venerdì 19 settembre 2008

Adelma Benni, la no global

E' un vero uragano politico, quello che si è abbattuto su Terenzio Gasparetto, l'indipendente in corsa per le prossime elezioni provinciali. La signora Adelma Benni, papabile assessore alla Sanità in caso di vittoria, è finita su tutti i giornali del Veneto in un memorabile scatto durante gli scontri del 6 settembre scorso a Vicenza, contro la base americana al Dal Molin. Nella foto, che pubblichiamo in esclusiva, la Benni fa oggetto di violenza un indifeso tutore dell'ordine che sta cercando di riportare al buon senso i manifestanti con parole garbate. Raggiunta dai giornalisti, la Benni non ha smentito per nulla la vicenda, ed anzi se n'è vantata in un'intervista al Corriere del Veneto, edizione di Vicenza: "Chi mi conosce sa che sono una persona focosa e quel signore lì mi aveva stufato. Continuava ad agitarmi il manganello contro e allora non ci ho visto più. Ma poi che cazzo rompete? Quegli yankee di merda, per usare un'espressione del capo di stato venezuelano, vanno in giro ad ammazzare un sacco di gente a suon di bombe e voi vi scandalizzate per uno sbirro contuso?".
Immediate le reazioni politiche locali, con il Partito Democratico e il Partito delle Libertà uniti in un unico coro indignato, chiedendo a Terenzio Gasparetto di prendere immediatamente le distanze dalla sua candidata. Raggiunto dai cronisti, Gasparetto ha però spiazzato tutti rincarando la dose: "Ho scelto di fondare una lista tutta mia proprio per poter dire chiaramente quello che penso, invece di intrupparmi solo per inseguire il consenso, come stanno facendo Pd e Pdl. Ho massimo rispetto per Adelma Benni e sostengo in toto la lotta dei vicentini per impedire la costruzione della mega base militare americana. Quanto al comportamento di Adelma, è il frutto di un clima di prepotenza che non abbiamo certo creato noi. A maggior ragione dobbiamo apprezzare chi sa ancora ribellarsi al dispotismo, anzichè comportarsi da bravo cittadino pecorone mentre tutto intorno i peggiori soprusi restano impuniti".

NOTA: L'autore di questo blog si dissocia da quanto affermato dal signor Terenzio Gasparetto e dagli atti compiuti da Adelma Benni. Il dissenso è legittimo, ma in una Democrazia ci sono ben altri mezzi per rimediare alle ingiustizie: ricordo che a tutti i cittadini è data periodicamente l'opportunità di eleggere persone in grado di governare il paese con saggezza, sorrette dal voto popolare. La storia dimostra che solo così è possibile evitare che la nostra società precipiti nel caos e nell'illegalità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io vorrei riconvertire Polesine Camerini a cimici. Le ipotesi sono due: usare le cimici come combustibile (filtrando la puzza) oppure usarle come animali da soma per muovere delle turbine. Non so se risolverebbe il problema energetico, ma certo mi aiuterebbe a liberarmi di questi stupidi animali che ogni autunno mi invadono casa e passano le serate a ronzare attorno al lampadario scuzzonandosi da tutte le parti. Che dici? Eh?

Anonimo ha detto...

Hai visto il convegno della Cisl "Sì al carbone ma compatibile con l'ambiente"? Che ne pensi?

La Ghenga ha detto...

Ho organizzato anch'io un forum per discutere dell'argomento. Ho invitato solo me stesso e il tutto si è svolto all'interno della mia testa. In questo modo non ho avuto bisogno di affittare un palatenda e ho ottenuto gli stessi risultati del convegno di Porto Tolle: chi era a favore è rimasto favorevole, chi era contro è rimasto contrario.

Anonimo ha detto...

In questa fase storica, a questo punto della crisi, la pratica della violenza rivoluzionaria è l'unica politica che abbia una possibilità reale di affrontare e risolvere la contraddizione antagonistica che oppone proletariato metropolitano e borghesia imperialistica.
In questa fase la lotta di classe assume, per iniziativa delle avanguardie rivoluzionarie, la forma della guerra. Proprio questo impedisce al nemico di "normalizzare la situazione" e cioè di riportare una vittoria tattica sul movimento di lotta degli ultimi dieci anni e sui bisogni, le aspettative e le speranze che esso ha generato.