domenica 31 maggio 2009

Le visioni di Leonida Gusmaroli #28

Sconcertanti le previsioni di Leonida Gusmaroli di questa settimana. Non c'è più nulla da prevedere, perchè non c'è nessun futuro! Com'è possibile? Ce lo spiega il nostro veggente di fiducia nella righe che seguono, mentre noi cerchiamo di contenere le palpitazioni...

Il futuro non c'è più
Una concomitanza di eventi astrologici, politici e fisici creerà un'alterazione, forse permanente, dello spaziotempo polesano, tale per cui il continuum si avviterà su se stesso in un eterno presente. Il futuro smetterà di esistere e Rovigo sarà governata in eterno dagli stessi amministratori, mentre le campagne elettorali che si ripeteranno ciclicamente verteranno costantemente sui temi di sempre. La Nogara-Curicchi, che non sarà mai realizzata, sarà al centro di un dibattito eterno, mentre proseguiranno senza finire i lavori della Valdastico Sud. ("Ce la prendiamo comoda, tanto ormai tutti sanno che è un'opera assolutamente inutile", commenterà ironico l'assessore provinciale ai Lavori Pubblici.) La riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle rimarrà in eterno stallo, mentre il rilancio del Parco del Delta del Po verrà proclamato periodicamente senza mai di fatto prendere forma compiuta. Nessun comune polesano sfuggirà alla prigione spaziotemporale, nè alcune ente si dimostrerà capace di trovare le strategie per uscirne. La ditta Gusmaroli Snc, specializzata in visioni e previsioni, chiuderà i battenti, causa mancanza di futuro, e si trasferirà in Polonia. Solo dopo un po' alcuni cittadini inizieranno a rendersi conto che qualcosa non va: "Mi sono accorto che il regalo del mio compleanno era identico a quello di due anni prima - testimonierà il leader dei rivoltosi - Poi ho constatato che stavamo facendo campagna elettorale sugli stessi argomenti della precedente, che a capo degli enti, dei consorzi, delle associazioni di categoria ci sono sempre le stesse persone, che tutto resta sempre uguale. E' stato come svegliarsi da un sogno e precipitare in un incubo".
Solo con l'aiuto di Gaio Barfowskji e non senza trovare resistenze nell'establishment, i rivoltosi costruiranno un macchinario in grado di liberare Rovigo dalle secche spaziotemporali. Nel frattempo nel mondo esterno sarà già il 2064.

sabato 30 maggio 2009

Lo zio Kim in Polesine

Tour polesano per Kim Jong Il che, messe da parte per qualche giorno le polemiche sui testi nucleari in Corea del nord, è arrivato a Rovigo per sostenere la corsa del Mpv di Beppe Osti alle prossime provinciali.
Il Caro Leader ha effettuato una lunga serie di incontri nel territorio e, a dispetto delle notizie di un suo grave malore nei mesi scorsi, è parso in splendida forma e decisamente di buonumore. “Invito i cittadini ad andare a votare in massa per il rinnovo della leadership di Palazzo Celio – ha detto Kim Jong Il – con il contributo di Beppe Osti la Provincia di Rovigo, anche nelle mani di Antonello Contiero, potrebbe diventare un ente locale di tipo Juché e rivestire un ruolo chiave nella stessa costruzione del socialismo. Dare il voto al Mpv significa concretamente lavorare per edificare per il 2012, centenario della nascita del Presidente Kim Il Sung, un Polesine ancor più potente e prospero”. Kim Jong il ha poi visitato diversi stabilimenti incontrandone i lavoratori, compresi quelli della centrale termoelettrica di Polesine Camerini. “E’ una questione strategica che va affrontata fuori dalle tensioni della campagna elettorale – ha detto il presidente nordcoreano – non nascondo che mi piacerebbe convertirla a cioccolato. Tanto proposta stupida, per proposta stupida…”. La battuta diverte moltissimo proprio Beppe Osti: “Noli rogare, quom impetrare nolueris – dice ridendo – noi siamo per il nucleare e voi ci metterete a disposizione la tecnologia, visto che voi la sapete lunga”. Pronta la risposta di Kim Jong Il: “Rem tene, verba sequentur, caro Beppe. Intanto pensa a ottenere un buon risultato alle urne, poi si aprirà il dibattito”.
La visita si è poi conclusa con una grande festa in spiaggia a Rosolina Mare organizzata da Ermenegildo Ghezzo coronata da un dj set dello stesso Kim Jong Il che ha proposto brani remixati della tradizione del Monte Paektu, accompagnati da un grandioso spettacolo pirotecnico offerto dall’esercito popolare coreano. Attimi di tensione si sono registrato quando un paio di razzi a media gittata sono finiti fuori rotta e hanno quasi colpito le sponde di Rovigno. “Così va bene, invece – ha detto Osti – noi siamo qui proprio perché si parli del Polesine e se servono anche un paio di petardi ben venga”. Ragionamento condiviso dal candidato del centrodestra Antonello Contiero che, anzi, ha sottolineato la necessità che il Polesine ragioni sul dotarsi di strumenti balistici: “In caso di vittoria annuncio il lancio di un missile nel giorno dell’insediamento come test per la messa in orbita di un satellite geostazionario. Quello che ci prepariamo a mandare in orbita servirà per l'esplorazione pacifica dello spazio e non vi è alcuna risoluzione dell'Onu che possa vietare a una Provincia di esplorare lo spazio”.

Il clown colpisce ancora

E' vivo per miracolo il consigliere comunale Nello Piscopo, vittima ieri di un incredibile incidente con due tram in pieno centro a Rovigo.
"Si è salvato solo grazie agli airbag laterali, altrimenti lo avrebbero sbriciolato come pasta sfoglia", dichiara il medico curante, dottor Daniele Luttazzi. "Ma il modello di Suv guidato da Piscopo non ha gli airbag laterali!", puntualizza il vigile Calogero Penolazzi, sopraggiunto per primo sul luogo del drammatico impatto. E non è l'unico mistero in questa vicenda: ad esempio, che cosa ci facevano due tram su binari a Rovigo? L'assessore Nadia Romeo smentisce che la Sita abbia in dotazione simili mezzi. Del resto i guidatori dei due mezzi si sono volatilizzati poco dopo l'incidente, mimetizzandosi tra la folla di beoti accorsi a guardare i vigili mentre cercavano di estrarre piscopo dalle lamiere. "Maledetto barz...", ha mormorato il consigliere del Pdl, prima di addormentarsi serenamente, sedato da una maxi flebo di crema pasticcera.
E' sempre più evidente che dietro a questo incidente, che ha l'aria di una grottesca burla, ci sia la mano del Barzellettiere demoniaco, il malvagio pagliaccio che impazza per il Polesine, raccontando barzellette agghiaccianti e facendo scherzetti da prete. Agli inquirenti sarebbe arrivato infatti un messaggio di rivendicazione, tenuto ufficialmente top secret, ma in realtà trapelato per vie misteriose (hanno fatto alcune copie in copisteria e si sono dimenticati di ritirare l'originale dal vetro). "Ho fatto un bello scherzo al consigliere Piscopo e lui è solo il primo - si legge nel volantino -. A proposito, lo sapete qual'è la differenza tra una torta in faccia e una che rimane incinta? Sono entrambi scherzi del cazzo! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!"

venerdì 29 maggio 2009

Romanzo Pulp - Capitolo secondo?

"Stai accelerando troppo, rischiamo di..." Le parole si troncano in gola al mio compagno di viaggio. E' troppo tardi. Ho premuto troppo sull'acceleratore, mentre abbandonavo l'interporto. Non mi sono accorto del pericolo. Quell'enorme buca sulla strada che percorre la zona industriale si è allargata troppo. Si è allargata talmente tanto che è diventata un varco spaziotemporale. Ci hanno messo un po' di bitume, ma non è bastata. E noi ci siamo finiti dentro, con la macchina e tutto, come scriverebbe Mattia Signorini.
Riapriamo gli occhi e ci troviamo a testa in giù. Il mio compagno di viaggio non dà segni di vita. Ebbene, lo confesso: ho mentito a Renzo Marangon. Non sono un automa con le fattezze di Monello Vianello e comandato da lui medesimo a distanza. L'automa era il mio compagno di viaggio, spacciato per Celio Rodigino e manovrato, questo sì, a distanza da Monello Vianello. Io invece sono Celio Rodigino, quello vero, mascherato da automa con le fattezze di Monello Vianello, per confondere le acque. E ora mi ritrovo non so dove e non so quando. Con un robot spento come unica compagnia. Vabbè. Mi sgancio la cintura e cerco di uscire dalla macchina. Mi chiedo dove potrei essere capitato. Quando ti si apre uno sfasamento spaziotemporale davanti ti chiedi sempre dove finirai: ad Haiti, prima dello sterminio dei popoli indigeni? Nel 1461 durante l'assedio di Trebisonda? In una zona remota e deserta dell'Artico, nel terzo secolo dopo l'invenzione di Cristo, ad annoiarmi a morte, mentre da tutt'altra parte accade di tutto, tipo la rivolta dei Bagaudi? Se vogliamo metterla così, sono le occasioni in cui uno riflette sul senso della vita e sulle mille possibilità che ci sarebbero potute capitare.
Fuori dall'abitacolo mi ritrovo in un grande prato pieno di margherite. A chiazze, all'orizzonte, si intravvede una foresta rigogliosa di latifoglie. Non c'è traccia di esseri umani, nemmeno una casetta isolata. Respiro l'aria fresca e penso che in fondo non si sta male qui. Ma qui dove? Mentre cerco di ramazzare dal bagagliaio della macchina qualcosa che possa tornarmi utile, vedo una banda di strani ceffi avvicinarsi a grande velocità. Che siano pericolosi? In ogni caso ho sotto il giubbino un mitragliatore Uzi. Ci provino ad alzare un dito. Man mano che si avvicinano fatico a credere ai miei occhi. Vedo distintamente tre pecore e un ghiro. Camminano eretti. Tutto ciò è piuttosto strano. Tengo il dito sul grilletto del mitragliatore. Il ghiro, dall'aria un po' ottenebrata, si stacca dalla compagnia e si avvicina, salutando cordialmente. Sono allibito. "E tu chi sei straniero?". Non gli rispondo, chiedo invece dove diavolo sono capitato. Arrossisce. "Mi scuso con te per la mia scortesia - dice - Io sono Casimiro il Ghiro. Benvenuto nel meraviglioso paese di Pipponia".

