Si sono concluse anzitempo le elezioni provinciali della contea del favoloso mondo di Pipponia, in cui vive ormai da qualche settimana il nostro collaboratore Celio Rodigino, a causa di un tragico accidente multidimensionale. Proprio Celio, forbito scrittore, già autore di memorabili diari sulla sua caccia ai cloni di Vianello Monello, ci dà un interessante resoconto di quanto accade nello strano mondo reso famoso dalla tragica vicenda di Pierotto Leprotto.
Mai ci saremmo immaginati che gli eventi prendessero una piega del genere. Ne parlo al bar "La Quercia" con il mio amico Alvaro il Giaguaro, fumando Marlboro con le principali testate giornalistiche di Pipponia davanti. Anche lui si dice stupito. C'è chi, come Tatiana la Rana, pensa che non andrà più a votare. Ma cosa è successo?
Al penultimo giorno di campagna elettorale, il candidato Pene ha accettato la sfida della candidata Vagina per un confronto all'americana in pubblico. Entrambi si sono presentati a un folto pubblico di leprotti, svassi, formichieri, cagnetti e anatre mute, che hanno ascoltato con grande attenzione gli interventi dei due aspiranti presidenti, moderati con grande sagacia da Torquato il Tasso, stimato giornalista dell'Eco di Pipponia.
Dopo un paio di interventi era ormai palese che Vagina, con il suo stile sobrio e popolare, stava ottenendo il consendo del pubblico più educato, mentre Pene arrancava, sostenuto solo dalle urla becere di alcuni scimpanzè ubriachi. Forse per questo il candidato Pene ha deciso, ad un certo punto, di forzare la mano alle elezioni. Gonfiandosi d'ardore si è scagliato sull'avversaria, che, colta di sorpresa, è stata sopraffatta dal vigore dell'aggressore. Poco è durato, tuttavia, il menage ai danni di Vagina, giacchè quest'ultima ha prontamente reagito chiudendosi come una tagliola intorno al rude intruso, il quale ha dapprima tentato una reazione, dopodichè con un sussulto è parso soffocare mortalmente.
Solo quando Pene era di un colore blu-nerastro, Vagina ha accettato di liberarlo dalla morsa, tra le grida sconcertate di un gruppetto di pangolini. Pene s'è dunque accasciato al suolo, stillando un breve fiotto isterico dal proprio dotto deferente. Subitaneo l'intervento dei sanitari, che hanno portato Pene al pronto soccorso per una rianimazione d'urgenza. Ciò ha comportato una non trascurabile variazione della scaletta: abolite le inutili elezioni, la folla festante ha decretato in massa la vittoria di Vagina, presto nominata leader indiscussa di Pipponia. "Sarò artefice di un governo riformista, ma di stampo socialista - ha dichiarato, tra le lacrime - Tutti gli animali maschi in età matura saranno inviati al fronte per la guerra contro il regno di Beonia, che dichiaro da questo momento, giacchè mi fanno gola i loro giacimenti minerari. Le donne invece lavoreranno nelle terre collettivizzate. Solo i criceti saranno esonerati da tutto ciò, per venire conferiti quanto prima in campi di concentramento e possibilmente di sterminio. Questo è tutto, potete anche andare".
martedì 30 giugno 2009
lunedì 29 giugno 2009
Reportage!
La nostra ricerca di nuovi collaboratori ha dato i suoi frutti.
Alla sua prima uscita, il diciannovenne Getulio Galassi ci ha regalato un memorabile reportage fotografico della festa del centrosinistra per festeggiare la vittoria alle provinciali.
Immagini che non vedrete da nessuna parte e che testimoniano quando variegata e plurale sia la coalizione che ha portato alla vittoria Tiziana Virgili!
Alla sua prima uscita, il diciannovenne Getulio Galassi ci ha regalato un memorabile reportage fotografico della festa del centrosinistra per festeggiare la vittoria alle provinciali.
Immagini che non vedrete da nessuna parte e che testimoniano quando variegata e plurale sia la coalizione che ha portato alla vittoria Tiziana Virgili!
domenica 28 giugno 2009
Les cahiers du Cicciuzzo/4
Abbiamo aperto un vero e proprio vaso di Pandora ricolmo di nefandezze, nell'affidare a Cicciuzzo Sconciaforni questa rubrica domenicale che ripercorre le principali tappe della sua filmografia. Ma tant'è. Diamo alla gente quello che la gente ci chiede. Il successo interplanetario di Cicciuzzo ci conferma che la strada imboccata è quella giusta. Ecco altre due recensioni del nostro.
La tetta trema
di Suchino Visconti
Il dilemma atroce di una ragazza, interpretata da Gesualda Laputtana, sollevato dal suo compagno di banco, un ispiratissimo Cicciuzzo Sconciaforni, durante una noiosa lezione di letteratura italiana: “Preferisci il Verga o la verga?”. Da lì inizia un viaggio metaforico in tutti i pertugi della poetica del grande scrittore siciliano, grazie al piccolo miracolo del Mago Merlano che, in cambio di una stimolazione orogenitale, proietta i due protagonisti direttamente tra le pagine verghiane e più precisamente nel racconto dei Moltavoglia. I Moltavoglia sono una famiglia di erotomani di Aci Trezza in cui il capofamiglia Pappon ‘Ntoni vive presso il bordello del nespolo con il figlio Bastiacazzo e la nuora Maruzza la Troia che ha avuto cinque figli, non si sa bene da chi. “Cicciuzzo, la trama finiamola qui: è noiosissima. Ho capito che senza dubbio la verga è meglio del Verga”. Un’affermazione ricca di pathos quella di Gesualda Laputtana che da il via a una un’ora e mezza di copule casuali in cui, ogni tanto, compare Cicciuzzo su un barchino mentre addenta un panino con le sardine per rimandare al richiamo iniziale all’opera di Giovanni Verga, ambientata tra i pescatori siciliani.
Suor Cicciuzza entra in convento
di Ladislao Pervert
Solo in parte ispirato alla trama di "Sister Act", è in realtà un'omaggio alla commedia all'italiana, con Cicciuzzo Sconciaforni nei panni di un delinquentello nella turbolenta Italia degli anni Ottanta, costretto a rifugiarsi in convento sotto mentite spoglie, perchè braccato dai servizi segreti deviati, dai servizi segreti sani e perfino da alcuni militanti del Fronte per la Liberazione della Palestina, furiosi con lui per alcune questioni legate al dirottamento dell'Achille Lauro, che verranno chiarite solo alla fine del film. Spacciandosi per Suor Cicciuzza dell'ordine delle Puritane di Maria Maddalena Violata, il protagonista entra in convento, sperando di ritrovare qui la serenità perduta.
Verrà però scoperto dalla madre superiora, che prometterà di mantenere il silenzio solo dietro al pagamento di numerosi pegni sessuali. Un segreto troppo gravoso, che presto suor Cicciuzza confesserà tra le lacrime alla più cara amica, suor Natasha, che lo consolerà fisicamente e moralmente e lo convincerà a rivelare tutto alle altre sorelle. Messa alle strette, la madre superiora accetterà di tenere suor Cicciuzza, purchè nessuno riveli del loro torbido segreto. Il film si conclude con una festa collettiva in cui Cicciuzzo, letteralmente svestitosi dei panni di religiosa, offre la propria virilità all'intero convento. Non mancano scene da commedia sexy, come quella girata nell'orto, in cui una prosperosa sorella, china a raccogliere fragole, mette in forte imbarazzo suor Cicciuzza alzando generosamente la gonna dell'abito a beneficio dello spettatore. (Nella foto, l'ironica locandina del film). Tre anni dopo Cicciuzzo tornerà a parlare di religiosità con il celebre "Marcellino: un dono del Signore", ambientato di nuovo in un convento di suore. Come si può immaginare, Cicciuzzo interpreta Marcellino, un ragazzino imberbe che viene accolto e svezzato sessualmente dalle focose ed esperte sorelle di un convento, con esiti immaginabili. Un classico da recuperare in videoteca.
La tetta trema
di Suchino Visconti
Il dilemma atroce di una ragazza, interpretata da Gesualda Laputtana, sollevato dal suo compagno di banco, un ispiratissimo Cicciuzzo Sconciaforni, durante una noiosa lezione di letteratura italiana: “Preferisci il Verga o la verga?”. Da lì inizia un viaggio metaforico in tutti i pertugi della poetica del grande scrittore siciliano, grazie al piccolo miracolo del Mago Merlano che, in cambio di una stimolazione orogenitale, proietta i due protagonisti direttamente tra le pagine verghiane e più precisamente nel racconto dei Moltavoglia. I Moltavoglia sono una famiglia di erotomani di Aci Trezza in cui il capofamiglia Pappon ‘Ntoni vive presso il bordello del nespolo con il figlio Bastiacazzo e la nuora Maruzza la Troia che ha avuto cinque figli, non si sa bene da chi. “Cicciuzzo, la trama finiamola qui: è noiosissima. Ho capito che senza dubbio la verga è meglio del Verga”. Un’affermazione ricca di pathos quella di Gesualda Laputtana che da il via a una un’ora e mezza di copule casuali in cui, ogni tanto, compare Cicciuzzo su un barchino mentre addenta un panino con le sardine per rimandare al richiamo iniziale all’opera di Giovanni Verga, ambientata tra i pescatori siciliani.
Suor Cicciuzza entra in convento
di Ladislao Pervert
Solo in parte ispirato alla trama di "Sister Act", è in realtà un'omaggio alla commedia all'italiana, con Cicciuzzo Sconciaforni nei panni di un delinquentello nella turbolenta Italia degli anni Ottanta, costretto a rifugiarsi in convento sotto mentite spoglie, perchè braccato dai servizi segreti deviati, dai servizi segreti sani e perfino da alcuni militanti del Fronte per la Liberazione della Palestina, furiosi con lui per alcune questioni legate al dirottamento dell'Achille Lauro, che verranno chiarite solo alla fine del film. Spacciandosi per Suor Cicciuzza dell'ordine delle Puritane di Maria Maddalena Violata, il protagonista entra in convento, sperando di ritrovare qui la serenità perduta.
Verrà però scoperto dalla madre superiora, che prometterà di mantenere il silenzio solo dietro al pagamento di numerosi pegni sessuali. Un segreto troppo gravoso, che presto suor Cicciuzza confesserà tra le lacrime alla più cara amica, suor Natasha, che lo consolerà fisicamente e moralmente e lo convincerà a rivelare tutto alle altre sorelle. Messa alle strette, la madre superiora accetterà di tenere suor Cicciuzza, purchè nessuno riveli del loro torbido segreto. Il film si conclude con una festa collettiva in cui Cicciuzzo, letteralmente svestitosi dei panni di religiosa, offre la propria virilità all'intero convento. Non mancano scene da commedia sexy, come quella girata nell'orto, in cui una prosperosa sorella, china a raccogliere fragole, mette in forte imbarazzo suor Cicciuzza alzando generosamente la gonna dell'abito a beneficio dello spettatore. (Nella foto, l'ironica locandina del film). Tre anni dopo Cicciuzzo tornerà a parlare di religiosità con il celebre "Marcellino: un dono del Signore", ambientato di nuovo in un convento di suore. Come si può immaginare, Cicciuzzo interpreta Marcellino, un ragazzino imberbe che viene accolto e svezzato sessualmente dalle focose ed esperte sorelle di un convento, con esiti immaginabili. Un classico da recuperare in videoteca.
sabato 27 giugno 2009
Nuova giunta provinciale
E' già pronta la nuova giunta di Tiziana Virgili, che guiderà la Provincia per i prossimi cinque anni. "Non è stato difficile sceglierli - ci confida - E' bastato selezionare solo volti giovani, idee fresche e persone originali. Di lì in avanti il cammino è proseguito in discesa". I dieci assessori (che vedete nella foto) affiancheranno la nuova presidente nel governo del Polesine, mettendo in campo competenze, progetti innovativi e un pizzico di eccentricità. E per sedare da subito le polemiche sul numero di assessori, per alcuni eccessivamente alto, come prima iniziativa si abbasseranno lo stipendio a milleduecento euro a testa. "E' sempre più di quello che prendo a fare la telefonista in un call center", ci spiega ridendo Ippolita Pindemonte, neo assessora ai Lavori Pubblici (la prima da sinistra).
"Quando mi ha chiamato la Tiziana - ci racconta Giancarlo Chinaglia, ex assessore all'Ambiente - ho pensato che volesse propormi di ritornare a Palazzo Celio e stavo per risponderle male. Invece mi ha chiesto consiglio, perchè voleva presentarmi un giovine per quello che era stato il mio assessorato. L'ho incontrato e ci siamo piaciuti subito". Il successore di Chinaglia sarà Viktor Mendoza, di nazionalità belga ma da mesi in Erasmus all'Università di Rovigo (è il secondo da sinistra). "E' un ragazzo dalle idee chiare - dice Chinaglia - Come molti darà l'idea di essere inesperto, ma è integerrimo. Confido che il suo approccio un po' naif alla politica saprà essere un elemento di innovazione, anzichè di debolezza". La giunta sarà presentata ufficialmente la prossima settimana nella sala riunioni della massoneria, alla presenza del venerabile Orlando Lupani.
venerdì 26 giugno 2009
Lettera del Comitato di Redazione
Ieri mattina siamo stati convocati dal coordinatore del blog per discutere delle prospettive future di questa illustre testata. Abbiamo convenuto con lui che questo blog ha già raggiunto alcuni degli obiettivi fissati a breve termine: il crollo verticale delle visite, praticamente dimezzatesi nell'arco di sei mesi, ha dimostrato il successo della nostra scelta elitaria e snob. Tutti noi siamo lieti di avere contribuito ai buoni esiti dell'iniziativa.
Abbiamo però appreso che Monello Vianello intende concedersi lunghe pause di riposo per godersi la vita. "Non è possibile che a quasi sessant'anni io non abbia mai avuto la sifilide!", ci ha detto, mentre preparava la valigia davanti a noi. Pur rispettando la sua scelta, abbiamo fatto notare che una sua defezione metterebbe in crisi la periodicità del blog, finora aggiornato con grande costanza, non senza salti mortali da parte di tutti. Gli abbiamo inoltre fatto notare che sono in atto collaborazioni con autorevoli firme, come la rubrica domenicale di Cicciuzzo Sconciaforni, la cui interruzione rischierebbe di farci pagare una penale smisurata. Inoltre Cirino Baffino stava per varare in questi giorni una rubrica di posta in cui rispondere alle lettere dei pochi visitatori rimasti. Contavamo inoltre sulla disponibilità di Celio Rodigino, con i suoi aggiornamenti dal favoloso mondo di Pipponia. Insomma, carne al fuoco ce n'è assai.
Dopo una vivace discussione, abbiamo raggiunto il seguente accordo: Monello Vianello si concederà un meritato periodo di riposo dalle scemenze terrene, lasciando tuttavia al team di creativi la facoltà di tenere in vita il blog. Proseguiranno come previsto le recensioni dei film di Cicciuzzo Sconciaforni e a breve verranno proposte nuove rubriche. Monello Vianello ha anche promesso di non disimpegnarsi completamente dal blog, pur chiedendo di essere liberato dall'opprimente vincolo della cadenza giornaliera.
Il blog, in definitiva, prosegue, ma temporaneamente privo di una periodicità definita, almeno finchè lo staff non sarà in grado di garantire di nuovo almeno la cadenza giornaliera. Ci sembra un equo compromesso. Buona lettura.
