sabato 23 maggio 2009

Rovinato il signor Bonaventura!

Era rimasto l'ultimo, assieme a Silvio Berlusconi, a non sembrare nemmeno scalfito dalla crisi. Ma in una sola giornata a Rovigo, il signor Bonaventura (nella foto) è andato letteralmente in rovina. "Ho dilapidato tutti i miei assegnucci da un milione di euro - ha dichiarato, piangendo con il viso tra le mani, mentre il sindaco Fausto Merchiori gli allungava un fazzolettino - Ora dovrò ricominciare tutto da capo. Se non altro ho la soddisfazione di avere fatto del bene".
Tutto è iniziato in mattinata, quando Bonaventura si è presentato a Palazzo Nodari. "Sto girando tutti i comuni d'Italia per dare una mano - ha dichiarato - Dato che vi hanno tagliato gli introiti da Ici, che non vi consentono di tenere il 20% dell'Irpef e che le multe da autovelox sono impopolari, che ne direste di un'erogazione liberale da parte di un privato cittadino? Così eviterete di vendere piazzale Di Vittorio ai privati, come si dice in giro, pur di fare cassa a ogni costo". Ben lieto, il primo cittadino, di accettare un po' di danaro per le povere casse del Municipio. "Rischiavamo di non poter pagare gli incentivi produzione ai nostri dirigenti. Ora questo pericolo è scampato e forse potremo dare pure due soldini ai precari, oppure alle associazioni di volontariato che gestiscono per conto nostro e facendoci risparmiare danaro e lavoro festival musicali, mense per i poveri, rassegne di teatro, servizi per i disabili e così via".
Uscito dal loggiato dei Nodari, però, il signor Bonaventura è stato fermato da un uomo avvolto in un trench elegante. "Permetta, sono il presidente dell'Interporto", si è presentato, stringendo virilmente la mano e invitandolo a bere un caffè. "Sono rimasto commosso dalla triste storia di questo bel porto sul Canalbianco - racconta Bonaventura - Quest'anno ha accumulato 900mila euro di passivo, ben duecento in più rispetto all'anno scorso. Il presidente mi ha detto che non gli permettono di fare capannoni e aree industriali e così lui non sa più cosa fare. Tosto gli ho sganciato un assegno di un milione di euro, così potrà pure tenersi un avanzo di amministrazione per il prossimo anno. Vorrà dire che depennerò Quarto d'Altino dalla mia lista di comuni da aiutare..."
La voce della presenza in città del rosso benefattore deve essersi sparsa in fretta, giacchè Bonaventura è stato contattato dalla presidenza del Censer pochi minuti dopo al cellulare: "La nostra fiera funziona bene, quest'anno il passivo di bilancio è sceso ad appena cinquecentomila euro - gli ha detto Massimo Borgato - Tuttavia non posso aspettare anni prima di vedere il bilancio andare in pareggio. Mi è venuta dunque l'idea di pagare il pubblico perchè venga numeroso. Non è che mi presterebbe uno dei suoi assegni?" Bonaventura ha poi elargito milioni anche ad alcuni istituti di credito rodigini: "Ci servirebbe giusto un po' di liquidità, sennò come facciamo a fare i prestiti a cittadini e imprese finite sul lastrico dopo avere investito nei nostri titoli?", si è sentito dire. Nel pomeriggio, la supplica dei sindacati ha ottenuto effetto: "Mi hanno detto che la Provincia non ha un piano per aiutare i disoccupati - spiega Bonaventura -, perchè non ci sono i soldi. Poveretti, sono messi peggio di Belluno, evidentemente. Ecco qua un milione di euro per aiutare chi ha perso il lavoro". I soldi saranno gestiti dal Consvipo per realizzare progetti di sviluppo economico, le cui ricadute si faranno presto sentire per i numerosi abitanti del Polesine che oggi si trovano in forte difficoltà.
Spendi e spandi, in serata Bonaventura si è ritrovato spiantato come agli esordi della carriera. "Ho dovuto vendere anche il mio bassotto giallo ad un negozio di animali che ora lo rivenderà a rate, manco fosse uno stereo!", ha singhiozzato, mentre veniva accolto dal centro d'ascolto della Caritas diocesana.

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