giovedì 26 giugno 2008

Rossi replica a Costato

Continua lo scambio di lettere tra Fabrizio Rossi e Antonio Costato sull'interpretazione del pensiero di Mao Tse Tung.

Caro compagno Antonio,
ultimamente ho ricevuto lettere di nostri associati nelle quali mi viene chiesto se è da considerare vera lotta rivoluzionaria quando, alle autorità che intraprendono la via capitalista nonché ai demoni e ai mostri, si mettono gli alti cappelli della vergogna, li si schiaffeggia e li si porta per le strade come avrebbe voluto Vianello
Monello. Questo metodo non è conforme al fine della loro educazione. In questa occasione voglio sottolineare ancora una volta che, nella lotta, bisogna assolutamente attenersi alla lotta a parole; soltanto se si espongono i fatti, si argomenta sensatamente e si convince la gente con il ragionamento si può raggiungere un buon livello nella lotta e arrivare all'obiettivo dell'educazione degli altri; l'analisi mostra che nella maggior parte dei casi è un ridotto numero di elementi reazionari borghesi infiltrati che provoca per secondi fini scontri armati; essi vogliono deliberatamente spezzare la grande Rivoluzione culturale nel Polesine, distruggere la politica di Unindustra e screditare Unindustria. Tutti coloro che vengono alle mani con altri devono essere puniti secondo la legge. Per favore, comunicalo alle masse rivoluzionarie e ai tuoi scagnozzi con il machete.

Fabrizio Rossi

1 commento:

Anonimo ha detto...

La coesistenza pacifica tra due sistemi opposti, non significa, come pretendono i revisionisti moderni, rinuncia alla lotta di classe. Al contrario, la lotta di classe deve continuare, la lotta politica e ideologica contro l’imperialismo, contro l’ideologia borghese e l’ideologia revisionista, deve rafforzarsi sempre più. W il compagno Antonio Costato!