"Una vittoria della legalità contro il racket". Con queste parole il sindaco Fausto Merchiori ha salutato il pubblico del Costato Day, maratona di solidarietà per l'ex industriale e cantante dei Napalm Death ferito dagli sgherri di Orlando Lupani. A Costato il sindaco ha donato un'arnia in segno di solidarietà: "L'ape regina contenuta in questa arnia è la migliore del mio allevamento privato - ha dichiarato commosso - E' un dono simbolico, per augurarti che dalle numerose punture che ti verranno inflitte da insetti spietati, tu possa suggere dolce miele per allietare il tuo palato". In lacrime, Costato ha abbracciato Merchiori, per poi dare il via alla festa, dopo la benedizione di tutte le autorità religiose polesane, assente solo il B.V. Paolino, in polemica con il sindaco: "Ha portato qui le api sapendo benissimo che sono allergico e rischio lo shock anafilattico". Polemica passata in sordina, tanta era la voglia di dire no al racket e sì allo stare insieme in allegria. Presente tra il pubblico di piazza Merlin anche Fabrizio Rossi, vestito da Braccobaldo e con un'enorme bandiera rumena (nella foto), che non ha mai smesso di sventolare alta come omaggio all'amico-nemico Antonio.
Intense le performance musicali: dal lungo assolo di Norman Sciaccaluga, nel mezzo di una suite di 54 minuti eseguita con Sergio e i Laser, fino alla promessa "Here's to you Nicola and Bart" di Joan Baez, suonata da Bruce Springsteen con la voce singhiozzante di Lucia Riberto. Memorabile anche la jam session, durante la quale Costato e la Riberto hanno duettato sugli accordi di "Knockin' on Heaven's Door", lasciando spazio ai lunghi assoli di chitarra di Kim Jong Il e a quello di fisarmonica e moog di monsignor Lucio Soravito De Franceschi. Gradevoli gli intervalli comici, con Gigi Osti ("Papà, in giardino ho visto il gatto con un uccello in bocca!" "Si vede che è meno schizzinoso di tua madre"), Aldo Guarnieri (Merchiori va al bar con Azzalin: "Cosa prendi, Graziano?" "Quello che prendi tu!" "Ok. Barista, due caffè!" "E due caffè anche per me, allora!") e Renzo Marangon (Saccardin va a comprarsi da vestire: "Vorrei una camicia". "Certo, signore, la taglia?" "No, la porto via intera").
Delusione per il finale. Proprio mentre terminava la jam session musicale e gli attesissimi Mario & Jerry salivano sul palco raccogliendo una ola senza precedenti, i grossi nuvoloni che si erano addensati nella mezz'ora precedente hanno riversato su piazza Merlin un autentico nubifragio. In un caotico fuggi fuggi, il pubblico ha immediatamente abbandonato la piazza, mentre il vento faceva ondeggiare pericolosamente il palco e fulmini luminescenti incendiavano la notte. Tale la costernazione di Mario Borgatti, costretto a rimandare per l'ennesima volta il suo show, da indurlo a nominare invano Iddio ripetute volte, associandolo ad animali esotici e sconosciuti. E' stato al culmine della blasfemia che un fulmine lo ha centrato in pieno, lasciando solo una grossa voragine fumante. Recuperato dagli speleologi del Suem, Borgatti è stato immediatamente portato all'ospedale di Ferrara, giacchè a Rovigo non c'era posto. "A me, a me la furia degli elementi - ha continuato a gridare mentre lo caricavano in ambulanza sotto la pioggia battente - a me non mi farà nulla. Ah! Sono abbastanza giovane e forte da sfidare Geova e il Dalai Lama. Ah! Non ci credi? Facciamo una gara di sci?".
Intense le performance musicali: dal lungo assolo di Norman Sciaccaluga, nel mezzo di una suite di 54 minuti eseguita con Sergio e i Laser, fino alla promessa "Here's to you Nicola and Bart" di Joan Baez, suonata da Bruce Springsteen con la voce singhiozzante di Lucia Riberto. Memorabile anche la jam session, durante la quale Costato e la Riberto hanno duettato sugli accordi di "Knockin' on Heaven's Door", lasciando spazio ai lunghi assoli di chitarra di Kim Jong Il e a quello di fisarmonica e moog di monsignor Lucio Soravito De Franceschi. Gradevoli gli intervalli comici, con Gigi Osti ("Papà, in giardino ho visto il gatto con un uccello in bocca!" "Si vede che è meno schizzinoso di tua madre"), Aldo Guarnieri (Merchiori va al bar con Azzalin: "Cosa prendi, Graziano?" "Quello che prendi tu!" "Ok. Barista, due caffè!" "E due caffè anche per me, allora!") e Renzo Marangon (Saccardin va a comprarsi da vestire: "Vorrei una camicia". "Certo, signore, la taglia?" "No, la porto via intera").
Delusione per il finale. Proprio mentre terminava la jam session musicale e gli attesissimi Mario & Jerry salivano sul palco raccogliendo una ola senza precedenti, i grossi nuvoloni che si erano addensati nella mezz'ora precedente hanno riversato su piazza Merlin un autentico nubifragio. In un caotico fuggi fuggi, il pubblico ha immediatamente abbandonato la piazza, mentre il vento faceva ondeggiare pericolosamente il palco e fulmini luminescenti incendiavano la notte. Tale la costernazione di Mario Borgatti, costretto a rimandare per l'ennesima volta il suo show, da indurlo a nominare invano Iddio ripetute volte, associandolo ad animali esotici e sconosciuti. E' stato al culmine della blasfemia che un fulmine lo ha centrato in pieno, lasciando solo una grossa voragine fumante. Recuperato dagli speleologi del Suem, Borgatti è stato immediatamente portato all'ospedale di Ferrara, giacchè a Rovigo non c'era posto. "A me, a me la furia degli elementi - ha continuato a gridare mentre lo caricavano in ambulanza sotto la pioggia battente - a me non mi farà nulla. Ah! Sono abbastanza giovane e forte da sfidare Geova e il Dalai Lama. Ah! Non ci credi? Facciamo una gara di sci?".
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