Trasformare la centrale di Polesine Camerini nella moschea con il più alto minareto al mondo. La proposta arriva da Ismail Biolcati, imam della comunità islamica del Delta del Po, che si dice sinceramente sconcertato dalla sciatteria delle proposte pervenute a questo sito. La sua idea, invece, risolverebbe molti problemi, non ultima una questione di diritto alla professione della fede che in Polesine sembra essere sostenuta solo a parole e costantemente smentita dai fatti da amministrazioni di destra e di sinistra. Alle vane ciance, Biolcati oppone non solo un progetto (con tanto di rendering, nella foto), ma anche proiezioni sugli effetti di medio-lungo periodo che un simile insediamento produrrebbe.
"Questa moschea non sarebbe solo un doveroso omaggio ad Allah - sostiene il religioso - ma un'occasione impareggiabile in campo turistico, che attrarrebbe migliaia di fedeli da tutto il mondo. L'avete mai visto un minareto di 250 metri in piena Europa? Sarebbe la Mecca occidentale o la Lourdes musulmana se preferite, con un indotto vertiginoso". Insomma, se proprio non vogliamo farne una questione di diritti, diamo almeno un'occhiata al portafoglio, dice Biolcati, che prosegue: "Agli infedeli chiedo di pensare solo quanto benessere economico hanno portato trovate come Padre Pio e Medjugorje. Fatevi mo' una botta di conti: possiamo puntare a un fatturato che entro il 2012 ci permetterà di assumere come muezzin a tempo pieno Al Bano ed Enrico Musiani". La proposta arriverà presto sui tavoli di Provincia, Comune ed Ente Parco.
Intanto arriva già una cauta apertura da parte del sindaco di Porto Tolle, Silvano Finotti: "Siamo disponibili ad accettare - spiega Finotti - a patto che non vengano applicate esenzioni sull'Ici e ci venga garantito lo status di quinta località sacra dell'islam sunnita dopo Mecca, Medina, Gerusalemme ed Eyup. Se partiamo da queste condizioni, se ne può discutere".
martedì 30 settembre 2008
Una cordata per salvare l'Odeon
Il caso del cinema Odeon, da mesi in difficoltà economiche, spacca nuovamente la città. Proprio ieri l'assessore all'Urbanistica Gigi Osti aveva varato, a nome della giunta, il Concordato Usufrutto Locali dell'Odeon, protocollo dal nome bizzarro solo in apparenza: "Ho deciso di dare ai miei documenti degli acronimi facili da ricordare, simpatici da pronunciare e che incasinino un po' la vita a quei giornalisti spaccaballe - ha commentato, ridendo in modo pazzerello - Del resto vent'anni fa fui tra i fondatori della Federazione Italiana Giuoco d'Azzardo, cui aderirono decine e decine di amici con grande spirito goliardico. La mia testa ancora oggi è un ribollire di idee. Dopo il Piano di Assetto Territoriale, per esempio, prossimamente varerò il Piano Integrato Salvaguardia Condizioni Ideali Ottimali, che non significa niente ma mi fa un sacco ridere quando lo leggo". Rassicura tutti anche l'assessore alla Cultura, Federico Frigato: "Sto valutando di fare intervenire la Fondazione Cultura, che potrebbe inglobare provvisoriamente il cinema Odeon finchè non si sarà trovata una soluzione stabile - spiega - Un'altra interessante ipotesi è di trasformare in appartamenti una sezione del cinema e di convertire una delle sale in cinemino a luci rosse, collegato direttamente ai suddetti appuntamenti. Così potremmo offrire serate piacevoli a giovani coppie o innamorati clandestini, con un pacchetto offerta comprendente pernottamento e filmetti osè. Io stesso sarei curioso di provare l'esperienza di un pornazzo su schermo panoramico e con sonoro dolby surround".
Ma il centrodestra, messe da parte per un momento le polemiche interne, interviene pesantemente, smontando qualsiasi ipotesi messa sul piatto e lanciando una controproposta: "Abbiamo già pronta una cordata per salvare l'Odeon", ha gridato Paolo Avezzù, irrompendo nel consiglio comunale di ieri. A queste parole, le porte della sala consiglio si sono spalancate e una enorme passerella si è magicamente materializzata all'interno della sala, accompagnata da "Staying alive" dei Bee Gees e illuminata da luci stroboscopiche. Assoldato per l'evento, lo speaker Saverio Girotto ha dunque cominciato ad annunciare i nomi dei rinomati imprenditori che hanno dato vita alla cordata: "Irsap! Crivellari e Zebini! Cignoni! Dondi! Ilcea! Cooperativa portabagli della stazione! Coop. Pol. Taxi! Meccanico Ugo Palmas! Supermercati Conad! Ed ecco ancora... Unindustria! La Cassa di Risparmio! Il consorzio Zai, un bell'applauso per i nostri amici veronesi!" Dopo un'ovazione commossa, il B.V. Paolino ha quindi chiesto ufficialmente alla giunta di abbandonare qualsiasi progettuncolo per lasciare spazio alla cordata. "Anche il mio amico Beppe Osti si è reso disponibile a recuperare un po' di sponsor e cercare di acquisire la maggioranza del pacchetto azionario con Diego Della Valle, Pinocchio e Robert Plant - spiega il capogruppo della minoranza - Voci attendibili mi dicono che il cantante Peter Gabriel sarebbe già pronto a comprare una quota come gesto di solidarietà verso l'Odeon".
La notizia ha fatto il giro di tutte le agenzie di stampa, che immediatamente hanno battuto una ridda di ultim'ora andata avanti fino a tarda notte. Appena mezz'ora dopo il caro leader Kim Jong-Il interveniva per rassicurare tutti sulle sue condizioni di salute e annunciare di essere pronto a entrare nella cordata "in nome del legame profondo che mi lega al Polesine e al mio amico Beppe Osti, con cui abbiamo tanto lavorato per realizzare Dprkworld". Anche il compagno Prachanda, come gesto distensivo dopo il "Bruscogate" ha dato una disponibilità di massima ad aderire all'iniziativa, in un momento di rinascita del cinema nepalese. E ovviamente sembra sia prossima ad entrare pure Federica Zarri , "in veste di imprenditrice cinematografica, sia chiaro, e senza alcun preconcetto rispetto all'interessante proposta di Humpty Dumpty Frigato". Comune e Provincia, invece, contano di costituire un'apposita partecipata o affidare al Consvipo il ruolo di azionista. "Stiamo valutando la proposta della cordata - commenta l'assessore provinciale alla Cultura, Laura Negri - anche perchè dalle prime indiscrezioni sembra che il piano industriale preveda già da ora pesanti tagli al personale, cosa che potrebbe creare serie frizioni con i sindacati".
Ma il centrodestra, messe da parte per un momento le polemiche interne, interviene pesantemente, smontando qualsiasi ipotesi messa sul piatto e lanciando una controproposta: "Abbiamo già pronta una cordata per salvare l'Odeon", ha gridato Paolo Avezzù, irrompendo nel consiglio comunale di ieri. A queste parole, le porte della sala consiglio si sono spalancate e una enorme passerella si è magicamente materializzata all'interno della sala, accompagnata da "Staying alive" dei Bee Gees e illuminata da luci stroboscopiche. Assoldato per l'evento, lo speaker Saverio Girotto ha dunque cominciato ad annunciare i nomi dei rinomati imprenditori che hanno dato vita alla cordata: "Irsap! Crivellari e Zebini! Cignoni! Dondi! Ilcea! Cooperativa portabagli della stazione! Coop. Pol. Taxi! Meccanico Ugo Palmas! Supermercati Conad! Ed ecco ancora... Unindustria! La Cassa di Risparmio! Il consorzio Zai, un bell'applauso per i nostri amici veronesi!" Dopo un'ovazione commossa, il B.V. Paolino ha quindi chiesto ufficialmente alla giunta di abbandonare qualsiasi progettuncolo per lasciare spazio alla cordata. "Anche il mio amico Beppe Osti si è reso disponibile a recuperare un po' di sponsor e cercare di acquisire la maggioranza del pacchetto azionario con Diego Della Valle, Pinocchio e Robert Plant - spiega il capogruppo della minoranza - Voci attendibili mi dicono che il cantante Peter Gabriel sarebbe già pronto a comprare una quota come gesto di solidarietà verso l'Odeon".
La notizia ha fatto il giro di tutte le agenzie di stampa, che immediatamente hanno battuto una ridda di ultim'ora andata avanti fino a tarda notte. Appena mezz'ora dopo il caro leader Kim Jong-Il interveniva per rassicurare tutti sulle sue condizioni di salute e annunciare di essere pronto a entrare nella cordata "in nome del legame profondo che mi lega al Polesine e al mio amico Beppe Osti, con cui abbiamo tanto lavorato per realizzare Dprkworld". Anche il compagno Prachanda, come gesto distensivo dopo il "Bruscogate" ha dato una disponibilità di massima ad aderire all'iniziativa, in un momento di rinascita del cinema nepalese. E ovviamente sembra sia prossima ad entrare pure Federica Zarri , "in veste di imprenditrice cinematografica, sia chiaro, e senza alcun preconcetto rispetto all'interessante proposta di Humpty Dumpty Frigato". Comune e Provincia, invece, contano di costituire un'apposita partecipata o affidare al Consvipo il ruolo di azionista. "Stiamo valutando la proposta della cordata - commenta l'assessore provinciale alla Cultura, Laura Negri - anche perchè dalle prime indiscrezioni sembra che il piano industriale preveda già da ora pesanti tagli al personale, cosa che potrebbe creare serie frizioni con i sindacati".
lunedì 29 settembre 2008
L'onicofagia: combattiamola assieme
Alcolismo, tabagismo, tossicodipendenza sono solo alcuni dei mali che affliggono una società sempre più stressata e nevrotica. Ora l'Ulss 18 di Rovigo, assieme alla conferenza dei sindaci e alla Provincia di Rovigo, lancia una grande campagna per combattere una piaga troppo a lungo sottovalutata: l'onicofagia. "Con questo termine scientifico - spiega l'assessore provinciale Tiziana Virgili - si intende l'abitudine a mangiarsi le unghie a causa di prolungati periodi di tensione. In Polesine riscontriamo ormai 24mila casi all'anno, alcuni gravissimi. In alcuni casi il malato arriva a divorare perfino l'epidermide delle dita, producendosi gravi lesioni. Questo ha effetti deleteri sul tessuto sociale. Molti over 45 espulsi dal mercato del lavoro o giovani che vivono con impieghi precari tendono ad assumere questo comportamento. Il problema è che, con le mani ridotte in questo stato, risultano più svantaggiati nel trovare un nuovo impiego: molti datori di lavoro, infatti, preferiscono non assumere persone che mostrino chiaramente di avere questo tipo di problemi, così il dramma si allarga ulteriormente".
I partner coinvolti hanno creato così un tavolo di monitoraggio del fenomeno, con riunioni periodiche per delineare strategie di azione. La prima campagna di prevenzione, dal titolo "Le tue mani, la tua vita", ha per testimonial Julio Dal Cin (nella foto), dattilografo di Arquà Polesine che nel libro "L'orrenda fame" (Franco Angeli, 2003) ha raccontato il calvario provato negli anni in cui era caduto in preda all'onicofagia, che gli aveva sfigurato completamente gli arti superiori, e il lungo percorso di riabilitazione presso il dipartimento per le dipendenze dell'Ulss 18. "Ho provato di tutto, dallo smalto all'intingere le dita in sostanze nauseabonde, fino all'utilizzo di guantoni da boxe, che però mi impedivano azioni quotidiane come regolare il termostato o usare la forchetta - racconta Dal Cin -. Alla fine mi ha salvato l'amore di una donna, che a suon di padellate mi ha costretto a smettere di ridurmi le unghie a brandelli. Vorrei che questa storia fosse d'esempio per tutti quelli che stanno passando questa brutta esperienza, perchè sappiano che è possibile venirne fuori a testa alta".
I partner coinvolti hanno creato così un tavolo di monitoraggio del fenomeno, con riunioni periodiche per delineare strategie di azione. La prima campagna di prevenzione, dal titolo "Le tue mani, la tua vita", ha per testimonial Julio Dal Cin (nella foto), dattilografo di Arquà Polesine che nel libro "L'orrenda fame" (Franco Angeli, 2003) ha raccontato il calvario provato negli anni in cui era caduto in preda all'onicofagia, che gli aveva sfigurato completamente gli arti superiori, e il lungo percorso di riabilitazione presso il dipartimento per le dipendenze dell'Ulss 18. "Ho provato di tutto, dallo smalto all'intingere le dita in sostanze nauseabonde, fino all'utilizzo di guantoni da boxe, che però mi impedivano azioni quotidiane come regolare il termostato o usare la forchetta - racconta Dal Cin -. Alla fine mi ha salvato l'amore di una donna, che a suon di padellate mi ha costretto a smettere di ridurmi le unghie a brandelli. Vorrei che questa storia fosse d'esempio per tutti quelli che stanno passando questa brutta esperienza, perchè sappiano che è possibile venirne fuori a testa alta".
(a cura di Cirino Baffino)
Notizie dal Nepal
Il governo nepalese, per garantire la libertà di orientamento sessuale, istituisce la possibilità per gli omossessuali di richiedere il riconoscimento del cosiddetto "terzo genere" nei documenti d'identità. E' questo il primo risultato tangibile del lavoro di Guglielmo Brusco come consulente dell'esecutivo guidato dal presidente Prachanda, segretario generale del Partito comunista nepalese (Maoista). "L'esperienza maturata a Palazzo Celio come assessore alle Pari Opportunità è stata fondamentale - ha dichiarato Brusco all'Ansa - purtroppo in Italia e in Polesine ci sono ancora resistenze d'ordine sociale e culturale. L'impegno oggettivo per rimuovere tutte le discriminazioni contro la comunità omosessuale e assicurare per loro gli stessi diritti degli altri cittadini è un ulteriore elemento nella via nazionale al socialismo nepalese, delineata dalla linea del Sentiero Prachanda. Altro che quelle peppe fiappe di Rifondazione!".
La prima persona ad avvalersi di questa opzione è stata una ragazza ventunenne di Pokhara, città di circa duecentomila abitanti nel nord-ovest del Paese. "Ringrazio il compagno Sunil Babu Pant per avermi sostenuto nella compilazione del progetto di legge con la sua sensibilità - prosegue ancora Brusco - esponente del Partito comunista del Nepal (Unificato Marxista Leninista), è il primo deputato dichiaratamente gay nella storia di questa antica nazione". Rispetto all'abbandono di Adriano Marcolongo poco prima dell'altare, Brusco non si sbilancia anche per evitare di creare motivi di frizione tra l'Italia e il Nepal. "Di fronte all'interesse collettivo, le questioni individuali perdono valore. Come dice un antico detto nepalese: madre e madrepatria valgono più del regno dei cieli. Mi fossi unito ad Adriano avrei coronato un mio sogno personale. Qui a Katmandu, contribuendo alla costruzione di uno Stato di nuova democrazia sulle ceneri di una delle ultime monarchie assolute del mondo, mi adopero per la realizzazione di un progetto socialista che potrà garantire giustizia e benessere a un intero popolo. Non sono mai stato tanto felice quanto ora: finalmente sto dando corpo alle aspirazioni di una vita da comunista".
Ma nella vita politica italiana e polesana, la vicenda Brusco-Marcolongo sta creando più di una turbolenza. Dopo essere stato contattato da Marco Di Lello, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha deciso di ufficializzare l'incarico a Luca Bellotti per l'organizzazione di una missione diplomatica che riporti a casa l'assessore provinciale e normalizzi le relazioni italo-nepalesi. Per confermare l'appoggio della Farnesina e di tutto il governo alla "Missione Bellotti" è salito a Rovigo Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del partito di maggioranza relativa. "Il nostro sforzo raccoglie il consenso di tutti i gruppi parlamentari - ha sottolineato Gasparri - me lo ha confermato apertamente a nome dell'opposizione Piero Fassino, ministro degli Esteri nel governo ombra del Pd". Bellotti ha poi illustrato i contenuti della missione. "Vista la delicatezza della situazione abbiamo deciso di avvalerci di personalità di sicuro valore. All'annunciato coinvolgimento di Reinhold Messner, si affiancherà quello dei fratelli Colasberna per cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto disponibile a un provvedimento di clemenza, anche su suggerimento di Gelmino Barozzi. Le invenzioni di Johnny e Maicol saranno fondamentali per trarci d'impaccio. Tutto sta nel riuscire a contattarli attraverso la nostra rete di informatori: con noi già collabora Padanius, che dopo essere stato spedito in orbita viene utilizzato come satellite per monitorare gli sbarchi di clandestini e potrà fornirci informazioni utili per localizzare gli interessati. Ho chiesto, inoltre, la disponibilità di Gabriele Frigato a partecipare per rimarcare lo spirito bipartisan della missione. Il suo passato ruolo di capogruppo dell'Ulivo nella commissione per le Politiche comunitarie sarà un plus importante, nel caso un acuirsi della crisi rendesse necessario un coinvolgimento dell'Ue".
