Mentre il direttore del Corriere del Veneto Ugo Savoia levava gli ormeggi con la sua ciurma, tra cui l'aspirante martire Vianello Monello, la signora Augusta Taurinense ha contattato la stampa per annunciare che il marito Celio Rodigino è vivo e sta bene. "Mi ha mandato un autoritratto eseguito a china su carta, come amava fare da giovane, con una dedica affettuosa in cui mi paragona ai candidi gigli che stringe tra le mani", racconta, senza riuscire a trattenere le lacrime. A giudicare dal disegno, Celio starebbe attraversando una profonda crisi mistica, del resto lasciata intendere nella lettera con cui annunciava di abbandonare la terra ferma per solcare gli oceani in cerca di quiete e lunghe giornate per riflettere. La signora Taurinense si dice però preoccupata per la sorte del coniuge, dopo che Beppe Osti ha varato una spedizione per acciuffarlo e sacrificarlo assieme a Vianello Gemello, il clone afro di Vianello Monello, e all'ex criminale nazista Sigfried Von Nibelunghen, noto anche come Negro Badula, per realizzare nuovi mausolei in tutta Rovigo in cui accogliere le loro spoglie. "L'unica speranza è che la missione di Ugo Savoia vada a buon fine, sacrificando per sempre quel pazzo di Vianello Monello e impedendo al Coniglio Napoleon di abbordare il brigantino di mio marito". Copia del dipinto di Celio sarà conservata a Palazzo Roverella, per ricordare l'illustre omonimo dell'intellettuale quattrocentesco.
Intanto Savoia avrebbe già inviato via satellite al Corriere il primo capitolo della saga settimanale sul suo viaggio alla ricerca di Celio Rodigino: "Preso il largo da Chioggia, dopo poche ore di navigazione ci incagliamo sugli scogli di Rovigno. Grido dietro al nostromo Gianluca Salvagno (ma è poi nostromo? Boh?), il quale sta divorando un pesce crudo infilzato su un pugnale. Mi dice che non è colpa sua, che ha messo al timone Josè Parapeiros de Parapeiras, cronista delle pagine di Venezia, che ci avevano assicurato essere un lupo di mare ma in realtà sa guidare solo la gondola. Tuttavia le sue braccia possenti, temprate sferzando barche piene di giapponesi sovrappeso, non solo ci inducono a non litigare, ma ci aiutano a disincagliare la barca in poche decine di minuti, bestemmiando allegri la Madonna e San'Antonio. Riprendiamo a navigare che già s'è fatto il crepuscolo e dunque gettiamo l'ancora al largo di Roseto degli Abruzzi. Vianello Monello, ancora avvolto nelle bende che proteggono il suo corpo ustionato, è rimasto tutto il giorno sotto coperta a lamentarsi dei terribili dolori, invocando quella morte rapida per affogamento nell'Happy Hope per cui si è deciso di portarlo con noi. Per cena Kwame, il nostro cuoco ghanese, la cui virilità non poco mi turba in questi giorni di solitudine, ci prepara una squisita bagna cauda, che accompagniamo con birra schiumosa e fragorosi rutti. La sera mi attardo a leggere nella mia cuccetta, cercando così di scacciare dalla mente pensieri angosciosi sulla sorte dell'amico Celio Rodigino e soprattutto fantasie sui sospiri sensuali e le risatine che odo provenire dalla cuccetta in cui vidi ritirarsi Kwame in compagnia di Josè Parapeiros de Parapeiras".
1 commento:
Peccato che alla nuova spedizione non si sia aggregata Federica Zarri. La sua presenza avrebbe reso meno pesante la solitudine dei marinai dispersi in mezzo all'oceano.
Posta un commento