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Votare per il capitalismo o votare per il socialismo? Questa è la domanda fondamentale che dovrebbe orientare la scelta elettorale di ogni elettrice e elettore cosciente, responsabile e informato. Di sicuro l'elettorato di sinistra.
Su ogni cosa occorre avere una posizione e un atteggiamento di classe per non favorire i nemici di classe, anche sul piano elettorale. I borghesi, per conservare la propria società e il proprio potere, cercano di stemperare tutto, e predicano: non nemici ma avversari; non conflitti antagonistici ma posizioni diverse in una cornice istituzionale e economica comune. In altre parole non lotta di classe ma collaborazione tra le classi, in particolare tra proletariato e borghesia. Non lotta tra fascisti e antifascisti ma riconciliazione nazionale. Nella realtà però esistono i nemici, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe.
Allora occorre schierarsi. O col capitalismo, che è la società della borghesia, o col socialismo, che è la società del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari. Il capitalismo è sostenuto da tutti i partiti che sono in gara per le elezioni del 6 e 7 giugno per ottenere dei seggi a Palazzo Celio. Anche da quelli che a parole si definiscono anticapitalisti e persino comunisti. Perché non hanno il socialismo nel loro programma e hanno da sempre combattuto il socialismo realizzato da Lenin, Stalin e Mao.
Chi è a favore del capitalismo ha perciò un'ampia possibilità di scelta di voto elettorale. Chi invece è a favore del socialismo ha un'unica possibilità di scelta, quella di votare per la Linea Rossa, astenendosi. In base a considerazioni tattiche, ciascuno può decidere di disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco.
Noi vorremmo che chi segue questa indicazione comprendesse a fondo che attualmente l'astensionismo marxista-leninista è la sola tattica elettorale valida per abbattere le illusioni elettorali, parlamentari, governative, riformiste e pacifiste che frenano pesantemente la lotta contro il capitalismo e i suoi governi; per infondere nel proletariato, nelle masse e nelle nuove generazioni la coscienza, la cultura, la mentalità, la pratica sociale rivoluzionarie, anticapitaliste e marxiste-leniniste; per delegittimare, isolare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
Noi vorremmo che l'elettorato di sinistra spendesse tutte le proprie preziose energie per l'avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale in Italia. Solo così si può dimostrare di essere dalla parte degli operai, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei pensionati a basso reddito. Se non si punta a cambiare tutto attraverso il socialismo, si finisce col non cambiare niente, per quanto riguarda il sistema economico, le istituzioni, la classe al potere, la politica interna e estera. La storia e la pratica del capitalismo italiano e dei suoi governi, compresi quelli di "centro-sinistra" parlano chiaramente. Lo si vede anche dai programmi elettorali dei partiti parlamentari nessuno dei quali mette in discussione il capitalismo e il potere della borghesia, e dà risposte soddisfacenti ai problemi reali delle masse. Addirittura quelli del Pd e del Pdl sono pressoché uguali.
L'elettorato di sinistra dovrebbe anche impegnarsi a costruire in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
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