del sacrificio di Gesù, nei piccoli gesti di tutti i giorni", spiega la presidente Tiziana Virgili, che tuttavia si dice un po' perplessa: "Le proposte dell'ingegnere sono certo inconsuete. Io resto una tradizionalista". L'iniziativa è stata sposata immediatamente dalla Lega Nord, mentre il BV. Paolino, visionando il catalogo, si è limitato a dire: "Tre quarti della roba che c'è qua sono progetti che avevo proposto io anni fa, il resto è ciarpame".
Ma nel concreto, cosa prevede di realizzare il progetto? Come s'è detto, icone religiose, ma non meramente decorative. Ecco ad esempio il crocefisso orologio: si appende al muro come una normale croce, ma torna utile anche per sapere l'ora. Le braccia del Cristo, infatti, ruotano secondo il susseguirsi delle ore. Così il gesto banale di guardare se si è in ritardo, ci ricorda al contempo i valori fondanti della nostra civiltà. Audace anche il Cristo cavatappi, che certo darà quel qualcosa di particolare ad una serata tra amici. La base del crocefisso è un cavaturaccioli, che viene azionato ruotando la testa di Gesù, mentre le braccia si muovono come quelle, appunto, di un cavatappi. Imperdibile il rosario da automobile profumato: si appende allo specchietto retrovisore come un arbre magique e diffonde fragranze aromatiche e valori religiosi nell'abitacolo, ricordandoci di guidare in modo sobrio. Disponibile nelle essenze di pino silvestre, agrumi e muschio bianco. Per chi è stufo dei soliti nani da giardino, infine, ecco Gesù con i dodici apostoli in gesso, da mimetizzare tra i fiori e gli arbusti del proprio spazio verde. "Sono molto fiero delle mie creazioni - conclude l'ingegner Colasberna - E confesso che mi scalda il cuore sapere che la mia creatività è stata messa al servizio di una causa tanto alta quale trasmettere e tramandare i veri valori della nostra civiltà".
Con queste parole l'ingegnere Johnny Colasberna ha presentato il nuovo progetto "Un Cristo in ogni casa", con cui la Provincia di Rovigo intende dare una risposta al principale problema che affligge la nostra società: la disabitudine ad esporre simboli della religione cattolica non solo negli spazi pubblici, ma anche nelle stesse abitazioni private. Un'iniziativa che punta non sull'imposizione, ma sulla proposta costruttiva. Proposta che si declina in una serie di varianti del tradizionale crocefisso, a cui anche la gente perbene sembra essere in fondo disaffezionata. La Provincia ha affidato a Colasberna, consulente del Consvipo, il compito di realizzare una serie di oggetti di uso comune, raffiguranti l'immagine di Cristo, così da tradurre il bisogno di esprimere i valori del cristianesimo con l'esigenza di praticità che la vita moderna richiede. "Un modo per ricordarci del sacrificio di Gesù, nei piccoli gesti di tutti i giorni", spiega la presidente Tiziana Virgili, che tuttavia si dice un po' perplessa: "Le proposte dell'ingegnere sono certo inconsuete. Io resto una tradizionalista". L'iniziativa è stata sposata immediatamente dalla Lega Nord, mentre il BV. Paolino, visionando il catalogo, si è limitato a dire: "Tre quarti della roba che c'è qua sono progetti che avevo proposto io anni fa, il resto è ciarpame".
