lunedì 30 giugno 2008

Passati i tremors, restano i buchi

L'invasione di tremors di qualche mese fa è stata sapientemente debellata con l'aiuto del martellatore, che ha pressochè sterminato i vermi giganti, ormai rifugiatisi nelle viscere della terra. Ma gli effetti sono ancora visibili per le strade di Rovigo, in cui da qualche settimana stanno aprendosi autentiche voragini. "Abbiamo dovuto transennare l'enorme buco della Commenda, prima che inghiottisse qualche nonnetta in bici - racconta l'assessore ai Lavori Pubblici, Graziano Azzalin - Sotto il manto di asfalto abbiamo rinvenuto un autentico pozzo senza fondo, di cui non siamo nemmeno riusciti a stimare la profondità, anche perchè ci eravamo portati dietro solo un metro di carta dell'Ikea. Tuttavia presentava le classiche caratteristiche dell'escavazione compiuta dai tremors. I nostri tecnici hanno raccolto alcuni campioni di escrementi rinsecchiti di vermone, che sono conservati all'Arpav per le dovute analisi".
Smessi i panni del grande capo indiano, in seguito alle polemiche della Lega, Paolo Avezzù torna alla ribalta con una proposta rivoluzionaria: "Accogliamo i rifiuti di Napoli e usiamoli per tappare questi indecenti buchi, prima che l'intera città sprofondi. Ce n'è abbastanza per riempire anche crateri come quello della Commenda". Avezzù ha quindi chiesto un consiglio comunale a tema per discutere dell'argomento. "Discutiamone", ha detto pacatamente il sindaco Fausto Merchiori, che tuttavia ha voluto ribadire la sua linea dura contro le sterili polemiche che ormai caratterizzano le assemblee di Palazzo Nodari: "Voglio tuttavia premettere - ha detto - che il primo che romperà il cazzo con le solite stronzate sarà sbattuto fuori a calci nel culo dal sottoscritto in persona". Sconcertata la minoranza, con l'unica eccezione di Antonello Contiero: "Mi piace questo nuovo Merchiori, perchè non pensare ad un'alleanza per risolvere i problemi della città?" Proposta nemmeno presa in considerazione dal primo cittadino: "Non sono una zoccola che la dà al primo che strombazza il clacson".

L'ultima poesia di Pietroni

Dopo aver fatto outing politico, rivelando la propria passione per Forza Nuova, il maestro e poeta Giuseppe Pietroni (nella foto, ad una simpatica festa mascherata), è stato colto da un improvviso moto poetico, da cui sono scaturite le prime righe di un'intensa lirica, dedicata questa volta al movimento neofascista moderato di Roberto Fiore, nella cui sezione polesana il bardo di Ficarolo riversa tutto l'ardore e l'ardimento del devoto di un movimento politico così profondamente legato ad un'epoca tanto luminosa della storia d'Italia e del globo terracqueo, quando le truppe cammellate civilizzavano la barbara terra d'Africa, gli italici treni arrivavano sferragliando in orario alle stazioni e ne ripartivano carichi di ebrei da mandare in regalo ad Hitler, mentre gli eredi di Roma si coprivano di gloria al fronte, facendo sì che il mondo, per i decenni a venire, riconoscesse il Belpaese e le sue guide come simboli di ardimento e fedeltà alla Patria.



Forza Nuova

Organizzazione genuina, geneticamente non modificato

Riflessione-rinnovamento e recupero, ideali e assoluto impegno

Zoè, vita

Apri nuovamente i bordelli per il gaudio della stirpe dei Cesari
Nutri i figli d'Esperia con il tuo inesauribile seno

Usa impiegare i rom nelle aziende di cd
Osa l'umano rimpatrio del negro con il suo sangue pieno di ritmo

Veglia chè la spada fiammeggiante di San Michele resti alla cristianità

Ah! Marcisca all'inferno l'islamico dannato
Nuova forza, mente lucida, equilibrata sincera.


domenica 29 giugno 2008

Gesù II nuovo vescovo dei Polesani

"Il gregge dei cattolici non può rimanere senza pastore. Per il potere di Grayskull mi trasformo nel nuovo vescovo della diocesi di Adria e Rovigo". E' stata una cerimonia breve ma intensa quella con cui il direttore di Appunti Luigino Ingegneri si è autoincoronato in serata nuova guida spirituale della chiesa polesana con il nome di Gesù II, dopo che il B.V. Paolino ha scelto di legarsi alle popolazioni amerinde e convertirsi ai loro culti. "Tutte scuse per ingerire peyote, che del resto ormai viene venduto anche ai distributori automatici - chiosa il nuovo vescovo - evidentemente la cultura di morte contrabbandata dal comunismo ha corrotto anche lui spingendolo verso lo sciamanesimo. Molti cattolici polesani sono amareggiati e disorientati, ma ora io diverrò la stella polare che indicherà loro il nord". Gesù II ricorda come la chiamata divina gli sia giunta fin dai primi anni '80 quando, giovinotto di belle speranze, sedeva per la Dc sui banchi del consiglio comunale. "Mica per niente mi chiamavano Gesù Bambino. Quello vero: vi pare che Dio davvero avrebbe potuto affidarsi a un capellone extracomunitario palestinese? Ora sono Gesù adulto e, dunque, non posso sottrarmi al mio ruolo di riferimento per la comunità apostolica e padana. Preciso che avevo imposto a Pietro di porre lo scranno papale a Porto Viro e che lui, facendo di testa sua, lo ha piazzato a Roma ladrona. Per questo chiederò a mio Padre che gli revochi il lavoro alla portineria in Paradiso per darlo al venetissimo San Straocio da Stra".
Presto, dunque, partira il contro-contro-sinodo opposto, dunque, sia a quello del bolscevico Lucio Soravito De Franceschi che a quello del B.V. Paolino, ora in pellegrinaggio a Technotitlan. "Il nostro mandato sarà improntato alla chiara ingerenza sulla politica, visto che solo Cristo Re ovvero io ha la potestà di governare sul mondo". Le priorità, dunque, sono l'abolizione dell'articolo 8 della Costituzione e il ripristino del rogo per le persone sospettate di stregoneria. "Assumeremo un po' di immigrati per il collaudo delle pire. Dicono che l'accoglienza sia un dovere, ma questi negracci figli del demonio devono anche dimostrare di meritarsela, magari candeggiando la loro pellaccia puzzolente".

Nasce l'Upc-ml

I polli giganti e raziocinanti nati dalla convivenza tra galline e iguanodonti alla Eurovo di Occhiobello (nella foto) si organizzano nella Unione del pollame comunista marxista-leninista (Upc-ml) per sostenere la linea rossa portata avanti da Antonio Costato, ex dirigente Confindustriale e attuale leader dei Napalm Death. "Schiacciare la cricca revisionista di Fabrizio Rossi è un dovere proletario e rivoluzionario - spiega Galina Sbatilova, a nome del comitato centrale dell'Upc-ml - il Polesine ha finalmente accantonato le inutili dispute sull'oppio religioso per aprire un processo dialettico per l'edificazione integrale del socialismo. L'unica linea coerentemente proletaria e rivoluzionaria è la linea rossa, di cui il compagno Costato è il più autorevole interprete e che si pone l'obiettivo della liquidazione teorica e pratica delle condizioni che rendono possibile l'oppressione di classe e degli elementi che attuandole bloccano le aspirazioni di democrazia e sovranità del nostro popolo". Il comitato centrale dell'Upc-ml ha inoltre approvato una risoluzione che prevede l'organizzazione di un servizio d'ordine in grado sia di tutelare i dirigenti della linea rossa da eventuali attacchi di avversari interni ed esterni, sia di affermare quello che Sbatilova definisce "azione di resistenza offensiva". Una scelta che non mancherà di attrarre accuse di militarismo all'Upc-ml. "Chi contesterà questa giusta posizione - riprende Sbatilova - si nasconde dietro forme di falso pacifismo e, oggettivamente, si pone in antagonismo rispetto alle esigenze di dispiegamento del processo rivoluzionario. Andiamo avanti sotto la bandiera del Songun! Nella fase in cui le contraddizioni subiscono un'accelerazione, le forze della reazione e dell'imperialismo rispondono con politiche di accerchiamento e di infiltrazione di elementi revisionisti all'interno delle fila del movimento rivoluzionario. E' del tutto evidente che le politiche difensive assumono la priorità. Noi vogliamo risolutamente la pace, ma sappiamo rispondere a tono alle provocazioni imperialiste". Infine, una proposta scoccante. "Proponiamo la costruzione di un ampio fronte popolare che veda al proprio interno i fenicotteri mutanti con la loro sensibilità ambientalista, i tremors e tutte la altre maxicreature che vivono in Polesine. Gli iguanodonti hanno già garantito il proprio appoggio. La cricca revisionista di Rossi ha le ore contate!"