La prima persona ad avvalersi di questa opzione è stata una ragazza ventunenne di Pokhara, città di circa duecentomila abitanti nel nord-ovest del Paese. "Ringrazio il compagno Sunil Babu Pant per avermi sostenuto nella compilazione del progetto di legge con la sua sensibilità - prosegue ancora Brusco - esponente del Partito comunista del Nepal (Unificato Marxista Leninista), è il primo deputato dichiaratamente gay nella storia di questa antica nazione". Rispetto all'abbandono di Adriano Marcolongo poco prima dell'altare, Brusco non si sbilancia anche per evitare di creare motivi di frizione tra l'Italia e il Nepal. "Di fronte all'interesse collettivo, le questioni individuali perdono valore. Come dice un antico detto nepalese: madre e madrepatria valgono più del regno dei cieli. Mi fossi unito ad Adriano avrei coronato un mio sogno personale. Qui a Katmandu, contribuendo alla costruzione di uno Stato di nuova democrazia sulle ceneri di una delle ultime monarchie assolute del mondo, mi adopero per la realizzazione di un progetto socialista che potrà garantire giustizia e benessere a un intero popolo. Non sono mai stato tanto felice quanto ora: finalmente sto dando corpo alle aspirazioni di una vita da comunista".
Ma nella vita politica italiana e polesana, la vicenda Brusco-Marcolongo sta creando più di una turbolenza. Dopo essere stato contattato da Marco Di Lello, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha deciso di ufficializzare l'incarico a Luca Bellotti per l'organizzazione di una missione diplomatica che riporti a casa l'assessore provinciale e normalizzi le relazioni italo-nepalesi. Per confermare l'appoggio della Farnesina e di tutto il governo alla "Missione Bellotti" è salito a Rovigo Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del partito di maggioranza relativa. "Il nostro sforzo raccoglie il consenso di tutti i gruppi parlamentari - ha sottolineato Gasparri - me lo ha confermato apertamente a nome dell'opposizione Piero Fassino, ministro degli Esteri nel governo ombra del Pd". Bellotti ha poi illustrato i contenuti della missione. "Vista la delicatezza della situazione abbiamo deciso di avvalerci di personalità di sicuro valore. All'annunciato coinvolgimento di Reinhold Messner, si affiancherà quello dei fratelli Colasberna per cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto disponibile a un provvedimento di clemenza, anche su suggerimento di Gelmino Barozzi. Le invenzioni di Johnny e Maicol saranno fondamentali per trarci d'impaccio. Tutto sta nel riuscire a contattarli attraverso la nostra rete di informatori: con noi già collabora Padanius, che dopo essere stato spedito in orbita viene utilizzato come satellite per monitorare gli sbarchi di clandestini e potrà fornirci informazioni utili per localizzare gli interessati. Ho chiesto, inoltre, la disponibilità di Gabriele Frigato a partecipare per rimarcare lo spirito bipartisan della missione. Il suo passato ruolo di capogruppo dell'Ulivo nella commissione per le Politiche comunitarie sarà un plus importante, nel caso un acuirsi della crisi rendesse necessario un coinvolgimento dell'Ue".
domenica 28 settembre 2008
Il ricettario di Bice Skanderbergh
Questa domenica Leonida Gusmaroli è impegnato per le esequie di Vianello Monello. Al posto della consueta rubrica di previsioni per il futuro, vi proponiamo le gustose ricette di Bice Skanderbergh, chef di Raccano e autrice di numerose pubblicazioni sulla cucina polesana. Da uno dei suoi più celebri ricettari ci ha consentito di trarre il menù completo che segue. Buon appetito!
Risotto agrodolce
Mettete in una casseruola un chilo di riso e fatelo bollire fino a scuocerlo, aggiungendo di tanto in tanto un po' di cedrata Tassoni per diluire. Una volta portato a cottura, scioglieteci un panetto di burro da mezzo chilo e una stecca di cioccolata fondente per insaporire. Dopodichè aggiungete abbondante crema pasticcera e Smarties. Mescolate bene e quindi aggiungete gradualmente sottaceti e foglie d'alloro. Quando avrete ottenuto una crema sufficientemente densa, versatela in una terrina di acqua frizzante e mettetela in frigo per qualche minuto. Servite in tavola decorata con rapanelli e spruzzetti di maionese.
Polpette di nutria
Raccogliete dalla strada vicino a casa vostra una nutria morta sfatta in un incidente stradale, avendo cura di prelevarne l'intera carcassa, budella comprese, con una paletta. Mettetela in un secchio e quindi pestatela con i piedi, munendovi di pratici stivaloni di gomma, fino ad ottenere una poltiglia omogenea. Aromatizzate con grani di pepe nero e un po' di bottarga e mescolate per amalgamare i sapori. Dopodichè, con l'apposito strumento per fare le palline del gelato, prendete alcune porzioni di questa crema di nutria e impanatele nel'uovo e e nel pane grattato. Friggetele in abbondante olio di semi, in cui avrete gettato un intero panetto di burro, avendo cura di impregnarle per bene in modo da insaporirle maggiormente. Servite queste polpettine in un piatto largo, spolverate con zucchero a velo e decorate con una testa di gatto (anch'esso prelevato già stecchito dalla strada) al centro della composizione.
Semifreddo fantasia
Versate nel frullatore due chili di maionese e tre cucchiai di olio. Aggiungete uno yogurt alla banana, alcune scaglie di grana e sei cucchiai di zucchero. Frullate il tutto fino ad ottenere una crema morbida. Travasatela in alcune coppette e guarnite con caramello, un'oliva e una spruzzata di diavolini. Tenete in congelatore per un paio di giorni e poi servite appena tolta dal freddo.
Risotto agrodolce
Mettete in una casseruola un chilo di riso e fatelo bollire fino a scuocerlo, aggiungendo di tanto in tanto un po' di cedrata Tassoni per diluire. Una volta portato a cottura, scioglieteci un panetto di burro da mezzo chilo e una stecca di cioccolata fondente per insaporire. Dopodichè aggiungete abbondante crema pasticcera e Smarties. Mescolate bene e quindi aggiungete gradualmente sottaceti e foglie d'alloro. Quando avrete ottenuto una crema sufficientemente densa, versatela in una terrina di acqua frizzante e mettetela in frigo per qualche minuto. Servite in tavola decorata con rapanelli e spruzzetti di maionese.
Polpette di nutria
Raccogliete dalla strada vicino a casa vostra una nutria morta sfatta in un incidente stradale, avendo cura di prelevarne l'intera carcassa, budella comprese, con una paletta. Mettetela in un secchio e quindi pestatela con i piedi, munendovi di pratici stivaloni di gomma, fino ad ottenere una poltiglia omogenea. Aromatizzate con grani di pepe nero e un po' di bottarga e mescolate per amalgamare i sapori. Dopodichè, con l'apposito strumento per fare le palline del gelato, prendete alcune porzioni di questa crema di nutria e impanatele nel'uovo e e nel pane grattato. Friggetele in abbondante olio di semi, in cui avrete gettato un intero panetto di burro, avendo cura di impregnarle per bene in modo da insaporirle maggiormente. Servite queste polpettine in un piatto largo, spolverate con zucchero a velo e decorate con una testa di gatto (anch'esso prelevato già stecchito dalla strada) al centro della composizione.
Semifreddo fantasia
Versate nel frullatore due chili di maionese e tre cucchiai di olio. Aggiungete uno yogurt alla banana, alcune scaglie di grana e sei cucchiai di zucchero. Frullate il tutto fino ad ottenere una crema morbida. Travasatela in alcune coppette e guarnite con caramello, un'oliva e una spruzzata di diavolini. Tenete in congelatore per un paio di giorni e poi servite appena tolta dal freddo.
sabato 27 settembre 2008
L'ultima cena
"Sulla cena con l'amico Gigi e l'amico Angelo sono state dette un sacco di falsità. Spero con queste mie note di fare chiarezza". Ed è subito scoop per la Voce di Rovigo, a cui l'assessore regionale Renzo Marangon affida un memoriale che fa finalmente luce sulla misteriosa cena di un paio di settimane fa, in cui i quadri del Pdl hanno fatto bisboccia con due assessori del Pd. Ed ecco l'incredibile verità sull'episodio, duramente stigmatizzato dai seguaci di Andrea Bimbatti, arrabbiati per il danno di immagine arrecato al partito dalla scena dei massimi vertici che fanno pissi pissi bau bau con il nemico.
Tutto è cominciato alle sei e mezza di sera, quando Gigi Osti, uscendo dall'ufficio, ha incontrato Renzo Marangon. "Gigi mi ha raccontato una barzelletta bellissima - rievoca l'assessore regionale - quella del ragazzo che invita una ragazza a casa sua e le dice: Posso offrirti del whisky ? E lei : Magari un dito. E lui: Non vuoi prima il whisky? Com'è, come non è, abbiamo deciso di fermarci fuori per l'happy hour e siamo andati a berci uno sprizzetto al Cavour in mezzo a un sacco di bbella ggente. E mentre ci scambiavano le migliori comiche del nostro repertorio, gli ho chiesto come andava con il Pat e gli ho anche detto che secondo me 'sto Pat era proprio una gran cagata. Al che lui ha detto ridendo: 'spetta che chiamo anche Angelo Milan e vediamo se a lui hai il coraggio di dirglielo. Allora io per ripicca ho chiamato Paolo Avezzù, che mi ha detto che Mario Borgatti era tornato a Rovigo per qualche giorno e che sarebbe presto ripartito per gli Usa. Al che gli ho detto: beh, cari amici, venite qui che si discute del Pat davanti a un bello sprizzetto e magari Mario ci dirà come fanno i piani negli Stati Uniti.
"Alla fine ci siamo ritrovati in un bell gruppetto - prosegue Marangon - e abbiamo deciso di proseguire la conversazione al Mozzicosauro per mangiare qualcosa. Gigi era in piena forma ed è partito con quella del tipo che chiede all'amico com'è andata al campo nudisti e l'altro gli risponde: Eh, il primo giorno e' stato duro. E giù risate, mentre io, per non essere da meno, ho ribattuto con quella della vecchina che va per strada con una gallina sotto braccio e un tale le chiede: Me la dà per cinque euro? e la vecchietta: Va bene, chi mi tiene la gallina per favore? Abbiamo discusso tanto animatamente che a un certo punto Angelo voleva andarsene via e noi gli abbiamo detto di prendersi un'altra birra e non rompere il cazzo. A un certo punto è stato bellissimo perchè c'era Mario cappottatissimo che diceva: E il primo che dice che sono vecchio gli spacco il muso gli spacco! e ha preteso di fare a braccio di ferro con Angelo per vedere chi era più forte e Angelo si è rifiutato e allora non se n'è fatto niente. Alla faccia di chi parla di inciuci, ci sono stati anche momenti di aperta polemica, tipo quando Gigi ha pisciato nel boccale di Paolo per ripicca mentre lui era uscito a telefonare a sua moglie. Anche se a dire il vero poi abbiamo riso tutti e va detto che Gigi stesso è stato molto gentile nel tenere la fronte a Paolo quando si è messo a vomitare. La serata è finita ovviamente allo Studio 16, dopodichè abbiamo riaccompagnato a casa quella piattola di Angelo, che si lamentava che erano già le due e che così avrebbe dato un pessimo esempio alla prole. Io e Gigi abbiamo finito di discutere del Pat da soli prima dal piadinaro notturno, poi mentre pisciavamo tra gli sterpi nel cantiere del passante nord. E lì, va detto, io per ripicca gli ho pure pisciato sui piedi, tanto per dire. Comunque, una bella serata, di confronto costruttivo. Bimbatti è solo geloso perchè non l'abbiamo invitato, ecco tutto. E io allora per dispetto gli dedico la gag del ragazzino che torna dal campo scout e dice al padre: Papà, ho avuto la mia prima esperienza sessuale! E il padre contento: Bravo, a quando la seconda volta? E il figlio: Penso appena mi passerà il bruciore al culo".
Tutto è cominciato alle sei e mezza di sera, quando Gigi Osti, uscendo dall'ufficio, ha incontrato Renzo Marangon. "Gigi mi ha raccontato una barzelletta bellissima - rievoca l'assessore regionale - quella del ragazzo che invita una ragazza a casa sua e le dice: Posso offrirti del whisky ? E lei : Magari un dito. E lui: Non vuoi prima il whisky? Com'è, come non è, abbiamo deciso di fermarci fuori per l'happy hour e siamo andati a berci uno sprizzetto al Cavour in mezzo a un sacco di bbella ggente. E mentre ci scambiavano le migliori comiche del nostro repertorio, gli ho chiesto come andava con il Pat e gli ho anche detto che secondo me 'sto Pat era proprio una gran cagata. Al che lui ha detto ridendo: 'spetta che chiamo anche Angelo Milan e vediamo se a lui hai il coraggio di dirglielo. Allora io per ripicca ho chiamato Paolo Avezzù, che mi ha detto che Mario Borgatti era tornato a Rovigo per qualche giorno e che sarebbe presto ripartito per gli Usa. Al che gli ho detto: beh, cari amici, venite qui che si discute del Pat davanti a un bello sprizzetto e magari Mario ci dirà come fanno i piani negli Stati Uniti.
"Alla fine ci siamo ritrovati in un bell gruppetto - prosegue Marangon - e abbiamo deciso di proseguire la conversazione al Mozzicosauro per mangiare qualcosa. Gigi era in piena forma ed è partito con quella del tipo che chiede all'amico com'è andata al campo nudisti e l'altro gli risponde: Eh, il primo giorno e' stato duro. E giù risate, mentre io, per non essere da meno, ho ribattuto con quella della vecchina che va per strada con una gallina sotto braccio e un tale le chiede: Me la dà per cinque euro? e la vecchietta: Va bene, chi mi tiene la gallina per favore? Abbiamo discusso tanto animatamente che a un certo punto Angelo voleva andarsene via e noi gli abbiamo detto di prendersi un'altra birra e non rompere il cazzo. A un certo punto è stato bellissimo perchè c'era Mario cappottatissimo che diceva: E il primo che dice che sono vecchio gli spacco il muso gli spacco! e ha preteso di fare a braccio di ferro con Angelo per vedere chi era più forte e Angelo si è rifiutato e allora non se n'è fatto niente. Alla faccia di chi parla di inciuci, ci sono stati anche momenti di aperta polemica, tipo quando Gigi ha pisciato nel boccale di Paolo per ripicca mentre lui era uscito a telefonare a sua moglie. Anche se a dire il vero poi abbiamo riso tutti e va detto che Gigi stesso è stato molto gentile nel tenere la fronte a Paolo quando si è messo a vomitare. La serata è finita ovviamente allo Studio 16, dopodichè abbiamo riaccompagnato a casa quella piattola di Angelo, che si lamentava che erano già le due e che così avrebbe dato un pessimo esempio alla prole. Io e Gigi abbiamo finito di discutere del Pat da soli prima dal piadinaro notturno, poi mentre pisciavamo tra gli sterpi nel cantiere del passante nord. E lì, va detto, io per ripicca gli ho pure pisciato sui piedi, tanto per dire. Comunque, una bella serata, di confronto costruttivo. Bimbatti è solo geloso perchè non l'abbiamo invitato, ecco tutto. E io allora per dispetto gli dedico la gag del ragazzino che torna dal campo scout e dice al padre: Papà, ho avuto la mia prima esperienza sessuale! E il padre contento: Bravo, a quando la seconda volta? E il figlio: Penso appena mi passerà il bruciore al culo".