Ma nel concreto, cosa prevede di realizzare il progetto? Come s'è detto, icone religiose, ma non meramente decorative. Ecco ad esempio il crocefisso orologio: si appende al muro come una normale croce, ma torna utile anche per sapere l'ora. Le braccia del Cristo, infatti, ruotano secondo il susseguirsi delle ore. Così il gesto banale di guardare se si è in ritardo, ci ricorda al contempo i valori fondanti della nostra civiltà. Audace anche il Cristo cavatappi, che certo darà quel qualcosa di particolare ad una serata tra amici. La base del crocefisso è un cavaturaccioli, che viene azionato ruotando la testa di Gesù, mentre le braccia si muovono come quelle, appunto, di un cavatappi. Imperdibile il rosario da automobile profumato: si appende allo specchietto retrovisore come un arbre magique e diffonde fragranze aromatiche e valori religiosi nell'abitacolo, ricordandoci di guidare in modo sobrio. Disponibile nelle essenze di pino silvestre, agrumi e muschio bianco. Per chi è stufo dei soliti nani da giardino, infine, ecco Gesù con i dodici apostoli in gesso, da mimetizzare tra i fiori e gli arbusti del proprio spazio verde. "Sono molto fiero delle mie creazioni - conclude l'ingegner Colasberna - E confesso che mi scalda il cuore sapere che la mia creatività è stata messa al servizio di una causa tanto alta quale trasmettere e tramandare i veri valori della nostra civiltà".
Il pentito
“Come ho tolto la vita a Cicciuzzo Sconciaforni, ora gliela restituirò”. E’ commosso e sinceramente pentito Icaro Trabbona (nella foto), che annuncia il proprio ravvedimento pochi minuti prima di essere posto sulla sedia elettrica. L’attrezzista di Campiglia Marittima, infatti, avrebbe nel frigorifero di casa diverse boccette di sperma dell’attore, morto sul set del film porno musicale “Cum togheter” nel modo che vi abbiamo già raccontato per un numero di volte tendente asintoticamente a infinito.
“Assai spesso mi affidavano il compito di pulire il set dopo le scene – spiega Trabbona – invece che buttare via il seme di Cicciuzzo, lo raccoglievo per tenerlo come memorabilia da rivendere a caro prezzo ai fan. L’ho conservato in modo accurato e, quindi, dentro c’è tutto il patrimonio genetico utile a riportare tra noi quel grande artista di cui ricorderò sempre l’odore da armadio naftalinato”.
Trabbona, prima di essere giustiziato, ha chiesto come ultimo desiderio cinque boccali di burro fuso per accompagnare una cena composta da quarantotto portate ipercaloriche.
“Sono talmente tanto pentito da avere deciso un’estrema conversione al Cicciuzzianesimo. Spero di prendere almeno una ventina di chilogrammi, prima di essere fritto come una costina dalla equa giustizia degli Stati Uniti. Così sarò pronto a eternarmi in una stella vicino al grande Cicciuzzo”.
Insensibile al dramma umano di Trabbona, ma sensibile alle possibilità scientifiche offerte dalla rinascita di Cicciuzzo, è il direttore dell’Asl 18 Adriano Marcolongo. “Sono tornato dall’India quando ho saputo della piaga del cicciuzzianesimo – spiega – come sapete ho abbracciato l’induismo e credo che la millenaria saggezza dei Veda non possa essere oscurata da un culto così impuro. Riportare in vita Cicciuzzo servirà a sradicare quella religione, uccidendone la divinità”.
Proteste vibrate da Guglielmo Brusco: “Verranno spesi un sacco di soldi per riportare in vita un uomo morto, quando con quelle stesse somme si potrebbero assumere mille uomini vivi per far funzionare meglio l’ospedale di Trecenta. E poi, Adriano, l’amore non è bello se non è litigarello. Sei disposto a parlarne stasera dopo il cinema? Tvb”.
Marcolongo accetta: “Anche se mi hai lasciato come un cetriolo davanti all’altare, sono disponibile a pacificarmi. Lancio già un’ipotesi di mediazione: Cicciuzzo, una volta tornato in vita, dovrà lavorare gratis all’ospedale di Trecenta fino a ripagare completamente i costi del suo rientro al di qua del velo di Maya”.