Romanzo Pulp - Capitolo primo

"Tirati su quelle braghe, ti si vede il pelo pubico!" La mia domanda lo infastidisce. Mi rivolge uno sguardo velenoso: "E tu che cazzo vuoi? Chi sei?" Il piazzale dell'Interporto è soffocato dal sole delle due del pomeriggio. Il calore fa tremolare l'aria e distorce le immagini in distanza. Guardo con aria divertita questo gruppetto di breakers che cazzeggia in questo ampio spiazzo di cemento e asfalto, completamente deserto. Fornisco le mie generalità al maleducato, che scoppia a ridere. "Non puoi essere Monello Vianello. Tutti sanno che si trova a Prypiat e che a Rovigo non ci vuole più mettere piede! Mi hai preso per fesso? Ma lo sai chi sono io?"
Lo so benissimo, gli rispondo. Gli dico che non pensavo che uno come Renzo Marangon passasse i pomeriggi a fare il teppistello di periferia. "Anche tu, Mario, hai pure una certa età!", gli dico, con fare patetico. Marangon fa per incazzarsi, ma Borgatti lo placa. "Da quando mi hanno tolto la segreteria di partito non ho quasi più nulla da fare - mi replica, tra l'acido e il depresso - E ho un animo troppo gagliardo per arrendermi a dare da mangiare ai piccioni al parco o vagabondare al centro commerciale in cerca di aria condizionata". Marangon gli fa cenno di tacere: "Prima ci dici chi sei, tu che ti spacci per Monello Vianello!" Sbuffo. Questo ragazzo è davvero indisponente. Ebbene, dico, ti spiego tutto, stronzetto saccente.
Gli spiego che in effetti Monello Vianello è fisicamente a Prypiat, in Ucraina. Io sono un automa con il suo aspetto, manovrato a distanza via satellite e comandato da Monello Vianello attraverso un'interfaccia per la realtà virtuale. Quando non sono in funzione mi tengono al sicuro in un magazzino in centro. Non sto a spiegargli perchè esisto e cose del genere. Sembra che Marangon si accontenti della mia spiegazione. "E tu, con tutto il lavoro che hai da fare a Venezia, perdi il tuo tempo qui?", lo incalzo. Mi risponde che lui e Mario sono come fratelli di sangue. Che bisogna godersi la vita con gli amici più cari, specie quando cercano di toglierti tutto quello per cui ti sei fatto un culo così. "Sto bene qui - mi dice - Fanculo quei quattro fighetti che ci ghettizzano. Noi nel ghetto ci stiamo bene. Ascoltiamo musica hip hop, ci sballiamo e quando arriva Paolino, dopo il lavoro, facciamo a ruota alta col Fifty". Mario caracolla sullo skateboard, tentano un audace salto di un cordolo di cemento. La tavola ricade a terra con uno schiocco, che rimbomba nel silenzio del piazzale. Faccio per porre la domanda cruciale, quella per cui da una settimana inseguo senza fortuna Renzo e la sua banda. Ma vengo interrotto. "Ancora voi?", grida una voce. Giuseppe Fini si affaccia al balcone della sede dell'interporto, agitando il pugno. "Ragazzacci, finisce che vi dò una bella lezione! Non potete stare qui!" Alcune settimane fa un ragazzino è caduto in un tombino. Ma dicono che ce l'abbiano buttato apposta per dispetto. "E' tornato il vecchio! - grida ridendo Renzo - Diamocela a gambe, raga!" Saltano in sella alle bici e schizzano via prima che io riesca a fermarli. Fini esce agitando minacciosamente una scopa. Mi infilo in macchina e sgommo. "Te l'avevo detto che era una perdita di tempo", mi dice Celio Rodigino, sghignazzando, mentre lasciamo l'interporto a tutta velocità.

giovedì 28 maggio 2009

Pinocchio di nuovo sugli schermi

"Accetto l'invito di Cicciuzzo Sconciaforni e torno al cinema". E' Pinocchio a dare l'annuncio, mentre i falegnami lo stanno ancora asciugando con giganteschi phon dopo che è stato ripescato dal Po in cui era caduto inghiottito da un'onda anomala nei giorni della piena.
“Purtroppo i ripetuti incidenti degli ultimi mesi hanno prosciugato i fondi della mia polizza infortuni – spiega l’artista pistoiese – devo dire con grande rammarico che la sanità pubblica non è molto generosa con noi burattini. Per fortuna questo Cicciuzzo Sconciaforni, che è venuto a presentarsi poche ore fa, mi ha fatto questa proposta: mi ha detto che si tratterà di un soggetto che mi coinvolgerà a fondo nella sfera più intima. Spero sia una bella storia: devo ammettere che non conosco molto la poetica di questo giovane autore che mi ha fatto firmare subito un contratto. Puoi spiegarmi a questo punto cosa devo fare? Perché continui a ridere in maniera così sguaiata?”.
Immediata la risposta di Cicciuzzo Sconciaforni. “Dovevi leggere bene le righe piccole, vecchio mio – dice – hai accettato di darti in sostanziale schiavitù a me. In ogni modo, per trovare il titolo della pellicola è bastato sostituire la lettera iniziale del tuo nome con una bella F. Ah, ah, ah, beata ingenuità. Ti ho inculato!”. Cicciuzzo ha poi anticipato i titoli delle pellicole che vedranno protagonista il personaggio di Collodi. “Ovviamente ho grande rispetto dello spessore artistico di Pinocchio – afferma – per questo a lui affiderò solo ruoli di primo piano. Sarà il protagonista principale, per esempio, in Penocchio in cui, grazie ad alcuni effetti speciali, non sarà il suo naso ad allungarsi. E poi pensavo di proporre il rientro sulle scene a Federica Zarri nella favola moderna “Pinocchio e la fata Bocchina”. Poi non escludo di tornare davanti alla telecamera, perché mi piacerebbe davvero cimentarmi sul set con il noto artista pistoiese”.

(nella foto un compiaciuto Cicciuzzo Sconciaforni abbandona la falegnameria Semi-Pro dopo la firma del contratto con Pinocchio)

"L'attacco al Caro Leader è strumentale!"

"Invito a non inquinare la campagna elettorale per le provinciali con queste squallide polemiche. C'è evidentemente chi mi vuole eliminare dalla scena pubblica e pensa di farlo sfruttando i più subdoli mezzucci. Non pensi di passarla liscia".
Raggiunto dai nostri microfoni, il candidato dell'Mpv, Beppe Osti, critica duramente chi strumentalizza quanto accade in questi giorni in Corea del Nord per biechi fini elettorali: "Si attacca il Caro Leader Kim Jong Il per attaccare il sottoscritto - dichiara - Tutti sanno dell'amicizia e del sostegno di cui il Caro Leader mi onora e forse qualcuno lo teme al punto da lanciarsi in improvvidi colpi di coda. Lo trovo vergognoso. Non ci faremo intimorire: annuncio invece che l'amico Kim verrà in Polesine nelle prossime settimane per sostenere la mia candidatura a fianco di Antonello Contiero". Per Osti gli esperimenti atomici della Corea del Nord sono solo un pretesto per inquinare la campagna elettorale.
Tesi su cui concorda anche il nostro politologo di riferimento, Terenzio Gasparetto: "Di Osti non mi potrebbe fregare di meno - ci dice - ma ritengo che questo attacco al Caro Leader sia del tutto strumentale". Terenzio argomenta la sua posizione con alcune domande: "Primo: perchè se la Corea e l'Iran hanno le armi atomiche è un problema, mentre va bene se ce le hanno Pakistan e Cina? Secondo: perchè paesi dotati di armi atomiche non vogliono che altri se ne dotino? Ricordiamo che l'unico paese ad usare l'atomica nella storia del mondo sono stati gli Stati Uniti. Dopo aver polverizzato Hiroshima e Nagasaki hanno forse smantellato il loro arsenale in preda al pentimento? No, anzi, accrescendolo esponenzialmente hanno dato vita ad un'escalation. La Corea del Nord non mi risulta che abbia mosso guerra a nessuno nel recente passato, perchè fa tanto paura? Terzo: la questione dei diritti umani. Perchè la Corea del Nord è stigmatizzata come regime antidemocratico e non lo è la Cina? Se siamo appassionati di diritti umani, perchè facciamo affari con l'Arabia Saudita? Quarto: perchè si tirano in ballo le Nazioni Unite, visto che tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno arsenali atomici? Dove sarebbe la credibilità dell'Onu in questo caso?"