Massimo Borgato entra negli In Flames
A sorpresa Massimo Borgato si unisce agli In Flames e, in polemica con Antonio Costato, suonerà con la popolare death metal band svedese sul palco della sala Bisaglia durante il bomba day di domani.
“E’ bastato farsi impiantare un po’ di dread e indossare una pancera del dottor Gibaud per avere il giusto look - osserva sorridendo il presidente del CenSer - il fatto è che quel prepotente di Antonio mi ha proprio rotto le pelotas con le sue critiche. Sostiene che noi amministratori pubblici siamo necessariamente degli incapaci? Bene lo sfido sul suo stesso terreno. Lui vada pure avanti con il vecchio grind dei Napalm Death, io seguirò invece un percorso di innovazione melodica del death metal con i miei In Flames. Allora lo stabiliranno i guys chi tra noi è un vetusto scaldapoltrone ammuffito”. Per dare un assaggio di cosa aspetta i circa duemila sfollati del centro storico, Borgato ha già messo on line un videoclip con la hit che verrà lanciata su tutti i canali tv musicali d’Europa. “Così si rende un buon servizio all’immagine del nostro Polesine - prosegue - Chi invece fa sempre il critichino evidentemente non ama la nostra terra, perché tende sempre a svilirlo agli occhi degli altri. Proprio con questo spirito, annuncio che la prossima estate daremo vita a un tour serrato in tutte le feste del Partito democratico, per sottolineare che Rovigo è una realtà vivace nella costruzione del nuovo soggetto politico”.
Non si è fatta attendere la replica di Costato che ha avuto parole di fuoco nei confronti di Borgato, della musica degli In Flames, del Partito democratico. “Sono un branco di peppefiappe – tuona l’ex leader degli industriali, oggi teorico maoista - noi siamo l'opposto dei partiti politici della borghesia. Essi hanno paura di parlare dell'estinzione delle classi, del potere statale e dei partiti politici. Noi, al contrario, dichiariamo apertamente di lottare con energia proprio per creare le condizioni che consentiranno la fine di tutto ciò. I giovani compagni che non hanno studiato il marxismo-leninismo e che hanno aderito al partito soltanto da poco, forse non comprenderanno ancora questa verità. E' necessario che la comprendano, perché solo così potranno avere una giusta concezione del mondo. Essi devono capire che la strada che conduce all'abolizione delle classi, all'abolizione del potere statale, all'abolizione dei partiti politici, è quella che tutta l'umanità deve seguire; è solo un problema di tempo e di condizioni”. Costato ha inoltre annunciato la propria disponibilità a esibirsi a tutte le manifestazioni dei Carc per sostenere la presentazione alle prossime amministrative della “Lista comunista per il Blocco popolare”. “E’ ora di irrompere nel teatrino della politica borghese – sostiene il vocalist dei Napalm Death – lottiamo per fare dell’Italia un nuovo Paese socialista a partire dalle città. In questo modo ci porremo con chiarezza in contrasto con gli interessi dei banchieri, degli speculatori, dei generali, dei cardinali e dei mafiosi e a sostegno degli interessi delle masse popolari, che stanno a cuore a tutti i sinceri democratici”.
“E’ bastato farsi impiantare un po’ di dread e indossare una pancera del dottor Gibaud per avere il giusto look - osserva sorridendo il presidente del CenSer - il fatto è che quel prepotente di Antonio mi ha proprio rotto le pelotas con le sue critiche. Sostiene che noi amministratori pubblici siamo necessariamente degli incapaci? Bene lo sfido sul suo stesso terreno. Lui vada pure avanti con il vecchio grind dei Napalm Death, io seguirò invece un percorso di innovazione melodica del death metal con i miei In Flames. Allora lo stabiliranno i guys chi tra noi è un vetusto scaldapoltrone ammuffito”. Per dare un assaggio di cosa aspetta i circa duemila sfollati del centro storico, Borgato ha già messo on line un videoclip con la hit che verrà lanciata su tutti i canali tv musicali d’Europa. “Così si rende un buon servizio all’immagine del nostro Polesine - prosegue - Chi invece fa sempre il critichino evidentemente non ama la nostra terra, perché tende sempre a svilirlo agli occhi degli altri. Proprio con questo spirito, annuncio che la prossima estate daremo vita a un tour serrato in tutte le feste del Partito democratico, per sottolineare che Rovigo è una realtà vivace nella costruzione del nuovo soggetto politico”.
Non si è fatta attendere la replica di Costato che ha avuto parole di fuoco nei confronti di Borgato, della musica degli In Flames, del Partito democratico. “Sono un branco di peppefiappe – tuona l’ex leader degli industriali, oggi teorico maoista - noi siamo l'opposto dei partiti politici della borghesia. Essi hanno paura di parlare dell'estinzione delle classi, del potere statale e dei partiti politici. Noi, al contrario, dichiariamo apertamente di lottare con energia proprio per creare le condizioni che consentiranno la fine di tutto ciò. I giovani compagni che non hanno studiato il marxismo-leninismo e che hanno aderito al partito soltanto da poco, forse non comprenderanno ancora questa verità. E' necessario che la comprendano, perché solo così potranno avere una giusta concezione del mondo. Essi devono capire che la strada che conduce all'abolizione delle classi, all'abolizione del potere statale, all'abolizione dei partiti politici, è quella che tutta l'umanità deve seguire; è solo un problema di tempo e di condizioni”. Costato ha inoltre annunciato la propria disponibilità a esibirsi a tutte le manifestazioni dei Carc per sostenere la presentazione alle prossime amministrative della “Lista comunista per il Blocco popolare”. “E’ ora di irrompere nel teatrino della politica borghese – sostiene il vocalist dei Napalm Death – lottiamo per fare dell’Italia un nuovo Paese socialista a partire dalle città. In questo modo ci porremo con chiarezza in contrasto con gli interessi dei banchieri, degli speculatori, dei generali, dei cardinali e dei mafiosi e a sostegno degli interessi delle masse popolari, che stanno a cuore a tutti i sinceri democratici”.
Ciao, fratellino!
Domani si terranno le esequie di Vianello Monello, morto tragicamente mentre cercava di fare esplodere la sede padovana del Corriere del Veneto. Ho chiesto all'amico Cirino Baffino di sostituirmi per oggi. Troppo duro è lo sconquasso lasciatomi dai continui tragici eventi.
Mio fratello Vianello Monello era odioso, polemico, spesso ottuso, perfino un po' fascistello. Ma le acredini degli anni della maturità non possono seppellire il ricordo dell'infanzia tutto sommato serena che abbiamo trascorso assieme. Quegli anni in cui io, benchè gemello, mi sentivo quasi un fratellone maggiore, sempre disposto a difendere il mio fratellino dalle botte dei bulli di quartiere che si divertivano a vessarlo e dagli scherni delle ragazzine che lo chiamavano "spirito di patata". Ho scelto quindi di ricordarlo con una foto di quegli anni spensierati: è il giorno in cui il nostro babbo gli regalò la prima bicicletta. Ciao, fratellino.
Monello Vianello
Mio fratello Vianello Monello era odioso, polemico, spesso ottuso, perfino un po' fascistello. Ma le acredini degli anni della maturità non possono seppellire il ricordo dell'infanzia tutto sommato serena che abbiamo trascorso assieme. Quegli anni in cui io, benchè gemello, mi sentivo quasi un fratellone maggiore, sempre disposto a difendere il mio fratellino dalle botte dei bulli di quartiere che si divertivano a vessarlo e dagli scherni delle ragazzine che lo chiamavano "spirito di patata". Ho scelto quindi di ricordarlo con una foto di quegli anni spensierati: è il giorno in cui il nostro babbo gli regalò la prima bicicletta. Ciao, fratellino.
Monello Vianello
venerdì 26 settembre 2008
Vianello Monello: "L'ora è giunta!"
"E' l'odio che mi ha tenuto in vita. L'odio per Savoia e la sua banda di traditori che ha pensato di potermi sostituire per tutti questi mesi con il primo imbrattacarte capitato a tiro. Ora però è giunta l'ora di fargliela pagare, muoia Sansone con tutti i filistei! Il che sta a dire che il Corriere del Veneto cesserà di esistere tra dodici secondi con tutti i suoi redattori, nonchè il sottoscritto". Con l'usuale stile sintetico, Vianello Monello ha annunciato ieri il suo assalto alla redazione padovana, anticipato da una lunga serie di lettere minacciose inviate al direttore del Corriere del Veneto, Ugo Savoia. Bardato come un kamikaze, avvolto di cinture esplosive e con un fucile mitragliatore in mano, l'elzevirista più famoso del Polesine si è appostato davanti alla redazione padovana del Corriere, gridando con un megafono di essere pronto a fare esplodere l'intero isolato con 70 chili di tritolo equo e solidale comprato, a quanto pare, dal noto terrorista Abu Kebab.
Mentre redattori e segretarie si lanciavano istericamente dalle finestre, Savoia si è limitato a sospirare e ad accendersi un sigaro, come per gustarsi gli ultimi momenti di vita con filosofia. "Ti rimangerai la tua spocchia! - ha insistito Vianello Monello - Di te rimarrà solo un cumulo di polvere! Di te e di quel cretinetti che mi ha sostituito scrivendo scemenze su Saccardin sceicco terrorista! Ve lo faccio vedere io il terrorista!" Arrivato alla sillaba "ta", Vianello Monello è stato però spatasciato da un autobus in corsa, che lo ha trasformato in una figurina sull'asfalto. Alla guida, l'incosapevole e bonario Vladimir Pieraccioni, noto e stimato autista a cui mancavano dodici giorni alla pensione. "Ostia!", ha esclamato, nel vedere il terrorista stirato dalle ruote del mezzo. Dopodichè è scoppiato a piangere in preda ai sensi di colpa, non sapendo di avere invece salvato la vita a decine di persone con il suo gesto casuale. "Sia lode al tramviere assassino!", ha esclamato Savoia, che ha subito spedito un redattore a intervistarlo. (L'intervista uscirà domani assieme ad un pezzo intitolato: "Guidatori ubriachi? Non sempre sono un pericolo". Pare infatti che Pieraccioni, l'autista coinvolto, fosse completamente sbronzo dopo un addio al celibato protrattosi fino a metà mattinata.)
Immediato l'intervento delle forze dell'ordine per disinnescare la bomba umana, fortunatamente non esplosa nonostante l'impatto con il mezzo. Accertato che era impossibile neutralizzare l'ordigno (le istruzioni erano scritte in lingua tamil, notoriamente complessa da tradurre), si è dovuto procedere subito alla rimozione. Il corpo ridotto a frittata di Vianello Monello è stato asportato con una grossa pala dagli artificieri della Folgore, che l'hanno poi fatto brillare in quartiere popolare abitato prevalentemente da immigrati. "Non potevamo certo farlo esplodere in mezzo alla campagna - ha spiegato il comandante Vittorio Di Piazzale - Sarebbe stato un vile gesto di spregio verso la natura e verso il duro lavoro dei braccianti". Solo le enormi tette trapiantategli in una clinica di Taiwan sono state salvate con un intervento lampo di medici del Suem e restituite alla legittima proprietaria, la pornodiva Gesualda Laputtana, la quale ha commentato commossa: "Non avrei mai voluto che finisse così". Di Vianello Monello, invece, sono rimaste solamente le briciole, che saranno tumulate nel cimitero di Baricetta, suo paese natio. Sembrerebbe dunque il tragico epilogo di una vita tragica e affascinante. Ma c'è chi giura che nemmeno lo spiaccicamento con successiva esplosione basterà a eliminare per sempre Vianello Monello: "Del resto è già morto due volte - spiega l'accademico padovano Fritz Von Hruttenbergh - E tutti conoscono la seconda legge di Ribery, formulata nel 1584, secondo cui non c'è due senza tre".
Mentre redattori e segretarie si lanciavano istericamente dalle finestre, Savoia si è limitato a sospirare e ad accendersi un sigaro, come per gustarsi gli ultimi momenti di vita con filosofia. "Ti rimangerai la tua spocchia! - ha insistito Vianello Monello - Di te rimarrà solo un cumulo di polvere! Di te e di quel cretinetti che mi ha sostituito scrivendo scemenze su Saccardin sceicco terrorista! Ve lo faccio vedere io il terrorista!" Arrivato alla sillaba "ta", Vianello Monello è stato però spatasciato da un autobus in corsa, che lo ha trasformato in una figurina sull'asfalto. Alla guida, l'incosapevole e bonario Vladimir Pieraccioni, noto e stimato autista a cui mancavano dodici giorni alla pensione. "Ostia!", ha esclamato, nel vedere il terrorista stirato dalle ruote del mezzo. Dopodichè è scoppiato a piangere in preda ai sensi di colpa, non sapendo di avere invece salvato la vita a decine di persone con il suo gesto casuale. "Sia lode al tramviere assassino!", ha esclamato Savoia, che ha subito spedito un redattore a intervistarlo. (L'intervista uscirà domani assieme ad un pezzo intitolato: "Guidatori ubriachi? Non sempre sono un pericolo". Pare infatti che Pieraccioni, l'autista coinvolto, fosse completamente sbronzo dopo un addio al celibato protrattosi fino a metà mattinata.)
Immediato l'intervento delle forze dell'ordine per disinnescare la bomba umana, fortunatamente non esplosa nonostante l'impatto con il mezzo. Accertato che era impossibile neutralizzare l'ordigno (le istruzioni erano scritte in lingua tamil, notoriamente complessa da tradurre), si è dovuto procedere subito alla rimozione. Il corpo ridotto a frittata di Vianello Monello è stato asportato con una grossa pala dagli artificieri della Folgore, che l'hanno poi fatto brillare in quartiere popolare abitato prevalentemente da immigrati. "Non potevamo certo farlo esplodere in mezzo alla campagna - ha spiegato il comandante Vittorio Di Piazzale - Sarebbe stato un vile gesto di spregio verso la natura e verso il duro lavoro dei braccianti". Solo le enormi tette trapiantategli in una clinica di Taiwan sono state salvate con un intervento lampo di medici del Suem e restituite alla legittima proprietaria, la pornodiva Gesualda Laputtana, la quale ha commentato commossa: "Non avrei mai voluto che finisse così". Di Vianello Monello, invece, sono rimaste solamente le briciole, che saranno tumulate nel cimitero di Baricetta, suo paese natio. Sembrerebbe dunque il tragico epilogo di una vita tragica e affascinante. Ma c'è chi giura che nemmeno lo spiaccicamento con successiva esplosione basterà a eliminare per sempre Vianello Monello: "Del resto è già morto due volte - spiega l'accademico padovano Fritz Von Hruttenbergh - E tutti conoscono la seconda legge di Ribery, formulata nel 1584, secondo cui non c'è due senza tre".
"Ci sfruttano come bestie". I nani denunciano l'Ulss
Un nuovo scandalo ha travolto l'Ulss 18, dopo l'inchiesta del Corriere del Veneto che ha svelato sordidi retroscena dietro la gestione delle casse ticket automatiche. "Macchè automatiche! Per fare economia l'azienda ha usato dei nani rinchiusi all'interno!", ha rivelato al mondo Antonella De Agostani, che con il coniuge Carmelo Zaccariotto (nella foto), delegato Cgil-Nani ha rotto il silenzio e denunciato l'accaduto. "Quei nani eravamo noi, assieme ad altri colleghi che preferiscono non parlare, ma che condividono la nostra posizione. Noi abbiamo fatto funzionare quello che loro spacciavano per un prodigio della tecnologia. Un lavoro massacrante, in cambio del quale riceviamo solo scherno e derisione". I due dipendenti Ulss raccontano di turni interminabili, rinchiusi all'interno delle buie e asfissianti macchinette, per erogare ricevute e banconote agli utenti, sgravando di molto lavoro le casse ticket. Un lavoro pesante, reso ancora più insopportabile da quello che definiscono un atteggiamento vessatorio da parte dei dirigenti, che dopo i recenti furti di denaro dalle macchinette avevano cominciato ad esercitare continue pressioni nei confronti degli operatori interni, spesso accusandoli apertamente di essere responsabili del crimine.