Si dichiara disponibile a ragionare sull’ipotesi Leonard Pontibaldi, produttore dell’artista Sconciaforni. “Potrei anche accettare – sostiene – a patto che oltre all’attività convenzionata, a Cicciuzzo sia consentito di esercitare la libera professione entro le mura dell’ospedale. Potrei già iniziare a lavorare alla sceneggiatura di “Il dottor Cicciuzzo Tersilli, medico della mona” che, con dialoghi in dialetto veneto, segnerebbe una svolta nella commedia hard all’italiana”.
“Assai spesso mi affidavano il compito di pulire il set dopo le scene – spiega Trabbona – invece che buttare via il seme di Cicciuzzo, lo raccoglievo per tenerlo come memorabilia da rivendere a caro prezzo ai fan. L’ho conservato in modo accurato e, quindi, dentro c’è tutto il patrimonio genetico utile a riportare tra noi quel grande artista di cui ricorderò sempre l’odore da armadio naftalinato”.
Trabbona, prima di essere giustiziato, ha chiesto come ultimo desiderio cinque boccali di burro fuso per accompagnare una cena composta da quarantotto portate ipercaloriche.
“Sono talmente tanto pentito da avere deciso un’estrema conversione al Cicciuzzianesimo. Spero di prendere almeno una ventina di chilogrammi, prima di essere fritto come una costina dalla equa giustizia degli Stati Uniti. Così sarò pronto a eternarmi in una stella vicino al grande Cicciuzzo”.
Insensibile al dramma umano di Trabbona, ma sensibile alle possibilità scientifiche offerte dalla rinascita di Cicciuzzo, è il direttore dell’Asl 18 Adriano Marcolongo. “Sono tornato dall’India quando ho saputo della piaga del cicciuzzianesimo – spiega – come sapete ho abbracciato l’induismo e credo che la millenaria saggezza dei Veda non possa essere oscurata da un culto così impuro. Riportare in vita Cicciuzzo servirà a sradicare quella religione, uccidendone la divinità”.
Proteste vibrate da Guglielmo Brusco: “Verranno spesi un sacco di soldi per riportare in vita un uomo morto, quando con quelle stesse somme si potrebbero assumere mille uomini vivi per far funzionare meglio l’ospedale di Trecenta. E poi, Adriano, l’amore non è bello se non è litigarello. Sei disposto a parlarne stasera dopo il cinema? Tvb”.
Marcolongo accetta: “Anche se mi hai lasciato come un cetriolo davanti all’altare, sono disponibile a pacificarmi. Lancio già un’ipotesi di mediazione: Cicciuzzo, una volta tornato in vita, dovrà lavorare gratis all’ospedale di Trecenta fino a ripagare completamente i costi del suo rientro al di qua del velo di Maya”.
Si dichiara disponibile a ragionare sull’ipotesi Leonard Pontibaldi, produttore dell’artista Sconciaforni. “Potrei anche accettare – sostiene – a patto che oltre all’attività convenzionata, a Cicciuzzo sia consentito di esercitare la libera professione entro le mura dell’ospedale. Potrei già iniziare a lavorare alla sceneggiatura di “Il dottor Cicciuzzo Tersilli, medico della mona” che, con dialoghi in dialetto veneto, segnerebbe una svolta nella commedia hard all’italiana”.
domenica 8 novembre 2009
L'angolo della scienza
L'origine dei Tocari e le connessioni tra Tocai e Tocaj
di Gaio Barfowskji
di Gaio Barfowskji
Chi furono i fondatori dell'impero Kushan? La questione è controversa. La tesi più diffusa è quella secondo cui è stato il clan di Yue, ossia gli Yuezhi o - secondo alcuni - Yuetzi, che il geografo Strabone cita come Tocari, che distrussero il regno di Battriana, fondando - appunto - l'impero di Kushan. Secondo lo studioso panamense Javier Totaro, cosiddetti Tocari discenderebbero gli attuali Uiguri, che di recente hanno goduto dell'attenzione dei media internazionali per le violenze nello Xinjiang. (Ciò purtroppo ha compromesso le mie vacanze estive a Kashgar, da cui sarei partito per una spedizione scientifica nel Taklamakan, al fine di fare luce sulle antiche città-oasi sepolte dalle sabbie di quell'ostile deserto. E' l'ennesima dimostrazione che il mondo sarebbe certo più bello se non ci fossero in giro dei cretini che si fanno la guerra).
