venerdì 12 giugno 2009

Vianello Monello tra la vita e la morte

"Siamo pronti a staccare la spina ai macchinari che tengono in vita Vianello Monello". Un annuncio choc quello dei familiari del celebre opinionista, ospite da settimane di una clinica svizzera dopo il tragico incidente a Ginevra. Le sue condizioni sarebbero talmente gravi che la famiglia ha ormai perso le speranze di una ripresa del caro congiunto. "E' ridotto pressochè a un vegetale - dichiarano - E' nostra facoltà aiutarlo a morire nel modo più dignitoso possibile. Lui approverebbe questa nostra decisione".
Ma la scelta dei parenti di Vianello Monello non poteva non fare scalpore. Poche ore dopo Giuliano Ferrara (nella foto), alla testa di un corteo di sedici manifestanti, era davanti alla clinica, dove ha lasciato alcune bottigliette d'acqua davanti all'ingresso. Numerosi passanti sono rimasti feriti inciampando nelle bottigliette poste in mezzo al passaggio, ma la protesta non si è fermata per questo inconveneniente. "Diciamo no alla morte burocratica! - tuona l'autorevole ghost writer dei discorsi di Silvio Berlusconi e leader del movimento antiabortista - Comprendo il dolore di un padre, ma bisogna tutelare ogni forma di vita, che è sacra dal punto di vista religioso e laico". Ferrara ha poi salutato i suoi sostenitori: "Tornerò presto, purtroppo ora devo andare a manifestare a favore della guerra". Un plauso alla scelta del pingue opinionista di Panorama è giunto nientemeno che dal lucido punto di vista di Adriano Celentano, che ha scritto al Corriere del Veneto una lunga lettera: "Ammiro quel Giuliano Ferrara per le sue battaglie a favore della vita e spero che le bottiglie d'acqua davanti alla clinica aumentino - si legge - Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un'altra vita oltre quella terrena. Una vita diversa dove non ci sono bugie e incidenti ma solo gioco e Amore, quell'amore che Vianello Monello forse non ha mai conosciuto. Mi chiedo se qualche volta, specie in casi come questi, a uno che non crede possa venire il dubbio, che magari potrebbe esserci davvero un qualcosa che va oltre l'aridità di questo attimo fuggente trascorso sulla terra". Eccetera eccetera.
Sdegnata la reazione dei familiari di Vianello Monello: "Ma non diciamo fesserie ipocrite - ribattono in una lettera che il Corriere ha rifiutato di pubblicare - Innanzitutto gli volete talmente bene che lo avete già sostituito con un impostore. Poi, diciamocela, la biografia di Vianello Monello non è quella di un uomo comune: è morto, è stato resuscitato in una messa nera, hanno tentato di sacrificarlo annegandolo nell'Happy Hope e lui si è salvato per poi cercare il martirio in un attentato kamikaze. Dopodichè i cinesi lo hanno clonato e voi avete completato l'opera facendolo invasare dallo spettro di se stesso che infestava palazzo Celio. Ora un incidente ce l'ha quasi portato via di nuovo. Ma la sua storia non ci insegna forse qualcosa sulla vita e sulla morte, cari ipocriti difensori della vita? A lui è stato concesso di tornare in vita più e più volte, perchè dovremmo ancora accettare le vostre millanterie di una vita sacra e di una esistenza ultraterrena e tutto il corollario di scemenze che la stessa esistenza del nostro caro dimostra essere vetuste concezioni del mondo? Ma andate a farvi friggere!"

1 commento:

Sosia di Gheddafi ha detto...

Che storia triste!