"Chi pensa che il nostro sia un lavoro di tutto riposo dovrebbe provare cosa vuole dire lavorare al ritmo di una macchina e sentirsi prendere a pugni e calci dall'esterno quando dimentichi di erogare il resto - continua Zaccariotto - Ora l'Ulss, dopo averci sottoposti a pressioni di ogni genere, pretende pure di allungare i nostri turni e di estendere le nostre mansioni anche alle macchinette del caffè e ai distributori automatici. Vogliono risparmiare sulla nostra pelle, ma la misura è colma. Vogliamo lavorare serenamente, non essere trattati come schiavi!" Ieri, a causa della sollevazione degli operatori, tutte le macchinette ticket si sono fermate, mandando in tilt gli sportelli canonici. "Ce n'est qu'un debut, continuons le combat! - dichiara il delegato Cgil-Nani - Le istituzioni tacciono perchè si potrebbe scoprire quanti di noi lavorano, nell'oscurità e malpagati, per fare funzionare le macchine del caffè degli impiegati pubblici. Ma se non avremo risposte sono pronti a raggiungere la nostra protesta ad oltranza!"
"Chi pensa che il nostro sia un lavoro di tutto riposo dovrebbe provare cosa vuole dire lavorare al ritmo di una macchina e sentirsi prendere a pugni e calci dall'esterno quando dimentichi di erogare il resto - continua Zaccariotto - Ora l'Ulss, dopo averci sottoposti a pressioni di ogni genere, pretende pure di allungare i nostri turni e di estendere le nostre mansioni anche alle macchinette del caffè e ai distributori automatici. Vogliono risparmiare sulla nostra pelle, ma la misura è colma. Vogliamo lavorare serenamente, non essere trattati come schiavi!" Ieri, a causa della sollevazione degli operatori, tutte le macchinette ticket si sono fermate, mandando in tilt gli sportelli canonici. "Ce n'est qu'un debut, continuons le combat! - dichiara il delegato Cgil-Nani - Le istituzioni tacciono perchè si potrebbe scoprire quanti di noi lavorano, nell'oscurità e malpagati, per fare funzionare le macchine del caffè degli impiegati pubblici. Ma se non avremo risposte sono pronti a raggiungere la nostra protesta ad oltranza!"
giovedì 25 settembre 2008
Scenari libanesi per il Pdl rodigino
Non cadrà nel vuoto l'appello a rompere il muro del silenzio richiesto dai nostri lettori, sconvolti dalla furia dei Khmer blu galaniani, che da mesi ormai stanno falcidiando gli intellettuali di corrente marangoniana. Ieri è toccato a Paolo Avezzù, ex sindaco di Rovigo, per mesi facente funzione di vescovo con il nome di B.V. Paolino, poi transitato nella chiesa anglicana, ma sempre sulla breccia della politica locale. Avezzù, con un abile colpo di mano, è stato defenestrato per fare posto al giovane e valido Andrea Bimbatti (nella foto), noto polemista nell'affaire dell'albero di Natale del Comune di Silandro.
Rinchiuso nella sua fortezza presidiata dai caschi blu dell'Onu, Renzo Marangon ha lanciato nel pomeriggio un appello alla riconciliazione: "Siamo impazziti? - chiede in una lunga lettera - Con la vostra veemenza avete già costretto ad espatriare Mario Borgatti, dopo averlo sbattuto fuori dall'interporto. Per mesi mi avete mazzolato ogni volta che nominavo la base di Zelo. Ora eliminate Avezzù dalla scena politica, sfracellando il partito unitario mentre i nostri nemici del Partito Democratico stappano le bottiglie rimaste a impolverare dalle ultime elezioni, a parte quella riservata a Spinello, che per motivi misteriosi all'epoca ha festeggiato nonostante avessimo vinto noi. Non ho niente contro Bimbatti, ma se Galan, la Coppola e Bellotti vogliono eliminare me e i miei seguaci uno ad uno, sappiano che non starò al balcone. Non crediate: Avezzù ha già nascosto in casa un kalashnikov, anche per via dei raid vandalici nella sua via. E se proverete a fare qualcosa a me, ne dovrete rispondere dinnanzi alle Nazioni Unite!"
Bimbatti getta acqua sul fuoco: "Si è trattato di una riunione cordiale, durante la quale abbiamo chiesto al nostro amico Paolo Avezzù se non volesse un cambio per riposarsi un po' e lui ha gentilmente accettato. Nessuna faida, come scrivono certi polemici sui giornali di oggi. Anzi, è stata una serata piacevole, abbiamo ordinato delle pizze d'asporto, chiacchierato di calcio e figa e a tarda notte abbiamo fatto scherzi telefonici alla mia professoressa di filosofia del liceo". Verso le due di notte, però, qualcuno ha suonato il campanello di casa Avezzù, lasciando sullo zerbino un sacchetto incendiato con una merda dentro. "L'ennesimo atto vandalico, che dimostra lo stato di insicurezza in cui la giunta Merchiori ha gettato la città - minimizza Bimbatti - Non vedo come possa essere ricondotto alla nostra corrente, perdinci!"
Rinchiuso nella sua fortezza presidiata dai caschi blu dell'Onu, Renzo Marangon ha lanciato nel pomeriggio un appello alla riconciliazione: "Siamo impazziti? - chiede in una lunga lettera - Con la vostra veemenza avete già costretto ad espatriare Mario Borgatti, dopo averlo sbattuto fuori dall'interporto. Per mesi mi avete mazzolato ogni volta che nominavo la base di Zelo. Ora eliminate Avezzù dalla scena politica, sfracellando il partito unitario mentre i nostri nemici del Partito Democratico stappano le bottiglie rimaste a impolverare dalle ultime elezioni, a parte quella riservata a Spinello, che per motivi misteriosi all'epoca ha festeggiato nonostante avessimo vinto noi. Non ho niente contro Bimbatti, ma se Galan, la Coppola e Bellotti vogliono eliminare me e i miei seguaci uno ad uno, sappiano che non starò al balcone. Non crediate: Avezzù ha già nascosto in casa un kalashnikov, anche per via dei raid vandalici nella sua via. E se proverete a fare qualcosa a me, ne dovrete rispondere dinnanzi alle Nazioni Unite!"
Bimbatti getta acqua sul fuoco: "Si è trattato di una riunione cordiale, durante la quale abbiamo chiesto al nostro amico Paolo Avezzù se non volesse un cambio per riposarsi un po' e lui ha gentilmente accettato. Nessuna faida, come scrivono certi polemici sui giornali di oggi. Anzi, è stata una serata piacevole, abbiamo ordinato delle pizze d'asporto, chiacchierato di calcio e figa e a tarda notte abbiamo fatto scherzi telefonici alla mia professoressa di filosofia del liceo". Verso le due di notte, però, qualcuno ha suonato il campanello di casa Avezzù, lasciando sullo zerbino un sacchetto incendiato con una merda dentro. "L'ennesimo atto vandalico, che dimostra lo stato di insicurezza in cui la giunta Merchiori ha gettato la città - minimizza Bimbatti - Non vedo come possa essere ricondotto alla nostra corrente, perdinci!"
"Stagione di caccia moscia? Ravviviamola!"
ATTENZIONE! Questa notizia è assai probabilmente falsa e chi l'ha scritta è un imbecille. L'autore del blog invita i lettori a non prendere alla lettera quanto segue e a segnalare l'eventuale disappunto via mail o commento. Nessuno sarà censurato.
Di nuovo in visita a Rovigo, dove era tornato per riprendersi l'ombrello che aveva dimenticato alla Notte Verde di sabato scorso, il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, lancia un'originale proposta per ravvivare una stagione di caccia fortemente penalizzata da mille lacciuoli e cavilli: "I nostri cacciatori sono avviliti a causa delle troppe regole, che impediscono di uccidere animali indifesi con la serenità di sempre - ha spiegato l'intellettuale leghista - Anni fa proposi di vestire gli immigrati da coniglietti per poi prenderli a fucilate. Questa ipotesi non fu poi recepita e cadde nel vuoto. Ci ho pensato su e ora rilancio: facciamo il contrario, allora, cammuffiamo i leprotti da immigrati clandestini. Questo rinvigorirebbe i nostri cacciatori, avviliti dalle continue accuse di crudeltà verso animali battuffolosi e teneroni: sparare a un negro islamico di merda è certo più appagante che impallinare una stupida papera starnazzante. Naturalmente stiamo parlando dei clandestini, non degli immigrati perbene che se ne stanno a casa loro invece di venirci a rompere i coglioni a casa nostra".
Gentilini è poi tornato a parlare del suo scontro con la Chiesa: "Non capisco dov'è lo scandalo - commenta - Qualche mese fa il mio amico Antonello Contiero ha detto le stesse cose che ho detto io, quando il vescovo ha difeso quel baluardo della controcrociata islamica che è il centro San Michele. Perchè Contiero non se l'è cagato nessuno e a me venite a rompere i coglioni? Siete anche voi dei clandestini negri islamici del cazzo, per caso?" Antonello Contiero ha espresso massima solidarietà al sindaco sceriffo, al centro di una vera e propria campagna di odio: "Ce l'hanno con lui perchè dice quello che la gente pensa. Questi vescovi con le loro prediche si allontanano dalla gente. Ma poi la gente vota per noi, perchè noi sappiamo rappresentare la gente, non i preti che dicono che prendere uno straniero immigrato clandestino a bastonate non va bene, mentre i nostri ragazzi fanno fatica a trovare lavoro e i nostri concittadini non si fidano più a uscire di casa perchè non sai cosa ti può capitare con tutti questi delinquenti in giro. Allora io dico che i razzisti non siamo noi, sono loro che pretendono di venire qui a imporre i loro pseudocostumi con l'arroganza e quelli che glielo lasciano fare. Detto ciò, ho già comprato una doppietta e andrò con il mio amico Giancarlo a fare un po' di tiro al bersaglio".
Di nuovo in visita a Rovigo, dove era tornato per riprendersi l'ombrello che aveva dimenticato alla Notte Verde di sabato scorso, il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, lancia un'originale proposta per ravvivare una stagione di caccia fortemente penalizzata da mille lacciuoli e cavilli: "I nostri cacciatori sono avviliti a causa delle troppe regole, che impediscono di uccidere animali indifesi con la serenità di sempre - ha spiegato l'intellettuale leghista - Anni fa proposi di vestire gli immigrati da coniglietti per poi prenderli a fucilate. Questa ipotesi non fu poi recepita e cadde nel vuoto. Ci ho pensato su e ora rilancio: facciamo il contrario, allora, cammuffiamo i leprotti da immigrati clandestini. Questo rinvigorirebbe i nostri cacciatori, avviliti dalle continue accuse di crudeltà verso animali battuffolosi e teneroni: sparare a un negro islamico di merda è certo più appagante che impallinare una stupida papera starnazzante. Naturalmente stiamo parlando dei clandestini, non degli immigrati perbene che se ne stanno a casa loro invece di venirci a rompere i coglioni a casa nostra".
Gentilini è poi tornato a parlare del suo scontro con la Chiesa: "Non capisco dov'è lo scandalo - commenta - Qualche mese fa il mio amico Antonello Contiero ha detto le stesse cose che ho detto io, quando il vescovo ha difeso quel baluardo della controcrociata islamica che è il centro San Michele. Perchè Contiero non se l'è cagato nessuno e a me venite a rompere i coglioni? Siete anche voi dei clandestini negri islamici del cazzo, per caso?" Antonello Contiero ha espresso massima solidarietà al sindaco sceriffo, al centro di una vera e propria campagna di odio: "Ce l'hanno con lui perchè dice quello che la gente pensa. Questi vescovi con le loro prediche si allontanano dalla gente. Ma poi la gente vota per noi, perchè noi sappiamo rappresentare la gente, non i preti che dicono che prendere uno straniero immigrato clandestino a bastonate non va bene, mentre i nostri ragazzi fanno fatica a trovare lavoro e i nostri concittadini non si fidano più a uscire di casa perchè non sai cosa ti può capitare con tutti questi delinquenti in giro. Allora io dico che i razzisti non siamo noi, sono loro che pretendono di venire qui a imporre i loro pseudocostumi con l'arroganza e quelli che glielo lasciano fare. Detto ciò, ho già comprato una doppietta e andrò con il mio amico Giancarlo a fare un po' di tiro al bersaglio".
A Matteo Masin la vicepresidenza
La Sinistra torna a fare sentire il proprio peso nella campagna elettorale ormai iniziata. Dopo l'annuncio della candidatura di Valentino Lodo per la poltrona di presidente della Provincia, con i tempi dovuti la coalizione sta definendo la squadra di governo. L'unica cosa certa è la nomina di Matteo Masin (nella foto) a vicepresidente della Provincia in caso di vittoria. "La proposta di Matteo Masin - spiega Anna Lucia Riberto - è venuta nel corso di una recente riunione. Volevamo volti giovani e Masin faceva al caso, no? Comunque, la sua nomina è avvenuta secondo i principi della democrazia. Alla riunione era invitata tutta la base del partito e anche alcuni outsider che consideriamo persone valide e intelligenti, ma che non hanno partecipato. Si è votato per alzata di mano e Masin è risultato preferito dal 33% dei tre partecipanti, con un solo astenuto". La scelta di Masin punta anche a restituire autorevolezza al partito, messo in forte crisi prima dalla destituzione della Riberto da parte dello stesso Fausto Bertinotti, poi dalla crisi sentimentale di Guglielmo Brusco, il quale, dichiarato il suo amore ad Adriano Marcolongo e giunto all'altare, è poi fuggito in Nepal per aiutare Prachanda nella gestione di un sistema sanitario pubblico efficiente. Un casino totale, insomma.
A Masin, in virtù del plebiscito popolare, spetta ora il compito di traghettare la Sinistra verso una netta rimonta rispetto al leggero affaticamento dimostrato alle ultime elezioni. Resta però tutta da capire la coalizione che correrà per Palazzo Celio. "Per quanto riguarda questo aspetto - continua la Riberto - attendiamo di sapere se il Movimento contro le scie chimiche degli aeroplani sarà dei nostri. Questo potrebbe sbloccare le indecisioni degli Amici di Beppe Grillo, che ancora sembrano poco disposti a buttarsi in politica. Inoltre stiamo prendendo contatto con i Socialisti di Gianni Nonnato, a cui sono legata personalmente da un vivo rapporto di odio e disprezzo. Non disperiamo: l'altra sera ho invitato Gianni a cena ed è andata meno peggio di quanto pensassi. Si è limitato a lanciare il pasticcio di carne contro mio marito, gridando che faceva davvero cagare. Io sono scoppiata a piangere e Nonnato mi ha chiesto scusa, dicendo che forse aveva esagerato. Insomma, stiamo facendo passi da gigante". Voci di corridoio sostengono tuttavia che la Sinistra guidata da Rifondazione Comunista stia vezzeggiando anche l'indipendente Terenzio Gasparetto, la cui coalizione di ecologisti, anarchici e libertini rischia di sottrarre molti voti a Lodo e Masin. "Non nascondo che abbiamo preso contatto con Gasparetto per cercare un'intesa - dice lo stesso Matteo Masin - Io personalmente sono molto affascinato da Adelma Benni e le sue battaglie per la Sanità. Non nascondo neppure che il primo approccio con Terenzio non è andato proprio a buon fine. La loro coalizione non sembra intenzionata ad apparentarsi con partiti di nessun genere, neppure al ballottaggio, il che è pura follia. Dunque, non scoraggiamoci, compagni: dovessero occorrermi ottocento conferenze stampa, farò capire a Gasparetto che l'unica via per fare vincere una vera sinistra in Polesine è mettersi subito d'accordo con noi su come spartirsi le poltrone".
