Dopo due giorni di lavoro ininterrotto, Ilario Bellinazzi è riemerso dal laboratorio sotterraneo in cui si era volontariamente rinchiuso per realizzare la macchina del tempo. Bellinazzi è apparso molto provato, come dimostra la foto scattatagli dal fotografo del Carlino all'uscita dal laboratorio: capelli lunghi, occhiaie e sguardo da pazzo, segnali inequivocabili dell'immenso sforzo compiuto dall'esponente del Pdl, nonchè del Conservatorio. "La macchina del tempo è realtà - ha gridato - Purtroppo non è in grado di viaggiare nel futuro, dunque non ci aiuterà a risolevere quel problemuccio creato dallo spostamento di Polesine Camerini nella Corea del Nord del 2027. In compenso è funzionale alla missione di tornare indietro fino al 1962 per recuperare i nostri cari dispersi nel deserto algerino post indipendenza". Entusiasti i giornalisti, che hanno immediatamente chiesto di poter utilizzare la macchina del tempo per vedere di persona i dinosauri, il medioevo e l'antica Roma. "Eh, ma la mia macchina viaggia indietro solo fino al 1948 - ha precisato Bellinazzi - ovvero l'anno in cui la Dc prese il potere e non lo mollò più. Detta francamente: prima cos'è successo di tanto importante?" Alla richiesta dei giornalisti di vedere la macchina, Bellinazzi ha replicato: "Dobbiamo ancora verniciare la carrozzeria, siamo indecisi se farla metallizzata oppure no, dipende dal budget".Soddisfatto il sindaco, Fausto Merchiori, che ha immediatamente premiato Bellinazzi con una targa di peltro incisa a mano dal portinaio del Comune e con un buono per un Happy Meal da Mc Donald's. Intanto il vicesindaco, Graziano Azzalin, si è messo al lavoro per mettere insieme una squadra di validi eroi che viaggino indietro nel tempo per compiere la missione. A guidare la spedizione sarà l'attuale presidente dell'Arci ed ex assessore provinciale, Lino Pietro Callegarin, affiancato da Paolo Avezzù e Nello Chendi, già nella precedente spedizione. Li affiancheranno Filippo Zebini e Giovanni Papuzzi: "Prendemmo parte insieme alla spedizione italiana in Abissinia, dunque siamo grandi conoscitori dell'Africa - racconta Papuzzi - Io poi qualche anno prima ho partecipato personalmente alla battaglia dell'Amba Alagi, che andò abbastanza bene, come tutti ricorderanno. Dunque per me è quasi un ritorno a casa".
Nessun commento:
Posta un commento