E' ufficiale: Cicciuzzo Sconciaforni inizia la propria collaborazione con questo blog, mettendo a disposizione le proprie competenze di raffinato esperto cinematografico con una rubrica in cui presenterà in anteprima le sue fatiche ai nostri lettori. “E’ un modo – spiega – per ringraziare l’unica voce a essersi spesa durante i tragici giorni del mio rapimento da parte delle Br - Pcc”. Siamo ovviamente lusingati, anche perché questo ci solleva dal pagare gli scritti del nostro grasso amico. Oltretutto, ci permette di sostituire la rubrica domenicale di Leonida Gusmaroli, che proprio non se la sentiva di fare previsioni in questi giorni di elezioni. In ogni modo accattatevi queste prime brevi recensioni.
Cicciuzzo il vichingo
regia di Lars Von Troier
Una riflessione sulla storia dei Paesi scandinavi, un’evoluzione che nei secoli a portato i valorosi navigatori dei drakkar a costruire socialdemocrazie avanzate e libertarie. E’ questo il nodo affrontato da “Son Cicciuzzo il vichingo e nel c… te lo spingo”, in cui offro ripetizioni a una giovane ragazzina, interpretata dalla promettente Madame Losail, non particolarmente ferrata nelle materie letterarie, ma decisamente più propensa a impegnarsi in discipline pratiche. Nonostante questo, la passione con cui il docente Cicciuzzo riesce a conquistare la studentessa attraverso le
fascinazioni dell’archeologia sperimentale. Proprio per questo, porterà tutta la classe a prendere ripetizioni dal giovane professore che, a seconda dell’argomento, veste e sveste i panni dei protagonisti di cui parla. Notevolissimo il passaggio in cui viene rammentato il film “Francis il mulo parlante”. (Nell'immagine, un fotogramma del film)
De Bello Fallico
regia di Ciprì, Maresco e Pitticaldi
Un incredibile mediometraggio in costume, in cui i costumi sono ridotti al minimo indispensabile. Girato in un livido bianco e nero, vede Cicciuzzo Sconciaforni nei panni del condottiero barbaro Sverginetorige, fatto prigioniero dalle truppe del comandante romano Pubio Cornelio Fellatio e costretto a soddisfare le voglie sessuali di quest'ultimo e dei suoi soldati. Un curioso pastiche storico, ma anche una interessante e attuale metafora sulle logiche dell'imperialismo. Ciprì e Maresco, per la verità, girarono solo alcune scene, per poi lasciare la produzione in polemica per alcune scene ritenute troppo grevi. Con il senno di poi non è uno dei migliori film di Sconciaforni, ma molte suggestioni qui contenute sono divenute un classico a cui hanno attinto registi e sceneggiatori negli anni successivi. Memorabile ad esempio la scena in cui Sverginetorige ottiene la liberazione acconsentendo di soddisfare un'intera legione, dando vita a una delle prime scene di bukkake della storia del cinema hard. Il titolo originale, "Sex suffragia", fu bocciato dalla produzione in favore di una versione sempre latineggiante, ma più comprensibile dal grande pubblico.
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