Abbiamo però appreso che Monello Vianello intende concedersi lunghe pause di riposo per godersi la vita. "Non è possibile che a quasi sessant'anni io non abbia mai avuto la sifilide!", ci ha detto, mentre preparava la valigia davanti a noi. Pur rispettando la sua scelta, abbiamo fatto notare che una sua defezione metterebbe in crisi la periodicità del blog, finora aggiornato con grande costanza, non senza salti mortali da parte di tutti. Gli abbiamo inoltre fatto notare che sono in atto collaborazioni con autorevoli firme, come la rubrica domenicale di Cicciuzzo Sconciaforni, la cui interruzione rischierebbe di farci pagare una penale smisurata. Inoltre Cirino Baffino stava per varare in questi giorni una rubrica di posta in cui rispondere alle lettere dei pochi visitatori rimasti. Contavamo inoltre sulla disponibilità di Celio Rodigino, con i suoi aggiornamenti dal favoloso mondo di Pipponia. Insomma, carne al fuoco ce n'è assai.
Dopo una vivace discussione, abbiamo raggiunto il seguente accordo: Monello Vianello si concederà un meritato periodo di riposo dalle scemenze terrene, lasciando tuttavia al team di creativi la facoltà di tenere in vita il blog. Proseguiranno come previsto le recensioni dei film di Cicciuzzo Sconciaforni e a breve verranno proposte nuove rubriche. Monello Vianello ha anche promesso di non disimpegnarsi completamente dal blog, pur chiedendo di essere liberato dall'opprimente vincolo della cadenza giornaliera.
Il blog, in definitiva, prosegue, ma temporaneamente privo di una periodicità definita, almeno finchè lo staff non sarà in grado di garantire di nuovo almeno la cadenza giornaliera. Ci sembra un equo compromesso. Buona lettura.
giovedì 25 giugno 2009
Nuove fantastiche avventure! - Parte ultima
Ero lì lì per impiccarmi al lampadario con un collant da donna, quando un'altra decisione si fece largo nella mia testa. Dovevo fare qualcosa per me stesso. Utilizzando una mia personale variazione della meditazione sufi mi traslai nel me stesso del 2009, cioè adesso. Ed ecco la conclusione di questa mia premessa.
Sono il Monello Vianello del 2019 traslato dieci anni indietro nel tempo. Ho visto abbastanza del mio futuro per sapere che nemmeno dopo ottomila post avrò raggiunto gli obiettivi originari di questo blog, che erano: 1) destabilizzare l'ordine costituito; 2) creare una nuova stirpe di superuomini; 3) incoraggiare la ripresa dei programmi per l'esplorazione della Luna. Tutto quello che avevo scritto in dieci anni mi sembrava piuttosto futile. Avevo passato dieci anni della mia vita all'interno di un blog. Il momento più eccitante era stato il rientro in città dopo il lungo esilio a Prypiat. Ma non mi era venuto a salutare nessuno.
Avere una panoramica dei prossimi dieci anni di vita mi offriva dunque materiale cognitivo sufficiente per prendere una decisione più che ponderata: uscire a fare due passi. Buttai giù poche righe di quello che sarebbe stato il mio ultimo post.
Monello Vianello calcò in testa un vecchio panama. Aprì la porta. Fuori era il 2009. Chiuse la porta alle sue spalle e non rientrò più.
mercoledì 24 giugno 2009
Nuove fantastiche avventure! - Parte prima
Ieri sera mi trovavo nel 2019 e avevo appena finito di scrivere, sollazzandomi, il post numero ottomila di questo bellissimo blog. Mentre battevo le mani a me stesso e ridevo a crepapelle a causa della mia simpatia, fuori infuriava una forte tempesta monsonica.
"Fortuna che sto al terzo piano", pensavo, mentre onde anomale spazzavano via i pedoni sul viale sottostante. Rilessi l'ottomillesimo post, molto soddisfatto, tanto che mi accesi una sigaretta trovata in corridoio un paio di giorni prima e decisi, ma sì!, di versarmi due dita di quel buon vinello in cartone che avevo rubato a un barbone qualche giorno fa. Avevo concluso una nuova puntata del mio blog che da anni dilettava schiere di polesani. Brindai con me stesso, mentre un ragno solitario risaliva una lunga ragnatela tra il muro ammuffito della cucina e la credenza marcita di mia nonna. Mi chiedevo quale sarebbe stato il prossimo post. Dopo migliaia di puntate è difficile trovare qualcosa di originale. Fuori colpi di vento a trecento chilometri orari spezzavano i rami degli alberi e mandavano in frantumi le antenne della televisione.
Mi accorsi che stavo ridendo da solo. Mi capitava spesso. Del resto nel mio palazzo abitavo ormai solo io. Gli anziani vicini di casa erano tutti morti e gli affitti ormai erano troppo alti per una coppia di sposini con un lavoro precario e un figlio da mantenere. Le giunte comunali degli ultimi anni avevano lasciato intaccati i privilegi degli immobiliaristi, ma per impedire che il centro cadesse in mano a famiglie di prolifici cinesi, li avevano espulsi tutti. Così ormai in centro abitavamo io e qualche decina di ricconi. Il mio palazzo stava andando a pezzi. Il pavimento della camera si era sfondato e potevo vedere il salotto dell'appartamento sottostante.
Mi assalì l'angoscia. Cosa avrei preparato per il giorno dopo? Non avevo più idee! Magari una notte di sonno mi avrebbe regalato qualcuno dei miei sogni deliranti, da cui trarre ispirazione. Perchè no? Al limite avrei riciclato qualche vecchia cagata. D'altro canto erano anni che svolgevo una funzione sociale fondamentale per l'opinione pubblica rodigina. Non potevo deludere i miei fans, anche se a dire il vero il mio blog riceveva non più di quindici visite al giorno da chissà quanto tempo. Vabbè, ma il successo non lo misura mica un contavisite, mi dissi, guardando il bel libro di fiabe di Esopo sulla mia scrivania.
(continua e finisce domani)
"Fortuna che sto al terzo piano", pensavo, mentre onde anomale spazzavano via i pedoni sul viale sottostante. Rilessi l'ottomillesimo post, molto soddisfatto, tanto che mi accesi una sigaretta trovata in corridoio un paio di giorni prima e decisi, ma sì!, di versarmi due dita di quel buon vinello in cartone che avevo rubato a un barbone qualche giorno fa. Avevo concluso una nuova puntata del mio blog che da anni dilettava schiere di polesani. Brindai con me stesso, mentre un ragno solitario risaliva una lunga ragnatela tra il muro ammuffito della cucina e la credenza marcita di mia nonna. Mi chiedevo quale sarebbe stato il prossimo post. Dopo migliaia di puntate è difficile trovare qualcosa di originale. Fuori colpi di vento a trecento chilometri orari spezzavano i rami degli alberi e mandavano in frantumi le antenne della televisione.
Mi accorsi che stavo ridendo da solo. Mi capitava spesso. Del resto nel mio palazzo abitavo ormai solo io. Gli anziani vicini di casa erano tutti morti e gli affitti ormai erano troppo alti per una coppia di sposini con un lavoro precario e un figlio da mantenere. Le giunte comunali degli ultimi anni avevano lasciato intaccati i privilegi degli immobiliaristi, ma per impedire che il centro cadesse in mano a famiglie di prolifici cinesi, li avevano espulsi tutti. Così ormai in centro abitavamo io e qualche decina di ricconi. Il mio palazzo stava andando a pezzi. Il pavimento della camera si era sfondato e potevo vedere il salotto dell'appartamento sottostante.
Mi assalì l'angoscia. Cosa avrei preparato per il giorno dopo? Non avevo più idee! Magari una notte di sonno mi avrebbe regalato qualcuno dei miei sogni deliranti, da cui trarre ispirazione. Perchè no? Al limite avrei riciclato qualche vecchia cagata. D'altro canto erano anni che svolgevo una funzione sociale fondamentale per l'opinione pubblica rodigina. Non potevo deludere i miei fans, anche se a dire il vero il mio blog riceveva non più di quindici visite al giorno da chissà quanto tempo. Vabbè, ma il successo non lo misura mica un contavisite, mi dissi, guardando il bel libro di fiabe di Esopo sulla mia scrivania.
(continua e finisce domani)
martedì 23 giugno 2009
Attentato fallito a Papozze
Volevano distruggere Papozze con un'arma atomica per vendicare l'offesa dei manifesti atei attaccati in giro per la città.
Il terribile attentato è stato sventato dalle forze dell'ordine, che ieri hanno fatto irruzione nel sotterraneo di un'abitazione di Bagnolo Po, di proprietà di Ottavio Sabani, fondatore della Chiesa del Cristo Sanguinario, formalmente non riconosciuta da Roma (nella foto, mentre immola i figli al Signore nella piscina di casa). Sabani, noto in paese per le critiche al parroco, reo di non punire con la frusta chi non prende la comunione ai matrimoni, è riuscito a dileguarsi prima dell'arrivo della Polizia. Ma nel suo scantinato sono stati trovati documenti scottanti, che provano come la sua setta religiosa intendesse attuare un delirante piano contro la comunità di Papozze. Non era bastato a Ottavio l'intervento delle forze armate per riportare l'ordine in un paese fortemente turbato dall'iniziativa di un esponente dell'Uaar. Lui, si legge nel piano, voleva dare una lezione a tutto il Polesine, "giacchè il seme della malapianta è stato seminato e, se l'ira di Dio con il suo fuoco non provvederà a cancellarne perfino il ricordo nella Storia, germogli di Satana sboccerano ben presto in tutte le comunità, corrompendo la purezza e la grandezza del disegno divino".
L'idea di base di Sabani era di spazzare via Papozze con un'arma atomica comprata in saldo al mercato nero della Transnistria, dove ormai si trova di tutto. Poi il merito di tutto sarebbe stato attribuito all'Onnipotente, millantando un suo intervento nello stile di Sodoma e Gomorra. "Ah, se il Signore facesse agonizzare nel sangue e nel fuoco le orde di laidi peccatori che scorrazzano impuniti per la nostra terra - scrive Sabani - Ma forse proprio il Signore ci vuole mettere alla prova. Vuole vedere se proviamo Amore. Vuole un segno. E noi gli dimostreremo il nostro Amore. Gli diremo che il messaggio è arrivato chiaro. E non vorremo il merito di questo bellissimo Olocausto, perchè il merito è del Signore, suo è il grande disegno che ci ha portati fino a qui".
Secco il giudizio della gente del paese: "Guardi, quello non solo è un mitomane - ci dice Ugolina Sgrondon, trasferitasi qui da Boara Pisani per protesta contro il casello ribattezzato Rovigo Nord -. Ma è solo una facciata: tutti sanno che quello lì andava a troie tutte le settimane, alla faccia della moglie. D'altro canto si sa... più sono devoti in pubblico, più sono sporcaccioni in privato. Lo sa cosa mi diceva la cognata? Che si eccitava sentendo gli urletti di Mila e Shiro mentre guardava la Tv con i figli. Guardi, è proprio uno schifo!"
Il terribile attentato è stato sventato dalle forze dell'ordine, che ieri hanno fatto irruzione nel sotterraneo di un'abitazione di Bagnolo Po, di proprietà di Ottavio Sabani, fondatore della Chiesa del Cristo Sanguinario, formalmente non riconosciuta da Roma (nella foto, mentre immola i figli al Signore nella piscina di casa). Sabani, noto in paese per le critiche al parroco, reo di non punire con la frusta chi non prende la comunione ai matrimoni, è riuscito a dileguarsi prima dell'arrivo della Polizia. Ma nel suo scantinato sono stati trovati documenti scottanti, che provano come la sua setta religiosa intendesse attuare un delirante piano contro la comunità di Papozze. Non era bastato a Ottavio l'intervento delle forze armate per riportare l'ordine in un paese fortemente turbato dall'iniziativa di un esponente dell'Uaar. Lui, si legge nel piano, voleva dare una lezione a tutto il Polesine, "giacchè il seme della malapianta è stato seminato e, se l'ira di Dio con il suo fuoco non provvederà a cancellarne perfino il ricordo nella Storia, germogli di Satana sboccerano ben presto in tutte le comunità, corrompendo la purezza e la grandezza del disegno divino".
L'idea di base di Sabani era di spazzare via Papozze con un'arma atomica comprata in saldo al mercato nero della Transnistria, dove ormai si trova di tutto. Poi il merito di tutto sarebbe stato attribuito all'Onnipotente, millantando un suo intervento nello stile di Sodoma e Gomorra. "Ah, se il Signore facesse agonizzare nel sangue e nel fuoco le orde di laidi peccatori che scorrazzano impuniti per la nostra terra - scrive Sabani - Ma forse proprio il Signore ci vuole mettere alla prova. Vuole vedere se proviamo Amore. Vuole un segno. E noi gli dimostreremo il nostro Amore. Gli diremo che il messaggio è arrivato chiaro. E non vorremo il merito di questo bellissimo Olocausto, perchè il merito è del Signore, suo è il grande disegno che ci ha portati fino a qui".
Secco il giudizio della gente del paese: "Guardi, quello non solo è un mitomane - ci dice Ugolina Sgrondon, trasferitasi qui da Boara Pisani per protesta contro il casello ribattezzato Rovigo Nord -. Ma è solo una facciata: tutti sanno che quello lì andava a troie tutte le settimane, alla faccia della moglie. D'altro canto si sa... più sono devoti in pubblico, più sono sporcaccioni in privato. Lo sa cosa mi diceva la cognata? Che si eccitava sentendo gli urletti di Mila e Shiro mentre guardava la Tv con i figli. Guardi, è proprio uno schifo!"
lunedì 22 giugno 2009
L'analisi del voto
E poi smettila di chiamarmi così. Scusate. Ero al telefono con mia madre. Venendo a noi, abbiamo come sempre l'onore di approfondire le grandi tematiche di questi giorni, ossia il risultato del voto di domenica e ieri, con un ospite di grande prestigio. Trattasi del professor Ernesto Ravazzoli (nella foto), docente dell'Università di Bengasi, corsivista della prestigiosa testata tedesca Der Spiegel, autore del libro "Come dimagrire trenta chili scopando". Ma come! - diranno i più acculturati tra di voi - Ravazzoli è morto dieci anni fa! Ebbene, questa intervista ci è stata rilasciata nel 1984, mentre bevevamo vodka la sera successiva ai funerali di Yuri Andropov. La Lega Lombarda sarebbe nata poco tempo dopo e nel giugno successivo sarebbero morti anche Enrico Berlinguer e Antonio Bisaglia. Insomma, lo scenario politico era leggermente diverso, ma Ravazzoli già allora si prestò a commentare, per scommessa, le elezioni del 2009. Abbiamo tenuto nel cassetto questa intervista, che finalmente possiamo pubblicare nella sua integralità. E la pubblichiamo PRIMA che arrivino i risultati, per dimostrare la nostra buona fede!
Caro Ernesto, un risultato storico, non trovi?
Bah. Posso solo dire che non fa molta differenza la vittoria dell'uno o dell'altro, almeno dal punto di vista politico. Negli ultimi venticinque anni il livello etico e culturale del paese è crollato vertiginosamente e questo si rispecchia nella politica. Credi che con questo presidente ci sarà qualche cambiamento? No, alla fine vedrai che andrà come sempre: spartizione degli assessorati e largo agli scaldapoltrone negli enti secondari. Quanto ai valori di questa coalizione, che ti devo dire... Una società di merda può solo eleggere gente di merda.
Questo ripropone la questione morale come priorità per la politica?
Fuffa. Stronzate. Cazzate. La questione morale non può essere impugnata da gente immorale. E poi, che cazzo, sono stufo di sentirmi citare Berlinguer, quel faccia da culo che voleva fare gli accordi con i democristiani. Puah! Sai chi è l'eroe del nostro secolo? Leopoldo Mastelloni.
Vabbè. Un'ultima domanda: e adesso?
