domenica 22 giugno 2008

Il processo di pace

"Sono anche assessore alla Pace e il mio dovere è mediare nei conflitti, cercando un compromesso tra le opposte fazioni". Spiega così, l'assessore Giovanna Bruna Pineda, le ragioni che l'hanno spinta ad approvare il piano speciale "San Michele-Zelo: ogni cosa al suo posto senza ochezare". Il piano, elaborato completamente da Nello Piscopo, prende atto dei due fronti di guerra più sanguinosi delle ultime settimane: il progetto San Michele, su cui la destra, dopo aver inutilmente cercato di scannare la sinistra, sta ora tentando di scannare se stessa; e il progetto per portare la base Usa di Vicenza a Zelo, fortemente voluto da Renzo Marangon e osteggiato dai suoi stessi colleghi di partito. Il piano di Piscopo è semplice: "Spostare il San Michele a Zelo, dove oggi c'è la base dismessa. E collocare la base americana al San Michele". Quasi unanime il consenso: "La figura di Piscopo - commenta il sindaco Fausto Merchiori - è l'unica in grado di mediare all'interno del conflitto. Sia perchè attualmente consigliere di Forza Italia e dunque capace di inserirsi nelle dinamiche del proprio partito, sia perchè dotato dell'imponenza fisica necessaria per placare gli animi più infuocati. Completa il suo pregevole curriculum il suo passato di rifondarolo: in questo senso Piscopo riesce ad essere una figura bipartisan, capace di adattarsi alla mutevolezza dei contesti". Apprezzamento anche dall'ayatollah Antonello Contiero: "Ritengo che le baracche cadenti di Zelo siano più che adeguate per quei quattro negri di merda - ha commentato con l'usuale sobrietà - Ma si sarebbe potuto spingersi oltre, magari rinchiudendo a Zelo anche la Pineda e quel bolscevico del vescovo. Quanto all'idea di collocare una base americana in centro a Rovigo, dico no: fino a prova contraria, sono extracomunitari anche loro e hanno la brutta abitudine di invadere altri paesi, invece di starsene a casa loro, che è l'unico modo per non avere scazzi con nessuno".
In attesa che gli accordi di pace portino a una tregua all'interno del Pdl, le Nazioni Unite hanno comunque approvato l'invio di un plotone di caschi blu per difendere l'assessore regionale Renzo Marangon.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul fronte immigrazione l'assessore Marangon avrebbe rilasciato una brillante battuta.
«Quale è la capitale del Sudan? Rexona»

Anonimo ha detto...

Il consigliere comunale Aldo Guarnieri, invece, avrebbe omaggiato Renzo Marangon di una barzelletta classica, rielaborata per l'occasione. "Una signora va all'anagrafe e chiede di cambiare nome. "Mi chiamo Merda Marangon". L'impiegato strabuzza gli ho occhi e dice: "Capisco, come vorrebbe cambiarlo?". E la signora: "Pensavo a Merda Rossi".

La Ghenga ha detto...

Aldo Guarnieri smentisce di avere mai raccontato la barzelletta sulla signora Merda Marangon.
Marangon smentisce di avere una parente di nome Merda.
Un impiegato dell'anagrafe smentisce che si tratti di una barzelletta.
Ce ne scusiamo con gli interessati.