"Sarà il collante in grado di tenere unito l'elettorato cattolico e quello laico". Così il candidato indipendente Terenzio Gasparetto ha presentato il nuovo membro della sua possibile squadra di governo se vincerà le elezioni provinciali. E' Suor Ginetta (nella foto), nota esponente delle monache Romite dell'Ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus, poi trasferitasi a Rovigo per insegnare ai bambini del Sacro Cuore. La storia di suor Ginetta, al secolo Renata Paola Gonxha Bojaxhiu, simboleggia per Terenzio Gasparetto proprio la possibilità di riunire le due anime separate del clericalismo radicale e del laicismo senza quartiere, che con le loro battaglie tanto annoiano gli spettatori del Tg1.
La futura assessora alla Caccia e alla Pesca, sempre che venga eletta, ha aderito al monachesimo solo in età matura. Fino ai 15 anni, con il nome di battaglia di Renée, vagabondava con una banda di bulletti, danneggiando le altrui proprietà e strafacendosi di tutte le sostanze stupefacenti che il Signore nella sua sapienza ha creato perchè l'uomo potesse trarne svariate sensazioni di benessere. "Non saprei pensare a nulla di più lontano da ciò che sono oggi - commenta, accendendosi una Benson & Hedges, dopo aver staccato il filtro con un morso - Allora viaggiavo per tutto il paese, frequentando poco di buono di tutte le risme e vivendo nella più totale promiscuità e dissolutezza. Non fosse arrivato il Signore a illuminarmi, chissà che fine avrei fatto". Il cambiamento avviene una sera del 1982, quando Renata, fermatasi in una bettola in località Cuveglio, nel varesotto, si reca alla toilette delle signore per farsi una pera e vede sulle piastrelle una grossa macchia di vomito ammuffito dalla forma della Vergine Maria. Tale fu il tremore della sua mano emozionata, che la siringa con cui stava per bucarsi il braccio le cadde, trafiggendo il grosso ratto che usava stazionare in quella ritirata nelle notti di luna piena (almeno così raccontano le leggende dei camionisti). In preda ad un'overdose di allegra eroina, il roditore si divincolò per alcuni minuti sotto gli occhi increduli di Renata, accasciandosi a terra con un muggito e miracolosamente pronunciando parole di senso compiuto: "Convertiti, Renata! Tu d'ora in poi sarai nota come Suor Ginetta!"
E fu così che Renata prese i voti e si ritirò a meditare in un convento tra le montagne di Varese, dove raggiunse alcune conclusioni sulla propria vita: "Innanzitutto, mi resi conto che avevo proprio buttato nel cesso i migliori anni della mia vita e rischiato di prendermi un casino di malattie - racconta - Non che in convento fosse questa botta di vita, ma almeno in quegli anni ebbi il tempo per dedicarmi all'introspezione". E' proprio in questo stato di ritiro spirituale che Suor Ginetta termina e dà alle stampe il suo primo e unico bestseller intitolato "Puttan Tour", un romanzo di fantascienza distopica ambientato in una società in cui tutte le donne sono costrette a prostituirsi per mantenere i mariti nullafacenti, i quali impegnano il proprio tempo andando a puttane. Il perfetto equilibrio viene però rotto dalla rivolta di una donna, che cerca di sottrarsi alle regole e, pur incorrendo in una morte orribile, riesce nella sua missione, lasciando il marito senza i soldi per pagare una prostituta che, non venendo pagata, non può dare i soldi al marito in una catena di eventi che porta alla fine della società così come presentata. Molto apprezzato dalla critica, il romanzo provocherà l'uscita di Suor Ginetta dal monastero in cui era ospitata, per essere trasferita nella più quieta Rovigo, dove insegnerà Italiano al Sacro Cuore. "Dopo tante svolte, ora accolgo l'invito di Terenzio Gasparetto a partecipare alla corsa elettorale di questa primavera. Credo di potere dare un importante contributo al rinnovamento della politica, anche se mi sento e mi sentirò sempre una scrittrice. Un dono per cui ancora oggi ringrazio Dio e tutti quelli che mi conoscono".
4 commenti:
Caro Monello Vianello,
ma tu dov'eri l'11 settembre 2001?
Caro gemello di Giulietto Chiesa,
ti sembrerà incredibile, ma ci sono posti al mondo in cui della tragedia dell'11 settembre non frega un cazzo a nessuno. In quel periodo io ero in uno di questi, a Casal Sbordegone, piccolo paese delle Alpi Apuane, nello chalet di mio cugino, privo per scelta di Tv, connessione internet e altri apparecchi di comunicazione. Gli abitanti, alle prese con una grossa frana che rischiava di spazzare via il villaggio, erano presi in altre faccende. Dunque di quanto accaduto a New York e Washington non ci raggiunse.
Ciò fu causa di una deplorevole gaffe commessa alla presenza del presidente americano George W. Bush, che accettò di incontrarmi in un ristorantino di New York nel novembre 2002. Guardando fuori dalle vetrate lo skyline della città, chiesi innocentemente: "E le torri gemelle dove sono finite?"
Fortunatamente George la interpretò come una battuta e scoppiò a ridere, rischiando di soffocare per l'ingestione di un supplì.
Lo salvai io stesso compiendo la manovra di Heimlich, tenuto sotto tiro dalle sue guardie del corpo. Ancora adesso me ne è grato e per questo mi perdona per il mio esplicito supporto all'Intifada palestinese.
Io l'11 settembre 2001 ero sul volo 77 della United Airlines.
Sono l'unico sopravvissuto, ma ho perso la memoria e non ricordo com'è stato possibile. Tra l'altro è la seconda volta che mi capita, secondo voi è grave?
Questo sì che è uno scoop.
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