E adesso cosa? Destra o sinistra, chiunque vinca ha già dimostrato in questi anni di avere come unico interesse mantenere i privilegi acquisiti e amministrare l'esistente. E' significativo che nel dibattito elettorale si sia sentito parlare solo di infrastrutture, economia, famiglie, partite Iva. Sono finiti fuori dal dibattito gli immigrati, i gay, le coppie di fatto, la cultura, gli spazi pubblici, le minoranze. Si è parlato solo di cagate e spesso si è parlato in modo autoreferenziale. Cosa vuoi che cambi?
Caro Ernesto, un risultato storico, non trovi?
Bah. Posso solo dire che non fa molta differenza la vittoria dell'uno o dell'altro, almeno dal punto di vista politico. Negli ultimi venticinque anni il livello etico e culturale del paese è crollato vertiginosamente e questo si rispecchia nella politica. Credi che con questo presidente ci sarà qualche cambiamento? No, alla fine vedrai che andrà come sempre: spartizione degli assessorati e largo agli scaldapoltrone negli enti secondari. Quanto ai valori di questa coalizione, che ti devo dire... Una società di merda può solo eleggere gente di merda.
Questo ripropone la questione morale come priorità per la politica?
Fuffa. Stronzate. Cazzate. La questione morale non può essere impugnata da gente immorale. E poi, che cazzo, sono stufo di sentirmi citare Berlinguer, quel faccia da culo che voleva fare gli accordi con i democristiani. Puah! Sai chi è l'eroe del nostro secolo? Leopoldo Mastelloni.
Vabbè. Un'ultima domanda: e adesso?
E adesso cosa? Destra o sinistra, chiunque vinca ha già dimostrato in questi anni di avere come unico interesse mantenere i privilegi acquisiti e amministrare l'esistente. E' significativo che nel dibattito elettorale si sia sentito parlare solo di infrastrutture, economia, famiglie, partite Iva. Sono finiti fuori dal dibattito gli immigrati, i gay, le coppie di fatto, la cultura, gli spazi pubblici, le minoranze. Si è parlato solo di cagate e spesso si è parlato in modo autoreferenziale. Cosa vuoi che cambi?
domenica 21 giugno 2009
Les cahiers du Cicciuzzo/3
Terza puntata dell'apprezzatissima rubrica a cura di Cicciuzzo Sconciaforni, che ogni settimana recensisce un paio di titoli della sua sterminata produzione cinematografica. Una mini enciclopedia sul divo dell'eros polesano che finalmente colma un vuoto di conoscenza durato davvero troppo tempo.
Ogni scarafone s’accoppia a mamma sua
di Pompino De Filippo
Ambientato a Napoli è liberamente tratto dalla Metamorfosi di Franz Kafka. Protagonista è Gregor Samsex, interpretato da Cicciuzzo Sconciaforni, un oscuro impiegato del catasto che una mattina si sveglia trasformato in un enorme scarafaggio. Temendo le ire del ministro Brunetta prova comunque a recarsi al lavoro, ma non trova una cravatta che non lo faccia sentire a disagio. L’unica a non mostrare disgusto è la signora Pupella, madre dello sfortunato Gregor che cerca di consolarlo in tutti i modi. Il punto di svolta arriva quando entra in scena un medico veneto, il dottor Lino Gerolin che di fronte alle pressanti richieste di aiuto di Gregor contravviene al giuramento di Ippocrate. Così lo sfortunato viene liquidato con una volgare risposta vernacolare veneziana: “Ma va in figa de to mare”. Un invito che viene preso alla lettera, dando vita a un rapporto incestuoso ma non per questo privo di poesia. Al solito c’è un lieto fine. Nell’ultima scena compare non si capisce bene da dove un principe azzurro che si inserisce creando un vivace menage a trois e con un bacio appassionato riporterà Gregor nuovamente a forma umana. Imperdibile l’intermezzo non sense della speedy pizza ninfomane che irrompe in scena con una pizza alla salsiccia piccante: “Siamo pur sempre a Napoli o no?”. (Nell'immagine il fotogramma del terribile risveglio del povero Gregor.)
Torero!
di e con Cicciuzzo Sconciaforni
Cicciuzzo Sconciaforni, per la prima volta anche alla regia, è un ragazzo sovrappeso ed emarginato che nella Spagna post franchista cerca il riscatto sociale diventando torero. Deriso e umiliato dal matador Miguel Steccadura, si vendicherà dapprima seducendone la propserosa moglie Meretra, poi intrecciando una relazione omosessuale con il primogenito Alvaro. Infuriato, il matador sfiderà Cicciuzzo Sconciaforni a una sanguinosa corrida in cui tutti combatteranno contro tutti e il toro avrà un ruolo determinante nel determinare le sorti della battaglia. Sarà ovviamente Cicciuzzo a vincere, dopo avere sfinito l'animale in modo non cruento e anzi piacevole. "Non è sempre necessario prenderlo per le corna", esclamerà, asciugandosi le mani sulla calzamaglia dell'avversario in segno di scherno.
Memorabile la scena di sesso gay, in cui Cicciuzzo sfrutta la prosperosità del proprio petto per regalare al dotato Alvaro un'inusuale esperienza sessuale. "Non potevo parlare della Spagna senza parlare della spagnola - spiega l'attore - Ma non avrei mai permesso che una donna mi rubasse il momento clou del film".
Ogni scarafone s’accoppia a mamma sua
di Pompino De Filippo
Ambientato a Napoli è liberamente tratto dalla Metamorfosi di Franz Kafka. Protagonista è Gregor Samsex, interpretato da Cicciuzzo Sconciaforni, un oscuro impiegato del catasto che una mattina si sveglia trasformato in un enorme scarafaggio. Temendo le ire del ministro Brunetta prova comunque a recarsi al lavoro, ma non trova una cravatta che non lo faccia sentire a disagio. L’unica a non mostrare disgusto è la signora Pupella, madre dello sfortunato Gregor che cerca di consolarlo in tutti i modi. Il punto di svolta arriva quando entra in scena un medico veneto, il dottor Lino Gerolin che di fronte alle pressanti richieste di aiuto di Gregor contravviene al giuramento di Ippocrate. Così lo sfortunato viene liquidato con una volgare risposta vernacolare veneziana: “Ma va in figa de to mare”. Un invito che viene preso alla lettera, dando vita a un rapporto incestuoso ma non per questo privo di poesia. Al solito c’è un lieto fine. Nell’ultima scena compare non si capisce bene da dove un principe azzurro che si inserisce creando un vivace menage a trois e con un bacio appassionato riporterà Gregor nuovamente a forma umana. Imperdibile l’intermezzo non sense della speedy pizza ninfomane che irrompe in scena con una pizza alla salsiccia piccante: “Siamo pur sempre a Napoli o no?”. (Nell'immagine il fotogramma del terribile risveglio del povero Gregor.)
Torero!
di e con Cicciuzzo Sconciaforni
Cicciuzzo Sconciaforni, per la prima volta anche alla regia, è un ragazzo sovrappeso ed emarginato che nella Spagna post franchista cerca il riscatto sociale diventando torero. Deriso e umiliato dal matador Miguel Steccadura, si vendicherà dapprima seducendone la propserosa moglie Meretra, poi intrecciando una relazione omosessuale con il primogenito Alvaro. Infuriato, il matador sfiderà Cicciuzzo Sconciaforni a una sanguinosa corrida in cui tutti combatteranno contro tutti e il toro avrà un ruolo determinante nel determinare le sorti della battaglia. Sarà ovviamente Cicciuzzo a vincere, dopo avere sfinito l'animale in modo non cruento e anzi piacevole. "Non è sempre necessario prenderlo per le corna", esclamerà, asciugandosi le mani sulla calzamaglia dell'avversario in segno di scherno.
Memorabile la scena di sesso gay, in cui Cicciuzzo sfrutta la prosperosità del proprio petto per regalare al dotato Alvaro un'inusuale esperienza sessuale. "Non potevo parlare della Spagna senza parlare della spagnola - spiega l'attore - Ma non avrei mai permesso che una donna mi rubasse il momento clou del film".
sabato 20 giugno 2009
Fine delle alleanze internazionali
Si conclude alla vigilia delle elezioni la stagione delle alleanze internazionali, che aveva visto protagonisti numerosi elementi di spicco del panorama politico locale, assieme a figure chiave di alcuni dei paesi più interessanti nell'attuale quadro geopolitico. Il Polesine, insomma, torna isolato e rinchiuso nel proprio orticello, e non poteva essere altrimenti.
Il primo a dire basta è stato il Caro Leader Kim Jong-Il, in questi giorni impegnato in una delicata successione e preso a risolvere alcune diatribe con i paesi confinanti, a causa del riavvio del programma nucleare militare nella Repubblica Democratica della Corea del Nord. "Annuncio la rottura della partnership internazionale con Beppe Osti - scrive il Caro Leader in una lettera - Ritengo infatti che la spinta rivoluzionaria del centrodestra di Antonello Contiero si sia esaurita. Ho dato il mio appoggio all'amico Beppe e al candidato del centrodestra, nella convinzione che avrebbero saputo condurre ad un radicale cambiamento la società polesana, oppressa da una classe dirigente vetusta e autoreferenziale, per non dire disonesta. Ho ragione di credere che la rivoluzione promessa sia solo un'operazione di facciata, che in realtà condurrà a una sostituzione della classe dirigente che di fatto sarà una restaurazione dei privilegi e delle clientele a cui abbiamo assistito fino ad oggi. Mio figlio Kim Jong-Un condivide questa scelta ed esprime il proprio biasimo per lo scarso impegno profuso nell'attuazione di un vero socialismo in chiave polesana".
Clamoroso anche il due di picche del leader maoista Prachanda, che ieri è intervenuto al convegno organizzato da Unindustria Rovigo sui rapporti con Cina e India, potenze economiche emergenti a cui le imprese polesane guardano con attenzione. "Rivolgo un messaggio chiaro all'amico Guglielmo Brusco, che mesi fa partecipò alla nostra esperienza rivoluzionaria, aiutandomi a realizzare il servizio sanitario nepalese. Posso anche comprendere l'esigenza di fronteggiare l'avanzata delle forze reazionarie e xenofobe nella tua provincia. Ma non è tollerabile la tua alleanza con i conservatori del Pd e addirittura con chi proviene da un'esperienza politica erede del Partito Fascista. Caro Guglielmo, lasciami dire che è un grande errore: le destre si combattono opponendo idee e valori, non numeri e percentuali. Tu ben sai, se hai seguito le mie personali vicende, che si può e si deve rinunciare anche alla poltrona, pur di difendere la propria integrità".
Grandi eventi sportivi a Rovigo
L'Hide & Seek International Cup di luglio si terrà a Rovigo. Lo annuncia la Figtp - Federazione Italiana Giochi della Tradizione Popolare, con un comunicato inviato al presidente dell'Interporto, Giuseppe Fini.
Proprio nel prestigioso spazio intermodale di Borsea si terranno le gare, che prevedono l'utilizzo di capannoni ed edifici per dare vita ad un lungo torneo di nascondino con oltre ottocento partecipanti. Sarà l'ex presidente Mario Borgatti a inaugurare la conta ufficiale, secondo le regole stabilite dall'Hide & Seek International Committee di Harvard nel lontano 1766. Festante il presidente Fini: "E' soprattutto una rivincita nei confronti di quegli stronzi del Censer - dichiara tronfio -. Tutti sanno che Borgato avrebbe voluto ospitare lui il torneo di nascondino nei grandi padiglioni dell'area fiere. Vi sta bene, dopo quello che avete combinato con il bando per la vendita di Rovigo Fiere! Ah! Ah! Ora vi toccherà tirare a campare con fiere inutili!"
Sdegnata la risposta di Massimo Borgato, che precisa di avere già in programma fiere prestigiose: "La prossima settimana ci sarà la fiera del libro invenduto - spiega - E' un'interessante iniziativa che presenta numerose pubblicazioni altrimenti destinate al macero. Tra questi flop editoriali potrebbero esserci, perchè no?, anche capolavori incompresi che oggi verranno riscoperti. Ci sono già alcuni dati da record: ad esempio, il numero più alto di copie di Bastogne di Enrico Brizzi concentrate nello stesso posto". Quanto agli eventi sportivi, Borgato rammenta non solo i campionati europei di scherma, ma soprattutto la prima mondiale del Torneo di Sciabola e Fioretto per la Terza Età, ospitato proprio al Censer, grazie a una convenzione con numerose case di riposo. "E' stato un grande evento dai risvolti sociali. Si pensi al premio messo in palio dall'Iras, che ha dato al vincitore uno sconto del 3% sulla retta del mese di giugno e la possibilità di intervenire in diretta a Telestense per raccontare un episodio della Seconda Guerra Mondiale vissuto in prima persona. Abbiamo avuto numerose attestazioni di stima per quell'evento, che ora speriamo di ripetere, anche se i fondi sono sempre più risicati".
Proprio nel prestigioso spazio intermodale di Borsea si terranno le gare, che prevedono l'utilizzo di capannoni ed edifici per dare vita ad un lungo torneo di nascondino con oltre ottocento partecipanti. Sarà l'ex presidente Mario Borgatti a inaugurare la conta ufficiale, secondo le regole stabilite dall'Hide & Seek International Committee di Harvard nel lontano 1766. Festante il presidente Fini: "E' soprattutto una rivincita nei confronti di quegli stronzi del Censer - dichiara tronfio -. Tutti sanno che Borgato avrebbe voluto ospitare lui il torneo di nascondino nei grandi padiglioni dell'area fiere. Vi sta bene, dopo quello che avete combinato con il bando per la vendita di Rovigo Fiere! Ah! Ah! Ora vi toccherà tirare a campare con fiere inutili!"
Sdegnata la risposta di Massimo Borgato, che precisa di avere già in programma fiere prestigiose: "La prossima settimana ci sarà la fiera del libro invenduto - spiega - E' un'interessante iniziativa che presenta numerose pubblicazioni altrimenti destinate al macero. Tra questi flop editoriali potrebbero esserci, perchè no?, anche capolavori incompresi che oggi verranno riscoperti. Ci sono già alcuni dati da record: ad esempio, il numero più alto di copie di Bastogne di Enrico Brizzi concentrate nello stesso posto". Quanto agli eventi sportivi, Borgato rammenta non solo i campionati europei di scherma, ma soprattutto la prima mondiale del Torneo di Sciabola e Fioretto per la Terza Età, ospitato proprio al Censer, grazie a una convenzione con numerose case di riposo. "E' stato un grande evento dai risvolti sociali. Si pensi al premio messo in palio dall'Iras, che ha dato al vincitore uno sconto del 3% sulla retta del mese di giugno e la possibilità di intervenire in diretta a Telestense per raccontare un episodio della Seconda Guerra Mondiale vissuto in prima persona. Abbiamo avuto numerose attestazioni di stima per quell'evento, che ora speriamo di ripetere, anche se i fondi sono sempre più risicati".
venerdì 19 giugno 2009
Il dio dalla testa di Totano
Gli ex assessori provinciali Guglielmo Brusco e Lucia Riberto hanno siglato un accordo per lo scioglimento di Rifondazione Comunista e l'ingresso nel Pd.
A scoprirlo è stata la militante del partito Natalina Bauscia, che ieri sera si è recata presso la sede di Corso del Popolo, trovandola sbarrata. Sulla porta, un cartello con una scritta a pennarello avvisava che la sede era in vendita, causa trasferimento in via Mure. Poco c'è voluto a fare due più due. La Bauscia è lestamente corsa alla sede del Pd, dove ha visto i due massimi dirigenti dell'ex Prc bindare allegramente sotto il ritratto di De Gasperi, in compagnia di Gabriele Frigato, Tiziana Virgili, Gigi Osti, Angelo Zanellato, Massimo Borgato, Nello Chendi e altri pregiati esponenti del partito. "Ero andata in sede per chiedere se mi autorizzavano a tesserare me e mia cugina, visto che era un mese che non ricevevo risposta in merito - racconta Natalina - Sono davvero stupefatta. Mi ero molto galvanizzata durante la campagna elettorale e ritenevo lo smarcamento di Rifondazione dal Pd un passo significativo per creare un vero grande movimento di sinistra. Ma certo con il senno di poi quello di Brusco e la Riberto mi pare un passo inevitabile".