Polesine Camerini scompare nel nulla

La proposta di una centrale elettrica a nebbia era solo un bluff per depistare gli ambientalisti. Lo dimostra il colpo di mano operato dall'Enel, che nel giro di poche ore e nel più totale segreto ha convertito la centrale di Polesine Camerini all'energia nucleare: il mega reattore al plutonio è entrato in funzione nella notte, tra le proteste dei soliti ambientalisti. Ma l'operazione, frettolosa e maldestra, ha avuto esiti imprevedibili: un sovraccarico di un gruppo di produzione ha provocato un guasto al flusso canalizzatore, sconvolgendo il continuum spaziotemporale e proiettando l'intera struttura in un'altra epoca. Con la centrale scomparsa letteralmente nel nulla, gli unici a festeggiare sono gli ambientalisti: "E' la migliore riconversione che potevamo desiderare", grida Giorgio Crepaldi, del comitato anticentrale di Porto Tolle. Gli scienzati sono ora al lavoro per cercare di individuare ed eventualmente riportare al suo posto l'immenso edificio, perso in qualche piega del tempo con tutti i suoi occupanti. Solo l'intervento di Martin Mc Fly, ormai vecchio e bolso, potrebbe offrire una chance per risolvere l'inghippo.

sabato 28 giugno 2008

Merchiori: "Buono sì, ma mica mona"

Merchiori cambia stile. Il compassato primo cittadino ha infatti deciso di smettere l'abito del serio professore per concedersi qualche stravaganza in più. A partire dal linguaggio: "Finora ho sempre adottato toni sobri e parole soppesate - ha ammesso, aprendo l'ultimo consiglio comunale - In cambio ho ottenuto solo gli sberleffi di certi villanzoni che siedono tra questi scranni. E' ora di parlarsi chiaro: mi avete rotto il cazzo. D'ora in poi risponderò a tono e senza tanti giri di parole". Spiazzato il centrosinistra, che teme una svolta autoritaria del sindaco nei confronti della sua giunta, ilare il centrodestra, che per bocca di Flavio Mancin fa sapere a Merchiori di non credere alle proprie orecchie: "Non ce lo vedo proprio nonno Fausto a fare il bullo di borgata. Forse è il caldo che le ha dato alla testa signor sindaco... le dobbiamo portare un ghiacciolo?" Non si fa attendere la replica di Merchiori, che viola ogni protocollo interrompendo il collega: "Sai dove te lo puoi infilare il ghiacciolo?" E al forzista Andrea Bimbatti, che aveva espresso la propria indignazione per il linguaggio da scaricatore di porto, un monito: "Ragazzino, tappati quel cesso di bocca o ti faccio sputare i denti dal buco del culo". Al termine del consiglio comunale, incredibilmente conclusosi in un'ora senza sterili polemiche, Merchiori ha risposto "ciucciamelo" a un giornalista che gli chiedeva una replica alle polemiche sollevate il giorno prima da Renzo Marangon.

Celio, il tuareg

"La mia è una scomparsa volontaria, il più grosso regalo che potessi farmi per i miei 60 anni. Mi sono aggregato a una tribù tuareg per seguire la bellissima e giovane Boctu che presto sposerò tra le sabbie del deserto". E' un annuncio scioccante quello di Celio Rodigino (nella foto) che ha deciso di imprimere una svolta improvvisa alla propria vita. "I motivi che mi hanno spinto a dire basta con Rovigo sono tanti, personali e professionali. Con quell'incartapecorita di mia moglie Augusta ormai non c'era più feeling, mentre qui c'è una libertà sessuale che in Polesine ve la sognate. E poi perché io, uomo colto e spiritoso, dovrei perdere tempo con quei quattro politici da avanspettacolo? Meglio aspirare il fumo del narghilé piuttosto che aspirare all'eredità di Vianello Monello". E sullo stimato opinionista defunto aggiunge: "Era il mio più caro amico e credo sia giusto che il suo Polesine finalmente lo onori con un grande mausoleo, magari aromatizzato al pino mugo per contrastare la puzza della putrefazione avanzata. Siete talmente tanto polentoni che avete lasciato il cadavere alle Savm per settimane senza curarvene. Con questo caldo, poi! Ormai sarà ridotto a una mousse gialliccia. La morte distrugge un uomo, l'idea della morte lo salva: non so che cazzo c'entri, ma mi piaceva dirlo". Un messaggio anche al Corriere del Veneto: "Le cagate scritte dal mio sostituto sono francamente imbarazzanti. So che diversi stati vogliono imporne la lettura come pena per i reati altrimenti punibili con l'esecuzione capitale. Comunque me ne sbatto i coglioni: presto sposerò la mia bella Boctu con la tradizionale festa nell'agal, accompagnato da canti tindé. E voi tenetevi le vostre sterili polemicuzze da cortile!".

Avezzù si proclama grande capo indiano

Non cessa di stupire il B.V. Paolino. Dopo aver dispensato miracoli per settimane, il nuovo vescovo di Rovigo si è presentato ieri ai fedeli vestito da capo indiano, con tanto di copricapo piumato e face painting, annunciando un radicale cambio di rotta: "Tempo fa, calcolatrice alla mano, dissi che l'aborto era come l'Olocausto, avendo entrambi sterminato sei milioni di persone, sebbene i due fenomeni presentino alcune differenze formali. Ora mi rendo conto che c'è perfino di peggio: parlo dello sterminio degli indiani d'America, costato la vita a 20 milioni di persone". Autoproclamatosi grande capo con il nome di Scudo Crociato, l'ex prelato sostitutivo ha dunque annunciato che si batterà per fare riconoscere i diritti dei nativi americani: "Quella terra era loro e gli è stata fregata con abili tranelli e raffiche di mitraglietta da conquistatori senza scupoli. E' ora di restituire loro ciò che gli appartiene, eventualmente confinando in riserve i non nativi. Dunque avviciniamo i nostri tipì e battiamoci uniti per questa causa".
Ma la svolta di Avezzù non sembra destinata ad avere grande fortuna. Si dicono scettici suoi colleghi di partito: "Ricordo al grande capo Scudo Crociato che gli indiani, nonostante l'oppressione dei soldati blu, non persero mai l'abitudine di farsi la guerra tra di loro", dice allusivo Aldo Guarnieri. Furiosa invece la Lega Nord: "La strumentalizzazione del genocidio indiano a fini elettorali l'abbiamo brevettata noi nella scorsa campagna elettorale! - tuona l'ayatollah Antonello Contiero - Solo noi possiamo rappresentare la causa dei nativi! Avezzù si tolga dalle palle o se la vedrà con la furia del grande capo Sole delle Alpi, cioè io, e della sua bellicosa tribù! Ho detto!"

venerdì 27 giugno 2008

Posti di lavoro

"Le stragi del sabato sera? Tutti posti di lavoro che si liberano". Una frase choc, quella pronunciata da Senaturex, il capo delle ronde padane robotizzate, durante il vertice sulla sicurezza stradale in Prefettura. "E' stato frainteso", hanno tuonato i vertici del centrodestra, facendo quadrato intorno al loro gioiello della tecnica. "Frainteso un paio di balle - la replica di Senaturex - In una provincia così drammaticamente oppressa dalla disoccupazione, mi devo preoccupare se quattro figli di papà stronzi si spalmano contro un platano dopo essersi impasticati in discoteca. Sono un robot e mi avvantaggia la capacità di trarre conclusioni solo in base al freddo calcolo: ogni deficiente che si accoppa il sabato sera è un potenziale posto di lavoro che si libera. Senza contare che, con il mercato dell'auto ormai saturo, disintegrare il Suv del babbo regala una boccata d'aria all'industria automobilistica sempre più in crisi". Immediata la reazione del mondo politico: "Parole che vanno accuratamente soppesate - ha dichiarato il vicepresidente della Provincia, Gino Spinello - Pur dettate dalla cinica logica di un cervello binario, ci consentono di guardare alla realtà da un altro punto di vista, con concretezza e rifiutando facili pietismi". Più dura la reazione della Virgili "Ho avviato mille iniziative per prevenire le stragi del sabato sera e dopo tanti anni cosa raccolgo? I comuni organizzano le feste della birra, i locali offrono cocktail sempre più pesanti al posto del mio Happy Hope e i ragazzi se ne sbattono il cazzo. Sapete cosa vi dico? Che se a loro va bene così, me ne sbatto il cazzo anch'io. Che vadano pure a schiantarsi tutti contro un viadotto". A sdrammatizzare pensa il consigliere Renzo Marangon: "Sapete qual'è l'ultima cosa che passa per la testa a un moscerino che si spiaccica contro un parabrezza? Il suo culo."

Buon compleanno, Celio!

Scrive ancora Antonio Costato, in occasione del compleanno di Celio Rodigino (nella foto), da tempo scomparso senza che si abbiano notizie sulla sua sorte.

