In attesa che la crisi creativa passi, pubblico integralmente questa riflessione di Antonio Costato, ex presidente di Confindustria, vocalist dei Napalm Death, membro di una delle famiglie più influenti in Polesine, nonchè fine teorico del marxismo leninismo di matrice maoista, al punto da organizzare l'incruento golpe che, come ricorderete, portò al potere per la prima volta un giunta socialista rivoluzionaria a Palazzo Nodari. Conclusa quella breve esperienza a causa della reazione dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, ora Costato passa il tempo libero tra un concerto e l'altro approfondendo le basi teoriche del comunismo. Farà bene? Farà male? Sarà come sempre un sondaggio del tg serale a giudicare.
Votare per il capitalismo o votare per il socialismo? Questa è la domanda fondamentale che dovrebbe orientare la scelta elettorale di ogni elettrice e elettore cosciente, responsabile e informato. Di sicuro l'elettorato di sinistra.
Su ogni cosa occorre avere una posizione e un atteggiamento di classe per non favorire i nemici di classe, anche sul piano elettorale. I borghesi, per conservare la propria società e il proprio potere, cercano di stemperare tutto, e predicano: non nemici ma avversari; non conflitti antagonistici ma posizioni diverse in una cornice istituzionale e economica comune. In altre parole non lotta di classe ma collaborazione tra le classi, in particolare tra proletariato e borghesia. Non lotta tra fascisti e antifascisti ma riconciliazione nazionale. Nella realtà però esistono i nemici, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe.
Allora occorre schierarsi. O col capitalismo, che è la società della borghesia, o col socialismo, che è la società del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari. Il capitalismo è sostenuto da tutti i partiti che sono in gara per le elezioni del 6 e 7 giugno per ottenere dei seggi a Palazzo Celio. Anche da quelli che a parole si definiscono anticapitalisti e persino comunisti. Perché non hanno il socialismo nel loro programma e hanno da sempre combattuto il socialismo realizzato da Lenin, Stalin e Mao.
Chi è a favore del capitalismo ha perciò un'ampia possibilità di scelta di voto elettorale. Chi invece è a favore del socialismo ha un'unica possibilità di scelta, quella di votare per la Linea Rossa, astenendosi. In base a considerazioni tattiche, ciascuno può decidere di disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco.
Noi vorremmo che chi segue questa indicazione comprendesse a fondo che attualmente l'astensionismo marxista-leninista è la sola tattica elettorale valida per abbattere le illusioni elettorali, parlamentari, governative, riformiste e pacifiste che frenano pesantemente la lotta contro il capitalismo e i suoi governi; per infondere nel proletariato, nelle masse e nelle nuove generazioni la coscienza, la cultura, la mentalità, la pratica sociale rivoluzionarie, anticapitaliste e marxiste-leniniste; per delegittimare, isolare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
Noi vorremmo che l'elettorato di sinistra spendesse tutte le proprie preziose energie per l'avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale in Italia. Solo così si può dimostrare di essere dalla parte degli operai, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei pensionati a basso reddito. Se non si punta a cambiare tutto attraverso il socialismo, si finisce col non cambiare niente, per quanto riguarda il sistema economico, le istituzioni, la classe al potere, la politica interna e estera. La storia e la pratica del capitalismo italiano e dei suoi governi, compresi quelli di "centro-sinistra" parlano chiaramente. Lo si vede anche dai programmi elettorali dei partiti parlamentari nessuno dei quali mette in discussione il capitalismo e il potere della borghesia, e dà risposte soddisfacenti ai problemi reali delle masse. Addirittura quelli del Pd e del Pdl sono pressoché uguali.
L'elettorato di sinistra dovrebbe anche impegnarsi a costruire in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
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