A Masin, in virtù del plebiscito popolare, spetta ora il compito di traghettare la Sinistra verso una netta rimonta rispetto al leggero affaticamento dimostrato alle ultime elezioni. Resta però tutta da capire la coalizione che correrà per Palazzo Celio. "Per quanto riguarda questo aspetto - continua la Riberto - attendiamo di sapere se il Movimento contro le scie chimiche degli aeroplani sarà dei nostri. Questo potrebbe sbloccare le indecisioni degli Amici di Beppe Grillo, che ancora sembrano poco disposti a buttarsi in politica. Inoltre stiamo prendendo contatto con i Socialisti di Gianni Nonnato, a cui sono legata personalmente da un vivo rapporto di odio e disprezzo. Non disperiamo: l'altra sera ho invitato Gianni a cena ed è andata meno peggio di quanto pensassi. Si è limitato a lanciare il pasticcio di carne contro mio marito, gridando che faceva davvero cagare. Io sono scoppiata a piangere e Nonnato mi ha chiesto scusa, dicendo che forse aveva esagerato. Insomma, stiamo facendo passi da gigante". Voci di corridoio sostengono tuttavia che la Sinistra guidata da Rifondazione Comunista stia vezzeggiando anche l'indipendente Terenzio Gasparetto, la cui coalizione di ecologisti, anarchici e libertini rischia di sottrarre molti voti a Lodo e Masin. "Non nascondo che abbiamo preso contatto con Gasparetto per cercare un'intesa - dice lo stesso Matteo Masin - Io personalmente sono molto affascinato da Adelma Benni e le sue battaglie per la Sanità. Non nascondo neppure che il primo approccio con Terenzio non è andato proprio a buon fine. La loro coalizione non sembra intenzionata ad apparentarsi con partiti di nessun genere, neppure al ballottaggio, il che è pura follia. Dunque, non scoraggiamoci, compagni: dovessero occorrermi ottocento conferenze stampa, farò capire a Gasparetto che l'unica via per fare vincere una vera sinistra in Polesine è mettersi subito d'accordo con noi su come spartirsi le poltrone".
mercoledì 24 settembre 2008
Bomba day: due proposte alternative
"Il piano di evacuazione proposto dalla giunta Merchiori è grigio, ottuso, per nulla lungimirante, tutto teso a difendere lo status quo da pantano doroteo di cui il Polesine non riesce a liberarsi". Dichiarazioni esplosive, quelle di Antonio Costato (nella foto), ripresosi alla grande dalle ferite riportate nell'agguato di qualche mese fa. A margine della nuova tournée, il cantante dei Napalm Death, concede alcune dichiarazioni alla stampa su quanto accade in questi giorni a Rovigo. "Hanno scelto di traslocare centinaia di persone al Censer per lasciare campo libero a chi dovrà occuparsi della bomba - spiega - Mi sembra una proposta assurda. Io avrei lasciato la gente in centro e traslocato la bomba al Censer. Dite che è rischioso? Io dico che, mal che vada, ci libereremo per sempre dell'ennesimo stipendificio!" Scomposta la reazione di Massimo Borgato: "Costato non sa quello che dice, si è montato la testa da quando i Napalm Death lo hanno preso come cantante - commenta - Io guardo ai fatti: grazie al bomba day potremo portare al Censer oltre un migliaio di persone, con eventi di spicco quali la messa di don Carlo Santato e uno show dell'orchestra filarmonica di Mostar. Visto il sicuro successo dell'iniziativa ho già proposto al sindaco di replicarla il prossimo anno (come svelato da questo blog, ndr.)".
Ma alle esternazioni di Costato fa seguito una proposta ancora più forte da parte di Cristiano Pavarin, consigliere di Rifondazione e capo del comitato antibombe: "Come abitanti di San Pio X abbiamo il diritto di dire la nostra su come si dovrebbe procedere rispetto all'ordigno rinvenuto. Se Costato pretende che la bomba in centro sia posta al Censer, io dico che la nostra sarebbe il caso di metterla a Casa Serena, possibilmente sotto la sedia di Pierantonio Moretto. Non dico che dovremmo usare la violenza contro i dirigenti dell'Iras, verso i quali va comunque tutta la mia personale riprovazione, ma anche solo disinnescato l'ordigno trasmetterebbe il metaforico messaggio che siamo pronti a fargli saltare la poltrona sotto il culo". Pavarin ha poi presentato una mozione per chiedere agli artificieri di rendere inoffensivo il gioco per bambini dei giardini del Castello, "non meno letale di una bomba da cinquecento libbre!"
Ma alle esternazioni di Costato fa seguito una proposta ancora più forte da parte di Cristiano Pavarin, consigliere di Rifondazione e capo del comitato antibombe: "Come abitanti di San Pio X abbiamo il diritto di dire la nostra su come si dovrebbe procedere rispetto all'ordigno rinvenuto. Se Costato pretende che la bomba in centro sia posta al Censer, io dico che la nostra sarebbe il caso di metterla a Casa Serena, possibilmente sotto la sedia di Pierantonio Moretto. Non dico che dovremmo usare la violenza contro i dirigenti dell'Iras, verso i quali va comunque tutta la mia personale riprovazione, ma anche solo disinnescato l'ordigno trasmetterebbe il metaforico messaggio che siamo pronti a fargli saltare la poltrona sotto il culo". Pavarin ha poi presentato una mozione per chiedere agli artificieri di rendere inoffensivo il gioco per bambini dei giardini del Castello, "non meno letale di una bomba da cinquecento libbre!"
Brusco (dal Nepal): "Sanità gratis e per tutti"
Il Compagno Prachanda (nella foto), neo primo ministro del Nepal, ha ufficializzato l’ingresso di Guglielmo Brusco nella compagine di governo come ministro della Sanità. Un polesano, dunque, sarà protagonista della storica svolta in atto nel paese asiatico che, abbattuta una delle ultime monarchie assolute al mondo, sta intraprendendo un’originale via democratica al socialismo. “Mi dispiace per Adriano Marcolongo che ha visto saltare il proprio sogno d’amore – ha detto il presidente Prachanda – anche per il compagno Brusco si è trattato di un sacrificio doloroso rinunciare al matrimonio. Ma le esperienze di tutti i movimenti rivoluzionari della storia dimostrano che le classi oppresse non hanno possibilità di vittoria senza che al loro interno si formi una dirigenza. È in questo senso che la questione della dirigenza è centrale per il successo del Partito e della rivoluzione. In questa maniera lo sviluppo della dirigenza non si fonda sull’aspirazione di qualcuno, ma sulla lotta di classe e sulla lotta ideologica conformemente alle necessità storiche della classe. È quindi solo un caso quello che determina chi forma la squadra centrale della dirigenza e chi ne diventa il capo. Il marxismo ha raggiunto tale conclusione scientifica sin dai tempi iniziali, in cui partiva come lavoro di ricerca. Però, dal punto di vista pratico, la cosa sembra complicarsi quando il Partito conquista il potere statale. Dato che il rischio, la possibilità e la necessità di usare la forza nella lotta entro il Partito crescono con lo sviluppo del potere, le esperienze delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni del ventesimo secolo mostrano chiaramente che il movimento verso la dissoluzione dello stato attraverso il rafforzamento della dirigenza del proletariato è una sfida molto complessa. Per questo l’apporto del compagno Brusco nella gestione di un settore centrale come quello della sanità diviene, per esperienza e sensibilità, fondamentale per concentrare la nostra attenzione sul lavoro ideologico prendendo le distanze dal lavoro amministrativo quotidiano e provvedere a un ambiente materiale per i rivoluzionari di nuova generazione che siano formati come successori che assicurino la continuità della rivoluzione e prevengano il pericolo della controrivoluzione”.
Brusco da una località segreta, dove è rifugiato in attesa della cerimonia di insediamento, ha rilasciato una breve dichiarazione ribattuta dalle agenzie di stampa di tutto il mondo per delineare il proprio stile di lavoro: “Tutto il popolo ha diritto a cure mediche, agli ospedali e ai medicinali necessari. Tutta l'assistenza medica viene resa gratuita. Squadre mediche condurranno inchieste per prevenire le malattie”. Alla domanda sul rischio di frizioni diplomatiche tra Nepal e Italia dopo il flop del suo matrimonio con Marcolongo si è limitato a commentare: “I matrimoni si realizzano davanti al popolo, discutendo con esso sui motivi dell'unione e i coniugi avranno diritti eguali. Il divorzio dovrà realizzarsi in tutti i casi in cui è dimostrata la mancanza di unità. L'amore si baserà sull'educazione all'altruismo e fiorirà splendidamente ovunque”.
Brusco da una località segreta, dove è rifugiato in attesa della cerimonia di insediamento, ha rilasciato una breve dichiarazione ribattuta dalle agenzie di stampa di tutto il mondo per delineare il proprio stile di lavoro: “Tutto il popolo ha diritto a cure mediche, agli ospedali e ai medicinali necessari. Tutta l'assistenza medica viene resa gratuita. Squadre mediche condurranno inchieste per prevenire le malattie”. Alla domanda sul rischio di frizioni diplomatiche tra Nepal e Italia dopo il flop del suo matrimonio con Marcolongo si è limitato a commentare: “I matrimoni si realizzano davanti al popolo, discutendo con esso sui motivi dell'unione e i coniugi avranno diritti eguali. Il divorzio dovrà realizzarsi in tutti i casi in cui è dimostrata la mancanza di unità. L'amore si baserà sull'educazione all'altruismo e fiorirà splendidamente ovunque”.
martedì 23 settembre 2008
"Le bitumazioni? Una manovra per fare cassa!"
A poco tempo dalla sconvolgente testimonianza del signor Andrea Scrondo (nella foto), gravemente invalido a causa delle numerose buche di viale Oroboni, il centrodestra torna all'attacco della giunta Merchiori con sconcertante veemenza sul tema delle strade. E lo fa, a sorpresa, proprio quando sembra che i Lavori Pubblici abbiano ormai dato il via all'asfaltatura delle rinomate mulattiere rodigine. Un attacco a trecentosessanta gradi, quello della minoranza, che non risparmia nè il povero sindaco ormai prossimo all'esaurimento nervoso, nè il suo braccio sinistro Graziano Azzalin. A dare il "la" è il consigliere Aniello Piscopo, che già tempo fa dalle colonne dei giornali aveva lanciato simboliche badilate di stallatico ai danni della giunta, criticando il disfacimento della rete viaria. "L'operazione di bitumazione avviata in questi giorni è la tipica strategia di questa amministrazione per mettere a tacere chi pone delle questioni serie - commenta - Ne prendiamo atto. Qui la questione è un altra: strade ordinate e in buone condizioni invitano gli automobilisti a darci dentro con l'acceleratore. Tutti sanno, basta leggere due o tre testi di urbanistica, che un manto stradale dissestato funziona meglio di un dissuasore fisso. In questo caso, invece, le macchine che passano su via Oroboni tenderanno a superare costantemente i limiti di velocità, invogliate dalla rinnovata scorrevolezza. Tutto ciò a vantaggio come sempre degli autovelox, che incasseranno quattrini a palate. Insomma, come sempre la giunta fa cassa a spese dei poveri automobilisti! Vergogna!" Gli dà man forte l'ex sindaco Paolo Avezzù: "Ora vorrei sapere quanto è costato fare questi lavori! Era davvero necessario?" E aggiunge un particolare che, se confermato, potrebbe portare grande scompiglio nel prossimo consiglio comunale: "Alcune delle buche che sono state maldestramente tappate con il bitume erano patrimonio dell'Unesco e conservavano specie animali sotterranee tanto rare da fare dichiarare questi microhabitat Siti di Interesse Comunitario. Dietro la facciata ecologista, insomma, questa amministrazione mostra ancora una volta la vera faccia di devastatori e pasticcioni. Abbiamo già iniziato a raccogliere firme per salvare via Oroboni dallo scempio e già 87 cittadini di Calto hanno aderito alla nostra petizione! Le sbatteremo in faccia al sindaco e vediamo se ci risponderà a male parole, questa volta!"
Il ritorno di Vianello Monello
"Credevate che fossi morto? E invece pàppete! Rieccomi qua!" E' destinato ad essere ricordato come l'uomo dai sorprendenti ritorni, l'opinionista Vianello Monello. Dato per morto nell'affondamento del Coniglio Napoleon, l'intellettuale polesano è tornato a farsi sentire con una lettera inviata al suo ex giornale dal lontano Sri Lanka. Una lettera cupa, minacciosa, che tuttavia svela un sacco di retroscena su quanto accaduto dopo il naufragio della barca carica di Happy Hope nelle acque dell'Oceano Indiano e conferma le voci diffuse da Celio Rodigino appena pochi giorni fa. E poco importa che in questa lettera Vianello Monello minacci direttamente la redazione del giornale, promettendo uno spettacolare attentato terroristico ai danni dei suoi ex datori di lavoro, definiti "traditori doppiogioschisti". Anzi, un motivo in più per darne notizia. "Merita una pubblicazione coi controfiocchi!", ha esclamato il direttore Ugo Savoia, reduce proprio dalla spedizione marinaresca in cui si era consumata la tragedia. Così la pagina rodigina del Corriere è stata interamente dedicata a raccontare quanto accaduto in questi mesi, partendo proprio dal memoriale scritto da Vianello Monello.
Dopo essere sopravvissuto a ustioni, violenza carnale, cacarella e trapianto di seni ipertrofici, l'elzevirista tanto amato dai polesani è scampato perfino alla morte. Ripescato in fin di vita al largo dello Sri Lanka da una motovedetta delle Tigri Tamil, che aveva avvistato il relitto del Coniglio Napoleon mentre naufragava verso la costa, è stato amorevolmente curato per giorni in una base dei guerriglieri, che gli hanno impartito durante il coma un addestramento militare completo, grazie ad uno speciale trasmettitore di messaggi subliminali. Svegliatosi dal lungo sonno, Vianello Monello è divenuto così a tutti gli effetti un membro delle Ltte e uno spietato condottiero, in grado di uccidere un uomo in 36 modi, trentasette se contiamo anche il controverso "farlo morire di infarto facendogli bù". "In questi giorni - scrive - sto completando la mia formazione, imparando a maneggiare armi di grosso calibro e ad assemblare ordigni esplosivi. Tutto questo servirà non solo a dare il mio contributo alla guerriglia, ma soprattutto a portare a termine il mio obiettivo: spazzarvi via tutti in una palla di fuoco!" Vianello Monello ha infatti chiesto ai suoi compagni di celebrare la propria iniziazione alla lotta armata concedendosi lo sfizio di vendicarsi una volta per tutte del suo ex datore di lavoro, che in questi mesi lo ha prima sostituito dopo la morte e infine umiliato in un lungo calvario tra ustioni da piadine giganti, sottoposizione al barbaro rituale del Bula Bula e l'operazione chirurgica che gli ha impiantato l'enorme seno della pornodiva Gesualda Laputtana.
"Vai, servirà a purificarti da tutto questo rancore per poterti concentrare appieno nella guerriglia separatista!", gli ha detto Bob Kanthanathan, comandante della formazione militare, ideologo della squadra d'azione e sospetto infiltrato della Cia. "Ho passato giorni interi nella giungla, meditando e nutrendomi solo di ciò che mi offriva la natura - scrive ancora l'opinionista - Ora sono un concentrato di odio puro, una macchina da sterminio pronta a rifarsi dei torti subiti. State ridendo di quanto affermo? Fate male, perchè saranno cazzi amarissimi per tutti voi!" La missiva, che si conclude con un "(continua)" è stata verificata da esperti calligrafi e periti pagati dal Corriere stesso: sono state trovate tracce del dna di Vianello Monello, prova lampante della sua autenticità. "In questo momento dovrei essere preoccupato per la mia vita - ha dichiarato Savoia, dopo averla letta - Ma devo ammettere che sono soprattutto euforico per il colpo di scena giornalistico che il mio buon amico mi ha riservato, nonostante le ingiuste accuse che mi rivolge. Umanamente sono commosso nel sapere che, tutto sommato, il mio compagno di viaggio è ancora in piena forma e a modo suo mordace come lo ricordavo nei tempi migliori".
Dopo essere sopravvissuto a ustioni, violenza carnale, cacarella e trapianto di seni ipertrofici, l'elzevirista tanto amato dai polesani è scampato perfino alla morte. Ripescato in fin di vita al largo dello Sri Lanka da una motovedetta delle Tigri Tamil, che aveva avvistato il relitto del Coniglio Napoleon mentre naufragava verso la costa, è stato amorevolmente curato per giorni in una base dei guerriglieri, che gli hanno impartito durante il coma un addestramento militare completo, grazie ad uno speciale trasmettitore di messaggi subliminali. Svegliatosi dal lungo sonno, Vianello Monello è divenuto così a tutti gli effetti un membro delle Ltte e uno spietato condottiero, in grado di uccidere un uomo in 36 modi, trentasette se contiamo anche il controverso "farlo morire di infarto facendogli bù". "In questi giorni - scrive - sto completando la mia formazione, imparando a maneggiare armi di grosso calibro e ad assemblare ordigni esplosivi. Tutto questo servirà non solo a dare il mio contributo alla guerriglia, ma soprattutto a portare a termine il mio obiettivo: spazzarvi via tutti in una palla di fuoco!" Vianello Monello ha infatti chiesto ai suoi compagni di celebrare la propria iniziazione alla lotta armata concedendosi lo sfizio di vendicarsi una volta per tutte del suo ex datore di lavoro, che in questi mesi lo ha prima sostituito dopo la morte e infine umiliato in un lungo calvario tra ustioni da piadine giganti, sottoposizione al barbaro rituale del Bula Bula e l'operazione chirurgica che gli ha impiantato l'enorme seno della pornodiva Gesualda Laputtana.