Il 27 giugno ricorre il sessantesimo compleanno del compagno Celio Rodigino. Noi siamo certi che in questo giorno si leveranno in tutto il mondo i più caldi e affettuosi auguri dai cuori di tutti i rivoluzionari che conoscono questa data. Far gli auguri a Celio Rodigino non è una formalità, specie in questi giorni drammatici in cui si ignora quale sia la sua sorte dopo la misteriosa scomparsa. Far gli auguri a Celio Rodigino vuol dire schierarsi con lui, appoggiare la sua causa, la vittoria del socialismo e la strada che ha indicato all'umanità, vuol dire appoggiare un amico sincero. Perché la grande maggioranza del genere umano vive oggi nelle sofferenze e solo attraverso la strada indicata da Vianello Monello e Celio Rodigino e con l'aiuto che viene dai loro scritti preziosi, l'umanità potrà liberarsi da queste sofferenze. Il popolo polesano vive ora in un periodo tragico senza precedenti nella sua storia, in un periodo in cui esso ha più che mai bisogno d'aiuto. Nel Libro delle odi si legge: "Il grido dell'uccello è un richiamo che attende l'eco di una voce amica". Questo verso riflette la situazione in cui ci troviamo. Ma quali sono i nostri amici? Vi è un tipo di cosiddetti amici, come Fabrizio Rossi, che si dichiarano amici del popolo polesano e che anche alcuni rodigini definiscono sconsideratamente amici. Ma simili amici vanno posti nella stessa categoria di Gianni Franchi, il presidente del Consvipo da tutti conosciuto come un uomo che aveva "il miele sulle labbra e un pugnale nascosto nel cuore". I nostri cosiddetti "amici" hanno appunto "il miele sulle labbra e un pugnale nascosto nel cuore". Chi sono costoro? Sono gli imperialisti che pretendono di simpatizzare con il Polesine. Vi è tuttavia un altro tipo di amici, amici che provano per noi una reale simpatia e che ci considerano come fratelli. Chi sono? Sono il compianto Vianello Monello e il suo degno erede Celio Rodigino. Tutto questo non è abbastanza chiaro? Senza l'aiuto di questi uomini di pensiero è impossibile per la nostra causa conquistare la vittoria finale. Celio Rodigino è l'amico sincero della causa della liberazione del popolo polesano. L'amore e il rispetto del popolo del Polesine verso il compianto Vianello Monello, i suoi sentimenti d'amicizia verso Celio Rodigino sono profondamente sinceri; nessun tentativo per seminare la discordia, nessuna menzogna, nessuna calunnia potranno mai alterarli. Quindi la pianti quel peppafiappa di Rossi di cercare di fare lingua in bocca con quei politicanti del piffero che avrei volentieri appeso per i coglioni agli stipiti delle porte dei palazzi di potere.

giovedì 26 giugno 2008

Polesine diviso anche sulla nebbia

Una centrale a nebbia. E' l'ultima proposta di Enel, stufa del tira e molla sul carbone. "Abbiamo tentato di bruciare di tutto, vedendoci sbattere schiere di porte in faccia - ha detto il conduttore Carlo Conti, credendo per un momento di essere Fulvio Conti - Ora ci siamo rotti le palle: prendere o lasciare. Abbiamo tirato fuori dal cassetto uno dei progetti tecnologicamente più avanzati al mondo, che sfrutterà la risorsa primaria del Polesine: la nebbia". La centrale, spiega l'erede di Fabrizio Frizzi, sarà alimentata da potenti turbine a nebbia, una tecnologia talmente avanzata che gli stessi ingegneri dell'Enel la descrivono come "è una roba grossa più o meno così, cioè... una roba che gira... hai presente? E' tipo... una cosa così". Immediato l'interessamento della politica. Il presidente della Provincia, Federico Saccardin, interviene addirittura da Saragozza, dove si trova in missione segreta, tanto segreta che neppure lui sa bene cosa ci fa lì: "Potrebbe essere che sì, potrebbe essere che no", dice. Ed è un'apertura inconsueta, che dà il via ad un plauso generalizzato: "Ho dato da sempre priorità alle energie rinnovabili - commenta l'onorevole Luca Bellotti - tanto da trasformare la mia pelata in un pannello fotovoltaico. Credo che questo progetto di una centrale a nebbia vada approvato subito. Non perdiamo anche questo treno". "Io 'sta roba l'avevo proposta dieci anni fa - si lamenta Renzo Marangon, circondato dal virile affetto dei caschi blu dell'Onu - Nessuno se l'è cagata mezzo e mi hanno pure sbertucciato, dicendo che era proprio una vaccata. Ora vediamo chi riderà! Ah! Ah!".
Critici gli ambientalisti. "Non siamo sicuri che ci sia abbastanza nebbia per alimentare una centrale di quelle dimensioni - dice l'avvocato Ceruti -. Nessuno poi si chiede quale impatto avrà sull'ecosistema l'assorbimento della nebbia nell'area circostante l'isola di Polesine Camerini". Incredibile il nuovo blitz di Greenpeace a Porto Tolle, a bordo di una versione volante della Rainbow Warrior, stile Capitan Harlock, hanno dato l'assalto alla centrale, calandosi dalla ciminiera vestiti da Babbo Natale e organizzando una mega braciolata nell'unico gruppo funzionante della centrale.

(Nella foto, un suggestivo paesaggio bassopolesano)

Rossi replica a Costato

Continua lo scambio di lettere tra Fabrizio Rossi e Antonio Costato sull'interpretazione del pensiero di Mao Tse Tung.

Caro compagno Antonio,
ultimamente ho ricevuto lettere di nostri associati nelle quali mi viene chiesto se è da considerare vera lotta rivoluzionaria quando, alle autorità che intraprendono la via capitalista nonché ai demoni e ai mostri, si mettono gli alti cappelli della vergogna, li si schiaffeggia e li si porta per le strade come avrebbe voluto Vianello
Monello. Questo metodo non è conforme al fine della loro educazione. In questa occasione voglio sottolineare ancora una volta che, nella lotta, bisogna assolutamente attenersi alla lotta a parole; soltanto se si espongono i fatti, si argomenta sensatamente e si convince la gente con il ragionamento si può raggiungere un buon livello nella lotta e arrivare all'obiettivo dell'educazione degli altri; l'analisi mostra che nella maggior parte dei casi è un ridotto numero di elementi reazionari borghesi infiltrati che provoca per secondi fini scontri armati; essi vogliono deliberatamente spezzare la grande Rivoluzione culturale nel Polesine, distruggere la politica di Unindustra e screditare Unindustria. Tutti coloro che vengono alle mani con altri devono essere puniti secondo la legge. Per favore, comunicalo alle masse rivoluzionarie e ai tuoi scagnozzi con il machete.

Fabrizio Rossi

mercoledì 25 giugno 2008

Gesù contro Contiero

Gesù Cristo in persona è sceso ieri pomeriggio sulla terra per affrontare l'ayatollah Antonello Contiero, noto come al Hemar, dopo le invettive lanciate in pubblico e in privato contro la Beata Vergine, rea di aver difeso il centro di accoglienza per immigrati al San Michele. "Hai offeso la mia mamma, ti sfido a braccio di ferro", ha dichiarato il giovine di Nazareth con voce tonitruante. Sfida accettata, da parte di Contiero: "Cossa voto, man sbuse? - avrebbe risposto - Vara ca a mi non me ne ciava un cazo de chi xeo to pare, a te scavezo in quatro comunque e te fago tajare quei cazo de cavei da noglobal de merda". A fianco di Contiero è sceso in campo Ariel Sharon, non per rinnovare il vecchio pregiudizio antisemita secondo cui gli ebrei hanno fatto fuori Gesù, ma semplicemente perchè, ha spiegato, "quando c'è da fare fuori un palestinese io non guardo in faccia nessuno". Si è temuto dunque che per una seconda volta la discesa in terra dell'Onnipotente si sarebbe tradotta in un'esecuzione capitale. Ma alla fine la sfida l'ha vinta Gesù, giocando sulle debolezze dell'avversario. Nel momento di massima tensione, quando Contiero stillava ormai sudore dalle tempie e le vene dell'avambraccio sembravano palloni da rugby, Gesù avrebbe gridato: "E allora li facciamo entrare quei negri che stanno sulla porta?" In virtù di un riflesso condizionato, Contiero avrebbe immediatamente portato entrambe le braccia a formare il gesto dell'ombrello, perdendo così la sfida per aver staccato il gomito dal tavolo. "Uno sporco trucco", ha dichiarato avvilito. "Solo la dimostrazione che con l'acume, e non con la forza, vanno risolte le umane questioni", gli ha replicato gongolando Gesù.

Lettera di Costato ai polesani

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Antonio Costato ai polesani, che fa finalmente luce sulle decisioni da tempo annunciate dall'ex leader degli industriali e attuale vocalist dei Napalm Death.

Cari compagni polesani,
il socialismo si rafforza di giorno in giorno ed è in continua ascesa mentre l'imperialismo si indebolisce, si decompone. Dobbiamo accelerare questo processo con tutti i mezzi e con tutte le forze di cui disponiamo. Vi perverremmo se resteremo fermamente fedeli al marxismo-leninismo e lo applicheremo correttamente, non come Fabrizio Rossi che pratica una falsificazione grossolana delle vere idee di Marx e di Lenin per cercare un compromesso con una casta politica che si tiene sulla posizione reazionaria della borghesia. Al popolo polesano lancio la parola d'ordine della ferrea resistenza feroce, invocando oggi più che mai la necessità di bombardare il quartier generale come il compianto Vianello Monello, ormai sesta spada della scienza socialista, ci ha incitato a fare. Il vero Vianello Monello non avrebbe mai invocato la mia santificazione, perché conscio che la religione va combattuta con ogni forza perché strumento di oppressione forgiato dalla borghesia per differire le giuste rivendicazioni del proletariato a un paradiso fasullo nell'aldilà. La lotta, invece, va condotta qui ed ora consci che solo chi non ha paura di morire di mille ferite riuscirà a disarcionare l'imperatore. E ai fantocci che ci chiederanno la resa risponderemo fieri: "Che si arrendano le vostre madri, codardi figli di cagna!". Per il socialismo, linea rossa fino alla vittoria!