mercoledì 27 maggio 2009

La guerra etrusca dei conigli

Si accende oltre ogni previsione la campagna elettorale ad Adria, i cui abitanti ormai beneficiano settimanalmente degli show offerti dal futuro sindaco, Gino Spinello, coadiuvato dal re dei mattatori politici, l'avvocato Gigi Migliorini.
Quella che passerà alla storia come "l'escalation del coniglio" ha raggiunto una delle massime vette sabato, quando il candidato del Puf, Sandro Gino, invece del solito comizio infuocato, ha attraversato la città a bordo del celebre Coniglio Napoleon, il natante usato dai pirati di Beppe Osti e Adino Rossi per dare la caccia a Vianello Monello e poi affondato in pieno Oceano Indiano. Spinello ha spiegato di essere riuscito a procurarsi la barca, che prende il nome dall'enorme vasca a forma di coniglietto che la sovrasta, attraverso un vecchio armatore cingalese che ne aveva rinvenuto il relitto a poca distanza dalla costa. "E' stato ben lieto di vendermela a un prezzo ragionevole - ci racconta - Io ho solo provveduto a restaurarla e fare qualche modifica. Ad esempio, la vasca che allora era stata riempita di Happy Hope, adesso trabocca di giallo Tassoni. Un allegro e surreale riferimento al palazzo per cui corro in questa tornata".
Il barcone ha navigato lentamente lungo il Canalbianco, sparando a tutto volume "White Rabbit" dei Jefferson Airplane, eletta da Migliorini la canzone simbolo della campagna elettorale. "Bobo Barbujani, questo conigliazzo è per te! - ha dichiarato al megafono Spinello - Così impari non solo a non avere accettato la sfida al confronto elettorale, ma anche ad esserti preso gioco di noi! Questa ce la paghi tutta!" Nel bando di sfida, infatti, Spinello prometteva che avrebbe dato del coniglio a Barbujani se non avesse accettato il faccia a faccia. Ma Bobo, con altrettanta classe, aveva appeso nella propria sede elettorale il volantino, apponendovi una sagoma di coniglio e la scritta "Già fatto!" Da qui l'escalation a suon di conigli. Nelle scorse settimane la vettura di Bobo è stata fatta oggetto di un nuovo raid vandalico (nella foto), che dimostra come la situazione sia scappata di mano. "Non sono stato io, ma trovo che quel maggiolone a forma di peluche sia grazioso", commenta il candidato del Pd.
Abbiamo chiesto un parere sui toni di questa campagna elettorale al professor Nathaniel Horowitz, dell'Università di Boston. "Non parlerei di toni accesi, perchè farebbe pensare a uno scontro fisico, a qualcosa di molto serio, insomma. Piuttosto, è come... ci sarebbe un esempio calzante ma non so come esprimerlo...", ci dice, mentre sullo sfondo sentiamo suoi figlio di cinque anni litigare con l'amichetto perchè il pallone è suo e allora si gioca a quello che vuole lui.

Contiero e Pavarin criticano Costato

“Dobbiamo essere modesti e prudenti, dobbiamo evitare ogni presunzione e ogni fretta soverchia, e dobbiamo servire con tutto il nostro cuore il popolo polesano”. Antonello Contiero (nella foto), candidato alla presidenza della Provincia di Rovigo per il centrodestra e già componente della giunta comunale maoista di Antonio Costato, attacca proprio quest’ultimo dopo il suo invito elettorale all’astensionismo rivoluzionario.
“Non è corretto parlare di maoismo – precisa subito Contiero - ma di marxismo-leninismo-pensiero di Mao, Mao non ha fondato alcun movimento comunista nuovo infatti, si è attenuto ai principi del marxismo-leninismo e lo ha difeso e sviluppato, specie sul versante della lotta contro il revisionismo moderno. Costato questo lo dovrebbe sapere bene, ma pare dimenticarlo forse perché accecato dal culto della propria personalità. Nascondendosi dietro un frasario e un insieme di proposte ultrarivoluzionarie non fa ciò che è davvero rivoluzionario: ottenere il massimo risultato possibile nelle condizioni oggettivamente date. Per questo mi sono candidato con la coalizione che me lo ha permesso, senza dimenticare che lo stato borghese non si trasforma, ma si abbatte”.
Contiero sostiene che i sondaggi paiano dargli ragione. “Il risultato si annuncia identico e vittorioso in tutte i collegi: in una provincia fortemente legata alla atavica tradizione religiosa e alla reincarnazione dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, un rivoluzionario comunista marxista-leninista che riconoscendo nella figura e nell'opera del Presidente Mao la teoria del marxismo-leninismo elevata allo stadio superiore della guerra popolare, sta guidando e portando alla vittoria il popolo del Polesine e dimostrando di fronte al mondo intero che un autentico Partito Comunista, anche se nel quadro di un’alleanza nominalmente di centrodestra, può guidare i popoli oppressi alla vittoria. Questo sarà certamente di sprone ai combattenti rivoluzionari di Sendero Luminoso in Perù e ai popoli oppressi che lottano nel mondo contro l'imperialismo. Abbiamo iniziato a fare pulizia con la componente di Renzo Marangon, poi proseguiremo con l’attuale amministrazione provinciale, poi ne cda delle aziende pubbliche popolati di trombati, poi all’interno della coalizione, anche se questo ultimo punto vi pregherei di non scriverlo sennò Mauro Mainardi e Luca Bellotti si inquietano. Comunque il programma delle epurazioni lo tiene Cristiano Pavarin a casa sua nel ripostiglio delle mazze da baseball”.
Pavarin conferma: “E’ vero, ma ora sposterò il foglietto altrove. Inoltre non date troppo peso alle eventuali sparate razziste che verranno fatte in campagna elettorale dal compagno Antonello. Non ci crede, ma sa che a tanta gente piacciono certe schifezze. Quando governeremo, realizzeremo un ampio piano di rieducazione che coinvolgerà anche il compagno Costato che sembra essere stato deviato dalla vertigine dei passati successi. I successi hanno però anche le loro ombre, soprattutto quando essi sono ottenuti con una “facilità” relativa, e giungono per così dire “inattesi”. Simili successi alimentano talora la presunzione e la superbia: <>, <>. Essi, questi successi, non di rado inebriano la gente, e allora s'incomincia ad avere la vertigine dei successi, allora si perde il senso della misura, si perde la capacità di comprendere la realtà, sorge la tendenza a sopravvalutare le proprie forze e svalutare le forze dell'avversario, si fanno tentativi temerari di risolvere <> tutte le questioni dell'edificazione socialista. Allora non c'è più modo di ricordarsi che i successi riportati debbono essere consolidati e che si deve valersene sistematicamente per un'ulteriore marcia in avanti. A che scopo consolidare i successi riportati? Anche così dicono, possiamo arrivare, <>, alla vittoria completa del socialismo. <>, <>. Di qui il compito del partito: condurre una lotta decisa contro questi stati d'animo pericolosi e nocivi al lavoro costruttivo, e liberarne il partito”.
Insomma, una vera e propria dichiarazione di guerra al vecchio leader della Giunta rivoluzionaria rodigina.

martedì 26 maggio 2009

Caccia al pagliaccio!

"Non sono io il cosiddetto Barzellettiere demoniaco e posso fornire numerose prove a mia discolpa". E' una rettifica secca e chiara, quella di Renzo Marangon, accusato ingiustamente dal nostro collaboratore Nando Formaggiaro di essere il misterioso clown che semina il panico in Polesine, raccontando barzellette antidiluviane durante gli eventi della Rovigo bene.
"La teoria del signor Formaggiaro, pace all'anima sua, secondo cui io sarei una specie di cattivo da comic book e avrei intenzione di aprire un luna park degli orrori si commenta da sè - dice l'assessore regionale - Del resto ho quintali di prove che io non sono questo sedicente clown. Per dirne una, la sera in cui il vostro collaboratore è stato ucciso a colpi di pistola giocattolo io me ne stavo comodamente seduto al ristorante con il mio buon amico Jacopo Carlotti, che mi stava intervistando per la Voce in vista della campagna elettorale per le elezioni regionali 2010. Resto comunque a disposizione degli inquirenti per le indagini sulla morte di quel cretino mitomane".
La Polizia di tutta la contea sta fermando decine di individui sospetti, mettendo in difficoltà circhi e appassionati di giocoleria. L'efferatezza con cui è stato compiuto l'omicidio di Formaggiaro, il cui corpo era letteralmente crivellato dalle ventose di gomma sparate dall'arma del clown, ha sconvolto l'opinione pubblica. "Occorre decisione per fermare questo pisco.. pissico... psicopatico - tuona il commissario Basettoni, già conosciuto per le indagini sul rapimento di Cicciuzzo Sconciaforni - Ci dispiace per l'irruzione nel reparto Maternità dell'ospedale di Rovigo, dove abbiamo arrestato alcuni giovini sospetti che facevano clownterapia alle gestanti. Tre di loro hanno partorito prematuramente per la paura. D'altro canto dobbiamo battere tutte le piste, anche nel loro interesse. Dopo la morte di Pagliaccio Farfallo e l'aggressione di un ragazzino al Mc Donald da parte del pagliaccio Ronald, è evidente che quella dei clown è una piaga della società. Va estirpata subito, senza por tempo in mezzo!"

"Mario, cambia sponda!"

