martedì 2 settembre 2008

Testimonianza dal campo di prigionia

Ugo Savoia ha inviato la prima testimonianza dal campo di detenzione nordcoreano, posto su un imprecisato atollo vicino alle Seychelles, dove è detenuto con buona parte dell'equipaggio con cui sta dando la caccia al Coniglio Napoleon per evitare che i pirati foraggiati da Beppe Osti riescano a mettere le mani su Celio Rodigino e i suoi amici. I bucanieri capitanati da Adino Rossi, infatti, vogliono eliminare il rispettato opinionista per esporne il cadavere in uno dei sette mausolei che l'ex assessore comunale allo Sport vuole realizzare a Rovigo. Il documento è stato inviato via fax a "Il mannocchio", associazione rodigina di amanti dei sigari.

"E' strano trovarsi in questo dorata prigionia. Quelli che dovrebbero essere i nostri carcerieri sono molto gentili e, anzi, sono proprio loro a venirci a dare la sveglia alle 8 per permetterci, dopo un'abbondante colazione, di essere alle 9 alle lezioni sul Juche. Gianluca si è proprio appassionato: studia, si applica, fa moltissime domande per penetrare a fondo l'essenza della via coreana al socialismo. A me la cosa non dispiace perché, da buon liberale, apprezzo la curiosità intellettuale. L'unico problema è che finite le lezioni, attorno alle 17, mi manca un compagno per giocare a paduk. Adolf, del resto, non è granché con la scacchiera e Gianluca si chiude sempre in biblioteca per approfondire lo studio delle opere del Grande leader e stimato compagno Kim Il Sung. Ho provato a giocare sempre con Adolf a sijo nori, ma non ne imbrocca mai una. Io gli recito le prime strofe di qualche poesia famosa e lui non riesce mai a capire su quale carta ho scritto la continuazione. Si giustifica dicendo che dalle sue parti gli autori italiani si studiano poco, che preferisce la prosa di Goethe. Ma secondo me gli mancano Kwame e Marisa. Per fortuna almeno la separazione con Kwame è durata poco. Con mia somma sorpresa, infatti, il nostro caro cuoco ghanese ha deciso di costituirsi ai militari nordcoreani, anziché chiamare aiuto. Nella nave non ci sono altre persone in grado di inviare un sos. Vianello Monello è sempre sedato nel letto di contenzione, mentre Lubomir è felice di avere tutta la barca per sé e potersi dedicare senza i rumori della ciurma alla traduzione in slovacco delle opere di Shakespeare. Alla vista di Kwame non ho potuto trattenere la sorpresa. "Cosa fai qui, mio buon negro?" gli ho chiesto. "Quando ho saputo che c'era un corso di cucina, non ho saputo resistere - ha spiegato l'amico africano - ho sempre sognato di imparare a preparare la salsa kimch'i o di perfezionare la cucina delle carni alla brace apprendendo la tradizionale ricetta del pulgogi". Non ha fatto alcun riferimento ad Adolf. Ma l'amore è comunque presente nella sua testa. "Scusami Ugo - ha detto - ma sono fedele solo al mio compagno Josè. Anzi, perdonami, ma col tuo permesso andrei a sfondargli le terga".
Purtroppo Josè non era in grado di fare all'amore. Il giovane collaboratore veneziano (nella foto) si è dato anima e corpo ai corsi di taekwondo, animato dal fatto che "serve soprattutto a difendere i più deboli", come gli ha detto il maestro Hu Yong Wan prima di frollarlo come una mezzena. Chissà quanto dovremo ancora restare su questo isolotto dalle sabbie dorate e dal mare smeraldo?".

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