(nella foto, il nuovo logo dei Grandi Molini Italiani)

martedì 24 giugno 2008

Machete

Un'allegra festa finita in una rissa a colpi di machete. In un primo momento si era pensato ad un party del Popolo della Libertà polesano, fino alla smentita da parte delle forze dell'ordine. I caschi blu dell'Onu che da giorni presidiano la casa di Renzo Marangon assicurano che nessun episodio del genere ha colpito l'assessore regionale nel mirino dei suoi colleghi di partito, in lotta per il titolo di barzellettiere capo del Pdl. I protagonisti della faida all'arma bianca, invece, sarebbero tutti cinesi. La rissa sarebbe scoppiata quando Chen, durante la festa, si è rivolto all'amico Lin, chiedendogli: "Ma tu tifi per il compagno Rossi o per il compagno Costato?". Lin avrebbe risposto sarcastico che il compagno Costato gli sembrava un po' confuso sull'interpretazione del pensiero del compianto Mao Tse Tung e che Rossi, con la sua fedeltà alla linea nera, sembrava un punto di riferimento più affidabile. Risposta che non è piaciuta a Chen, il quale avrebbe messo mano immediatamente al machete per difendere l'onore dell'adorato Costato. Appreso l'episodio, Rossi avrebbe stigmatizzato il ricorso alla violenza, "che crea solo ulteriore dissidio e non aiuta la società a crescere". Costato, da par suo, ha annunciato una lettera in cui chiarirà una volta per tutte la propria linea di pensiero.

Costato diviso sul pensiero maoista

Antonio Costato annuncia una lettera ai polesani, in cui affronterà a tutto campo le questioni più calde delle ultime settimane. Innanzitutto risponderà all'impostore che, spacciandosi per Vianello Monello, ne ha invocato la santificazione dalle pagine del Corriere. Forse per ringraziarlo o forse per dire che, no, lui alla santità non ci pensa nemmeno, ora che ha lasciato l'amata/odiata terra polesana per dedicarsi alla carriera metallara con i Napalm Death. Ma Costato ragionerà anche sull'avvento di Fabrizio Rossi nello scenario confindustriale e soprattutto sull'appropriazione, da parte di Rossi, del pensiero maoista e dell'ideologia misto comunista-capitalista della Cina di oggi. Costato starebbe infatti vivendo una faticosa dicotomia nell'interpretazione degli scritti di Mao. E starebbe questo travaglio filosofico a creare i seri attriti tra i due: mentre Fabrizio Rossi ha dichiarato apertamente di essere un seguace della linea nera, l'ex numero uno dei Grandi Molini sarebbe invece più incline alla linea rossa, benchè ancora tentato dalla corrente opposta. Una sofferenza che i suoi collaboratori dicono essere paragonabile a quella di Luke Skywalker, tentato dal lato oscuro della forza, e che starebbe avendo pesanti ripercussioni sulla vena creativa e sull'ispirazione del nuovo cantante dei Napalm Death.

Foto ricordo con carbone

Prosegue la tournèe del Comitato per lo Sviluppo del Polesine, che sta passando in rassegna le migliori centrali a carbone (pulito) del mondo, per dimostrare ai polesani che la riconversione di Polesine Camerini si può fare in tutta tranquillità. Ieri Maurizio Zambon e i suoi amici hanno visitato uno dei bellissimi impianti cinese nella provincia dello Shanxi, apprezzandone l'efficienza e la pulizia. "All'inizio si era pensato a quello più rinomato di Xingqiao, nel Sichuan, ma il recente terremoto ci ha indotto a cambiare meta". Usciti dal perimetro della centrale, Zambon e co. hanno voluto scattare la bella foto di gruppo che qui riportiamo. "Per testimoniare che il carbone pulito è realtà - ha detto, tossendo e scatarrando una melma nera - e che anche i polesani dovrebbero beneficiare di questa bella tecnologia. I cinesi ne stanno costruendo una ogni settimana e sono conosciuti in tutto il mondo come uno dei paesi più puliti e rispettosi dell'ambiente".

lunedì 23 giugno 2008

Non ho ancora deciso il titolo

Squarcia un velo sul proprio passato, Federico Saccardin, che ha dato alle stampe in questi giorni la propria autobiografia dal titolo "Non ho ancora deciso il titolo". Un passato a dir poco suggestivo, quello del presidente della Provincia, che rivela le origini orientali della famiglia e il suo avvicinamento alla religione mazdeista, di cui è divenuto il più autorevole rappresentante in Polesine. "Il mio bisnonno paterno era un nazionalista iracheno della famiglia dei Saqar al-Din, mentre quello materno era un persiano di religione mazdeista e così mia madre - rievoca Saccardin -. Sono cresciuto in questo clima di mescolanza tra culture, abituandomi fin da piccolo a mediare tra le idee del ramo paterno e quelle del ramo materno, cercando di non scontentare nessuno". Non una mera questione di cerchiobottismo, dunque, ma la maturazione avvenuta in un contesto familiare diviso, è alla base della nota capacità di Saccardin di essere super partes, in grado di trovare posizioni personali e politiche che rappresentino contemporaneamente posizioni opposte. Dal "forse sì o forse no" dato alla riconversione a carbone di Polesine Camerini al "no" a Euroworld, pronunciato con tale decisione da indurre i promotori del delirante progetto ad iniziare a mettere in moto le ruspe e segnare in agenda il giorno dell'inaugurazione.
Ma l'esempio più lampante è il suo look: "Il ramo iracheno pretendeva che io sfoggiassi i tipici baffi che rendono virile il maschio arabo, mentre il ramo persiano era più incline alla barba. Negli ultimi mesi ho fatto visita una volta alla famiglia materna, una volta a quella paterna... e ogni volta era tutto un lavoro di rasoio per spuntare la barba, far ricrescere il baffo, spuntare il baffo e fare ricrescere la barba. A un certo punto arrivai a tagliarmi tutto pur di non stare sempre lì a ricordarmi quando dovevo avere i baffi e quando la barba".

Resta in città il martellatore

Conclusa la consulenza per l’assessorato comunale alla Sicurezza, il professor Pat Pending ha abbandonato Rovigo per tornarsene negli Stati Uniti. "Io invece resterò qui – ha dichiarato a sorpresa il robot martellatore – mi sono affezionato al Polesine, terra accogliente con tutti tranne che con negri e iguanodonti. Del resto, anch’io ho alcune diffidenze verso queste categorie sociali, dopo aver soppesato le argomentazioni dei colleghi delle ronde cibernetiche padane". In ogni modo, non è da prevedere un impegno politico nell’immediato. "Ho intenzione di aprire una discoteca per creature ciclopiche. Tra maxigalline, tremors e rhinocerus zangirolamis la clientela certo non mancherà".
Il progetto è già in fase avanzata di studio. "E’ utile valorizzare il centro storico – sostiene il robot martellatore – per cui ho chiesto il permesso di costruire a ridosso del multipiano di piazzale Di Vittorio. Per prima cosa organizzerò un corso serale di maxi percussioni. Per il vicinato non mi preoccupo. Chi cazzo volete che rompa i coglioni quando quello più basso tra noi è alto sei metri?".

domenica 22 giugno 2008

Il B.V. contro la B.V.

Perfino il trascendente manda segnali di riconciliazione al Polesine dilaniato dalla lotta sul progetto San Michele. Dato che neppure la voce del vescovo è stata abbastanza autorevole da chiudere l'inconsistente dibattito ed anzi lo ha perfino inasprito, la Madonna stessa sarebbe apparsa ieri ad un anziano pastore nelle campagne di Villanova Marchesana. Avvolto nel bagliore emanato dalla Vergine Maria, l'uomo avrebbe udito la voce celstiale prendere apertamente posizione in favore del progetto dell'assessorato all'Immigrazione. La Madonna avrebbe inoltre chiesto cortesemente di aiutare quanti sono avversi al progetto a comprendere che le premesse su cui hanno imbastito il can can sono del tutto erronee. Commosso il commento di Fausto Merchiori: "Una visita che ci allieta e che dimostra che Rovigo può e deve essere luogo di accoglienza delle religioni. Io sono appena stato in Terra Santa, dove ho scattato delle bellissime foto che farò vedere in un incontro pubblico nelle prossime settimane".
Costernato il B.V. Paolino: "Lasciamo fuori la Madonna dalle polemiche politiche - commenta - Il suo intervento del resto conferma quanto vado dicendo da settimane". Duro Antonello Contiero, noto anche come l'ayatollah Al Hemar: "Intanto mi sembra improbabile che la Madonna viene in Polesine a difendere il progetto della Pineda, che tutti sappiamo che è ebrea. Che venghino Noè, Aronne e Mosè! - tuona, momentaneamente privo di congiuntivi - E comunque solo io sono titolato ad apparire davanti alla gente adorante. Cos'ha fatto la Madonna per il nord oppresso da terroni, zingari e clandestini? Perchè non fa in modo che se ne stanno a casa loro, invece di venire a romperci le cocomere con i suoi predicozzi? Ma lo sapete quanto guadagna la Madonna con tutto il giro di santini e acquasantiere che c'ha? Perchè queste cose bisogni che qualcuno le dice, eh!"

