Assistito dalla medium Wanda Gusmaroli, il direttore della Voce, Andrea Panozzo, ha intervistato in una seduta spiritica il defunto Vianello Monello (nella foto, mentre viene ghermito dalla morte), pubblicando poi il testo con vistose censure in alcuni passaggi in cui il compianto gettava badilate di letame su Renzo Marangon. Un'operazione duramente stigmatizzata dai parenti, guidati da Tognazzi Pupazzi, che hanno preteso la pubblicazione del testo completo su questo blog. Si ringrazia l'autorevole quotidiano per la disponibilità.
Vianello Monello, può fare luce sulle circostanze del suo decesso?
Non so. E' stato tutto molto rapido. Ricordo solo il momento in cui la mietitrice di anime mi ha abbracciato, poi tutto si è fatto buio...
Sospetti su chi possa essere stato?
Durante la mia breve, ma significativa carriera ho sputtanato senza remore praticamente chiunque non fosse iscritto a Confindustria. So per certo che Nello Chendi aveva dichiarato di volermi ammazzare come un cane, tuttavia aveva anche aggiunto di volermi prima evirare. Dunque non penso sia stato lui, visto che ho ancora tutte le mie cose al posto loro. Se è stato Nello, lo ringrazio per non avere infierito.
Non sente la mancanza del Polesine?
Neanche un po'. Anzi, ora che sono morto non me ne frega più un cazzo e spero che il Po straripi e si porti via quella masnada di polentoni pusillanimi...
Suvvia, non esageriamo...
No, dico sul serio. Per mesi ho messo in luce il marciume di questa provincia e nessuno, dico nessuno, ha preso l'iniziativa, che so... invadendo Palazzo Celio con torce infuocate e forconi alla mano. Dorme la politica, ma dormono anche i cittadini. Quand'è che si decidono a sbarazzarsi di quegli inutili scaldatori di poltrone?
Sì, ma ci sono anche politici simpatici. Pensi a Renzo Marangon. Non trova che le sue battute facciano molto ridere?
Fanno pena, sono vecchie come il cucco. D'altro canto non ti puoi aspettare chissà che da un ex democristiano che da giovane andava in giro per osterie con Beppe Osti (bravo anche quello!)... Marangon non è capace di niente ed è connivente con Saccardin. Pensi all'operazione "Saint Tropez" dell'estate 2006. Una cagata cosmica. Attaccavano la Provincia perchè i cartelli stradali non si vedevano bene o su quanto era brutto il totem nella rotatoria di Loreo! Dilettanti allo sbaraglio...
Un chiaro riferimento ad un omonimo e non all'illustre statista Renzo Marangon...
Veramente io parlavo proprio del rubizzo consigliere provinciale, nonchè assessore regionale... Difficile confondersi. Non esiste un Marangon di qualche utilità...
Sì, ma parliamo di Saccardin...
Inutile, al pari di Marangon. E' talmente incapace di prendere posizione su qualsiasi questione che quando al ristorante gli chiedono "Minerale naturale o gassata?" chiede di poterci pensare. Ma il problema è che questa classe politica è da prendere a calci in culo, senza contare i loro protetti, incapaci messi a capo delle partecipate... Tanto per dirne uno, Mario Borgatti...
Sta ovviamente parlando di Massimo Borgato, presidente del Censer?
No, di Mario Borgatti, ex presidente dell'Interporto, messo lì perchè amico di Marangon e per lo stesso motivo brutalmente trombato.
Ma parliamo d'altro, cosa c'è nell'Aldilà?
Immense distese di rododendri, che si arrampicano su irte montagne avvolte da nuvole vaporose. E ancora indescrivibili creature colorate che guizzano tutt'intorno come se fossero pesci immersi nell'acqua.
Ha già incontrato qualche celebrità?
Per ora solo don Lorenzo Milani, Emile Durkheim, Nusrat Fateh Ali Khan e Susan Sontag.
Non so chi siano. Concludiamo... Come passa il tempo nell'Aldilà?
Addestrando un'armata di morti con la quale ritornerò nel mondo dei vivi alle prossime provinciali e prenderò il potere, liberando la città e la provincia dal giogo della malapolitica in cui è sprofondata per decenni...
Vuole salutare qualcuno?
Certamente, i miei fan. Posso elencarli uno ad uno?
Tutti quanti?
Sì, tutti e tre.
1 commento:
Secondo me Vianello Monello è il signor Federico Nicoletti, il giornalista del Corriere del Veneto che si occupa della pagina di Rovigo. Saluti,
John Papa
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