Taluni esperi obiettano che i tocari erano indoeuropei, quindi non possono essere gli antenati degli uiguri, che parlano una lingua turco-mongola e pure di ceppo ugrofinnico. A tale tesi si controbatte spesso (in genere durante indiavolate partite di tennis) che non è ancora assodata la correlazione tra i Tocari citati da Strabone nella sua Geografia e l'omonimo termine usato in linguistica per definire un ceppo dell'indoeuropeo. Che i Tocari siano i fondatori delle mitiche città del Taklamakan è invece indubbio, dato che è scritto sulla Settimana Enigmistica. Che da loro discendano gli attuali uiguri, come avrebbe detto Riccardo Scamarcio: chi lo sa? Delle contaminazioni con il ceppo ugrofinnico si sta occupando da trentacinque anni senza successo il prof. Severino Luftwaffen dell'Università di Bratislava.
La "pista ugrofinnica" consentirebbe di spiegare anche l'etimologia del Tocai fiulano e la sua similitudine con il Tokaj ungherese. Possiamo così attribuire ai Tocari l'origine del nome del Tokaj-Hegyalja, regione vinicola ungherese in cui si produce il Tokaj Aszú. Le assonanze con il Tocai del Friuli sono talmente evidenti da spingere scienziati autorevoli a propendere per l'origine comune e a picchiare chi dice il contrario. I Tocari, nelle loro migrazioni, avrebbero portato la tradizione del Tocaj nelle aree nordorientali dell'Italia, un po' come i Catari diffusero nel mondo le celebri pizzette. La tesi del Tocai portato dai Tocari, tuttavia, incontra le resistenze della scuola di Dusseldorf, secondo cui il termine è una contrazione eufemistica nonché ironica in uso tra i pastori delle valli georgiane già nel II secolo. Essendo all'epoca vietata l'assunzione e la somminsitrazione di bevande cosiddette "degeneranti e immorali" (leggi: derivati alcolici), la gente strizzandosi vicendevolmente l'occhio quando si mescevano le bibite proibite, eclamava "Toh, caj!" che letteralmente tradotto significa "Prendi, il tè!" che del noto vino bianco ha sfumature di colore simili.
La parola ai lettori
Caro Monello,
da dieci giorni ho un dubbio che mi tormenta. Il conte Traniello Gradassi da Pincara ha compiuto, secondo me. un gravissimo atto di lesa maestà, un atto giurisdizionalmente scorretto. Con un post su Facebook ha paragonato la merda alla Lega. Come tu ben sai, qui in Polesine, terra nata grazie al limo, la merda è imprescindibile. La merda è vita. Qui come in poche altre parti del mondo, con la merda abbiamo costruito economia e politica. Non ritieni anche tu, o Monello, che Traniello si debba pentire per l'ardito paragone? Oltretutto su una piazza così visibile come Facebook! Mica stava collochiando con un amico al bar?! O Monello non pensi che Traniello debba firmare un documento scritto di scuse a tutta la merda del Polesine? Un saluto "retropensiero" con immutata stima
Tua Natalie
Sic trans(it) gloria Mundi
Cara o caro Natalie,
innantitutto grazie per la foto. Mi ci è voluto del coraggio per postare questa tua missiva. Non tanto perchè già immagino l'incazzamiento di Bergamin per il paragone che tu proponi (di cui mi scuso formalmente a nome dell'istituzione che rappresento), quanto perchè da settimane rimandavo la pubblicazione di un trattato scientifico del dott. Gaio Barfowskji, che alla fine mi ha detto: "Eh! Ma allora dillo, che mi apro un blog tutto mio!" Alla fine ho deciso di regalare ai miei lettori entrambi i contributi, così da evitare di perdere uno dei miei collaboratori storici.