I leader, tuttavia, hano dimenticato di avvisare la base del partito, composta, dopo anni di gestione oculata, da ben trentasette militanti in tutto il Polesine. "Era fissata una riunione e un compagno mi aveva invitato a partecipare - ci racconta Olaf Bortoloni, venuto da Sariano apposta - Invece ci siamo trovati tutti sul marciapiede a cercare di capire perchè nessuno ci aprisse. Solo quando qualcuno è riuscito a chiamare Brusco a casa abbiamo saputo la verità. Peccato. Vorrà dire che mi iscriverò a una compagnia di teatro amatoriale per impegnarmi le serate".
Brusco, tuttavia, ha motivato la sofferta decisione. "Ho fatto un sogno, due sere fa - racconta - Ho sognato che un dio gigantesco dalla testa di Totano mi raggiungeva mentre passeggiavo con la mia famiglia nella terra dei kiwi. Mi gridava con gli occhi infiammati che avevo ottenuto grandi successi a queste elezioni, percentuali a due zeri per premiare candidati validi. Profetizzava che di questo passo avrei contribuito alla rinascita di un partito di sinistra, raccogliendo i delusi dal Pd, ormai divenuto un partito centristra. Beh, mi sono svegliato con l'angoscia". Brusco avrebbe chiamato la Riberto nel cuore della notte, scoprendo che anch'ella aveva fatto lo stesso sogno. "Non posso sopportare una simile responsabilità - avrebbe replicato lei - I miei nervi cederebbero". Anche Brusco, preoccupato di possibili scompensi cardiocircolatori di fronte a una vittoria, avrebbe convenuto che era meglio fermare tutto prima che fosse troppo tardi. "E' stata la scelta giusta, ultima di tante scelte azzeccate fatta da questa dirigenza. Credo che lasceremo un buon ricordo di noi in chi in questi anni ha militato nelle fila di Rifondazione. A loro chiediamo un aiuto per vendere la vecchia sede ad un prezzo vantaggioso, per finanziare la prossima campagna elettorale del Pd".
A scoprirlo è stata la militante del partito Natalina Bauscia, che ieri sera si è recata presso la sede di Corso del Popolo, trovandola sbarrata. Sulla porta, un cartello con una scritta a pennarello avvisava che la sede era in vendita, causa trasferimento in via Mure. Poco c'è voluto a fare due più due. La Bauscia è lestamente corsa alla sede del Pd, dove ha visto i due massimi dirigenti dell'ex Prc bindare allegramente sotto il ritratto di De Gasperi, in compagnia di Gabriele Frigato, Tiziana Virgili, Gigi Osti, Angelo Zanellato, Massimo Borgato, Nello Chendi e altri pregiati esponenti del partito. "Ero andata in sede per chiedere se mi autorizzavano a tesserare me e mia cugina, visto che era un mese che non ricevevo risposta in merito - racconta Natalina - Sono davvero stupefatta. Mi ero molto galvanizzata durante la campagna elettorale e ritenevo lo smarcamento di Rifondazione dal Pd un passo significativo per creare un vero grande movimento di sinistra. Ma certo con il senno di poi quello di Brusco e la Riberto mi pare un passo inevitabile".
I leader, tuttavia, hano dimenticato di avvisare la base del partito, composta, dopo anni di gestione oculata, da ben trentasette militanti in tutto il Polesine. "Era fissata una riunione e un compagno mi aveva invitato a partecipare - ci racconta Olaf Bortoloni, venuto da Sariano apposta - Invece ci siamo trovati tutti sul marciapiede a cercare di capire perchè nessuno ci aprisse. Solo quando qualcuno è riuscito a chiamare Brusco a casa abbiamo saputo la verità. Peccato. Vorrà dire che mi iscriverò a una compagnia di teatro amatoriale per impegnarmi le serate".
Brusco, tuttavia, ha motivato la sofferta decisione. "Ho fatto un sogno, due sere fa - racconta - Ho sognato che un dio gigantesco dalla testa di Totano mi raggiungeva mentre passeggiavo con la mia famiglia nella terra dei kiwi. Mi gridava con gli occhi infiammati che avevo ottenuto grandi successi a queste elezioni, percentuali a due zeri per premiare candidati validi. Profetizzava che di questo passo avrei contribuito alla rinascita di un partito di sinistra, raccogliendo i delusi dal Pd, ormai divenuto un partito centristra. Beh, mi sono svegliato con l'angoscia". Brusco avrebbe chiamato la Riberto nel cuore della notte, scoprendo che anch'ella aveva fatto lo stesso sogno. "Non posso sopportare una simile responsabilità - avrebbe replicato lei - I miei nervi cederebbero". Anche Brusco, preoccupato di possibili scompensi cardiocircolatori di fronte a una vittoria, avrebbe convenuto che era meglio fermare tutto prima che fosse troppo tardi. "E' stata la scelta giusta, ultima di tante scelte azzeccate fatta da questa dirigenza. Credo che lasceremo un buon ricordo di noi in chi in questi anni ha militato nelle fila di Rifondazione. A loro chiediamo un aiuto per vendere la vecchia sede ad un prezzo vantaggioso, per finanziare la prossima campagna elettorale del Pd".
Lotta agli atei a Papozze
Sarà l'Esercito Nazionale Cattolico del Vaticano, supportato dalle truppe italiane, a risolvere i problemi di ordine pubblico a Papozze, dove il dilagare dell'ateismo sta generando un'ondata di panico tra la popolazione.
Ieri si è insediato, al posto del primo cittadino, il comandante in capo Ferench Von Blattchen, che ha immediatamente posto una taglia sulla testa di Manlio Padovan e di tutti gli atei a lui collegati, accusati di avere vilipeso la Santa Romana Chiesa di Roma con i manifesti dell'Uaar in cui si sosteneva che il dio noto come "Dio" non esista e che la sua presunta inesistenza in fondo non sia una tragedia. "Ci sono gli estremi per una denuncia plurima per procurato allarme aggravato - dice Von Blattchen - L'aggravante è determinata dal fatto che si aggredisce una persona che non può difendersi. Quando all'esistenza di Dio, per prima cosa smettiamola di parlare di prove o non prove. Credere è un obbligo, non una facoltà. Se qualcuno ha dei dubbi sull'esistenza di Dio, si legga la Bibbia e troverà tutte le risposte!"
Ferench Von Blattchen ha poi distribuito porta a porta copie del libro sacro, dando a tutti i cittadini una settimana per e impararlo a memoria. "Così riporteremo sicurezza in questa città - commenta - Le millanterie eversive di questi sedicenti atei rischiavano di gettare la città nel caos!" La città ha assistito comunque a un radicale mutamento nelle relazioni interpersonali, dopo che i cittadini sono stati messi al corrente di avere vissuto per decenni completamente al di fuori degli usi e costumi prescritti dalla Bibbia. "Mi sono sentita sporca, sentivo che dovevo rimediare ad anni di impurità - ci racconta Evelina - Ieri per la prima volta mi sono purificata lapidando un omosessuale". Ieri il maresciallo Sabani del nucleo antisommossa di Papozze si è complimentato personalmente con Clodoveo Margutti, un anziano del paese, "per lo zelo dimostrato nell'applicare alla lettera i Comandamenti del Signore". Margutti, Antico Testamento in una mano e fucile a canne mozze nell'altra, ha fatto irruzione nel bar del paese, compiendo una strage. "Esodo 35:2 dice che lavorare di sabato è proibito e che chi lo fa dovrebbe essere punito con la morte - ha spiegato, ripulendosi dal sangue schizzatogli addosso durante l'olocausto - Non ho guardato in faccia gli amici, in quanto essi peccavano abominevolmente contro la parola di Dio. A Bernardino non ho perdonato di avere infranto quanto prescrive Levitico 11:10, abboffandosi orrendamente di un cocktail di scampi, così come ho purificato col fuoco e col piombo sua moglie, rea di aver indossato abiti di due tessuti diversi (Lev. 19:19). Ora scusatemi, devo andare a vendere mia figlia al mercato degli schiavi (Esodo 21:7)".
In serata gli abitanti del paese, dopo avere punito alcune coppie impure ardendole vive nel letto e avere lapidato tre uomini colpevoli di essersi rasati i capelli (Lev 19:27), hanno bruciato un toro su un'altare sacrificale, alla presenza del comandante von Blatchen. "Pentitevi, o Polesani - ha dichiarato sobriamente - perchè io ho mondato dal peccato questa comunità prima che fosse tardi, ma il Signore Iddio non avrà la mia stessa pietà e cinquecentomila di voi periranno tra le ardenti fiamme per volere del Signore!"
Ieri si è insediato, al posto del primo cittadino, il comandante in capo Ferench Von Blattchen, che ha immediatamente posto una taglia sulla testa di Manlio Padovan e di tutti gli atei a lui collegati, accusati di avere vilipeso la Santa Romana Chiesa di Roma con i manifesti dell'Uaar in cui si sosteneva che il dio noto come "Dio" non esista e che la sua presunta inesistenza in fondo non sia una tragedia. "Ci sono gli estremi per una denuncia plurima per procurato allarme aggravato - dice Von Blattchen - L'aggravante è determinata dal fatto che si aggredisce una persona che non può difendersi. Quando all'esistenza di Dio, per prima cosa smettiamola di parlare di prove o non prove. Credere è un obbligo, non una facoltà. Se qualcuno ha dei dubbi sull'esistenza di Dio, si legga la Bibbia e troverà tutte le risposte!"
Ferench Von Blattchen ha poi distribuito porta a porta copie del libro sacro, dando a tutti i cittadini una settimana per e impararlo a memoria. "Così riporteremo sicurezza in questa città - commenta - Le millanterie eversive di questi sedicenti atei rischiavano di gettare la città nel caos!" La città ha assistito comunque a un radicale mutamento nelle relazioni interpersonali, dopo che i cittadini sono stati messi al corrente di avere vissuto per decenni completamente al di fuori degli usi e costumi prescritti dalla Bibbia. "Mi sono sentita sporca, sentivo che dovevo rimediare ad anni di impurità - ci racconta Evelina - Ieri per la prima volta mi sono purificata lapidando un omosessuale". Ieri il maresciallo Sabani del nucleo antisommossa di Papozze si è complimentato personalmente con Clodoveo Margutti, un anziano del paese, "per lo zelo dimostrato nell'applicare alla lettera i Comandamenti del Signore". Margutti, Antico Testamento in una mano e fucile a canne mozze nell'altra, ha fatto irruzione nel bar del paese, compiendo una strage. "Esodo 35:2 dice che lavorare di sabato è proibito e che chi lo fa dovrebbe essere punito con la morte - ha spiegato, ripulendosi dal sangue schizzatogli addosso durante l'olocausto - Non ho guardato in faccia gli amici, in quanto essi peccavano abominevolmente contro la parola di Dio. A Bernardino non ho perdonato di avere infranto quanto prescrive Levitico 11:10, abboffandosi orrendamente di un cocktail di scampi, così come ho purificato col fuoco e col piombo sua moglie, rea di aver indossato abiti di due tessuti diversi (Lev. 19:19). Ora scusatemi, devo andare a vendere mia figlia al mercato degli schiavi (Esodo 21:7)".
In serata gli abitanti del paese, dopo avere punito alcune coppie impure ardendole vive nel letto e avere lapidato tre uomini colpevoli di essersi rasati i capelli (Lev 19:27), hanno bruciato un toro su un'altare sacrificale, alla presenza del comandante von Blatchen. "Pentitevi, o Polesani - ha dichiarato sobriamente - perchè io ho mondato dal peccato questa comunità prima che fosse tardi, ma il Signore Iddio non avrà la mia stessa pietà e cinquecentomila di voi periranno tra le ardenti fiamme per volere del Signore!"
giovedì 18 giugno 2009
Apparentamenti: il tragico sbaglio!
Un drammatico errore dovuto a un’errata consultazione dell’agenda. E’ questa la ragione per cui il Pd ha raggiunto l’apparentamento con la lista Progetto Polesine, guidata da un ex leghista ed ex candidato della Fiamma Tricolore, per sostenere Tiziana Virgili al ballottaggio.
“Lo ammetto, ho compiuto un errore – spiega il segretario provinciale, Gabriele Frigato, allargando le braccia – ho cercato nella mia rubrica alla voce Destro, pensando di chiamare il buon Vanni ritenendo l’apporto degli ambientalisti fondamentale per il successo della coalizione progressista”. Invece, ironia del destino, Destro stava a indicare Enrico Bellinello. “Già, lo avevo segnato così conoscendo i suoi convincimenti politici – prosegue Frigato – preso dalla stanchezza per l’intensa campagna elettorale al telefono non ho distinto la voce di Enrico da quella di Vanni e ci siamo dati appuntamento. In effetti ero rimasto stupito dalla sua richiesta di incontrarci per parlare dell'eventuale accordo politico nella sede dell’associazione combattenti e reduci della Rsi”.
Ma ormai la frittata era fatta. “Giunto lì mi sono trovato davanti il giovane ex leghista ed ex missino – continua – e non ho avuto cuore di dirgli di no: aveva un sorriso così dolce! Ho pensato che si poteva, in fondo, ragionare con lui superando le barriere proprie di una sinistra identitaria. Mi sfugge, però, perché mi sia comparso la notte stessa Aldo Moro in sogno gettandomi addosso degli improperi irripetibili”.
Fatto sta che il lunedì Frigato ha subito chiamato lo stesso Vanni Destro e Guido Romanin per scusarsi dell’errore. “Nel fine settimana non ho avuto tempo – sottolinea – e poi lo ammetto: mi sono accorto solo dopo che avevo segnato in agenda il candidato delle “Liste civiche per il Polesine” come Vanni Ferroviere. Ho promesso loro che, come atto riparatore, li inviterò alla festa del Pd a Borsea per un bel piatto di spaghetti alla carbonara fumanti. Spero non si dispiacciano che abbiamo cancellato il riferimento a L’Unità”.
“Lo ammetto, ho compiuto un errore – spiega il segretario provinciale, Gabriele Frigato, allargando le braccia – ho cercato nella mia rubrica alla voce Destro, pensando di chiamare il buon Vanni ritenendo l’apporto degli ambientalisti fondamentale per il successo della coalizione progressista”. Invece, ironia del destino, Destro stava a indicare Enrico Bellinello. “Già, lo avevo segnato così conoscendo i suoi convincimenti politici – prosegue Frigato – preso dalla stanchezza per l’intensa campagna elettorale al telefono non ho distinto la voce di Enrico da quella di Vanni e ci siamo dati appuntamento. In effetti ero rimasto stupito dalla sua richiesta di incontrarci per parlare dell'eventuale accordo politico nella sede dell’associazione combattenti e reduci della Rsi”.
Ma ormai la frittata era fatta. “Giunto lì mi sono trovato davanti il giovane ex leghista ed ex missino – continua – e non ho avuto cuore di dirgli di no: aveva un sorriso così dolce! Ho pensato che si poteva, in fondo, ragionare con lui superando le barriere proprie di una sinistra identitaria. Mi sfugge, però, perché mi sia comparso la notte stessa Aldo Moro in sogno gettandomi addosso degli improperi irripetibili”.