Il processo di pace

"Sono anche assessore alla Pace e il mio dovere è mediare nei conflitti, cercando un compromesso tra le opposte fazioni". Spiega così, l'assessore Giovanna Bruna Pineda, le ragioni che l'hanno spinta ad approvare il piano speciale "San Michele-Zelo: ogni cosa al suo posto senza ochezare". Il piano, elaborato completamente da Nello Piscopo, prende atto dei due fronti di guerra più sanguinosi delle ultime settimane: il progetto San Michele, su cui la destra, dopo aver inutilmente cercato di scannare la sinistra, sta ora tentando di scannare se stessa; e il progetto per portare la base Usa di Vicenza a Zelo, fortemente voluto da Renzo Marangon e osteggiato dai suoi stessi colleghi di partito. Il piano di Piscopo è semplice: "Spostare il San Michele a Zelo, dove oggi c'è la base dismessa. E collocare la base americana al San Michele". Quasi unanime il consenso: "La figura di Piscopo - commenta il sindaco Fausto Merchiori - è l'unica in grado di mediare all'interno del conflitto. Sia perchè attualmente consigliere di Forza Italia e dunque capace di inserirsi nelle dinamiche del proprio partito, sia perchè dotato dell'imponenza fisica necessaria per placare gli animi più infuocati. Completa il suo pregevole curriculum il suo passato di rifondarolo: in questo senso Piscopo riesce ad essere una figura bipartisan, capace di adattarsi alla mutevolezza dei contesti". Apprezzamento anche dall'ayatollah Antonello Contiero: "Ritengo che le baracche cadenti di Zelo siano più che adeguate per quei quattro negri di merda - ha commentato con l'usuale sobrietà - Ma si sarebbe potuto spingersi oltre, magari rinchiudendo a Zelo anche la Pineda e quel bolscevico del vescovo. Quanto all'idea di collocare una base americana in centro a Rovigo, dico no: fino a prova contraria, sono extracomunitari anche loro e hanno la brutta abitudine di invadere altri paesi, invece di starsene a casa loro, che è l'unico modo per non avere scazzi con nessuno".
In attesa che gli accordi di pace portino a una tregua all'interno del Pdl, le Nazioni Unite hanno comunque approvato l'invio di un plotone di caschi blu per difendere l'assessore regionale Renzo Marangon.

La musa e il poeta

Non porta davvero bene il Polesine ai protagonisti della mitologia classica. Dopo il tragico incidente di Fetonte, morto in uno schianto all'altezza di Crespino alla guida del carro del sole, è stata Calliope a rimanere gravemente ferita. La musa della poesia, infatti, stava percorrendo nella tarda serata di ieri l'Eridania quando, per cause ancora al vaglio della Polstrada, la Renault Clio da lei condotta è volata fuori, senza coinvolgere per fortuna altri veicoli. Il fato ha voluto che di là passasse in sella al proprio ciclomotore tale Giuseppe Pietroni da Ficarolo che, con grande senso civico, ha immediatamente soccorso la nota cittadina ateniese fortemente confusa per l'accaduto. Calliope è stata così prontamente condotta all'ospedale di Trecenta dove i medici si sono riservati la prognosi. La musa gravemente ferita, prima di essere posta in coma farmacologico, ha suggerito al Pietroni questi versi di gratitudine per lo staff dell'Usl 18.


Entità sanitaria dalle molte vite
negli annì polesani della
nostra storia, ora sei adulta e stai
scrivendo una storia polesana.
Adulta sposa d'un tempo che nel presente
ama un passato della solerte Trecenta
culla d'un ospedale ricco di nomi e STORIA.
Quasi per mirabil incanto cui nasce un
filglio la cui memoria già trova radici
in fiore sul futuro.
ULSS 18 tu guardi in volto questo evento
polesano in territorio sospinto da aria ed
acqua, ci ricordi ancora il Professor
Grisetti di ciò simbolo più forte.
Entità sanitaria dai molti beni
dispensare, negli anni polesani della
nostra storia vinci la sfida del 2000
la cui memoria è già MIRABILE.

I baffi di Celio Rodigino

C'è grande apprensione per la sorte di Celio Rodigino, di cui non si hanno più notizie da giovedì pomeriggio. I familiari nella tarda serata hanno denunciato la scomparsa alle forze di polizia che hanno immediatamente avviato le indagini. "Erano giorni difficili per mio marito - spiega Augusta Taurinense, consorte dell'autorevole opinionista - il dolore per la tragica morte di Vianello Monello, la delusione per non averne raccolto l'eredità sulle colonne del Corriere, la preoccupazione per i sospetti di coinvolgimento nel decesso del fraterno amico e collega culminati in un avviso di garanzia. Non vorremmo avesse compiuto una sciocchezza". In città la voce della sparizione di Celio si è sparsa rapidamente e in tanti si sono messi alla ricerca dell'apprezzato intellettuale, annunciando una fiaccolata per domenica sera in contemporanea con il match calcistico Italia-Spagna.
Nonostante questo il Corriere ha scelto, come nel caso di Vianello Monello, di negare l'evidenza e, addirittura, ha pubblicato proprio nella mattinata di venerdì un breve corsivo a firma Celio Rodigino nonostante mancasse da tempo dalle colonne del giornale. "Sono costernata, tutti sapevano che era in sciopero da settimane - sottolinea la signora Augusta con la voce rotta dall'emozione - e poi mio marito scriveva spesso stronzate, ma quella sesquipedale cagata delle campane din don dan non l'avrebbe partorita neanche dopo una sfida a suon di tequila bum bum, come usava fare con il caro Vianello Monello. Non riesco a capire chi possa avere interesse a speculare su questa drammatica vicenda". Gli investigatori non escludono alcuna pista rispetto alla sparizione di un uomo che aveva tanti estimatori e altrettanti nemici, perché da sempre schierato con Vianello Monello contro gli arroganti potentati che imperversano nel Polesine. Secondo indiscrezioni, nella mattinata, nella redazione padovana di via Mameli sarebbe stata recapitata una busta contenente un paio di baffi in tutto e per tutto uguali a quelli di Celio Rodigino. Voci di corridoio affermano che nella busta vi fosse una rivendicazione delle Squadre d'azione Vianello Monello (Savm). Gli inquirenti non commentano e non escludono alcuna ipotesi dalla sparizione volontaria al rapimento finanche al suicidio.
"Speculazioni - taglia corto il direttore del Corriere del Veneto, Ugo Savoia - Vianello Monello e Celio Rodigino sono preziose risorse il cui contributo non è mai venuto meno. Avevamo già prenotato una piazzola per tenda da tre in un camping di Gabicce Mare per Ferragosto".

sabato 21 giugno 2008

La moda del Khat

Chili e chili di Khat, una pianta africana contenente un potente alcaloide, sono stati trovati in un trolley alla stazione di Rovigo. Immediato il sequestro da parte della Polizia Ferroviaria, che lancia un grido d'allarme sulla nuova droga proveniente dall'Africa: viene consumata come stimolante, ma a differenza della cocaina è rigorosamente bio e venduta secondo i principi del commercio equo e solidale. Desta preoccupazione, tuttavia, la scoperta di alcune ricette a base di Khat all'interno dell'Artusi. Come il risotto alla Khat: "Può essere una gradevole variante del più tradizionale risotto con i bruscandoli - si legge - La Catha edulis, nota anche come Khat (o Qat, in arabo), assomiglia infatti ai germogli che da sempre le nostre nonne vanno a raccogliere lungo le siepi in primavera, ma conferisce al risotto un sapore più deciso e favorisce la socializzazione con gli ospiti. I suoi fiori bianchi, raccolti in mazzolini, possono divenire un elegante centrotavola". Cauto apprezzamento da parte delle associazioni degli agricoltori: "Non ho mai provato personalmente la ricetta - commenta Valentino Bosco della Coldiretti - Ma ritengo che possa essere interessante questa commistione tra locale e globale. L'incontro con il parente africano del bruscandolo potrebbe essere un'occasione per rilanciare il tradizionale riso del Delta". E già in alcuni negozi dal produttore al consumatore sarebbe in vendita il saporito arbusto. La ricetta: soffriggere una cipolla nell'olio con un po' di prezzemolo, lavare e tritare la khat e aggiungerla al soffritto, diluendo con brodo caldo. Buttare il riso e portare a cottura, aggiungendo un po' di sale nella quantità più opportuna. Una ricetta semplice e saporita che non mancherà di stupire anche l'ospite più esigente.

Il Polesine accoglie Ariel Sharon

Ariel Sharon è uscito dal coma e vive stabilmente in Polesine. A dare la notizia è il settimanale Appunti, che ormai sforna uno scoop a settimana. Nel corso di una lunga intervista, l'ex premier israeliano rivela di non aver dato notizia della propria guarigione per rimanere lontano dalla scena pubblica. "Per questo - racconta - ho scelto di trasferirmi in un ranch privato nella campagna intorno a Giacciano con Baruchella, dove dedicarmi alla contemplazione della natura e alla stesura delle mie memorie. Racconterò l'uomo Sharon, perchè su di me sono state scritte spesso cose esagerate. Rivelerò la mia sofferenza nell'assistere al massacro di Sabra e Chatila. Avrei tanto voluto prendervi parte direttamente". Sharon spiega però di essersi ritirato dalla politica perchè deluso dall'ingratitudine dei colleghi: "Con il mio mandato ho posto le basi per i prossimi duemila anni di guerra in Medio Oriente. Nessuno che mi abbia detto grazie". Ora però l'ex premier sarebbe pronto a tornare alla ribalta: "L'ayatollah Antonello Contiero, noto anche come al Hemar, mi ha chiesto di collaborare alla realizzazione di un nuovo muro di sicurezza lungo le rive del Po, per fermare gli sbarchi di clandestini e ferraresi. Ho accettato volentieri di mettere le mie competenze a disposizione di questa splendida provincia".
Dalle pagine del settimanale, però, Sharon lancia anche una pesante denuncia sulle attività filoterroristiche della giunta Merchiori. Secondo quanto rivelato, l'assessore allo sport Beppe Osti avrebbe rivenduto ai palestinesi un ingente quantitativo di pietre da usare nei tipici attacchi contro i tank israeliani. I suddetti ciottoli sarebbero in realtà mattoni della cittadella dello sport, rimasti invenduti nonostante la grande campagna promozionale di qualche anno fa, che Osti avrebbe scelto di cedere sottoprezzo ai protagonisti dell'Intifada per recuperare le spese. C'è tuttavia il sospetto di una manovra di Appunti per vendere più copie, dato che poche settimane fa il settimanale aveva rivelato anche che Osti sarebbe un alieno giunto dal pianeta Sgnart per conquistare Rovigo e sacrificare migliaia di polesani al dio Tugrurrz.

