martedì 16 settembre 2008

Matrimonio con sorpresa

Gli invitati hanno iniziato ad affollare l’atrio dell’ospedale San Luca di Trecenta fin dalle prime ore della mattinata, tutti entusiasti di partecipare alle nozze del secolo, quelle tra Guglielmo Brusco e Adriano Marcolongo. Il direttore generale dell’Asl 18 ha scelto di indossare un sobrio abito blu su camicia azzurrina sovrastata da una cravatta rosso granata, omaggio alle convinzioni comuniste di Brusco. Scelte molto simili a quelle di Francesco Storace, testimone di Marcolongo, che però ha optato per un più tradizionale completo grigio. Impeccabile pure Luca Bellotti, testimone di Brusco, tutto in nero per fare risaltare il contrasto con la camicia bianca finemente rifinita. Non meno elegante il B.V. Paolino incaricato di celebrare il matrimonio in livrea antracite, tinta scelta per valorizzare cromaticamente la fascia tricolore prestatagli per l’occasione da Fausto Merchiori. All’appello manca solo Brusco che arriverà accompagnato all’altare dall’amico e compagno di partito Donato Mini, come è uso per le spose. La lunga attesa crea qualche spazientimento, ma Adriano li tiene a bada. “Ha sempre avuto attenzione per i particolari. Io lo so bene”.
Dopo circa diciotto ore di attesa Mini giunge sorprendentemente trafelato, annunciando che Brusco è scomparso nel nulla. “Aveva detto che andava un attimo in bagno a incipriarsi il naso…”. “Non c’è un attimo da perdere” dice Storace prendendo in pugno la situazione. Assieme alle forze dell’ordine viene organizzata una perlustrazione all’interno dell’ospedale a partire dallo spogliatoio delle infermiere dove Brusco si stava facendo bello per la cerimonia. Reparto dopo reparto la tensione cresce. Ma l’arcano viene sciolto all’ingresso del laboratorio analisi dove c’è un gigantesco post-it attaccato alla porta, evidentemente manoscritto da Brusco. “Mio amato Adriano, è dura per me abbandonarti davanti all’altare. Ma dopo la conquista del governo in Nepal, il Partito comunista guidato dal compagno Prachanda mi ha chiamato a Katmandu per riorganizzare la sanità pubblica nel Paese improntandola a criteri di equità, efficienza, modernità. Non odiarmi, ma ci sono treni che non possono essere persi. Un bacio. Tuo Mino”.
Marcolongo ha strappato il bigliettino giallo, lo ha accartocciato e rovesciando gli occhi ha iniziato a vomitare parole confuse e cariche di rabbia: “Non credo che starai bene d'ora in avanti, non lo credo. L'abisso.. il cervello... nel nome degli antichi tu hai osato… Avrai una possessione e la distruzione totale e ciò che la tua lingua ha osato dire il tuo ardire ti brucerà e ti condannerà nell'abisso. Tu hai varcato le sogn... le soglie del male e hai osato dire cose infame. Gli antichi ti puniranno e il tuo grido, il tuo grido sarà sommerso completamente. Te lo posso giurare sulla mia vita dato che tu hai osato toccare il sacro. E dì anche ai tuoi amici che ti hanno fatto fare questa scelta che chi ha il potere degli antichi li comanda, e che ti posso anche visualizzare perché ho memorizzato la tua voce. Ti posso assicurare che le tue pene, saranno molto amare. Amen”. Marcolongo ha poi perso i sensi, cadendo a terra come un sacco di patate. Bellotti ha assicurato l’interessamento del Governo. “Organizzerò una spedizione in Nepal per recuperare il nostro connazionale” ha detto il deputato di An.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi restano due dubbi:

1) Ma la moglie di Brusco come avrà preso questa svolta?

2) Adriano nell'intimità avrà continuato a chiamare l'amato Brusco "Baffone Brontolone"?

Anonimo ha detto...

E la famiglia di Marcolongo? A loro nessuno ci pensa, solo perchè non sono polesani? Soliti campanilisti!