mercoledì 13 agosto 2008

Bula Bula

Nuova puntata del diario di bordo di Ugo Savoia, direttore del Corriere del Veneto, alla ricerca di Celio Rodigino tra i flutti dell'Oceano Indiano, braccato dai pirati di Adino Rossi supportati dalla marina nordcoreana: "Il tremore delle mani mi fa scivolare dalle dita la penna, mentre mi accingo a testimoniare la terribile sorte capitata al nostro collaboratore Eimuntas Nekrošius, ucciso barbaramente da vili selvaggi pochi giorni fa. Sorte che sarebbe toccata forse anche all'amico Vianello Monello, se il nostro intervento non avesse scongiurato il peggio. Il dovere di avvisare i naviganti supera però il bisogno di dimenticare quegli orribili momenti, dunque ecco quanto accadde.
Due giorni fa gettammo l'ancora al largo di un'isoletta nell'arcipelago delle Seichelles, bisognosi di fare sosta, raccogliere frutta e acqua fresca. Mentre io e Gianluca pescavano prelibati granchi dai bassi fondali, Vianello Monello ed Eimuntas Nekrošius si addentrarono nella foresta in cerca di frutti maturi. Quanto è accaduto in seguito l'abbiamo saputo dal racconto confuso e delirante di Vianello Monello, ancora sotto shock: un numeroso gruppo di selvaggi scurissimi e nerboruti ha circondato i nostri amici e li ha catturati. Portati di peso al villaggio e legati al palo della tortura, sono stati posti di fronte a una drammatica scelta: "Decidete - ha detto il capotribù - Morire oppure Bula Bula!" Eimuntas, cui è toccato scegliere per primo, ha invano chiesto cosa fosse il Bula Bula. "Bula Bula è Bula Bula! - ha gridato il capotribù - Tu scegliere: preferisce morire o Bula Bula?". E di fronte alla prospettiva di essere ucciso, Eimuntas ha scelto la vita e il mistero del Bula Bula. A quel punto circa 800 negroni si sono radunati nella piazza del villaggio, dove hanno trascinato Eimuntas, dopo averlo slegato dal palo della tortura. Posto in posizione di sottomissione, il nostro valido marinaio è stato dunque amato fisicamente dalle centinaia di uomini radunatisi festanti. Al termine di questa incredibile orgia, Eimuntas Nekrošius si è accasciato gemendo, in preda ad atroci spasmi, accartocciato come una mela cotta. Vianello Monello, resosi conto che presto sarebbe arrivato il suo turno di subire una morte tanto atroce, ha gonfiato il petto e scelto di morire con onore: "Piuttosto che finire così - ha gridato ai selvaggi - mi faccio ammazzare subito! Scelgo la morte, tiè!" Il capotribù, con il corpo ancora imperlato di sudore per la lunga prestazione fisica, gli si è avvicinando sorridendo e ammiccando: "Sì amico, però prima Bula Bula". E subito è partita la festa, tra grida e rulli di bonghi. Siamo riusciti a intervenire, attirati dalle grida strazianti di Vianello Monello, quando ormai stava per essere preso con la forza dal 327mo amante. Sparando con i superliquidator carichi di varechina ci siamo fatti largo tra i negroni, abbiamo raccolto l'esanime Eimuntas e il provato Vianello Monello e siamo fuggiti, contando anche sulla temporanea spossatezza della tribù, indebolita dalla lunga festa. Tornati alla barca, abbiamo preso il largo, non prima di avere lanciato un paio di missili al napalm sulla foresta, a scopo dissuasivo. Ieri sera, mentre Vianello Monello giaceva ancora inerme in cabina, in compagnia dello zabaione che gli abbiamo preparato per riprendere le forze, con una breve cerimonia abbiamo commemorato il marinaio Nekrosius, morto atrcoemente per portare la civiltà ai popoli indigeni".

Nella foto, gli ultimi attimi di vita di Eimuntas Nekrošius

2 commenti:

ERRE ha detto...

E' con vico sgomento che stamane leggo sulle impareggiabili pagine del Gazzettino che alcuni incivili hanno lasciato divani e poltrone nella ridente via Trieste. Ciò è inamissibile anche perchè si tratta di opere di modernariato di un certo livello che potrebbero essere state donate all'evento glamur che attende la cittadina etrusca.
Un angustiato Erre! Sob!

La Ghenga ha detto...

Mio buon amico,
in ogni evento, con un p' di impegno, si può cogliere il lato positivo. Non trovi che lasciare tali opere di modernariato a disposizione della cittadinanza sia, in fondo, un generoso lascito? Oltretutto, se posizionati correttamente, i soffici divani possono divenire un'alternativa più umana alle scomode panchine, gelide d'inverno, roventi d'estate, che come tutti sanno furono inventate da passate giunte democristiane al solo scopo di rendere più complicate le effusioni dei fidanzatini in pubblico.
Come teorico dell'amore libero, lancio il mio "evviva!" ed esorto dunque i suddetti fidanzatini ad approfittare finalmente della presenza di divani nei boulevard della città. Consiglio comunque di usare il preservativo per raccogliere i propri fluidi prima che generino una nuova e costosa bocca da sfamare. Sempre per motivi di igiene consiglio di munirsi di telo protettivo e di evitare di salire sul divano con le scarpe da tennis. Uno spray antipulci è auspicabile.