sabato 20 settembre 2008

Incredibile testimonianza

Il Polesine sembrava ormai pronto a dimenticare per sempre Celio Rodigino, il celebre opinionista del Corriere del Veneto, salpato per i mari del sud con Vianello Gemello (alias Oronzo Bannister, clone di Vianello Monello), l'ex criminale nazista redento Sigfried Von Nibelunghen (ribattezzatosi Negro Badula) e il bluesman Corey Harris. La sua ultima missiva era una lettera, scritta alla moglie Augusta Taurinense, in cui chiedeva di essere lasciato in pace. Dopo la scomparsa di Vianello Monello e l'arresto, ad opera del commissario Derrick, dei pirati del Coniglio Napoleon che davano la caccia al brigantino di Celio, perfino l'instancabile Augusta s'era arresa dal cercare notizie del coniuge.
Ora a riaprire il caso arriva la testimonianza di Fino Fini (nella foto), zio arianese di Celio, a lui legato fin dall'infanzia da un rapporto di particolare confidenza. Proprio all'amato zio, Celio Rodigino ha inviato nei giorni scorsi una lettera dal lontano Oceano Indiano, autorizzandolo a divulgare i contenuti. "Ha voluto infrangere il silenzio che si era imposto solamente per rassicurare tutti sul suo stato di salute - spiega Fino Fini - Non ha infatti gradito l'articolo apparso su Appunti, in cui Olvrado Welponer, che si spaccia per capitano di una petroliera ma in realtà è un noto tossicodipendente di Boara Polesine, rivela di avere parlato con Celio, il quale gli avrebbe confidato di avere contratto l'aids e di essersi affidato alle cure del medico indiano Bhajju Shyam jr. per trascorrere gli ultimi mesi di vita nel modo più dignitoso possibile. Ovviamente tutto ciò è falso, la lettera di Celio Rodigino dovrebbe ora fare luce su cosa è accaduto realmente".
La missiva, lunga quattordici pagine, racconta per sommi capi il viaggio del brigantino fino all'intervento dell'ispettore Derrick per salvare i marinai dalla furia dei pirati del Coniglio Napoleon. Si racconta di come Celio Rodigino fosse del tutto ignaro che Beppe Osti avesse organizzato una spedizione per uccidere lui e Vianello Gemello, allo scopo di esporre le loro spoglie in una serie di mausolei realizzati con la complicità di costruttori lituani. Dopo essersi messo in salvo su una nuova barca, Celio ha fatto rotta con i suoi compagni di viaggio verso le coste africane, per poi approdare in Guinea. Qui Corey Harris, abbracciati i compagni di viaggio, ha lasciato la nave per tornare alla propria carriera di bluesman del Mali. Vianello Gemello, invece, sarebbe sbarcato in una località segreta diversi giorni prima. Un passaggio su cui la lettera non fa chiarezza, ma che in parte conferma l'ipotesi degli inquirenti secondo cui il clone negro di Vianello Monello avrebbe aiutato i fratelli Colasberna a evadere in cambio della tecnologia per realizzare una macchina del tempo. Rimasto solo con Negro Badula, Celio Rodigino ha quindi deciso di ripartire per una destinazione ancora segreta.
Ma la lettera apre inquietanti interrogativi anche sulla sorte di Vianello Monello, affogato nell'oceano con il Coniglio Napoleon carico di Happy Hope. Stando a quanto racconta Celio Rodigino, infatti, il relitto del veliero pirata sarebbe stato avvistato da numerosi pescatori mentre veniva trascinato verso le coste dello Sri Lanka. Leggende del mare, forse. Di certo il corpo dell'opinionista del Corriere non è mai stato ritrovato. E questo avvalora altre leggende srilankesi, che raccontano di un "ermafrodita orrendamente sfigurato da ustioni" che sarebbe stato soccorso e adottato da alcuni abitanti della costa. Lo stesso Celio Rodigino è cauto su queste notizie. Di certo sembra che il caso Vianello Monello sia destinato a rimanere aperto ancora per lungo tempo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Confermo: mi drogo!