"Vai, servirà a purificarti da tutto questo rancore per poterti concentrare appieno nella guerriglia separatista!", gli ha detto Bob Kanthanathan, comandante della formazione militare, ideologo della squadra d'azione e sospetto infiltrato della Cia. "Ho passato giorni interi nella giungla, meditando e nutrendomi solo di ciò che mi offriva la natura - scrive ancora l'opinionista - Ora sono un concentrato di odio puro, una macchina da sterminio pronta a rifarsi dei torti subiti. State ridendo di quanto affermo? Fate male, perchè saranno cazzi amarissimi per tutti voi!" La missiva, che si conclude con un "(continua)" è stata verificata da esperti calligrafi e periti pagati dal Corriere stesso: sono state trovate tracce del dna di Vianello Monello, prova lampante della sua autenticità. "In questo momento dovrei essere preoccupato per la mia vita - ha dichiarato Savoia, dopo averla letta - Ma devo ammettere che sono soprattutto euforico per il colpo di scena giornalistico che il mio buon amico mi ha riservato, nonostante le ingiuste accuse che mi rivolge. Umanamente sono commosso nel sapere che, tutto sommato, il mio compagno di viaggio è ancora in piena forma e a modo suo mordace come lo ricordavo nei tempi migliori".
Nella foto, una pattuglia dell'LTTE presidia il relitto del Coniglio Napoleon
lunedì 22 settembre 2008
Pinocchio aggredito: bufera a Palazzo Nodari
E' ancora sotto choc ma se la caverà Pinocchio, aggredito nella serata di sabato da ignoti in pieno centro storico a Rovigo. L'episodio è stato reso noto solo oggi dalle forze dell'ordine per permettere il trasferimento senza clamori del noto burattino di legno in una falegnameria in località segreta, dove potrà essere riparato nel giro di pochi giorni. Il pupazzo toscano era in città per l'inaugurazione di "Pinocchio illustrato", l'esposizione a lui dedicata che resterà aperta fino alla fine dell'anno a Palazzo Roverella. L'episodio ha guastato il clima festoso della mattinata che aveva visto il famoso personaggio delle favole dispensare strette di mano e autografi ai bambini, senza sottrarsi agli obiettivi dei fotografi. "E' un piacere per me stare con i fans - aveva spiegato sorridente Pinocchio - poi al Polesine sono molto legato per i tanti pioppeti, i cui legni sono stati spesso utilizzati per dare vita a miei colleghi".
Stando alle poche e frammentarie informazioni a disposizione erano circa le 21 quando, dopo un prolungato aperitivo a tappe nei principali locali del centro storico, Pinocchio da appassionato gastronomo aveva deciso di andare a cena da Dante per assaggiare alcuni piatti tipici locali. Il burattino, evidentemente alticcio, si sarebbe messo a cantare a voce alta canzoni in dialetto pistoiese con parole tipo "lampredotto" e "finocchiona" che sarebbero state malintese dal giovane e nerboruto etilista Denis Polesnan, convinto fossero rivolte a sua madre Bertilla. Avvicinatosi, Polesnan avrebbe ceffonato ripetutamente il malcapitato Pinocchio, sottoponendolo poi a una "uerega" con la carta vetrata sverniciandoli i capelli. Successivamente lo avrebbe spinto a calci nel sedere in piazzetta Annonaria, dove era in pieno svolgimento la festa della Lega Nord, e lì gli avrebbe assestato con decisione un "lopez". "Questi i xe i me amighi, no i tos'c'ani", avrebbe urlato Denis imitando la "c" aspirata fiorentina e blaterando che Pinocchio lo aveva provocato e, per di più, non accettava di essere regalato a suo figlio, ritenendola una forma di schiavitù. A pacificare gli animi sarebbe subito intervenuto il leader del Carroccio polesano, Antonello Contiero, cui sarebbero però saltati rapidamente i nervi, dato che l'ubriachissimo Pinocchio pare abbia vomitato trucioli sul suo piatto padano. "Eh che cazzo, per una volta che volevo pronunciare parole ragionevoli e di mediazione - ha detto il segretario leghista - la reazione di Denis sarà stata sopra le righe, ma 'sto stronzo d'un burattino solo perché gli dedicano una mostra vuole venire a comandare in casa nostra. A Pantalone andava dedicata: e invece lui paga soltanto. Ma siamo stufi di questi burattini". Dopodiché Contiero avrebbe versato un vasetto di cipolline sottaceto nel taschino della camicia di Pinocchio, inneggiando a Torototela.
Forza Nuova ha annunciato intanto una raccolta firme per fermare l'arroganza dei personaggi delle favole. "E' ancor più grave che sia Pinocchio ad aprire questa invasione - ha spiegato Fabio Baroni, segretario provinciale del movimento - la sua vicenda di burattino che diventa un bambino è un chiaro attacco alle radici cristiane da parte della massoneria. I nostri nemici d'ora in poi non saranno più gli immigrati, ma i personaggi di fantasia, comunque amici della Pineda, per cui chiediamo un umano rimpatrio nella testa degli scrittori che gli hanno inventati. E se questi fossero morti, non esiteremo a chiedere la consulenza di Wanda Gusmaroli o dei fratelli Colasberna". La proposta di Baroni piace al centrodestra che chiede la convocazione di un consiglio comunale monotematico, in cui Vito Piccininno legga tutte le fiabe dei fratelli Grimm per capire se abbiano in qualche maniera influenzato delibere di Giunta. "Se così fosse - ha detto Aniello Piscopo a nome dell'opposizione - non esiteremmo a rivolgerci al Tar per chiederne l'annullamento". Il Pd cerca di rincorrere gli avversari su questo terreno. In Regione, infatti, Carlo Alberto Azzi sarebbe intenzionato a chiedere l'apertura di un'inchiesta per avere lumi sulla somiglianza tra il presidente Giancarlo Galan e il Gigante Grissino. "E voglio vederci chiaro anche su Giorgio Carollo - ha proseguito Azzi - per me è il Leprotto Bisestile sotto mentite spoglie".
Stando alle poche e frammentarie informazioni a disposizione erano circa le 21 quando, dopo un prolungato aperitivo a tappe nei principali locali del centro storico, Pinocchio da appassionato gastronomo aveva deciso di andare a cena da Dante per assaggiare alcuni piatti tipici locali. Il burattino, evidentemente alticcio, si sarebbe messo a cantare a voce alta canzoni in dialetto pistoiese con parole tipo "lampredotto" e "finocchiona" che sarebbero state malintese dal giovane e nerboruto etilista Denis Polesnan, convinto fossero rivolte a sua madre Bertilla. Avvicinatosi, Polesnan avrebbe ceffonato ripetutamente il malcapitato Pinocchio, sottoponendolo poi a una "uerega" con la carta vetrata sverniciandoli i capelli. Successivamente lo avrebbe spinto a calci nel sedere in piazzetta Annonaria, dove era in pieno svolgimento la festa della Lega Nord, e lì gli avrebbe assestato con decisione un "lopez". "Questi i xe i me amighi, no i tos'c'ani", avrebbe urlato Denis imitando la "c" aspirata fiorentina e blaterando che Pinocchio lo aveva provocato e, per di più, non accettava di essere regalato a suo figlio, ritenendola una forma di schiavitù. A pacificare gli animi sarebbe subito intervenuto il leader del Carroccio polesano, Antonello Contiero, cui sarebbero però saltati rapidamente i nervi, dato che l'ubriachissimo Pinocchio pare abbia vomitato trucioli sul suo piatto padano. "Eh che cazzo, per una volta che volevo pronunciare parole ragionevoli e di mediazione - ha detto il segretario leghista - la reazione di Denis sarà stata sopra le righe, ma 'sto stronzo d'un burattino solo perché gli dedicano una mostra vuole venire a comandare in casa nostra. A Pantalone andava dedicata: e invece lui paga soltanto. Ma siamo stufi di questi burattini". Dopodiché Contiero avrebbe versato un vasetto di cipolline sottaceto nel taschino della camicia di Pinocchio, inneggiando a Torototela.
Forza Nuova ha annunciato intanto una raccolta firme per fermare l'arroganza dei personaggi delle favole. "E' ancor più grave che sia Pinocchio ad aprire questa invasione - ha spiegato Fabio Baroni, segretario provinciale del movimento - la sua vicenda di burattino che diventa un bambino è un chiaro attacco alle radici cristiane da parte della massoneria. I nostri nemici d'ora in poi non saranno più gli immigrati, ma i personaggi di fantasia, comunque amici della Pineda, per cui chiediamo un umano rimpatrio nella testa degli scrittori che gli hanno inventati. E se questi fossero morti, non esiteremo a chiedere la consulenza di Wanda Gusmaroli o dei fratelli Colasberna". La proposta di Baroni piace al centrodestra che chiede la convocazione di un consiglio comunale monotematico, in cui Vito Piccininno legga tutte le fiabe dei fratelli Grimm per capire se abbiano in qualche maniera influenzato delibere di Giunta. "Se così fosse - ha detto Aniello Piscopo a nome dell'opposizione - non esiteremmo a rivolgerci al Tar per chiederne l'annullamento". Il Pd cerca di rincorrere gli avversari su questo terreno. In Regione, infatti, Carlo Alberto Azzi sarebbe intenzionato a chiedere l'apertura di un'inchiesta per avere lumi sulla somiglianza tra il presidente Giancarlo Galan e il Gigante Grissino. "E voglio vederci chiaro anche su Giorgio Carollo - ha proseguito Azzi - per me è il Leprotto Bisestile sotto mentite spoglie".
Nella foto, Pinocchio saluta i bimbi rodigini. Sulla sinistra Gabbris Ferrari
L'estremo saluto a Cicciuzzo Sconciaforni
Una folla commossa ha dato l'addio stamattina a Cicciuzzo Sconciaforni, il giovane esponente di peso del Pdl polesano morto affrontando eroicamente il crudele alieno Hrrfulla'nghhtopeprp. La cerimonia è stata officiata con rito tridentino alla Chiesetta delle fosse dal B.V. Paolino che ha ricordato le virtù del giovane Sconciaforni. "Non ho mai conosciuto un fedele dall'ascella tanto acida - ha detto visibilmente commosso - il suo aroma muschiato ci mancherà. Lo ricordo sempre attento quando pronunciavo le mie omelie. Il primo banco era sempre tutto suo". La bara, progettata presso il centro di studi sulle nanotecnologie del Cur, è stata realizzata utilizzando innovative leghe prodotte per sinterizzazione di metalli leggeri e resistenti quali litio, magnesio, titanio. "Ha voluto così offrire un tributo alla crescita del nostro territorio anche da morto - ha sottolineato Renzo Marangon - per dare degna sepoltura alla sua voluminosa figura i nostri giovani hanno dovuto dare fondo a tutte le loro conoscenze tecnologiche. Quando incontravo Cicciuzzo scherzavo sempre con lui. D'inverno, per esempio, gli dicevo sempre che era così grasso che per mettersi la sciarpa aveva bisogno del boomerang. Lui, sorridente, spaccava una sedia per terra e andava via pronunciando parole incomprensibili che mi ha poi spiegato essere maledizioni sumere per accrescermi la stempiatura e farmi divenire il naso sempre più rubizzo".
In rappresentanza del Pd è intervenuto Gigi Osti che, mentre il feretro veniva accompagnato fuori dalla chiesa, ha commentato con delicatezza: "Ora con il rigor mortis l'avrà sempre duro". Cicciuzzo è stato poi sepolto nella tomba di famiglia collocata sulla portaerei Einaudi a Taranto tra le note di "Italia" di Mino Reitano, il suo cantante preferito. Non poteva mancare Federica Zarri che, dopo la mesta cerimonia, ha annunciato che girerà un film in memoria del giovane amico Sconciaforni. La pellicola si intitolerà "Pompe funebri".
In rappresentanza del Pd è intervenuto Gigi Osti che, mentre il feretro veniva accompagnato fuori dalla chiesa, ha commentato con delicatezza: "Ora con il rigor mortis l'avrà sempre duro". Cicciuzzo è stato poi sepolto nella tomba di famiglia collocata sulla portaerei Einaudi a Taranto tra le note di "Italia" di Mino Reitano, il suo cantante preferito. Non poteva mancare Federica Zarri che, dopo la mesta cerimonia, ha annunciato che girerà un film in memoria del giovane amico Sconciaforni. La pellicola si intitolerà "Pompe funebri".
La Polizia arresta Abu Kebab!
Una vera e propria fabbrica di ordigni della seconda guerra mondiale, con tanto di operaie al lavoro, è stata ritrovata nello scantinato di un palazzo in corso del Popolo dalle forze dell'ordine, durante il raid che ha portato all'arresto del terrorista Abu Kebab. Il seguace di Osama bin Laden, desideroso di completare la raccolta punti "Diventa il braccio destro dello sceicco" (in arabo la frase suona più accattivante), ha infatti disseminato di vecchi ordigni bellici l'intera città di Rovigo, costringendo il Comune a intervenire d'urgenza per disinnescarli. Solo l'altro giorno è stato rinvenuto il trentottesimo, che sarà reso innocuo e fatto brillare il 12 gennaio 2009. In parallelo alle procedure di disinnesco, la Prefettura ha però avviato la caccia all'uomo, con il pieno sostegno dell'assessore Nadia Romeo, già nota per avere chiesto di dotare i vigili urbani di lanciamissili Rpg.
"Nooo! - ha detto letteralmente Abu Kebab - Proprio ora che mi mancavano sette punti per arrivare a vincere il kalashnikov con l'autografo di Osama. Poi mi sarebbero bastati solo altri dieci punti per avere una riproduzione del callo di al Zawahiri da appiccicare sulla fronte! Maledetti infedeli!" Interrogato per quindici ore dal commissario Koster, il malvagio bombarolo è stato poi affidato ai servizi segreti americani, che lo hanno condotto in un centro di detenzione egiziano dove verrà torturato secondo la procedura standard: "Per scaldarci lo appenderemo al soffitto per le braccia e lo frusteremo con fili elettrici, poi gli daremo la scossa ai testicoli, infine, dopo averlo umiliato sessualmente e costretto a mangiare le proprie feci, passeremo a fargli dei buchi nella viva carne con il trapano - ha spiegato in una conferenza stampa il generale americano Charles A. Graner jr. -. So che possono sembrare metodi un po' duri, ma abbiamo a che fare con persone che hanno fatto del male a degli innocenti, non possiamo andarci leggeri: usare moderate pressioni psicologiche per farli parlare ci sembra il minimo".
Il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori, ha però chiesto e ottenuto dagli amici egiziani di riavere indietro il corpo per esporlo in uno dei mausolei fatti costruire da Beppe Osti. In nome dell'amicizia e del rispetto tra i due popoli, gli americani hanno prontamente fatto riavere quello che rimaneva di Abu Kebab dopo che gli avevano amputato le dita, spezzato le gambe, strappato i denti, scorticata la schiena e tumefatto la faccia a calci. La Cia ha anche messo al corrente il sindaco degli inquietanti intrallazzi compiuti da Abu Kebab in questi mesi. Dal verbale dell'interrogatorio, infatti, emerge che il terrorista avrebbe ricevuto denaro per fare arrivare a Rovigo un asiatico e rifornirlo di armi ed esplosivo da demolizioni. Il nome dello straniero non viene rivelato, ma viene descritto come "un tipo con il volto sfregiato da terribili ustioni, gli occhi da pazzo furioso, strane anomalie fisiche che cercava di nascondere sotto un ampio impermeabile". Sull'identità di quest'uomo, che potrebbe essere un nuovo, pericoloso criminale internazionale, la Polizia non si pronuncia. Chi sarà mai?