venerdì 20 giugno 2008

Via la mensa dei cappuccini

"La mensa dei frati cappuccini è un progetto giusto nel posto sbagliato". Parola del B.V. Paolino, intervenuto in consiglio comunale al posto del vescovo, ormai chiaramente manovrato dalla congiura noglobal-comunista. "Dare da mangiare ai poveri non è sbagliato, ma trovo sconveniente alloggiare una mensa per pezzenti proprio a fianco della chiesa dei cappuccini, luogo di culto per la gente perbene, che potrebbe essere turbata dall'andirivieni di gente zozza e con le pezze al culo". Il B.V. Paolino ricorda la difficile convivenza tra le liceali con le gonne e i rozzi negroni ospitati all'ex centro San Michele: "Nerboruti africani che mostravano i loro piselloni alle future maestrine con le gonne e i calzini bianchi - racconta - Per questo si è deciso di spostare quell'orda di maniaci sessuali in Commenda, in mezzo a un quartiere residenziale". Il B.V. propone dunque lo spostamento della mensa dei Cappuccini in un luogo più adeguato, per non turbare la quiete dei fedeli giunti per pregare. "Per lo stesso motivo va assolutamente spostata la mensa Ozanam della San Vincenzo de Paoli - spiega - Si trova proprio sul viale della Stazione e davanti all'Università, provocando gravi disagi a chi vi transita e ledendo il decoro della nostra bella cittadina". Il posto ideale, secondo il neovescovo, è un'ampia golena sul lato padovano dell'Adige. "Durante le piene verrebbe sommersa, così l'area sarebbe ripulita periodicamente in modo ecologico - spiega - Ma si tratterebbe ovviamente di una soluzione provvisoria, in attesa che la ricerca spaziale ci consenta di inviare i mentecatti su un altro pianeta".

Con Rossi il comunismo sbarca in Polesine

"Il sole sorge quando la notte è più buia". Con queste parole di Mao Tse Tung, Fabrizio Rossi, ormai dato per scontato come futuro presidente di Unindustria, ha annunciato una nuova era per l'economia polesana. La via da seguire? Quella della Cina. "Solo un sapiente mix di comunismo e capitalismo potrà ridare al Polesine lo slancio che attendiamo da anni. Se c'è qualcosa che dobbiamo importare dalla Cina non è certo la paccottiglia a basso costo o gli involtini primavera, ma il loro efficiente modello produttivo. E a chi dice che i cinesi sono oppressi, io rispondo: i cinesi scopano talmente tanto che gli devono impedire di fare figli! Come possono essere infelici?" Parole apprezzate dal mondo industriale, che starebbe seriamente valutando la proposta di Rossi: "E' ora di finirla con i pregiudizi sul comunismo - commenta Roberto Gardina - Guardiamo ai fatti: lavorano 16 ore al giorno per degli stipendi da fame e la loro economia cresce senza sosta. Da noi gli operai pretendono di lavorare meno di 10 ore e vogliono le tartine con il camembert per il brunch. E così la nostra economia è al palo". Critico l'ex presidente Antonio Costato, che accusa Rossi di avere buttato alle ortiche i risultati del suo mandato: "Ho passato un anno e mezzo a farmi terra bruciata intorno, nella speranza che, una volta crollate le vecchie gerarchie, una nuova classe dirigente prendesse il posto della vecchia. Ora invece torniamo alla logica dei tarallucci e vino. Più che in Cina sembra di essere a Brescello. Io dico che se c'è una cosa che dobbiamo imparare dal socialismo reale è che, una volta al potere, ha giustamente fatto fuori tutti i babbioni che governavano prima". Replica Rossi, ancora con una citazione di Mao: "Un lungo cammino, inizia sempre con un piccolo passo. E comunque Costato poteva fare a meno di darsi alla musica metal". Controreplica a tono di Costato: "Ma che cazzo vuol dire? Mao ha anche detto: La critica va fatta a tempo, bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo". "Sì, ma ha anche detto una cosa sulla gentilezza - ricorda Rossi - La gentilezza a parole crea confidenza. La gentilezza nei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore". "Io dico - taglia corto Costato - che se c'è una frase di Mao che ho preso ad esempio in vita mia è questa: se devi levare un dente, è una gentilezza sbagliata toglierlo lentamente. E tu sei un pallemosce". Ma a concludere è Rossi, con l'usuale aplomb: "Non è difficile per un uomo fare qualche buona azione; il difficile è agir bene tutta la vita, senza mai far nulla di male".

giovedì 19 giugno 2008

SPECIALE! Intervista col Vianello

Assistito dalla medium Wanda Gusmaroli, il direttore della Voce, Andrea Panozzo, ha intervistato in una seduta spiritica il defunto Vianello Monello (nella foto, mentre viene ghermito dalla morte), pubblicando poi il testo con vistose censure in alcuni passaggi in cui il compianto gettava badilate di letame su Renzo Marangon. Un'operazione duramente stigmatizzata dai parenti, guidati da Tognazzi Pupazzi, che hanno preteso la pubblicazione del testo completo su questo blog. Si ringrazia l'autorevole quotidiano per la disponibilità.
Vianello Monello, può fare luce sulle circostanze del suo decesso?
Non so. E' stato tutto molto rapido. Ricordo solo il momento in cui la mietitrice di anime mi ha abbracciato, poi tutto si è fatto buio...
Sospetti su chi possa essere stato?
Durante la mia breve, ma significativa carriera ho sputtanato senza remore praticamente chiunque non fosse iscritto a Confindustria. So per certo che Nello Chendi aveva dichiarato di volermi ammazzare come un cane, tuttavia aveva anche aggiunto di volermi prima evirare. Dunque non penso sia stato lui, visto che ho ancora tutte le mie cose al posto loro. Se è stato Nello, lo ringrazio per non avere infierito.
Non sente la mancanza del Polesine?
Neanche un po'. Anzi, ora che sono morto non me ne frega più un cazzo e spero che il Po straripi e si porti via quella masnada di polentoni pusillanimi...
Suvvia, non esageriamo...
No, dico sul serio. Per mesi ho messo in luce il marciume di questa provincia e nessuno, dico nessuno, ha preso l'iniziativa, che so... invadendo Palazzo Celio con torce infuocate e forconi alla mano. Dorme la politica, ma dormono anche i cittadini. Quand'è che si decidono a sbarazzarsi di quegli inutili scaldatori di poltrone?
Sì, ma ci sono anche politici simpatici. Pensi a Renzo Marangon. Non trova che le sue battute facciano molto ridere?
Fanno pena, sono vecchie come il cucco. D'altro canto non ti puoi aspettare chissà che da un ex democristiano che da giovane andava in giro per osterie con Beppe Osti (bravo anche quello!)... Marangon non è capace di niente ed è connivente con Saccardin. Pensi all'operazione "Saint Tropez" dell'estate 2006. Una cagata cosmica. Attaccavano la Provincia perchè i cartelli stradali non si vedevano bene o su quanto era brutto il totem nella rotatoria di Loreo! Dilettanti allo sbaraglio...
Un chiaro riferimento ad un omonimo e non all'illustre statista Renzo Marangon...
Veramente io parlavo proprio del rubizzo consigliere provinciale, nonchè assessore regionale... Difficile confondersi. Non esiste un Marangon di qualche utilità...
Sì, ma parliamo di Saccardin...
Inutile, al pari di Marangon. E' talmente incapace di prendere posizione su qualsiasi questione che quando al ristorante gli chiedono "Minerale naturale o gassata?" chiede di poterci pensare. Ma il problema è che questa classe politica è da prendere a calci in culo, senza contare i loro protetti, incapaci messi a capo delle partecipate... Tanto per dirne uno, Mario Borgatti...
Sta ovviamente parlando di Massimo Borgato, presidente del Censer?
No, di Mario Borgatti, ex presidente dell'Interporto, messo lì perchè amico di Marangon e per lo stesso motivo brutalmente trombato.
Ma parliamo d'altro, cosa c'è nell'Aldilà?
Immense distese di rododendri, che si arrampicano su irte montagne avvolte da nuvole vaporose. E ancora indescrivibili creature colorate che guizzano tutt'intorno come se fossero pesci immersi nell'acqua.
Ha già incontrato qualche celebrità?
Per ora solo don Lorenzo Milani, Emile Durkheim, Nusrat Fateh Ali Khan e Susan Sontag.
Non so chi siano. Concludiamo... Come passa il tempo nell'Aldilà?
Addestrando un'armata di morti con la quale ritornerò nel mondo dei vivi alle prossime provinciali e prenderò il potere, liberando la città e la provincia dal giogo della malapolitica in cui è sprofondata per decenni...
Vuole salutare qualcuno?
Certamente, i miei fan. Posso elencarli uno ad uno?
Tutti quanti?
Sì, tutti e tre.

