domenica 28 giugno 2009

Les cahiers du Cicciuzzo/4

Abbiamo aperto un vero e proprio vaso di Pandora ricolmo di nefandezze, nell'affidare a Cicciuzzo Sconciaforni questa rubrica domenicale che ripercorre le principali tappe della sua filmografia. Ma tant'è. Diamo alla gente quello che la gente ci chiede. Il successo interplanetario di Cicciuzzo ci conferma che la strada imboccata è quella giusta. Ecco altre due recensioni del nostro.

La tetta trema
di Suchino Visconti

Il dilemma atroce di una ragazza, interpretata da Gesualda Laputtana, sollevato dal suo compagno di banco, un ispiratissimo Cicciuzzo Sconciaforni, durante una noiosa lezione di letteratura italiana: “Preferisci il Verga o la verga?”. Da lì inizia un viaggio metaforico in tutti i pertugi della poetica del grande scrittore siciliano, grazie al piccolo miracolo del Mago Merlano che, in cambio di una stimolazione orogenitale, proietta i due protagonisti direttamente tra le pagine verghiane e più precisamente nel racconto dei Moltavoglia. I Moltavoglia sono una famiglia di erotomani di Aci Trezza in cui il capofamiglia Pappon ‘Ntoni vive presso il bordello del nespolo con il figlio Bastiacazzo e la nuora Maruzza la Troia che ha avuto cinque figli, non si sa bene da chi. “Cicciuzzo, la trama finiamola qui: è noiosissima. Ho capito che senza dubbio la verga è meglio del Verga”. Un’affermazione ricca di pathos quella di Gesualda Laputtana che da il via a una un’ora e mezza di copule casuali in cui, ogni tanto, compare Cicciuzzo su un barchino mentre addenta un panino con le sardine per rimandare al richiamo iniziale all’opera di Giovanni Verga, ambientata tra i pescatori siciliani.

Suor Cicciuzza entra in convento
di Ladislao Pervert

Solo in parte ispirato alla trama di "Sister Act", è in realtà un'omaggio alla commedia all'italiana, con Cicciuzzo Sconciaforni nei panni di un delinquentello nella turbolenta Italia degli anni Ottanta, costretto a rifugiarsi in convento sotto mentite spoglie, perchè braccato dai servizi segreti deviati, dai servizi segreti sani e perfino da alcuni militanti del Fronte per la Liberazione della Palestina, furiosi con lui per alcune questioni legate al dirottamento dell'Achille Lauro, che verranno chiarite solo alla fine del film. Spacciandosi per Suor Cicciuzza dell'ordine delle Puritane di Maria Maddalena Violata, il protagonista entra in convento, sperando di ritrovare qui la serenità perduta.
Verrà però scoperto dalla madre superiora, che prometterà di mantenere il silenzio solo dietro al pagamento di numerosi pegni sessuali. Un segreto troppo gravoso, che presto suor Cicciuzza confesserà tra le lacrime alla più cara amica, suor Natasha, che lo consolerà fisicamente e moralmente e lo convincerà a rivelare tutto alle altre sorelle. Messa alle strette, la madre superiora accetterà di tenere suor Cicciuzza, purchè nessuno riveli del loro torbido segreto. Il film si conclude con una festa collettiva in cui Cicciuzzo, letteralmente svestitosi dei panni di religiosa, offre la propria virilità all'intero convento. Non mancano scene da commedia sexy, come quella girata nell'orto, in cui una prosperosa sorella, china a raccogliere fragole, mette in forte imbarazzo suor Cicciuzza alzando generosamente la gonna dell'abito a beneficio dello spettatore. (Nella foto, l'ironica locandina del film). Tre anni dopo Cicciuzzo tornerà a parlare di religiosità con il celebre "Marcellino: un dono del Signore", ambientato di nuovo in un convento di suore. Come si può immaginare, Cicciuzzo interpreta Marcellino, un ragazzino imberbe che viene accolto e svezzato sessualmente dalle focose ed esperte sorelle di un convento, con esiti immaginabili. Un classico da recuperare in videoteca.

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