Venendo a noi e al quesito che mi poni, ho recentemente appreso che Lutero scrisse le novantacinque tesi seduto sul cacatoio, a causa di una malattia intestinale cronica. Indubbiamente la cacca ha un ruolo rilevante nella vita sociale di tutti noi ed è davvero incredibile come l'atto di defecare si collochi nel privato della persona più di ogni altra cosa. Se ci pensi, qualcuno si è preso la briga di filmare un presidente della Regione con il pisello a penzoloni in casa di un trans, ma nessuno si sarebbe preso l'incomodo di coglierlo mentre faceva la popò. Questo discorso non ha senso, ma la verità è che non so cosa scrivere. Ora anche la merda si indigna per l'intervento di Beppe Traniello Gradassi, mentre non ho ancora sentito nessuno approfondirne il contenuto: ma davvero la Lega, il giorno in cui Bossi andrà in pensione, cesserà di esistere? E si noti l'uso sapiente del verbo cessare, mia cara amica. Sono andato a lezione di umorismo da Jacopo Carlotti.
Un caloroso abbraccio e ci vediamo martedì sera come al solito,
da dieci giorni ho un dubbio che mi tormenta. Il conte Traniello Gradassi da Pincara ha compiuto, secondo me. un gravissimo atto di lesa maestà, un atto giurisdizionalmente scorretto. Con un post su Facebook ha paragonato la merda alla Lega. Come tu ben sai, qui in Polesine, terra nata grazie al limo, la merda è imprescindibile. La merda è vita. Qui come in poche altre parti del mondo, con la merda abbiamo costruito economia e politica. Non ritieni anche tu, o Monello, che Traniello si debba pentire per l'ardito paragone? Oltretutto su una piazza così visibile come Facebook! Mica stava collochiando con un amico al bar?! O Monello non pensi che Traniello debba firmare un documento scritto di scuse a tutta la merda del Polesine? Un saluto "retropensiero" con immutata stima
Tua Natalie
Sic trans(it) gloria Mundi
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Cara o caro Natalie,
innantitutto grazie per la foto. Mi ci è voluto del coraggio per postare questa tua missiva. Non tanto perchè già immagino l'incazzamiento di Bergamin per il paragone che tu proponi (di cui mi scuso formalmente a nome dell'istituzione che rappresento), quanto perchè da settimane rimandavo la pubblicazione di un trattato scientifico del dott. Gaio Barfowskji, che alla fine mi ha detto: "Eh! Ma allora dillo, che mi apro un blog tutto mio!" Alla fine ho deciso di regalare ai miei lettori entrambi i contributi, così da evitare di perdere uno dei miei collaboratori storici.
Venendo a noi e al quesito che mi poni, ho recentemente appreso che Lutero scrisse le novantacinque tesi seduto sul cacatoio, a causa di una malattia intestinale cronica. Indubbiamente la cacca ha un ruolo rilevante nella vita sociale di tutti noi ed è davvero incredibile come l'atto di defecare si collochi nel privato della persona più di ogni altra cosa. Se ci pensi, qualcuno si è preso la briga di filmare un presidente della Regione con il pisello a penzoloni in casa di un trans, ma nessuno si sarebbe preso l'incomodo di coglierlo mentre faceva la popò. Questo discorso non ha senso, ma la verità è che non so cosa scrivere. Ora anche la merda si indigna per l'intervento di Beppe Traniello Gradassi, mentre non ho ancora sentito nessuno approfondirne il contenuto: ma davvero la Lega, il giorno in cui Bossi andrà in pensione, cesserà di esistere? E si noti l'uso sapiente del verbo cessare, mia cara amica. Sono andato a lezione di umorismo da Jacopo Carlotti.
Un caloroso abbraccio e ci vediamo martedì sera come al solito,
MV
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