"Nooo! - ha detto letteralmente Abu Kebab - Proprio ora che mi mancavano sette punti per arrivare a vincere il kalashnikov con l'autografo di Osama. Poi mi sarebbero bastati solo altri dieci punti per avere una riproduzione del callo di al Zawahiri da appiccicare sulla fronte! Maledetti infedeli!" Interrogato per quindici ore dal commissario Koster, il malvagio bombarolo è stato poi affidato ai servizi segreti americani, che lo hanno condotto in un centro di detenzione egiziano dove verrà torturato secondo la procedura standard: "Per scaldarci lo appenderemo al soffitto per le braccia e lo frusteremo con fili elettrici, poi gli daremo la scossa ai testicoli, infine, dopo averlo umiliato sessualmente e costretto a mangiare le proprie feci, passeremo a fargli dei buchi nella viva carne con il trapano - ha spiegato in una conferenza stampa il generale americano Charles A. Graner jr. -. So che possono sembrare metodi un po' duri, ma abbiamo a che fare con persone che hanno fatto del male a degli innocenti, non possiamo andarci leggeri: usare moderate pressioni psicologiche per farli parlare ci sembra il minimo".
Il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori, ha però chiesto e ottenuto dagli amici egiziani di riavere indietro il corpo per esporlo in uno dei mausolei fatti costruire da Beppe Osti. In nome dell'amicizia e del rispetto tra i due popoli, gli americani hanno prontamente fatto riavere quello che rimaneva di Abu Kebab dopo che gli avevano amputato le dita, spezzato le gambe, strappato i denti, scorticata la schiena e tumefatto la faccia a calci. La Cia ha anche messo al corrente il sindaco degli inquietanti intrallazzi compiuti da Abu Kebab in questi mesi. Dal verbale dell'interrogatorio, infatti, emerge che il terrorista avrebbe ricevuto denaro per fare arrivare a Rovigo un asiatico e rifornirlo di armi ed esplosivo da demolizioni. Il nome dello straniero non viene rivelato, ma viene descritto come "un tipo con il volto sfregiato da terribili ustioni, gli occhi da pazzo furioso, strane anomalie fisiche che cercava di nascondere sotto un ampio impermeabile". Sull'identità di quest'uomo, che potrebbe essere un nuovo, pericoloso criminale internazionale, la Polizia non si pronuncia. Chi sarà mai?
domenica 21 settembre 2008
Le visioni di Leonida Gusmaroli #6
Ormai più famoso di Nostradamus, più attendibile di Mademoiselle Lenormand, più vedente di Tiresia, più nerboruto di Hulk Hogan, Leonida Gusmaroli offre una nuova tornata di previsioni sul futuro del Polesine. E c'è già chi inizia a parlare di Wanda Gusmaroli come della sorella di Leonida, invertendo un ordine di valori consolidato negli anni.
Polesine crocevia di tradizioni popolari
Antonello Contiero fonderà la sezione polesana di Tarantapower e curerà personalmente i corsi di pizzica salentina affiancato dall'onorevole Emanuela Munerato, la cui adesione sarà dettata solo da disciplina di partito. Dopo avere messo nero su bianco una lettera di protesta a Eugenio Bennato, Vito Piccininno darà vita a una scuola per la promozione della danza tirolese degli schiaffi intitolata a Georg Klotz, il martellatore della Val Passiria. Invece il maestro Giuseppe Pietroni, insuperato poeta polesano, abbraccerà la tradizione della tammurriata napoletana e, accompagnato da tammorre, cacavelle e castagnette, darà il meglio di sè nella creazione di queste tipiche cantate semi improvvisate, assemblando distici appartenenti alla tradizione e invenzioni moderne, sempre in equilibrio tra la cultura del passato e le innovazioni del presente.
Il B.V. e le Charlie's Angels
Il B.V. Paolino, dopo il divorzio con Claudia Koll, aderirà all'Islam per congiungersi in rapporto poligamico con le Charlie's Angels consentendo a Tom Bosley di fare da amministratore dell'harem che verrà organizzato in un capannone a ridosso dell'Interporto.
Amoureux Solitaire
Per farsi perdonare della fuga nel giorno delle nozze, Guglielmo Brusco intonerà il brano "Amoureux Solitaires" nel piazzale della cittadella socio-sanitaria a mo' di serenata per Adriano Marcolongo, con un abito di scena appartenuto alla cantante belga Lio. Il direttore generale dell'Asl 18, sconvolto, darà le dimissioni e consegnerà le chiavi dell'ufficio allo stesso Brusco che, nella concitazione del momento, gli proporrà di sposarsi ad Amsterdam e fare il viaggio di nozze in Bielorussia. Marcolongo, in stato confusionale, accetterà.
Un'estate al mare
L'assessore Federico Frigato, felice per l'andamento delle manifestazioni estive nelle frazioni, deciderà di rilanciare in autunno con una proposta innovativa: creare una spiaggia nel capoluogo. Ordinati diciotto tir di sabbia proveniente da Milano Marittima, Frigato li farà scaricare lungo lo scolo di Grignano Polesine che verrà ribattezzata Grignano Sabbiadoro.
Polesine crocevia di tradizioni popolari
Antonello Contiero fonderà la sezione polesana di Tarantapower e curerà personalmente i corsi di pizzica salentina affiancato dall'onorevole Emanuela Munerato, la cui adesione sarà dettata solo da disciplina di partito. Dopo avere messo nero su bianco una lettera di protesta a Eugenio Bennato, Vito Piccininno darà vita a una scuola per la promozione della danza tirolese degli schiaffi intitolata a Georg Klotz, il martellatore della Val Passiria. Invece il maestro Giuseppe Pietroni, insuperato poeta polesano, abbraccerà la tradizione della tammurriata napoletana e, accompagnato da tammorre, cacavelle e castagnette, darà il meglio di sè nella creazione di queste tipiche cantate semi improvvisate, assemblando distici appartenenti alla tradizione e invenzioni moderne, sempre in equilibrio tra la cultura del passato e le innovazioni del presente.
Il B.V. e le Charlie's Angels
Il B.V. Paolino, dopo il divorzio con Claudia Koll, aderirà all'Islam per congiungersi in rapporto poligamico con le Charlie's Angels consentendo a Tom Bosley di fare da amministratore dell'harem che verrà organizzato in un capannone a ridosso dell'Interporto.
Amoureux Solitaire
Per farsi perdonare della fuga nel giorno delle nozze, Guglielmo Brusco intonerà il brano "Amoureux Solitaires" nel piazzale della cittadella socio-sanitaria a mo' di serenata per Adriano Marcolongo, con un abito di scena appartenuto alla cantante belga Lio. Il direttore generale dell'Asl 18, sconvolto, darà le dimissioni e consegnerà le chiavi dell'ufficio allo stesso Brusco che, nella concitazione del momento, gli proporrà di sposarsi ad Amsterdam e fare il viaggio di nozze in Bielorussia. Marcolongo, in stato confusionale, accetterà.
Un'estate al mare
L'assessore Federico Frigato, felice per l'andamento delle manifestazioni estive nelle frazioni, deciderà di rilanciare in autunno con una proposta innovativa: creare una spiaggia nel capoluogo. Ordinati diciotto tir di sabbia proveniente da Milano Marittima, Frigato li farà scaricare lungo lo scolo di Grignano Polesine che verrà ribattezzata Grignano Sabbiadoro.
sabato 20 settembre 2008
Anche Berlusconi a Porto Viro per il terminal
"Io preoccupato per Alitalia? Ma se ho avuto perfino il tempo di rifarmi il lifting!" Ed è un restyling radicale quello con cui Silvio Berlusconi si è presentato oggi a Porto Viro per inagurare il rigassificatore di Adriatic Lng arrivato in questi giorni al largo delle coste polesane. Un premier in forma smagliante, tanto da dimostrare 30 anni in meno (lo testimonia la foto a lato, scattata nella centrale operativa di Porto Levante), che non ha mancato di scherzare con i presenti: "Su, ditemi, quanti anni mi dareste?" "Visti i tuoi trascorsi, probabilmente l'ergastolo", la risposta ironica di un Gino Sandro Spinello come sempre pieno di verve, a cui Saccardin ha immediatamente dato il cinque a mò di complimento. Frizzi e lazzi da osteria a parte, Berlusconi non ha potuto fare a meno di elargire complimenti al Polesine: "Che bella terra piena di belle gnocche - ha detto estasiato - La sinistra comunista ha sempre parlato male dei polesani, relegandoli al ruolo di terroni del Veneto o di sfigati meritevoli appena di una citazione in un film di Fantozzi. Ma io qui vedo gente operosa, che ha saputo accogliere quei progetti di sviluppo che fanno parte del mio programma elettorale fin dal 2001, come il ponte Scardovari-Rovigno che ormai è prossimo a partire".
Applausi scroscianti a cui purtroppo è seguita una piccola gaffe: "Avete un mare bellissimo, ma cos'è quella schifezza di cemento là in mezzo?", ha chiesto Berlusconi, indicando proprio il terminal a 15 chilometri di distanza. Prontamente il presidente della Regione, Giancarlo Galan, ha distratto i giornalisti presenti gridando: "Guardate, un fenicottero rosa morto!" E mentre cronisti e pubblico voltavano, chissà perchè, lo sguardo verso il cielo, ha scippato il microfono a Silvio, improvvisando il classico della canzone veneziana "La marangona", in un siparietto particolarmente apprezzato dal premier."Ti manderò Apicella", ha detto ammiccante, riscuotendo un'ultima ovazione dal pubblico.
Applausi scroscianti a cui purtroppo è seguita una piccola gaffe: "Avete un mare bellissimo, ma cos'è quella schifezza di cemento là in mezzo?", ha chiesto Berlusconi, indicando proprio il terminal a 15 chilometri di distanza. Prontamente il presidente della Regione, Giancarlo Galan, ha distratto i giornalisti presenti gridando: "Guardate, un fenicottero rosa morto!" E mentre cronisti e pubblico voltavano, chissà perchè, lo sguardo verso il cielo, ha scippato il microfono a Silvio, improvvisando il classico della canzone veneziana "La marangona", in un siparietto particolarmente apprezzato dal premier."Ti manderò Apicella", ha detto ammiccante, riscuotendo un'ultima ovazione dal pubblico.
Incredibile testimonianza
Il Polesine sembrava ormai pronto a dimenticare per sempre Celio Rodigino, il celebre opinionista del Corriere del Veneto, salpato per i mari del sud con Vianello Gemello (alias Oronzo Bannister, clone di Vianello Monello), l'ex criminale nazista redento Sigfried Von Nibelunghen (ribattezzatosi Negro Badula) e il bluesman Corey Harris. La sua ultima missiva era una lettera, scritta alla moglie Augusta Taurinense, in cui chiedeva di essere lasciato in pace. Dopo la scomparsa di Vianello Monello e l'arresto, ad opera del commissario Derrick, dei pirati del Coniglio Napoleon che davano la caccia al brigantino di Celio, perfino l'instancabile Augusta s'era arresa dal cercare notizie del coniuge.
Ora a riaprire il caso arriva la testimonianza di Fino Fini (nella foto), zio arianese di Celio, a lui legato fin dall'infanzia da un rapporto di particolare confidenza. Proprio all'amato zio, Celio Rodigino ha inviato nei giorni scorsi una lettera dal lontano Oceano Indiano, autorizzandolo a divulgare i contenuti. "Ha voluto infrangere il silenzio che si era imposto solamente per rassicurare tutti sul suo stato di salute - spiega Fino Fini - Non ha infatti gradito l'articolo apparso su Appunti, in cui Olvrado Welponer, che si spaccia per capitano di una petroliera ma in realtà è un noto tossicodipendente di Boara Polesine, rivela di avere parlato con Celio, il quale gli avrebbe confidato di avere contratto l'aids e di essersi affidato alle cure del medico indiano Bhajju Shyam jr. per trascorrere gli ultimi mesi di vita nel modo più dignitoso possibile. Ovviamente tutto ciò è falso, la lettera di Celio Rodigino dovrebbe ora fare luce su cosa è accaduto realmente".
La missiva, lunga quattordici pagine, racconta per sommi capi il viaggio del brigantino fino all'intervento dell'ispettore Derrick per salvare i marinai dalla furia dei pirati del Coniglio Napoleon. Si racconta di come Celio Rodigino fosse del tutto ignaro che Beppe Osti avesse organizzato una spedizione per uccidere lui e Vianello Gemello, allo scopo di esporre le loro spoglie in una serie di mausolei realizzati con la complicità di costruttori lituani. Dopo essersi messo in salvo su una nuova barca, Celio ha fatto rotta con i suoi compagni di viaggio verso le coste africane, per poi approdare in Guinea. Qui Corey Harris, abbracciati i compagni di viaggio, ha lasciato la nave per tornare alla propria carriera di bluesman del Mali. Vianello Gemello, invece, sarebbe sbarcato in una località segreta diversi giorni prima. Un passaggio su cui la lettera non fa chiarezza, ma che in parte conferma l'ipotesi degli inquirenti secondo cui il clone negro di Vianello Monello avrebbe aiutato i fratelli Colasberna a evadere in cambio della tecnologia per realizzare una macchina del tempo. Rimasto solo con Negro Badula, Celio Rodigino ha quindi deciso di ripartire per una destinazione ancora segreta.
Ma la lettera apre inquietanti interrogativi anche sulla sorte di Vianello Monello, affogato nell'oceano con il Coniglio Napoleon carico di Happy Hope. Stando a quanto racconta Celio Rodigino, infatti, il relitto del veliero pirata sarebbe stato avvistato da numerosi pescatori mentre veniva trascinato verso le coste dello Sri Lanka. Leggende del mare, forse. Di certo il corpo dell'opinionista del Corriere non è mai stato ritrovato. E questo avvalora altre leggende srilankesi, che raccontano di un "ermafrodita orrendamente sfigurato da ustioni" che sarebbe stato soccorso e adottato da alcuni abitanti della costa. Lo stesso Celio Rodigino è cauto su queste notizie. Di certo sembra che il caso Vianello Monello sia destinato a rimanere aperto ancora per lungo tempo.
Ora a riaprire il caso arriva la testimonianza di Fino Fini (nella foto), zio arianese di Celio, a lui legato fin dall'infanzia da un rapporto di particolare confidenza. Proprio all'amato zio, Celio Rodigino ha inviato nei giorni scorsi una lettera dal lontano Oceano Indiano, autorizzandolo a divulgare i contenuti. "Ha voluto infrangere il silenzio che si era imposto solamente per rassicurare tutti sul suo stato di salute - spiega Fino Fini - Non ha infatti gradito l'articolo apparso su Appunti, in cui Olvrado Welponer, che si spaccia per capitano di una petroliera ma in realtà è un noto tossicodipendente di Boara Polesine, rivela di avere parlato con Celio, il quale gli avrebbe confidato di avere contratto l'aids e di essersi affidato alle cure del medico indiano Bhajju Shyam jr. per trascorrere gli ultimi mesi di vita nel modo più dignitoso possibile. Ovviamente tutto ciò è falso, la lettera di Celio Rodigino dovrebbe ora fare luce su cosa è accaduto realmente".
La missiva, lunga quattordici pagine, racconta per sommi capi il viaggio del brigantino fino all'intervento dell'ispettore Derrick per salvare i marinai dalla furia dei pirati del Coniglio Napoleon. Si racconta di come Celio Rodigino fosse del tutto ignaro che Beppe Osti avesse organizzato una spedizione per uccidere lui e Vianello Gemello, allo scopo di esporre le loro spoglie in una serie di mausolei realizzati con la complicità di costruttori lituani. Dopo essersi messo in salvo su una nuova barca, Celio ha fatto rotta con i suoi compagni di viaggio verso le coste africane, per poi approdare in Guinea. Qui Corey Harris, abbracciati i compagni di viaggio, ha lasciato la nave per tornare alla propria carriera di bluesman del Mali. Vianello Gemello, invece, sarebbe sbarcato in una località segreta diversi giorni prima. Un passaggio su cui la lettera non fa chiarezza, ma che in parte conferma l'ipotesi degli inquirenti secondo cui il clone negro di Vianello Monello avrebbe aiutato i fratelli Colasberna a evadere in cambio della tecnologia per realizzare una macchina del tempo. Rimasto solo con Negro Badula, Celio Rodigino ha quindi deciso di ripartire per una destinazione ancora segreta.