Roberto Benigni invita Mario Borgatti ad abbandonare il Pdl per aderire al Pd. Una richiesta clamorosa quella del popolare attore toscano, che ha incontrato l’ormai ex numero uno azzurro in fila ai bagni di Palazzo Roverella.
“Non conoscevo Borgatti e nemmeno la vostra città – ha detto Benigni – ho deciso di scendere in Polesine qualche giorno su consiglio del mio fraterno amico Pinocchio che, purtroppo, non ha potuto raggiungermi perché travolto da un’onda anomala mentre guardava il Po in piena sull’argine di Polesella. Mi auguro lo ritrovino presto: del resto essendo di legno dovrebbe galleggiare. In ogni modo, perso un amico me ne son fatto un altro, ossia il vecchio Mario”.
L’incontro viene raccontato dal premio Oscar. “Ero in fila per andare in bagno, quando Mario mi passa davanti con una progressione degna d’un fondista come Maurilio De Zolt. Gli grido: dove vai, bischero? Guarda che c’è altra gente prima di te. E lui brillante m’ha risposto: libertà vo cercando, ch'è sì cara”.
Una citazione dantesca che ha spiazzato Benigni, appassionato divulgatore dell’opera del Sommo poeta. “Mi pareva ineducato dire che mi stavo pisciando addosso – afferma Borgatti – e poi temevo che Benigni, irriverente come è, mi desse del vecchio prostatico. In tal caso gli avrei reso la pariglia sfidandolo in una gara di sci dove lo avrei umiliato. Comunque per stemperare la tensione, del cul feci trombetta”.
Cosa che l’attore ha apprezzato moltissimo, facendolo sciogliere in un largo sorriso. “La miscela di gas emessa da Mario mi ha reso euforico – spiega – e mi ha ricordato che non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso. E poi lo viso mostra lo color del cuore. Figuriamoci il resto!”.
Entrati in confidenza, i due si sono raccontati le ultime vicende professionali. “Mario – racconta Benigni - si è entusiasmato quando gli ho spiegato che ero prossimo a partire per un tour americano che mi avrebbe portato in Argentina, Canada, Usa. Mi ha invitato ad andare a visitare il rinomato pastificio della famiglia Borgatti a New York, condotto da suo fratello Luigi. Lo segnalerò all’Istituto italiano di cultura. Ma pure mi sono contristato nel sentire la storia di cui è protagonista il mio nuovo amico, allontanato da quattro giovinastri ingrati dal partito di cui è stato demiurgo”.
“E’ vero – dice commosso con un filo di voce l’ex leader azzurro - dette mi fur di mia vita futura parole gravi, avvegna ch'io mi senta ben tetragono ai colpi di ventura. Molti han giustizia in cuore e tardi scocca per non venir senza consiglio all'arco; ma il popol tuo l'ha in sommo della bocca”.
Da qui l’accorato invito di Benigni: “Oh Mario! Molla il Pdl ed entra nel Pd! In fondo cosa vuoi che cambi per una “l”? Amor mi mosse, che mi fa parlare! Ti accoglieremo a braccia aperte come facciamo con chiunque lo chieda, meglio se destro”.

lunedì 25 maggio 2009

ESCLUSIVA: Carlotti si confessa!

"Come diceva don Luigi Sturzo la mia missione è stata quella di portare la vita spirituale nella vita politica. Non è assolutamente vero, ma come sapete devo sempre iniziare i miei sagaci interventi con la citazione di un filosofo".
A parlare è Jacopo Carlotti, valente opinionista del quotidiano La Voce di Rovigo, che per l'occasione non intende piantare un pippone interminabile su questo o quel politico locale, ma annunciare un raddoppio del proprio impegno di columnist. "Intanto chiamatemi dottore - ci dice Carlotti - in ogni modo inizierò a curare io la rubrica Good Morning Rovigo sul Corriere del Veneto. Il terribile incidente automobilistico che ha coinvolto il mio fraterno amico Vianello Monello non deve privare i lettori di quel quotidiano di un punto di vista così autorevole. Per me sarà un ritorno alle origini visto che, lo posso rivelare, prima di passare alla Voce ho sostituito io Vianello Monello dopo la sua prima morte avvenuta, ufficialmente, per suicidio". E aggiunge: "I pezzi verranno sempre firmati Vianello Monello. Non voglio rubare la scena al mio collega, mi basta solo il suo lauto stipendio".
Ma come farà il dottor Jacopo Carlotti a dividersi su più fronti? "Semplice - spiega - ho recuperato tre stagisti che mi permetteranno, peraltro, di dribblare anche i limiti imposti dalla mia candidatura ad Adria. Tanto per cominciare c'è la signorina Carlotta Jacopucci che in origine si chiamava Denise Penazzo e che ha cambiato nome solo per dimostrare la sua sconfinata ammirazione nei miei confronti: motivo per cui l'ho assoldata. C'è poi il giovane Auriga Pelé che ho deciso di promuovere a scribacchino dopo che in questi mesi si è distinto come massaggiatore dei miei piedi. Infine c'è il barbuto Arcadio Porsche che, spinto dal senso di colpa perché Vianello Monello è restato ferito al volante di una vettura prodotta da suoi parenti, ha chiesto di potersi impegnare gratuitamente. Senza contare il traumatico rapporto che questo ragazzo ha con i suoi genitori: i dubbi sul posizionamento degli accenti nel suo nome gli hanno creato non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche, tanto che da bambino non è mai riuscito ad andare a giocare in oratorio".
Il primo intervento del nuovo Vianello Monello aprirà una nuova saga. "Kenzo Marangong farà ottenere la cittadinanza onoraria giapponese a Mario De Bourges che diventerà Mariokinawa. Per un errore, però, i documenti verranno portati a Max De Bourges che così potrà cedere il ramo fiere alla Honda con rammarico di Beppe Darfur. Poi lascerò questa trama in sospeso per passare a Federico Cuor di Leone che si farà trapiantare una parrucca rossa da Mark O' Long, nuovo alleato di Kendy O'Neil nella lotta della lobby degli irlandesi per l'egemonia su Sherwood".

L'appello di Antonio Costato per le prossime provinciali

In attesa che la crisi creativa passi, pubblico integralmente questa riflessione di Antonio Costato, ex presidente di Confindustria, vocalist dei Napalm Death, membro di una delle famiglie più influenti in Polesine, nonchè fine teorico del marxismo leninismo di matrice maoista, al punto da organizzare l'incruento golpe che, come ricorderete, portò al potere per la prima volta un giunta socialista rivoluzionaria a Palazzo Nodari. Conclusa quella breve esperienza a causa della reazione dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti, ora Costato passa il tempo libero tra un concerto e l'altro approfondendo le basi teoriche del comunismo. Farà bene? Farà male? Sarà come sempre un sondaggio del tg serale a giudicare.

Votare per il capitalismo o votare per il socialismo? Questa è la domanda fondamentale che dovrebbe orientare la scelta elettorale di ogni elettrice e elettore cosciente, responsabile e informato. Di sicuro l'elettorato di sinistra.
Su ogni cosa occorre avere una posizione e un atteggiamento di classe per non favorire i nemici di classe, anche sul piano elettorale. I borghesi, per conservare la propria società e il proprio potere, cercano di stemperare tutto, e predicano: non nemici ma avversari; non conflitti antagonistici ma posizioni diverse in una cornice istituzionale e economica comune. In altre parole non lotta di classe ma collaborazione tra le classi, in particolare tra proletariato e borghesia. Non lotta tra fascisti e antifascisti ma riconciliazione nazionale. Nella realtà però esistono i nemici, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe.
Allora occorre schierarsi. O col capitalismo, che è la società della borghesia, o col socialismo, che è la società del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari. Il capitalismo è sostenuto da tutti i partiti che sono in gara per le elezioni del 6 e 7 giugno per ottenere dei seggi a Palazzo Celio. Anche da quelli che a parole si definiscono anticapitalisti e persino comunisti. Perché non hanno il socialismo nel loro programma e hanno da sempre combattuto il socialismo realizzato da Lenin, Stalin e Mao.
Chi è a favore del capitalismo ha perciò un'ampia possibilità di scelta di voto elettorale. Chi invece è a favore del socialismo ha un'unica possibilità di scelta, quella di votare per la Linea Rossa, astenendosi. In base a considerazioni tattiche, ciascuno può decidere di disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco.
Noi vorremmo che chi segue questa indicazione comprendesse a fondo che attualmente l'astensionismo marxista-leninista è la sola tattica elettorale valida per abbattere le illusioni elettorali, parlamentari, governative, riformiste e pacifiste che frenano pesantemente la lotta contro il capitalismo e i suoi governi; per infondere nel proletariato, nelle masse e nelle nuove generazioni la coscienza, la cultura, la mentalità, la pratica sociale rivoluzionarie, anticapitaliste e marxiste-leniniste; per delegittimare, isolare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte.
Noi vorremmo che l'elettorato di sinistra spendesse tutte le proprie preziose energie per l'avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale in Italia. Solo così si può dimostrare di essere dalla parte degli operai, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei pensionati a basso reddito. Se non si punta a cambiare tutto attraverso il socialismo, si finisce col non cambiare niente, per quanto riguarda il sistema economico, le istituzioni, la classe al potere, la politica interna e estera. La storia e la pratica del capitalismo italiano e dei suoi governi, compresi quelli di "centro-sinistra" parlano chiaramente. Lo si vede anche dai programmi elettorali dei partiti parlamentari nessuno dei quali mette in discussione il capitalismo e il potere della borghesia, e dà risposte soddisfacenti ai problemi reali delle masse. Addirittura quelli del Pd e del Pdl sono pressoché uguali.
L'elettorato di sinistra dovrebbe anche impegnarsi a costruire in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.

sabato 23 maggio 2009

Il barzellettiere boicotta i lavori del Corso!

Ci sarebbe la mano del misterioso Barzellettiere Demoniaco dietro i ritardi nei lavori di restyling di corso del Popolo.
Lo dimostrerebbe la foto a lato, che ritrae lo strano personaggio, comparso dopo l’improvvisa sparizione di Renzo Marangon dalla scena politica, mentre attende l’uscita degli operai del cantiere per operare presumibilmente atti di sabotaggio. “E’ un incubo ormai - spiega l’operaio Tertulliano Sgualivato - ogni mattina arriviamo al lavoro e troviamo ovunque barzellette orribili scritte con vernice rosso sangue. Alla fatica di dover pulire si aggiunge la demoralizzazione di tutti noi che abbassa mostruosamente il nostro livello di produttività”. Proprio per questo pare che il Comune stia meditando di inviare uno psicologo in cantiere per ridurre le ricadute tra i lavoratori, ormai prostrati come i Marines in Vietnam. “Non basterà, non basterà – dice tra le lacrime e tenendosi la testa tra le mani il lavoratore Gustavo Lamazza - ieri mattina salgo sul bobcat e mi trovo sul cruscotto questo orrore: Cosa ci fa un pulcino vestito da frate? Padre Pio. Voglio morire, voglio morire!”.
Il capocantiere si rifiuterebbe da giorni di presentarsi sul lavoro. “Nella mia tuta da lavoro ho trovato un bigliettino: questo taschino è un luogo molto pericoloso, visto che ogni giorno ci lasci le penne. Mi rifiuto di lavorare di simili condizioni”. Minimizza l’assessore ai Lavori pubblici, Graziano Azzalin: “Ma porca troia schifosa! Anche sto pagliaccio di merda con le sue cazzo di barzellette deprimenti doveva saltare fuori? Già abbiamo trent’anni di ritardo, Dio boys! Con questo intendo dire che i lavori stanno procedendo secondo il cronoprogramma e la collaborazione tra i nostri uffici tecnici e le imprese affidatarie sono eccellenti. Nulla, insomma, farà rinviare l’esecuzione delle opere progettate”. Tornato in ufficio l’assessore ha trovato sulla scrivania un Pinocchio in cedro del Libano e un bigliettino a firma proprio del Barzellettiere Demoniaco: “Caro Graziano sai perché una tribù di indiani nel cantiere va più veloce dei tuoi operai? Perché sono truccati. Ah, ah, ah! Sappi che è iniziata l’operazione Saint Moritz! Rifletti, come farebbe uno specchio: il tuo cantiere non lo chiuderai mai!”.

