mercoledì 18 giugno 2008

Rovigo sull'orlo della guerra civile

"Tantum religio potuit suadere malorum. La città è ormai sull'orlo di una guerra civile". Una considerazione amara quella di Beppe Osti, che propone un grande gesto di pacificazione con una serata in piazza Vittorio Emanuele a base di birra, salsicce (oppure tofu o carni bianche) e ballerine brasiliane. Purtroppo per il leader provinciale dell'Udeur sono proprio queste ultime a mettergli il bastone tra le ruote, colpite anch'esse dal clima integralista che si è affermato in città. "Professiamo il candomblè e la macumba - ha detto Maria Suarez de Cabaleira, portavoce delle danzatrici - Già uniamo, dunque, riti indigeni, credenze africane ed elementi di cristianesimo. Ci siamo dimostrate già sufficientemente propense al sincretismo: quindi non accettiamo di danzare per neopagani, islamici, ebrei, atei, agnostici e altri culti opposti a noi".
L'unico a tendere una mano al disperato Osti è Cristiano Pavarin, che ha organizzato la distribuzione gratuita della "Dialettica della natura" di Federico Engels. "Vorrei affermare un metodo scientifico che sfocia nella tolleranza - spiega l'esponente di Rifondazione - Del resto sappiamo che un principio cardine della realtà è la compenetrazione degli opposti, per cui in una totalità a un elemento se ne trova opposto un altro che lo implica ed é, a sua volta, implicato dal primo: così é per le cariche elettriche opposte o per l'attrazione e repulsione degli elementi chimici". E restando in tema aggiunge: "Se per l'amico Beppe Osti va bene, conosco un gruppo di ballerini nigeriani che verrebbe volentieri alla sua iniziativa". Purtroppo mentre Pavarin pronunciava queste parole sono scoppiati violenti tafferugli. Le maxi-galline leniniste, scese in campo a difesa delle libertà civili sempre più in pericolo, hanno dovuto opporre strenua resistenza al violento attacco delle ronde padane, ormai prive di controllo dopo la conversione di Antonello Contiero all'islam radicale. Si getta nella mischia anche il nepoagano Gianni Víðarr Nonnato: "Non ci sottrarremo alla battaglia - dice, roteando un'alabarda di acciaio chirurgico - il mio stivale bloccherà la mascella del perfido Fenrir e l'umanità vivrà una lunga stagione di pace liberata dall'oscurantismo religioso".

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