sabato 28 giugno 2008

Celio, il tuareg

"La mia è una scomparsa volontaria, il più grosso regalo che potessi farmi per i miei 60 anni. Mi sono aggregato a una tribù tuareg per seguire la bellissima e giovane Boctu che presto sposerò tra le sabbie del deserto". E' un annuncio scioccante quello di Celio Rodigino (nella foto) che ha deciso di imprimere una svolta improvvisa alla propria vita. "I motivi che mi hanno spinto a dire basta con Rovigo sono tanti, personali e professionali. Con quell'incartapecorita di mia moglie Augusta ormai non c'era più feeling, mentre qui c'è una libertà sessuale che in Polesine ve la sognate. E poi perché io, uomo colto e spiritoso, dovrei perdere tempo con quei quattro politici da avanspettacolo? Meglio aspirare il fumo del narghilé piuttosto che aspirare all'eredità di Vianello Monello". E sullo stimato opinionista defunto aggiunge: "Era il mio più caro amico e credo sia giusto che il suo Polesine finalmente lo onori con un grande mausoleo, magari aromatizzato al pino mugo per contrastare la puzza della putrefazione avanzata. Siete talmente tanto polentoni che avete lasciato il cadavere alle Savm per settimane senza curarvene. Con questo caldo, poi! Ormai sarà ridotto a una mousse gialliccia. La morte distrugge un uomo, l'idea della morte lo salva: non so che cazzo c'entri, ma mi piaceva dirlo". Un messaggio anche al Corriere del Veneto: "Le cagate scritte dal mio sostituto sono francamente imbarazzanti. So che diversi stati vogliono imporne la lettura come pena per i reati altrimenti punibili con l'esecuzione capitale. Comunque me ne sbatto i coglioni: presto sposerò la mia bella Boctu con la tradizionale festa nell'agal, accompagnato da canti tindé. E voi tenetevi le vostre sterili polemicuzze da cortile!".

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