Rovinato il signor Bonaventura!

Era rimasto l'ultimo, assieme a Silvio Berlusconi, a non sembrare nemmeno scalfito dalla crisi. Ma in una sola giornata a Rovigo, il signor Bonaventura (nella foto) è andato letteralmente in rovina. "Ho dilapidato tutti i miei assegnucci da un milione di euro - ha dichiarato, piangendo con il viso tra le mani, mentre il sindaco Fausto Merchiori gli allungava un fazzolettino - Ora dovrò ricominciare tutto da capo. Se non altro ho la soddisfazione di avere fatto del bene".
Tutto è iniziato in mattinata, quando Bonaventura si è presentato a Palazzo Nodari. "Sto girando tutti i comuni d'Italia per dare una mano - ha dichiarato - Dato che vi hanno tagliato gli introiti da Ici, che non vi consentono di tenere il 20% dell'Irpef e che le multe da autovelox sono impopolari, che ne direste di un'erogazione liberale da parte di un privato cittadino? Così eviterete di vendere piazzale Di Vittorio ai privati, come si dice in giro, pur di fare cassa a ogni costo". Ben lieto, il primo cittadino, di accettare un po' di danaro per le povere casse del Municipio. "Rischiavamo di non poter pagare gli incentivi produzione ai nostri dirigenti. Ora questo pericolo è scampato e forse potremo dare pure due soldini ai precari, oppure alle associazioni di volontariato che gestiscono per conto nostro e facendoci risparmiare danaro e lavoro festival musicali, mense per i poveri, rassegne di teatro, servizi per i disabili e così via".
Uscito dal loggiato dei Nodari, però, il signor Bonaventura è stato fermato da un uomo avvolto in un trench elegante. "Permetta, sono il presidente dell'Interporto", si è presentato, stringendo virilmente la mano e invitandolo a bere un caffè. "Sono rimasto commosso dalla triste storia di questo bel porto sul Canalbianco - racconta Bonaventura - Quest'anno ha accumulato 900mila euro di passivo, ben duecento in più rispetto all'anno scorso. Il presidente mi ha detto che non gli permettono di fare capannoni e aree industriali e così lui non sa più cosa fare. Tosto gli ho sganciato un assegno di un milione di euro, così potrà pure tenersi un avanzo di amministrazione per il prossimo anno. Vorrà dire che depennerò Quarto d'Altino dalla mia lista di comuni da aiutare..."
La voce della presenza in città del rosso benefattore deve essersi sparsa in fretta, giacchè Bonaventura è stato contattato dalla presidenza del Censer pochi minuti dopo al cellulare: "La nostra fiera funziona bene, quest'anno il passivo di bilancio è sceso ad appena cinquecentomila euro - gli ha detto Massimo Borgato - Tuttavia non posso aspettare anni prima di vedere il bilancio andare in pareggio. Mi è venuta dunque l'idea di pagare il pubblico perchè venga numeroso. Non è che mi presterebbe uno dei suoi assegni?" Bonaventura ha poi elargito milioni anche ad alcuni istituti di credito rodigini: "Ci servirebbe giusto un po' di liquidità, sennò come facciamo a fare i prestiti a cittadini e imprese finite sul lastrico dopo avere investito nei nostri titoli?", si è sentito dire. Nel pomeriggio, la supplica dei sindacati ha ottenuto effetto: "Mi hanno detto che la Provincia non ha un piano per aiutare i disoccupati - spiega Bonaventura -, perchè non ci sono i soldi. Poveretti, sono messi peggio di Belluno, evidentemente. Ecco qua un milione di euro per aiutare chi ha perso il lavoro". I soldi saranno gestiti dal Consvipo per realizzare progetti di sviluppo economico, le cui ricadute si faranno presto sentire per i numerosi abitanti del Polesine che oggi si trovano in forte difficoltà.
Spendi e spandi, in serata Bonaventura si è ritrovato spiantato come agli esordi della carriera. "Ho dovuto vendere anche il mio bassotto giallo ad un negozio di animali che ora lo rivenderà a rate, manco fosse uno stereo!", ha singhiozzato, mentre veniva accolto dal centro d'ascolto della Caritas diocesana.

venerdì 22 maggio 2009

Complotto internazionale?

Si fa strada l'ipotesi del complotto internazionale, riguardo al tragico incidente in cui è rimasto coinvolto Vianello Monello, ancora tra la vita e la morte in una clinica privata svizzera, dopo che la sua Porsche si è schiantata a Ginevra, causando la tragica morte del suo braccio destro Jean Luc Balboa.
Proprio ieri il settimanale diocesano La Settimana aveva diffuso la notizia secondo cui il celebre opinionista del Corriere sarebbe stato vittima di un intrigo ordito dai servizi segreti cingalesi, intenzionati a chiudere per sempre la partita con le Tigri Tamil, dopo il bagno di sangue degli ultimi mesi, che ha causato svariate migliaia di vittime civili, nel totale disinteresse della comunità internazionale. Tutti ricordano, infatti, come Vianello Monello, prima di morire ed essere clonato eccetera eccetera, fosse naufragato in pieno Oceano Indiano e quindi salvato proprio da una pattuglia dei guerriglieri indipendentisti dello Sri Lanka, per essere addestrato alle tattiche di guerriglia. Morto da kamikaze nel tentativo di distruggere la sede padovana del Corriere, per farla breve è stato poi clonato in 500 copie, successivamente sterminate da Celio Rodigino, quindi liberato da una missione segreta e fatto possedere dallo spettro di sè medesimo, che nel frattempo infestava Palazzo Celio. Una trama complicata, nevvero, ma non più dell'abile intrigo internazionale che ha organizzato la sua eliminazione in modo tanto cruento. Dopo l'annientamento delle Tigri Tamil, con l'uccisione del leader Vellupillai Prabhakaran, la guerra senza quartiere si è spostata sui sostenitori all'estero del movimento. Vianello Monello era ormai considerato dalle autorità dello Sri Lanka come uno dei principali nemici da abbattere. L'incidente di Ginevra, dunque, sarebbe stato pianificato con l'intento di impedire che lo stimato opinionista si mettesse alla guida di un movimento per la rinascita dell'Ltte. Ciò spiegherebbe, tra l'altro, perchè l'ambulanza con cui è stato trasportato in ospedale, è stata presa di mira da un elicottero da guerra con le insegne dell'esercito cingalese.
Piovono le smentite a quanto riportato dal settimanale polesano. Rigetta le accuse il governo di Colombo, ma protesta anche l'America. "Non è vero che abbiamo assistito indifferenti - attacca il presidente Barack Obama - Anzi, abbiamo sostanzialmente appoggiato questo massacro. C'è una bella differenza!" Intanto si fanno strada voci maliziose sui rapporti tra Vianello Monello e il suo dattilografo. Il quotidiano inglese The Sun sarebbe in possesso di un dossier in cui si vedono i due in vacanza assieme all'isola di Albarella e poi in atteggiamenti inequivocabili nella spiaggia per nudisti di Porto Caleri. "Schizzetti di merda volti a infangare l'onorabilità del nostro collaboratore - ribatte un corsivo del Corriere, a firma del direttore Ugo Savoia - In questo momento dovremmo risparmiarci tutti il sensazionalismo grossolano e dedicarci, a maggior ragione perchè vi sono dei punti oscuri, a quel giornalismo di inchiesta e approfondimento che fa della nostra professione un pilastro della democrazia".

(sopra, una delle foto pubblicate dal Sun, mah!)