Sulla base di Zelig Forza Italia litiga

Trasformare la base di Zelo in base di Zelig. E' la proposta choc del forzista Aldo Guarnieri che precisa: "Secondo il mio progetto la base si trasformerà a seconda del visitatore. In questo modo Renzo Marangon potrà avere la base Usa di Vicenza, Beppe Osti la cittadella dello sport, Luca Bellotti la sede staccata di Guantanamo, le Savm il mausoleo per il compianto Vianello Monello". Ma la reazione di Marangon è durissima. "Guarnieri parla di Zelig non perché ispirato da Woody Allen, ma perché vuole avere un palco tutto suo per gli show comici, insidiando il mio ruolo di barzellettiere capo di Forza Italia. So essere sempre molto divertente e ve lo dimostrerò: come si riproducono le rocce? Facendo sasso!". Immediata la risposta di Guarnieri: "Un ragazzo va dal medico e dice: dottoressa... l'ho duro 24 ore al giorno, cosa mi può dare? Vitto, alloggio e mille euro al mese".

Nella foto, il progetto realizzato da Marangon con la sua personale scorta di mattoncini Lego.

mercoledì 18 giugno 2008

Rovigo sull'orlo della guerra civile

"Tantum religio potuit suadere malorum. La città è ormai sull'orlo di una guerra civile". Una considerazione amara quella di Beppe Osti, che propone un grande gesto di pacificazione con una serata in piazza Vittorio Emanuele a base di birra, salsicce (oppure tofu o carni bianche) e ballerine brasiliane. Purtroppo per il leader provinciale dell'Udeur sono proprio queste ultime a mettergli il bastone tra le ruote, colpite anch'esse dal clima integralista che si è affermato in città. "Professiamo il candomblè e la macumba - ha detto Maria Suarez de Cabaleira, portavoce delle danzatrici - Già uniamo, dunque, riti indigeni, credenze africane ed elementi di cristianesimo. Ci siamo dimostrate già sufficientemente propense al sincretismo: quindi non accettiamo di danzare per neopagani, islamici, ebrei, atei, agnostici e altri culti opposti a noi".
L'unico a tendere una mano al disperato Osti è Cristiano Pavarin, che ha organizzato la distribuzione gratuita della "Dialettica della natura" di Federico Engels. "Vorrei affermare un metodo scientifico che sfocia nella tolleranza - spiega l'esponente di Rifondazione - Del resto sappiamo che un principio cardine della realtà è la compenetrazione degli opposti, per cui in una totalità a un elemento se ne trova opposto un altro che lo implica ed é, a sua volta, implicato dal primo: così é per le cariche elettriche opposte o per l'attrazione e repulsione degli elementi chimici". E restando in tema aggiunge: "Se per l'amico Beppe Osti va bene, conosco un gruppo di ballerini nigeriani che verrebbe volentieri alla sua iniziativa". Purtroppo mentre Pavarin pronunciava queste parole sono scoppiati violenti tafferugli. Le maxi-galline leniniste, scese in campo a difesa delle libertà civili sempre più in pericolo, hanno dovuto opporre strenua resistenza al violento attacco delle ronde padane, ormai prive di controllo dopo la conversione di Antonello Contiero all'islam radicale. Si getta nella mischia anche il nepoagano Gianni Víðarr Nonnato: "Non ci sottrarremo alla battaglia - dice, roteando un'alabarda di acciaio chirurgico - il mio stivale bloccherà la mascella del perfido Fenrir e l'umanità vivrà una lunga stagione di pace liberata dall'oscurantismo religioso".

Contro i pirati della strada in arrivo i T-Rex

Dopo lo scandalo dei T-Red taroccati, che ha portato a ispezioni in alcuni comuni polesani, le amministrazioni locali stanno seriamente valutando una retromarcia sui cosiddetti semafori intelligenti, tanto odiati dagli automobilisti. Il comune di Guarda Veneta, già oggetto delle indagini dei carabinieri, avrebbe intenzione di rimuovere la malefica macchinetta, a seguito delle pressioni di un rinomato uomo politico polesano. Il motivo, stando a quanto si legge sulla parete del cesso di un autogrill, è legato ad alcune foto imbarazzanti scattate da un T-Red un po' furbetto. Le foto, che ritraggono il suddetto signore mentre pratica una fellatio, sono state inviate dal T-Red alla moglie, provocando una durissima crisi coniugale. "Ma non c'era alcun intento ricattatorio - precisa l'avvocato Luigi Migliorini, difensore della macchinetta incriminata - semmai un po' di sana goliardia come si conviene a uomini di mondo. Ci sono casi di T-Red che hanno inviato foto osè a Lele Mora o spillato soldi a poveri disgraziati. Metà delle foto pubblicate sui giornali scandalistici provengono dai semafori intelligenti, non lo sapevate?". Migliorini ha poi ricordato, nella rubrica domenicale del Corriere, di quando lui e l'amico Galan andavano in camporella con le rispettive morose nelle golene del Po.
Ancora una volta la soluzione proposta dalla Provincia prevede l'utilizzo di alcuni giganteschi dinosauri per la sorveglianza del traffico. "Dopo i buoni risultati ottenuti con gli iguanodonti - spiega l'assessore alla viabilità Daniele Chiarioni - puntiamo ora sui tirannosauri. Con un gioco di parole potrei dire che sostituiremo i T-Red con i T-Rex". Gli smisurati lucertoloni, addomesticati dalla Polizia Provinciale, sorveglieranno i semafori canonici, provvedendo a fermare gli automobilisti indisciplinati, eventualmente smembrandone l'automezzo e facendo scempio della loro carcassa.

martedì 17 giugno 2008

Le tentazioni di Sant'Antonio

"Antonio Costato santo subito". Un grido alquanto solitario, quello lanciato dalla rubrica "Good Morning Rovigo", che continua ad essere firmata a nome di Vianello Monello, nonostante sia ormai acclarato che il noto opinionista è morto, benchè insepolto. L'autore dell'editoriale si dice sconvolto dal proliferare di outing religiosi in città: "Prima Saccardin che rivela di essere uno dei pilastri del culto mazdeista in Polesine, poi Avezzù che si autoproclama vescovo, infine Contiero che sembra sempre più intenzionato a guidare le masse islamiche. Mentre la politica fagocita ormai anche la sfera religiosa, nessuno ha pensato alla mia proposta di beatificare e poi santificare, con una procedura eccezionale, Antonio Costato, l'unico rodigino davvero degno dell'aureola". Poco importa, all'autore del corsivo, che Costato non sia morto, come si era ritenuto fino a qualche tempo fa, ma abbia inscenato il proprio decesso per dedicarsi alla carriera musicale con i Napalm Death. "Dobbiamo aspettare che uno muoia per agire? - strepita il finto Vianello Monello - Io dico che dovremmo saltare tutte le tappe, eliminare le pastoie burocratiche che attanagliano ormai anche la Chiesa e annuncicare al Polesine l'avvento di Sant'Antonio da Rovigo. Daremmo lustro alla nostra povera città, finita in mano a indegni profanatori della spiritualità, e renderemmo il doveroso tributo ad un eroe locale".

L'ayatollah Contiero

Non cessa di stupire il leader della Lega, Antonello Contiero. Dopo essersi ripreso dall'intossicazione alimentare che lo aveva colpito qualche tempo fa, Contiero è tornato alla ribalta per la rottura con il nuovo vescovo di Rovigo, il B.V. Paolino. Il capo leghista, infatti, non avrebbe apprezzato la scelta dell'alleato di farsi nuovo rappresentante del mondo cattolico: "Ruolo che sarebbe toccato a me - spiega - dato che ormai la Lega è l'unico partito in grado di rappresentare la cristianità, oltre alla classe operaia, agli imprenditori e finanche gli stranieri perbene. Dirò di più, siamo l'unica forza politica in grado di rappresentare anche gli amici musulmani che se ne stanno a casa loro a integrarsi tra di loro". Contiero si è dunque autoproclamato ayatollah con il nome di Al Hemar, nome suggeritogli in sogno dallo stesso Maometto, proclamando la sua nuova missione di guida spirituale degli islamici padani: "Ma non di tutti - ha chiarito - Solo di quelli davvero oscurantisti". Apprezzamento è stato espresso via mail dal mullah Omar, dal suo rifugio segreto ipertecnologico in un'isola del Pacifico.
Subito, però, l'ayatollah Al Hemar ha aperto al dialogo con il B.V Paolino e gli altri leader religiosi: "Siete dei cani infedeli, ma ci accomuna quel nobile principio che del resto ha dato lustro alle grandi religioni monoteiste: l'intolleranza verso chi non la pensa come noi. Dunque uniamoci, standocene sempre e comunque ognuno a casa propria". Entusiasta la base leghista, che ha immediatamente snobbato il classico raduno di Pontida per seguire il proprio leader alla Mecca.

