giovedì 11 giugno 2009

Casello di Rovigo Nord: insorgono i boaresi

"Non potete chiamare Rovigo Nord il nostro casello! Saliremo sulle barricate, faremo sentire la nostra voce, zio povero! Siamo padovani e moriremo padovani!"
Boaresi in rivolta, dopo che la società autostrade ha deciso di ribattezzare "Rovigo Nord" il vecchio casello di Boara di là, accogliendo la proposta di Unindustria, fissata da anni con 'sta storia dei caselli. Il Comitato per la salvaguardia dell'identità di Boara Pisani ha tenuto ieri un'infuocato comizio in cui promette una rivolta vecchio stile contro una decisione che giudicano inappropriata: "Questa è casa nostra - grida Ugolina Sgrondon, anziana leader del comitato - Non possono scipparci il nome. Fino a prova contraria siamo nel territorio di Padova, se vogliono il casello lo facciamo a Boara di là o Boara di qua come la chiamano quei selvaggi terroni!" Nella notte alcuni ignoti hanno fatto oggetto di lanci di sassi la cartellonistica posta al casello, per poi dileguarsi sulla strada per Solesino.
"Atti intimidatori di fronte a cui non dobbiamo piegare la schiena - replica Fabrizio Rossi, leader di Unindustria - Difendiamo questa conquista, invece di lasciare campo libero a facinorosi retrogradi. Loro si arroccano sulla loro identità patavina? Ebbene, sarò chiaro: chiedo alla Provincia e al Comune di reagire con decisione. Dico che sarà necessario dobbiamo attraversare in forze il ponte sull'Adige, conquistare e annettere Boara di là, unificando una volta per tutte una cittadina spaccata da troppo tempo. Il vero confine tra il Polesine e la bassa padovana è l'A13, non certo il fiume".
Voci di corridoio sostengono che da Padova sarebbe già arrivato il via libera ad un'eventuale incursione delle truppe rodigine per impossessarsi del comune al di là del fiume, fino al cavalcavia autostradale. La campagna militare, tuttavia, sarebbe congelata in attesa degli esiti del ballottaggio per Palazzo Celio. Al neo presidente della Provincia spetterà il compito di gestire la prima crisi diplomatica del mandato. Rossi, comunque, lancia anche segnali di distensione e apertura: "Prima di mettere mano alle armi, trattiamo. Ragioniamo. Cerchiamo di fare capire ai boaresi quale innegabile conquista sarà per loro avere un casello intitolato a Rovigo - dice -. Vi rivelerò una cosa: fin da bambino avrei voluto fare il casellante, ma un destino cinico e baro mi ha imposto, ahimé, di divenire un ricco industriale. Ho chiesto però ad Autostrade per l'Italia di concedermi una giornata da casellante, per togliermi lo sfizio. Spero che mi dicano di sì".

(Nella foto, disordini di ieri a Boara Pisani)

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