Scandali e scandaletti a Prypiat

Sono giorni turbolenti per la giunta comunale che si è messa in testa di governare gli squatter di Prypiat. Nei giorni scorsi il sindaco Pavlo Dzjuba si è dimesso, dopo pochi giorni di mandato, per accettare un incarico di assessore all'Urbanistica nel Raën di Čačėrsk, all'interno del voblasc' di Homel' in Bielorussia. "Mi dispiace, ma là si guadagna di più e ci sono più fiche - è stato l'amaro commento, nel salutare i suoi concittadini - Vi lascio tuttavia nelle mani del più fidato compagno di partito, Andriy Nahornyak, che saprà governare con sapienza la nostra bella cittadina".
Sembrava che la cosa si fosse chiusa lì, invece i giornali di oggi riaprivano la ferita con un nuovo scandalo politico: "Andriy Nahornyak è un puttaniere", titolava sobriamente la Nuova Gazzetta di Prypiat. Il neo sindaco, infatti, è accusato di dedicare più tempo alle donne che alla buona amministrazione. Pur ammogliato e con numerosa prole donatagli dal Signore, avrebbe una relazione con una stagiaire del Municipio di Prypiat, con la quale oltretutto starebbe per mettere al mondo un infante, condannato alla bastarditudine perpetua. A meno di non creare un asilo nido apposta, dato che l'abitudine di disseminare la città di figli illegittimi sembra piuttosto diffusa: la Nuova Gazzetta accusa infatti anche il consigliere comunale di maggioranza, l'imprenditore Nikolaj Viktorovyč Chnykin, di avere una relazione extraconiugale con una ragazza di un vicino villaggio di contadini, da cui aspetterebbe un bambino. E fin qui, direte voi, sono cazzi loro, benchè il direttore del quotidiano accusatore faccia notare che dopo avere pinciato a destra e a manca rimangano ben poche energie per concentrarsi sui problemi dei cittadini.
Ad aggravare il quadro è L'Eco di Prypiat, che sfida la concorrenza sul suo terreno, rilanciando con nuove accuse, provenienti da un anonimo informatore delle forze dell'ordine. Nahornyak, assieme al vicesindaco Gunther Kalashnikov e all'assessore alla Cultura Viktor Cherniavskiy, avrebbe approfittato del viaggio diplomatico a Tulcea per intrattenersi con donnine locali, gettando grande scandalo nel comune rumeno. Kalashnikov, poi, sarebbe tristemente famoso per avere occupato abusivamente un appartamento, usato come casa d'appuntamento e per allegri festini con donne e amichetti. Ma non si fermano qui le avventure del famoso trio, che l'Eco descrive impietosamente come "una banda di erotomani, bustarellari e alcolizzati". Cherniavskiy si sarebbe reso ridicolo pubblicamente in svariate occasioni, una volta palpeggiando le ospiti di una delegazione internazionale, l'altra facendosi sorprendere a brache calate nel proprio ufficio, l'altra ancora barcollando sbronzo per la città. Si riferisce anche di una figuraccia fatta dal primo cittadino Nahornyak, che durante un vertice interregionale si sarebbe sbronzato a tale punto da richiedere l'intervento dell'amico e leader dell'opposizione, l'ex culturista Michail Serdinov, il quale lo avrebbe accompagnato fuori dal ristorante in spalla. Nonostante la gravità delle accuse, il consiglio comunale di ieri ha deciso di non affrontare la questione: "Non ci sembra il caso di scavare in certi morbosi argomenti, che attengono alla morale individuale e non riguardano la sfera pubblica", ha spiegato Serdinov in aula.

giovedì 21 maggio 2009

Cicciuzzo brinda con Papi


"Mi felicito anche io della liberazione di Cicciuzzo Sconciaforni, uno dei più validi esponenti del mio Partito, che anche grazie al suo impegno può vantare l'88,3% dei consensi in Italia". Così il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha accompagnato il brindisi con Cicciuzzo Sconciaforni, il pornodivo rapito dalle Brigate Rosse e liberato un paio di settimane fa. "Mi scuso per non essere riuscito a organizzare prima questo momento conviviale - ha spiegato - ma ero impegnato nel varo di alcune iniziative discriminatorie nei confronti degli stranieri e dei richiedenti asilo".
Assieme al premier, hanno voluto salutare Cicciuzzo l'amica Noemi Letizia e la madre di lei. "Silvio mi ha aiutato tanto, ora aiuti Noemi", ha dichiarato Cicciuzzo, prima di spogliarsi completamente ignudo e farsi versare lo champagne addosso, come testimonia la foto sopra riportata.

Terrore in piazza Vittorio!

Stupore e sgomento hanno colto numerose mamme rodigine, che ieri affollavano la piazza con i loro bimbi, godendo dei tepori della bella stagione.
A seminare il panico, la statua di Vittorio Emanuele II posta al centro del liston: con un cigolio metallico assordante, l'effige del condottiero di casa Savoia si è staccata dal piedistallo e ha preso vita, rivelandosi un automa costruito ad arte per seminare morte e terrore. "E' ora di riportare sul trono i legittimi eredi di questa casata millenaria - ha sentenziato il desueto robot - Raderò al suolo Palazzo Nodari, per lanciare un forte segnale: chiedo l'abolizione della Repubblica, che in sessanta anni è solo servita ad opprimere il popolo italiano sotto un regime clerico-comunista. Chiedo inoltre, a nome della casata che mi pregio di rappresentare, l'abolizione della tredicesima disposizione transitoria della Costituzione, che costringe tutti i discendenti maschi della mia schiatta ad un assurdo ed antieuropeo esilio". L'automa si è dunque sbarazzato della corazza marmorea e ha estratto due armi automatiche Remington innestate negli avambracci, con l'intento di crivellare di proiettili lo storico palazzo, sede del Comune.
Fortunatamente, il progetto distruttore dell'automa savoiardo non ha avuto successo, grazie all'intervento del sindaco, Fausto Merchiori, che l'ha interloquito per alcuni minuti, prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. "La invito a maggiore ragionevolezza - ha dichiarato, affacciandosi al balcone sopra la Madonna di Palazzo Nodari - La norma che lei cita è già stata superata da un pezzo, tanto che abbiamo avuto il piacere di ospitare un discendente di casa Savoia in una nota e bella trasmissione televisiva del servizio pubblico. Non solo, mio caro Vittorio, le comunico che gli amici dell'Udc, per il cui sostegno il mio partito tanto si sta spendendo, attualmente candidano il suddetto erede alle europee, nonostante costui sputi sulla nostra costituzione repubblicana. Questo è segno che siamo una progredita e avanzata democrazia, ma aperta anche alle istanze della sua prestigiosa discendenza. Mi permetta inoltre di dirle che abbiamo fatto passi significativi nell'abolire qualunque residuo di socialismo nel nostro paese, avviandoci a un più sobrio appiattimento culturale, mirato al mantenimento dello status quo e dei privilegi individuali di pochi fortunati, a scapito di una massa di sfruttati, allo stesso tempo ampliando il novero dei privilegi del clero e dei poteri forti. Mi dica dunque se le sue rimostranze non possano essere in parte soddisfatte". La prosopopea del primo cittadino è bastata a stordire l'automa il tempo necessario per fare entrare in azione i tiratori scelti, che hanno avuto gioco facile nell'eliminare le antiquate armi della macchina da guerra con alcuni colpi di mortaio. Al termine dell'operazione, durante la quale ha perso la vita una bambina afghana, colpita da una pallottola vagante, il sindaco ha appuntato gagliardetti e onoreficenze sui petti gonfi di valore militare dei soldati che hanno debellato la minaccia monarchica.
Non sono mancate le polemiche politiche, a partire dall'intervento di Beppe Osti, leader dell'Mpv, vicino al caro leader Kim Jong-Il: "Io quella statua l'avevo detto che andava rimossa, ma nessuno mi ha ascoltato - dichiara - Ora pretendo che si apra un'inchiesta seria: chi aveva posto in mezzo alla nostra piazza un robot killer cammuffato da effige marmorea del re? Chi lo aveva programmato per sterminarci tutti? Il sindaco faccia chiarezza!"

mercoledì 20 maggio 2009

Il mistero del barzellettiere demoniaco

Il parco di divertimenti che Renzo Marangon vuole costruire a Costa di Rovigo è una trappola mortale, ordita per regolare i conti con i suoi avversari politici, dopo essere stato estromesso perfino dal torneo di ramino del Pdl.
A spergiurare che tutto ciò sia vero è il nostro collaboratore in loco Nando Formaggiaro, che afferma di avere prove documentali e fotografiche a sostegno dell'ardita tesi. In effetti, stando alle foto che ci sono state consegnate, si evince che Renzo Marangon, entrato in clandestinità dopo i brutti tiri giocati ai suoi danni dagli avversari interni al Pdl, si sarebbe ricostruito un'identità segreta da vero villain dei fumetti. "Il barzellettiere demoniaco", così sarebbe conosciuto uno strano individuo vestito da clown che ha preso a frequentare i locali di moda, intrattenendo il pubblico con battute stantìe, gag che non farebbero ridere nemmeno il pubblico dei "Tanto par ridere", storielle talmente vecchie che se ne ritrova traccia nei dipinti rupestri del sito sudafricano di Ukhahlamba-Drakensberg. "Numerosi locali hanno cercato di allontanare questo malefico clown - ci racconta al telefono Formaggiaro - giacchè gli scoraggiava i clienti con il suo umorismo ragnateloso. Una sera, al ristorante Antica Campana, ha iniziato a sghignazzare con la bocca piena, elargendo orride battute sugli smisurati attributi sessuali di alcuni personaggi politici polesani. Molte signore hanno abbandonato la sala disgustate, con sommo rammarico della proprietà. Ma quando è stato chiesto al Barzellettiere demoniaco di darsi un contegno, si è infuriato e ha ferito gravemente il cameriere con una lingua di Menelik affilata".
Il fatto che racconti barzellette decrepite non basta certo a identificarlo come Renzo Marangon, obietto io. Solo sulla base di questo indizio, infatti, il novero dei sospetti dovrebbe includere altri celebri goliardi di entrambi gli schieramenti. Ma Formaggiaro non demorde e sostiene addirittura che il Barzellettiere demoniaco sia la mente dietro al folleggiante progetto di un parco di divertimenti a Laghetto di Costa, pubblicizzato qualche settimana fa proprio da Marangon. "Spiegami perchè Marangon prima ha sputato su Euroworld - ci dice, con fare saputello - e poi porta in palmo di mano un "complesso turistico-didattico" con polo ricreativo-sportivo attrezzato, parco tematico, polo culturale, museale ed espositivo, complesso commerciale, attività ricettive a supporto, possibilità di cavalcate a cavallo, birdwatching, percorsi vita, cycling, parchi gioco, maneggi, campi da golf, piste da sci di fondo sull'erba, pattinodromi, pallavolo, calcetto, pallamano, pallacanestro, ginnastica artistica, volley, calcio e tennis, negozi e outlet a tutto andare, ambienti verdi artificiali e chissà cos'altro, per un costo di 100 milioni di euro solo per la parte immobiliare e un bacino d'utenza di 4,5 milioni di visitatori".
Non chiederlo certo a me, gli rispondo. "Perchè è lui il clown che terrorizza il Polesine - grida Nando - e adesso sta realizzando questo enorme e inutile parco per attirare in trappola i suoi avversari: prima li inviterà per una bella gita a cavallo nei boschetti finti, poi li trasformerà in tanti clown tristi, costretti a imparare a memoria il suo repertorio di battutacce". Prima che abbiamo il tempo di mandarlo a quel paese e scusarci con il caro Renzo, però, il nostro corrispondente lancia un grido strozzato. All'altro capo del filo sentiamo solo un gran trambusto, una risata che raggela il sangue e il suono di una trombetta. Poi tutto si placa e nel silenzio una voce che non dimenticherò mai, sbeffeggia il povero Nando ormai esanime. "Suvvia, poteva andarti anche peggio - ridacchia - Ieri capitan Uncino è finito al pronto soccorso perchè si è fatto il bidè con la mano sbagliata! Ah! Ah! Ah!"