Fatto sta che il lunedì Frigato ha subito chiamato lo stesso Vanni Destro e Guido Romanin per scusarsi dell’errore. “Nel fine settimana non ho avuto tempo – sottolinea – e poi lo ammetto: mi sono accorto solo dopo che avevo segnato in agenda il candidato delle “Liste civiche per il Polesine” come Vanni Ferroviere. Ho promesso loro che, come atto riparatore, li inviterò alla festa del Pd a Borsea per un bel piatto di spaghetti alla carbonara fumanti. Spero non si dispiacciano che abbiamo cancellato il riferimento a L’Unità”.
Maicol Colasberna per il rilancio del Consvipo
"Darò una risposta a tutti quelli che, in buona fede o per ragioni strumentali, in questi anni hanno sollevato dubbi sulle funzioni del Consorzio per lo Sviluppo. Darò slancio a questa società puntando sull'internazionalizzazione, sul brand management e sul brand activation, sulla realizzazione di strategie corporate e molte altre cose che vi risulterebbe complesso digerire così a freddo".
A parlare è Maicol Colasberna, dopo la nomina a consulente del Consvipo, con l'incarico di rilancio del settore strategico Research and Development. Un incarico cruciale, per cui il consorzio si affida a uno dei collaboratori di vecchia data, già a suo tempo coinvolto con il fratello Johnny nella realizzazione delle prime macchine del tempo in Polesine. "Il mio approccio - ci spiega - coniugherà R&D e marketing spinto, nella convinzione che non basta creare prodotti funzionali, ma occorre tracciarne cognitivamente l'identità di marca. Priorità al naming, identificato attraverso briefing per individuare gli obiettivi di comunicazione del nostro brand. Il Consvipo ha enormi potenzialità inespresse, anche dal punto di vista economico. E' tempo di riempire nicchie di mercato rimaste deserte, proponendo prodotti di consumo, sfruttando le sinergie internazionali sviluppate dall'ente in questi anni". In pratica, il Consvipo dedicherà una fetta del proprio budget all'elaborazione di prodotti da immettere sul mercato polesano, sviluppati attraverso un apposito settore ricerca che si avvarrà del know how di un'analoga struttura avviata in giappone dall'inventore Hiyiro Kawasati.
Ma cosa realizzerà Colasberna con il suo staff? Il geniale ingegnere polesano ha accettato di mostrarci in anteprima il catalogo delle invenzioni che saranno presto disponibili sul mercato. Lontani da scrupoli deontologici, abbiamo voluto fare di più: ospitare in queste pagine una sfacciata pubblictà-marchetta dei principali oggetti di consumo proposti. Ciò consentirà all'autore del blog di pagare le parcelle arretrate del suo psichiatra. Ecco cosa propone Colasberna.
Macchina da cucire a emissioni zero
Alimentata a trazione animale, consente di risparmiare sulla bolletta elettrica e sulla sartoria. Se alimentato correttamente, il criceto ha un'autonomia di diversi mesi e può essere comodamente sostituito con una spesa modesta. Acquistandola contribuisci al rispetto dei parametri di Kyoto con un piccolo gesto. E' anche possibile allevare da sè i simpatici roditori, che non mancheranno di allietare la famiglia.
Vanga multifunzione
Ideale per piccolo orti, così come per grandi appezzamenti di terreno che necessino di continua manutenzione, questo attrezzo ispirato al coltellino dell'armata svizzera sarà presto in vendita nei negozi di bricolage e nei consorzi agrari. Pratico, elegante, innovativo, permette di gestire in un'unica soluzione tutto l'hardware necessario per dare una risposta alle necessità quotidiane dell'imprenditore agricolo. Zappare, vangare, dissodare, sarchiare e potare non richiederanno più mille, scomodi attrezzi, ma un semplice clic sul vostro multifunzione. Disponibile in vari colori.
Ombrello da manager
Tutti sanno che l'inventore dell'ombrello non potè mai brevettarlo perchè lo dimenticò sul treno durante il viaggio verso l'ufficio brevetti. Questo aneddoto di dice una grande verità: quanto scomodo e poco elegante è il tradizionale ombrello? Un manager, che utilizza la Freccia Rossa o che magari partecipa a svariate riunioni nel corso della giornata, rischia costantemente di dimenticarlo da qualche parte. Ecco una pratica soluzione per conciliare praticità ed eleganza, con un tocco di originalità che non mancherà di affascinare i vostri partner commerciali.
A parlare è Maicol Colasberna, dopo la nomina a consulente del Consvipo, con l'incarico di rilancio del settore strategico Research and Development. Un incarico cruciale, per cui il consorzio si affida a uno dei collaboratori di vecchia data, già a suo tempo coinvolto con il fratello Johnny nella realizzazione delle prime macchine del tempo in Polesine. "Il mio approccio - ci spiega - coniugherà R&D e marketing spinto, nella convinzione che non basta creare prodotti funzionali, ma occorre tracciarne cognitivamente l'identità di marca. Priorità al naming, identificato attraverso briefing per individuare gli obiettivi di comunicazione del nostro brand. Il Consvipo ha enormi potenzialità inespresse, anche dal punto di vista economico. E' tempo di riempire nicchie di mercato rimaste deserte, proponendo prodotti di consumo, sfruttando le sinergie internazionali sviluppate dall'ente in questi anni". In pratica, il Consvipo dedicherà una fetta del proprio budget all'elaborazione di prodotti da immettere sul mercato polesano, sviluppati attraverso un apposito settore ricerca che si avvarrà del know how di un'analoga struttura avviata in giappone dall'inventore Hiyiro Kawasati.
Ma cosa realizzerà Colasberna con il suo staff? Il geniale ingegnere polesano ha accettato di mostrarci in anteprima il catalogo delle invenzioni che saranno presto disponibili sul mercato. Lontani da scrupoli deontologici, abbiamo voluto fare di più: ospitare in queste pagine una sfacciata pubblictà-marchetta dei principali oggetti di consumo proposti. Ciò consentirà all'autore del blog di pagare le parcelle arretrate del suo psichiatra. Ecco cosa propone Colasberna.
Macchina da cucire a emissioni zero
Alimentata a trazione animale, consente di risparmiare sulla bolletta elettrica e sulla sartoria. Se alimentato correttamente, il criceto ha un'autonomia di diversi mesi e può essere comodamente sostituito con una spesa modesta. Acquistandola contribuisci al rispetto dei parametri di Kyoto con un piccolo gesto. E' anche possibile allevare da sè i simpatici roditori, che non mancheranno di allietare la famiglia.
Vanga multifunzione
Ideale per piccolo orti, così come per grandi appezzamenti di terreno che necessino di continua manutenzione, questo attrezzo ispirato al coltellino dell'armata svizzera sarà presto in vendita nei negozi di bricolage e nei consorzi agrari. Pratico, elegante, innovativo, permette di gestire in un'unica soluzione tutto l'hardware necessario per dare una risposta alle necessità quotidiane dell'imprenditore agricolo. Zappare, vangare, dissodare, sarchiare e potare non richiederanno più mille, scomodi attrezzi, ma un semplice clic sul vostro multifunzione. Disponibile in vari colori.
Ombrello da manager
Tutti sanno che l'inventore dell'ombrello non potè mai brevettarlo perchè lo dimenticò sul treno durante il viaggio verso l'ufficio brevetti. Questo aneddoto di dice una grande verità: quanto scomodo e poco elegante è il tradizionale ombrello? Un manager, che utilizza la Freccia Rossa o che magari partecipa a svariate riunioni nel corso della giornata, rischia costantemente di dimenticarlo da qualche parte. Ecco una pratica soluzione per conciliare praticità ed eleganza, con un tocco di originalità che non mancherà di affascinare i vostri partner commerciali.
mercoledì 17 giugno 2009
False vignette di ZOT #5
Cronache di Pipponia #1
Non è mica facile riempire un post ogni giorno. Per questo sono lieto di ricevere un nuovo contributo da Celio Rodigino (nella foto), attualmente esiliato nel fantastico mondo di Pipponia, dopo avere imboccato per errore una spira del multiverso. Siamo riusciti comunque a tenerci in contatto, in queste settimane, grazie ad una specie di telefax interdimensionale, costruito all'incirca sedicimila anni fa e rinvenuto intatto dal gerarca nazista Rudolf Hess durante una spedizione nel Taklamakan o nel Gobi (adesso non ricordo bene). Come è arrivato fino a me ve lo racconto un'altra volta (tutti sanno, comunque, delle mie amicizie nell'establishment hitleriano). Fine della premessa, buona lettura.
Elezioni inusitate nel regno di Pipponia
di Celio Rodigino
Conigli, ghiri, pecore, orsetti lavatori e perfino i solitamente abulici aye aye di Lippoville, sono tutti eccitatissimi, qui a nuova Pipponia, per la sfida elettorale che si conclude tra due settimane. Anche qui, come nel mio amato Polesine, si andrà al ballottaggio tra Pene, leader di "Pipponia rinasce", e Vagina, candidata per "Pipponia risorge". Una sfida serratissima, quella tra Pene e Vagina, che lo scorso week end hanno fatto tremare i polsi con un testa a testa rovente. Ma chi sono i candidati?
Pene è un corpulento e turgido fallo, poco avvezzo alle buone maniere e ai giri di parole, diretto, schietto, spesso rude. Vanta di essere sempre eretto, anche nel privato, e in effetti durante i comizi si presenta sempre in una forma gagliarda, ringalluzzendosi perfino nel corso delle orazioni. Manca tuttavia di savoir faire, di diplomazia, quindi di una delle doti principali dell'uomo politico. Ma raccoglie i consensi del cittadino medio, che non va tanto per il sottile, che vuole la "politica del fare" senza tanti fronzoli, fosse anche necessario imporsi con la violenza.
Vagina è invece una timida vulva, appassionata ma riservata, lontana dagli eccessi e legata ad uno stile un po' retrò, sobrio, matriarcale. Non si lascia andare facilmente, forse per ponderazione, forse per ritrosia, ma quando si lascia andare la scena politica si infiamma. Vagina punta sul sostegno della middle class conservatrice e sui tradizionalisti delle classi meno agiate, ma in extremis potrebbe raccogliere anche il voto dei progressisti.
Entrambi i candidati hanno più di qualche freccia al proprio arco. Difficile fare previsioni. Casimiro il Ghiro sostiene che qui a Pipponia non si fanno previsioni, perchè portano jella, come il bollettino meteo. Si vive giorno per giorno. Si vedrà lunedì. Di certo è una sfida elettorale come non ne ho mai viste prima.
Elezioni inusitate nel regno di Pipponia
di Celio Rodigino
Conigli, ghiri, pecore, orsetti lavatori e perfino i solitamente abulici aye aye di Lippoville, sono tutti eccitatissimi, qui a nuova Pipponia, per la sfida elettorale che si conclude tra due settimane. Anche qui, come nel mio amato Polesine, si andrà al ballottaggio tra Pene, leader di "Pipponia rinasce", e Vagina, candidata per "Pipponia risorge". Una sfida serratissima, quella tra Pene e Vagina, che lo scorso week end hanno fatto tremare i polsi con un testa a testa rovente. Ma chi sono i candidati?
Pene è un corpulento e turgido fallo, poco avvezzo alle buone maniere e ai giri di parole, diretto, schietto, spesso rude. Vanta di essere sempre eretto, anche nel privato, e in effetti durante i comizi si presenta sempre in una forma gagliarda, ringalluzzendosi perfino nel corso delle orazioni. Manca tuttavia di savoir faire, di diplomazia, quindi di una delle doti principali dell'uomo politico. Ma raccoglie i consensi del cittadino medio, che non va tanto per il sottile, che vuole la "politica del fare" senza tanti fronzoli, fosse anche necessario imporsi con la violenza.
Vagina è invece una timida vulva, appassionata ma riservata, lontana dagli eccessi e legata ad uno stile un po' retrò, sobrio, matriarcale. Non si lascia andare facilmente, forse per ponderazione, forse per ritrosia, ma quando si lascia andare la scena politica si infiamma. Vagina punta sul sostegno della middle class conservatrice e sui tradizionalisti delle classi meno agiate, ma in extremis potrebbe raccogliere anche il voto dei progressisti.
Entrambi i candidati hanno più di qualche freccia al proprio arco. Difficile fare previsioni. Casimiro il Ghiro sostiene che qui a Pipponia non si fanno previsioni, perchè portano jella, come il bollettino meteo. Si vive giorno per giorno. Si vedrà lunedì. Di certo è una sfida elettorale come non ne ho mai viste prima.
martedì 16 giugno 2009
Il quadro politico secondo il prof
Siamo confusi, lo ammettiamo. Non abbiamo la statura morale e l'acume della classe dirigente, così questo ballottaggio, con il parterre di alleanze e apparentamenti piuttosto inusuale, ci ha disorientato. Come noi, molti elettori si chiedono perché hanno votato per una persona al primo turno, per poi vedersi cambiare tutte le carte in tavola al secondo. Allora abbiamo chiesto consiglio al professor Geremia Ahmadinejad, solo casualmente omonimo del leader iraniano, esperto di Politica, Zootecnia, Giocoleria e Storia dell'Arte Cambogiana (nella foto, con la moglie).
Professore, il quadro è confuso, no?
Per niente. Certo, se fossi un completo sprovveduto, mi interrogherei: Contiero ha riso dietro all'Udc per tutta la campagna elettorale, ricambiato dall'astio democristiano, che piuttosto che votare il leader leghista avrebbe spaccato un crocefisso su un banco. Poi, però, magia! L'Udc ritorna da Contiero e scende a patti.
Attendiamo il momento in cui Raisi appoggerà la decisione di Contiero di chiudere Polesine innovazione... Comunque, anche a sinistra...
Continuiamo il giochino di prima? Certo, anche a sinistra uno si potrebbe stupire: ma come! La Sinistra Unita che va con il Pd, dopo che Frigato gli aveva sputato nel muso fino alla batosta elettorale. Che mancanza di dignità e coerenza!, direbbe uno sprovveduto. Senza contare l'ingresso nella coalizione di centro-non-si-sa-più-cosa di Enrico Bellinello, candidato di Progetto Polesine e Liga Veneta, con appoggio della Fiamma Tricolore di cui era stato candidato alle provinciali 2004. Che c'azzeccano?
Appunto. Che c'azzeccano?
Niente, ma lei, bravuomo, parte da una premessa errata. E' finita l'era delle ideologie e, ancor più rapidamente, è finita anche l'era delle idee. Oggi i cittadini chiedono un politico che amministri, non uno che proponga ideali, valori e cause da difendere. Il problema, insomma, è che lei, bravuomo, è una persona legata a un concetto di politica che non esiste più. Messe da parte le idee, oggi ci si dedica solo alla parte gestionale.
Un livellamento totale. Ma ciò non genera mediocrità e conformismo?
(Ride) Lei continua a ragionare secondo il suo schema e forse è troppo vecchio per cambiare. Guardi, le faccio una domanda: se li immagina Guglielmo Brusco e Oscar Tosini a parlare di Sanità? Giovanna Pineda e un leghista a parlare di immigrazione? Un democristiano e Contiero parlare della Chiesa?
Veramente no.
Appunto. Ma non ce n'è bisogno. Legga i programmi dei candidati: sono tutti uguali. Ha sentito parlare di immigrazione? Di servizi pubblici? Di progetti di valorizzazione del Delta?
E le sembra un dato positivo?
(Ride) Non è questione di positivo o negativo, ma di essere concreti e pragmatici. A cosa serve dire male di Adolf Hitler per le sue idee? A niente. Guardiamo ai fatti: prima di imprimere una svolta estremista alla sua amministrazione, ha ammodernato un paese messo in ginocchio dalla Prima Guerra Mondiale. Pol Pot ha valorizzato l'agricoltura. Stalin ha dato al paese le infrastrutture di cui aveva bisogno. In Libia il governo fascista ha portato le strade. Il mio omonimo in Iran sta dato un forte impulso al settore energetico. Smettiamola di perderci in sterili diatribe ideologiche e valorizziamo le persone.
