mercoledì 13 maggio 2009

Benvenuti nella Nuova Repubblica Zenana

C'è un nuovo stato indipendente in Italia, dopo San Marino e il Vaticano. E si trova proprio nel territorio provinciale di Rovigo: venti ettari di campi attualmente a maggese nelle campagne tra Ceregnano e Baricetta, che non sono mai entrati a fare parte del Regno d'Italia e sono proprietà esclusiva e indipendente di Giacomo Ernesto Zen (nella foto), ricco fricchettone e libertino, discendente da un nobile casata polesana.
L'incredibile scoperta - ma cos'è incredibile ormai, specie a Rovigo? - è stata fatta da uno stagista all'Archivio di Stato, che nel riordinare vecchie e polverose carte ha trovato un editto del 1866, firmato da Vittorio Emanuele II in persona, in cui si concede un'inedita deroga all'annessione del Veneto al Regno d'Italia: ne è esentata, appunto, la famiglia Zen, all'epoca proprietaria di un modesto appezzamento di terreno di nessun pregio e di una villetta in Polesine, in cambio del silenzio su alcuni scandaletti relativi al plebiscito che aveva appena decretato l'annessione. Battezzato provvisoriamente Nuova Repubblica Zenana, il regno era in realtà un escamotage per consentire alla famiglia Zen di rimanere in Polesine senza versare tributi al re, una sorta di paradiso fiscale riservato però solo ai familiari del capofamiglia residenti in quell'appezzamento di terreno sperduto tra le campagne. Nel patto era compreso un invito alla riservatezza, per evitare moti secessionisti e nuove rivolte popolari, e una richiesta formale a non avanzare ulteriori pretese in futuro. Pochi mesi dopo il capofamiglia Romolo Zen moriva di malaria in circostanze mai chiarite, lasciando tutti i suoi beni all'unico figlio maschio, Ubaldo, un macrocefalo incapace di distinguere la mano destra da quella sinistra, che delegò il governo del piccolo regno autonomo alle tre sorelle, le quali fecero del loro meglio, essendo divise tra l'amministrazione dei terreni e le incombenze casalinghe di cui Ubaldo non si voleva occupare. Pian piano quel patto con il re d'Italia cadde nell'oblio, tant'è che l'attuale reggente della Nuova Repubblica Zenana manco ne sapeva nulla.
"Sono felice di sapere che ho un vasto appezzamento di terra su cui posso fare quel cazzo che voglio - dichiara, rollando un raspone - Ma da allegro libertino non mi proclamerò re, anzi approfitterò di questa libertà per fare qui quello che lo stato illiberale non consente, se non a parole". Tra le iniziative che faranno discutere, l'apertura di una tv privata libera e allegra, che ospiterà "cultura, satira e un'informazione dignitosa". E poi? "E poi concederò parte dei miei terreni per la costruzione di una moschea legale per gli amici mussulmani - dice, ridendo e spippacchiando la cannetta appena fatta su - Preciso che da ateo irriducibile ritengo tutte le religioni parimenti esecrabili, tuttavia mi infastidisce l'atteggiamento della nostra classe politica: prima non autorizzano luoghi di culto legali, poi si arrabbiano se uno si fa la mosche abusiva e invocano il rispetto delle regole. Quindi autorizzo la costruzione di una moschea sul mio regno autonomo solo per fare un dispetto a questi spaccaballe. Eh! Eh! Eh! Vuoi fare un tiro?"

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