(continua?)

Cicciuzzo ricompensa Pompilia

“Sono talmente tanto grato alla signora Pompilia Trombin per avermi liberato dall’incubo del rapimento che la premierò realizzando un suo sogno: la scritturerò per un ruolo nel mio prossimo film”.
Si conferma davvero un uomo di buon cuore l’attore Cicciuzzo Sconciaforni, liberato nelle scorse ore dalle Br-Pcc che lo avevano preso in ostaggio reputandolo luso e colluso con la lobby dei Vetusti Scaldapoltrone Ammuffiti (Vsa) per chiedere la conversione a ganja della centrale di Polesine Camerini. Invece il mondo politico ben poco ha fatto per liberare il sodale di Federica Zarri, che ha potuto riveder le stelle grazie all’impegno di comuni cittadini come la signora Pompilia, da sempre estimatrice dell’artista Sconciaforni. “Il mio prossimo lavoro si intitolerà “Brigate rotte… a tutte le esperienze” – spiega Cicciuzzo – e sarà liberamente tratto dalla vicenda che mi ha visto protagonista in questi mesi. Devo comunque dire che i miei sequestratori sono stati sempre molto gentili con me, cercando di assecondare nei limiti del possibile le mie richieste, soprattutto alimentari. L’unica volta che mi hanno opposto un no è stato quando ho chiesto per cena dell’opossum stufato”.
Cicciuzzo continua spiegando che è ben disponibile a proseguire la collaborazione con la signora Pompilia anche per produzioni future. “E anche per riproduzioni – sottolinea con humour britannico – mi spiego meglio: non posso dimenticare che ho avuto un ruolo nel decesso del piccolo Iginio Faggiano, figlio della signora Pompilia, che usai come scudo umano per evitare, senza riuscirvi, la mia seconda morte. Sono disponibile a darle una nuova gravidanza. Ci sarà tutta la gioia per una nuova vita ma pure l’opportunità di organizzare un sequel di “Brigate rotte… a tutte le esperienze”, che si intitolerà “La sindrome di sto…colma”, destinato a divenire pellicola di riferimento nel genere pregnant”. Commossa la signora Trombin: “Non riesco a trattenere le lacrime: è un sogno che si realizza. Altro che autografo: accogliere il seme di Cicciuzzo in me sarà la più grande felicità”.

martedì 19 maggio 2009

L'opinione: Stifen Cremon, candidato ombra

Quando l'abbiamo scoperto non credevamo nemmeno più alle nostre papille gustative, figuriamoci ai nostri occhi. C'era un nono candidato alle elezioni provinciali, ma nessuno l'ha reso noto! Com'è possibile? Censura, inettitudine della burocrazia preposta, pigrizia dei mezzi di informazione? Immediatamente abbiamo allertato i nostri potenti mezzi per rintracciare Stiffen Cremon, lavoratore autonomo di Pincara, leader della lista civica "Stiffen for pressident". Lieto del nostro interessamento, ci ha inviato la foto che vedete e ha risposto alle nostre sagaci domande.

Caro Stiffen, com'è possibile che nessuno sapesse nulla della sua candidatura?
Mah, non so. Sull'inizio pensavo che mi avevano censurato. Son settimane che il Carlino on line si è dimenticato di mettere Brusco nei candidati alle elezioni, magari si erano dimenticati anche me. Poi ho parlato con la mia segretaria Jessica e ci ho detto ma tu le hai portate in tribunale la nostra lista? e lei mi ha risposto di no, che lei in tribunale non ci va perchè ha delle pendenze con la giustizia e preferiva non andare. E allora ci ho detto ma chi le ha depositate le liste...

Insomma, mi pare di capire che vi siete dimenticati di candidarvi ufficialmente...
No, perchè a portare le liste ci aveva mandato suo marito Nando, che giura di averle depositate. Allora abbiamo cercato di capire se in tribunale ce le avevano ma non ci hanno detto nulla.

Ma avete segnalato ai giornali la vostra lista?
No.

Beh, parliamo di altro. Lei si candida come indipendente, ma al ballottaggio cosa farà?
Cos'è il ballottaggio?

Ok, parliamo di candidati. Ci sono nomi autorevoli, rappresentanti della società civile nella sua lista? Insomma, possiamo vedere questa cazzo di lista?
Eh, al momento non ce l'ho. Aspetti che sento Jessica. (Telefona per venti minuti, discutendo con la segretaria, fino a litigare. Poi sbatte giù il telefono mentre io ormai sono affacciato alla finestra a osservare una coppia di piccioni che copula, ndr.) Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Insomma, credo che abbiamo il 40% di consensi e che possiamo tranquillamente arrivare a raddoppiare entro il dieci giugno.

Veramente si vota il sei, comunque... Parliamo di programmi?
Certo, certo. Allora, io vorrei proporre alcune idee nuove e in realtà il programma è tutto quello che mi viene in mente. Serve fantasia al potere, no?

Se lo dice lei...
Ecco, per esempio le stragi del sabato sera. Se la nostra fosse una società di cannibali, tutta quella carne fresca non andrebbe sprecata, no? Basterebbe che le parti migliori si tenessero e fossero vendute, anche nelle mense dei poveri.

Ma per piacere! Parliamo di iniziative concrete, vuole?
Certo, volentieri.

Avanti...
Chi ha bussato?

Drammatico incidente

E' salvo per un pelo Vianello Monello, vittima nella mattinata di ieri di un drammatico incidente a Ginevra, proprio sul litorale del celebre lago svizzero.
La Porsche impazzita del celebre opinionista del Corriere del Veneto, raccontano i testimoni, ha iniziato a sbandare, quasi falciando una scolaresca francese, per poi schiantarsi a tutta birra contro una ringhiera in ferro battuto (nella foto, il tragico impatto). Immediato l'intervento dei sanitari e dei vigili del fuoco, che hanno dovuto farsi strada tra le lamiere a suon di flessibile. All'interno della macchina, ridotta a un groviglio di metallo, si trovavano il celebre elzevirista e il suo dattilografo e discepolo Jean Luc Balboa, imberbe promessa del giornalismo sui cui rapporti con Vianello Monello circolano da tempo turpi pettegolezzi sui rotocalchi. I soccorritori sono riusciti a estrarre il maitre a penser rodigino dall'abitacolo ancora vivo, ma per il suo prediletto c'è stato poco da fare: dopo alcuni disperati tentativi di estrargli il cruscotto dal bacino, il medico intervenuto ha decretato che non c'era nulla da fare E' stato pietosamente abbattuto, ma almeno non ha sofferto.
"Meglio a lui che a me - ha dichiarato con un filo di voce Vianello Monello, mentre veniva caricato sull'ambulanza - Me ne troverò un altro di ragazzino voglioso di fare carriera. Questo mi aveva già stufato". Poi il poveretto ha perso conoscenza, a causa delle gravi ferite riportate. Oltre a un pesante trauma cranico, l'elzevirista ha subito gravissime lesioni agli arti inferiori, giudicate guaribili per intervento della Vergine di Medjugorie. Il Corriere ha comunque garantito una delle migliori equipe mediche al mondo a quella che è ritenuta una colonna portante dell'edizione veneta: "Non badiamo a spese - ha dichiarato il direttore Ugo Savoia, battendo il pugno sul tavolo - Dobbiamo salvare la vita del nostro amato collaboratore, dovessi tirarli fuori di tasca mia!" Al termine di un'operazione durata quindici ore, le gambe di Vianello Monello sono state rimesse in sesto con un complicatissimo intervento di chirurgia ricostruttiva.
Curioso il modo in cui pare sia stata costituita l'equipe: "Fino a venti ore fa ero con Emergency a Lashkar Gah, in Afghanistan, a salvare bambini feriti da bombe e mine - racconta uno dei medici dell'equipe - Poi sono arrivati questi tipi in giacca scura che, a mano armata, mi hanno intimato di seguirli e mi hanno caricato su un aereo. Non ho potuto opporre resistenza. Ora che ho salvato la vita a questo stronzo chiedo che mi lascino tornare al mio lavoro". Ora Vianello Monello è in come farmacologico in una clinica privata, mentre già in queste ore i suoi fans si affollano all'esterno. Il corpo di Jean Luc Balboa, invece, è stato rispedito alla famiglia per le esequie, che avverrano in forma privata dopodomani. Ma già le riviste scandalistiche sarebbero pronte a rivelare incredibili retroscena della liaison tra l'opinionista e il suo servetto, nonchè sulla dinamica dell'incidente. La città delle organizzazioni internazionali, il polo finanziario elvetico, il castrum che fu degli Allobragi e dei Burgundi, insomma la buona vecchia cittadina svizzera delle banche e degli orologi a cucù sembra terreno fertile per numerosi misteri che riguardano anche il vetusto e nebbioso Polesine. (Continua)

lunedì 18 maggio 2009

Il decalogo

"Ho visto candidati migliori alle elezioni comunali di Barga, che non in questa pizzosissima campagna elettorale". E' un giudizio, come dire, tranchant, quello del leader di Unindustria, Fabrizio Rossi, che, accantonati per un attimo i progetti rivoluzionari della linea nera, intende mettere il becco nei programmi di chi aspira a guidare Palazzo Celio per il prossimo lustro.
"Nonostante tutto apriamo al dialogo con la politica - ha spiegato - Anche perchè da anni non abbiamo un'idea per lo sviluppo che non preveda la riconversione a qualche combustibile della centrale di Porto Tolle e l'inaugurazione di un'autostrada. Ammetto francamente che non mi vengono altre idee". Rossi ha deciso così di buttare giù dieci punti fondamentali, vere e proprie domande chiave, da presentare ai candidati. Il decalogo è stato diffuso a mezzo stampa nei giorni scorsi e tocca tutte le questioni fondamentali a cui l'aspirante presidente della Provincia dovrà dare una risposta chiara. Solo così si capirà chi ha davvero a cuore le sorti dell'economia polesana. In attesa che i candidati rispondano apertamente a Rossi, ne citiamo ampi stralci:

1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?
2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice "lunga", quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?
3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Elio Letizia?
4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?
5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?
7. Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?
8. E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo "uso strumentale del corpo femminile", per il premier, non "impoverisce la qualità democratica di un paese" come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?
9. Veronica Lario ha detto che il marito "frequenta minorenni". Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o "alleva", per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?
10. Veronica Lario ha detto: "Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile". Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di "una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità". Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?