Ma la lettera apre inquietanti interrogativi anche sulla sorte di Vianello Monello, affogato nell'oceano con il Coniglio Napoleon carico di Happy Hope. Stando a quanto racconta Celio Rodigino, infatti, il relitto del veliero pirata sarebbe stato avvistato da numerosi pescatori mentre veniva trascinato verso le coste dello Sri Lanka. Leggende del mare, forse. Di certo il corpo dell'opinionista del Corriere non è mai stato ritrovato. E questo avvalora altre leggende srilankesi, che raccontano di un "ermafrodita orrendamente sfigurato da ustioni" che sarebbe stato soccorso e adottato da alcuni abitanti della costa. Lo stesso Celio Rodigino è cauto su queste notizie. Di certo sembra che il caso Vianello Monello sia destinato a rimanere aperto ancora per lungo tempo.
venerdì 19 settembre 2008
Adelma Benni, la no global
E' un vero uragano politico, quello che si è abbattuto su Terenzio Gasparetto, l'indipendente in corsa per le prossime elezioni provinciali. La signora Adelma Benni, papabile assessore alla Sanità in caso di vittoria, è finita su tutti i giornali del Veneto in un memorabile scatto durante gli scontri del 6 settembre scorso a Vicenza, contro la base americana al Dal Molin. Nella foto, che pubblichiamo in esclusiva, la Benni fa oggetto di violenza un indifeso tutore dell'ordine che sta cercando di riportare al buon senso i manifestanti con parole garbate. Raggiunta dai giornalisti, la Benni non ha smentito per nulla la vicenda, ed anzi se n'è vantata in un'intervista al Corriere del Veneto, edizione di Vicenza: "Chi mi conosce sa che sono una persona focosa e quel signore lì mi aveva stufato. Continuava ad agitarmi il manganello contro e allora non ci ho visto più. Ma poi che cazzo rompete? Quegli yankee di merda, per usare un'espressione del capo di stato venezuelano, vanno in giro ad ammazzare un sacco di gente a suon di bombe e voi vi scandalizzate per uno sbirro contuso?".
Immediate le reazioni politiche locali, con il Partito Democratico e il Partito delle Libertà uniti in un unico coro indignato, chiedendo a Terenzio Gasparetto di prendere immediatamente le distanze dalla sua candidata. Raggiunto dai cronisti, Gasparetto ha però spiazzato tutti rincarando la dose: "Ho scelto di fondare una lista tutta mia proprio per poter dire chiaramente quello che penso, invece di intrupparmi solo per inseguire il consenso, come stanno facendo Pd e Pdl. Ho massimo rispetto per Adelma Benni e sostengo in toto la lotta dei vicentini per impedire la costruzione della mega base militare americana. Quanto al comportamento di Adelma, è il frutto di un clima di prepotenza che non abbiamo certo creato noi. A maggior ragione dobbiamo apprezzare chi sa ancora ribellarsi al dispotismo, anzichè comportarsi da bravo cittadino pecorone mentre tutto intorno i peggiori soprusi restano impuniti".
NOTA: L'autore di questo blog si dissocia da quanto affermato dal signor Terenzio Gasparetto e dagli atti compiuti da Adelma Benni. Il dissenso è legittimo, ma in una Democrazia ci sono ben altri mezzi per rimediare alle ingiustizie: ricordo che a tutti i cittadini è data periodicamente l'opportunità di eleggere persone in grado di governare il paese con saggezza, sorrette dal voto popolare. La storia dimostra che solo così è possibile evitare che la nostra società precipiti nel caos e nell'illegalità.
Immediate le reazioni politiche locali, con il Partito Democratico e il Partito delle Libertà uniti in un unico coro indignato, chiedendo a Terenzio Gasparetto di prendere immediatamente le distanze dalla sua candidata. Raggiunto dai cronisti, Gasparetto ha però spiazzato tutti rincarando la dose: "Ho scelto di fondare una lista tutta mia proprio per poter dire chiaramente quello che penso, invece di intrupparmi solo per inseguire il consenso, come stanno facendo Pd e Pdl. Ho massimo rispetto per Adelma Benni e sostengo in toto la lotta dei vicentini per impedire la costruzione della mega base militare americana. Quanto al comportamento di Adelma, è il frutto di un clima di prepotenza che non abbiamo certo creato noi. A maggior ragione dobbiamo apprezzare chi sa ancora ribellarsi al dispotismo, anzichè comportarsi da bravo cittadino pecorone mentre tutto intorno i peggiori soprusi restano impuniti".
NOTA: L'autore di questo blog si dissocia da quanto affermato dal signor Terenzio Gasparetto e dagli atti compiuti da Adelma Benni. Il dissenso è legittimo, ma in una Democrazia ci sono ben altri mezzi per rimediare alle ingiustizie: ricordo che a tutti i cittadini è data periodicamente l'opportunità di eleggere persone in grado di governare il paese con saggezza, sorrette dal voto popolare. La storia dimostra che solo così è possibile evitare che la nostra società precipiti nel caos e nell'illegalità.
Sanità: tregua infranta
La fuga di Guglielmo Brusco in Nepal che, all’ultimo, ha fatto saltare l'agognato matrimonio con Adriano Marcolongo diventa a tutti gli effetti un caso politico di portata internazionale. Le dichiarazioni rilasciate questa mattina in una conferenza stampa dal direttore generale dell’Asl 18 rischiano infatti di incrinare profondamente i rapporti tra l’Italia e la repubblica di Katmandu.
Marcolongo, infatti, ha pronunciato parole astiose nei confronti del governo guidato dal presidente Prachanda, che ha convocato l'ex assessore provinciale come consulente in materia di sanità pubblica. “Hanno fatto fare una scelta avventata al mio amato Mino – ha detto, rovesciando gli occhi e cadendo in trance al tavolo della Sala Azzurra - e io vi posso assicurare che quella persona (il presidente Prachanda, ndr) gli si... gli cra... gli cadranno gli occhi, il cervello e la lingua. E questo lo... nooooo, no perché io stanotte farò qualcosa che in vita mia non ho mai fatto, così farò capire a qualcuno, chi realmente io sono, è arrivato il momento, no? Io parlo l'aramaico, l egizio antico, scrivo le Scritture Sacre dell’amore di Dio e dei Santi, ma quando voglio fare giustizia, mi trasformo anche in qualcun altro, dato che ho il potere sul bene e sul male, e siccome che alcuni osano toccarmi o crearmi dei problemi allora a questo punto, io per la prima volta in vita mia, userò i poteri degli antichi. Quindi staremo a vedere questa grande sfida che fanno, perchè non la faranno a me: debbono lottare con gli antichi. Allora io si che rido e loro piangeranno”.
Parole a tratti sconnesse, ma assai minacciose, quelle del direttore generale. E non bastano le rassicurazioni dei suoi collaboratori, che parlano di "comprensibile stato d'animo di un innamorato ferito". Chi sperava che il matrimonio Brusco-Marcolongo avrebbe messo la parola "fine" ad anni di astio e lotta sulla sanità pubblica, ha dovuto ricredersi in fretta: il tono della polemica sembra invece destinato a subire un'escalation. Alla fine della trance, Marcolongo ha perso i sensi ed è stato portato d'urgenza al Pronto Soccorso, dove il medico Tiziana Virgili l'ha assistito amorevolmente: "Come medico devo mantenere il doveroso distacco - ha commentato - Ma come assessore provinciale esprimo tutta la mia riprovazione nei confronti del collega. Chi non ha visto con i propri occhi lo stato d'animo in cui versa Adriano, non può capire. E' un fiore a cui è stato reciso lo stelo". In contemporanea Marco Di Lello, in rappresentanza dell’associazione “Polesani nel mondo”, ha convocato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, per organizzare un viaggio riparatore presso il governo nepalese. L'onorevole Luca Bellotti avrebbe già assoldato lo scalatore Reinhold Messner e convinto una nota marca di acque minerali a sponsorizzare la spedizione. I nomi dei componenti saranno resi noti nelle prossime settimane.
Marcolongo, infatti, ha pronunciato parole astiose nei confronti del governo guidato dal presidente Prachanda, che ha convocato l'ex assessore provinciale come consulente in materia di sanità pubblica. “Hanno fatto fare una scelta avventata al mio amato Mino – ha detto, rovesciando gli occhi e cadendo in trance al tavolo della Sala Azzurra - e io vi posso assicurare che quella persona (il presidente Prachanda, ndr) gli si... gli cra... gli cadranno gli occhi, il cervello e la lingua. E questo lo... nooooo, no perché io stanotte farò qualcosa che in vita mia non ho mai fatto, così farò capire a qualcuno, chi realmente io sono, è arrivato il momento, no? Io parlo l'aramaico, l egizio antico, scrivo le Scritture Sacre dell’amore di Dio e dei Santi, ma quando voglio fare giustizia, mi trasformo anche in qualcun altro, dato che ho il potere sul bene e sul male, e siccome che alcuni osano toccarmi o crearmi dei problemi allora a questo punto, io per la prima volta in vita mia, userò i poteri degli antichi. Quindi staremo a vedere questa grande sfida che fanno, perchè non la faranno a me: debbono lottare con gli antichi. Allora io si che rido e loro piangeranno”.
Parole a tratti sconnesse, ma assai minacciose, quelle del direttore generale. E non bastano le rassicurazioni dei suoi collaboratori, che parlano di "comprensibile stato d'animo di un innamorato ferito". Chi sperava che il matrimonio Brusco-Marcolongo avrebbe messo la parola "fine" ad anni di astio e lotta sulla sanità pubblica, ha dovuto ricredersi in fretta: il tono della polemica sembra invece destinato a subire un'escalation. Alla fine della trance, Marcolongo ha perso i sensi ed è stato portato d'urgenza al Pronto Soccorso, dove il medico Tiziana Virgili l'ha assistito amorevolmente: "Come medico devo mantenere il doveroso distacco - ha commentato - Ma come assessore provinciale esprimo tutta la mia riprovazione nei confronti del collega. Chi non ha visto con i propri occhi lo stato d'animo in cui versa Adriano, non può capire. E' un fiore a cui è stato reciso lo stelo". In contemporanea Marco Di Lello, in rappresentanza dell’associazione “Polesani nel mondo”, ha convocato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, per organizzare un viaggio riparatore presso il governo nepalese. L'onorevole Luca Bellotti avrebbe già assoldato lo scalatore Reinhold Messner e convinto una nota marca di acque minerali a sponsorizzare la spedizione. I nomi dei componenti saranno resi noti nelle prossime settimane.
giovedì 18 settembre 2008
Nuovi mezzi in dotazione alla Questura
Si dovranno ricredere i malevoli che qualche settimana fa gridavano contro Roma per presunti tagli alle forze dell'ordine. Il ministro Bobo Maroni, interpellato d'urgenza dal suo braccio destro polesano Antonello Contiero, ha subito provveduto a dissipare falsi miti: "Ma quali tagli! - ha dichiarato - Certo, negli ultimi tempi abbiamo puntato molto sull'esercito per le strade a scapito delle questure, ma sono in arrivo nuove dotazioni e mezzi d'avanguardia, non vi preoccupate. Del resto sono rimasto talmente colpito, quasi commosso, dall'efficienza dimostrata dai carabinieri di Bussolengo nello spaccare i denti a uno zingaro di nove anni, che ho fatto subito approvare stanziamenti speciali". Questo accadeva qualche giorno fa. E come promesso, stamattina in una conferenza stampa seguitissima (ben tre giornalisti, di cui uno con la telecamera), la questora Amalia Di Ruocco ha presentato i nuovi mezzi in dotazione alla Polizia rodigina. "Mezzi d'avanguardia, che sostituiranno gradualmente le vecchie pantere in favore di un restyling completo dell'immagine della Polizia, che sempre più oggi deve apparire come difensore del bene contro il male, dei deboli contro i criminali".
Con ciò si spiega la scelta del simbolo di Bat Man al posto delle vecchie panterone. "Una figura ambivalente - spiega l'esperto d'arte moderna Candido Maria Putrazzi - da un lato è un eroe che difende la legge, dall'altro infrange la legge stessa e usa metodi brutali contro i criminali. Cosicchè la sua figura fa sentire sicuri i cittadini perbene, ma fa cagare sotto i delinquenti". I nuovi mezzi, un'elaborazione della Fiat Faccetta Nera prodotta in questi giorni dagli stabilimenti torinesi, sono dotati di rostro per sventrare le macchine dei rapinatori e lancia-nunchaku esplosivi contro teppisti e piccoli rom. Uniche in Italia, quelle di Rovigo sono state progettate senza sedili reclinabili, per rendere più scomodi i turni di notte.
Con ciò si spiega la scelta del simbolo di Bat Man al posto delle vecchie panterone. "Una figura ambivalente - spiega l'esperto d'arte moderna Candido Maria Putrazzi - da un lato è un eroe che difende la legge, dall'altro infrange la legge stessa e usa metodi brutali contro i criminali. Cosicchè la sua figura fa sentire sicuri i cittadini perbene, ma fa cagare sotto i delinquenti". I nuovi mezzi, un'elaborazione della Fiat Faccetta Nera prodotta in questi giorni dagli stabilimenti torinesi, sono dotati di rostro per sventrare le macchine dei rapinatori e lancia-nunchaku esplosivi contro teppisti e piccoli rom. Uniche in Italia, quelle di Rovigo sono state progettate senza sedili reclinabili, per rendere più scomodi i turni di notte.
Hrrfulla'nghhtopeprp: epilogo!
Sembrava tutto finito e invece, come l'ultima volta che abbiamo usato questa espressione, l'alieno Hrrfulla'nghhtopeprp ha riservato al Polesine un nuovo colpo di scena. Risorto dopo il brutale colpo infertogli dal martellatore, ha preso a vagare come una bestia impazzita per le vie del centro, sotto le sembianze di uno Shai-Hulud di Arrakis lungo 300 metri. Atterriti i rodigini sono accorsi a Palazzo Nodari, chiedendo al sindaco Fausto Merchiori di fare qualcosa. "E che caspita! - ha esclamato compassato - Quello appena mi vede mi mangia e mi caga in forma di melange. Non resta che pregare la Madonnina di Palazzo Nodari". Così ha fatto Merchiori, inginocchiatosi in balcone, mentre l'enorme verme tentava invano di inghiottire la statua di Vittorio Emanuele II tra le grida festanti di Beppe Osti. A metà della commovente Ave Maria recitata dal sindaco con la voce rotta dalle lacrime, un raggio di luce ha squarciato il cielo. E in questo cono luminoso è sceso un angelo, alto e vigoroso (nella foto). A quella vista, l'alieno ha perso il controllo del proprio corpo, prima secernendo una sostanziosa poltiglia catramosa dal proprio ano di lamellibranco, dopodichè ritornando chissà perchè con le sembianze di Alf. "Ma il mio momentaneo timore non ti induca a pensare che non mi batterò - ha commentato, rivolto all'inviato divino - So bene che voi maledetti amesha siete centomila volte più letali per me di uno Shoggoth con le mestruazioni, ma la mia cultura guerriera e il fatto che sono appena risorto dopo essere stato spiattellato mi inducono a combattere contro di te fino all'esaurimento delle mie funzioni vitali!" "Ma va là - sciocchino! - ha dichiarato l'angelo, con voce dolce e profonda - Smettiamola con questa assurda guerra e abbracciamoci stretti stretti, mio pelosone. Ti riempirò di bacini fino a farti passare tutta quella cattiveria che ti porti dentro il cuore". Ed è così che l'inaspettato ha preso forma ancora una volta nella capitale polesana: copiosi goccioloni giallini sono fuoriusciti dalle orbite dell'alieno Hrrfulla'nghhtopeprp, il quale ha ceduto alla potenza dell'amore ed è corso ad abbracciare l'angelico visitatore, avvolgendosi con lui una bolla di luce abbagliante, mentre tutta la piazza correva ad applaudire. "E' la dimostrazione che l'amore trionfa sempre", ha dichiarato la signora Maria Roberta, mentre i due nemici ora riuniti scomparivano tra le nuvole in un raggio di sole, accompagnati dalla romantica musica dell'Ensemble Nipponia.
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