Se per caso non fossi d'accordo?
Faccia a meno di andare a votare.
Professore, il quadro è confuso, no?
Per niente. Certo, se fossi un completo sprovveduto, mi interrogherei: Contiero ha riso dietro all'Udc per tutta la campagna elettorale, ricambiato dall'astio democristiano, che piuttosto che votare il leader leghista avrebbe spaccato un crocefisso su un banco. Poi, però, magia! L'Udc ritorna da Contiero e scende a patti.
Attendiamo il momento in cui Raisi appoggerà la decisione di Contiero di chiudere Polesine innovazione... Comunque, anche a sinistra...
Continuiamo il giochino di prima? Certo, anche a sinistra uno si potrebbe stupire: ma come! La Sinistra Unita che va con il Pd, dopo che Frigato gli aveva sputato nel muso fino alla batosta elettorale. Che mancanza di dignità e coerenza!, direbbe uno sprovveduto. Senza contare l'ingresso nella coalizione di centro-non-si-sa-più-cosa di Enrico Bellinello, candidato di Progetto Polesine e Liga Veneta, con appoggio della Fiamma Tricolore di cui era stato candidato alle provinciali 2004. Che c'azzeccano?
Appunto. Che c'azzeccano?
Niente, ma lei, bravuomo, parte da una premessa errata. E' finita l'era delle ideologie e, ancor più rapidamente, è finita anche l'era delle idee. Oggi i cittadini chiedono un politico che amministri, non uno che proponga ideali, valori e cause da difendere. Il problema, insomma, è che lei, bravuomo, è una persona legata a un concetto di politica che non esiste più. Messe da parte le idee, oggi ci si dedica solo alla parte gestionale.
Un livellamento totale. Ma ciò non genera mediocrità e conformismo?
(Ride) Lei continua a ragionare secondo il suo schema e forse è troppo vecchio per cambiare. Guardi, le faccio una domanda: se li immagina Guglielmo Brusco e Oscar Tosini a parlare di Sanità? Giovanna Pineda e un leghista a parlare di immigrazione? Un democristiano e Contiero parlare della Chiesa?
Veramente no.
Appunto. Ma non ce n'è bisogno. Legga i programmi dei candidati: sono tutti uguali. Ha sentito parlare di immigrazione? Di servizi pubblici? Di progetti di valorizzazione del Delta?
E le sembra un dato positivo?
(Ride) Non è questione di positivo o negativo, ma di essere concreti e pragmatici. A cosa serve dire male di Adolf Hitler per le sue idee? A niente. Guardiamo ai fatti: prima di imprimere una svolta estremista alla sua amministrazione, ha ammodernato un paese messo in ginocchio dalla Prima Guerra Mondiale. Pol Pot ha valorizzato l'agricoltura. Stalin ha dato al paese le infrastrutture di cui aveva bisogno. In Libia il governo fascista ha portato le strade. Il mio omonimo in Iran sta dato un forte impulso al settore energetico. Smettiamola di perderci in sterili diatribe ideologiche e valorizziamo le persone.
Se per caso non fossi d'accordo?
Faccia a meno di andare a votare.
Vite spezzate
Un tragico incidente ha posto fine alla vita del nostro collaboratore Uther De Polzer (nella foto), finito contro la colonna di cemento armato di un viadotto della Transpolesana con la sua Aston Martin questa notte.
Uno schianto tremendo, un impatto tanto violento che il povero Uther anzichè morire spiaccicato tra le lamiere è divenuto bidimensionale. "L'unica chance di vita in queste condizioni è trasformarlo in un personaggio dei fumetti - ha spiegato il primario dell'ospedale San Luca di Trecenta, dottor Calvin Panbagnà - Non tornerà ad essere quello di prima ma è comunque un'esistenza decorosa. Se le vendite consentiranno di mantenere buone tirature potrebbe campare ancora quindici o venti anni, chissà". Ma la madre di Uther ha opposto il fiero diniego di una donna di sani principi: "Ho passato la vita a buttare nel cestino i Tex di mio marito e ora dovrei trovarmi un personaggio dei giornalini per casa? No, io non ci sto a passare la mia vita a inventare delle trame per consentire a mio figlio di tirare avanti. Ho già dato l'assenso per l'espianto degli organi". Si è spento così il povero Uther, confortato dall'amore dei suoi cari.
Controversa la dinamica dell'incidente, che già sta provocando polemiche. Gli amici di Uther hanno già scritto una lettera pesantissima ai giornali e a questo blog, invitando a fare luce sulle reali cause del disastro. Forse per superficialità, infatti, le forze dell'ordine si appresterebbero a chiudere il caso alla luce del fatto che Uther viaggiava alla velocità di 240 chilometri orari, senza cinture, dopo essere uscito da una discoteca in cui, oltre a rintronarsi di musica house, aveva vinto un torneo di tequila su e su, raggiungendo il record di 88 tequila in una sola serata. Insomma, un piede troppo pigiato sull'acceleratore e qualche bicchierino di troppo avrebbero determinato la tragica fatalità. Ma per Jenny, la fidanzata di Uther, e il migliore amico di lei e di lui, Erminio, le cose non stanno così: "Nel tratto in cui è avvenuto l'incidente, la linea di mezzeria è stata dipinta usando una vernice che contiene un elevato indice di granulosità, che in caso di pioggia rende scivolosa la parte centrale della linea di mezzeria - ci spiega Erminio - In poche parole, è dimostrato che se una macchina ci passa sopra oltre i duecento all'ora in una notte piovosa rischia di sbandare pericolosamente". Inutile precisare che ieri sera, tuttavia, non pioveva. "Poco importa - ci spiega -, quella strada è pericolosa e lo dimostrano sia i platani piantati a meno di centocinquanta metri dal bordo e potati male, sia i guardrail fuori norma, in quanto posti con uno sfasamento di 0,3 gradi rispetto alla perfetta perpendicolarità con il suolo. Senza contare l'asfalto, cui non è mai stato applicato il marchio Igp". Non la velocità eccessiva, non l'abuso di sostanze alcoliche, non la scarsa prudenza, ma le condizioni non sicure della strada, in poche parole, avrebbero determinato questa imprevedibile tragedia. Di cui ora dovranno rispondere le istituzioni.
Uno schianto tremendo, un impatto tanto violento che il povero Uther anzichè morire spiaccicato tra le lamiere è divenuto bidimensionale. "L'unica chance di vita in queste condizioni è trasformarlo in un personaggio dei fumetti - ha spiegato il primario dell'ospedale San Luca di Trecenta, dottor Calvin Panbagnà - Non tornerà ad essere quello di prima ma è comunque un'esistenza decorosa. Se le vendite consentiranno di mantenere buone tirature potrebbe campare ancora quindici o venti anni, chissà". Ma la madre di Uther ha opposto il fiero diniego di una donna di sani principi: "Ho passato la vita a buttare nel cestino i Tex di mio marito e ora dovrei trovarmi un personaggio dei giornalini per casa? No, io non ci sto a passare la mia vita a inventare delle trame per consentire a mio figlio di tirare avanti. Ho già dato l'assenso per l'espianto degli organi". Si è spento così il povero Uther, confortato dall'amore dei suoi cari.
Controversa la dinamica dell'incidente, che già sta provocando polemiche. Gli amici di Uther hanno già scritto una lettera pesantissima ai giornali e a questo blog, invitando a fare luce sulle reali cause del disastro. Forse per superficialità, infatti, le forze dell'ordine si appresterebbero a chiudere il caso alla luce del fatto che Uther viaggiava alla velocità di 240 chilometri orari, senza cinture, dopo essere uscito da una discoteca in cui, oltre a rintronarsi di musica house, aveva vinto un torneo di tequila su e su, raggiungendo il record di 88 tequila in una sola serata. Insomma, un piede troppo pigiato sull'acceleratore e qualche bicchierino di troppo avrebbero determinato la tragica fatalità. Ma per Jenny, la fidanzata di Uther, e il migliore amico di lei e di lui, Erminio, le cose non stanno così: "Nel tratto in cui è avvenuto l'incidente, la linea di mezzeria è stata dipinta usando una vernice che contiene un elevato indice di granulosità, che in caso di pioggia rende scivolosa la parte centrale della linea di mezzeria - ci spiega Erminio - In poche parole, è dimostrato che se una macchina ci passa sopra oltre i duecento all'ora in una notte piovosa rischia di sbandare pericolosamente". Inutile precisare che ieri sera, tuttavia, non pioveva. "Poco importa - ci spiega -, quella strada è pericolosa e lo dimostrano sia i platani piantati a meno di centocinquanta metri dal bordo e potati male, sia i guardrail fuori norma, in quanto posti con uno sfasamento di 0,3 gradi rispetto alla perfetta perpendicolarità con il suolo. Senza contare l'asfalto, cui non è mai stato applicato il marchio Igp". Non la velocità eccessiva, non l'abuso di sostanze alcoliche, non la scarsa prudenza, ma le condizioni non sicure della strada, in poche parole, avrebbero determinato questa imprevedibile tragedia. Di cui ora dovranno rispondere le istituzioni.
lunedì 15 giugno 2009
Tutti uniti con Titty
"Dobbiamo battere le destre, a costo di allearci con le destre!" Questa, in sintesi, la posizione del Partito Democratico, che per il rilancio di Tiziana Virgili, ha ottenuto l'appoggio di Progetto Polesine, la formazione giovane che accorpa ex leghisti ed esponenti della Fiamma Tricolore.
L'elettore potrà così votare una candidata in grado di rappresentare gli ex margheritini, il fronte cattolico, i leghisti delusi da Contiero, parte del Pdl delusa da Contiero e ovviamente socialisti, dipietristi e gli amici devoti di Rifondazione Comunista, che senza por tempo in mezzo hanno scelto di sostenere la Virgili pure loro. Una resa incondizionata, quella degli eredi del pensiero comunista in Polesine, che hanno perdonato al Partito Democratico le angherie subite fino al primo turno e per dimostrare che erano in buona fede hanno anche evitato di insistere con la richiesta di avere due assessori come ai tempi di Saccardin. "Scurdammoce o' passato - dice Lucia Riberto - In fondo c'è gente che ama farsi frustare, a noi piace essere trattati come zerbini".
Rifondazione glissa anche sull'alleanza tra il Pd e la civica di Enrico Bellinello, che come dicevamo al primo turno si è presentato ramazzando i neofascisti della Fiamma Tricolore. "Insomma, non vorrete mica fare vincere la destra?", tuona la Riberto contro la nostra corrispondente Marie Jolie Cavattoni. Rifondazione ha preso la decisione con la massima collegialità, raccogliendo il consenso della base. "Bisogna essere coerenti. C'è un centrodestra favorevole alla riconversione a carbone di Polesine Camerini, alla pessima gestione della sanità pubblica, a politiche contro i rom e gli immigrati, alla precarizzazione del lavoro, alla cattiva politica. E c'è un centrosinistra che appoggia la riconversione, asseconda le scelte in materia di sanità pubblica, se la prende con rom, africani e lavavetri, incentiva il lavoro precario e propone una politica da Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Beh, non mi ricordo più qual'è la conclusione del discorso", ha dichiarato la Riberto, prima di scoppiare in lacrime.
I primi sondaggi mostrano che la somma del centrosinistra con le nuove alleanze cambia radicalmente lo scenario di voto, portando il consenso della Virgili intorno all'11%. Intanto la nuova coalizione ha preso la prima decisione collegiale: gli elettori di sinistra potranno bestemmiare liberamente da oggi e fino al termine degli scrutini. L'ala cattolico-moderata ha chiesto, tuttavia, che ciò avvenga nel modo più riservato possibile e magari con un atto di pentimento. "Sì" anche da Bellinello, che ha subordinato l'approvazione all'inserimento di una clausola secondo cui dovranno essere tutelate le espressioni tipiche del dialetto locale.
L'elettore potrà così votare una candidata in grado di rappresentare gli ex margheritini, il fronte cattolico, i leghisti delusi da Contiero, parte del Pdl delusa da Contiero e ovviamente socialisti, dipietristi e gli amici devoti di Rifondazione Comunista, che senza por tempo in mezzo hanno scelto di sostenere la Virgili pure loro. Una resa incondizionata, quella degli eredi del pensiero comunista in Polesine, che hanno perdonato al Partito Democratico le angherie subite fino al primo turno e per dimostrare che erano in buona fede hanno anche evitato di insistere con la richiesta di avere due assessori come ai tempi di Saccardin. "Scurdammoce o' passato - dice Lucia Riberto - In fondo c'è gente che ama farsi frustare, a noi piace essere trattati come zerbini".
Rifondazione glissa anche sull'alleanza tra il Pd e la civica di Enrico Bellinello, che come dicevamo al primo turno si è presentato ramazzando i neofascisti della Fiamma Tricolore. "Insomma, non vorrete mica fare vincere la destra?", tuona la Riberto contro la nostra corrispondente Marie Jolie Cavattoni. Rifondazione ha preso la decisione con la massima collegialità, raccogliendo il consenso della base. "Bisogna essere coerenti. C'è un centrodestra favorevole alla riconversione a carbone di Polesine Camerini, alla pessima gestione della sanità pubblica, a politiche contro i rom e gli immigrati, alla precarizzazione del lavoro, alla cattiva politica. E c'è un centrosinistra che appoggia la riconversione, asseconda le scelte in materia di sanità pubblica, se la prende con rom, africani e lavavetri, incentiva il lavoro precario e propone una politica da Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti. Beh, non mi ricordo più qual'è la conclusione del discorso", ha dichiarato la Riberto, prima di scoppiare in lacrime.
I primi sondaggi mostrano che la somma del centrosinistra con le nuove alleanze cambia radicalmente lo scenario di voto, portando il consenso della Virgili intorno all'11%. Intanto la nuova coalizione ha preso la prima decisione collegiale: gli elettori di sinistra potranno bestemmiare liberamente da oggi e fino al termine degli scrutini. L'ala cattolico-moderata ha chiesto, tuttavia, che ciò avvenga nel modo più riservato possibile e magari con un atto di pentimento. "Sì" anche da Bellinello, che ha subordinato l'approvazione all'inserimento di una clausola secondo cui dovranno essere tutelate le espressioni tipiche del dialetto locale.
Eutanasia: legalizzatela!
Ci è giunta una lunga lettera di Antonio Costato, leader del movimento marxista-leninista in Polesine e cantante dei Napalm Death (nella foto), che prende posizione sulla vicenda di Vianello Monello. Pubblichiamo integralmente.
Caro Monello Vianello,
la terribile vicenda di tuo fratello Vianello Monello ci ammonisce rispetto al fatto che l'eutanasia deve essere al più presto legalizzata, anche per porre fine al dilagare del ricorso ad essa in forma clandestina e incontrollabile, sia nelle corsie degli ospedali, sia tra le mura domestiche.
E' noto per esempio che alcuni anestesisti, medici e infermieri praticano l'eutanasia di nascosto, per compassione, staccando le apparecchiature e i sondini o anche praticando "iniezioni letali", inducendo overdosi da benzodiazepine e oppiacei. In nessun caso questo "atto medico" viene riportato sulla cartella clinica per il timore di essere denunciati dai parenti e finire in tribunale.
Così com'è noto che molti ospedali per liberare legalmente le corsie dimettono i pazienti in punto di morte, scaricando il pesante onere dell'assistenza, nella più o meno lunga fase che segue alla sospensione delle terapie (eutanasia passiva), sulle famiglie, in particolar modo donne e badanti. Sono favorevole alla depenalizzazione dell'eutanasia in tutte le sue forme, nonché all'introduzione del testamento biologico.
