venerdì 22 agosto 2008

Battaglia tra i flutti

Una pagina stracciata è pervenuta via fax alla redazione del Corriere del Veneto firmata dal direttore Ugo Savoia, imbarcatosi per salvare Celio Rodigino dalle mire dei pirati foraggiati da Beppe Osti, che vuole uccidere l'opinionista annegandolo nell'Happy Hope, per poterne esporre la salma in uno dei mausolei che realizzerà con la collaborazione di alcune ditte lituane.
"E' arrivata la grande battaglia e purtroppo ci ha visti deboli. Ieri, intorno al meriggio, ho inquadrato con il binocolo il maledetto Coniglio Napoleon, la barca di filibustieri che vuole affondare il brigantino di Celio Rodigino e uccidere lui, Vianello Gemello e gli altri compagni d'avventura. Subito ho ordinato di caricare tutte le armi a bordo, dai superliquidator alla varecchina ai cannoni batteriologici, fino alle cerbottane fatte con le Bic e le palline di carta biascicate. Ci siamo avvicinati come squali ad una preda, mentre isterici gli avversari gridavano e si preparavano a resistere all'assalto. E poi un fragore di esplosioni e spari scambiati tra noi e loro, la loro barca ondeggiante e traboccante Happy Hope, infine l'assalto all'arma bianca, con Vianello Monello improvvisamente rinvigorito, lanciatosi in avanti senza timore di morire, con il solo scopo di gettarsi da martire nell'immensa vasca. Josè, con le sue braccia forzute, ha cominciato a far roteare in aria l'ayatollah Al Hemar, che dal ponte lanciava palline di carta incendiate contro di noi. Kwame, il nostro cuoco ghanese, usando un mestolo a mò di catapulta, sparava come una mitraglia porzioni di ribollita rovente per allontanare gli assalti di Ivan Dall'Ara. Poi, d'un tratto, la brutta sorpresa: il primo a cadere è stato Vianello Monello, poi tutti gli altri. Sotto una pioggia di fialette puzzolenti e caramelle all'aglio anch'io ho cominciato a perdere le forze, sentendomi girare il mondo tutt'attorno come una trottola. Disorientati, annichiliti, umiliati, siamo infine stati sconfitti da una poderosa cannonata, che ha aperto una falla nella chiglia da cui ha cominciato ad entrare acqua. E mentre noi ci riprendevamo giusto in tempo per correre a tappare il buco con le sportine della Coop prima che il nostro veliero affondasse, i malvagi hanno ripreso a navigare irridendoci con buffe filastrocche e doppi sensi sui nostri nomi. Solo dopo alcune ore siamo riusciti a rendere la barca nuovamente utilizzabile, grazie anche ai pezzi di ricambio avanzati dal kit di montaggio. Ma il nemico era ormai fuggito. Non ci è rimasto che cenare in silenzio, ciascuno chiuso nella propria rabbia impotente".

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