Nuove scoperte dell'etologia


Le Emys orbicularis, le tipiche tartarughe del Delta del Po non si stanno estinguendo: si stanno semplicemente evolvendo, forse per effetto dell'inquinamento prodotto dall'uomo. Queste le conclusioni di un team di esperti nominato dall'ormai vecchio e stanco presidente dell'Ente Parco del Delta del Po, Federico Saccardin.
Le prove incontrovertibili sono state rinvenute presso una famiglia di Giarette, nel comune di Porto Tolle, che da tempo ha adottato un cucciolo di tartaruga mutante rinvenuto nello scolo dietro casa. "Ci faceva tenerezza, abbiamo pensato di tenerla per fare compagnia al piccolo Rutger - racconta Eliprando Cavazzini, il padre di famiglia - Poi però ha iniziato a crescere, ha imparato l'idioma locale e nel giro di due settimane già bestemmiava, pretendeva i soldi per le sigarette e il motorino. Fortunatamente in meno di una settimana ha raggiunto l'età della ragione e con un paio di legnate ha messo giudizio e si è accontentato del mio vecchio Ciao. Lo abbiamo battezzato Gelindo, come il nonno. Attualmente sta finendo l'Ipsia a Porto Tolle e poi voleva andare a lavorare nella vicina centrale elettrica, non appena la trasformeranno a carbone pulito".
Un autentico mistero della biologia, questa strana creatura di nome Gelindo. L'amico etologo Konrad Boscolo, che per primo ha visitato la tartaruga antropomorfa, afferma: "E' brutta, puzza ed è antipatica come un adolescente spocchioso. Fosse per me le dare delle polpette avvelenate". Ma la famiglia è contenta: il piccolo Rutger si diverte un sacco a giocare in giardino con il suo fratellone maggiore. A lui forse avremmo potuto chiedere qualcosa, ma puzza veramente troppo. Quanto al padre, ha accennato ad altri come Gelindo nascosti nel Delta del Po. Una nuova razza di tartarughe mutanti sta proliferando in Polesine? Vai te a saperlo.

domenica 17 maggio 2009

Le visioni di Leonida Gusmaroli #27

Queste visioni ci sono state spedite da Leonida via fax nei giorni scorsi, avvisandoci che sono state scritte in fretta e furia durante una meritara vacanza in Australia, sulla cima dell'Ayers Rock, dove il nostro veggente sostiene di trarre notevole giovamento dal clima e dall'aura mistica del luogo. Come sempre il futuro ci sorprende anche questa settimana.

Il paese dei bambini buffi
"Chiamiamoli bambini buffi, è più rispettoso". Così il sindaco di Rovigo, Gabbano Maringelli, in un anno imprecisato, esordirà in giunta per placare le durissime polemiche sull'impatto ambientale del nuovo inceneritore costruito appena fuori città. Fortemente voluto per rilanciare l'economia polesana, importerà pattume pulito da tutta Europa, con notevoli vantaggi economici per il Comune di Rovigo. Ma in concomitanza si verificherà un aumento di diossina nel microclima locale, non necessariamente correlato alla presenza dell'impianto, aumentando le nascite di bambini deformi. "Aboliamo questa parolaccia discriminatoria - tuonerà Maringelli - A mio avviso va preso atto che la situazione è questa, perchè la natura cambia semplicemente. Questi bambini sono comunque un dono di Dio. Chiamiamolo "il paese dei bambini buffi", anzichè parlare di una città soffocata dall'inquinamento, come fanno certi ambientalisti avvoltoi".

Elezioni turbolente
Alle prossime amministrative farà scalpore la lista civica "Villain per Rovigo", composta esclusivamente dai peggiori cattivi dei film di 007. Guidata dal Dottor No, candidato alla poltrona di sindaco, proporrà una squadra di governo inedita nel panorama rodigino, se non forse nei ruggenti anni Ottanta, comprendente personalità di spicco come Goldfinger, Hugo Drax, Ernst Stavro Blofeld, Scaramanga, principe Kamal Khan, Karl Stromberg e Franz Sanchez. La campagna elettorale si infiammerà quando Gigi Osti, candidato primo cittadino per la coalizione di centro-sinistra-destra, verrà ferito gravemente da Scaramanga, irritato per un paio di battute sciocche sul tema dell'uomo con la pistola d'oro. A riportare l'ordine penserà un misterioso pistolero di nome Joe, noto per lo sguardo duro e l'abitudine di masticare il sigaro. Dopo avere eliminato anche le principali famiglie mafiose di Rovigo, Joe rifiuterà la carica di sindaco, offertagli dai maggiorenti della città, rimonterà a cavallo e cavalcherà verso il tramonto.

Progressi della scienza
Le annunciate nuove tecnologie per catturare la Co2 arriveranno e consentiranno finalmente la trasformazione a carbone pulito della centrale di Polesine Camerini. Grazie a finaziamenti euro-asiatici, infatti, sarà sperimentata per la prima volta la traslazione attraverso il multiverso dell'anidride carbonica prodotta dall'impianto, che verrà semplicemente teletrasportata in un mondo parallelo dove gli esseri umani disdegnano il venefico ossigeno in favore del salutare biossido di carbonio. Plauso del mondo ambientalista: il vicepresidente della Provincia, Vanni Destro, farà pubblicamente ammenda per avere dubitato dell'eco-compatibilità della centrale. Il presidente dell'ente parco, Carlo Alberto Azzi, andrà in visita ufficiale nel pianeta parallelo, senza tornare mai più.

sabato 16 maggio 2009

Greenpeace ringrazia Maurizio Ferro

Una bella sorpresa nella buca delle lettere per il portavoce del Comitato d'azione dei lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle, che nelle scorse ore ha ricevuto una lettera di ringraziamento dalla presidenza nazionale di Greenpeace.
Ringraziamenti inaspettati, ma motivati secondo quanto segue: "Siamo grati al rappresentante dell'Enel per il blitz compiuto venerdì alla Gran Guardia, per sputtanare la nostra mostra sul carbone - si legge - Certo, rimaniamo su opposti fronti, ma non possiamo non constatare che le redazioni dei giornali hanno iniziato a interessarsi alla mostra solo grazie all'azione dei lavoratori della centrale. Il Carlino on line ha addirittura deciso di scrivere della mostra dando la parola solo a Maurizio Ferro, un raro esempio di giornalismo dadaista che ci riempie di meraviglia. Dunque non possiamo non arguire che senza quel blitz di sabotaggio nessuno ci avrebbe cagato mezzo. Grazie, dunque, grazie mille a Maurizio Ferro e ai suoi compagni d'arme, per questa inaspettata campagna pubblicitaria".
Commosso e imbarazzato Ferro: "Era tanto tempo che non ricevevo una lettera di carta - spiega - Le diavolerie tecnologiche di oggi ci fanno perdere certi vecchi piaceri. Quanto al contenuto della lettera: bah, in fondo c'è libertà di opinione. Continuino pure a dire che il carbone pulito non esiste, ma portino delle prove serie, eccetera. E comunque, sapete che vi dico, sono stufo di questa polemica che non finisce mai. Sono stufo di ripetere le stesse cose. Se lo sapevo, quella volta non lasciavo i Pooh!"

(nella foto, un momento del blitz alla Gran Guardia)

Giornata mondiale contro l'omofobia


Il sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori, ha inaugurato la serie di iniziative previste a Rovigo in occasione della giornata mondiale dell'omofobia.
"Il nostro Comune non ha esitato un attimo nel concedere il patrocinio a questa occasione di sensibilizzare la popolazione a questo tema - ha dichiarato il primo cittadino, vestitosi come la signora Coriandoli per alleggerire il tono dell'evento - Va detto che non siamo più ai tempi dell'Inquisizione e che è assurdo non solo che le persone omosessuali siano fatte oggetto di violenze, ma anche che si cerchi di aggirare il riconoscimento della loro esistenza, semplicemente nascondendole sotto il tappeto". Merchiori ha ricordato non solo che ci sono ancora paesi in cui gli omosessuali vengono condannati a morte, ma anche che perfino in Italia fare outing è rischioso, visto che ci sono un sacco di neofascistelli in circolazione, che si dilettano a menare gay e lesbiche per la strada. "Poi ci sono certi bigotti che dicono che l'omosessualità è contro natura. Perdiana, miei cari, l'altro giorno ho visto il mio gatto farsi ingroppare da quello del vicino. E mi pareva pure contento", ha scherzato il primo cittadino, prima di mettersi alla testa di un trenino, al ritmo di "Brigitte Bardot".