La piena apertura all'utilizzo di farmaci che alleviano il dolore come gli oppiacei e i cannabinoidi non è in contraddizione con il diritto all'eutanasia, perché in entrambi i casi si tratta di allargamento dello spettro delle possibilità terapeutiche. La priorità deve andare alla volontà del paziente, che sia accertata chiaramente in forma scritta o orale, dichiarata nel passato o nel presente, e sorretta da tutte le informazioni mediche e il sostegno psicologico necessario. In situazioni eticamente più problematiche, ad esempio in caso si ipotizzi il ricorso ad eutanasia attiva non volontaria, vanno pienamente coinvolti nel sostegno alla "decisione" oltre che i medici di base e specialisti, gli infermieri, gli psicologi, gli assistenti sociali dei servizi pubblici delle Asl e dei distretti sanitari, le eventuali associazioni di volontariato che operano nel settore, e ovviamente i familiari, i conoscenti e gli amici più stretti del paziente. A tutti coloro insomma che già conoscono bene e hanno aiutato il paziente nel passato prossimo va riservata l'ultima parola. In caso non si riesca ad avere una maggioranza qualificata per contrasti di opinioni, ad esempio tra gli operatori sanitari e i familiari, bisogna prevedere che a decidere sia, in tempi rapidi, la magistratura. E' molto importante stabilire fin dall'inizio che dal ricorso all'eutanasia siano rigorosamente esclusi i privati e qualsiasi ente governativo, che potrebbero essere interessati ad applicarla per cinici scopi di lucro, risparmio od altro, così come è decisivo non lasciare il potere decisionale nelle mani della sola categoria medica, poiché attualmente essa non può essere considerata del tutto preparata ed affidabile in tal senso. Un concetto quello del coinvolgimento di tutti i lavoratori della sanità, dei pazienti e dei loro cari che a rigor di termini dovrebbe valere per l'insieme delle attività sanitarie.
Una volta raggiunto l'obiettivo occorrerà vigilare che i "comitati sanitari pubblici per l'eutanasia" non siano colonizzati dagli "obiettori di coscienza", come avviene attualmente nelle strutture preposte all'interruzione di gravidanza. Comunque la battaglia per vedere riconosciuto questo fondamentale diritto civile non può essere slegata da quella per il potenziamento dell'assistenza
domiciliare integrata ai pazienti affetti da patologie cronico-degenerative, in particolare ai disabili, ai pazienti psichiatrici, ai pazienti terminali ed oncologici, per l'ammodernamento dei reparti di lungodegenza, visto che in questo settore soprattutto al Sud siamo all'anno zero, e il fondo per la non autosufficienza stanziato dalla finanziaria di Prodi è del tutto insufficiente all'emergenza. Come non può essere disgiunta dalla battaglia per la legalizzazione e il finanziamento alla ricerca pubblica sulle cellule staminali embrionali che apre prospettive molto incoraggianti per le terapie di gravi sindromi e patologie cronico-degenerative quali l'Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi multipla, le leucemie, il diabete, i tumori, ecc., battaglia ignobilmente boicottata dall'astensionismo al referendum sulla fecondazione assistita promosso da Ratzinger e Ruini e dai loro lacché.
Al governo in carica chiedo di abrogare la legge 40. Inoltre chiedo l'istituzione di corsi di studi sulla "dolce morte" nelle facoltà di Medicina, le quali devono essere finalmente aperte all'insegnamento delle cosiddette "medicine alternative", come la medicina tradizionale cinese, che in caso di dolore cronico sono molto più efficaci e meno dannose delle terapie occidentali. In ogni Asl devono essere aperti ambulatori pubblici e gratuiti di agopuntura. Risulta certo che quella per l'eutanasia sarà una lotta non facile ma di lunga durata e investirà in pieno le gerarchie ecclesiastiche che vogliono far girare indietro la ruota della storia fino al medioevo, epoca in cui tutto era a loro sottomesso. Esse con impareggiabile arroganza e crudeltà inneggiano alla difesa della vita, "dono di dio", dal concepimento alla morte naturale, bollano l'uso del profilattico e l'eutanasia come un peccato mortale, ostacolando in tal modo la prevenzione di malattie che mietono milioni di vittime e causano indicibili sofferenze in tutto il mondo.
L'uomo non deve disporre né della propria vita né della propria morte: di fronte a questo dogma lo stesso concetto di "carità cristiana" verso la sofferenza umana va a farsi benedire. La chiesa cattolica in questo senso rimane un'organizzazione criminale, che si oppone, armi in pugno, alla difesa e all'allargamento di ogni diritto civile e sociale, anzitutto del popolo italiano. L'umanità progressista, che comprende anche tanti cristiani, può e deve sconfiggere le posizioni oscurantiste e reazionarie del Vaticano e dei suoi servi.
Caro Monello Vianello,
la terribile vicenda di tuo fratello Vianello Monello ci ammonisce rispetto al fatto che l'eutanasia deve essere al più presto legalizzata, anche per porre fine al dilagare del ricorso ad essa in forma clandestina e incontrollabile, sia nelle corsie degli ospedali, sia tra le mura domestiche.
E' noto per esempio che alcuni anestesisti, medici e infermieri praticano l'eutanasia di nascosto, per compassione, staccando le apparecchiature e i sondini o anche praticando "iniezioni letali", inducendo overdosi da benzodiazepine e oppiacei. In nessun caso questo "atto medico" viene riportato sulla cartella clinica per il timore di essere denunciati dai parenti e finire in tribunale.
Così com'è noto che molti ospedali per liberare legalmente le corsie dimettono i pazienti in punto di morte, scaricando il pesante onere dell'assistenza, nella più o meno lunga fase che segue alla sospensione delle terapie (eutanasia passiva), sulle famiglie, in particolar modo donne e badanti. Sono favorevole alla depenalizzazione dell'eutanasia in tutte le sue forme, nonché all'introduzione del testamento biologico.
La piena apertura all'utilizzo di farmaci che alleviano il dolore come gli oppiacei e i cannabinoidi non è in contraddizione con il diritto all'eutanasia, perché in entrambi i casi si tratta di allargamento dello spettro delle possibilità terapeutiche. La priorità deve andare alla volontà del paziente, che sia accertata chiaramente in forma scritta o orale, dichiarata nel passato o nel presente, e sorretta da tutte le informazioni mediche e il sostegno psicologico necessario. In situazioni eticamente più problematiche, ad esempio in caso si ipotizzi il ricorso ad eutanasia attiva non volontaria, vanno pienamente coinvolti nel sostegno alla "decisione" oltre che i medici di base e specialisti, gli infermieri, gli psicologi, gli assistenti sociali dei servizi pubblici delle Asl e dei distretti sanitari, le eventuali associazioni di volontariato che operano nel settore, e ovviamente i familiari, i conoscenti e gli amici più stretti del paziente. A tutti coloro insomma che già conoscono bene e hanno aiutato il paziente nel passato prossimo va riservata l'ultima parola. In caso non si riesca ad avere una maggioranza qualificata per contrasti di opinioni, ad esempio tra gli operatori sanitari e i familiari, bisogna prevedere che a decidere sia, in tempi rapidi, la magistratura. E' molto importante stabilire fin dall'inizio che dal ricorso all'eutanasia siano rigorosamente esclusi i privati e qualsiasi ente governativo, che potrebbero essere interessati ad applicarla per cinici scopi di lucro, risparmio od altro, così come è decisivo non lasciare il potere decisionale nelle mani della sola categoria medica, poiché attualmente essa non può essere considerata del tutto preparata ed affidabile in tal senso. Un concetto quello del coinvolgimento di tutti i lavoratori della sanità, dei pazienti e dei loro cari che a rigor di termini dovrebbe valere per l'insieme delle attività sanitarie.
Una volta raggiunto l'obiettivo occorrerà vigilare che i "comitati sanitari pubblici per l'eutanasia" non siano colonizzati dagli "obiettori di coscienza", come avviene attualmente nelle strutture preposte all'interruzione di gravidanza. Comunque la battaglia per vedere riconosciuto questo fondamentale diritto civile non può essere slegata da quella per il potenziamento dell'assistenza
domiciliare integrata ai pazienti affetti da patologie cronico-degenerative, in particolare ai disabili, ai pazienti psichiatrici, ai pazienti terminali ed oncologici, per l'ammodernamento dei reparti di lungodegenza, visto che in questo settore soprattutto al Sud siamo all'anno zero, e il fondo per la non autosufficienza stanziato dalla finanziaria di Prodi è del tutto insufficiente all'emergenza. Come non può essere disgiunta dalla battaglia per la legalizzazione e il finanziamento alla ricerca pubblica sulle cellule staminali embrionali che apre prospettive molto incoraggianti per le terapie di gravi sindromi e patologie cronico-degenerative quali l'Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi multipla, le leucemie, il diabete, i tumori, ecc., battaglia ignobilmente boicottata dall'astensionismo al referendum sulla fecondazione assistita promosso da Ratzinger e Ruini e dai loro lacché.
Al governo in carica chiedo di abrogare la legge 40. Inoltre chiedo l'istituzione di corsi di studi sulla "dolce morte" nelle facoltà di Medicina, le quali devono essere finalmente aperte all'insegnamento delle cosiddette "medicine alternative", come la medicina tradizionale cinese, che in caso di dolore cronico sono molto più efficaci e meno dannose delle terapie occidentali. In ogni Asl devono essere aperti ambulatori pubblici e gratuiti di agopuntura. Risulta certo che quella per l'eutanasia sarà una lotta non facile ma di lunga durata e investirà in pieno le gerarchie ecclesiastiche che vogliono far girare indietro la ruota della storia fino al medioevo, epoca in cui tutto era a loro sottomesso. Esse con impareggiabile arroganza e crudeltà inneggiano alla difesa della vita, "dono di dio", dal concepimento alla morte naturale, bollano l'uso del profilattico e l'eutanasia come un peccato mortale, ostacolando in tal modo la prevenzione di malattie che mietono milioni di vittime e causano indicibili sofferenze in tutto il mondo.
L'uomo non deve disporre né della propria vita né della propria morte: di fronte a questo dogma lo stesso concetto di "carità cristiana" verso la sofferenza umana va a farsi benedire. La chiesa cattolica in questo senso rimane un'organizzazione criminale, che si oppone, armi in pugno, alla difesa e all'allargamento di ogni diritto civile e sociale, anzitutto del popolo italiano. L'umanità progressista, che comprende anche tanti cristiani, può e deve sconfiggere le posizioni oscurantiste e reazionarie del Vaticano e dei suoi servi.
domenica 14 giugno 2009
False vignette di ZOT #4
Les cahiers du Cicciuzzo/2
L'elevato gradimento di questa nuova rubrica curata da Cicciuzzo Sconciaforni ci conforta nel proporvi anche questa settimana le recensioni delle migliori produzioni cinematografiche del noto pornodivo, compilate da lui stesso per la gioia di fan e sostenitori politici. Grati a Cicciuzzo per averci risparmiato di lavorare anche questa domenica, lesti vi omaggiamo della puntata settimanale.
Pirito più elevato
di Akitira Kulosawa
L'ardore, il fanatismo e il nazionalismo delle operaie in una fabbrica giapponese nel corso della seconda guerra mondiale vengono spenti dal giovane e corpulento Cicciuzzo Skorrezawa, figlio di una prostituta italiana giunta in Giappone nell’ambito degli accordi di cooperazione tra il regime fascista e l’imperatore nipponico Hirohito. Ardente pacifista Cicciuzzo si adopera senza posa per instillare l’amore nelle lavoratrici obnubilate dalla propaganda guerrafondaia e portare, così, il Giappone fuori dal conflitto mondiale. Non tutte, però, si fanno convincere subito ed è lì che Cicciuzzo estrae la sua arma segreta: il gas intestinale dell’amore. Basta un bel pirito crepitante, appunto, e le protagoniste sono prese da una voglia irrefrenabile di accoppiarsi col protagonista. Non manca il lieto fine: Cicciuzzo soddisferà talmente tanti sudditi del Sol Levante che vi sarà una mobilitazione che porterà il Giappone fuori dalla seconda Guerra mondiale prima della capitolazione di Berlino. Questo eviterà agli Usa la macchia indelebile dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki.
Il Fornostar
di Leonard Pitticaldi
E’ la tenera storia di un adiposo fornaio dotato di un talento straordinario per la preparazione di dolci e panini. Un giorno, però, un dramma rompe la sua placida esistenza: sbaglia un’intera placca di sfilatini che, divenuti durissimi, sono immangiabili. Ma per fortuna il panificatore ha tante amiche e amici che passano in bottega da lui per consolarlo e per dimostrargli quanti usi fantasiosi potevano avere quegli scarti di produzione. Felliniano il finale in Cicciuzzo aiutato da tre camalli genovesi cambia l’insegna “La bottega del pane” con una nuova e coloratissima che propone un ironico calembour che non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa.
Pirito più elevato
di Akitira Kulosawa
L'ardore, il fanatismo e il nazionalismo delle operaie in una fabbrica giapponese nel corso della seconda guerra mondiale vengono spenti dal giovane e corpulento Cicciuzzo Skorrezawa, figlio di una prostituta italiana giunta in Giappone nell’ambito degli accordi di cooperazione tra il regime fascista e l’imperatore nipponico Hirohito. Ardente pacifista Cicciuzzo si adopera senza posa per instillare l’amore nelle lavoratrici obnubilate dalla propaganda guerrafondaia e portare, così, il Giappone fuori dal conflitto mondiale. Non tutte, però, si fanno convincere subito ed è lì che Cicciuzzo estrae la sua arma segreta: il gas intestinale dell’amore. Basta un bel pirito crepitante, appunto, e le protagoniste sono prese da una voglia irrefrenabile di accoppiarsi col protagonista. Non manca il lieto fine: Cicciuzzo soddisferà talmente tanti sudditi del Sol Levante che vi sarà una mobilitazione che porterà il Giappone fuori dalla seconda Guerra mondiale prima della capitolazione di Berlino. Questo eviterà agli Usa la macchia indelebile dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki.
Il Fornostar
di Leonard Pitticaldi
E’ la tenera storia di un adiposo fornaio dotato di un talento straordinario per la preparazione di dolci e panini. Un giorno, però, un dramma rompe la sua placida esistenza: sbaglia un’intera placca di sfilatini che, divenuti durissimi, sono immangiabili. Ma per fortuna il panificatore ha tante amiche e amici che passano in bottega da lui per consolarlo e per dimostrargli quanti usi fantasiosi potevano avere quegli scarti di produzione. Felliniano il finale in Cicciuzzo aiutato da tre camalli genovesi cambia l’insegna “La bottega del pane” con una nuova e coloratissima che propone un ironico calembour che non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa.
sabato 13 giugno 2009
Tempo di apparentamenti
"Abbiamo raggiunto l'accordo con la lista Barzellettiere Demoniaco per il Polesine che Ride. Nelle prossime ore vi riveleremo tutti gli altri apparentamenti conclusi in questi giorni". La segreteria del Partito Democratico annuncia di avere quasi completato gli accordi per le alleanze al secondo turno, che potrebbero sconvolgere il risultato della prima tornata: ad esempio, Contiero, che prima aveva il 49%, dopo questa intensa settimana di mobilitazione del Pd potrebbe arrivare addirittura al 62%.
A parte la lista del Barzellettiere Demoniaco, che avrebbe accettato per motivi misteriosi di supportare la Virgili al ballottaggio, non si conoscono i nomi delle altre liste apparentate. "Varrà il principio usato finora - spiega Gabriele Frigato (nella foto, con un altro esponente del partito) - Prenderemo in considerazione solo quelli che ci hanno offesi in pubblico e presi a pesci in faccia. Con gente di sinistra come Rifondazione Comunista non ci vogliamo avere niente a che fare, anche se loro ancora grattano alla nostra porta senza alcuna dignità pur di sconfiggere il centrodestra!"
