venerdì 26 settembre 2008

"Ci sfruttano come bestie". I nani denunciano l'Ulss

Un nuovo scandalo ha travolto l'Ulss 18, dopo l'inchiesta del Corriere del Veneto che ha svelato sordidi retroscena dietro la gestione delle casse ticket automatiche. "Macchè automatiche! Per fare economia l'azienda ha usato dei nani rinchiusi all'interno!", ha rivelato al mondo Antonella De Agostani, che con il coniuge Carmelo Zaccariotto (nella foto), delegato Cgil-Nani ha rotto il silenzio e denunciato l'accaduto. "Quei nani eravamo noi, assieme ad altri colleghi che preferiscono non parlare, ma che condividono la nostra posizione. Noi abbiamo fatto funzionare quello che loro spacciavano per un prodigio della tecnologia. Un lavoro massacrante, in cambio del quale riceviamo solo scherno e derisione". I due dipendenti Ulss raccontano di turni interminabili, rinchiusi all'interno delle buie e asfissianti macchinette, per erogare ricevute e banconote agli utenti, sgravando di molto lavoro le casse ticket. Un lavoro pesante, reso ancora più insopportabile da quello che definiscono un atteggiamento vessatorio da parte dei dirigenti, che dopo i recenti furti di denaro dalle macchinette avevano cominciato ad esercitare continue pressioni nei confronti degli operatori interni, spesso accusandoli apertamente di essere responsabili del crimine.
"Chi pensa che il nostro sia un lavoro di tutto riposo dovrebbe provare cosa vuole dire lavorare al ritmo di una macchina e sentirsi prendere a pugni e calci dall'esterno quando dimentichi di erogare il resto - continua Zaccariotto - Ora l'Ulss, dopo averci sottoposti a pressioni di ogni genere, pretende pure di allungare i nostri turni e di estendere le nostre mansioni anche alle macchinette del caffè e ai distributori automatici. Vogliono risparmiare sulla nostra pelle, ma la misura è colma. Vogliamo lavorare serenamente, non essere trattati come schiavi!" Ieri, a causa della sollevazione degli operatori, tutte le macchinette ticket si sono fermate, mandando in tilt gli sportelli canonici. "Ce n'est qu'un debut, continuons le combat! - dichiara il delegato Cgil-Nani - Le istituzioni tacciono perchè si potrebbe scoprire quanti di noi lavorano, nell'oscurità e malpagati, per fare funzionare le macchine del caffè degli impiegati pubblici. Ma se non avremo risposte sono pronti a raggiungere la nostra protesta ad oltranza!"

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