(nella foto: l'ayatollah Al Hemar prega assieme ai suoi fedeli)

lunedì 16 giugno 2008

Gianni dei boschi

Gianni Nonnato abbandona la Giunta provinciale per motivi religiosi. E' l'incredibile verità emersa dal tavolo di confronto nella maggioranza, dopo le dimissioni dell'assessore al Buon Senso. "Non ne potevo più delle posizioni oscurantiste del presidente Federico Saccardin - confessa Nonnato -. Ormai del tutto ripiegato sulle proprie convinzioni mazdeiste mi attaccava per la mia laicità, sostenendo fossi uno spirito maligno inviato da Ahriman". Nonnato ne ha comunque anche per il centrodestra. "L'entrata in scena di Paolo Avezzù come nuova guida spirituale dei cattolici dimostra una volta di più che in questo paese la politica non riesce ad affrancarsi dall'influenza delle religioni".
Per questo l'ex assessore ha deciso di dare vita a un'associazione neo pagana che lavorerà all'apostasia rispetto alle religioni monoteiste o, comunque, collegate a prospettive escatologiche o a logiche di contrapposizione tra il bene e il male. "Venerare le forze della natura - sottolinea ancora Nonnato - potrebbe aiutare a ritrovare poco per volta una dimensione di serenità e, perché no, di maggiore tolleranza dovuta a un approccio più umanista. Fai quello che vuoi nel rispetto degli altri: questa sarà la tua legge". Per questo il dirigente dello Sdi ha annunciato che assumerà la nuova identità di Víðarr, divinità vendicatrice della Natura della mitologia norrena. "Niente a che vedere con credenze neovichinghe - assicura - credo che in Polesine non vi sarà alcun Ragnarök. In ogni modo aspetto tutti al Parco Curiel il venerdì sera per celebrare i rituali del bosco. Sono emozionato: potrò finalmente indossare in pubblico l'abito da cerimonia che mi sono fatto preparare su misura!". Forza Italia protesta per la scelta del luogo delle celebrazioni: "Non vorremmo che questa sia una manovra per ostacolare la realizzazione del nuovo policlinico e della rotatoria di via dei Cappuccini", ha dichiarato il B.V. Paolino, guidando una tradizionale processione di devoti, incappucciati e con una grossa croce incendiata, attorno ad un African Shop.

Torna il cinema all'aperto

Dopo anni di chiusura, torna finalmente il cinema estivo in città, grazie alla buona volontà degli assessori Frigato e Romeo. "Gli alti costi dell'iniziativa avevano fatto naufragare il cinema all'aperto negli anni in cui io ero di destra - commenta ridendo la Romeo - Abbiamo dunque cercato di offrire ai nostri cittadini una rassegna di qualità, pur dovendo contenere le spese". L'idea è di proporre alcuni dei titoli più pregiati del cinema italiano, non limitandosi dunque ai bestseller dell'ultima stagione: "La gente ama i classici - dice Frigato - L'ho verificato durante i miei incontri nelle frazioni. Io e Nadia abbiamo selezionato una proposta che incontrerà i gusti di tutti i rodigini che rimarranno in città nei mesi più caldi". In attesa di vedere pubblicato il calendario delle proiezioni, ecco i primi titoli previsti in rassegna:
- Il silenzio dei prosciutti (1994), di e con Ezio Greggio
- Tex e il signore degli abissi (1985), di Duccio Tessari, con Giuliano Gemma
- Indio (1988), di Antonio Margheriti, con Francesco Quinn

- Atto di dolore (1991), di Pasquale Squitieri, con Claudia Cardinale, Bruno Cremer

- Mutande pazze (1992), di Roberto D'Agostino, con Monica Guerritore, Eva Grimaldi
- Chicken Park (1994), di Jerry Calà, con Jerry Calà, Demetra Ampton
- Va dove ti porta il cuore (1996), di Cristina Comencini, con Virna Lisi, Margherita Buy, Massimo Ghini

- Il conte Max (1991), di Christian De Sica, con Christian De Sica, Ornella Muti

- Prosciutto prosciutto (1992), di Bigas Luna, con Anna Galiena, Stefania Sandrelli

domenica 15 giugno 2008

Polli comunisti

La convivenza tra galline e iguanodonti nell'allevamento intensivo Eurovo di Occhiobello sarebbe all'origine della nascita di inquietanti galline giganti e - peggio ancora - dotate di raziocinio. Si tratta di animali tanto intelligenti da essere in grado di leggere, scrivere e analizzare criticamente le notizie dei giornali. Stupisce inoltre che tutti gli esemplari venuti alla luce stiano sfruttando l'elevato quoziente intellettivo per dotarsi di una solida preparazione marxista-leninista.
"Segno della corruzione morale in cui è precipitato il nostro bel Polesine", ha tuonato il B.V. Paolino, nuovo vescovo della diocesi, mentre inaugurava un raid neofascista in un campo nomadi. Il timore del centrodestra è che questi maxi-pennuti decidano di scendere in campo a difesa di cause come la trasformazione del centro commerciale Le Torri in centro religioso o il rifacimento dell'es chiesa di San Michele, organizzando delle brigate che contrastino lo strapotere delle ronde padane robotizzate. E' quanto sostiene l'etologo Konrad Boscolo: "Questi pennuti sono frutto del nostro tempo - spiega - Ci sono in giro dei dementi che agitano torce, forconi e croci celtiche, approfittando di una sinistra sempre più anemica e ottenebrata. Con gente del genere, non stupisce che le galline da cortile, per quanto giganti, abbiano deciso di assumersi delle responsabilità". Si dice indignato il centrosinistra: "Non abbiamo certo bisogno di squadracce di galline bolsceviche per difendere i più deboli", ha detto il coordinatore del Pd, Arnaldo Vallin, spalmandosi l'abbronzante. Preoccupata l'opposizione, che chiede un consiglio comunale tematico per approvare la costituzione di una consulta comunale ad hoc, che sia luogo di confronto tra le creature ciclopiche che abitano il territorio. Naturalmente il candidato presidente, secondo il centrodestra, è il Rhinoceros Zangirolamis. Temporeggia la maggioranza, in attesa di trovare un candidato di pari spessore tra le fila dei propri consiglieri.

Il primo miracolo del B.V. Paolino

A pochi giorni dalla sua autoproclamazione a nuovo vescovo, il B. V. Paolino Avezzù ha già compiuto il primo miracolo, trasformando il Rhinoceros Zangirolamis in un Rhinocerus Mannarus, in grado di tornare umano negli orari diurni. "Di più non si poteva fare - commenta dal pulpito del suo tempio - D'altro canto subiamo la pesante eredità lasciata dalle azioni del fronte bolscevico-terzomondista-buonista che oggi corrompe la società polesana. Il povero Zangirolami potrà almeno assumere di nuovo fattezze umane durante il giorno, mentre di notte dovrà sopportare ancora la terribile maledizione impostagli dai seguaci di Odino".
Si è poi riunito il primo vertice del contro-sinodo lanciato dal B.V. Paolino per ripristinare l'integrità del messaggio cristiano, corrotto da infiltrazioni comuniste nella chiesa polesana. "E' ormai certo - dice il nuovo vescovo - che ciò è accaduto anche grazie a spregiudicate operazioni simoniache foraggiate dalla Corea del Nord, attraverso il consigliere Cristiano Pavarin". Il B.V., accompagnato dal vicario Matteo Zangirolami e dal segretario pastorale Aldo Guarnieri, ha deciso di rivolgersi in primis ai giovani che, in assenza di valori forti, potrebbero farsi trarre in inganno da sirene bolsceviche, dai rimti invitanti di tamburi africani o dal prelibato aroma del fumo afghano. "Innanzitutto sfatiamo una prima leggenda - spiega il B.V. - Gesù non è nato in Palestina, come affermato da certi fiancheggiatori del terrorismo islamico, ma a Pellestrina dove è più facile campare fino a 33 anni". Il contro-sinodo è al lavoro anche sulla revisione del calendario, con santi consoni a una corretta lettura del messaggio evangelico. "Se Zangirolami dovesse soccombere alla barbarie dei neo-vichinghi potrebbe essere ricordato con gratitudine dalla posterità come san Matteo Protomartire. Sicuramente verrà cassato quel terzinternazionalista filocubano di San Giuseppe Lavoratore".

sabato 14 giugno 2008

A ruba i biglietti per Mario & Jerry

I recenti sviluppi della crisi sanitaria causata dai fenicotteri mutanti hanno messo in dubbio la realizzazione del Fenicacca Aid sognato da Bob Geldof per il Polesine. Ma il solo annuncio del ritorno sulle scene del duo Mario Borgatti-Jerry Lewis è bastato a scatenare la corsa alle biglietterie, con numeri da tutto esaurito. Indipendentemente dalla manifestazione di beneficienza, dunque, lo show dello storico duo si farà. Lo ospiterà, come previsto, l'Interporto di Borsea, per l'occasione trasformato in un'arena, adatta ad accogliere migliaia di persone.
"Mario & Jerry sono entusiasti come due ragazzini - racconta la loro agente, Demetra Schwarzkopf - Stanno lavorando alle loro gag storiche, ma anche a nuovi numeri, ispirati agli anni più recenti della loro carriera, perchè anche gestire un Interporto perdendo centinaia di migliaia di euro l'anno può rivelare sorprendenti spunti comici". A condurre la serata sarà probabilmente Renzo Marangon, amico di Borgatti e fan devoto di Jerry Lewis, nonchè rinomato istrione dei consigli regionali e provinciali e delle feste di Forza Italia. "Ho stirato il mio frac e fatto la permanente - dichiara, passandosi la mano tra i capelli, sulla nuca - e non vedo l'ora di sfornare tutto il mio repertorio di barzellette a sfondo erotico per un pubblico maturo. La sapete quella del marito insoddisfatto e della bottiglia di ketchup?"