Ma non è certo finita qui. Frigato si lascia scappare una confidenza: il suo sogno è di andare oltre queste alleanze del menga, per rivoluzionare il panorama politico locale. "Lo ammetto, è solo un sogno, ma se ci fosse la buona volontà si potrebbe realizzare con qualche corsa all'ultimo momento - ci spiega - Il sogno è di apparentarci con Antonello Contiero. Credo che un'alleanza tra Pd e Lega Nord, magari accettando un accordo politico anche con il Pdl o con parte di esso, consentirebbe di amministrare la Provincia con grande serenità". Ma funzionerebbe? "A Porto Tolle è già accaduto e mi sembra che non ci siano state sollevazioni popolari - ci dice Frigato - Mi sembra invece il modo migliore per fare capire che noi non siamo un partito di sinistra e che su certi temi la pensiamo esattamente come la Lega. Allora è inutile combattersi, no?" Una sfida certamente epocale, che Frigato ritiene possa soddisfare anche l'elettorato progressista: "Diciamocelo, c'è una marea di ex Ds che ancora sono convinti di essere in un partito di sinistra e finchè non pretendono di vederci fare cose di sinistra, ma si accontentano di una poltrona di scarto a un loro rappresentante non vedo che problemi ci siano. Quanto agli elettori veramente di sinistra, quelli sono cretini: sono convinti che votare Rifondazione o i vari comunisti sia un voto buttato, poi danno il voto a noi, che alla fine perdiamo. Io proprio non li capisco!"
A parte la lista del Barzellettiere Demoniaco, che avrebbe accettato per motivi misteriosi di supportare la Virgili al ballottaggio, non si conoscono i nomi delle altre liste apparentate. "Varrà il principio usato finora - spiega Gabriele Frigato (nella foto, con un altro esponente del partito) - Prenderemo in considerazione solo quelli che ci hanno offesi in pubblico e presi a pesci in faccia. Con gente di sinistra come Rifondazione Comunista non ci vogliamo avere niente a che fare, anche se loro ancora grattano alla nostra porta senza alcuna dignità pur di sconfiggere il centrodestra!"
Ma non è certo finita qui. Frigato si lascia scappare una confidenza: il suo sogno è di andare oltre queste alleanze del menga, per rivoluzionare il panorama politico locale. "Lo ammetto, è solo un sogno, ma se ci fosse la buona volontà si potrebbe realizzare con qualche corsa all'ultimo momento - ci spiega - Il sogno è di apparentarci con Antonello Contiero. Credo che un'alleanza tra Pd e Lega Nord, magari accettando un accordo politico anche con il Pdl o con parte di esso, consentirebbe di amministrare la Provincia con grande serenità". Ma funzionerebbe? "A Porto Tolle è già accaduto e mi sembra che non ci siano state sollevazioni popolari - ci dice Frigato - Mi sembra invece il modo migliore per fare capire che noi non siamo un partito di sinistra e che su certi temi la pensiamo esattamente come la Lega. Allora è inutile combattersi, no?" Una sfida certamente epocale, che Frigato ritiene possa soddisfare anche l'elettorato progressista: "Diciamocelo, c'è una marea di ex Ds che ancora sono convinti di essere in un partito di sinistra e finchè non pretendono di vederci fare cose di sinistra, ma si accontentano di una poltrona di scarto a un loro rappresentante non vedo che problemi ci siano. Quanto agli elettori veramente di sinistra, quelli sono cretini: sono convinti che votare Rifondazione o i vari comunisti sia un voto buttato, poi danno il voto a noi, che alla fine perdiamo. Io proprio non li capisco!"
False vignette di ZOT #3
E' ancora in circolazione il pataccaro che spaccia per vignette di ZOT dei palesi falsi, continuando a rubare immagini dal bel sito www.rovigooggi.it per fare della satira scurrile e infantile, inquinando il sereno dibattito elettorale. Noi ne abbiamo rintracciata un'altra e qui ve la presentiamo come sempre, avvertendovi come sempre: queste vignette sono false, se le vedete in giro non date loro credito!
Parola d'ordine: dignità
Esporre il corpo vegetante di Vianello Monello a Palazzo Roverella, in una sala a lui intitolata e accessibile al pubblico della pinacoteca. E' la proposta formulata dai soci dell'Accademia dei Concordi alla famiglia dell'opinionista, in stato vegetativo in una clinica svizzera, dove ci si appresterebbe a staccare i macchinari che lo tengono in vita.
"Giacere nel buio, dimenticato da tutti, dopo una vita al centro della vita sociale rodigina è senza ombra di dubbio una condizione non dignitosa - scrive Luigi Costato al Corriere - Ma allo stesso tempo non possiamo certo avvallare l'unica alternativa offerta, quella di porre fine a questa esistenza in modo arbitrario. Una volta Vianello Monello, mentre bevevamo grappette al termine di un lauto pranzo a casa mia, mi disse che da morto avrebbe voluto essere impagliato ed esposto al Roverella, assieme alle opere dei grandi pittori polesani e veneti. Mi disse che aveva già preso accordi con un tassodermista di Boston, nel caso di una sua prematura dipartita. Ma non accennò mai all'eutanasia! Ritengo dunque che quanto proponiamo costituisca una valida mediazione tra le istanze dei familiari e quelle di chi difende il diritto a morire quando capita capita, oltre che una soluzione rispettosa delle volontà del nostro amico". Per ora i parenti di Vianello Monello non replicano alla proposta dell'Accademia dei Concordi, ritenendo più opportuno lasciare passare qualche giorno.
Intanto non si placa la polemica attorno alla decisione di sospendere il mantenimento in vita artificiale del celebre elzevirista. In visita a Venezia per posare la seconda pietra del Mose, il premier Silvio Berlusconi ha voluto commentare la vicenda: "Ho ancora nella mente il caso di Eluana Englaro. E' stato un abominio lasciare morire quel bel tocco di figa, che avevo in progetto di invitare ad un party di Capodanno nella mia villa in Sardegna! - dice - Quanto a Vianello Monello, non posso certo dire che sia un bel tocco di figa anche lui, anche se tempo fa ricordo che girava con un paio di tette enormi. Comunque mi spenderò per impedire che venga commesso questo orrendo omicidio di una persona inerme e innocente. E ora scusatemi, devo andare a salutare le truppe in partenza per l'Afghanistan!" In serata Berlusconi ha smentito categoricamente di avere mai affermato che Eluana Englaro sia un bel tocco di figa e di avere fatto apprezzamenti sulle tette di Vianello Monello.
"Giacere nel buio, dimenticato da tutti, dopo una vita al centro della vita sociale rodigina è senza ombra di dubbio una condizione non dignitosa - scrive Luigi Costato al Corriere - Ma allo stesso tempo non possiamo certo avvallare l'unica alternativa offerta, quella di porre fine a questa esistenza in modo arbitrario. Una volta Vianello Monello, mentre bevevamo grappette al termine di un lauto pranzo a casa mia, mi disse che da morto avrebbe voluto essere impagliato ed esposto al Roverella, assieme alle opere dei grandi pittori polesani e veneti. Mi disse che aveva già preso accordi con un tassodermista di Boston, nel caso di una sua prematura dipartita. Ma non accennò mai all'eutanasia! Ritengo dunque che quanto proponiamo costituisca una valida mediazione tra le istanze dei familiari e quelle di chi difende il diritto a morire quando capita capita, oltre che una soluzione rispettosa delle volontà del nostro amico". Per ora i parenti di Vianello Monello non replicano alla proposta dell'Accademia dei Concordi, ritenendo più opportuno lasciare passare qualche giorno.
Intanto non si placa la polemica attorno alla decisione di sospendere il mantenimento in vita artificiale del celebre elzevirista. In visita a Venezia per posare la seconda pietra del Mose, il premier Silvio Berlusconi ha voluto commentare la vicenda: "Ho ancora nella mente il caso di Eluana Englaro. E' stato un abominio lasciare morire quel bel tocco di figa, che avevo in progetto di invitare ad un party di Capodanno nella mia villa in Sardegna! - dice - Quanto a Vianello Monello, non posso certo dire che sia un bel tocco di figa anche lui, anche se tempo fa ricordo che girava con un paio di tette enormi. Comunque mi spenderò per impedire che venga commesso questo orrendo omicidio di una persona inerme e innocente. E ora scusatemi, devo andare a salutare le truppe in partenza per l'Afghanistan!" In serata Berlusconi ha smentito categoricamente di avere mai affermato che Eluana Englaro sia un bel tocco di figa e di avere fatto apprezzamenti sulle tette di Vianello Monello.
venerdì 12 giugno 2009
Vianello Monello tra la vita e la morte
"Siamo pronti a staccare la spina ai macchinari che tengono in vita Vianello Monello". Un annuncio choc quello dei familiari del celebre opinionista, ospite da settimane di una clinica svizzera dopo il tragico incidente a Ginevra. Le sue condizioni sarebbero talmente gravi che la famiglia ha ormai perso le speranze di una ripresa del caro congiunto. "E' ridotto pressochè a un vegetale - dichiarano - E' nostra facoltà aiutarlo a morire nel modo più dignitoso possibile. Lui approverebbe questa nostra decisione".
Ma la scelta dei parenti di Vianello Monello non poteva non fare scalpore. Poche ore dopo Giuliano Ferrara (nella foto), alla testa di un corteo di sedici manifestanti, era davanti alla clinica, dove ha lasciato alcune bottigliette d'acqua davanti all'ingresso. Numerosi passanti sono rimasti feriti inciampando nelle bottigliette poste in mezzo al passaggio, ma la protesta non si è fermata per questo inconveneniente. "Diciamo no alla morte burocratica! - tuona l'autorevole ghost writer dei discorsi di Silvio Berlusconi e leader del movimento antiabortista - Comprendo il dolore di un padre, ma bisogna tutelare ogni forma di vita, che è sacra dal punto di vista religioso e laico". Ferrara ha poi salutato i suoi sostenitori: "Tornerò presto, purtroppo ora devo andare a manifestare a favore della guerra". Un plauso alla scelta del pingue opinionista di Panorama è giunto nientemeno che dal lucido punto di vista di Adriano Celentano, che ha scritto al Corriere del Veneto una lunga lettera: "Ammiro quel Giuliano Ferrara per le sue battaglie a favore della vita e spero che le bottiglie d'acqua davanti alla clinica aumentino - si legge - Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un'altra vita oltre quella terrena. Una vita diversa dove non ci sono bugie e incidenti ma solo gioco e Amore, quell'amore che Vianello Monello forse non ha mai conosciuto. Mi chiedo se qualche volta, specie in casi come questi, a uno che non crede possa venire il dubbio, che magari potrebbe esserci davvero un qualcosa che va oltre l'aridità di questo attimo fuggente trascorso sulla terra". Eccetera eccetera.
Sdegnata la reazione dei familiari di Vianello Monello: "Ma non diciamo fesserie ipocrite - ribattono in una lettera che il Corriere ha rifiutato di pubblicare - Innanzitutto gli volete talmente bene che lo avete già sostituito con un impostore. Poi, diciamocela, la biografia di Vianello Monello non è quella di un uomo comune: è morto, è stato resuscitato in una messa nera, hanno tentato di sacrificarlo annegandolo nell'Happy Hope e lui si è salvato per poi cercare il martirio in un attentato kamikaze. Dopodichè i cinesi lo hanno clonato e voi avete completato l'opera facendolo invasare dallo spettro di se stesso che infestava palazzo Celio. Ora un incidente ce l'ha quasi portato via di nuovo. Ma la sua storia non ci insegna forse qualcosa sulla vita e sulla morte, cari ipocriti difensori della vita? A lui è stato concesso di tornare in vita più e più volte, perchè dovremmo ancora accettare le vostre millanterie di una vita sacra e di una esistenza ultraterrena e tutto il corollario di scemenze che la stessa esistenza del nostro caro dimostra essere vetuste concezioni del mondo? Ma andate a farvi friggere!"
Ma la scelta dei parenti di Vianello Monello non poteva non fare scalpore. Poche ore dopo Giuliano Ferrara (nella foto), alla testa di un corteo di sedici manifestanti, era davanti alla clinica, dove ha lasciato alcune bottigliette d'acqua davanti all'ingresso. Numerosi passanti sono rimasti feriti inciampando nelle bottigliette poste in mezzo al passaggio, ma la protesta non si è fermata per questo inconveneniente. "Diciamo no alla morte burocratica! - tuona l'autorevole ghost writer dei discorsi di Silvio Berlusconi e leader del movimento antiabortista - Comprendo il dolore di un padre, ma bisogna tutelare ogni forma di vita, che è sacra dal punto di vista religioso e laico". Ferrara ha poi salutato i suoi sostenitori: "Tornerò presto, purtroppo ora devo andare a manifestare a favore della guerra". Un plauso alla scelta del pingue opinionista di Panorama è giunto nientemeno che dal lucido punto di vista di Adriano Celentano, che ha scritto al Corriere del Veneto una lunga lettera: "Ammiro quel Giuliano Ferrara per le sue battaglie a favore della vita e spero che le bottiglie d'acqua davanti alla clinica aumentino - si legge - Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un'altra vita oltre quella terrena. Una vita diversa dove non ci sono bugie e incidenti ma solo gioco e Amore, quell'amore che Vianello Monello forse non ha mai conosciuto. Mi chiedo se qualche volta, specie in casi come questi, a uno che non crede possa venire il dubbio, che magari potrebbe esserci davvero un qualcosa che va oltre l'aridità di questo attimo fuggente trascorso sulla terra". Eccetera eccetera.
Sdegnata la reazione dei familiari di Vianello Monello: "Ma non diciamo fesserie ipocrite - ribattono in una lettera che il Corriere ha rifiutato di pubblicare - Innanzitutto gli volete talmente bene che lo avete già sostituito con un impostore. Poi, diciamocela, la biografia di Vianello Monello non è quella di un uomo comune: è morto, è stato resuscitato in una messa nera, hanno tentato di sacrificarlo annegandolo nell'Happy Hope e lui si è salvato per poi cercare il martirio in un attentato kamikaze. Dopodichè i cinesi lo hanno clonato e voi avete completato l'opera facendolo invasare dallo spettro di se stesso che infestava palazzo Celio. Ora un incidente ce l'ha quasi portato via di nuovo. Ma la sua storia non ci insegna forse qualcosa sulla vita e sulla morte, cari ipocriti difensori della vita? A lui è stato concesso di tornare in vita più e più volte, perchè dovremmo ancora accettare le vostre millanterie di una vita sacra e di una esistenza ultraterrena e tutto il corollario di scemenze che la stessa esistenza del nostro caro dimostra essere vetuste concezioni del mondo? Ma andate a farvi friggere!"
giovedì 11 giugno 2009
Frigato si dà al fumetto
E' ufficiale. Il segretario del Pd, Gabriele Frigato, lascia il partito, dopo la sconfitta alle europee e lo smacco alle provinciali, dove la candidata Tiziana Virgili ha strappato per un pelo il ballottaggio contro il leghista Antonello Contiero. Frigato avrebbe già da tempo deciso di mollare la politica per darsi al fumetto. Assistito in ciò dal collega Aldo Guarnieri, ha preso l'impegno con la casa editrice di Sergio Bonelli, proponendo una storia di Tex che senza dubbio segnerà un punto di svolta in una serie che dura da sessant'anni. In esclusiva, le prime vignette di "Tex solo contro tutti".
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TEX DA SOLO CONTRO TUTTI
Testi: G. Frigato - Disegni: Letteri, Villa e altri
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